","Guerra e libertà di informazione. Tolti gli accrediti a giornalisti italiani",1678897012,[122,123,124],"http://radioblackout.org/tag/andrea-sceresini/","http://radioblackout.org/tag/liberta-informazione/","http://radioblackout.org/tag/ucraina/",[126,127,15],"Andrea Sceresini","libertà informazione",{"post_content":129},{"matched_tokens":130,"snippet":131,"value":132},[20],"repubbliche separatiste di Donetsk e \u003Cmark>Lugansk\u003C/mark>. Quanto basta per essere considerati","Guerra in Ucraina. Diversi giornalisti italiani, tra cui Andrea Sceresini, freelance intervistato ai nostri microfoni, il 6 Febbraio si sono visti sospendere l’accredito giornalistico dall ministero della Difesa del governo di Kyiv dopo un reporage realizzato nella città sotto attacco di Bakhmut, in quanto ritenuti collaborazionisti con il governo di Mosca, motivazione su cui non è stata offerta mai alcuna prova. Da quel momento, non hanno potuto più svolgere la loro attività di reporter di guerra.\r\n\r\nI due giornalisti da molti anni seguono le vicende politiche in Ucraina, fin dal 2014 e dai primi conflitti nel Donbass. La colpa, mai comunicata formalmente in realtà dal governo ucraino ma rifertia tramite la Farnesina, parrebbe essere quella di aver raccontato il conflitto su entrambi i lati, realizzando inchieste anche nelle repubbliche separatiste di Donetsk e \u003Cmark>Lugansk\u003C/mark>. Quanto basta per essere considerati come \"giornalisti nemici\".\r\n\r\nUna vicenda esemplificativa della quantità di propaganda di cui è intrisa questa guerra, come tutte probabilmente, e di quanto sia difficile raccontarla in modo obiettivo a causa di una polarizzazione totale, in cui esporre dei dubbi, non essere allineato alle voci militariste, parlare di diserzione o fare delle critiche al governo Ucraino, equivale ad essere, tramite una equazione strampalata, pro-Putin o pro-invasione.\r\n\r\nNe parliamo al microfono con Andrea Sceresini:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/ucraina.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ",[134],{"field":101,"matched_tokens":135,"snippet":131,"value":132},[20],578730123365187700,{"best_field_score":138,"best_field_weight":139,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":47,"score":140,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":47},"1108091338752",14,"578730123365187697",{"document":142,"highlight":164,"highlights":169,"text_match":136,"text_match_info":172},{"cat_link":143,"category":147,"comment_count":47,"id":151,"is_sticky":47,"permalink":152,"post_author":50,"post_content":153,"post_date":154,"post_excerpt":53,"post_id":151,"post_modified":155,"post_thumbnail":156,"post_thumbnail_html":157,"post_title":158,"post_type":56,"sort_by_date":159,"tag_links":160,"tags":162},[144,145,146,44],"http://radioblackout.org/category/altavisibilita/","http://radioblackout.org/category/bastioniorione/","http://radioblackout.org/category/notizie/",[148,149,150,46],"altavisibilita","BastioniOrione","Blackout Inside","74791","http://radioblackout.org/2022/04/sul-crinale-della-guerra-mondiale-discussione-con-yurii-colombo/","All'alba del 24 febbraio il presidente russo Vladimir Putin ha dato l'ordine di invadere lo Stato ucraino. La decisione è avvenuta poco dopo il riconoscimento ufficiale delle repubbliche separatiste del Donbass, Donetsk e Lugansk, e l'invio di truppe nel territorio con la motivazione ufficiale di un’iniziativa di peacekeeping. La crisi tra Russia, Ucraina, NATO e potenze occidentali non è scoppiata all’improvviso, il contrasto dura apertamente da otto anni. Spostando lo sguardo da un materialismo spicciolo e volendo invece indagare le correnti profonde, storiche e spirituali, che hanno portato all'attuale crinale che ci vede sull'orlo di una guerra mondiale, abbiamo deciso di pubblicare una serie di podcast.\r\n\r\nIl primo, focalizzato preminentemente sulle pulsioni etno-nazionaliste ex sovietiche e sul declino dell'impero russo, muove da un'approfondita discussione con Yurii Colombo, in occasione della presentazione all'Edera Squat del suo libro “Svoboda – Ucraina tra Nato e Russia dall’indipendenza a oggi”.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/Yurii-colombo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n00.00 | Sulle conseguenze delle narrazioni nazionaliste in Ucraina, capaci di ristrutturare la memoria della storia collettiva e sociale di un territorio da sempre caratterizzato dalla presenza di più lingue, etnie e culture.\r\n\r\n03.17 | Su come si è dipanata (ed armata) la violenza su basi etno-nazionaliste dopo il crollo dell’URSS e dopo il colpo di stato del 2014, nel contesto di uno stato del Nord del mondo che assomiglia al tipico vassallo occidentale del Sud del mondo.\r\n\r\n15.40 | Sulle fratture sociali, di classe, generazionali, geografiche e di interessi materiali attraverso cui poter analizzare la guerra in corso.\r\n\r\n18.56 | Sulla contrapposizione, le cui radici sono antiche, tra un \"popolo ucraino\" significato come bastione dei valori dell'Occidente contro l'invasione orientale, e il discorso panslavista glorificatore della grande Rus'.\r\n\r\n24.00 | Sulla crisi del neoliberismo e ritorno dello statalismo: non incentrato sul welfare ma bellico, fatto di riarmo e interventismo monetarista, di autarchia e di stretto controllo da parte del potere di ogni aspetto macroeconomico, con la centralizzazione del controllo dell’energia e sua nazionalizzazione.\r\n\r\n27.57 | Sulla paradossale espansione dell'ideologia eurasiatica nel territorio russo tutt'altro che omogeneo e anzi caratterizzato da una lunga storia di colonialismo interno, fino all'attuale dominio putiniano sulle ex repubbliche sovietiche, oggetto di estrazione di risorse naturali e sfruttamento della forza lavoro, dal Kirghizistan, all'Uzbekistan, al Tagikistan e in parte il Kazakistan. \r\n\r\n36.45 | Sulla perdita di potere del dollaro e l'ascesa dello Yuan-Renmimbi nel contesto di un rafforzato asse orientale Cina-Russia-India.\r\n\r\n51.30 | Sulla discrasia tra le mire imperialiste di Putin e la base materiale del paese: se non si può propriamente parlare di “rentier state”, a differenza di quanto promettevano trent’anni fa Eltsin e il suo team di “Chicago Boys” in salsa russa, l'economia non è certo diventata una delle prime quattro del mondo e continua ad essere idrocarburica.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","8 Aprile 2022","2022-04-08 14:16:58","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/copertina-1028x600-1-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"175\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/copertina-1028x600-1-300x175.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/copertina-1028x600-1-300x175.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/copertina-1028x600-1-1024x598.png 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/copertina-1028x600-1-768x448.png 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/copertina-1028x600-1.png 1028w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Sul crinale della guerra mondiale [1] Oltre l'eredità dell'impero russo",1649427361,[161],"http://radioblackout.org/tag/guerra/",[163],"guerra",{"post_content":165},{"matched_tokens":166,"snippet":167,"value":168},[20],"separatiste del Donbass, Donetsk e \u003Cmark>Lugansk\u003C/mark>, e l'invio di truppe nel","All'alba del 24 febbraio il presidente russo Vladimir Putin ha dato l'ordine di invadere lo Stato ucraino. La decisione è avvenuta poco dopo il riconoscimento ufficiale delle repubbliche separatiste del Donbass, Donetsk e \u003Cmark>Lugansk\u003C/mark>, e l'invio di truppe nel territorio con la motivazione ufficiale di un’iniziativa di peacekeeping. La crisi tra Russia, Ucraina, NATO e potenze occidentali non è scoppiata all’improvviso, il contrasto dura apertamente da otto anni. Spostando lo sguardo da un materialismo spicciolo e volendo invece indagare le correnti profonde, storiche e spirituali, che hanno portato all'attuale crinale che ci vede sull'orlo di una guerra mondiale, abbiamo deciso di pubblicare una serie di podcast.\r\n\r\nIl primo, focalizzato preminentemente sulle pulsioni etno-nazionaliste ex sovietiche e sul declino dell'impero russo, muove da un'approfondita discussione con Yurii Colombo, in occasione della presentazione all'Edera Squat del suo libro “Svoboda – Ucraina tra Nato e Russia dall’indipendenza a oggi”.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/Yurii-colombo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n00.00 | Sulle conseguenze delle narrazioni nazionaliste in Ucraina, capaci di ristrutturare la memoria della storia collettiva e sociale di un territorio da sempre caratterizzato dalla presenza di più lingue, etnie e culture.\r\n\r\n03.17 | Su come si è dipanata (ed armata) la violenza su basi etno-nazionaliste dopo il crollo dell’URSS e dopo il colpo di stato del 2014, nel contesto di uno stato del Nord del mondo che assomiglia al tipico vassallo occidentale del Sud del mondo.\r\n\r\n15.40 | Sulle fratture sociali, di classe, generazionali, geografiche e di interessi materiali attraverso cui poter analizzare la guerra in corso.\r\n\r\n18.56 | Sulla contrapposizione, le cui radici sono antiche, tra un \"popolo ucraino\" significato come bastione dei valori dell'Occidente contro l'invasione orientale, e il discorso panslavista glorificatore della grande Rus'.\r\n\r\n24.00 | Sulla crisi del neoliberismo e ritorno dello statalismo: non incentrato sul welfare ma bellico, fatto di riarmo e interventismo monetarista, di autarchia e di stretto controllo da parte del potere di ogni aspetto macroeconomico, con la centralizzazione del controllo dell’energia e sua nazionalizzazione.\r\n\r\n27.57 | Sulla paradossale espansione dell'ideologia eurasiatica nel territorio russo tutt'altro che omogeneo e anzi caratterizzato da una lunga storia di colonialismo interno, fino all'attuale dominio putiniano sulle ex repubbliche sovietiche, oggetto di estrazione di risorse naturali e sfruttamento della forza lavoro, dal Kirghizistan, all'Uzbekistan, al Tagikistan e in parte il Kazakistan. \r\n\r\n36.45 | Sulla perdita di potere del dollaro e l'ascesa dello Yuan-Renmimbi nel contesto di un rafforzato asse orientale Cina-Russia-India.