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D’altra parte la definizione di chi era degno di “riabilitazione” e chi no era toccata ad una commissione delle forze armate, che, tra i tanti distinguo, avevano introdotto la discriminante contro chi avesse commesso omicidi. Esclusi, insuscettibili di ravvedimento postumo, i ribelli che avevano puntato l’arma contro superiori e carabinieri.\r\n\r\nGrazie a recenti studi la storia dei disertori della grande guerra sta emergendo in tutta la sua importanza.\r\nUn esempio tra i tanti. 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Non sono mancati interventi di solidarietà con i civili uccisi nella feroce guerra in corso tra l’esercito israeliano e le milizie di Hamas ed il sostegno a chi, in ogni dove, decide di disertare la guerra. \r\nLa lotta alle basi militari, ai poligoni di tiro, alle missioni militari all’estero, alle fabbriche d’armi e alla mostra mercato dell’industria aerospaziale di guerra di Torino, hanno caratterizzato tutte le piazze.\r\nQuesto 4 novembre è stata la prima tappa di un mese di lotta ai mercanti di armi, alla produzione bellica, all’avvio dei lavori per la città dell’Aerospazio a Torino. \r\n\r\nIn tutte le piazze è stato rilanciato il corteo antimilitarista del 18 novembre a Torino.\r\nAppuntamento alle 14,30 in corso Giulio Cesare angolo via Andreis.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Federico dell’assemblea antimilitarista\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/2023-11-07-4-novembre.mp3\"][/audio]","7 Novembre 2023","2023-11-07 17:17:55","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/01-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/01-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/01-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/01-1024x768.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/01-768x576.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/01-1536x1152.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/01.jpg 2048w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Antimilitarist* in piazza",1699377475,[66,245,246],"http://radioblackout.org/tag/antimilitarismo/","http://radioblackout.org/tag/corteo-antimilitarista-18-novembre/",[21,15,248],"corteo antimilitarista 18 novembre",{"post_content":250,"tags":254},{"matched_tokens":251,"snippet":252,"value":253},[79,80],"Il \u003Cmark>4\u003C/mark> \u003Cmark>novembre\u003C/mark>, giornata delle forze armate e","Il \u003Cmark>4\u003C/mark> \u003Cmark>novembre\u003C/mark>, giornata delle forze armate e dell’unità nazionale, i militari hanno celebrato se stessi.\r\nIn piazza, in numerose città, c’erano anche gli antimilitaristi.\r\nCortei e presidi si sono svolti a Torino, Monfalcone, Livorno, Reggio Emilia, Alessandria, Palermo. \r\nCentrale il tema dell’economia di guerra che macina le vite di noi tutti, privati di servizi essenziali tagliati per aumentare le spese militari, e la conseguente necessità di dare forza all’internazionalismo degli oppressi e degli sfruttati contro ogni forma di nazionalismo interclassista. 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Giochi di potenza dal Mediterraneo all'Eufrate. Dal nuovo secolo americano al tutti contro tutti”\r\nInterverrà Stefano Capello, autore, tra gli altri, di \"Oltre il giardino\"\r\n\r\n\r\nVenerdì 4 novembre ore 17\r\nParata dei disertori durante la cerimonia militarista per la “festa” delle forze armate\r\nAppuntamento in piazza Castello angolo via Garibaldi\r\n\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Domenico, un compagno novarese, attivo nel movimento contro gli F35.\r\nCon lui abbiamo approfondito i temi dell'appello dell'Assemblea Antimilitarista, che vi riportiamo di seguito.\r\n\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2016-11-01-antimili-dome\r\nIl 4 novembre è la festa delle forze armate. Viene celebrata nel giorno della “vittoria” nella prima guerra mondiale, un immane massacro per spostare un confine.\r\nIl 4 novembre è la festa degli assassini. La divisa e la ragion di stato trasformano chi uccide, occupa, bombarda, in eroe.\r\nCent'anni fa, a rischio della vita, disertarono a migliaia la guerra, consapevoli che le frontiere tra gli Stati sono le righe che demarcano il territorio di chi governa, ma non hanno nessun significato per chi abita uno o l'altro versante di una montagna, l'una o l'altra riva di un fiume, dove nuotano gli stessi pesci, dove crescono le stesse piante, dove vivono uomini e donne che si riconoscono uguali di fronte ai padroni che si fanno ricchi sul loro lavoro. \r\n\r\nCent'anni dopo, quelle trincee impastate di sangue, sudore, fango e rabbia la retorica patriottica, il garrire di bandiere e le parate militari nascondono i massacri, i pescecani che si arricchivano, le “decimazioni”, gli stupri di massa. E ancora nessuno parla delle rivolte, delle “tregue spontanee”, dell'odio per gli ufficiali. Ne resta traccia nelle canzoni, che tenaci sono passate di bocca in bocca e riecheggiano nelle labbra di chi oggi lotta contro eserciti, guerre, stati e frontiere.\r\n\r\nIn questi anni lungo i confini d'Italia si sta combattendo una guerra feroce contro la gente in viaggio, contro chi fugge conflitti dove le truppe italiane sono in prima fila.\r\nIn Iraq battaglioni d'élite dell'esercito tricolore partecipano all'assedio di Mosul, per cacciare i jihadisti dello Stato Islamico.\r\nSono in Iraq da mesi per difendere gli interessi della Trevi, la ditta italiana che si è aggiudicata i lavori alla diga di Mosul, uno snodo strategico per chi intende fare buoni affari nel paese.\r\nI governi alleati dell'Italia hanno finanziato e protetto i soldati della jihad prima in Afganistan, poi in Siria. A Mosul si sta consumando in nostro nome un altro immane massacro di uomini, donne e bambini, pedine di un gioco feroce di potenza.\r\nAd Aleppo si muore da anni nel silenzio fragoroso dei più. Le lacrime ipocrite per i bimbi morti non hanno fermato le bombe.\r\nIn Rojava, dove dal 2012 la popolazione ha deciso di attuare un percorso di autonomia politica, di solidarietà e di mutuo appoggio, nella cornice del confederalismo democratico, il governo turco bombarda le città nel silenzio fragoroso di chi, proprio sulle milizie maschili e femminili della regione a maggioranza curda della Siria, ha fatto leva per fermare l'avanzata dell'Isis. La rivoluzione democratica in Rojava apre una crepa nelle logiche di potere che caratterizzano le grandi potenze che si contendono il controllo del Mediterraneo all'Eufrate.