","Migranti in lotta a Gioia Tauro e Foggia: due investiti da un'auto.","post",1575632057,[65,66,67,68,69,70,71,72,73,74,75,76,77],"http://radioblackout.org/tag/agroalimentare/","http://radioblackout.org/tag/caporalato/","http://radioblackout.org/tag/casa/","http://radioblackout.org/tag/documenti/","http://radioblackout.org/tag/fascisti/","http://radioblackout.org/tag/foggia/","http://radioblackout.org/tag/gioia-tauro/","http://radioblackout.org/tag/lavoro/","http://radioblackout.org/tag/lotta/","http://radioblackout.org/tag/migranti/","http://radioblackout.org/tag/polizia/","http://radioblackout.org/tag/razzisti/","http://radioblackout.org/tag/sfruttamento/",[79,24,80,81,82,18,83,84,85,15,86,87,26],"agroalimentare","casa","documenti","fascisti","gioia tauro","lavoro","lotta","polizia","razzisti",{"post_content":89,"post_title":93,"tags":96},{"matched_tokens":90,"snippet":91,"value":92},[18],"al telefono i presidi di \u003Cmark>Foggia\u003C/mark> e Gioia Tauro, dove i","Raggiungiamo al telefono i presidi di \u003Cmark>Foggia\u003C/mark> e Gioia Tauro, dove i lavoratori e le lavoratrici migranti presidiano le strade e il porto cittadino per chiedere la revoca delle attuali legge sull'immigrazione: casa e documenti per tutte e tutti è la loro richiesta.\r\n\r\nAlle prime luci dell'alba però a Gioia Tauro il presidio è stato letteralmente caricato da un'automobile. 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Nel giro di pochi minuti il fuoco ha percorso una superficie di circa 5mila metri quadri e distruggendo tutto ciò che era all'interno, mentre numerose bombole di gas – utilizzate per cucinare – sono saltate in aria contribuendo a rendere ancora più pericolosa la situazione.\r\n\r\n \r\n\r\n“Basta sgomberi e ghetti, casa, trasporto, documenti e contratti per tutti”. Con questo slogan ieri mattina centinaia di braccianti avevano camminato in corteo per venti chilometri fino alla Prefettura di Foggia, per protestare contro il maxi-sgombero della baraccopoli disposto dalla Dda di Bari in seguito a un’indagine del 2016 per presunte infiltrazioni criminali, diverse da queste in divisa, e in atto dalla notte del 28 febbraio, senza che venga offerta una reale alternativa immediata e praticabile. Intanto perché i posti disponibili nelle due strutture istituzionali non sono sufficienti per tutte e tutti, e poi perché senza un sistema di trasporto da e per i luoghi di lavoro abbandonare il ghetto significa perdere qualsiasi possibilità di sostentamento, per quanto misera. Ma a tutti coloro rimasti è stato impedito di accedere alle loro case, anche solo per recuperare gli effetti personali, ed hanno passato notti all’addiaccio, in alcuni casi deportati verso destinazioni sconosciute con la forza o con l’inganno e la falsa promessa di un permesso di soggiorno o di un lavoro. Invece nell'incendio di stanotte l'unica promessa mantenuta è stata quella dei morti annunciati, due ragazzi maliani i cui corpi non erano ancora stati restituiti stamani. Nell'ultimo anno la baraccopoli è stata colpita da due importanti incendi che l'hanno in parte distrutta, salvo venire in seguito ricostruita nel giro di pochi giorni. 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La cooperativa cattolica “Senis Hospes”, che lo gestisce per conto del consorzio “Sisifo” della Lega Coop, incassa 31 mila 108 euro al giorno, quasi un milione al mese.\r\nL'inchiesta della Prefettura foggiana è scattata su input del ministro dell'Interno, Angelino Alfano, e la vicenda è stata discussa dal Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica durante un vertice convocato in Prefettura. Da parte di Alfano, però, ben poche parole sono state spese sulla situazione di sfruttamento e degrado (già note da tempo) in cui vivono quotidianamente le persone del Cara: le dichiarazioni del ministro si sono limitate ad annunciare principalmente interventi di manutenzione volti a rafforzare i controlli sull’area del centro.\r\n\r\nDell’inchiesta uscita in questi giorni (e dei suoi limiti) , delle reazioni istituzionali e del complesso sistema di arricchimento e sfruttamento che si crea attorno a queste strutture e sulla pelle dei migranti abbiamo discusso con Sasà del Laboratorio Pro-Fuga di Foggia:\r\nSasà Pro_fuga","14 Settembre 2016","2016-09-17 09:23:12","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/09/cara_foggia-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/09/cara_foggia-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/09/cara_foggia-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/09/cara_foggia.jpg 648w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Cara di Foggia: oltre le inchieste e i reportage",1473855169,[217,218,219,70,74],"http://radioblackout.org/tag/business-rifugiati/","http://radioblackout.org/tag/cara/","http://radioblackout.org/tag/cara-di-foggia/",[221,222,223,18,15],"business rifugiati","CARA","cara di foggia",{"post_content":225,"post_title":229,"tags":232},{"matched_tokens":226,"snippet":227,"value":228},[18],"La prefettura di \u003Cmark>Foggia\u003C/mark> ha aperto un'istruttoria sul Cara","La prefettura di \u003Cmark>Foggia\u003C/mark> ha aperto un'istruttoria sul Cara di Borgo Mezzanone dopo il reportage apparso sulle pagine di Repubblica e l’Espresso che documentava e denunciava le condizioni disumane del centro, in cui vivono più di 1400 migranti e richiedenti asilo. 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Cosa accadrà a braccianti e lavoratori disoccupati nelle campagne di Foggia dove si moltiplicano baraccopoli e ghetti e dove l'amministrazione regionale è pronta a mettere in campo nuovi costosi progetti di \"accoglienza\" e gestione umanitaria cavalcando il solito tema dell'emergenza?\r\n\r\nNel dicembre scorso si sono verificate varie aggressioni a braccianti originari del Burkina Faso e del Mali che rientravano dal lavoro. La stessa auto si è avvicinata in più occasioni a lavoratori che tornavano dal lavoro in bicicletta: alcuni di loro sono stati presi a sprangate e sono stati ricoverati in ospedale riportando un trauma cranico. Episodi di estrema violenza contro lavoratori migranti a Rosarno sembrano ripetersi ed addirittura aumentare, creando un clima simile a quello del 2010. Quell'anno avvenne la famosa \"rivolta di Rosarno\" che scosse tutto il paese ed infranse finalmente l'ipocrisia di media e quella dell'opinione pubblica, facendo quanto meno \"intuire\" quali fossero le reali condizioni di oppressione e sfruttamento in cui vivevano migliaia di lavoratori precari e migranti in tutte le campagne del territorio nazionale, da anni.\r\n\r\nCon il passaggio al nuovo anno e nuove elezioni amministrative alle porte, in Puglia si gioca sull'abusato discorso democratico. In modo ossessivo si associa il solito mantra intorno alla \"legalità\" a pratiche sempre più violente di controllo e repressione, per quel che riguarda la \"gestione\" sempre redditizia dello sgombero forzato di campi \"abusivi\", baraccopoli, ghetti di ogni forma, in cui vivono lavoratori migranti e stagionali, non solo nel sud Italia. Negli ultimi anni, inoltre, la realtà mostra come moltissimi rifugiati e richiedenti asilo si ritrovino a vivere in quegli stessi ghetti, campi e casolari diroccati, perché espulsi dai circuiti della prima accoglienza che, nel migliore dei casi, dura solamente pochi mesi, dato che poi si deve far spazio ai \"nuovi arrivi\" attraverso progetti e gestione di strutture, su cui ci lucra buona parte del terzo settore e non solo.