\r\n\r\n51.30 | Sulla discrasia tra le mire imperialiste di Putin e la base materiale del paese: se non si può propriamente parlare di “rentier state”, a differenza di quanto promettevano trent’anni fa Eltsin e il suo team di “Chicago Boys” in salsa russa, l'economia non è certo diventata una delle prime quattro del mondo e continua ad essere idrocarburica.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ",[170],{"field":101,"matched_tokens":171,"snippet":167,"value":168},[20],{"best_field_score":138,"best_field_weight":139,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":47,"score":140,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":47},{"document":174,"highlight":193,"highlights":198,"text_match":136,"text_match_info":201},{"cat_link":175,"category":176,"comment_count":47,"id":177,"is_sticky":47,"permalink":178,"post_author":50,"post_content":179,"post_date":180,"post_excerpt":53,"post_id":177,"post_modified":181,"post_thumbnail":53,"post_thumbnail_html":53,"post_title":182,"post_type":56,"sort_by_date":183,"tag_links":184,"tags":190},[44],[46],"24167","http://radioblackout.org/2014/07/ucraina-opposti-nazionalismi/","La guerra civile nelle regioni orientali dell'Ucraina si sta giocando sulla contrapposizione tra opposti nazionalismi, l'uno con espliciti richiami all'identità ucraina declinata secondo ai canoni tipici dell'estrema destra, l'altro con chiari riferimenti alla resistenza antinazista russa durante la seconda guerra mondiale.\r\nNarrazioni false, utili però a dare forza a legami identitari, che da queste narrazioni traggono la linfa simbolica che giustifica una guerra che si basa su identità escludenti.\r\nIn alcuni casi il volersi russi o ucriani non dipende né dalla lingua né dalla cultura, ma da una scelta di campo.\r\nGiacomo, un compagno che fa giornalismo free lance in aree di guerra, ha trovato ospitalità da due giovani ucraini di famiglia e lingua russa, che temono l'autoritarismo putiniano più dei fascisti di Pravi Sector.\r\nDalla sua testimonianza emerge una realtà più composita e difficile da decodificare di quella presentata dai media main stream italiani.\r\n\r\nAscolta la diretta con Giacomo:\r\n\r\n2014 07 09 ucraina giacomo\r\n\r\nSullo stesso argomento vale la pena riportare gli stralci più significativi di un articolo di Matteo Tacconi sul Manifesto del 25 giugno:\r\n\r\n\"Chi sono i ribelli dell’est ucraino? Per Kiev sono terroristi secessionisti manovrati da Mosca, per i media russi forze di autodifesa che resistono ai golpisti della Majdan. Definizioni schematiche di un universo ben più articolato. In linea con lo scenario ucraino nel suo complesso.\r\n\r\nLa destra dell’est\r\nIn attesa di capire se il piano di pace di Poroshenko non è un foglio di carta, si può partire da destra. L’insurrezione a Donetsk, come nella vicina Lugansk, registra la presenza di personaggi riconducibili all’estremismo russo e russo-ucraino.\r\n\r\nUno è Pavel Gubarev. Trentunenne, imprenditore, ha una storia di militanza in Unità nazionale russa, formazione con venature xenofobe. È stato lui, a marzo, in concomitanza con lo scoppio della crisi di Crimea, a guidare la presa dei palazzi, fregiandosi poi della carica di governatore della Repubblica di Donetsk. Arrestato, è stato rilasciato a maggio. In quei giorni sono state attive altre sigle radicali, tra cui l’Unione eurasiatica della gioventù, braccio giovanile di Eurasia, movimento presieduto dall’accademico russo Aleksandr Dugin, uomo dal provato pensiero radicale.\r\n\r\nDa poco ha invitato a parlare alla Lomonosov, l’università moscovita dove insegna, Gabor Vona. È il numero uno di Jobbik, la destra ungherese più becera. Sempre a proposito di destre internazionali s’è venuto a sapere che i polacchi di Falanga e gli italiani di Millennium hanno inviato loro rappresentanti a Donetsk. Il che rivela che la famiglia nera europea s’è schierata dall’una e dall’altra parte della barricata ucraina. Non soltanto a Kiev, con Pravyi Sektor e le altre bande della Majdan. Nell’est ucraino un’altra personalità che si colloca a destra è Alexander Borodai, un russo, il capo del governo della Repubblica di Donetsk. A Mosca Borodai ha la fama di uno dei più noti interpreti dell’ultranazionalismo e commenta spesso sulla rivista Zavtra, cassa di risonanza di questi ambienti, che ha recentemente pubblicato una sorta di manifesto della Nuova Russia.\r\n\r\nÈ il nome di quella che dovrebbe essere un’entità statuale composta dalle aree di Donetsk e Lugansk, possibilmente allargata alla Transnistria e a Odessa. Il discorso sulla Nuova Russia allarga il campo dell’analisi, svincolandola dal solo tema, limitante, della collocazione politica. In ballo ci sono sentimenti, persone in carne e ossa. Alcune delle quali percepiscono il rapporto tra Ucraina e Russia come una cosa intima. Ci si arruola nelle milizie filorusse anche in nome di quest’idea, che trova ampi riscontri nella storia, nella cultura e nella letteratura. Sulla Majdan è accaduta grosso modo la stessa cosa.\r\n\r\nLa rivolta ha avuto una sua importante pulsione storica e culturale, identificabile nel pensiero nazionale-nazionalista ucraino, forgiato nell’ovest del paese e proteso a separare la vicenda biografica ucraina da quella russa.\r\n\r\nNell’insurrezione dell’est influiscono, restando sul piano della storia, anche i retaggi della seconda guerra mondiale. In questo senso la Maidan e la sua componente ultranazionalista ha assunto il sapore di una replica a scoppio ritardato delle attività dispiegate nell’Ucraina occidentale dai miliziani di Stepan Bandera, fautori di uno stato ucraino etnico. Contrassero un’alleanza tattica con Hitler in funzione antisovietica e antipolacca. Oggi la figura di Bandera spacca il paese. I circoli nazionalisti lo elevano al rango di eroe. L’est, sensibile alla Russia e alla tradizione della grande guerra patriottica, lo bolla come un nazista.\"","9 Luglio 2014","2014-07-21 14:07:31","Ucraina. Opposti nazionalismi",1404920902,[185,186,187,188,189,124],"http://radioblackout.org/tag/donbass/","http://radioblackout.org/tag/nazionalismo-russo/","http://radioblackout.org/tag/nazionalismo-ucraino/","http://radioblackout.org/tag/odessa/","http://radioblackout.org/tag/russia/",[191,32,34,18,192,15],"donbass","russia",{"post_content":194},{"matched_tokens":195,"snippet":196,"value":197},[20],"a Donetsk, come nella vicina \u003Cmark>Lugansk\u003C/mark>, registra la presenza di personaggi","La guerra civile nelle regioni orientali dell'Ucraina si sta giocando sulla contrapposizione tra opposti nazionalismi, l'uno con espliciti richiami all'identità ucraina declinata secondo ai canoni tipici dell'estrema destra, l'altro con chiari riferimenti alla resistenza antinazista russa durante la seconda guerra mondiale.\r\nNarrazioni false, utili però a dare forza a legami identitari, che da queste narrazioni traggono la linfa simbolica che giustifica una guerra che si basa su identità escludenti.\r\nIn alcuni casi il volersi russi o ucriani non dipende né dalla lingua né dalla cultura, ma da una scelta di campo.\r\nGiacomo, un compagno che fa giornalismo free lance in aree di guerra, ha trovato ospitalità da due giovani ucraini di famiglia e lingua russa, che temono l'autoritarismo putiniano più dei fascisti di Pravi Sector.\r\nDalla sua testimonianza emerge una realtà più composita e difficile da decodificare di quella presentata dai media main stream italiani.\r\n\r\nAscolta la diretta con Giacomo:\r\n\r\n2014 07 09 ucraina giacomo\r\n\r\nSullo stesso argomento vale la pena riportare gli stralci più significativi di un articolo di Matteo Tacconi sul Manifesto del 25 giugno:\r\n\r\n\"Chi sono i ribelli dell’est ucraino? Per Kiev sono terroristi secessionisti manovrati da Mosca, per i media russi forze di autodifesa che resistono ai golpisti della Majdan. Definizioni schematiche di un universo ben più articolato. In linea con lo scenario ucraino nel suo complesso.\r\n\r\nLa destra dell’est\r\nIn attesa di capire se il piano di pace di Poroshenko non è un foglio di carta, si può partire da destra. L’insurrezione a Donetsk, come nella vicina \u003Cmark>Lugansk\u003C/mark>, registra la presenza di personaggi riconducibili all’estremismo russo e russo-ucraino.\r\n\r\nUno è Pavel Gubarev. Trentunenne, imprenditore, ha una storia di militanza in Unità nazionale russa, formazione con venature xenofobe. È stato lui, a marzo, in concomitanza con lo scoppio della crisi di Crimea, a guidare la presa dei palazzi, fregiandosi poi della carica di governatore della Repubblica di Donetsk. Arrestato, è stato rilasciato a maggio. In quei giorni sono state attive altre sigle radicali, tra cui l’Unione eurasiatica della gioventù, braccio giovanile di Eurasia, movimento presieduto dall’accademico russo Aleksandr Dugin, uomo dal provato pensiero radicale.\r\n\r\nDa poco ha invitato a parlare alla Lomonosov, l’università moscovita dove insegna, Gabor Vona. È il numero uno di Jobbik, la destra ungherese più becera. Sempre a proposito di destre internazionali s’è venuto a sapere che i polacchi di Falanga e gli italiani di Millennium hanno inviato loro rappresentanti a Donetsk. Il che rivela che la famiglia nera europea s’è schierata dall’una e dall’altra parte della barricata ucraina. Non soltanto a Kiev, con Pravyi Sektor e le altre bande della Majdan. Nell’est ucraino un’altra personalità che si colloca a destra è Alexander Borodai, un russo, il capo del governo della Repubblica di Donetsk. A Mosca Borodai ha la fama di uno dei più noti interpreti dell’ultranazionalismo e commenta spesso sulla rivista Zavtra, cassa di risonanza di questi ambienti, che ha recentemente pubblicato una sorta di manifesto della Nuova Russia.\r\n\r\nÈ il nome di quella che dovrebbe essere un’entità statuale composta dalle aree di Donetsk e \u003Cmark>Lugansk\u003C/mark>, possibilmente allargata alla Transnistria e a Odessa. Il discorso sulla Nuova Russia allarga il campo dell’analisi, svincolandola dal solo tema, limitante, della collocazione politica. In ballo ci sono sentimenti, persone in carne e ossa. Alcune delle quali percepiscono il rapporto tra Ucraina e Russia come una cosa intima. Ci si arruola nelle milizie filorusse anche in nome di quest’idea, che trova ampi riscontri nella storia, nella cultura e nella letteratura. Sulla Majdan è accaduta grosso modo la stessa cosa.