\r\n\r\nSin dalla seconda guerra mondiale muoiono nei conflitti armati più civili e sempre meno militari. I soldati sono professionisti super addestrati, strumenti costosi e preziosi da preservare, mentre le persone senza divisa diventano obiettivi bellici di primaria importanza in conflitti che giocano la carta del terrore, per piegare la resistenza delle popolazioni che serve sottomettere, per realizzare i propri obiettivi di dominio. La propaganda di guerra all'Isis marchia come terroristi i militari della jihad, ma usa gli stessi mezzi. Solo la narrazione è diversa. Torture, rapimenti extragiudiziali, detenzioni senza processo, sono normali ovunque. L'Isis ama di più lo spettacolo e lo usa per dimostrare la propria forza e attrarre a se nuovi adepti. Al di là del palcoscenico la macelleria di Abu Graib, di Guantanamo, della School of Americas è la medesima esibita a Raqqa, Ninive, Senjal.\r\nAl riparo delle loro basi, a dieci minuti di auto dalle loro case, i piloti dei droni, osservano in uno schermo le possibili vittime, le puntano e le colpiscono come in un videogioco. La guerra virtuale diventa reale, ma accresce la distante onnipotenza di chi dispensa morte da una base lontana migliaia di chilometri dal sangue, dalle feci, dagli arti straziati, dall'inenarrabile dolore di chi vede morire i propri figli, amici, genitori.\r\nQuesti giocattoli letali costano molto meno di un bombardiere. Un Predator armato costa 4 milioni di dollari contro i 137 di un F35.\r\n\r\nL’Italia è in guerra da decenni ma la chiama pace.\r\nÈ una guerra su più fronti, che si coniuga nella neolingua del peacekeeping, dell’intervento umanitario, ma parla il lessico feroce dell’emergenza, dell’ordine pubblico, della repressione.\r\nLa guerra diventa filantropia planetaria, le bombe mezzi di soccorso.\r\nGli stessi militari delle guerre in Bosnia, Iraq, Afganistan, gli stessi delle torture e degli stupri in Somalia, sono nei CIE, nelle strade delle nostre città, sono in Val Susa, sono nel Mediterraneo e sulle frontiere fatte di nulla, che imprigionano uomini, donne e bambini.\r\nGuerra esterna e guerra interna sono due facce delle stessa medaglia. Le sostiene la stessa propaganda: le questioni sociali, coniugate in termini di ordine pubblico, sono il perno su cui fa leva la narrazione militarista.\r\n\r\nTorino è uno dei principali centri dell’industria aerospaziale bellica.\r\nSono cinque le aziende piemontesi, leader nel settore: Alenia Aermacchi, Thales Alenia Space, Avio Aero, Selex Es, Microtecnica Actuation Systems / UTC. 280 SMEs.\r\nL’industria di guerra è un buon business, che non va mai in crisi. L’industria bellica italiana fa affari con chiunque. I soldi non puzzano di sangue e il made in Italy va alla grande.\r\nL'Europa ha pagato miliardi il governo turco perché trattenesse i profughi che lo scorso anno premevano alle frontiere chiuse. Li ha allontanati dalla vista e se ne è lavata le mani: nelle cerimonie ufficiali il ministro di turno spende retorica su chi muore in mare o in fondo a un tir. La verità cruda ma banale è che in Siria, in Iraq, in Afganistan, in Libia si combatte con armi che spesso sono costruite a due passi dalle nostre case.\r\nA Torino e Caselle c’è l’Alenia, la sua “missione” è fare aerei militari. Nello stabilimento di Caselle Torinese hanno costruito gli Eurofighter Thypoon, i cacciabombardieri made in Europe, e gli AMX. Le ali degli F35, della statunitense Loockeed Martin, sono costruite ed assemblati dall’Alenia.\r\nUn business milionario. Un business di morte.\r\nLo Stato italiano investe ogni ora due milioni e mezzo di euro in spese militari, di cui mezzo milione solo per comprare nuove bombe e missili, cacciabombardieri, navi da guerra e carri armati. Gli altri servono per le missioni militari all'estero, per il mantenimento del militari e delle strutture. Si tratta, per il 2016, di 48 milioni di euro al giorno. Il governo nei prossimi anni ha deciso di spenderne ancora di più. Alla faccia di chi si ammala e muore perché non riesce ad accedere a esami specialistici e cure mediche.\r\nNel nuovo Documento programmatico pluriennale della Difesa - 2016-2018 - sono previsti: 13,36 miliardi di spese nel 2016 (carabinieri esclusi), l’1,3 per cento in più rispetto all’anno scorso. Cifra che sale a 17,7 miliardi (contro i 17,5 del 2015) se si considerano i finanziamenti del ministero dell’Economia e delle Finanze alle missioni militari (1,27 miliardi, contro gli 1,25 miliardi dell’anno precedente) e quelli del ministero per lo Sviluppo Economico ai programmi di riarmo (2,54 miliardi, nel 2015 erano 2,50).\r\n\r\nFinanziamenti, quelli del Mise, che anche quest’anno garantiscono alla Difesa una continuità di budget per l’acquisto di nuovi armamenti per un totale di 4,6 miliardi di euro (contro i 4,7 del 2015). Le spese maggiori per quest’anno riguardano i cacciabombardieri Eurofighter (677 milioni), gli F-35 (630 milioni), la nuova portaerei Trieste e le nuove fregate Ppa (472 milioni), le fregate Fremm (389 milioni), gli elicotteri Nh-90 (289 milioni), il programma di digitalizzazione dell’Esercito Forza Nec (203 milioni), i nuovi carri Freccia (170 milioni), i nuovi elicotteri Ch-47f (155 milioni), i caccia M-346 (125 milioni), i sommergibili U-212 (113 milioni).\r\nLa vocazione umanitaria delle forze armate italiane ha fame di nuovi costosissimi giocattoli.\r\nIn tutto il paese ci sono aeroporti militari, poligoni, centri di controllo satellitare, postazioni di lancio dei droni.\r\nLe prove generali dei conflitti di questi anni vengono fatte nelle basi sparse per l’Italia.\r\nLa rivolta morale non basta a fermare la guerra, se non sa farsi resistenza concreta.\r\nNegli ultimi anni sono maturate esperienze che provano a saldare il rifiuto della guerra con l’opposizione al militarismo: il movimento No F35 a Novara, i no Muos che si battono contro le antenne assassine a Niscemi, gli antimilitaristi sardi che lottano contro poligoni ed esercitazioni. Anche nelle strade delle nostre città, dove controllo militare e repressione delle insorgenze sociali sono ricette universali, c’è chi non accetta di vivere da schiavo, c'è chi si oppone alla militarizzazione delle periferie, ai rastrellamenti, alle deportazioni.\r\nPer fermare la guerra non basta un no. Occorre incepparne i meccanismi, partendo dalle nostre città, dal territorio in cui viviamo, dove ci sono caserme, basi militari, aeroporti, fabbriche d’armi, uomini armati che pattugliano le strade.