\r\n\r\nIn entrambi i casi - che si parli delle aggressioni contro braccianti e migranti a Rosarno o degli sgomberi (più volte annunciati nel corso degli ultimi due anni) di baraccopoli e ghetti più o meno estesi in provincia di Foggia - si evita accuratamente da parte di politicanti e autorità varie di parlare di altre questioni, costantemente rimosse perché evidentemente fondamentali per oliare l'economia ed i profitti di imprenditori, associazioni di settore e GDO nelle campagne italiane. 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Cosa accadrà a braccianti e lavoratori disoccupati nelle campagne di \u003Cmark>Foggia\u003C/mark> dove si moltiplicano baraccopoli e ghetti e dove l'amministrazione regionale è pronta a mettere in campo nuovi costosi progetti di \"accoglienza\" e gestione umanitaria cavalcando il solito tema dell'emergenza?\r\n\r\nNel dicembre scorso si sono verificate varie aggressioni a braccianti originari del Burkina Faso e del Mali che rientravano dal lavoro. La stessa auto si è avvicinata in più occasioni a lavoratori che tornavano dal lavoro in bicicletta: alcuni di loro sono stati presi a sprangate e sono stati ricoverati in ospedale riportando un trauma cranico. Episodi di estrema violenza contro lavoratori migranti a Rosarno sembrano ripetersi ed addirittura aumentare, creando un clima simile a quello del 2010. 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Negli ultimi anni, inoltre, la realtà mostra come moltissimi rifugiati e richiedenti asilo si ritrovino a vivere in quegli stessi ghetti, campi e casolari diroccati, perché espulsi dai circuiti della prima accoglienza che, nel migliore dei casi, dura solamente pochi mesi, dato che poi si deve far spazio ai \"nuovi arrivi\" attraverso progetti e gestione di strutture, su cui ci lucra buona parte del terzo settore e non solo.\r\n\r\nIn entrambi i casi - che si parli delle aggressioni contro braccianti e migranti a Rosarno o degli sgomberi (più volte annunciati nel corso degli ultimi due anni) di baraccopoli e ghetti più o meno estesi in provincia di \u003Cmark>Foggia\u003C/mark> - si evita accuratamente da parte di politicanti e autorità varie di parlare di altre questioni, costantemente rimosse perché evidentemente fondamentali per oliare l'economia ed i profitti di imprenditori, associazioni di settore e GDO nelle campagne italiane. I temi sono sempre gli stessi: le condizioni strutturali di abuso, sfruttamento e ricatto per quel che riguarda il lavoro, la mancanza di documenti o la difficoltà di rinnovare il permesso di soggiorno a causa della Bossi-Fini ancora in vigore, le indecenti condizioni \"abitative\" in cui si ritrova a vivere la stragrande maggioranza di braccianti e lavoratori disoccupati nel sud come nel nord Italia, i quali si spostano strutturalmente tra campi e ghetti, in cui ormai \"risiede\" una quantità crescente di persone che ha titolo di protezione internazionale.\r\n\r\nQuesta mattina abbiamo parlato di questi temi e di molto altro con Irene, attivista di Campagne in Lotta, che segue in particolare le situazioni di Rosarno e \u003Cmark>Foggia\u003C/mark> da parecchi anni.\r\n\r\nAscolta il contributo:\r\n\r\nirene",{"matched_tokens":293,"snippet":294,"value":294},[18],"La razza al lavoro: sfruttamento, falsa \"accoglienza\" e repressione da Rosarno a \u003Cmark>Foggia\u003C/mark>",[296,298,300,302,304,306,308,310,312,314,316,318,320],{"matched_tokens":297,"snippet":279},[],{"matched_tokens":299,"snippet":280},[],{"matched_tokens":301,"snippet":281},[],{"matched_tokens":303,"snippet":282},[],{"matched_tokens":305,"snippet":21},[],{"matched_tokens":307,"snippet":164},[],{"matched_tokens":309,"snippet":109},[18],{"matched_tokens":311,"snippet":283},[],{"matched_tokens":313,"snippet":15},[],{"matched_tokens":315,"snippet":284},[],{"matched_tokens":317,"snippet":285},[],{"matched_tokens":319,"snippet":26},[],{"matched_tokens":321,"snippet":286},[],[323,328,330],{"field":39,"indices":324,"matched_tokens":325,"snippets":327},[20],[326],[18],[109],{"field":132,"matched_tokens":329,"snippet":294,"value":294},[18],{"field":135,"matched_tokens":331,"snippet":290,"value":291},[18],{"best_field_score":139,"best_field_weight":140,"fields_matched":28,"num_tokens_dropped":51,"score":141,"tokens_matched":142,"typo_prefix_score":51},{"document":334,"highlight":357,"highlights":378,"text_match":137,"text_match_info":388},{"cat_link":335,"category":336,"comment_count":51,"id":337,"is_sticky":51,"permalink":338,"post_author":54,"post_content":339,"post_date":340,"post_excerpt":57,"post_id":337,"post_modified":341,"post_thumbnail":342,"post_thumbnail_html":343,"post_title":344,"post_type":62,"sort_by_date":345,"tag_links":346,"tags":352},[48],[50],"32850","http://radioblackout.org/2015/12/foggia-non-si-piega-ai-ricatti-della-prefettura/","Dopo più di un anno di denunce, a Foggia come in altre province, il Ministero dell'Interno lo scorso venerdì 27 novembre ha dato ragione alle rivendicazioni dei lavoratori e delle lavoratrici delle campagne. 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Diamo uno sguardo ai recenti eventi e alle reazioni di alcune delle realtà che stanno promuovendo la progressiva decarcerizzazione della società statunitense.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/BCUPCB-biden-private.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCARCERE E VACCINI\r\n\r\nLa popolazione detenuta è stata inserita all’interno di quei segmenti di popolazione la cui vaccinazione contro il Covid-19 viene ritenuta prioritaria dalle istituzioni. All’interno della sezione femminile del carcere di Trieste, alcune detenute stanno protestando contro la possibile obbligatorietà di questo vaccino e rispetto al fatto che questa soluzione tecno-medicale vada a imporsi rispetto ad altre forme di intervento quali l’indulto e la deflazione della popolazione detenuta. Insieme a un compagno dell’Assemblea Contro il Carcere e la Repressione andiamo ad approfondire le cause di questa mobilitazione.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/BCUPCB-vaccini-stecco.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nREMS, COVID E NEUROPSICOFARMACOLOGIA\r\n\r\nPartiamo da una condanna da parte della CEDU nei confronti dell’Italia riguardante la detenzione in carcere di persone che, a causa di una diagnosi psichiatrica, avrebbero diritto ad accedere ad altre strutture (REMS e comunità terapeutiche).\r\n\r\nRestando alla sofferenza psichica e al soluzionismo tecno-medicale, un documento dal XXII Congresso Nazionale della Società Italiana di Neuropsicofarmacologia ci racconta come la migliore risposta alla depressione e all’ansia prodotte dalla pandemia sia la somministrazione di massa di psicofarmaci. 