\r\n\r\nLa rivolta ha avuto una sua importante pulsione storica e culturale, identificabile nel pensiero nazionale-nazionalista ucraino, forgiato nell’ovest del paese e proteso a separare la vicenda biografica ucraina da quella russa.\r\n\r\nNell’insurrezione dell’est influiscono, restando sul piano della storia, anche i retaggi della seconda guerra mondiale. In questo senso la Maidan e la sua componente ultranazionalista ha assunto il sapore di una replica a scoppio ritardato delle attività dispiegate nell’Ucraina occidentale dai miliziani di Stepan Bandera, fautori di uno stato ucraino etnico. Contrassero un’alleanza tattica con Hitler in funzione antisovietica e antipolacca. Oggi la figura di Bandera spacca il paese. I circoli nazionalisti lo elevano al rango di eroe. L’est, sensibile alla Russia e alla tradizione della grande guerra patriottica, lo bolla come un nazista.\"",[199],{"field":101,"matched_tokens":200,"snippet":196,"value":197},[20],{"best_field_score":138,"best_field_weight":139,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":47,"score":140,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":47},6646,{"collection_name":56,"first_q":20,"per_page":204,"q":20},6,{"facet_counts":206,"found":39,"hits":236,"out_of":350,"page":17,"request_params":351,"search_cutoff":36,"search_time_ms":352},[207,216],{"counts":208,"field_name":214,"sampled":36,"stats":215},[209,212],{"count":210,"highlighted":211,"value":211},3,"I Bastioni di Orione",{"count":17,"highlighted":213,"value":213},"ACAB","podcastfilter",{"total_values":14},{"counts":217,"field_name":35,"sampled":36,"stats":234},[218,220,222,224,226,228,230,232],{"count":14,"highlighted":219,"value":219},"Bastioni di Orione",{"count":17,"highlighted":221,"value":221},"iraq",{"count":17,"highlighted":223,"value":223},"india",{"count":17,"highlighted":225,"value":225},"uganda",{"count":17,"highlighted":227,"value":227},"a.c.a.b",{"count":17,"highlighted":229,"value":229},"Museveni",{"count":17,"highlighted":231,"value":231},"Bobi Wine",{"count":17,"highlighted":233,"value":233},"Centrafrica",{"total_values":235},8,[237,278,303,325],{"document":238,"highlight":257,"highlights":267,"text_match":273,"text_match_info":274},{"comment_count":47,"id":239,"is_sticky":47,"permalink":240,"podcastfilter":241,"post_author":50,"post_content":242,"post_date":243,"post_excerpt":53,"post_id":239,"post_modified":244,"post_thumbnail":245,"post_title":246,"post_type":247,"sort_by_date":248,"tag_links":249,"tags":256},"65650","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione03-iraq-e-india-diversamente-in-lotta-bangui-e-mosca-e-soprattutto-bobi-wine-in-uganda/",[211],"«L’anno scorso migliaia di iracheni scesero in strada per protestare contro la corruzione delle istituzioni. Le proteste erano guidate soprattutto dai giovani, una generazione cresciuta con TikTok e PUBG e altri social media che intendeva ricordare ai partiti politici al potere e ai loro leader che il potere era nelle loro mani, non nella fortezza costituita dalla Green Zone. Le rivendicazioni riguardavano disoccupazione, incompetenza del governo, mancanza di servizi, corruzione endemica, la presenza di milizie e la diffusione crescente della povertà nel paese». Così scrive Kamal Chomani, giornalista nato nel Kurdistan iracheno.\r\nIn Occidente non se li è cagati nessuno, sono morti in 700, la rivolta si è estesa e non li hanno fermati nemmeno con i lanciafiamme.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/Bastioni-in-Iraq.mp3\"][/audio]\r\nParecchi fattori hanno contribuito all’esaurimento delle manifestazioni: innanzitutto il ruolo del governo e della milizia armata nell’azione brutale di repressione dei manifestanti, dove si stima che 700 siano stati uccisi, 15.000 feritie a centinaia si contano le persone arrestate, rapite o costrette a far perdere le proprie tracce; alcuni protagonisti del Movimento hanno trovato rifugio nel Kurdistan iracheno. A ciò si è aggiunto il fatto che Muqtada al-Sadr ha ritirato il suo appoggio alle proteste una volta raggiunto il suo obiettivo di costringere il governo alle dimissioni, e conseguito da parte dei manifestanti il risultato: lo scioglimento del governo. Ma se c’è una cosa da imparare dalla storia è che le aspirazioni giovanili e le manifestazioni non finiscono quando le forze di sicurezza sparano proiettili veri. Fermentano, la rabbia infuria e sale finché raggiunge il punto di ebollizione... e ora è esplosa a Sulaymaniyah\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nSiamo poi andati in India: tra proteste dei contadini per l’ambigua e iniqua riforma di Modi che rimuove i mediatori e mette i contadini nelle mani delle multinazionali delle distribuzioni; mentre il mediatore in franchising di Apple non paga i dipendenti a nemmeno un anno dall’operazione trumpiana di spostamento degli stabilimenti dalla Cina a Narsapura (Bangalore)... le risposte sono state centinaia di milioni di addetti ai campi in piazza e i lavoratori della concessionaria Apple che distruggono come moderni luddisti le strutture dell’azienda. Gran parte della forza lavoro (2.000 dipendenti) si è scagliata contro le linee di produzione, attaccando edifici, veicoli e uffici di dirigenti. Alle origini delle violenze, promesse di remunerazione non mantenute: Wistron, il prestanome di Apple, non ha rispettato specifici impegni. Un laureato in ingegneria neoassunto avrebbe dovuto guadagnare Rs 21.000 al mese, ma il suo stipendio è stato ridotto a Rs 12.000 negli ultimi mesi (134 euro contro i € 235 promessi). I non laureati in ingegneria devono accontentarsi di 8.000 rupie (89 euro).\r\n\r\nCi siamo occupati di India anche per le elezioni nel contrastato territorio del Jammu-Kashmir con le prime elezioni dopo le riforme antifederaliste di Modi che ha imposto il punto di vista hindu ai musulmani della regione, consultazione vinta dall’opposizione, che si è subito vista incarcerata non appena uscita vincitrice dalle urne...\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/2020-12-28_India.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\nMa con un ardito aggancio tra continenti siamo passati dallo sfruttamento delle maestranze di Bangalore a quello delle miniere di coltan-tantalite del Congo, attraverso la commodity dell’acqua come bene rifugio, simile all’oro... e proprio questo metallo prezioso (insieme ai diamanti – ricordate Bokassa!? – e soprattutto all’uranio, fondamentale per le centrali nucleari francesi) ci ha portati alla tensione del Centrafrica a ridosso delle elezioni – in corso mentre trasmettevamo – e del tentativo di occupare Bangui da parte dei ribelli e la reazione delle truppe lealiste alleate di Mosca, perché la Russia ha trovato un facile grimaldello per penetrare il territorio centrafricano dopo i molti errori dei francesi. E un brivido ci percorre solo a pensare al ruolo che possono aver interpretato quelli della Wagner.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/2020-12-28_centrafrica.mp3\"][/audio]\r\n\r\nL’epilogo per ora è stata la distruzione il 29 dicembre del 14% delle urne non scrutinate dopo il voto da parte dei ribelli al potere di Touadera nell’Ovest del paese.\r\n\r\n\r\n\r\nIl pezzo forte di questo episodio di “Bastioni di Orione#3” era rappresentato dall’intervista schietta e fresca che un reporter in Uganda per seguire le elezioni (e che preferisce restare anonimo) ha realizzato con un sanguigno sostenitore di Bobi Wine e in questa traspare tutta la rabbia e la determinazione del ghetto di Kampala, dei lavoratori emigrati dei grandi laghi, delle maestranze impegnate nelle infrastrutture finanziate dai cinesi (di cui però Alex, il nostro testimone, non ha contezza)... le rimostranze sui bisogni misconosciuti da Museveni, il padre-padrone degli ultimi 30 anni dell’Uganda, che il 14 gennaio 2021 rischia di perdere il potere sotto la spinta alla ribellione nelle urne di un Movimento popolare che riempie le piazze e si scontra con la polizia. Gli arresti si susseguono, come la censura...\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/2020-12-28_Uganda.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nQuesta è un tentativo di riassunto degli argomenti della intervista ad Alex Kamukama, che trovate integrale in fondo in inglese, tratta dallo Spreaker di OGzero.org.\r\n\r\nPossibile alleanza tra opposizioni anti-Museveni tra Besigyee Bobi Wine?\r\n\r\nCi sono state un paio di riunioni, si dovrebbe organizzare un’opposizione multipartitica per avere più peso contro Museveni, e nonostante gli interessi siano diversi l’obiettivo è rimuovere la dittatura.\r\n\r\nBesigye visto come oppositore a lungo. Ci sono state speculazioni all’inizio dell’anno che ci fossero legami tra Besigye e BW; un paio di incontri per vedere se potevano essere alleati. Museveni ha accumulato molte risorse e potere, ci sono state molte modifiche democratiche. BW ha costruito un movimento popolare per il cambiamento e rimuovere la dittatura\r\n\r\nPossibilità di farcela di BW?\r\n\r\nSì, c’è. Ci sono molte sfide di fronte a lui\r\n\r\nCi sono stati arresti ancora prima della campagna elettorale vera e propria, ma può farcela perché mobilita le folle. Ha dato un’unità di visione a chi aveva molti diversi problemi. La sua è prospettiva unica: parla di questione sociale, di violenza contro gli antagonisti del regime, di repressione durante le manifestazioni e tutto attraverso la musica, quindi la gente lo ama, lo ascolta. I giovani del ghetto si appassionano alla vita sociale. La mescolanza di questo crea il potere e lo renderebbe vincitore. Il punto forte è la costruzione del personaggio che passa attraverso la “transitional life” di uno che inizia dal basso e diventa una persona ammirata e ascoltata. Si crea l’identificazione nel pubblico. Se non ci sono brogli può vincere.