","A dieci anni dal crollo del Rana Plaza","post",1682423847,[62,63,64,65,66],"http://radioblackout.org/tag/bangla-desh/","http://radioblackout.org/tag/catena-del-fashion/","http://radioblackout.org/tag/crollo/","http://radioblackout.org/tag/rana-plaza/","http://radioblackout.org/tag/sfruttamento/",[68,69,70,71,72],"Bangla desh","catena del fashion","CROLLO","Rana plaza","sfruttamento",{"post_content":74,"post_title":79,"tags":82},{"matched_tokens":75,"snippet":77,"value":78},[76],"crollo","Lavoro, dieci anni fa il \u003Cmark>crollo\u003C/mark> del Rana Plaza con le","Lavoro, dieci anni fa il \u003Cmark>crollo\u003C/mark> del Rana Plaza con le fabbriche tessili: Era il 24 aprile 2013 quando in Bangladesh, a Savar, il RanaPlaza, un edificio di otto piani che ospitava cinque fabbriche tessili dove si producevano capi d’abbigliamento per diversi grandi marchio occidentali (da Zara a Benetton, passando per Walmart e tanti altri), per il sistema della Fast Fashion, \u003Cmark>crollò\u003C/mark>.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nNello stabilimento lavoravano circa 5mila persone per diversi marchi d’abbigliamento tra cui Benetton, Camaieu, H&M, Index (Zara, Bershka, Pull and Bear, Oysho, Stradivarius), Primark e Walmart. Sotto le macerie persero la vita in 1.138, altre 2.500 rimasero ferite. Il giorno prima del collasso erano state segnalate delle crepe nei muri e per questo i negozi e la banca presenti ai piani inferiori furono chiusi, mentre i lavoratori e le lavoratrici delle cinque fabbriche tessili attive si ritrovarono obbligati a tornare, alcuni anche minacciati di perdere lo stipendio del mese se si fossero rifiutati.\r\n\r\nNe parliamo con Deborah Lucchetti coordinatrice della campagna abiti puliti.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/RANA-PLAZA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",{"matched_tokens":80,"snippet":81,"value":81},[76],"A dieci anni dal \u003Cmark>crollo\u003C/mark> del Rana Plaza",[83,85,87,90,92],{"matched_tokens":84,"snippet":68},[],{"matched_tokens":86,"snippet":69},[],{"matched_tokens":88,"snippet":89},[70],"\u003Cmark>CROLLO\u003C/mark>",{"matched_tokens":91,"snippet":71},[],{"matched_tokens":93,"snippet":72},[],[95,100,103],{"field":36,"indices":96,"matched_tokens":97,"snippets":99},[28],[98],[70],[89],{"field":101,"matched_tokens":102,"snippet":81,"value":81},"post_title",[76],{"field":104,"matched_tokens":105,"snippet":77,"value":78},"post_content",[76],578730123365712000,{"best_field_score":108,"best_field_weight":109,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":48,"score":110,"tokens_matched":111,"typo_prefix_score":48},"1108091339008",13,"578730123365711979",1,{"document":113,"highlight":132,"highlights":141,"text_match":146,"text_match_info":147},{"cat_link":114,"category":115,"comment_count":48,"id":116,"is_sticky":48,"permalink":117,"post_author":51,"post_content":118,"post_date":119,"post_excerpt":120,"post_id":116,"post_modified":121,"post_thumbnail":122,"post_thumbnail_html":123,"post_title":124,"post_type":59,"sort_by_date":125,"tag_links":126,"tags":129},[45],[47],"48981","http://radioblackout.org/2018/09/crollo-del-ponte-morandi-ancora-fermo-il-decreto-genova/","A 43 giorni dal crollo del ponte Morandi, il \"decreto Genova\" - che dovrebbe prevedere misure di sostegno economico ai cittadini e alle aziende della zona e che era stato annunciato dal governo come sottoposto alla massima urgenza - non è ancora stato presentato al Colle per la firma di Mattarella. Nel frattempo permangono grossi problemi legati non solo alla viabilità ma anche alla vita quotidiana e al lavoro di moltissime persone.\r\n\r\nIeri il testo del decreto è arrivato al ministero dell’Economia per l’ultimo esame prima del passaggio al presidente della Repubblica ma ha sollevato i dubbi della Ragioneria di Stato, secondo cui mancavano indicazioni sulle risorse economiche a copertura delle misure stabilite dal provvedimento. Dopo il timore di un ennesimo stop, in serata è arrivata la replica della presidenza del Consiglio, secondo cui i soldi ci sarebbero e il decreto sarebbe in direttura d'arrivo al Quirinale. Oggi il ministro delle Infrastrutture, Toninelli, ha affermato che al massimo entro venerdì il testo verrà firmato.\r\n\r\nNel frattempo ieri al Tribunale di Genova è iniziato l'incidente probatorio nell’inchiesta sul crollo del ponte Morandi, che servirà a prendere atto delle attuali condizioni del ponte e a individuare i primi elementi di prova su cui poi si incentrerà il seguito dell’inchiesta. All'esterno del Palazzo di Giustizia un nutrito presidio di cittadini, sfollati e parenti delle vittime ha accompagnato l'udienza per chiedere verità e giustizia.\r\n\r\nAbbiamo commentato la situazione con Nicola Giordanella, giornalista freelance di Genova:\r\n\r\ndecretoGenova\r\n\r\n ","26 Settembre 2018","","2018-10-03 10:27:34","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/09/29.0.278255070-kH6D-U30306444892096l-1224x916@Corriere-Web-Sezioni-593x443-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"224\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/09/29.0.278255070-kH6D-U30306444892096l-1224x916@Corriere-Web-Sezioni-593x443-300x224.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/09/29.0.278255070-kH6D-U30306444892096l-1224x916@Corriere-Web-Sezioni-593x443-300x224.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/09/29.0.278255070-kH6D-U30306444892096l-1224x916@Corriere-Web-Sezioni-593x443.jpg 593w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Crollo del ponte Morandi, ancora fermo il \"decreto Genova\"",1537972771,[127,128],"http://radioblackout.org/tag/genova/","http://radioblackout.org/tag/ponte-morandi/",[130,131],"Genova","ponte morandi",{"post_content":133,"post_title":137},{"matched_tokens":134,"snippet":135,"value":136},[76],"A 43 giorni dal \u003Cmark>crollo\u003C/mark> del ponte Morandi, il \"decreto","A 43 giorni dal \u003Cmark>crollo\u003C/mark> del ponte Morandi, il \"decreto Genova\" - che dovrebbe prevedere misure di sostegno economico ai cittadini e alle aziende della zona e che era stato annunciato dal governo come sottoposto alla massima urgenza - non è ancora stato presentato al Colle per la firma di Mattarella. 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La controparte evidentemente non ha preso bene la sconfitta e non ha tardato a rispondere con un'operazione costruita su misura per l'occorrenza, con l'esplicita volontà di intimidire ancora una volta i più giovani. Siamo ben consapevoli che non si tratti di un attacco contro le singole condotte, ma contro un movimento capace di coinvolgere trasversalmente i giovani, dimostrando la propria potenza in più occasioni. (...)Non è certo stando in prima fila allo striscione o parlando a un megafono che si sovradetermina la volontà e la convinzione di centinaia persone, come scrive invece la questura negli atti consegnati questa mattina. Se la questura pensa che chi anima le piazze, chi scende in corteo sia un mero burattino è perchè ignora la consapevolezza collettiva.