\r\n\r\nContro tutti gli eserciti, contro tutte le guerre!\r\n\r\nAssemblea Antimilitarista\r\nantimilitarista@inventati.org","2016-11-02 12:12:54","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/drooker_slingshot-vs-tank-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"260\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/drooker_slingshot-vs-tank-300x260.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/drooker_slingshot-vs-tank-300x260.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/drooker_slingshot-vs-tank.jpg 461w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Torino. 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Dal nuovo secolo americano al tutti contro tutti”\r\nInterverrà Stefano Capello, autore, tra gli altri, di \"Oltre il giardino\"\r\n\r\n\r\nVenerdì \u003Cmark>4\u003C/mark> \u003Cmark>novembre\u003C/mark> ore 17\r\nParata dei disertori durante la cerimonia militarista per la “festa” delle forze armate\r\nAppuntamento in piazza Castello angolo via Garibaldi\r\n\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Domenico, un compagno novarese, attivo nel movimento contro gli F35.\r\nCon lui abbiamo approfondito i temi dell'appello dell'Assemblea Antimilitarista, che vi riportiamo di seguito.\r\n\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2016-11-01-antimili-dome\r\nIl \u003Cmark>4\u003C/mark> \u003Cmark>novembre\u003C/mark> è la festa delle forze armate. Viene celebrata nel giorno della “vittoria” nella prima guerra mondiale, un immane massacro per spostare un confine.\r\nIl \u003Cmark>4\u003C/mark> \u003Cmark>novembre\u003C/mark> è la festa degli assassini. 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Ne resta traccia nelle canzoni, che tenaci sono passate di bocca in bocca e riecheggiano nelle labbra di chi oggi lotta contro eserciti, guerre, stati e frontiere.\r\n\r\nIn questi anni lungo i confini d'Italia si sta combattendo una guerra feroce contro la gente in viaggio, contro chi fugge conflitti dove le truppe italiane sono in prima fila.\r\nIn Iraq battaglioni d'élite dell'esercito tricolore partecipano all'assedio di Mosul, per cacciare i jihadisti dello Stato Islamico.\r\nSono in Iraq da mesi per difendere gli interessi della Trevi, la ditta italiana che si è aggiudicata i lavori alla diga di Mosul, uno snodo strategico per chi intende fare buoni affari nel paese.\r\nI governi alleati dell'Italia hanno finanziato e protetto i soldati della jihad prima in Afganistan, poi in Siria. A Mosul si sta consumando in nostro nome un altro immane massacro di uomini, donne e bambini, pedine di un gioco feroce di potenza.\r\nAd Aleppo si muore da anni nel silenzio fragoroso dei più. Le lacrime ipocrite per i bimbi morti non hanno fermato le bombe.\r\nIn Rojava, dove dal 2012 la popolazione ha deciso di attuare un percorso di autonomia politica, di solidarietà e di mutuo appoggio, nella cornice del confederalismo democratico, il governo turco bombarda le città nel silenzio fragoroso di chi, proprio sulle milizie maschili e femminili della regione a maggioranza curda della Siria, ha fatto leva per fermare l'avanzata dell'Isis. La rivoluzione democratica in Rojava apre una crepa nelle logiche di potere che caratterizzano le grandi potenze che si contendono il controllo del Mediterraneo all'Eufrate.\r\n\r\nSin dalla seconda guerra mondiale muoiono nei conflitti armati più civili e sempre meno militari. I soldati sono professionisti super addestrati, strumenti costosi e preziosi da preservare, mentre le persone senza divisa diventano obiettivi bellici di primaria importanza in conflitti che giocano la carta del terrore, per piegare la resistenza delle popolazioni che serve sottomettere, per realizzare i propri obiettivi di dominio. La propaganda di guerra all'Isis marchia come terroristi i militari della jihad, ma usa gli stessi mezzi. Solo la narrazione è diversa. Torture, rapimenti extragiudiziali, detenzioni senza processo, sono normali ovunque. L'Isis ama di più lo spettacolo e lo usa per dimostrare la propria forza e attrarre a se nuovi adepti. Al di là del palcoscenico la macelleria di Abu Graib, di Guantanamo, della School of Americas è la medesima esibita a Raqqa, Ninive, Senjal.\r\nAl riparo delle loro basi, a dieci minuti di auto dalle loro case, i piloti dei droni, osservano in uno schermo le possibili vittime, le puntano e le colpiscono come in un videogioco. La guerra virtuale diventa reale, ma accresce la distante onnipotenza di chi dispensa morte da una base lontana migliaia di chilometri dal sangue, dalle feci, dagli arti straziati, dall'inenarrabile dolore di chi vede morire i propri figli, amici, genitori.\r\nQuesti giocattoli letali costano molto meno di un bombardiere. Un Predator armato costa \u003Cmark>4\u003C/mark> milioni di dollari contro i 137 di un F35.\r\n\r\nL’Italia è in guerra da decenni ma la chiama pace.\r\nÈ una guerra su più fronti, che si coniuga nella neolingua del peacekeeping, dell’intervento umanitario, ma parla il lessico feroce dell’emergenza, dell’ordine pubblico, della repressione.\r\nLa guerra diventa filantropia planetaria, le bombe mezzi di soccorso.\r\nGli stessi militari delle guerre in Bosnia, Iraq, Afganistan, gli stessi delle torture e degli stupri in Somalia, sono nei CIE, nelle strade delle nostre città, sono in Val Susa, sono nel Mediterraneo e sulle frontiere fatte di nulla, che imprigionano uomini, donne e bambini.\r\nGuerra esterna e guerra interna sono due facce delle stessa medaglia. Le sostiene la stessa propaganda: le questioni sociali, coniugate in termini di ordine pubblico, sono il perno su cui fa leva la narrazione militarista.\r\n\r\nTorino è uno dei principali centri dell’industria aerospaziale bellica.\r\nSono cinque le aziende piemontesi, leader nel settore: Alenia Aermacchi, Thales Alenia Space, Avio Aero, Selex Es, Microtecnica Actuation Systems / UTC. 280 SMEs.\r\nL’industria di guerra è un buon business, che non va mai in crisi. L’industria bellica italiana fa affari con chiunque. I soldi non puzzano di sangue e il made in Italy va alla grande.\r\nL'Europa ha pagato miliardi il governo turco perché trattenesse i profughi che lo scorso anno premevano alle frontiere chiuse. Li ha allontanati dalla vista e se ne è lavata le mani: nelle cerimonie ufficiali il ministro di turno spende retorica su chi muore in mare o in fondo a un tir. La verità cruda ma banale è che in Siria, in Iraq, in Afganistan, in Libia si combatte con armi che spesso sono costruite a due passi dalle nostre case.