\r\n\r\nDifferenze tra Besigye e BW\r\n\r\nBesigye era il medico personale di Museveni, attingono alla stessa tipologia di elettorato, fa parte della gente comune; era nella struttura, BW esce dalle lotte per sopravvivere, ha creato la propria immagine su quello: è il presidente del ghetto. C’è un gap tra chi studia e ce la fa a uscire dal ghetto e l’uomo comune. BW è una superstar, si è creato il suo seguito, ha costruito la sua immagine. BW visualizza i sogni della gente, il network costituito da chi lo segue e lo ascolta è coordinato, è il mondo dell’intrattenimento, le folle sono coordinate.\r\n\r\nInterferenze cinesi?\r\n\r\nNon so, no ne conosco. Ma siamo in un mondo globalizzato e quindi qualsiasi reazione UK Usa, cinese, fa da supporto magari alla cosiddetta rivoluzione. Ma non so, non direi che c’è un rapporto diretto di influenza, è un intervento esterno dovuto alla globalizzazione, non un’interferenza.\r\n\r\nLa causa di un tale consenso?\r\n\r\nBW parla di molti aspetti che riguardano la quotidianità di cui si sente il bisogno: l’acqua (è carissima: c’è un sacco di acqua in Uganda, perché dovrebbe essere così cara?), l’energia elettrica (le bollette sono carissime, si vende energia idroelettrica all’estero e non c’è per l’uganda, o costa carissima), le strade sono in costruzione, sono impossibili, se piove sono un disastro; la vita negli slums, le infrastrutture che mancano, i diritti umani di base violati, la fame, la sanità, il cibo (in tempo di Covid per esempio se il governo non sostiene in questo caso, lo ha promesso in tv quando la gente non poteva andare a lavorare per il virus, quando lo fa allora?). Il governo non risponde di tutto ciò. La gente non viene consultata, non c’è partecipazione, e bisogna stare zitti con la fame e le malattie? Vogliamo partecipazione. La gente va nelle strade e fa la rivoluzione se non c’è possibilità di partecipazione. Perché non dovremmo...? la gente vuole fatti, che vengano prese delle soluzioni. Innanzitutto quindi il governo va accantonato e poi abbiamo bisogno di partecipazione: cosa possiamo fare, in che modo possiamo contribuire per uscirne insieme, dobbiamo essere tutti alleati, solidali.\r\n\r\nMigrazione\r\n\r\nL’Uganda ha una tradizione forte di migrazione, è costruita su questa: ci sono molti rifugiati qui, i coloni hanno costruito la nazione e l’Uganda li accoglie, da Etiopia, Sudan, Burundi, Ruanda… sono benvenuti. È ospitale, dà della terra ai rifugiati, costruisce ospedali e scuole per loro, quindi con progetti a lungo termine, non sono qui di passaggio. Poi c’è anche migrazione interna, dalle campagne alla città, in cerca di lavoro, in particolare Kampala attrae e viene congestionata; dove poi c’è sovraffollamento, aumenta anche il crimine (perché il lavoro non si trova). Gli oppositori e i dissidenti migrano invece, o sono in esilio, per esempio gli omosessuali, non c’è tolleranza per lgbtq.\r\n\r\nSei sempre stato qui o hai viaggiato?\r\n\r\nHo viaggiato molto, 25 distretti, facendo lavori da tecnico delle comunicazioni, ma ora vivo qui a Kampala. È dura trovare lavoro, bisogna studiare, ti dicono che così trovi un buon lavoro, ma poi anche se studi non trovi. Bisogna essere raccomandati e basta, c’è uno scherzo diffuso che sintetizza tutto: non conta come conosci ma chi conosci…. dentro un’azienda o un ufficio.\r\n\r\nInternet?\r\n\r\nPatetico! Va male, c’è una tassa sul web, è cara. Per BW – considerato un eroe in rete – questo è un argomento clou perché l’informazione whatsapp, i social, sono importanti, un mucchio di informazioni vengono attinte dalla gente su internet e il parlamento si mette di traverso, ma il parlamento ha varato quella legge [della tassa su web?] e BW si è opposto…\r\n\r\nChe musica e che radio ascolti?\r\n\r\nRaggae, un po’ di rock, afropop, ascolto Galaxy FM, è nelle vicinanze e propone e promuove talenti locali, e dialoga col pubblico su questioni sociali, promuove cultura. Anche Radio Airplay, per la musica, perché trasmette la musica che suono io senza chiedermi soldi, dà opportunità di promuoversi\r\n\r\nRepressione contro BW?\r\n\r\nSì, è triste… stava parlando e diceva cose vere e sono intervenuti brutalmente durante le manifestazioni e anche quando stava semplicemente parlando durante i comizi. Non era né buono, né cattivo quello che diceva, semplicemente la verità. E la verità è verità, c’è poco da fare: la verità va detta. Ci dovrebbe essere la libertà di parola ma in realtà non c’è: i media hanno censurato, ma in un modo o nell’altro la verità viene sempre fuori. C’è molta violenza fisica, è il risultato di un regime che non vuole che esca la verità: è umano reagire quando la violenza della repressione colpisce la gente, è naturale che se sei sotto il fuoco, reagisci finché non si arriva a trovare una soluzione. Il silenzio mette al sicuro dalla repressione.\r\n\r\nAltre forme di resistenza?\r\n\r\nSì, ci sono molte forme di potere: quello fisico… il potere invisibile della cultura, il People Power Movement ha dipinto chiaramente la situazione reale: quello per cui abbiamo combattuto, la libertà d’espressione, le eguali opportunità, la giustizia sociale; la corruzione, la distribuzione iniqua delle ricchezze, la mancanza di lavoro, cerca soluzioni. Non si può essere arrabbiati per una settimana o per un mese, avere un lavoro per un anno; ci va una soluzione, e il governo non sembra avere alcuna soluzione. Per esempio è stato lanciato l’EMIOGA Program per il lavoro, non ha funzionato perché non c’è stata consultazione con il popolo prima di lanciarlo. Non c’è stata discussione, la gente avrebbe avuto la soluzione ma non li hanno ascoltati. Forse altri al Governo ci ascolterebbero, chi negli ultimi 10 anni ci ha aperto le porte, trovato il cibo che manca. Fabbricare un ponte con la gente. Il Movimento fa questo, prende il potere per muoversi, sollevarsi, una libertà non perché vuoi combattere il governo, ma per liberare se stessi dalla vita che si vive… questo potere viene dal cuore, perché si relazione con il popolo. Si lancia in un momento animato di retorica, anche ispirata e un po’ vacua\r\n\r\nReazione alla violenza\r\n\r\nI casi sono due: o mi proteggo e basta o cerco di parlare e ridurre la rabbia di quelli che reprimono. Posso parlare, creare una relazione. Innanzitutto bisogna parlare. In quanto appartenenti alla stessa nazione, è responsabilità di ogni ugandese di farsi carico di ciò che capita nella tua nazione: se sei patriota devi seguire tutto ciò che capita in Uganda, questo il motivo per cui la gente prende parola. La gente violenta è stata resa violenta dal potere. Se c’è benessere non si passa alla violenza, bisogna comunicare con i parenti, i genitori, le mogli di questi che usano la violenza, far capire che la violenza è un circolo vizioso. Bisogna scrivere sì ma non solo al governo, anche alla gente. Bisogna anche calmare la rabbia della gente. Sono un membro dell’opposizione e penso che chi viene dopo non deve parlare di potere ma di cose che si devono fare… E quindi serve un leader che sia raggiungibile, che ascolti la gente, che renda possibile la partecipazione: interessante per lui è come da un leader si crea una leadership.\r\n\r\nPrendere questa risoluzione: il governo deve cambiare, oppure noi lo cambieremo. People power, our power\r\n\r\nAscolta \"Kampala visualizza i suoi sogni\" su Spreaker.\r\n\r\n ","30 Dicembre 2020","2021-01-12 23:06:51","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/Tishrin-revolution-200x110.png","I Bastioni di Kampala#03: Iraq e India diversamente in lotta; Bangui e Mosca; e soprattutto l'Uganda","podcast",1609288986,[250,251,252,253,254,255],"http://radioblackout.org/tag/bobi-wine/","http://radioblackout.org/tag/centrafrica/","http://radioblackout.org/tag/india/","http://radioblackout.org/tag/iraq/","http://radioblackout.org/tag/museveni/","http://radioblackout.org/tag/uganda/",[231,233,223,221,229,225],{"post_content":258,"post_title":263},{"matched_tokens":259,"snippet":261,"value":262},[260],"l’uganda","all’estero e non c’è per \u003Cmark>l’uganda\u003C/mark>, o costa carissima), le strade","«L’anno scorso migliaia di iracheni scesero in strada per protestare contro la corruzione delle istituzioni. Le proteste erano guidate soprattutto dai giovani, una generazione cresciuta con TikTok e PUBG e altri social media che intendeva ricordare ai partiti politici al potere e ai loro leader che il potere era nelle loro mani, non nella fortezza costituita dalla Green Zone. Le rivendicazioni riguardavano disoccupazione, incompetenza del governo, mancanza di servizi, corruzione endemica, la presenza di milizie e la diffusione crescente della povertà nel paese». Così scrive Kamal Chomani, giornalista nato nel Kurdistan iracheno.\r\nIn Occidente non se li è cagati nessuno, sono morti in 700, la rivolta si è estesa e non li hanno fermati nemmeno con i lanciafiamme.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/Bastioni-in-Iraq.mp3\"][/audio]\r\nParecchi fattori hanno contribuito all’esaurimento delle manifestazioni: innanzitutto il ruolo del governo e della milizia armata nell’azione brutale di repressione dei manifestanti, dove si stima che 700 siano stati uccisi, 15.000 feritie a centinaia si contano le persone arrestate, rapite o costrette a far perdere le proprie tracce; alcuni protagonisti del Movimento hanno trovato rifugio nel Kurdistan iracheno. A ciò si è aggiunto il fatto che Muqtada al-Sadr ha ritirato il suo appoggio alle proteste una volta raggiunto il suo obiettivo di costringere il governo alle dimissioni, e conseguito da parte dei manifestanti il risultato: lo scioglimento del governo. Ma se c’è una cosa da imparare dalla storia è che le aspirazioni giovanili e le manifestazioni non finiscono quando le forze di sicurezza sparano proiettili veri. Fermentano, la rabbia infuria e sale finché raggiunge il punto di ebollizione... e ora è esplosa a Sulaymaniyah\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nSiamo poi andati in India: tra proteste dei contadini per l’ambigua e iniqua riforma di Modi che rimuove i mediatori e mette i contadini nelle mani delle multinazionali delle distribuzioni; mentre il mediatore in franchising di Apple non paga i dipendenti a nemmeno un anno dall’operazione trumpiana di spostamento degli stabilimenti dalla Cina a Narsapura (Bangalore)... le risposte sono state centinaia di milioni di addetti ai campi in piazza e i lavoratori della concessionaria Apple che distruggono come moderni luddisti le strutture dell’azienda. Gran parte della forza lavoro (2.000 dipendenti) si è scagliata contro le linee di produzione, attaccando edifici, veicoli e uffici di dirigenti. Alle origini delle violenze, promesse di remunerazione non mantenute: Wistron, il prestanome di Apple, non ha rispettato specifici impegni. Un laureato in ingegneria neoassunto avrebbe dovuto guadagnare Rs 21.000 al mese, ma il suo stipendio è stato ridotto a Rs 12.000 negli ultimi mesi (134 euro contro i € 235 promessi). I non laureati in ingegneria devono accontentarsi di 8.000 rupie (89 euro).