\r\n\r\nNe parliamo con Beatrice degli Studenti Indipendenti, una degli 8 colpiti da misure cautelari:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/CautelariCorteoRamy.mp3.mp3\"][/audio]","2 Aprile 2025","2025-04-02 17:32:03","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/Immagine-02-04-25-14.01-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"192\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/Immagine-02-04-25-14.01-300x192.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/Immagine-02-04-25-14.01-300x192.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/Immagine-02-04-25-14.01-1024x656.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/Immagine-02-04-25-14.01-768x492.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/Immagine-02-04-25-14.01.jpg 1450w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","8 MISURE CAUTELARI CONTRO GIOVANI ATTIVISTI: RITORISIONI A POCHE ORE DAL CROLLO DELL'ACCUSA DI ASSOCIAZIONE A DELINQUERE",1743602558,[165,166,167,168,169,170,171],"http://radioblackout.org/tag/arresti/","http://radioblackout.org/tag/lotte/","http://radioblackout.org/tag/misure-cautelari/","http://radioblackout.org/tag/processo-sovrano/","http://radioblackout.org/tag/ramy-elgamil/","http://radioblackout.org/tag/repressione/","http://radioblackout.org/tag/torino/",[173,174,175,176,177,178,179],"arresti","lotte","misure cautelari","Processo sovrano","Ramy Elgamil","repressione","torino",{"post_title":181},{"matched_tokens":182,"snippet":183,"value":183},[70],"8 MISURE CAUTELARI CONTRO GIOVANI ATTIVISTI: RITORISIONI A POCHE ORE DAL \u003Cmark>CROLLO\u003C/mark> DELL'ACCUSA DI ASSOCIAZIONE A DELINQUERE",[185],{"field":101,"matched_tokens":186,"snippet":183,"value":183},[70],{"best_field_score":148,"best_field_weight":149,"fields_matched":111,"num_tokens_dropped":48,"score":188,"tokens_matched":111,"typo_prefix_score":48},"578730123365187705",{"document":190,"highlight":216,"highlights":220,"text_match":146,"text_match_info":223},{"cat_link":191,"category":192,"comment_count":48,"id":193,"is_sticky":48,"permalink":194,"post_author":51,"post_content":195,"post_date":196,"post_excerpt":120,"post_id":193,"post_modified":197,"post_thumbnail":198,"post_thumbnail_html":199,"post_title":200,"post_type":59,"sort_by_date":201,"tag_links":202,"tags":209},[45],[47],"80752","http://radioblackout.org/2023/03/il-crollo-delle-borse/","Il 13 marzo è stato un lunedì nero per le borse europee: 291 miliardi sono stati bruciati in poche ore dopo il crack della Silicon Valley Bank.\r\nNon si è trattato di un evento imprevisto o imprevedibile, perché, sebbene taciuti, già a fine 2022 c’erano chiari segnali di un difficoltà: i titoli detenuti dalla banca erano in caduta per il forte rialzo dei tassi di interesse. In più la Silicon Valley Bank aveva tra i propri clienti molti degli operatori che lavorano con i bitcoin, un’altra bolla destinata a sgonfiarsi presto.\r\nPrima della SVB erano già crollate altre due banche minori, per cui gli effetti sistemici erano stati limitati, ma è possibile che la situazione possa peggiorare, se la Federal Banck non blocca il rialzo dei tassi di interesse.\r\nDi fatto negli States debito pubblico e debito globale sono aumentati fortemente: sono legittimi forti timori sulla caduta del sistema.\r\nDifficile comunque fare ora pronostici precisi.\r\nNonostante Biden abbia annunciato un intervento governativo, forte è il timore che si verifichi una crisi simile a quella innescata dal fallimento della Lehman Brothers nel 2008.\r\nNel nostro paese il lunedì è stato più nero che nel resto dell’Europa, perché Milano è una borsa che tratta oer il 40% titoli finanziari e, quindi, è maggiormente esposta di altri mercati azionari europei.\r\nIn Europa come negli States abbiamo assistito in questi anni ad una sorta di keynesismo finaziario: le banche sono state salvate con soldi pubblici, soldi ricavati dalla fiscalità generale e pagati in primis dalle classi meno abbienti.\r\nNel 2008 la crisi partì dal mondo virtuale della finanza ma investì pesantemente le vite di miliardi di persone.\r\n\r\nCe ne ha parlato Renato Strumia\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/2023-03-14-strumia-crollo-borse.mp3\"][/audio]","14 Marzo 2023","2023-03-14 14:20:17","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/svb-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"168\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/svb.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","Il crollo delle Borse?",1678803617,[203,204,205,206,207,208],"http://radioblackout.org/tag/bit-coin/","http://radioblackout.org/tag/crisi-finaziaria/","http://radioblackout.org/tag/keynesimo-finanziario/","http://radioblackout.org/tag/lunedi-nero/","http://radioblackout.org/tag/silicon-valley-bank/","http://radioblackout.org/tag/tasso-interessi/",[210,211,212,213,214,215],"bit coin","crisi finaziaria","keynesimo finanziario","lunedì nero","silicon valley bank","tasso interessi",{"post_title":217},{"matched_tokens":218,"snippet":219,"value":219},[76],"Il \u003Cmark>crollo\u003C/mark> delle Borse?",[221],{"field":101,"matched_tokens":222,"snippet":219,"value":219},[76],{"best_field_score":148,"best_field_weight":149,"fields_matched":111,"num_tokens_dropped":48,"score":188,"tokens_matched":111,"typo_prefix_score":48},{"document":225,"highlight":247,"highlights":251,"text_match":146,"text_match_info":254},{"cat_link":226,"category":227,"comment_count":48,"id":228,"is_sticky":48,"permalink":229,"post_author":51,"post_content":230,"post_date":231,"post_excerpt":120,"post_id":228,"post_modified":232,"post_thumbnail":233,"post_thumbnail_html":234,"post_title":235,"post_type":59,"sort_by_date":236,"tag_links":237,"tags":242},[45],[47],"76534","http://radioblackout.org/2022/07/il-crollo-del-ghiacciaio-sulla-marmolada-ha-delle-cause-e-dei-responsabili/","La tragedia della Marmolada si situa in un contesto ben preciso che mette in evidenza le conseguenze del cambiamento climatico e smuove molteplici aspetti della questione.