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Le cause della sua morte restano incerte, ma i suoi compagni di prigionia raccontano di una lunga agonia e di un colpevole ritardo nei soccorsi. L’ennesimo morto nei lager di stato per persone immigrate ha riportato sui media mainstream il discorso su come finiscono le persone nei CPR; sebbene, come sempre, colpevolmente omettendo la relazione tra i CPR e lo sfruttamento sul lavoro, le leggi immigrazione e il razzismo sistemico. Secondo i giornali infatti, Abel infatti sarebbe stato recluso per un “cavillo burocratico”, in quanto il suo precedente legale era morto mentre stava depositando il ricorso dopo il diniego della Commissione territoriale alla richiesta di asilo, e così il suo permesso di soggiorno era scaduto. “Non aveva commesso alcun reato, lavorava come bracciante e aveva un datore di lavoro disponibile ad assumerlo”. \r\nIn questo primo approfondimento, insieme ad alcunx compagnx che ci hanno raggiunto dalla Puglia, proviamo a tracciare i collegamenti tra lo sfruttamento nelle campagne del Foggiano, dove Abel lavorava, la marginalizzazione e la precarietà lavorativa, abitativa e legale a cui sono costretti lavoratori e lavoratrici delle campagne e i meccanismi di criminalizzazione e repressione delle persone immigrate e delle lotte bracciantili della questura di Foggia, come le deportazioni verso i paesi dell’Africa Occidentale sempre più frequenti.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/harraga-puglia-9.5-parte-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\nNella seconda parte dell’approfondimento, lx compagnx pugliesi ci hanno raccontato degli ultimi episodi di rivolta, scioperi, resistenze nei CPR di Bari e di Brindisi, e del ruolo di questi due centri nel riempimento del CPR albanese di Gjader, attraverso trasferimenti verso altri centri della penisola, riempimenti mirati, spostamenti per e dall’Albania di persone che vengono pluritraumatizzate dalla macchina della tortura razzista di Stato. Il progetto di esternalizzazione della frontiera italiana attraverso la colonizzazione della nuova enclave carceraria albanese si appoggia ai centri pugliesi come stiva, ma non solo: genera trasferimenti continui che, se da una parte creano profitto, dall’altra spezzettano sempre di più le vite e le relazioni delle persone che vengono spostate da una parte all’altra come pacchi, rendendo sempre più difficile la loro difesa legale, il mantenimento di legami famigliari e di solidarietà, e aumentando i livelli di ricatto e di violenza sulle persone senza documenti.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/harraga-puglia-2.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nPer rimanere informati su quanto accade intorno ai CPR pugliesi, seguite https://japrlekk.noblogs.org/","18 Giugno 2025","2025-06-18 15:36:30","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/presidio-contro-il-cpr-di-baripalese-02-10-2025-200x110.jpg","Racconti dai CPR pugliesi di Bari e Brindisi",1750260990,[534,535,77],"http://radioblackout.org/tag/cpr-bari/","http://radioblackout.org/tag/cpr/",[537,538,26],"#cpr bari","cpr",{"post_content":540},{"matched_tokens":541,"snippet":542,"value":543},[18],"lo sfruttamento nelle campagne del \u003Cmark>Foggia\u003C/mark>no, dove Abel lavorava, la marginalizzazione","Nella notte tra l’1 e il 2 maggio, nel CPR di Brindisi-Restinco, muore Abel Okubor, cittadino nigeriano. 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Meg ci ha spiegato come attraverso le assemblee aperte a tutt* nelle università si è organizzata la costruzione politica dello spezzone di quest'anno\": \"lo spezzone sociale del primo maggio 2025 incarna l’unica alternativa reale allo scenario di guerra che sta venendo costruito scientificamente per imporre il ricatto della precarietà e un impoverimento progressivo in tutte le sfere della vita con l’obiettivo della disponibilità alla guerra\"\r\nAPPUNTAMENTO PER TUTT* ALLE 9.00 IN PIAZZA VITTORIO\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/F_m_29_04_Studentessa-presenta-spezzone-sociale-1-maggio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Salvatore, compagno di Taranto storico e coordinatore provinciale COBAS che ci ha spiegato come quest'anno in Puglia si terranno in piedi sia il primo maggio a Bari unitario regionale che quello a Taranto. Questa decisione è stata concordata e condivisa durante le assemblee di preparazione ed ha convinto tutt*: \"non è un segnale di separazione/divisione delle realtà di base coinvolte ma un riconoscere da parte di tutt* che la specificità di Taranto, dove si riscontra il ricatto salute/lavoro/ambiente da sempre, và a tracciare/riprendere e confermare un percorso politico che diventa riappropriazione del protagonismo della classe operaia pronta a riprendersi la piazza, il concerto popolare (che fin dalla sua prima edizione, l’evento si proponeva essere come un’alternativa alle celebrazioni istituzionali del Primo Maggio), la salute, il territorio, etc.\"\r\nQui di seguito pubblichiamo comunicato stampa del primo maggio regionale di Bari:\r\n\r\n\"Chiudiamo il consolato onorario israeliano di Bari, luogo di guerra e politiche di orrore!!!\r\nIl Tavolo regionale per la Palestina ,contro le guerre ed il riarmo UE, contro il governo della Meloni, organizza a Bari il 1 Maggio con partenza alle ore 9,30 da Piazza Diaz un corteo internazionalista a sostegno della Palestina e di tutti i popoli oppressi.\r\nAlla fine del corteo,affianco al teatro Petruzzelli, ci saranno interventi di lavoratori, studenti , associazioni, per un 1 Maggio solidale e contro il governo meloni .\r\nIl tavolo regionale ha sempre sostenuto nelle manifestazioni per la Palestina che israele non è solo quella entità che vediamo ;\r\nisraele vive soprattutto , come quello che vediamo in Puglia, grazie a quelle fitte relazioni sui territori fatte di produzione militare e civile ,di esercitazioni militari in comune,di cosiddetti rapporti culturali,di accordi con Enti ed Istituzioni come Regione Puglia ed Università.\r\nBasta vedere cosa riporta il sito facebook del consolato onorario di Puglia ,che comprende anche la regione Basilicata e Molise; il consolato è retto da luigi de santis, unico console onorario in Italia riconosciuto dallo stato di israele proprio per la sua importanza.\r\nIl console onorario Luigi de santis ha ricevuto a Dicembre dalla prefettura di Bari il mantenimento della scorta.\r\nUn esempio di questa proficua attività è rappresentato dall’incontro realizzato il 18 marzo2025 tra il presidente della nuova fiera del levante(proprietà regione Puglia),Gaetano Frulli,e il decano del corpo consolare della Puglia, Basilicata e Molise, ioania Gherorghias.\r\nIn questa occasione è stato firmato un protocollo d’intesa per promuovere le imprese del territorio sui mercati internazionali.\r\nOppure l’incontro svolto il 14 Gennaio 2025con il ministro degli affari esteri di israele, gideon moshe sa’ar.