\r\n\r\nCi siamo occupati di India anche per le elezioni nel contrastato territorio del Jammu-Kashmir con le prime elezioni dopo le riforme antifederaliste di Modi che ha imposto il punto di vista hindu ai musulmani della regione, consultazione vinta dall’opposizione, che si è subito vista incarcerata non appena uscita vincitrice dalle urne...\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/2020-12-28_India.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\nMa con un ardito aggancio tra continenti siamo passati dallo sfruttamento delle maestranze di Bangalore a quello delle miniere di coltan-tantalite del Congo, attraverso la commodity dell’acqua come bene rifugio, simile all’oro... e proprio questo metallo prezioso (insieme ai diamanti – ricordate Bokassa!? – e soprattutto all’uranio, fondamentale per le centrali nucleari francesi) ci ha portati alla tensione del Centrafrica a ridosso delle elezioni – in corso mentre trasmettevamo – e del tentativo di occupare Bangui da parte dei ribelli e la reazione delle truppe lealiste alleate di Mosca, perché la Russia ha trovato un facile grimaldello per penetrare il territorio centrafricano dopo i molti errori dei francesi. E un brivido ci percorre solo a pensare al ruolo che possono aver interpretato quelli della Wagner.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/2020-12-28_centrafrica.mp3\"][/audio]\r\n\r\nL’epilogo per ora è stata la distruzione il 29 dicembre del 14% delle urne non scrutinate dopo il voto da parte dei ribelli al potere di Touadera nell’Ovest del paese.\r\n\r\n\r\n\r\nIl pezzo forte di questo episodio di “Bastioni di Orione#3” era rappresentato dall’intervista schietta e fresca che un reporter in Uganda per seguire le elezioni (e che preferisce restare anonimo) ha realizzato con un sanguigno sostenitore di Bobi Wine e in questa traspare tutta la rabbia e la determinazione del ghetto di Kampala, dei lavoratori emigrati dei grandi laghi, delle maestranze impegnate nelle infrastrutture finanziate dai cinesi (di cui però Alex, il nostro testimone, non ha contezza)... le rimostranze sui bisogni misconosciuti da Museveni, il padre-padrone degli ultimi 30 anni dell’Uganda, che il 14 gennaio 2021 rischia di perdere il potere sotto la spinta alla ribellione nelle urne di un Movimento popolare che riempie le piazze e si scontra con la polizia. Gli arresti si susseguono, come la censura...\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/2020-12-28_Uganda.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nQuesta è un tentativo di riassunto degli argomenti della intervista ad Alex Kamukama, che trovate integrale in fondo in inglese, tratta dallo Spreaker di OGzero.org.\r\n\r\nPossibile alleanza tra opposizioni anti-Museveni tra Besigyee Bobi Wine?\r\n\r\nCi sono state un paio di riunioni, si dovrebbe organizzare un’opposizione multipartitica per avere più peso contro Museveni, e nonostante gli interessi siano diversi l’obiettivo è rimuovere la dittatura.\r\n\r\nBesigye visto come oppositore a lungo. Ci sono state speculazioni all’inizio dell’anno che ci fossero legami tra Besigye e BW; un paio di incontri per vedere se potevano essere alleati. Museveni ha accumulato molte risorse e potere, ci sono state molte modifiche democratiche. BW ha costruito un movimento popolare per il cambiamento e rimuovere la dittatura\r\n\r\nPossibilità di farcela di BW?\r\n\r\nSì, c’è. Ci sono molte sfide di fronte a lui\r\n\r\nCi sono stati arresti ancora prima della campagna elettorale vera e propria, ma può farcela perché mobilita le folle. Ha dato un’unità di visione a chi aveva molti diversi problemi. La sua è prospettiva unica: parla di questione sociale, di violenza contro gli antagonisti del regime, di repressione durante le manifestazioni e tutto attraverso la musica, quindi la gente lo ama, lo ascolta. I giovani del ghetto si appassionano alla vita sociale. La mescolanza di questo crea il potere e lo renderebbe vincitore. Il punto forte è la costruzione del personaggio che passa attraverso la “transitional life” di uno che inizia dal basso e diventa una persona ammirata e ascoltata. Si crea l’identificazione nel pubblico. Se non ci sono brogli può vincere.\r\n\r\nDifferenze tra Besigye e BW\r\n\r\nBesigye era il medico personale di Museveni, attingono alla stessa tipologia di elettorato, fa parte della gente comune; era nella struttura, BW esce dalle lotte per sopravvivere, ha creato la propria immagine su quello: è il presidente del ghetto. C’è un gap tra chi studia e ce la fa a uscire dal ghetto e l’uomo comune. BW è una superstar, si è creato il suo seguito, ha costruito la sua immagine. BW visualizza i sogni della gente, il network costituito da chi lo segue e lo ascolta è coordinato, è il mondo dell’intrattenimento, le folle sono coordinate.\r\n\r\nInterferenze cinesi?\r\n\r\nNon so, no ne conosco. Ma siamo in un mondo globalizzato e quindi qualsiasi reazione UK Usa, cinese, fa da supporto magari alla cosiddetta rivoluzione. Ma non so, non direi che c’è un rapporto diretto di influenza, è un intervento esterno dovuto alla globalizzazione, non un’interferenza.\r\n\r\nLa causa di un tale consenso?\r\n\r\nBW parla di molti aspetti che riguardano la quotidianità di cui si sente il bisogno: l’acqua (è carissima: c’è un sacco di acqua in Uganda, perché dovrebbe essere così cara?), l’energia elettrica (le bollette sono carissime, si vende energia idroelettrica all’estero e non c’è per \u003Cmark>l’uganda\u003C/mark>, o costa carissima), le strade sono in costruzione, sono impossibili, se piove sono un disastro; la vita negli slums, le infrastrutture che mancano, i diritti umani di base violati, la fame, la sanità, il cibo (in tempo di Covid per esempio se il governo non sostiene in questo caso, lo ha promesso in tv quando la gente non poteva andare a lavorare per il virus, quando lo fa allora?). Il governo non risponde di tutto ciò. La gente non viene consultata, non c’è partecipazione, e bisogna stare zitti con la fame e le malattie? Vogliamo partecipazione. La gente va nelle strade e fa la rivoluzione se non c’è possibilità di partecipazione. Perché non dovremmo...? la gente vuole fatti, che vengano prese delle soluzioni. Innanzitutto quindi il governo va accantonato e poi abbiamo bisogno di partecipazione: cosa possiamo fare, in che modo possiamo contribuire per uscirne insieme, dobbiamo essere tutti alleati, solidali.\r\n\r\nMigrazione\r\n\r\n\u003Cmark>L’Uganda\u003C/mark> ha una tradizione forte di migrazione, è costruita su questa: ci sono molti rifugiati qui, i coloni hanno costruito la nazione e \u003Cmark>l’Uganda\u003C/mark> li accoglie, da Etiopia, Sudan, Burundi, Ruanda… sono benvenuti. È ospitale, dà della terra ai rifugiati, costruisce ospedali e scuole per loro, quindi con progetti a lungo termine, non sono qui di passaggio. Poi c’è anche migrazione interna, dalle campagne alla città, in cerca di lavoro, in particolare Kampala attrae e viene congestionata; dove poi c’è sovraffollamento, aumenta anche il crimine (perché il lavoro non si trova). Gli oppositori e i dissidenti migrano invece, o sono in esilio, per esempio gli omosessuali, non c’è tolleranza per lgbtq.\r\n\r\nSei sempre stato qui o hai viaggiato?\r\n\r\nHo viaggiato molto, 25 distretti, facendo lavori da tecnico delle comunicazioni, ma ora vivo qui a Kampala. È dura trovare lavoro, bisogna studiare, ti dicono che così trovi un buon lavoro, ma poi anche se studi non trovi. Bisogna essere raccomandati e basta, c’è uno scherzo diffuso che sintetizza tutto: non conta come conosci ma chi conosci…. dentro un’azienda o un ufficio.\r\n\r\nInternet?\r\n\r\nPatetico! Va male, c’è una tassa sul web, è cara. Per BW – considerato un eroe in rete – questo è un argomento clou perché l’informazione whatsapp, i social, sono importanti, un mucchio di informazioni vengono attinte dalla gente su internet e il parlamento si mette di traverso, ma il parlamento ha varato quella legge [della tassa su web?] e BW si è opposto…\r\n\r\nChe musica e che radio ascolti?\r\n\r\nRaggae, un po’ di rock, afropop, ascolto Galaxy FM, è nelle vicinanze e propone e promuove talenti locali, e dialoga col pubblico su questioni sociali, promuove cultura. Anche Radio Airplay, per la musica, perché trasmette la musica che suono io senza chiedermi soldi, dà opportunità di promuoversi\r\n\r\nRepressione contro BW?\r\n\r\nSì, è triste… stava parlando e diceva cose vere e sono intervenuti brutalmente durante le manifestazioni e anche quando stava semplicemente parlando durante i comizi. Non era né buono, né cattivo quello che diceva, semplicemente la verità. E la verità è verità, c’è poco da fare: la verità va detta. Ci dovrebbe essere la libertà di parola ma in realtà non c’è: i media hanno censurato, ma in un modo o nell’altro la verità viene sempre fuori. C’è molta violenza fisica, è il risultato di un regime che non vuole che esca la verità: è umano reagire quando la violenza della repressione colpisce la gente, è naturale che se sei sotto il fuoco, reagisci finché non si arriva a trovare una soluzione. Il silenzio mette al sicuro dalla repressione.\r\n\r\nAltre forme di resistenza?