\r\n\r\nRiportiamo il commento tecnico del glaciologo Renato Colucci dell’Istituto di scienze polari del Cnr «Per quanto riguarda la dinamica della tragedia occorsa sulla Marmolada, possiamo ricordare che da settimane le temperature in quota sulle Alpi sono state molto al di sopra dei valori normali, mentre l’inverno scorso c’è stata poca neve, che ormai quasi non protegge più i bacini glaciali. Il caldo estremo di questi ultimi giorni, con questa ondata di calore dall’Africa, ha verosimilmente prodotto una grossa quantità di acqua liquida da fusione glaciale alla base di quel pezzo di ghiacciaio che in realtà è una “pancia”: infatti è, o era, una via che si chiama proprio Pancia dei Finanzieri. Siamo quindi proprio nelle condizioni peggiori per distacchi di questo tipo, quando c’è tanto caldo e tanta acqua che scorre alla base. Non siamo ancora in grado di capire se si tratti di un distacco di fondo del ghiacciaio o superficiale, ma la portata sembra molto importante, a giudicare dalle prime immagini e informazioni ricevute. L’atmosfera e il clima, soprattutto al di sotto dei 3.500 metri di quota, è in totale disequilibrio a causa del “nuovo” clima che registriamo e quindi, purtroppo, questi eventi sono probabilmente destinati a ripetersi nei prossimi anni e anche per questa estate dobbiamo mantenere la massima attenzione». \r\n\r\nE' chiaro che non si possa semplicemente pensare di affrontare la situazione né chiudendo l'accesso alle montagne né considerando come tragedie inaspettate e inevitabili questi eventi che purtroppo sappiamo che non potranno che aumentare con il passare del tempo, se non verranno attuate delle serie contromisure. Un aspetto fondamentale su cui riflettere riguarda anche l'(ab)uso dei territori causato dall'estrazione di profitto da ambienti naturali, come le montagne, tramite la costruzione di infrastrutture utili soltanto al turismo di massa e che concorrono alla devastazione e all'accelerazione verso un punto di non ritorno. E' centrale in questo senso l'elenco di progetti assurdi che prevedono i giochi olimpici di Cortina 2026, un'enormità di fondi (anche del Pnrr) verranno investiti in tangenziali, piste da sci illuminate a giorno, piste da bob dal costo di più di 80 milioni di euro che, per la realizzazione stessa, avranno come conseguenza immediata la distruzione di ettari di boschi e di parti di montagne, scavi che implicano la perdita e l'utilizzo di risorse idriche in un momento di siccità generale.\r\n\r\nInsieme a Roberto De Vogli, professore dell'Università di Padova, abbiamo commentato a partire da un suo articolo apparso su Il Fatto Quotidiano le responsabilità in causa. Il presupposto dal quale si parte è che la priorità dell'agire politico è ciecamente consegnata al profitto, in questo caso alle industrie del fossile, all'interno di un paradigma, citando Karl Polanyi, di modello capitalista in cui “invece di inserire l’economia nelle relazioni sociali, le relazioni sociali sono inserite nel sistema economico.”\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/Marmolada-2022_07_07_2022.07.07-10.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","7 Luglio 2022","2022-07-07 14:24:17","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/223048299-607c4eef-9e51-454f-ba1a-35bac51283be-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/223048299-607c4eef-9e51-454f-ba1a-35bac51283be-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/223048299-607c4eef-9e51-454f-ba1a-35bac51283be-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/223048299-607c4eef-9e51-454f-ba1a-35bac51283be-1024x576.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/223048299-607c4eef-9e51-454f-ba1a-35bac51283be-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/223048299-607c4eef-9e51-454f-ba1a-35bac51283be.jpg 1280w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Il crollo del ghiacciaio della Marmolada ha delle cause e dei responsabili.",1657203618,[238,239,240,241],"http://radioblackout.org/tag/cambiamento-climatico/","http://radioblackout.org/tag/estrattivismo/","http://radioblackout.org/tag/ghiacciaio/","http://radioblackout.org/tag/marmolada/",[243,244,245,246],"cambiamento climatico","estrattivismo","ghiacciaio","marmolada",{"post_title":248},{"matched_tokens":249,"snippet":250,"value":250},[76],"Il \u003Cmark>crollo\u003C/mark> del ghiacciaio della Marmolada ha delle cause e dei responsabili.",[252],{"field":101,"matched_tokens":253,"snippet":250,"value":250},[76],{"best_field_score":148,"best_field_weight":149,"fields_matched":111,"num_tokens_dropped":48,"score":188,"tokens_matched":111,"typo_prefix_score":48},{"document":256,"highlight":270,"highlights":274,"text_match":146,"text_match_info":277},{"cat_link":257,"category":258,"comment_count":48,"id":259,"is_sticky":48,"permalink":260,"post_author":51,"post_content":261,"post_date":262,"post_excerpt":120,"post_id":259,"post_modified":263,"post_thumbnail":264,"post_thumbnail_html":265,"post_title":266,"post_type":59,"sort_by_date":267,"tag_links":268,"tags":269},[45],[47],"33949","http://radioblackout.org/2016/02/crollo-delle-borse-verso-una-nuova-crisi/","All’indomani di una seduta ad altissima tensione per i mercati finanziari segnata da una fuga dal rischio sui mercati è ancora l’altissima volatilità a condizionare l’andamento dei listini.\r\nLo testimonia ad esempio l’andamento di Piazza Affari partita in rialzo, arrivata a perdere oltre il 2% dopo una prima mezzora di scambi, tornata in positivo e poi nuovamente in rosso del 3%.\r\n\r\nSul mercato dei titoli di Stato la fuga dal rischio spinge al ribasso i tassi dei Bund tedeschi. 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La crisi dell'ideologia dominante è il crollo della sua efficacia, della sua capacità a restituire agli individui una rappresentazione immediatamente pregnante della loro quotidianità e delle loro aspirazioni; è l'erosione di una certa visione, di un certo modo di raccontare il mondo, in favore di una miriade di contro-discorsi inegualmente fondati, ma tutti accomunati da un rigetto delle ingiunzioni provenienti dai canali ufficiali.\r\n\r\nQuesto rigetto non esce dall'ideologia semplicemente perché tale uscita non è alla portata, è impossibile senza un movimento materiale che la sostenga. 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Nulla, salvo il fondamento stesso di questo mondo, il banale scambio fra lavoro e capitale, sfugge alle armi di questa critica, tanto virulenta quanto parcellare e incapace di unificarsi in una dottrina coerente e in un progetto di società nuova – e ciononostante pervasa da un'innegabile spinta all'auto-determinazione dei soggetti, quale che sia la ristrettezza del suo campo d'azione o la povertà dei suoi esiti – non da ultimo lo scetticismo radicale e in fondo paralizzante di fronte ad una realtà la cui conoscenza appare in fin dei conti impossibile.