\r\nA Torino e Caselle c’è l’Alenia, la sua “missione” è fare aerei militari. Nello stabilimento di Caselle Torinese hanno costruito gli Eurofighter Thypoon, i cacciabombardieri made in Europe, e gli AMX. Le ali degli F35, della statunitense Loockeed Martin, sono costruite ed assemblati dall’Alenia.\r\nUn business milionario. Un business di morte.\r\nLo Stato italiano investe ogni ora due milioni e mezzo di euro in spese militari, di cui mezzo milione solo per comprare nuove bombe e missili, cacciabombardieri, navi da guerra e carri armati. Gli altri servono per le missioni militari all'estero, per il mantenimento del militari e delle strutture. Si tratta, per il 2016, di 48 milioni di euro al giorno. Il governo nei prossimi anni ha deciso di spenderne ancora di più. Alla faccia di chi si ammala e muore perché non riesce ad accedere a esami specialistici e cure mediche.\r\nNel nuovo Documento programmatico pluriennale della Difesa - 2016-2018 - sono previsti: 13,36 miliardi di spese nel 2016 (carabinieri esclusi), l’1,3 per cento in più rispetto all’anno scorso. Cifra che sale a 17,7 miliardi (contro i 17,5 del 2015) se si considerano i finanziamenti del ministero dell’Economia e delle Finanze alle missioni militari (1,27 miliardi, contro gli 1,25 miliardi dell’anno precedente) e quelli del ministero per lo Sviluppo Economico ai programmi di riarmo (2,54 miliardi, nel 2015 erano 2,50).\r\n\r\nFinanziamenti, quelli del Mise, che anche quest’anno garantiscono alla Difesa una continuità di budget per l’acquisto di nuovi armamenti per un totale di 4,6 miliardi di euro (contro i 4,7 del 2015). Le spese maggiori per quest’anno riguardano i cacciabombardieri Eurofighter (677 milioni), gli F-35 (630 milioni), la nuova portaerei Trieste e le nuove fregate Ppa (472 milioni), le fregate Fremm (389 milioni), gli elicotteri Nh-90 (289 milioni), il programma di digitalizzazione dell’Esercito Forza Nec (203 milioni), i nuovi carri Freccia (170 milioni), i nuovi elicotteri Ch-47f (155 milioni), i caccia M-346 (125 milioni), i sommergibili U-212 (113 milioni).\r\nLa vocazione umanitaria delle forze armate italiane ha fame di nuovi costosissimi giocattoli.\r\nIn tutto il paese ci sono aeroporti militari, poligoni, centri di controllo satellitare, postazioni di lancio dei droni.\r\nLe prove generali dei conflitti di questi anni vengono fatte nelle basi sparse per l’Italia.\r\nLa rivolta morale non basta a fermare la guerra, se non sa farsi resistenza concreta.\r\nNegli ultimi anni sono maturate esperienze che provano a saldare il rifiuto della guerra con l’opposizione al militarismo: il movimento No F35 a Novara, i no Muos che si battono contro le antenne assassine a Niscemi, gli antimilitaristi sardi che lottano contro poligoni ed esercitazioni. Anche nelle strade delle nostre città, dove controllo militare e repressione delle insorgenze sociali sono ricette universali, c’è chi non accetta di vivere da schiavo, c'è chi si oppone alla militarizzazione delle periferie, ai rastrellamenti, alle deportazioni.\r\nPer fermare la guerra non basta un no. Occorre incepparne i meccanismi, partendo dalle nostre città, dal territorio in cui viviamo, dove ci sono caserme, basi militari, aeroporti, fabbriche d’armi, uomini armati che pattugliano le strade.\r\n\r\nContro tutti gli eserciti, contro tutte le guerre!\r\n\r\nAssemblea Antimilitarista\r\nantimilitarista@inventati.org",[337,339,341,343,345,347,349],{"matched_tokens":338,"snippet":91},[79,80],{"matched_tokens":340,"snippet":15},[],{"matched_tokens":342,"snippet":38},[],{"matched_tokens":344,"snippet":329},[],{"matched_tokens":346,"snippet":24},[],{"matched_tokens":348,"snippet":330},[],{"matched_tokens":350,"snippet":18},[],[352,357],{"field":39,"indices":353,"matched_tokens":354,"snippets":356},[51],[355],[79,80],[91],{"field":113,"matched_tokens":358,"snippet":334,"value":335},[79,80],{"best_field_score":117,"best_field_weight":118,"fields_matched":120,"num_tokens_dropped":51,"score":272,"tokens_matched":120,"typo_prefix_score":51},6646,{"collection_name":62,"first_q":21,"per_page":20,"q":21},{"facet_counts":363,"found":413,"hits":414,"out_of":649,"page":105,"request_params":650,"search_cutoff":40,"search_time_ms":651},[364,390],{"counts":365,"field_name":387,"sampled":40,"stats":388},[366,369,371,373,375,377,379,381,383,385],{"count":367,"highlighted":368,"value":368},52,"anarres",{"count":17,"highlighted":370,"value":370},"frittura mista",{"count":31,"highlighted":372,"value":372},"La fine della Fine della storia",{"count":31,"highlighted":374,"value":374},"Bello come una prigione che brucia",{"count":120,"highlighted":376,"value":376},"stakka stakka",{"count":120,"highlighted":378,"value":378},"I Bastioni di Orione",{"count":120,"highlighted":380,"value":380},"Voci dall'antropocene",{"count":105,"highlighted":382,"value":382},"19e59",{"count":105,"highlighted":384,"value":384},"tutti pazzi",{"count":105,"highlighted":386,"value":386},"la cosa giusta","podcastfilter",{"total_values":389},20,{"counts":391,"field_name":39,"sampled":40,"stats":411},[392,394,395,397,399,401,403,405,407,409],{"count":393,"highlighted":15,"value":15},7,{"count":23,"highlighted":18,"value":18},{"count":31,"highlighted":396,"value":396},"armi",{"count":31,"highlighted":398,"value":398},"sport",{"count":31,"highlighted":400,"value":400},"rugby",{"count":31,"highlighted":402,"value":402},"anarchia",{"count":31,"highlighted":404,"value":404},"repressione",{"count":31,"highlighted":406,"value":406},"Stati Uniti",{"count":31,"highlighted":408,"value":408},"racconti ovali",{"count":31,"highlighted":410,"value":410},"Luca Wallace Costello",{"total_values":412},331,89,[415,472,537,568,595,622],{"document":416,"highlight":437,"highlights":460,"text_match":115,"text_match_info":471},{"comment_count":51,"id":417,"is_sticky":51,"permalink":418,"podcastfilter":419,"post_author":368,"post_content":420,"post_date":421,"post_excerpt":57,"post_id":417,"post_modified":422,"post_thumbnail":423,"post_title":424,"post_type":425,"sort_by_date":426,"tag_links":427,"tags":432},"44065","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-3-novembre-santiago-maldonado-retorica-patriottica-e-guerre-reali-vio-me-una-fabbrica-occupata-e-autogestita-a-salonicco/",[368],"Nuovo viaggio su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. 