\r\n\r\nSì, ci sono molte forme di potere: quello fisico… il potere invisibile della cultura, il People Power Movement ha dipinto chiaramente la situazione reale: quello per cui abbiamo combattuto, la libertà d’espressione, le eguali opportunità, la giustizia sociale; la corruzione, la distribuzione iniqua delle ricchezze, la mancanza di lavoro, cerca soluzioni. Non si può essere arrabbiati per una settimana o per un mese, avere un lavoro per un anno; ci va una soluzione, e il governo non sembra avere alcuna soluzione. Per esempio è stato lanciato l’EMIOGA Program per il lavoro, non ha funzionato perché non c’è stata consultazione con il popolo prima di lanciarlo. Non c’è stata discussione, la gente avrebbe avuto la soluzione ma non li hanno ascoltati. Forse altri al Governo ci ascolterebbero, chi negli ultimi 10 anni ci ha aperto le porte, trovato il cibo che manca. Fabbricare un ponte con la gente. Il Movimento fa questo, prende il potere per muoversi, sollevarsi, una libertà non perché vuoi combattere il governo, ma per liberare se stessi dalla vita che si vive… questo potere viene dal cuore, perché si relazione con il popolo. Si lancia in un momento animato di retorica, anche ispirata e un po’ vacua\r\n\r\nReazione alla violenza\r\n\r\nI casi sono due: o mi proteggo e basta o cerco di parlare e ridurre la rabbia di quelli che reprimono. Posso parlare, creare una relazione. Innanzitutto bisogna parlare. In quanto appartenenti alla stessa nazione, è responsabilità di ogni ugandese di farsi carico di ciò che capita nella tua nazione: se sei patriota devi seguire tutto ciò che capita in Uganda, questo il motivo per cui la gente prende parola. La gente violenta è stata resa violenta dal potere. Se c’è benessere non si passa alla violenza, bisogna comunicare con i parenti, i genitori, le mogli di questi che usano la violenza, far capire che la violenza è un circolo vizioso. Bisogna scrivere sì ma non solo al governo, anche alla gente. Bisogna anche calmare la rabbia della gente. Sono un membro dell’opposizione e penso che chi viene dopo non deve parlare di potere ma di cose che si devono fare… E quindi serve un leader che sia raggiungibile, che ascolti la gente, che renda possibile la partecipazione: interessante per lui è come da un leader si crea una leadership.\r\n\r\nPrendere questa risoluzione: il governo deve cambiare, oppure noi lo cambieremo. People power, our power\r\n\r\nAscolta \"Kampala visualizza i suoi sogni\" su Spreaker.\r\n\r\n ",{"matched_tokens":264,"snippet":266,"value":266},[265],"l'Uganda","I Bastioni di Kampala#03: Iraq e India diversamente in lotta; Bangui e Mosca; e soprattutto \u003Cmark>l'Uganda\u003C/mark>",[268,271],{"field":269,"matched_tokens":270,"snippet":266,"value":266},"post_title",[265],{"field":101,"matched_tokens":272,"snippet":261,"value":262},[260],578729985926234200,{"best_field_score":275,"best_field_weight":276,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":47,"score":277,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":39},"1108024229888",15,"578729985926234234",{"document":279,"highlight":293,"highlights":298,"text_match":273,"text_match_info":301},{"comment_count":47,"id":280,"is_sticky":47,"permalink":281,"podcastfilter":282,"post_author":283,"post_content":284,"post_date":285,"post_excerpt":53,"post_id":280,"post_modified":286,"post_thumbnail":287,"post_title":288,"post_type":247,"sort_by_date":289,"tag_links":290,"tags":292},"93815","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-21-11-2024-kenya-la-rivolta-cova-sotto-la-cenere-dopo-la-repressione-dele-manifestazioni-contro-ruto-la-cina-a-caccia-di-nuovi-mercati-in-vista-dei-dazi-di-trump/",[211],"radiokalakuta","Bastioni di Orione in questa puntata incontra Freddie Del Curatolo ,giornalista e scrittore che vive in Kenya ,per parlare della situazione a Nairobi dopo l'ondata di proteste dello scorso maggio contro il presidente Ruto represse brutalmente dalle forze di polizia .\r\n\r\nNonostante il ritiro della legge finanziaria contestata dai giovani in piazza ,i provvedimenti di taglio della spesa pubblica e di aumento delle tasse stanno per essere reintrodotti in maniera surrettizia per via parlamentare .La crisi istituzionale si è disvelata con la rottura tra il presidente e il suo delfino Gachagua ,appartente alla mafia del monte Kenya , di origine kikuyu e legato alla chiesa. Gachagua ,che era stato duramente contestato dalla piazza durante le manifestazioni ,è stato dimissionato dal parlamento con una procedura inusuale e al suo posto è stato scelto dal presidente l'ex ministro degli interni Kindiki ,responsabile della repressione sanguinosa delle proteste. La polizia è accusata di aver nascosto i corpi degli scomparsi ,si verificano sequestri anche di oppositori ugandesi che vengono consegnati alle autorità di Kampala e finiscono in prigione . Il governo ha dispiegato un livello di repressione che ha preso alla sprovvista i giovani protagonisti dell'opposizione a Ruto ,ma anche se la repressione è stata dura permane il malcontento e l'esempio kenyano si è esteso anche ai paesi limitrofi come l'Uganda e la Tanzania.\r\n\r\nCon il nostro interlocutore parliamo anche delle critiche che la ricerca condotta da Simon Counsell e Survival International ha sollevato sul progetto di compensazione delle emissioni di carbonio su terre indigene nel Kenya settentrionale, in particolare sulla credibilità del progetto stesso nonché sul suo potenziale impatto su diritti e mezzi di sussistenza dei popoli indigeni pastorali che abitano il territorio.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/BASTIONI-21112024-KENYA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Sabrina Moles di China files ,parliamo delle mosse di Pechino per prevenire la politica di dazi commerciali preannunciata dal prossimo presidente americano Trump . L'accordo con l'India che ha portato ad una composizione della frattura annosa per il controllo dei confini himalayani rimarca la natura di Pechino come partner commerciale fondamentale per l'India che pur mantenendo rapporti economici e a volte anche militari con l'occidente ,memore della tradizione di equidistanza tra i blocchi che risale a Nehru e Ghandi, guarda con interesse al vicino cinese.\r\n\r\nLa Cina si rivolge anche ad altri mercati irrompendo in quello che un tempo per gli U.S.A. era il \"patio trasero\",il giardino di casa. E' stato inaugurato in Peru' il gigantesco porto di Changay ,un terminal da 3,5 miliardi di dollari capace di accogliere navi con carichi fino a 18 mila container per volta, rafforzando così la posizione in America Latina e creando un collegamento con il porto di Shangai . Inoltre sono stati firmati accordi con il Brasile molto significativi mentre nonostante l'apparente politica unitaria dell'Unione Europea sui dazi ,ogni paese europeo sta cercando di svincolarsi con accordi diretti con la Cina .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/BASTIONI-21112024-SABRINA.mp3\"][/audio]","26 Novembre 2024","2024-11-26 19:24:23","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 21/11/2024-KENYA LA RIVOLTA COVA SOTTO LA CENERE DOPO LA REPRESSIONE DELLE MANIFESTAZIONI CONTRO RUTO-LA CINA A CACCIA DI NUOVI MERCATI IN VISTA DEI DAZI DI TRUMP.",1732648686,[291],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[219],{"post_content":294},{"matched_tokens":295,"snippet":296,"value":297},[265],"anche ai paesi limitrofi come \u003Cmark>l'Uganda\u003C/mark> e la Tanzania.\r\n\r\nCon il","Bastioni di Orione in questa puntata incontra Freddie Del Curatolo ,giornalista e scrittore che vive in Kenya ,per parlare della situazione a Nairobi dopo l'ondata di proteste dello scorso maggio contro il presidente Ruto represse brutalmente dalle forze di polizia .\r\n\r\nNonostante il ritiro della legge finanziaria contestata dai giovani in piazza ,i provvedimenti di taglio della spesa pubblica e di aumento delle tasse stanno per essere reintrodotti in maniera surrettizia per via parlamentare .La crisi istituzionale si è disvelata con la rottura tra il presidente e il suo delfino Gachagua ,appartente alla mafia del monte Kenya , di origine kikuyu e legato alla chiesa. Gachagua ,che era stato duramente contestato dalla piazza durante le manifestazioni ,è stato dimissionato dal parlamento con una procedura inusuale e al suo posto è stato scelto dal presidente l'ex ministro degli interni Kindiki ,responsabile della repressione sanguinosa delle proteste. La polizia è accusata di aver nascosto i corpi degli scomparsi ,si verificano sequestri anche di oppositori ugandesi che vengono consegnati alle autorità di Kampala e finiscono in prigione . Il governo ha dispiegato un livello di repressione che ha preso alla sprovvista i giovani protagonisti dell'opposizione a Ruto ,ma anche se la repressione è stata dura permane il malcontento e l'esempio kenyano si è esteso anche ai paesi limitrofi come \u003Cmark>l'Uganda\u003C/mark> e la Tanzania.\r\n\r\nCon il nostro interlocutore parliamo anche delle critiche che la ricerca condotta da Simon Counsell e Survival International ha sollevato sul progetto di compensazione delle emissioni di carbonio su terre indigene nel Kenya settentrionale, in particolare sulla credibilità del progetto stesso nonché sul suo potenziale impatto su diritti e mezzi di sussistenza dei popoli indigeni pastorali che abitano il territorio.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/BASTIONI-21112024-KENYA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Sabrina Moles di China files ,parliamo delle mosse di Pechino per prevenire la politica di dazi commerciali preannunciata dal prossimo presidente americano Trump . L'accordo con l'India che ha portato ad una composizione della frattura annosa per il controllo dei confini himalayani rimarca la natura di Pechino come partner commerciale fondamentale per l'India che pur mantenendo rapporti economici e a volte anche militari con l'occidente ,memore della tradizione di equidistanza tra i blocchi che risale a Nehru e Ghandi, guarda con interesse al vicino cinese.