\r\nUnitamente ai rapporti di collaborazione con la Regione Puglia ,con le Università,di scuole di droni per quello che significa, di costruzione di pezzi di aereo od elicottero per uso militare a volte in piccoli paesi,di esercitazioni militari come quella avvenuta presso l’aeroporto militare di Amendola ,vicino Foggia , l’11 Febbraio 2025.\r\nProprio lì davanti abbiamo manifestato lo scorso giugno per il G7 ascoltando negli incontri svolti in quella occasione il Vescovo di Manfredonia Moscone;oggi il Vescovo viene messo all’indice dall’Ambasciata israeliana di Roma che si è recata presso la Santa Sede dove lo ha accusato di antisemitismo.\r\nIl ruolo di informatore qualcuno lo avrà certamente svolto…. ed il dubbio ci viene.\r\nPer non dimenticare tutte le apparecchiature di sicurezza e di comunicazione comprate dai militari italiani,nell’ultimo periodo il governo italiano ha comprato centinaia di missili anti/carro proprio come quelli usati a Gaza in questi anni.\r\nRicordiamo anche il tentativo di costruire un villaggio turistico per riccastri in località Mogale (Ostuni) da una società Israeliana; caso strano il console onorario è il responsabile regionale dei giovani costruttori edili.\r\nBisogna chiudere questo consolato barese ormai diventato luogo di guerra e di terrore ; così come sul finire degli anni ’80 ,nelle lotte di sostegno alle Intifada Palestinesi, contrastammo in tanti duramente la istituita camera di commercio italo-israeliana fino alla sua chiusura.\r\nRealizzammo una doppia incursione all’interno della Fiera del Levante; la prima togliendo dal pennone la bandiera di israele ,buttandola nel cassonetto della spazzatura ed esponendo una enorme bandiera Palestina con la scritta “Palestina Libera”.\r\nLa seconda incursione avvenne all’interno di uno stand a loro dedicato , all’esterno della “galleria delle nazioni”.\r\nIn quella occasione furono trovati, ben occultati, degli opuscoli dedicata agli operatori commerciali.\r\nQuesti opuscoli parlavano della possibilità di non pagare tasse attraverso la triangolazione Italia-israele-Sudafrica dell’allora Apartheid.\r\nOggi più che mai è necessaria la lotta contro israele , a sostegno della Palestina.\r\nBisogna chiudere il consolato onorario di Bari che sostiene israele attraverso relazioni con “sinceri democratici” pugliesi.\r\nE’ ora di dire basta, la misura è più che colma.\r\nBari 27.04.2025\"\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/F_m_29_04_Salvatore-COBAS-su-1-maggio-a-Bari-e-Taranto.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl terzo approfondimento della serata lo abbiamo fatto in compagnia di Leo dell'Assemblea Pecaria Universitaria. Partendo dall'assemblea che ha visto ricercat* e lavorat* dell'università sempre più unit* nella lotta contro i forti tagli imposti dalla scorsa finanziaria e dalla riforma Bernini (per quanto momentaneamente \"stoppata), ci siamo fatti poi descrivere i prossimi appuntamenti che coinvolgeranno l'assemblea pecaria, il primo maggio in corteo all'interno dello spezzone sociale e il 12 maggio verso uno sciopero del precariato universitario, creato dall'unione delle diverse realtà italiane.\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/F_m_29_04_Leo-assemblea-universitaria-precaria-su-sciopero-nazionale-12-maggio-.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl quarto argomento della puntata è stato quello dei reiterati comportamenti a dir poco anti-sindacali, messi in atto dalla cooperativa sociale Arcobaleno, ne abbiamo parlato con Giancarlo secondo lavoratore da poco licenziato dalla cooperativa stessa. Abbiamo parlato più volte di questa realtà, che tra gli altri ambiti si occupa di fornire servizi di raccolta rifiuti per il comune di Torino, che da quando ha visto l'interesse attivo da parte di Marco e Giancarlo, delegati USB all'interno della cooperativa, nel tutelare i lavoratori e la loro paga, ha inaugurato una vera e propria guerra contro chi osa dissentire.\r\n\r\nPrima i richiami a Marco per gli attacchinaggi in sede (tramite il cavillo che la bacheca sindacale era ad uso esclusivo dell'altro sindacato interno alla cooperativa, la CGIL), seguiti dal licenziamento per danno di immagine alla cooperativa. (ne abbiamo parlato in passato in questa intervista). Per poi arrivare al licenziamento di una persona con un'invalidità del 75%, seguita dai servizi sociali di più di 50 anni, da parte di quelle realtà che dovrebbero agire esattamente per non permettere che queste cose avvengano. Ci siamo fatti raccontare da Giancarlo i dettagli di questa vicenda, il quale ci ha anche invitati al presidio del 13 maggio, all'interno dello sciopero delle cooperative sociali davanti al comune, per richiedere il commissariamento della cooperativa.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/F_m_29_04_Giancarlo-su-licenziamento-cooperativa-arcobaleno.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","13 Maggio 2025","2025-05-13 23:17:02","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/spezzone-social-200x110.jpeg","frittura mista|radio fabbrica 29/04/2025",1747178222,[563],"http://radioblackout.org/tag/frittura-mista-radio-fabbrica/",[565],"frittura mista radio fabbrica",{"post_content":567},{"matched_tokens":568,"snippet":569,"value":570},[18],"l’aeroporto militare di Amendola ,vicino \u003Cmark>Foggia\u003C/mark> , l’11 Febbraio 2025.\r\nProprio lì","Il primo approfondimento della puntata lo abbiamo fatto in compagnia di Meg studentessa universitaria a Torino sulla partecipazione al corteo del primo maggio 2025 dello spezzone sociale. 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Questa decisione è stata concordata e condivisa durante le assemblee di preparazione ed ha convinto tutt*: \"non è un segnale di separazione/divisione delle realtà di base coinvolte ma un riconoscere da parte di tutt* che la specificità di Taranto, dove si riscontra il ricatto salute/lavoro/ambiente da sempre, và a tracciare/riprendere e confermare un percorso politico che diventa riappropriazione del protagonismo della classe operaia pronta a riprendersi la piazza, il concerto popolare (che fin dalla sua prima edizione, l’evento si proponeva essere come un’alternativa alle celebrazioni istituzionali del Primo Maggio), la salute, il territorio, etc.\"\r\nQui di seguito pubblichiamo comunicato stampa del primo maggio regionale di Bari:\r\n\r\n\"Chiudiamo il consolato onorario israeliano di Bari, luogo di guerra e politiche di orrore!!!\r\nIl Tavolo regionale per la Palestina ,contro le guerre ed il riarmo UE, contro il governo della Meloni, organizza a Bari il 1 Maggio con partenza alle ore 9,30 da Piazza Diaz un corteo internazionalista a sostegno della Palestina e di tutti i popoli oppressi.\r\nAlla fine del corteo,affianco al teatro Petruzzelli, ci saranno interventi di lavoratori, studenti , associazioni, per un 1 Maggio solidale e contro il governo meloni .\r\nIl tavolo regionale ha sempre sostenuto nelle manifestazioni per la Palestina che israele non è solo quella entità che vediamo ;\r\nisraele vive soprattutto , come quello che vediamo in Puglia, grazie a quelle fitte relazioni sui territori fatte di produzione militare e civile ,di esercitazioni militari in comune,di cosiddetti rapporti culturali,di accordi con Enti ed Istituzioni come Regione Puglia ed Università.