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Sciopero generale. Dirette dalla piazza di Milano – Massimo - e da quella di Reggio Emilia - Simone\r\n\r\n \r\n\r\nL’Italia in guerra tra retorica nazionalista e buoni affari. Ne abbiamo parlato con Stefano Raspa, attivista contro la base di Aviano e redattore del settimanale Umanità Nova.\r\n\r\nL'ultima battaglia dei Dakota. A Standing Rock, non lontano dalle Black Hill, in uno scenario in cui si sono consumate tanti scontri, i Dakota hanno costruito una Repubblica resistente.\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri di Psycoatthiva\r\nSangue, profughi e videogame. Quando la guerra diventa gioco e i giochi diventano guerra.\r\n \r\n\r\nProssime iniziative\r\nNessuna pace per chi fa guerra. Settimana antimilitarista\r\n \r\n\r\nVenerdì 4 novembre ore 17\r\nParata dei disertori, in contemporanea con la cerimonia militarista in piazza Castello\r\nAppuntamento in piazza Castello angolo via Garibaldi\r\n\r\n \r\n\r\nContro la violenza femminile sulle donne\r\nSabato 5 novembre ore 20\r\nCacerolazo femminista itinerante per le vie di San Salvario contro la violenza maschile sulle donne\r\nAppuntamento alle 20 in largo Saluzzo (se piove in piazza Madama)\r\norganizza l’assemblea “Non Una di meno” di Torino\r\n\r\n \r\n\r\nAppuntamenti No Tav\r\nLunedì 7 novembre – presidio in tribunale presidio solidale con i No Tav sotto processo per le giornate del 27 giugno 2011 – sgombero della Libera Repubblica della Maddalena – e 3 Luglio – assedio al nascente cantiere/fortino di Chiomonte.\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org","4 Novembre 2016","2018-10-17 22:58:55","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/20-via-Roma-300x225-200x110.jpg","Anarres del 4 novembre. 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Dirette dalla piazza","Ogni settimana dalle 10,45 alle 12,45 del venerdì sui 105,250 FM di radio Blackout sbarcate su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. \r\nAscolta il podcast:\r\n2016-11-04-anarres1\r\n\r\n2016-11-04-anarres2\r\nIn questa puntata:\r\n \r\n\r\n\u003Cmark>4\u003C/mark> \u003Cmark>novembre\u003C/mark>. Sciopero generale. Dirette dalla piazza di Milano – Massimo - e da quella di Reggio Emilia - Simone\r\n\r\n \r\n\r\nL’Italia in guerra tra retorica nazionalista e buoni affari. Ne abbiamo parlato con Stefano Raspa, attivista contro la base di Aviano e redattore del settimanale Umanità Nova.\r\n\r\nL'ultima battaglia dei Dakota. A Standing Rock, non lontano dalle Black Hill, in uno scenario in cui si sono consumate tanti scontri, i Dakota hanno costruito una Repubblica resistente.\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri di Psycoatthiva\r\nSangue, profughi e videogame. Quando la guerra diventa gioco e i giochi diventano guerra.\r\n \r\n\r\nProssime iniziative\r\nNessuna pace per chi fa guerra. Settimana antimilitarista\r\n \r\n\r\nVenerdì \u003Cmark>4\u003C/mark> \u003Cmark>novembre\u003C/mark> ore 17\r\nParata dei disertori, in contemporanea con la cerimonia militarista in piazza Castello\r\nAppuntamento in piazza Castello angolo via Garibaldi\r\n\r\n \r\n\r\nContro la violenza femminile sulle donne\r\nSabato 5 \u003Cmark>novembre\u003C/mark> ore 20\r\nCacerolazo femminista itinerante per le vie di San Salvario contro la violenza maschile sulle donne\r\nAppuntamento alle 20 in largo Saluzzo (se piove in piazza Madama)\r\norganizza l’assemblea “Non Una di meno” di Torino\r\n\r\n \r\n\r\nAppuntamenti No Tav\r\nLunedì 7 \u003Cmark>novembre\u003C/mark> – presidio in tribunale presidio solidale con i No Tav sotto processo per le giornate del 27 giugno 2011 – sgombero della Libera Repubblica della Maddalena – e 3 Luglio – assedio al nascente cantiere/fortino di Chiomonte.\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org",{"matched_tokens":502,"snippet":503,"value":503},[79,80],"Anarres del \u003Cmark>4\u003C/mark> \u003Cmark>novembre\u003C/mark>. 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Sullo sfondo restano le migliaia di uomini e ragazzi, che decisero di gettare le armi. In quella guerra, a rischio della vita, disertarono a migliaia, consapevoli che le frontiere tra gli Stati sono solo tratti di matita sulle mappe. Interessano a chi governa, ma non hanno nessun significato per chi abita uno o l’altro versante di una montagna, l’una o l’altra riva di un fiume, dove nuotano gli stessi pesci, dove crescono le stesse piante, dove vivono uomini e donne che si riconoscono uguali di fronte ai padroni che si fanno ricchi sul loro lavoro.\r\nLa storia delle rivolte, delle “tregue spontanee”, dell’odio per gli ufficiali, pur ricostruita in numerosi studi, non è mai stata inserita nei programmi scolastici, perché la propaganda militarista nelle scuole non è mai cessata. Anzi! I militari entrano nelle scuole come “esperti”, per indottrinare ed arruolare ragazzi e ragazze.\r\nAncora oggi, dopo oltre un secolo da quelle trincee impastate di sangue, sudore, fango e rabbia, la retorica patriottica, il garrire di bandiere e le parate militari sono strumento di legittimazione delle avventure militari italiane all’estero, dall’Africa all’Ucraina, dei militari per le strade, della guerra ai migranti, del moltiplicarsi della spesa in armamenti.\r\nContestare le celebrazioni del 4 novembre non è mero esercizio di doverosa memoria verso i disertori che, su tutti i fronti, fuggirono dalla Grande Guerra, ma si inserisce nei percorsi antimilitaristi di chi, sui vari territori, lotta contro basi militari e poligoni di tiro, fabbriche d’armi e missioni militari all’estero. \r\n\r\nNe abbiamo parlato con Giorgio Sacchetti, antimilitarista, storico, insegna all’Università di Firenze ed è autore, con Isabelle Felici, de \"L'antimilitarismo in Italia (1945-2025)\r\n\r\nGiubileo. Soldi, potere e propaganda\r\nIl governo della città del Vaticano si accinge ad un anno di celebrazioni, folle di turisti, spot pubblicitari a reti unificate. 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Si tratta di un bando finanziato con più di due milioni dall’Unione europea a beneficio della Città di Torino. I fondi saranno distribuiti tra enti privati capaci di “attivare spazi di comunità” dove organizzare, la sera, “attività artistico-culturali”. Si raccomanda di coinvolgere in particolare i “luoghi poco sicuri” dei quartieri di Aurora e Barriera di Milano. (...) Riporto qui l’esito delle mie visioni con l’intento di regalare spunti e suggerimenti a operatori sociali e creativi di Torino, esibire il valore di un metodo magico, lasciare a chi legge la possibilità di decrittare immagini di sogno. Ogni riferimento a individui, associazioni del terzo settore e istituzioni reali è puramente onirico.”