\r\n\r\nLa Cina si rivolge anche ad altri mercati irrompendo in quello che un tempo per gli U.S.A. era il \"patio trasero\",il giardino di casa. E' stato inaugurato in Peru' il gigantesco porto di Changay ,un terminal da 3,5 miliardi di dollari capace di accogliere navi con carichi fino a 18 mila container per volta, rafforzando così la posizione in America Latina e creando un collegamento con il porto di Shangai . Inoltre sono stati firmati accordi con il Brasile molto significativi mentre nonostante l'apparente politica unitaria dell'Unione Europea sui dazi ,ogni paese europeo sta cercando di svincolarsi con accordi diretti con la Cina .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/BASTIONI-21112024-SABRINA.mp3\"][/audio]",[299],{"field":101,"matched_tokens":300,"snippet":296,"value":297},[265],{"best_field_score":275,"best_field_weight":139,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":47,"score":302,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":39},"578729985926234225",{"document":304,"highlight":316,"highlights":321,"text_match":273,"text_match_info":324},{"comment_count":47,"id":305,"is_sticky":47,"permalink":306,"podcastfilter":307,"post_author":283,"post_content":308,"post_date":309,"post_excerpt":53,"post_id":305,"post_modified":310,"post_thumbnail":311,"post_title":312,"post_type":247,"sort_by_date":313,"tag_links":314,"tags":315},"76635","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-14-07-2022-leterna-spoliazione-del-congo-e-il-ritorno-degli-assassini-di-sankara-il-giappone-fra-pulsioni-guerrafondaie-e-il-crollo-del-mito-della-abenomics-algeria-a-60-anni-d/",[211]," \r\n\r\nBastioni di Orione in questa puntata parliamo con Angelo Ferrari giornalista già corrispondente di varie testate in Africa del ritorno della guerra nel nord del Congo ,in realtà mai sopita ,con il coinvolgimento del Ruanda nel sostegno dei guerriglieri del M23 .Una situazione che si perpetua dagli anni '90 ,una guerra per il possesso delle enormi risorse del Congo che pagano in prima persona i civili costretti a fuggire e subire le vessazioni delle decine di gruppi armati che si scontrano per procura ,foraggiati dai paesi vicini ,Il Ruanda e l'Uganda e dagli appetiti delle multinazionali che puntano alle sconfinate potenzialità di un territorio che viene definito uno scandalo geologico.\r\n\r\nParliamo anche del ritorno in Burkina Faso dell'ex presidente autocrate Blaise Compaore condannato all'ergastolo per l'assassinio di Thomas Sankara e cacciato da una rivolta popolare nel 2014 ,al quale è stato consentito da parte della giunta burkinabè di rientrare sia pur per pochi giorni in maniera ufficiale nel paese.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/BASTIONI-14072022-FERRARI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Marco Zappa ricercatore e conoscitore del Giappone parliamo delle conseguenze dell'assassinio di Shinzo Abe ,l'esito elettorale e il posizionamento del Giappone nell'area dell' Indo-Pacifico in una proiezione sempre piu' aggressiva verso la Cina ,nonostante le interconnessioni tra le due economie che rendono complessa la relazione fra i due paesi . Il premier Kishida e le nuove sfide anche economiche che dovrà affrontare in seguito al fallimento della Abenomics che ha condotto ad un aumento delle disuguaglianze.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/BASTIONI-14072022-GIAPPONE.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Karim Metref proviamo a fare un bilancio dei 60 anni d'indipendenza dell'Algeria ,una liberazione confiscata al popolo algerino che continua a ribellarsi per ottenere una nuova indipendenza ,il ricordo ancora vivo di una lotta che è costata tantissimo agli algerini a causa ella selvaggia repressione dei francesi che estesero i loro sanguinari metodi anche nel territorio metropolitano francese come testimonia la strage del 14 luglio del 1953 .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/BASTIONI-14072022-KARIM.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ","17 Luglio 2022","2022-07-17 19:00:46","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/blade-1-3-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 14/07/2022- L'ETERNA SPOLIAZIONE DEL CONGO E IL RITORNO DEGLI ASSASSINI DI SANKARA -IL GIAPPONE FRA PULSIONI GUERRAFONDAIE E IL CROLLO DEL MITO DELLA ABENOMICS- ALGERIA A 60 ANNI DALLA LIBERAZIONE CONFISCATA .",1658084446,[291],[219],{"post_content":317},{"matched_tokens":318,"snippet":319,"value":320},[265],"paesi vicini ,Il Ruanda e \u003Cmark>l'Uganda\u003C/mark> e dagli appetiti delle multinazionali"," \r\n\r\nBastioni di Orione in questa puntata parliamo con Angelo Ferrari giornalista già corrispondente di varie testate in Africa del ritorno della guerra nel nord del Congo ,in realtà mai sopita ,con il coinvolgimento del Ruanda nel sostegno dei guerriglieri del M23 .Una situazione che si perpetua dagli anni '90 ,una guerra per il possesso delle enormi risorse del Congo che pagano in prima persona i civili costretti a fuggire e subire le vessazioni delle decine di gruppi armati che si scontrano per procura ,foraggiati dai paesi vicini ,Il Ruanda e \u003Cmark>l'Uganda\u003C/mark> e dagli appetiti delle multinazionali che puntano alle sconfinate potenzialità di un territorio che viene definito uno scandalo geologico.\r\n\r\nParliamo anche del ritorno in Burkina Faso dell'ex presidente autocrate Blaise Compaore condannato all'ergastolo per l'assassinio di Thomas Sankara e cacciato da una rivolta popolare nel 2014 ,al quale è stato consentito da parte della giunta burkinabè di rientrare sia pur per pochi giorni in maniera ufficiale nel paese.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/BASTIONI-14072022-FERRARI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Marco Zappa ricercatore e conoscitore del Giappone parliamo delle conseguenze dell'assassinio di Shinzo Abe ,l'esito elettorale e il posizionamento del Giappone nell'area dell' Indo-Pacifico in una proiezione sempre piu' aggressiva verso la Cina ,nonostante le interconnessioni tra le due economie che rendono complessa la relazione fra i due paesi . Il premier Kishida e le nuove sfide anche economiche che dovrà affrontare in seguito al fallimento della Abenomics che ha condotto ad un aumento delle disuguaglianze.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/BASTIONI-14072022-GIAPPONE.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Karim Metref proviamo a fare un bilancio dei 60 anni d'indipendenza dell'Algeria ,una liberazione confiscata al popolo algerino che continua a ribellarsi per ottenere una nuova indipendenza ,il ricordo ancora vivo di una lotta che è costata tantissimo agli algerini a causa ella selvaggia repressione dei francesi che estesero i loro sanguinari metodi anche nel territorio metropolitano francese come testimonia la strage del 14 luglio del 1953 .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/BASTIONI-14072022-KARIM.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ",[322],{"field":101,"matched_tokens":323,"snippet":319,"value":320},[265],{"best_field_score":275,"best_field_weight":139,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":47,"score":302,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":39},{"document":326,"highlight":340,"highlights":346,"text_match":273,"text_match_info":349},{"comment_count":47,"id":327,"is_sticky":47,"permalink":328,"podcastfilter":329,"post_author":330,"post_content":331,"post_date":332,"post_excerpt":53,"post_id":327,"post_modified":333,"post_thumbnail":334,"post_title":335,"post_type":247,"sort_by_date":336,"tag_links":337,"tags":339},"39494","http://radioblackout.org/podcast/acab-podcast-di-novembre-2016/",[213],"i suoni le parole","Trasmissione del 2 Novembre\r\nPrima parte:\r\nAppello dal carcere di Ivrea\r\nFrancia: Fuoco al centro di accoglienza di Loubeyrat\r\nCalais: Ennesima rivolta nella Jungle\r\nSul rammarico di Toti rispetto la direzione \"opposta a Calais\" presa dall'Italia\r\nUK: Rastrellamenti e deportazioni contro migranti senzatetto\r\nSeconda parte:\r\nSpagna: Rivolta nel CIE di Barcellona e nuova fuga dal CIE di Sangonera\r\nMessico, Celaya: Cittadini contro la presenza dell'esercito nelle scuole\r\nTerza parte:\r\nMessico, La Merced: Dia de los Muertos\r\nBulgaria: Stanziati soldi per un muro al confine\r\nAggiornamenti dalle carceri\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/2016.11.02-acab-rbo-105.250-part1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/2016.11.02-acab-rbo-105.250-part2.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/2016.11.02-acab-rbo-105.250-part3.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\nTrasmissione del 9 Novembre\r\nPrima parte:\r\nRoma: diretta con una compagna sulle cariche al corteo antifascista alla Magliana\r\nGermania: Azione diretta in solidarietà con gli anarchici arrestati ad Aquisgrana\r\nMonaco: Azione diretta in solidarietà con i compagni accusati di rapina\r\nGenova: Azione diretta in solidarietà con gli/le arrestati/e di Scripta Manent\r\nAggiornamenti sulla situazione giudiziaria di Tepepa\r\nSeconda parte:\r\nBarcellona: Inchiesta su chi tentò la fuga dal Cie di Aluche il 2 Novembre\r\nCheuta: ingressi di massa nella fortezza Europa e trasferimenti nei Centri\r\nRoma: Comunicato sul presidio al Cie di Ponte Galeria\r\nComunicato in soliarietà con i reclusi in lotta nelle prigioni americane\r\nTerza parte:\r\nAssoluzione per il compagno greco accusato di incendio\r\nLettura di un volantino di critica sull'accoglienza e chiacchiere sugli ultimi avvenimenti al riguardo\r\nQuarta parte:\r\nAggiornamenti dalle carceri\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/2016.11.09-acab-rbo-105.250-part1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/2016.11.09-acab-rbo-105.250-part2.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/2016.11.09-acab-rbo-105.250-part3.