\r\nBasta vedere cosa riporta il sito facebook del consolato onorario di Puglia ,che comprende anche la regione Basilicata e Molise; il consolato è retto da luigi de santis, unico console onorario in Italia riconosciuto dallo stato di israele proprio per la sua importanza.\r\nIl console onorario Luigi de santis ha ricevuto a Dicembre dalla prefettura di Bari il mantenimento della scorta.\r\nUn esempio di questa proficua attività è rappresentato dall’incontro realizzato il 18 marzo2025 tra il presidente della nuova fiera del levante(proprietà regione Puglia),Gaetano Frulli,e il decano del corpo consolare della Puglia, Basilicata e Molise, ioania Gherorghias.\r\nIn questa occasione è stato firmato un protocollo d’intesa per promuovere le imprese del territorio sui mercati internazionali.\r\nOppure l’incontro svolto il 14 Gennaio 2025con il ministro degli affari esteri di israele, gideon moshe sa’ar.\r\nUnitamente ai rapporti di collaborazione con la Regione Puglia ,con le Università,di scuole di droni per quello che significa, di costruzione di pezzi di aereo od elicottero per uso militare a volte in piccoli paesi,di esercitazioni militari come quella avvenuta presso l’aeroporto militare di Amendola ,vicino \u003Cmark>Foggia\u003C/mark> , l’11 Febbraio 2025.\r\nProprio lì davanti abbiamo manifestato lo scorso giugno per il G7 ascoltando negli incontri svolti in quella occasione il Vescovo di Manfredonia Moscone;oggi il Vescovo viene messo all’indice dall’Ambasciata israeliana di Roma che si è recata presso la Santa Sede dove lo ha accusato di antisemitismo.\r\nIl ruolo di informatore qualcuno lo avrà certamente svolto…. ed il dubbio ci viene.\r\nPer non dimenticare tutte le apparecchiature di sicurezza e di comunicazione comprate dai militari italiani,nell’ultimo periodo il governo italiano ha comprato centinaia di missili anti/carro proprio come quelli usati a Gaza in questi anni.\r\nRicordiamo anche il tentativo di costruire un villaggio turistico per riccastri in località Mogale (Ostuni) da una società Israeliana; caso strano il console onorario è il responsabile regionale dei giovani costruttori edili.\r\nBisogna chiudere questo consolato barese ormai diventato luogo di guerra e di terrore ; così come sul finire degli anni ’80 ,nelle lotte di sostegno alle Intifada Palestinesi, contrastammo in tanti duramente la istituita camera di commercio italo-israeliana fino alla sua chiusura.\r\nRealizzammo una doppia incursione all’interno della Fiera del Levante; la prima togliendo dal pennone la bandiera di israele ,buttandola nel cassonetto della spazzatura ed esponendo una enorme bandiera Palestina con la scritta “Palestina Libera”.\r\nLa seconda incursione avvenne all’interno di uno stand a loro dedicato , all’esterno della “galleria delle nazioni”.\r\nIn quella occasione furono trovati, ben occultati, degli opuscoli dedicata agli operatori commerciali.\r\nQuesti opuscoli parlavano della possibilità di non pagare tasse attraverso la triangolazione Italia-israele-Sudafrica dell’allora Apartheid.\r\nOggi più che mai è necessaria la lotta contro israele , a sostegno della Palestina.\r\nBisogna chiudere il consolato onorario di Bari che sostiene israele attraverso relazioni con “sinceri democratici” pugliesi.\r\nE’ ora di dire basta, la misura è più che colma.\r\nBari 27.04.2025\"\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/F_m_29_04_Salvatore-COBAS-su-1-maggio-a-Bari-e-Taranto.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl terzo approfondimento della serata lo abbiamo fatto in compagnia di Leo dell'Assemblea Pecaria Universitaria. Partendo dall'assemblea che ha visto ricercat* e lavorat* dell'università sempre più unit* nella lotta contro i forti tagli imposti dalla scorsa finanziaria e dalla riforma Bernini (per quanto momentaneamente \"stoppata), ci siamo fatti poi descrivere i prossimi appuntamenti che coinvolgeranno l'assemblea pecaria, il primo maggio in corteo all'interno dello spezzone sociale e il 12 maggio verso uno sciopero del precariato universitario, creato dall'unione delle diverse realtà italiane.\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/F_m_29_04_Leo-assemblea-universitaria-precaria-su-sciopero-nazionale-12-maggio-.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl quarto argomento della puntata è stato quello dei reiterati comportamenti a dir poco anti-sindacali, messi in atto dalla cooperativa sociale Arcobaleno, ne abbiamo parlato con Giancarlo secondo lavoratore da poco licenziato dalla cooperativa stessa. Abbiamo parlato più volte di questa realtà, che tra gli altri ambiti si occupa di fornire servizi di raccolta rifiuti per il comune di Torino, che da quando ha visto l'interesse attivo da parte di Marco e Giancarlo, delegati USB all'interno della cooperativa, nel tutelare i lavoratori e la loro paga, ha inaugurato una vera e propria guerra contro chi osa dissentire.\r\n\r\nPrima i richiami a Marco per gli attacchinaggi in sede (tramite il cavillo che la bacheca sindacale era ad uso esclusivo dell'altro sindacato interno alla cooperativa, la CGIL), seguiti dal licenziamento per danno di immagine alla cooperativa. (ne abbiamo parlato in passato in questa intervista). Per poi arrivare al licenziamento di una persona con un'invalidità del 75%, seguita dai servizi sociali di più di 50 anni, da parte di quelle realtà che dovrebbero agire esattamente per non permettere che queste cose avvengano. Ci siamo fatti raccontare da Giancarlo i dettagli di questa vicenda, il quale ci ha anche invitati al presidio del 13 maggio, all'interno dello sciopero delle cooperative sociali davanti al comune, per richiedere il commissariamento della cooperativa.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/F_m_29_04_Giancarlo-su-licenziamento-cooperativa-arcobaleno.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]",[572],{"field":135,"matched_tokens":573,"snippet":569,"value":570},[18],{"best_field_score":518,"best_field_weight":548,"fields_matched":142,"num_tokens_dropped":51,"score":549,"tokens_matched":142,"typo_prefix_score":51},{"document":576,"highlight":601,"highlights":606,"text_match":516,"text_match_info":609},{"comment_count":51,"id":577,"is_sticky":51,"permalink":578,"podcastfilter":579,"post_author":492,"post_content":580,"post_date":581,"post_excerpt":57,"post_id":577,"post_modified":582,"post_thumbnail":583,"post_title":584,"post_type":498,"sort_by_date":585,"tag_links":586,"tags":594},"88344","http://radioblackout.org/podcast/violenza-sanitaria-marco-bondavalli-circuito-della-violenza-tortura-pestaggi-e-suicidi/",[450],"Estratti dalla puntata del 25 marzo 2024 di Bello Come Una Prigione Che Brucia\r\n\r\n \r\n\r\nVIOLENZA SANITARIA: LA STORIA DI MARCO BONDAVALLI\r\n\r\nNegli ultimi mesi, grazie al contributo dello Sportello di Supporto Psicologico per i famigliari delle persone uccise dal carcere e alle testimonianze della sorella, abbiamo in più occasioni raccontato la situazione di sofferenza e di rischio per la propria sopravvivenza a cui è stato costretto Marco Leandro Bondavalli.