\r\nQuesto l’incipit di un articolo di Francesco Migliaccio che ci offre alcuni interessanti spunti di riflessione sulla nostra città.\r\n\r\nDDL 1660. Torniamo ad occuparci di “stato di polizia”. Vi proponiamo il testo diffuso dalla Federazione Anarchica Italiana. \r\n\r\nVerso le giornate dei disertori del 2 e 4 novembre a Torino\r\nIl 4 novembre, nell’anniversario della “vittoria” nella prima guerra mondiale, in Italia si festeggiano le forze armate, si festeggia un immane massacro per spostare un confine.\r\nDurante la prima guerra mondiale, su tutti i fronti tanti disertarono e finirono la loro vita di fronte ad un plotone di esecuzione.\r\nIn memoria dei disertori e dei senzapatria di allora, in solidarietà a chi oggi diserta le guerre che insanguinano il pianeta lanciamo due giornate di informazione e lotta antimilitarista.\r\n\r\nPercorsi antimilitaristi\r\nLa prossima domenica gli antimilitarist* di varie assemblee e coordinamenti locali si incontreranno a Massenzatico per confrontarsi e discutere e sulle iniziative di lotta al militarismo ed alla guerra globale. Un’occasione per rinforzare la rete che si è costituita nel 2021 e da cui sono scaturiti tanti percorsi che hanno intrecciato i fili di cortei, manifestazioni, azioni dirette in questi ultimi tre anni.\r\nNe abbiamo parlato con Dario del Coordinamento Antimilitarista Livornese\r\n\r\nUna joint venture tra Leonardo e Rheinmetall per progettare e costruire i carri armati del futuro.\r\nLa guerra in Ucraina ha reso evidente l’importanza dei tank nella guerra di terra: aprendo nuove prospettive di affari ai mercanti di morte. \r\n\r\nAppuntamenti: \r\n\r\nSabato 26 ottobre\r\nore 10,30 13,30\r\nPresidio antimilitarista al Balon\r\n\r\nVenerdì 1 novembre\r\ncorteo contro la riapertura del CPR di Torino\r\nore 16 piazza Robilant\r\n\r\nGiornate dei disertori\r\nSabato 2 e lunedì 4 novembre\r\ncontro la guerra e il militarismo\r\n\r\nContro la guerra, la produzione bellica, l’occupazione militare delle periferie, il nazionalismo!\r\nContro tutte le patrie per un mondo senza frontiere!\r\nCon disertori e obiettori di tutte le guerre!\r\n\r\nSabato 2 novembre\r\nNo alla città dell’aerospazio! No alla città delle armi \r\nManifestazione antimilitarista\r\nIn via Roma 100 di fronte all’ingresso di Galleria San Federico, dove ha sede il DAP – Distretto Aerospaziale Piemontese\r\n\r\nLunedì 4 novembre\r\nIniziative antimilitariste in giro per Torino\r\nSmilitarizziamo la città! \r\n\r\nOgni martedì\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro \r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini! \r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\n(per info scrivete a fai_torino@autistici.org)\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFB\r\n@senzafrontiere.to/\r\n\r\nTelegram\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","21 Ottobre 2024","2024-10-21 17:40:08","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/disertori-russi-e-ucraini-200x110.png","Anarres del 18 ottobre. Stato di Polizia. Verso le giornate dei disertori del 2 e 4 novembre a Torino. Percorsi antimilitaristi. Progetti “culturali a Torino…",1729516566,[],[],{"post_content":582,"post_title":586},{"matched_tokens":583,"snippet":584,"value":585},[79,80,79,80],"dei disertori del 2 e \u003Cmark>4\u003C/mark> \u003Cmark>novembre\u003C/mark> a Torino\r\nIl \u003Cmark>4\u003C/mark> \u003Cmark>novembre\u003C/mark>,","ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. \r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/2024-10-18-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nInnovativa Visione. Un sogno sui progetti culturali a Torino\r\n“Ho sentito la storia di una casalinga francese capace di predire i valori delle società quotate in borsa. Ogni sera la signora esegue un rito codificato, poi va a dormire e sogna le salite e le discese dei valori nel grande mercato finanziario. Ho deciso di imitarla nella speranza di risolvere i tanti problemi che ci affliggono. Una sera ho masticato una noce moscata, ho bevuto tè al melograno e ho atteso le visioni notturne. Imprevedibili sono i fenomeni dell’universo: anziché profetizzare valori futuri delle azioni, ho visto in sogno i progetti vincitori del bando ImpatTO. Disorientato, appena infastidito, ho cercato informazioni su tal “ImpatTO”. Si tratta di un bando finanziato con più di due milioni dall’Unione europea a beneficio della Città di Torino. I fondi saranno distribuiti tra enti privati capaci di “attivare spazi di comunità” dove organizzare, la sera, “attività artistico-culturali”. Si raccomanda di coinvolgere in particolare i “luoghi poco sicuri” dei quartieri di Aurora e Barriera di Milano. (...) Riporto qui l’esito delle mie visioni con l’intento di regalare spunti e suggerimenti a operatori sociali e creativi di Torino, esibire il valore di un metodo magico, lasciare a chi legge la possibilità di decrittare immagini di sogno. Ogni riferimento a individui, associazioni del terzo settore e istituzioni reali è puramente onirico.”\r\nQuesto l’incipit di un articolo di Francesco Migliaccio che ci offre alcuni interessanti spunti di riflessione sulla nostra città.\r\n\r\nDDL 1660. Torniamo ad occuparci di “stato di polizia”. Vi proponiamo il testo diffuso dalla Federazione Anarchica Italiana. \r\n\r\nVerso le giornate dei disertori del 2 e \u003Cmark>4\u003C/mark> \u003Cmark>novembre\u003C/mark> a Torino\r\nIl \u003Cmark>4\u003C/mark> \u003Cmark>novembre\u003C/mark>, nell’anniversario della “vittoria” nella prima guerra mondiale, in Italia si festeggiano le forze armate, si festeggia un immane massacro per spostare un confine.\r\nDurante la prima guerra mondiale, su tutti i fronti tanti disertarono e finirono la loro vita di fronte ad un plotone di esecuzione.\r\nIn memoria dei disertori e dei senzapatria di allora, in solidarietà a chi oggi diserta le guerre che insanguinano il pianeta lanciamo due giornate di informazione e lotta antimilitarista.\r\n\r\nPercorsi antimilitaristi\r\nLa prossima domenica gli antimilitarist* di varie assemblee e coordinamenti locali si incontreranno a Massenzatico per confrontarsi e discutere e sulle iniziative di lotta al militarismo ed alla guerra globale. Un’occasione per rinforzare la rete che si è costituita nel 2021 e da cui sono scaturiti tanti percorsi che hanno intrecciato i fili di cortei, manifestazioni, azioni dirette in questi ultimi tre anni.