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/2016.11.09-acab-rbo-105.250-part4.mp3\"][/audio]\r\n\r\nTrasmissione del 16 Novembre\r\nPrima parte:\r\nCronologia delle proteste nei Centri di identificazione ed espulsione\r\n(Francia, Grecia, Australia, Italia)\r\nRoma: poliziotto accecca una persona ad un posto di blocco\r\nSeconda parte:\r\nCaserta: Arrestati gli assalitori degli immigranti in un centro di accoglienza\r\nLugano: Sulla 3 giorni contro le frontiere\r\nFrancia, Tolosa: Incendiati veicoli di EIFAGE\r\nFrancia, Limonge: Incendiata l'automobile del capo della gendarmeria\r\nGermania, Monaco: Incendiato un veicolo della società VDH\r\nSerbia, Belgrado: Rastrellamenti della polizia ai danni di immigrati e conseguenti proteste\r\nNapoli, Ercolano: Contributo (da Radio Onda Rossa) con un compagno del posto sulle aggressione nel posto\r\nTerza parte:\r\nMarocco: Arresti di massa a Tangeri\r\nCeuta: 230 persone attraversano la frontiera in massa\r\nRoma: comunicato sul corte di sabato 12\r\nAggiornamenti dalle carceri\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/2016.11.16-acab-rbo-105.250-part1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/2016.11.16-acab-rbo-105.250-part2.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/2016.11.16-acab-rbo-105.250-part3.mp3\"][/audio]\r\n\r\nTrasmissione del 23 Novembre\r\n\r\nPrima parte:\r\nErcolano: Aggiornamenti sulla situazione\r\nGrecia: Attacco di fascisti al campo di Chios e situazione negli Hotspot\r\nTurchia: Rivolta nel Centro di detenzione di Istanbul\r\nSeconda parte:\r\nMarocco: Sgombero del campo dei migranti \"La Foresta\"\r\nBelgio: Fuga dal Centro di detenzione di Brouges\r\nRegno Unito: Incendiato un veicolo comunale\r\nGermania, Monaco: Vandalizzata la sede di Google\r\nTerza parte:\r\nAggiornamenti sull'Operazione Scripta Manent - Indirizzi dei compagni e delle compagne colpite dalla repressione\r\nPerugia: Vandalizzata la villa di Emanuele Filiberto di Savoia\r\nTorino: Sul presidio di domenica 20 davanti al Cie di C.so Brunelleschi\r\nAggiornamenti dalle carceri\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/2016.11.23-acab-rbo-105.250-part1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/2016.11.23-acab-rbo-105.250-part2.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/2016.11.23-acab-rbo-105.250-part3.mp3\"][/audio]\r\nTrasmissione del 30 Novembre\r\nPrima parte:\r\nTorino: Diretta con un compagno sugli arresti per violenza privata ad uno sfratto\r\nLecce: Sullo scontro con i fascisti e la delazione\r\nSeconda parte:\r\nRoma: Bruciata una scuola che avrebbe dovuto ospitare 80 migranti\r\nRoma: Sul saluto al Cie di Ponte Galeria di Sabato\r\nRovereto: Incendiate 7 macchine di poste italiane\r\nTorino: Ordigno artigianale inesploso davanti una filiale di poste italiane\r\nBologna: Attacco incendiario ad una stazione dei carabinieri\r\nComunicato in solidarietà con i reclusi e le recluse, umane e animali, contro le biotecnologie\r\nMilano: Intralciati gli accessi della logic (azienda di biotech)\r\nGrecia: due morti in un incendio nel campo rifugiati di Moria\r\nBulgaria: Protesta nel campo rifugiati dopo 2 giorni di quarantena\r\nMadrid: fuga dal Cie di Aluche\r\nTerza parte:\r\nUngheria: Sul processo delle 11 persone che sono accusati di aver partecipato alla rivolta di massa al confine tra Serbia e Ungheria\r\nGermania: Aggiornamenti sulla situazione della compagna accusata di Rapina ad Aquisgrana\r\nMontreal: Sabotato concerto di un gruppo neonazista\r\nAggiornamenti dalle carceri\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/2016.11.30-acab-rbo-105.250-part1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/2016.11.30-acab-rbo-105.250-part2.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/2016.11.30-acab-rbo-105.250-part3.mp3\"][/audio]","7 Gennaio 2017","2018-10-17 23:59:27","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/12/novembre-acab-200x110.jpg","[ACAB] Podcast di Novembre 2016",1483806292,[338],"http://radioblackout.org/tag/a-c-a-b/",[227],{"post_content":341},{"matched_tokens":342,"snippet":344,"value":345},[343],"Lugano","in un centro di accoglienza\r\n\u003Cmark>Lugano\u003C/mark>: Sulla 3 giorni contro le","Trasmissione del 2 Novembre\r\nPrima parte:\r\nAppello dal carcere di Ivrea\r\nFrancia: Fuoco al centro di accoglienza di Loubeyrat\r\nCalais: Ennesima rivolta nella Jungle\r\nSul rammarico di Toti rispetto la direzione \"opposta a Calais\" presa dall'Italia\r\nUK: Rastrellamenti e deportazioni contro migranti senzatetto\r\nSeconda parte:\r\nSpagna: Rivolta nel CIE di Barcellona e nuova fuga dal CIE di Sangonera\r\nMessico, Celaya: Cittadini contro la presenza dell'esercito nelle scuole\r\nTerza parte:\r\nMessico, La Merced: Dia de los Muertos\r\nBulgaria: Stanziati soldi per un muro al confine\r\nAggiornamenti dalle carceri\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/2016.11.02-acab-rbo-105.250-part1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/2016.11.02-acab-rbo-105.250-part2.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/2016.11.02-acab-rbo-105.250-part3.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\nTrasmissione del 9 Novembre\r\nPrima parte:\r\nRoma: diretta con una compagna sulle cariche al corteo antifascista alla Magliana\r\nGermania: Azione diretta in solidarietà con gli anarchici arrestati ad Aquisgrana\r\nMonaco: Azione diretta in solidarietà con i compagni accusati di rapina\r\nGenova: Azione diretta in solidarietà con gli/le arrestati/e di Scripta Manent\r\nAggiornamenti sulla situazione giudiziaria di Tepepa\r\nSeconda parte:\r\nBarcellona: Inchiesta su chi tentò la fuga dal Cie di Aluche il 2 Novembre\r\nCheuta: ingressi di massa nella fortezza Europa e trasferimenti nei Centri\r\nRoma: Comunicato sul presidio al Cie di Ponte Galeria\r\nComunicato in soliarietà con i reclusi in lotta nelle prigioni americane\r\nTerza parte:\r\nAssoluzione per il compagno greco accusato di incendio\r\nLettura di un volantino di critica sull'accoglienza e chiacchiere sugli ultimi avvenimenti al riguardo\r\nQuarta parte:\r\nAggiornamenti dalle carceri\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/2016.11.09-acab-rbo-105.250-part1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/2016.11.09-acab-rbo-105.250-part2.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/2016.11.09-acab-rbo-105.250-part3.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/2016.11.09-acab-rbo-105.250-part4.mp3\"][/audio]\r\n\r\nTrasmissione del 16 Novembre\r\nPrima parte:\r\nCronologia delle proteste nei Centri di identificazione ed espulsione\r\n(Francia, Grecia, Australia, Italia)\r\nRoma: poliziotto accecca una persona ad un posto di blocco\r\nSeconda parte:\r\nCaserta: Arrestati gli assalitori degli immigranti in un centro di accoglienza\r\n\u003Cmark>Lugano\u003C/mark>: Sulla 3 giorni contro le frontiere\r\nFrancia, Tolosa: Incendiati veicoli di EIFAGE\r\nFrancia, Limonge: Incendiata l'automobile del capo della gendarmeria\r\nGermania, Monaco: Incendiato un veicolo della società VDH\r\nSerbia, Belgrado: Rastrellamenti della polizia ai danni di immigrati e conseguenti proteste\r\nNapoli, Ercolano: Contributo (da Radio Onda Rossa) con un compagno del posto sulle aggressione nel posto\r\nTerza parte:\r\nMarocco: Arresti di massa a Tangeri\r\nCeuta: 230 persone attraversano la frontiera in massa\r\nRoma: comunicato sul corte di sabato 12\r\nAggiornamenti dalle carceri\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/2016.11.16-acab-rbo-105.250-part1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/2016.11.16-acab-rbo-105.250-part2.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/2016.11.16-acab-rbo-105.250-part3.mp3\"][/audio]\r\n\r\nTrasmissione del 23 Novembre\r\n\r\nPrima parte:\r\nErcolano: Aggiornamenti sulla situazione\r\nGrecia: Attacco di fascisti al campo di Chios e situazione negli Hotspot\r\nTurchia: Rivolta nel Centro di detenzione di Istanbul\r\nSeconda parte:\r\nMarocco: Sgombero del campo dei migranti \"La Foresta\"\r\nBelgio: Fuga dal Centro di detenzione di Brouges\r\nRegno Unito: Incendiato un veicolo comunale\r\nGermania, Monaco: Vandalizzata la sede di Google\r\nTerza parte:\r\nAggiornamenti sull'Operazione Scripta Manent - Indirizzi dei compagni e delle compagne colpite dalla repressione\r\nPerugia: Vandalizzata la villa di Emanuele Filiberto di Savoia\r\nTorino: Sul presidio di domenica 20 davanti al Cie di C.so Brunelleschi\r\nAggiornamenti dalle carceri\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/2016.11.23-acab-rbo-105.250-part1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/2016.11.23-acab-rbo-105.250-part2.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/2016.11.23-acab-rbo-105.250-part3.mp3\"][/audio]\r\nTrasmissione del 30 Novembre\r\nPrima parte:\r\nTorino: Diretta con un compagno sugli arresti per violenza privata ad uno sfratto\r\nLecce: Sullo scontro con i fascisti e la delazione\r\nSeconda parte:\r\nRoma: Bruciata una scuola che avrebbe dovuto ospitare 80 migranti\r\nRoma: Sul saluto al Cie di Ponte Galeria di Sabato\r\nRovereto: Incendiate 7 macchine di poste italiane\r\nTorino: Ordigno artigianale inesploso davanti una filiale di poste italiane\r\nBologna: Attacco incendiario ad una stazione dei carabinieri\r\nComunicato in solidarietà con i reclusi e le recluse, umane e animali, contro le biotecnologie\r\nMilano: Intralciati gli accessi della logic (azienda di biotech)\r\nGrecia: due morti in un incendio nel campo rifugiati di Moria\r\nBulgaria: Protesta nel campo rifugiati dopo 2 giorni di quarantena\r\nMadrid: fuga dal Cie di Aluche\r\nTerza parte:\r\nUngheria: Sul processo delle 11 persone che sono accusati di aver partecipato alla rivolta di massa al confine tra Serbia e Ungheria\r\nGermania: Aggiornamenti sulla situazione della compagna accusata di Rapina ad Aquisgrana\r\nMontreal: Sabotato concerto di un gruppo neonazista\r\nAggiornamenti dalle carceri\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/2016.11.30-acab-rbo-105.250-part1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/2016.11.30-acab-rbo-105.250-part2.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/2016.11.30-acab-rbo-105.250-part3.mp3\"][/audio]",[347],{"field":101,"matched_tokens":348,"snippet":344,"value":345},[343],{"best_field_score":275,"best_field_weight":139,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":47,"score":302,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":39},6637,{"collection_name":247,"first_q":20,"per_page":204,"q":20},10,["Reactive",354],{},["Set"],["ShallowReactive",357],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fbrghspQbknEZ0stMYmfmvgfXeAfzc-DGxPnNxaE3JmE":-1},true,"/search?query=Lugansk"]