\"\r\n\r\n\"[...] La crisi dell'ideologia dominante e il vuoto della politica ad essa legata suggeriscono l'approssimarsi del momento in cui gli sfruttatori non potranno davvero più vivere né governare come prima. È in simili momenti, dove le certezze crollano per tutti, in basso e come in alto, che diventa infine possibile inventare il nuovo che nell'Interregno non può nascere. 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A Novi Sad, i manifestanti sono stati bersagliati da fuochi d'artificio provenienti dalla sede del Partito Progressista Serbo, ed è stato visto un uomo, tra le fila appunto dei sostenitori di Vucic, brandire una pistola e sparare un colpo in aria. \r\n\r\n\r\n\r\nMa abbiamo allargato il discorso oltre le proteste anti corruzione e anti Vucic, dando notizia anche della situazione di Dodik, presidente della Repubblica Srpska da poco sollevato dall'incarico per via di una condanna emanata dal Tribunale statale della Bosnia Herzegovina.\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/08/serbia.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDal minuto 12, potete ascoltare l'approfondimento con Tatjana Dordevic, scrittrice e giornalista serba a cui abbiamo chiesto a che punto sono le mobilitazioni nate dopo il crollo della pensilina a Novi Sad, poi diventate proteste di massa contro Vucic, e con la quale abbiamo anche parlato di memoria storica tra le giovani generazioni croate, bosniache e serbe, di fondamentalismo etnico, nazionalismi, passato e presente dei Balcani occidentali.","15 Agosto 2025","2025-08-15 13:40:08","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/08/Screenshot-2025-08-15-at-13-30-04-Protesti-u-četvrtak-Nasilje-policije-i-SNS-batinaša-i-erupcija-građanskog-besa-Vreme-200x110.png","Ancora proteste in Serbia. 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A Novi Sad, i manifestanti sono stati bersagliati da fuochi d'artificio provenienti dalla sede del Partito Progressista Serbo, ed è stato visto un uomo, tra le fila appunto dei sostenitori di Vucic, brandire una pistola e sparare un colpo in aria. \r\n\r\n\r\n\r\nMa abbiamo allargato il discorso oltre le proteste anti corruzione e anti Vucic, dando notizia anche della situazione di Dodik, presidente della Repubblica Srpska da poco sollevato dall'incarico per via di una condanna emanata dal Tribunale statale della Bosnia Herzegovina.\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/08/serbia.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDal minuto 12, potete ascoltare l'approfondimento con Tatjana Dordevic, scrittrice e giornalista serba a cui abbiamo chiesto a che punto sono le mobilitazioni nate dopo il \u003Cmark>crollo\u003C/mark> della pensilina a Novi Sad, poi diventate proteste di massa contro Vucic, e con la quale abbiamo anche parlato di memoria storica tra le giovani generazioni croate, bosniache e serbe, di fondamentalismo etnico, nazionalismi, passato e presente dei Balcani occidentali.",[411],{"field":104,"matched_tokens":412,"snippet":408,"value":409},[76],{"best_field_score":148,"best_field_weight":414,"fields_matched":111,"num_tokens_dropped":48,"score":415,"tokens_matched":111,"typo_prefix_score":48},14,"578730123365187697",{"document":417,"highlight":431,"highlights":436,"text_match":146,"text_match_info":439},{"comment_count":48,"id":418,"is_sticky":48,"permalink":419,"podcastfilter":420,"post_author":51,"post_content":421,"post_date":422,"post_excerpt":120,"post_id":418,"post_modified":423,"post_thumbnail":424,"post_title":425,"post_type":346,"sort_by_date":426,"tag_links":427,"tags":429},"98996","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-03-07-2025-la-favola-del-nucleare-iraniano-e-raccontata-da-specchi-sionisti-deformanti-e-criminali-il-chokepoint-di-panama-concentra-rabbia-e-repressione-che-in-serbia-trovano-u/",[287],"Avevamo già sentito Piergiorgio Pescali a proposito del suo lavoro di ingegnere inviato dall'Aiea a controllare il rispetto dei protocolli nucleari nelle aree più soggette a dispute sull'uso dell'energia nucleare da parte degli stati. Se le volte precedenti i teatri di guerra in cui stava operando ci avevano permesso di descrivere il quadro attorno a Zaporižžja, stavolta si trovava in Iran mentre si andavano svolgendo le operazioni belliche della guerra battezzata da Trump dei 12 giorni, impegnato proprio con quelle centrali oggetto del contendere nel pretesto sionista per l'aggressione di Netanyahu e nella dimostrazione di muscoli machisti di Trump. Ci ha potuto quindi restituire un quadro di prima mano sia della comunità civile iraniana, sia delle figure di scienziati che a dispetto di ogni convenzione diplomatica e facendo strame del diritto internazionale sono stati decimati; ma contemporaneamente ha potuto con precisione descrivere e dirimere la questione più strettamente tecnologica. Così facendo ci ha confermato nell'idea che avevamo già avanzato la scorsa settimana con Laura Silvia Battaglia, ipotizzando che si tratti semplicemente di un sanguinario teatrino dell'orrore messo in piedi dai vertici del potere internazionale per far accettare la trasformazione del Sudovest asiatico secondo i piani di Tel Aviv.\r\nSiamo anche tornati a Panama, questa volta con David Lifodi, redattore de \"La Bottega del Barbieri\". Abbiamo di nuovo rivolto la prua verso il Canale, perché ci sembrava che la quantità di motivi di scontro e la serie di interessi planetari che passano da quella via di comunicazione che va prosciugandosi sia tale che vede tutte le grandi potenze impegnate: la Cina lascia il controllo dei porti, Trump pretende di annettersi il paese che tanto ha lottato per l'indipendenza, un presidente traditore che svende il paese agli americani, che dispiegheranno truppe di nuovo lungo il Canale, e alla Chiquita, che impone licenziamenti e dimezzamenti salariali e pensionistici (i lavoratori andrebbero in pensione con il 30% del loro stipendio – ora sarebbe con il 60%). I tumulti in piazza sono scoppiati, la repressione è stata feroce.\r\nE sulla scorta di questa ondata di lotte di piazza mesoamericane abbiamo sentito l'impulso di sentire ancora una volta Tatjana Djordjevic per documentare la svolta del Movimento serbo contro Vucic: stavolta la posizione si è più politicizzata e chiede dimissioni, si contrappone al rifiuto di rispondere dell'apparato di potere, forse perdendo l'anima movimentista, fresca e irridente, probabilmente per l'infiltrazione di elementi organizzati.