\r\nNe abbiamo parlato con Dario del Coordinamento Antimilitarista Livornese\r\n\r\nUna joint venture tra Leonardo e Rheinmetall per progettare e costruire i carri armati del futuro.\r\nLa guerra in Ucraina ha reso evidente l’importanza dei tank nella guerra di terra: aprendo nuove prospettive di affari ai mercanti di morte. \r\n\r\nAppuntamenti: \r\n\r\nSabato 26 ottobre\r\nore 10,30 13,30\r\nPresidio antimilitarista al Balon\r\n\r\nVenerdì 1 \u003Cmark>novembre\u003C/mark>\r\ncorteo contro la riapertura del CPR di Torino\r\nore 16 piazza Robilant\r\n\r\nGiornate dei disertori\r\nSabato 2 e lunedì \u003Cmark>4\u003C/mark> \u003Cmark>novembre\u003C/mark>\r\ncontro la guerra e il militarismo\r\n\r\nContro la guerra, la produzione bellica, l’occupazione militare delle periferie, il nazionalismo!\r\nContro tutte le patrie per un mondo senza frontiere!\r\nCon disertori e obiettori di tutte le guerre!\r\n\r\nSabato 2 \u003Cmark>novembre\u003C/mark>\r\nNo alla città dell’aerospazio! No alla città delle armi \r\nManifestazione antimilitarista\r\nIn via Roma 100 di fronte all’ingresso di Galleria San Federico, dove ha sede il DAP – Distretto Aerospaziale Piemontese\r\n\r\nLunedì \u003Cmark>4\u003C/mark> \u003Cmark>novembre\u003C/mark>\r\nIniziative antimilitariste in giro per Torino\r\nSmilitarizziamo la città! \r\n\r\nOgni martedì\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro \r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini! \r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\n(per info scrivete a fai_torino@autistici.org)\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFB\r\n@senzafrontiere.to/\r\n\r\nTelegram\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",{"matched_tokens":587,"snippet":588,"value":588},[79,80],"Anarres del 18 ottobre. 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Se il suo impegno sociale rimane costante, il suo approccio politico cambia nel corso dei decenni, muovendo da una visione prettamente anarcosindacalista a una visione più pragmatica e gradualista attenta a proporre concrete analisi delle trasformazioni in atto nella società. Le sue riflessioni consentono di ricostruire il percorso intellettuale di uno dei più lucidi pensatori libertari del Novecento, come testimonia la sua acuta analisi del totalitarismo di destra e di sinistra e la sua incisiva critica di una concezione rivoluzionaria incapace di riflettere a fondo sulle ragioni che avevano portato alla sconfitta della Rivoluzione spagnola e alla degenerazione della Rivoluzione russa.\r\nCon David Bernardini abbiamo ripercorso la biografia di Rocker e dell’anarchismo tedesco sino alle soglie della grande guerra.\r\nNella terza di quattro puntate dedicate a Rocker abbiamo percorso gli intensi gli anni della grande guerra, dell’antimilitarismo, della repubblica di Weimar sino alla resistenza al nazismo. La prossima settimana parleremo del dopoguerra.\r\n\r\n4 novembre antimilitarista\r\nIl 4 novembre è la festa delle forze armate. 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La neolingua dell’esercito per il 4 novembre\r\n\r\nIniziative:\r\n\r\nSabato 4 novembre\r\nNessuna festa per un massacro\r\nManifestazione antimilitarista \r\npresidio itinerante\r\nPrima tappa.\r\nOre 15,30 in via Roma 100 alla sede del distretto aerospaziale del Piemonte, tra i promotori dell'Aerospace and defence meetings, mostra-mercato dell'industria aerospaziale di guerra e del nuovo Polo bellico a Torino.\r\nSeconda tappa.\r\nCi spostiamo in piazza Carlo Alberto\r\nTerza tappa.\r\nConcludiamo l’iniziativa in piazza Castello.\r\nContestiamo la città delle armi! \r\nContestiamo la cerimonia militarista del 4 novembre!\r\n\r\nSabato 18 novembre\r\nDisertiamo la guerra!\r\nOre 14,30 corso Giulio Cesare angolo via Andreis\r\nCorteo Antimilitarista\r\n\r\nDisertiamo la guerra!\r\n- No all'aerospace and defence meetings!\r\n- No all’industria bellica\r\n- No alla Città dell’aerospazio!\r\n- No alla Nato a Torino!\r\n- No alla guerra e all'economia di guerra\r\n- Siamo e saremo ovunque a fianco delle popolazioni vittime delle guerra\r\n- Contro tutti gli imperialismi: né con la Russia né con la NATO.\r\n- Sosteniamo chi si oppone alla guerra in Russia e in Ucraina! Apriamo le frontiere ad obiettori e disertori\r\n- No all’invio di armi!\r\n- Contro la guerra a profughi e migranti in mare e in montagna.\r\n- Distruggiamo le frontiere!\r\n- No alle missioni militari all’estero\r\n- No alle spese militari e alla militarizzazione delle nostre città\r\n- Contestiamo la propaganda militarista, la retorica patriottica, la guerra e chi la a(r)ma\r\n- Contro tutti gli eserciti per un mondo senza frontiere.\r\nAssemblea Antimilitarista\r\n\r\nMartedì 28 novembre\r\nore 12\r\nPresidio all'Oval in via Matté Trucco 70\r\nNo ai mercanti d’armi! 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La prossima settimana parleremo della Repubblica di Weimar e della resistenza al nazismo.\r\n\r\nLa mostra mercato dell’industria bellica aerospaziale e il nuovo polo bellico di Torino\r\nIl settore delle armi è uno dei cavalli di battaglia sul quale scommettono le amministrazioni locali e l’imprenditoria subalpina. \r\nIl progetto di Città dell’Aerospazio e l’approdo in città di un acceleratore di innovazione della NATO ne sono l’indicatore più chiaro.\r\nVerso le giornate di informazione e lotta del 4 e del 18 novembre\r\n\r\n4 novembre antimilitarista\r\nIl 4 novembre è la festa delle forze armate. Viene celebrata nel giorno della “vittoria” nella prima guerra mondiale, un immane massacro per spostare un confine.\r\nNella sola Italia i morti furono 600.000.\r\nIl 4 novembre è la festa degli assassini.\r\nLa divisa e la ragion di stato trasformano chi uccide, occupa, bombarda, in eroe.\r\nIl governo Meloni vuole farne un giorno festivo, un'occasione in più per affermare la retorica nazionalista e la violenza militarista cui si ispira l'intera azione dell'esecutivo.\r\nIl governo utilizza la retorica identitaria, i “sacri” confini, l’esaltazione della guerra per giustificare enormi spese militari, l’invio di armi e l’impegno diretto dell’Italia nelle missioni militari all’estero, dall’Ucraina all’Africa.\r\nOvunque in Italia ci saranno iniziative antimilitariste.