\r\n\r\nAttualmente trasferito in ricovero ospedaliero (art. 11 OP), Marco ha scelto di prendere parola e di raccontarci la dimensione di violenza sanitaria che può assumere la detenzione:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/BCUPCB_bondavalli-audio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nTORTURA, PESTAGGI E SUICIDI\r\n\r\nIl carcere è un “circuito della violenza”: quella della cattura, quella sanitaria, quella muscolare delle squadrette punitive, quella dei suicidi.\r\n\r\nDa Foggia arriva la notizia di una nuova inchiesta sulle torture in carcere, con tanto di filmato, che ci restituisce la normalità dei pestaggi, il clima di totale “connivenza di corpo” che li consente, le pressioni operate sulle vittime, ma indirettamente anche la condizione di assuefazione verso cui ci sta conducendo – negli ultimi anni - la sequenza di esposizioni visive alla certificata brutalità della Polizia Penitenziaria.\r\n\r\nA Bologna, una donna di 55 anni si è suicidata inalando gas durante la visita del cardinale Zuppi (presidente della CEI), lasciando un ultimo messaggio che non uscirà – probabilmente - mai dalle mura della censura che tutela l’apparato punitivo.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/BCUPCB_foggia-dozza.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nLa violenza in carcere assume forme diverse a seconda di come si incanala: è certamente quella strutturale (della cattura, della sottomissione, della depressione scientifica, dell’abbandono sanitario, ecc.), è molto evidentemente quella muscolare dei pestaggi, ma anche i suicidi possono essere identificati come un indirizzamento della violenza verso di sé. A questo proposito leggiamo un contributo di Salvatore Ricciardi:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/BCUPCB-ricciardi-suicidi.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDa Contromaelstrom:\r\n\r\nNegli anni dal 1960 al 1969 la presenza media nelle carceri era di 32.754 detenuti, i suicidi sono stati 100 e i tentativi di suicidio 302, pari a un tasso rispettivamente di 3,01 e 9,24 su 10.000. (media: 10 l’anno)\r\n\r\nNegli anni dal 2000 al 2009 la presenza media è stata di 58.000 detenuti, i suicidi sono stati 736 e i tentativi di suicidio oltre 8.000, pari a un tasso rispettivamente di 10,32 e 142,94 su 10.000. (media: 56,6 suicidi l’anno). Le morti in generale sono circa 160 morti in generale l’anno. E sono in crescita!\r\n\r\nPerché questa impennata verso l’alto dei suicidi? Lo spartiacque avviene nel 1986. Prima di allora la rabbia dei detenuti scagliava la violenza prodotta dalla carcerazione contro le cose della prigione: rivolte e distruzioni di suppellettili e mura; e contro i carcerieri: sequestro di guardie, scontro con le stesse. Dopo il 1986, la rabbia dei detenuti, e la conseguente violenza, è stata indirizzata altrove: suicidi, tentati suicidi e atti di autolesionismo: oltre 10.000 l’anno.\r\nIl punto di vista dei media e dell’opinione pubblica benpensante è entusiasta: sono cessate le rivolte, il carcere è stato “pacificato”. I corpi dei detenuti ne risultano massacrati, ma questo all’opinione pubblica non interessa granché!\r\nCosa ha fatto cambiare direzione all’espressione della rabbia dei prigionieri? È stata l’introduzione del carcere “premiale”. Prima il carcere erogava solo violenza e ne riceveva dai carcerati altrettanta. Ora il carcere eroga ancora tanta violenza ma anche premi, in cambio pretende che il carcerato rispetti il carcere e i carcerieri altrimenti perde i premi (permessi, sconti di pena, misure alternative, ecc.). Il prigioniero è così “costretto” a indirizzare la violenza, che ha maturato dentro, verso se stesso.\r\nIl benpensante dirà: il sistema premiale ha tolto la violenza dal carcere (ha messo fine alle rivolte), se fosse sincero dovrebbe riconoscere che il sistema premiale ha semplicemente indirizzato altrove la violenza del prigioniero: verso il proprio corpo.\r\nI dati, osservati onestamente, ci dicono che, in termini di costi umani, la quantità di violenza è molto aumentata nelle carceri, ma si vede di meno!\r\nPer questo affermiamo che il carcere non è riformabile!","28 Marzo 2024","2024-03-28 09:56:58","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/bcupcb-circuito-violenza-200x110.jpg","VIOLENZA SANITARIA: MARCO BONDAVALLI - CIRCUITO DELLA VIOLENZA: TORTURA, PESTAGGI E SUICIDI",1711619818,[587,588,589,590,591,592,593],"http://radioblackout.org/tag/carcere/","http://radioblackout.org/tag/marco-bondavalli/","http://radioblackout.org/tag/reato-tortura/","http://radioblackout.org/tag/salvatore-ricciardi/","http://radioblackout.org/tag/sanita/","http://radioblackout.org/tag/suicidi-in-carcere/","http://radioblackout.org/tag/tortura/",[464,595,596,597,598,599,600],"marco bondavalli","reato tortura","Salvatore Ricciardi","Sanità","suicidi in carcere","tortura",{"post_content":602},{"matched_tokens":603,"snippet":604,"value":605},[18],"punitive, quella dei suicidi.\r\n\r\nDa \u003Cmark>Foggia\u003C/mark> arriva la notizia di una","Estratti dalla puntata del 25 marzo 2024 di Bello Come Una Prigione Che Brucia\r\n\r\n \r\n\r\nVIOLENZA SANITARIA: LA STORIA DI MARCO BONDAVALLI\r\n\r\nNegli ultimi mesi, grazie al contributo dello Sportello di Supporto Psicologico per i famigliari delle persone uccise dal carcere e alle testimonianze della sorella, abbiamo in più occasioni raccontato la situazione di sofferenza e di rischio per la propria sopravvivenza a cui è stato costretto Marco Leandro Bondavalli.\r\n\r\nAttualmente trasferito in ricovero ospedaliero (art. 11 OP), Marco ha scelto di prendere parola e di raccontarci la dimensione di violenza sanitaria che può assumere la detenzione:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/BCUPCB_bondavalli-audio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nTORTURA, PESTAGGI E SUICIDI\r\n\r\nIl carcere è un “circuito della violenza”: quella della cattura, quella sanitaria, quella muscolare delle squadrette punitive, quella dei suicidi.\r\n\r\nDa \u003Cmark>Foggia\u003C/mark> arriva la notizia di una nuova inchiesta sulle torture in carcere, con tanto di filmato, che ci restituisce la normalità dei pestaggi, il clima di totale “connivenza di corpo” che li consente, le pressioni operate sulle vittime, ma indirettamente anche la condizione di assuefazione verso cui ci sta conducendo – negli ultimi anni - la sequenza di esposizioni visive alla certificata brutalità della Polizia Penitenziaria.\r\n\r\nA Bologna, una donna di 55 anni si è suicidata inalando gas durante la visita del cardinale Zuppi (presidente della CEI), lasciando un ultimo messaggio che non uscirà – probabilmente - mai dalle mura della censura che tutela l’apparato punitivo.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/BCUPCB_foggia-dozza.