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nPiergiorgio Pescali, ingegnere nucleare che svolge i controlli per conto dell’Aiea, durante la guerra dei 12 giorni svolgeva il suo compito a Teheran e ci ha restituito alcune impressioni sulla società iraniana coinvolta nel conflitto, reazioni e speranze scaturite dalla situazione, ma soprattutto ci ha fatto il quadro preciso dello stato dell’arte tecnologico da esperto che ha conosciuto buona parte degli scienziati uccisi dall’Idf, colleghi preparati e che hanno sempre ribadito l’intento non militare del loro lavoro. Pescali non nasconde che i risultati dell’attività delle centrali iraniane esulassero dagli accordi sull’arricchimento dell’uranio – ma comunque i persiani non hanno accesso al plutonio, indispensabile per dotarsi di una bomba che possa fare da deterrente – e che l’Aiea dovesse riferire, sicuramente il pericolo non legittimava la reazione assassina del governo di Netanyahu: eliminare gli scienziati e decapitare i comandi militari indebolisce la società iraniana ma la lascia in balia del regime confessionale non più in grado di contrastare le mire sioniste, ma ancora più feroce nel controllo interno.\r\nPeraltro, se si analizza la questione con gli occhiali dello scienziato informato di prima mano, il pericolo della dotazione nucleare iraniana sarebbe potenzialmente a tal punto risibile rispetto alla potenza nucleare israeliana che appare evidente che sia stato tutto un teatrino pretestuoso il putiferio luttuoso combinato dai potenti, inscenato per rafforzare il singolo potere interno sulla pelle dei morti civili, anche di valenti scienziati, menti sottratte alla comunità. Infatti dopo quei 12 giorni di guerra non è cambiato nulla: l’Iran non ha stracciato la firma dal Trattato sulla non proliferazione nucleare (che Israele non ha mai preso in considerazione nella sua consueta impunità), gli Usa continuano nell’ambiguità del sostegno acritico a Israele e a contrastare l’espansione cinese, Tel Aviv insiste a sfruttare la superiorità bellica per rintuzzare la potenza della Mezzaluna sciita. Il resto è show-war innescato da pretesti conflittuali per rendere accettabile la trasformazione del Sudovest asiatico.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/scene-di-guerra-spettacolari-per-ridisegnare-il-medio-oriente-raccontando-favole-nucleari--66873848\r\n\r\ni precedenti episodi relativi alla Repubblica islamica si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/OneWayNukeProliferation.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nSono due mesi che si assiste a proteste incessanti che coinvolgono diversi settori della società panamense , le proteste godono di un ampio sostegno popolare ed è per questo che il governo ha iniziato ad aumentare la repressione.\r\nLe mobilitazioni che si stanno svolgendo in varie parti del paese sono contro la riforma del sistema pensionistico, la riapertura della miniera Cobre Panamá, i bacini idrici multifunzionali del canale interoceanico e l'accordo di intesa firmato da Panama con gli Stati Uniti.\r\nIl governo intende decapitare il movimento, criminalizzando e perseguendo penalmente i principali dirigenti sindacali e minacciando gli scioperanti . La verità è che ci troviamo di fronte a una dittatura in abiti civili, che gode del sostegno degli Stati Uniti e risponde al malcontento sociale con la repressione indiscriminata.\r\nNonostante lo stato d’assedio, la crescita delle proteste nella cosiddetta zona bananera, dove l’impresa Chiquita Panamá ha licenziato più di cinquemila lavoratori , ha incrementato la rivolta sociale contro il presidente Mulino, giunto al potere nel 2024 grazie al sostegno della borghesia panamense e del grande capitale e che era riuscito a guadagnarsi l’appoggio popolare intercettando l’elettorato ultraconservatore deluso dal neoliberista Martinelli, alla guida del paese tra il 2009 e il 2014 prima di essere travolto da una serie di scandali legati alla corruzione.\r\nIn un paese di poco più di 4 milioni di abitanti i primi a scendere in lotta, il 23 aprile scorso, sono stati i docenti. Successivamente, a far sentire la propria voce, sono stati lavoratori delle bananeras, i sindacati, a partire dal Suntracs (Sindicato Único Nacional de Trabajadores de la Construcción y Similares) e gli studenti, tutti riuniti sotto le insegne del collettivo Alianza Pueblo Unido por la Vida che, fin dall’inizio, ha definito quella di Mulino come un’”offensiva neoconservatrice e neocolonialista”.\r\n\r\nNe parliamo con David Lifodi attento osservatore della realtà latinoamericana.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/panama-s-incrociano-le-rivendicazioni-popolari-mentre-e-in-corso-la-contesa-per-il-controllo-del-canale--66875972\r\n\r\nQui trovate la serie dedicata al mondo latinoamericano\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/BASTIONI-03072025-PANAMA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nQuando ormai sembrava che le proteste stessero per sgonfiarsi e che neanche gli studenti avessero più la forza, a Belgrado si è svolta una grande manifestazione, segnando un altro punto di svolta nella mobilitazione di studenti e cittadini che si protrae ormai da mesi.\r\nTuttavia, sabato 28 giugno è diventato chiaro che la situazione è molto più complessa.\r\nNella storia della Serbia, questa data ha un significato importante, quasi mitico. La battaglia di Kosovo Polje si svolse il 28 giugno 1389, a Vidovdan (il giorno di San Vito) secondo il calendario gregoriano. A 636 anni di distanza, ancora si discute e ci si scontra sul significato di questo evento.\r\nPer la maggior parte dei cittadini serbi, questa è una delle date più significative della storia, il giorno in cui l’esercito serbo si oppose a quello ottomano, di gran lunga superiore, combatté eroicamente e, pur uscendo sconfitto, “salvò l'Europa”.\r\nPer altri – che restano in minoranza – Vidovdan è una ricorrenza da commemorare, ma non da celebrare, avendo spinto la Serbia in uno stato di prigionia e decadenza secolare. Per la destra, Vidovdan è un giorno sacro, per la sinistra una fonte di preoccupazione per le possibili recrudescenze nazionaliste e scioviniste.\r\nNegli ultimi trent’anni, Vidovdan ha assunto particolare rilevanza. A riportarlo in auge fu Slobodan Milošević.\r\nIl Kosovo è ancora uno dei punti nevralgici della società serba, tant’è che la stragrande maggioranza dei cittadini serbi continua a percepire il Kosovo come parte integrante della Serbia e a basare su questa convinzione le proprie opinioni politiche.\r\nQuesto il contesto in cui gli studenti hanno organizzato la grande manifestazione a Vidovdan. Stando alle stime in Piazza Slavija, a Belgrado, si sono radunate centoquarantamila persone. Altre fonti parlano anche di duecentomila manifestanti.