\r\nNe abbiamo parlato con Federico dell’Assemblea Antimilitarista\r\n\r\nConflitto in medio oriente. L’orizzone geopolitico\r\nProveremo, al di là delle terribili cronache che, dal 7 ottobre, ci giungono da Israele e dalla Palestina, a tracciare qualche punto fermo nel complesso risico mediorientale nel quale, ancora una volta sono protagonisti imperialismi di prima grandezza su scala globale. Con un intreccio di alleanze estremamente complesso.\r\nCe ne ha parlato Stefano Capello\r\n\r\nIniziative:\r\n\r\nSabato 4 novembre\r\nNessuna festa per un massacro\r\nManifestazione antimilitarista \r\nore 15,30 in via Roma 100 di fronte alla galleria San Federico, sede del distretto aerospaziale del Piemonte, tra i promotori dell'Aerospace and defence meetings, mostra-mercato dell'industria aerospaziale di guerra e del nuovo Polo bellico a Torino. \r\nContestiamo la città delle armi! \r\nContestiamo la cerimonia militarista del 4 novembre!\r\n\r\nSabato 18 novembre\r\nDisertiamo la guerra!\r\nOre 14,30 corso Giulio Cesare angolo via Andreis\r\nCorteo Antimilitarista\r\n\r\nDisertiamo la guerra!\r\n- No all'aerospace and defence meetings!\r\n- No all’industria bellica\r\n- No alla Città dell’aerospazio!\r\n- No alla Nato a Torino!\r\n- No alla guerra e all'economia di guerra\r\n- Siamo e saremo ovunque a fianco delle popolazioni vittime delle guerra\r\n- Contro tutti gli imperialismi: né con la Russia né con la NATO.\r\n- Sosteniamo chi si oppone alla guerra in Russia e in Ucraina! Apriamo le frontiere ad obiettori e disertori\r\n- No all’invio di armi!\r\n- Contro la guerra a profughi e migranti in mare e in montagna.\r\n- Distruggiamo le frontiere!\r\n- No alle missioni militari all’estero\r\n- No alle spese militari e alla militarizzazione delle nostre città\r\n- Contestiamo la propaganda militarista, la retorica patriottica, la guerra e chi la a(r)ma\r\n- Contro tutti gli eserciti per un mondo senza frontiere.\r\nAssemblea Antimilitarista\r\n\r\nMartedì 28 novembre\r\nore 12\r\nPresidio all'Oval in via Matté Trucco 70\r\nNo ai mercanti d’armi! No al Polo Bellico!\r\n\r\n<<<< Ogni martedì fai un salto da\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\ndalle 17,30 alle 20 in corso Palermo 46>>>>\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\nContatti:\r\nfai_torino@autistici.org\r\n@senzafrontiere.to/\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","2 Novembre 2023","2023-11-02 09:48:34","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/4-e-18-novembre-scritte-200x110.jpg","Anarres del 27 ottobre. 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Se il suo impegno sociale rimane costante, il suo approccio politico cambia nel corso dei decenni, muovendo da una visione prettamente anarcosindacalista a una visione più pragmatica e gradualista attenta a proporre concrete analisi delle trasformazioni in atto nella società. Le sue riflessioni consentono di ricostruire il percorso intellettuale di uno dei più lucidi pensatori libertari del Novecento, come testimonia la sua acuta analisi del totalitarismo di destra e di sinistra e la sua incisiva critica di una concezione rivoluzionaria incapace di riflettere a fondo sulle ragioni che avevano portato alla sconfitta della Rivoluzione spagnola e alla degenerazione della Rivoluzione russa.\r\nCon David Bernardini stiamo ripercorrendo i primi anni della biografia di Rocker che ci hanno offerto uno spaccato dell’anarchismo tedesco a cavallo tra Otto e Novecento.\r\nLa scorsa settimana, seconda di quattro puntate dedicate a Rocker vi abbiamo proposto gli intensi anni del primo Novecento. La prossima settimana parleremo della Repubblica di Weimar e della resistenza al nazismo.\r\n\r\nLa mostra mercato dell’industria bellica aerospaziale e il nuovo polo bellico di Torino\r\nIl settore delle armi è uno dei cavalli di battaglia sul quale scommettono le amministrazioni locali e l’imprenditoria subalpina. \r\nIl progetto di Città dell’Aerospazio e l’approdo in città di un acceleratore di innovazione della NATO ne sono l’indicatore più chiaro.\r\nVerso le giornate di informazione e lotta del \u003Cmark>4\u003C/mark> e del 18 \u003Cmark>novembre\u003C/mark>\r\n\r\n\u003Cmark>4\u003C/mark> \u003Cmark>novembre\u003C/mark> antimilitarista\r\nIl \u003Cmark>4\u003C/mark> \u003Cmark>novembre\u003C/mark> è la festa delle forze armate. 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L’orizzone geopolitico\r\nProveremo, al di là delle terribili cronache che, dal 7 ottobre, ci giungono da Israele e dalla Palestina, a tracciare qualche punto fermo nel complesso risico mediorientale nel quale, ancora una volta sono protagonisti imperialismi di prima grandezza su scala globale. Con un intreccio di alleanze estremamente complesso.\r\nCe ne ha parlato Stefano Capello\r\n\r\nIniziative:\r\n\r\nSabato \u003Cmark>4\u003C/mark> \u003Cmark>novembre\u003C/mark>\r\nNessuna festa per un massacro\r\nManifestazione antimilitarista \r\nore 15,30 in via Roma 100 di fronte alla galleria San Federico, sede del distretto aerospaziale del Piemonte, tra i promotori dell'Aerospace and defence meetings, mostra-mercato dell'industria aerospaziale di guerra e del nuovo Polo bellico a Torino. \r\nContestiamo la città delle armi! \r\nContestiamo la cerimonia militarista del \u003Cmark>4\u003C/mark> \u003Cmark>novembre\u003C/mark>!\r\n\r\nSabato 18 \u003Cmark>novembre\u003C/mark>\r\nDisertiamo la guerra!\r\nOre 14,30 corso Giulio Cesare angolo via Andreis\r\nCorteo Antimilitarista\r\n\r\nDisertiamo la guerra!\r\n- No all'aerospace and defence meetings!\r\n- No all’industria bellica\r\n- No alla Città dell’aerospazio!\r\n- No alla Nato a Torino!\r\n- No alla guerra e all'economia di guerra\r\n- Siamo e saremo ovunque a fianco delle popolazioni vittime delle guerra\r\n- Contro tutti gli imperialismi: né con la Russia né con la NATO.\r\n- Sosteniamo chi si oppone alla guerra in Russia e in Ucraina! Apriamo le frontiere ad obiettori e disertori\r\n- No all’invio di armi!\r\n- Contro la guerra a profughi e migranti in mare e in montagna.\r\n- Distruggiamo le frontiere!\r\n- No alle missioni militari all’estero\r\n- No alle spese militari e alla militarizzazione delle nostre città\r\n- Contestiamo la propaganda militarista, la retorica patriottica, la guerra e chi la a(r)ma\r\n- Contro tutti gli eserciti per un mondo senza frontiere.\r\nAssemblea Antimilitarista\r\n\r\nMartedì 28 \u003Cmark>novembre\u003C/mark>\r\nore 12\r\nPresidio all'Oval in via Matté Trucco 70\r\nNo ai mercanti d’armi! 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