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nLa violenza in carcere assume forme diverse a seconda di come si incanala: è certamente quella strutturale (della cattura, della sottomissione, della depressione scientifica, dell’abbandono sanitario, ecc.), è molto evidentemente quella muscolare dei pestaggi, ma anche i suicidi possono essere identificati come un indirizzamento della violenza verso di sé. 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Ad aggiungere tragedia ad una situazione già pesante, oggi è anche deceduta una donna di 74 anni in un'incidente stradale mentre stava per recarsi al lavoro alle primi luci dell'alba, stavolta in provincia di Bari.\r\n\r\nDi seguito vi proponiamo la loro chiamata al corteo, che si svolgerà a Foggia l'11 giugno dalle 10 del mattino :\r\n\r\n\"Come già accaduto in anni passati, i braccianti africani tornano a denunciare molteplici aggressioni a evidente sfondo razzista, accadute lo scorso fine settimana, che hanno coinvolto almeno una decina di persone attaccate in diverse zone della città di Foggia, e altre a Borgo Mezzanone.\r\n\r\nLe aggressioni sono avvenute alle prime luci dell’alba: mentre i braccianti si recavano al lavoro a bordo delle loro biciclette sono stati avvicinati da auto o motorini, da cui sono partiti lanci di pietre, schiaffi e pugni. In altri casi chi si trovava sui veicoli ha deliberatamente cercato di fare cadere i lavoratori africani dalle loro biciclette per poi aggredirli una volta a terra.\r\nTre di questi lavoratori sono rimasti feriti ma non tutti si sono recati in ospedale, per paura e con la consapevolezza che difficilmente avrebbero ricevuto le cure necessarie.\r\n\r\n\r\nE’ ora di dire basta a queste violenze, figlie della stessa cultura che discrimina gli immigrati attraverso leggi fatte per dividere e sfruttare, attraverso ostacoli burocratici, ghettizzazione e personale razzista negli ospedali, nelle questure e in altri uffici pubblici.\r\nI lavoratori e le lavoratrici delle campagne della provincia di Foggia chiamano all’appello gli e le antirazziste in tutta Italia, affinché sostengano la loro battaglia contro tutte le forme di violenza razzista e per il riconoscimento di documenti, case e contratti che rendano loro la vita vivibile. Abbiamo sofferto abbastanza e siamo stanchi di parole al vento!\r\n\r\n\r\nCi troviamo sabato mattina, 11 giugno, alle h. 10 al piazzale della stazione di Foggia. Da qui partiremo in corteo per arrivare alla Prefettura, dove chiediamo di incontrare le autorità per avere risposte immediate. Basta razzismo, documenti case e contratti per tutt*\"\r\n\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/F_m_07_06_Lancio-manifestazione-11-a-Foggia-contro-violenza-razzista.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n[download]\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in con Pasquale rsa Fiom alle car Fiat /Stellatis mirafiori sullo sciopero del 31/05/22.\r\n\r\n\r\nQualcosa inizia a scricchiolare nella fragile pace sociale delle aziende Stellantis in Italia. Pomigliano, Melfi, Mirafiori, migliaia di operai costretti a lavorare a ritmi insostenibili, meno di un minuto ad operazione, con un caldo tale da svenire. E per queste ragioni che gli scioperi nelle fabbriche cominciano il 27/05/22 a Pomigliano, il giorno dello sciopero, proprio nello stabilimento\r\nin cui, era stato imposto, nel 2010, il nuovo contratto voluto guarda caso da Marchionne, con condizioni addirittura peggiori per i dipendenti con l’introduzione dei nuovi criteri organizzativi del World Class Manifacturing.\r\nSi arriva al giorno 31/05 con lo sciopero a mirafiori i motivi gli stessi: l’insostenibilità del caldo e dei ritmi, l’organico ridotto, si produce di più con meno operai. Lo sciopero è parecchio partecipato.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/F_m_07_06_Pasquale-RSU-Fiom-su-sciopero-a-Mirafiori.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n[download]\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo argomento lo abbiamo approfondito grazie al collegamento telefonico con Stefano del Coordinamento Lavoratori No Green Pass. Abbiamo voluto farci raccontare come è andata la contestazione durante un evento del festival dell'economia e come continua a procedere il cammino di questo coordinamento che dalla singola questione del certificato verde, và estendenendo il suo campo di interesse a sempre più ambiti nei quali si evidenziani discriminazioni ed ingiustizie sociali. Dal comunicato di lancio dell'iniziativa svoltasi il 2 Giugno:\r\n\r\n\"Dal 31 maggio al 4 giugno si svolge a Torino il Festival Internazionale dell’Economia, dal titolo: “Merito, diversità e giustizia sociale”. Tra promotori e ospiti, molto spesso coincidenti, ci sono Fondazione e Compagnia di San Paolo, Confindustria, il Comune, l'Università di Torino, i sindacati, numerosi esponenti del governo e sedicenti intellettuali. A mediare sono i media, principalmente giornalisti e scrittori. Le parole chiave sono “uguaglianza”, “inclusione”, “resilienza”, “sostenibilità” e “responsabilità sociale”. Secondo Tito Boeri, direttore del festival, l’obiettivo comune è ridurre “il senso di ingiustizia che molti perdenti nutrono” nei confronti della società. Noi stiamo dalla parte dei “perdenti”!\r\nVogliamo riportare alla memoria alcuni episodi recenti che questo festival ha evidentemente rimosso. Troviamo la Compagnia di San Paolo tra gli attori protagonisti, tre anni fa, del cosiddetto \"sgombero dolce\" delle palazzine dell'Ex-Moi dove vivevano centinaia di rifugiati esclusi dall'accoglienza. I progetti sociali offerti dalla fondazione filantropica hanno coinvolto solo una minoranza di abitanti. Da allora, gli esclusi dai progetti dormono in strada o ammassati in case fatiscenti. L’intervento del terzo settore ha solo contribuito a rompere i legami fra gli occupanti, facilitando così il lavoro della polizia. Nel 2021 il presidente della Circoscrizione 7 (PD) ordina di rimuovere le panchine sul Lungo Dora per impedirne l’uso a cittadini sgraditi. Nei giorni più freddi dell'inverno, il Comune ordina lo sgombero dei senza tetto dai portici del centro storico privandoli delle coperte che vengono gettate nei camion dell'immondizia davanti ai loro occhi. Questa è la prassi della “lotta all’emarginazione” in questa città.\"\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/F_m_07_06_Contestazione-festival-economia-e-percorso-coord.lav_.-no-gp.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","9 Giugno 2022","2022-06-09 23:28:02","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/286440408_5505106886222058_6006858531246434206_eviii-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 07/06/2022",1654815950,[],[],{"post_content":624},{"matched_tokens":625,"snippet":626,"value":627},[171],"un bracciante agricolo attivo nel \u003Cmark>foggia\u003C/mark>no, che ci ha testimoniato l'insostenibile"," \r\n\r\nIl primo argomento lo abbiamo trattato in compagnia di un bracciante agricolo attivo nel \u003Cmark>foggia\u003C/mark>no, che ci ha testimoniato l'insostenibile situazione che coinvolge lui e i suoi colleghi.