\r\nIl salto di qualità del movimento studentesco, nato in seguito al crollo della pensilina della stazione di Novi Sad avvenuto il 1 novembre del 2024 e in cui persero la vita 15 persone, è evidente nella capillare mobilitazione che sta coinvolgendo ampi strati della società serba .Le rivendicazioni sono la richiesta di elezioni politiche anticipate e smantellare il cosiddetto Ćaciland, bastione del Partito progressista serbo (SNS) in centro a Belgrado, allestito dagli “studenti che vogliono tornare in aula”, che da mesi ormai blocca il traffico nella capitale.\r\nL'ampiamento della base sociale delle proteste ha portato a galla i residui del nazionalismo serbo che si sono visti in piazza Slavija dove sono intervenute personalità dall'evidente pedigree nazionalista .L'intossicazione nazionalista e la scelta di confrontarsi sul piano elettorale con Vucic rischiano di far scivolare il movimento verso la normalizzazione ,mentre rimane molto forte la mobilitazione e l'indignazione popolare contro il sistema di Vucic.\r\n\r\nNe parliamo con Tatjana Djordjevic corrispondente dall'Italia di vari media .\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/serbia-ombre-nazionaliste-sulla-protesta-degli-studenti-contro-vucic--66876127\r\n\r\nI precedenti interventi relativi al Movimento serbo e anche alle altre realtà balcaniche potete ascoltare si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/BASTIONI-03072025-SERBIA.mp3\"][/audio]","6 Luglio 2025","2025-07-07 09:27:35","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 03/07/2025 - LA FAVOLA DEL NUCLEARE IRANIANO È RACCONTATA DA SPECCHI SIONISTI DEFORMANTI E CRIMINALI. IL CHOKEPOINT DI PANAMA CONCENTRA RABBIA E REPRESSIONE, CHE IN SERBIA TROVANO UN NUOVO LIVELLO DI SCONTRO",1751830781,[378,428],"http://radioblackout.org/tag/bastioniorione/",[313,430],"BastioniOrione",{"post_content":432},{"matched_tokens":433,"snippet":434,"value":435},[76],"studentesco, nato in seguito al \u003Cmark>crollo\u003C/mark> della pensilina della stazione di","Avevamo già sentito Piergiorgio Pescali a proposito del suo lavoro di ingegnere inviato dall'Aiea a controllare il rispetto dei protocolli nucleari nelle aree più soggette a dispute sull'uso dell'energia nucleare da parte degli stati. 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Così facendo ci ha confermato nell'idea che avevamo già avanzato la scorsa settimana con Laura Silvia Battaglia, ipotizzando che si tratti semplicemente di un sanguinario teatrino dell'orrore messo in piedi dai vertici del potere internazionale per far accettare la trasformazione del Sudovest asiatico secondo i piani di Tel Aviv.\r\nSiamo anche tornati a Panama, questa volta con David Lifodi, redattore de \"La Bottega del Barbieri\". Abbiamo di nuovo rivolto la prua verso il Canale, perché ci sembrava che la quantità di motivi di scontro e la serie di interessi planetari che passano da quella via di comunicazione che va prosciugandosi sia tale che vede tutte le grandi potenze impegnate: la Cina lascia il controllo dei porti, Trump pretende di annettersi il paese che tanto ha lottato per l'indipendenza, un presidente traditore che svende il paese agli americani, che dispiegheranno truppe di nuovo lungo il Canale, e alla Chiquita, che impone licenziamenti e dimezzamenti salariali e pensionistici (i lavoratori andrebbero in pensione con il 30% del loro stipendio – ora sarebbe con il 60%). I tumulti in piazza sono scoppiati, la repressione è stata feroce.\r\nE sulla scorta di questa ondata di lotte di piazza mesoamericane abbiamo sentito l'impulso di sentire ancora una volta Tatjana Djordjevic per documentare la svolta del Movimento serbo contro Vucic: stavolta la posizione si è più politicizzata e chiede dimissioni, si contrappone al rifiuto di rispondere dell'apparato di potere, forse perdendo l'anima movimentista, fresca e irridente, probabilmente per l'infiltrazione di elementi organizzati.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nPiergiorgio Pescali, ingegnere nucleare che svolge i controlli per conto dell’Aiea, durante la guerra dei 12 giorni svolgeva il suo compito a Teheran e ci ha restituito alcune impressioni sulla società iraniana coinvolta nel conflitto, reazioni e speranze scaturite dalla situazione, ma soprattutto ci ha fatto il quadro preciso dello stato dell’arte tecnologico da esperto che ha conosciuto buona parte degli scienziati uccisi dall’Idf, colleghi preparati e che hanno sempre ribadito l’intento non militare del loro lavoro. Pescali non nasconde che i risultati dell’attività delle centrali iraniane esulassero dagli accordi sull’arricchimento dell’uranio – ma comunque i persiani non hanno accesso al plutonio, indispensabile per dotarsi di una bomba che possa fare da deterrente – e che l’Aiea dovesse riferire, sicuramente il pericolo non legittimava la reazione assassina del governo di Netanyahu: eliminare gli scienziati e decapitare i comandi militari indebolisce la società iraniana ma la lascia in balia del regime confessionale non più in grado di contrastare le mire sioniste, ma ancora più feroce nel controllo interno.\r\nPeraltro, se si analizza la questione con gli occhiali dello scienziato informato di prima mano, il pericolo della dotazione nucleare iraniana sarebbe potenzialmente a tal punto risibile rispetto alla potenza nucleare israeliana che appare evidente che sia stato tutto un teatrino pretestuoso il putiferio luttuoso combinato dai potenti, inscenato per rafforzare il singolo potere interno sulla pelle dei morti civili, anche di valenti scienziati, menti sottratte alla comunità. Infatti dopo quei 12 giorni di guerra non è cambiato nulla: l’Iran non ha stracciato la firma dal Trattato sulla non proliferazione nucleare (che Israele non ha mai preso in considerazione nella sua consueta impunità), gli Usa continuano nell’ambiguità del sostegno acritico a Israele e a contrastare l’espansione cinese, Tel Aviv insiste a sfruttare la superiorità bellica per rintuzzare la potenza della Mezzaluna sciita. Il resto è show-war innescato da pretesti conflittuali per rendere accettabile la trasformazione del Sudovest asiatico.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/scene-di-guerra-spettacolari-per-ridisegnare-il-medio-oriente-raccontando-favole-nucleari--66873848\r\n\r\ni precedenti episodi relativi alla Repubblica islamica si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/OneWayNukeProliferation.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nSono due mesi che si assiste a proteste incessanti che coinvolgono diversi settori della società panamense , le proteste godono di un ampio sostegno popolare ed è per questo che il governo ha iniziato ad aumentare la repressione.\r\nLe mobilitazioni che si stanno svolgendo in varie parti del paese sono contro la riforma del sistema pensionistico, la riapertura della miniera Cobre Panamá, i bacini idrici multifunzionali del canale interoceanico e l'accordo di intesa firmato da Panama con gli Stati Uniti.\r\nIl governo intende decapitare il movimento, criminalizzando e perseguendo penalmente i principali dirigenti sindacali e minacciando gli scioperanti . La verità è che ci troviamo di fronte a una dittatura in abiti civili, che gode del sostegno degli Stati Uniti e risponde al malcontento sociale con la repressione indiscriminata.\r\nNonostante lo stato d’assedio, la crescita delle proteste nella cosiddetta zona bananera, dove l’impresa Chiquita Panamá ha licenziato più di cinquemila lavoratori , ha incrementato la rivolta sociale contro il presidente Mulino, giunto al potere nel 2024 grazie al sostegno della borghesia panamense e del grande capitale e che era riuscito a guadagnarsi l’appoggio popolare intercettando l’elettorato ultraconservatore deluso dal neoliberista Martinelli, alla guida del paese tra il 2009 e il 2014 prima di essere travolto da una serie di scandali legati alla corruzione.\r\nIn un paese di poco più di 4 milioni di abitanti i primi a scendere in lotta, il 23 aprile scorso, sono stati i docenti. Successivamente, a far sentire la propria voce, sono stati lavoratori delle bananeras, i sindacati, a partire dal Suntracs (Sindicato Único Nacional de Trabajadores de la Construcción y Similares) e gli studenti, tutti riuniti sotto le insegne del collettivo Alianza Pueblo Unido por la Vida che, fin dall’inizio, ha definito quella di Mulino come un’”offensiva neoconservatrice e neocolonialista”.\r\n\r\nNe parliamo con David Lifodi attento osservatore della realtà latinoamericana.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/panama-s-incrociano-le-rivendicazioni-popolari-mentre-e-in-corso-la-contesa-per-il-controllo-del-canale--66875972\r\n\r\nQui trovate la serie dedicata al mondo latinoamericano\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/BASTIONI-03072025-PANAMA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nQuando ormai sembrava che le proteste stessero per sgonfiarsi e che neanche gli studenti avessero più la forza, a Belgrado si è svolta una grande manifestazione, segnando un altro punto di svolta nella mobilitazione di studenti e cittadini che si protrae ormai da mesi.\r\nTuttavia, sabato 28 giugno è diventato chiaro che la situazione è molto più complessa.\r\nNella storia della Serbia, questa data ha un significato importante, quasi mitico. La battaglia di Kosovo Polje si svolse il 28 giugno 1389, a Vidovdan (il giorno di San Vito) secondo il calendario gregoriano. A 636 anni di distanza, ancora si discute e ci si scontra sul significato di questo evento.\r\nPer la maggior parte dei cittadini serbi, questa è una delle date più significative della storia, il giorno in cui l’esercito serbo si oppose a quello ottomano, di gran lunga superiore, combatté eroicamente e, pur uscendo sconfitto, “salvò l'Europa”.\r\nPer altri – che restano in minoranza – Vidovdan è una ricorrenza da commemorare, ma non da celebrare, avendo spinto la Serbia in uno stato di prigionia e decadenza secolare. Per la destra, Vidovdan è un giorno sacro, per la sinistra una fonte di preoccupazione per le possibili recrudescenze nazionaliste e scioviniste.\r\nNegli ultimi trent’anni, Vidovdan ha assunto particolare rilevanza. A riportarlo in auge fu Slobodan Milošević.\r\nIl Kosovo è ancora uno dei punti nevralgici della società serba, tant’è che la stragrande maggioranza dei cittadini serbi continua a percepire il Kosovo come parte integrante della Serbia e a basare su questa convinzione le proprie opinioni politiche.\r\nQuesto il contesto in cui gli studenti hanno organizzato la grande manifestazione a Vidovdan. Stando alle stime in Piazza Slavija, a Belgrado, si sono radunate centoquarantamila persone. Altre fonti parlano anche di duecentomila manifestanti.\r\nIl salto di qualità del movimento studentesco, nato in seguito al \u003Cmark>crollo\u003C/mark> della pensilina della stazione di Novi Sad avvenuto il 1 novembre del 2024 e in cui persero la vita 15 persone, è evidente nella capillare mobilitazione che sta coinvolgendo ampi strati della società serba .Le rivendicazioni sono la richiesta di elezioni politiche anticipate e smantellare il cosiddetto Ćaciland, bastione del Partito progressista serbo (SNS) in centro a Belgrado, allestito dagli “studenti che vogliono tornare in aula”, che da mesi ormai blocca il traffico nella capitale.\r\nL'ampiamento della base sociale delle proteste ha portato a galla i residui del nazionalismo serbo che si sono visti in piazza Slavija dove sono intervenute personalità dall'evidente pedigree nazionalista .L'intossicazione nazionalista e la scelta di confrontarsi sul piano elettorale con Vucic rischiano di far scivolare il movimento verso la normalizzazione ,mentre rimane molto forte la mobilitazione e l'indignazione popolare contro il sistema di Vucic.\r\n\r\nNe parliamo con Tatjana Djordjevic corrispondente dall'Italia di vari media .\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/serbia-ombre-nazionaliste-sulla-protesta-degli-studenti-contro-vucic--66876127\r\n\r\nI precedenti interventi relativi al Movimento serbo e anche alle altre realtà balcaniche potete ascoltare si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/BASTIONI-03072025-SERBIA.mp3\"][/audio]",[437],{"field":104,"matched_tokens":438,"snippet":434,"value":435},[76],{"best_field_score":148,"best_field_weight":414,"fields_matched":111,"num_tokens_dropped":48,"score":415,"tokens_matched":111,"typo_prefix_score":48},{"document":441,"highlight":464,"highlights":469,"text_match":146,"text_match_info":472},{"comment_count":48,"id":442,"is_sticky":48,"permalink":443,"podcastfilter":444,"post_author":455,"post_content":456,"post_date":457,"post_excerpt":120,"post_id":442,"post_modified":458,"post_thumbnail":459,"post_title":460,"post_type":346,"sort_by_date":461,"tag_links":462,"tags":463},"97910","http://radioblackout.org/podcast/15-05-25/",[445,446,447,448,449,450,451,452,453,454],"bombardoni","cuttingboard","distomobile","droga","freejazz","hardsampling","harsh noise","RAVE","soundsystem","teuf","outsidermusic","Signal d'entrée. Protocole de transmission activé. Fréquence de résonance : 47,32 Hz. Amplitude du signal : 3,14 V Chalon sur Saône.ARSIDER Cutting Board Mix : 90 minutes de données sonores compressées par le système de son DISTOMOBILE. Algorithme de mixage : entropie maximale. Output : distorsion optimale.Système de son Distomobile : paramètres de configuration - gain : 6 dB, délai : 1,618 ms. Fréquence d'échantillonnage : 88,2 kHz.Conduite : ed.rib C_C + l'homme le plus dangereux d'Europe.\r\n\r\nÉmission conduite par Emilio et Tom, ARSIDER. Voix hors champ : Jean Bender, Professeur émérite de Diagnostic des Phénomènes Parasoniques.