\r\n\r\nEsasperati dalle continue aggressioni subite nelle isolate strade di campagna, tardi di notte o presto al mattino nel tragitto dal lavoro alle loro abitazioni, hanno voluto lanciare un corteo per chiedere delle risposte a questa violenza gratuita, sistemica e totalmente ignorata dalle autorità locali. Ad aggiungere tragedia ad una situazione già pesante, oggi è anche deceduta una donna di 74 anni in un'incidente stradale mentre stava per recarsi al lavoro alle primi luci dell'alba, stavolta in provincia di Bari.\r\n\r\nDi seguito vi proponiamo la loro chiamata al corteo, che si svolgerà a \u003Cmark>Foggia\u003C/mark> l'11 giugno dalle 10 del mattino :\r\n\r\n\"Come già accaduto in anni passati, i braccianti africani tornano a denunciare molteplici aggressioni a evidente sfondo razzista, accadute lo scorso fine settimana, che hanno coinvolto almeno una decina di persone attaccate in diverse zone della città di \u003Cmark>Foggia\u003C/mark>, e altre a Borgo Mezzanone.\r\n\r\nLe aggressioni sono avvenute alle prime luci dell’alba: mentre i braccianti si recavano al lavoro a bordo delle loro biciclette sono stati avvicinati da auto o motorini, da cui sono partiti lanci di pietre, schiaffi e pugni. In altri casi chi si trovava sui veicoli ha deliberatamente cercato di fare cadere i lavoratori africani dalle loro biciclette per poi aggredirli una volta a terra.\r\nTre di questi lavoratori sono rimasti feriti ma non tutti si sono recati in ospedale, per paura e con la consapevolezza che difficilmente avrebbero ricevuto le cure necessarie.\r\n\r\n\r\nE’ ora di dire basta a queste violenze, figlie della stessa cultura che discrimina gli immigrati attraverso leggi fatte per dividere e sfruttare, attraverso ostacoli burocratici, ghettizzazione e personale razzista negli ospedali, nelle questure e in altri uffici pubblici.\r\nI lavoratori e le lavoratrici delle campagne della provincia di \u003Cmark>Foggia\u003C/mark> chiamano all’appello gli e le antirazziste in tutta Italia, affinché sostengano la loro battaglia contro tutte le forme di violenza razzista e per il riconoscimento di documenti, case e contratti che rendano loro la vita vivibile. Abbiamo sofferto abbastanza e siamo stanchi di parole al vento!\r\n\r\n\r\nCi troviamo sabato mattina, 11 giugno, alle h. 10 al piazzale della stazione di \u003Cmark>Foggia\u003C/mark>. Da qui partiremo in corteo per arrivare alla Prefettura, dove chiediamo di incontrare le autorità per avere risposte immediate. Basta razzismo, documenti case e contratti per tutt*\"\r\n\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/F_m_07_06_Lancio-manifestazione-11-a-Foggia-contro-violenza-razzista.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n[download]\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in con Pasquale rsa Fiom alle car Fiat /Stellatis mirafiori sullo sciopero del 31/05/22.\r\n\r\n\r\nQualcosa inizia a scricchiolare nella fragile pace sociale delle aziende Stellantis in Italia. Pomigliano, Melfi, Mirafiori, migliaia di operai costretti a lavorare a ritmi insostenibili, meno di un minuto ad operazione, con un caldo tale da svenire. E per queste ragioni che gli scioperi nelle fabbriche cominciano il 27/05/22 a Pomigliano, il giorno dello sciopero, proprio nello stabilimento\r\nin cui, era stato imposto, nel 2010, il nuovo contratto voluto guarda caso da Marchionne, con condizioni addirittura peggiori per i dipendenti con l’introduzione dei nuovi criteri organizzativi del World Class Manifacturing.\r\nSi arriva al giorno 31/05 con lo sciopero a mirafiori i motivi gli stessi: l’insostenibilità del caldo e dei ritmi, l’organico ridotto, si produce di più con meno operai. Lo sciopero è parecchio partecipato.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/F_m_07_06_Pasquale-RSU-Fiom-su-sciopero-a-Mirafiori.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n[download]\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo argomento lo abbiamo approfondito grazie al collegamento telefonico con Stefano del Coordinamento Lavoratori No Green Pass. Abbiamo voluto farci raccontare come è andata la contestazione durante un evento del festival dell'economia e come continua a procedere il cammino di questo coordinamento che dalla singola questione del certificato verde, và estendenendo il suo campo di interesse a sempre più ambiti nei quali si evidenziani discriminazioni ed ingiustizie sociali. Dal comunicato di lancio dell'iniziativa svoltasi il 2 Giugno:\r\n\r\n\"Dal 31 maggio al 4 giugno si svolge a Torino il Festival Internazionale dell’Economia, dal titolo: “Merito, diversità e giustizia sociale”. Tra promotori e ospiti, molto spesso coincidenti, ci sono Fondazione e Compagnia di San Paolo, Confindustria, il Comune, l'Università di Torino, i sindacati, numerosi esponenti del governo e sedicenti intellettuali. A mediare sono i media, principalmente giornalisti e scrittori. Le parole chiave sono “uguaglianza”, “inclusione”, “resilienza”, “sostenibilità” e “responsabilità sociale”. Secondo Tito Boeri, direttore del festival, l’obiettivo comune è ridurre “il senso di ingiustizia che molti perdenti nutrono” nei confronti della società. Noi stiamo dalla parte dei “perdenti”!\r\nVogliamo riportare alla memoria alcuni episodi recenti che questo festival ha evidentemente rimosso. Troviamo la Compagnia di San Paolo tra gli attori protagonisti, tre anni fa, del cosiddetto \"sgombero dolce\" delle palazzine dell'Ex-Moi dove vivevano centinaia di rifugiati esclusi dall'accoglienza. I progetti sociali offerti dalla fondazione filantropica hanno coinvolto solo una minoranza di abitanti. Da allora, gli esclusi dai progetti dormono in strada o ammassati in case fatiscenti. L’intervento del terzo settore ha solo contribuito a rompere i legami fra gli occupanti, facilitando così il lavoro della polizia. Nel 2021 il presidente della Circoscrizione 7 (PD) ordina di rimuovere le panchine sul Lungo Dora per impedirne l’uso a cittadini sgraditi. Nei giorni più freddi dell'inverno, il Comune ordina lo sgombero dei senza tetto dai portici del centro storico privandoli delle coperte che vengono gettate nei camion dell'immondizia davanti ai loro occhi. Questa è la prassi della “lotta all’emarginazione” in questa città.\"\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/F_m_07_06_Contestazione-festival-economia-e-percorso-coord.lav_.-no-gp.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]",[629],{"field":135,"matched_tokens":630,"snippet":626,"value":627},[171],{"best_field_score":518,"best_field_weight":548,"fields_matched":142,"num_tokens_dropped":51,"score":549,"tokens_matched":142,"typo_prefix_score":51},{"document":633,"highlight":645,"highlights":650,"text_match":516,"text_match_info":653},{"comment_count":51,"id":634,"is_sticky":51,"permalink":635,"podcastfilter":636,"post_author":492,"post_content":637,"post_date":638,"post_excerpt":57,"post_id":634,"post_modified":639,"post_thumbnail":640,"post_title":641,"post_type":498,"sort_by_date":642,"tag_links":643,"tags":644},"74805","http://radioblackout.org/podcast/smart-cities-e-punteggio-sociale/",[450],"Estratti dalla puntata del 4 aprile 2022 di Bello 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