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/1552025_distomobilecuttingboard.mp3\"][/audio]\r\n1. Bitcrushed Ontology Pump & Dump(crypto + filosofia + distorsione audio + scam)\r\n2. Spectral Hashrate Aesthetic Warfare(musica elettronica + mining + estetica + conflitto ideologico)\r\n3. NFT Necrosis Harmonic Threshold(criptoarte + decomposizione + soglia sonora + catastrofe concettuale)\r\n4. Latency Cult Noisefloor Dialectics(ritardo digitale + culto + noise + filosofia negativa)\r\n5. DAO Feedback Loop Nihilism(organizzazioni decentralizzate + ritorno audio + nichilismo programmato)\r\n6. Glitch Monads Yield Farming(Leibniz nei server agricoli di Binance)\r\n7. Reverb Staking Schizo-Protocol(audio processing + staking + delirio cyberneticamente organizzato)\r\n8. Clipping Empire Airdrop Hegemony(saturazione + impero + marketing crypto + Gramsci reimmaginato su Discord)\r\n9. Compressor Malware Aesthetic Value(unità di produzione + virus + estetica + teoria del valore in asset tossici)\r\n10. P2P Collapse Reification Distortion(peer to peer + crollo + alienazione + suono distorto)","16 Maggio 2025","2025-05-16 13:14:09","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/ctting-200x110.png","15/05/25 | DISTOMOBILE CUTTING BOARD #1 | PUMP&DUMP",1747400883,[],[],{"post_content":465},{"matched_tokens":466,"snippet":467,"value":468},[76],"Collapse Reification Distortion(peer to peer + \u003Cmark>crollo\u003C/mark> + alienazione + suono distorto)","Signal d'entrée. Protocole de transmission activé. Fréquence de résonance : 47,32 Hz. Amplitude du signal : 3,14 V Chalon sur Saône.ARSIDER Cutting Board Mix : 90 minutes de données sonores compressées par le système de son DISTOMOBILE. Algorithme de mixage : entropie maximale. Output : distorsion optimale.Système de son Distomobile : paramètres de configuration - gain : 6 dB, délai : 1,618 ms. 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Il rapporto contribuisce a documentare veri e propri crimini di stato perpetrati da apparati governativi tunisini e libici con la complicità delle politiche di esternalizzazione delle frontire da parte dell'Unione Europea. Questa collusione si sostanzia nei \"memorandum\" d'intesa siglati tra Tunisia ed Unione Europea che prevedono proprio il finanziamento di corpi di polizia allo scopo di impedire le partenze dei migranti. Sonoi 5 le fasi che il rapporto identifica in questo processo di deportazione e tratta di esseri umani :1) Gli arresti; 2) Il trasporto verso la frontiera tunisino-libica; 3) Il ruolo dei campi di detenzione alla frontiera tunisina; 4) Il passaggio e la vendita a corpi armati libici; 5) La detenzione nelle prigioni libiche sino al pagamento del riscatto. Siamo di fronte ad una vera e propria tratta di stato, con un corollario di violazioni dei diritti umani nel corso delle operazioni di espulsione e tratta, che inchiodano alle sue responsabilità l’Unione Europea e i singoli stati nell’esposizione alla morte e alla schiavitù delle persone in viaggio, così come riguardo allo status di “paese sicuro” assegnato alla Tunisia, al suo ruolo di partner e beneficiario economico nella gestione della frontiera esterna della UE.\r\n\r\nIl gruppo di ricerca internazionale ha deciso di rendersi anonimo sotto uno pseudonimo collettivo. La scelta dell’anonimato nasce dal dovere di tutelare la sicurezza e l’incolumità fisica dei ricercatori stessi , ma anche dalla volontà di continuare a fare ricerca su un tema che in Tunisia è oggi oggetto di una radicale repressione. Il gruppo ha realizzato il disegno dell’indagine, la raccolta e l’analisi dei materiali, cosi come la supervisione scientifica di tutto il processo.Le testimonianze sono state raccolte sul posto e attraverso delle chat che vengono utilizzate dalle persone migranti .\r\n\r\nhttps://www.adl-zavidovici.eu/wp-content/uploads/2025/01/StateTrafficking_IT_light.pdf \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/BASTIONI-06022025-STATE-TRAFFICKING.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Tatjana Djordjevic torniamo sulle proteste in Serbia ,sempre più ampie e che coinvolgono strati sociali non solamente studenteschi e che si estendono anche al di fuori dei grandi centri urbani. Decine di migliaia di studenti di Belgrado sono partiti a piedi per unirsi ai manifestanti a Novi Sad, la marcia, lunga circa 70 km e accompagnata dallo slogan \"Un passo verso la giustizia\", è iniziata il 29 gennaio e si è protratta per due giorni. Lungo il percorso, numerosi cittadini hanno atteso gli studenti per sostenerli, offrendo loro cibo e acqua. Le manifestazioni sono iniziate il 22 novembre e non si fermano ,hanno portato alle dimissioni del primo ministro Vucevic ,le proteste erano cominciate a causa del crollo di una tettoia alla stazione ferroviaria di Novi Sad lo scorso 1° novembre, che aveva causato 15 morti. L’incidente è considerato dai manifestanti emblematico della corruzione diffusa nel paese durante gli anni al potere del presidente Aleksandar Vučić, che è stato primo ministro fra il 2014 e il 2017 e da allora è presidente. Il movimento non accetta di essere sovradeterminato dai partiti politici dell'opposizione che divisa e debole viene tenuta lontana dalle manifestazioni ,la critica di questa generazione diviene sempre più radicale ed investe il sistema di potere di Vucic .Con le dovute differenze il pernsiero va alle manifestazioni studentesche che portarono alla caduta nel 2000 del governo di Milosevic.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/BASTIONI-DI-ORIONE-06022025-SERBIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","10 Febbraio 2025","2025-02-10 11:59:52","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 06/02/2025-VENDITA DI ESSERI UMANI TRA LIBIA E TUNISIA CON I SOLDI UE -SERBIA CONTINUANO LE MANIFESTAZIONI IL REGIME DI VUCIC E' AL CAPOLINEA ?",1739188792,[378],[313],{"post_content":487},{"matched_tokens":488,"snippet":489,"value":490},[76],"erano cominciate a causa del \u003Cmark>crollo\u003C/mark> di una tettoia alla stazione","Bastioni di Orione in questa puntata parla con Piero Gorza ,antropologo che attualmente svolge studi sul tema della frontiera , del rapporto \"State Trafficking\" che riporta le testimonianze di migranti che sono stati espulsi dalla Tunisia verso la Libia da giugno 2023 a novembre 2024 mettendo in luce un meccanismo di vendita di esseri umani alla frontiera da parte di apparati di polizia e militari tunisini e l’interconnessione fra questa infrastruttura dei respingimenti e l’industria del sequestro nelle prigioni libiche. 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