","Solidarietà con il giornalista palestinese Mohammed al-Qeeq in detenzione amministrativa","post",1454588904,[44,45,46,47],"http://radioblackout.org/tag/israele/","http://radioblackout.org/tag/mohammed-al-qeeq/","http://radioblackout.org/tag/palestina/","http://radioblackout.org/tag/sciopero-della-fame/",[12,16,14,18],{"post_content":50,"post_title":56,"tags":59},{"matched_tokens":51,"snippet":54,"value":55},[52,53],"Mohammed","al-Qeeq","\u003Cmark>Mohammed\u003C/mark> \u003Cmark>al-Qeeq\u003C/mark>, 33 anni, è un giornalista","\u003Cmark>Mohammed\u003C/mark> \u003Cmark>al-Qeeq\u003C/mark>, 33 anni, è un giornalista palestinese in sciopero della fame dal 25 novembre 2015 per protestare contro le torture a cui è stato sottoposto e contro la sua detenzione amministrativa. Adesso si trova in gravissime condizioni di salute perché ha avuto il coraggio - un dovere etico, ha sottolineato a sua moglie prima di entrare in coma, senza il rispetto del quale non avrebbe potuto perdonarsi per tutta la vita un diverso modo di fare giornalismo - di denunciare ai media la repressione che il suo popolo è costretto a subire da decenni per mano della macchina repressiva e brutale dello Stato assediante, Israele, che lo ha arrestato, il 21 novembre scorso, per incitamento nei media.\r\nNe abbiamo parlato ai microfoni con Raffaella Del Deo, capo ufficio stampa dell'associazione Oltre il Mare\r\npalestina\r\n\r\n \r\n\r\n ",{"matched_tokens":57,"snippet":58,"value":58},[52,53],"Solidarietà con il giornalista palestinese \u003Cmark>Mohammed\u003C/mark> \u003Cmark>al-Qeeq\u003C/mark> in detenzione amministrativa",[60,62,65,67],{"matched_tokens":61,"snippet":12},[],{"matched_tokens":63,"snippet":64},[52,53],"\u003Cmark>Mohammed\u003C/mark> \u003Cmark>al-Qeeq\u003C/mark>",{"matched_tokens":66,"snippet":14},[],{"matched_tokens":68,"snippet":18},[],[70,75,78],{"field":19,"indices":71,"matched_tokens":72,"snippets":74},[11],[73],[52,53],[64],{"field":76,"matched_tokens":77,"snippet":54,"value":55},"post_content",[52,53],{"field":79,"matched_tokens":80,"snippet":58,"value":58},"post_title",[52,53],1157451471441625000,{"best_field_score":83,"best_field_weight":84,"fields_matched":85,"num_tokens_dropped":30,"score":86,"tokens_matched":87,"typo_prefix_score":30},"2211897868544",13,3,"1157451471441625195",2,6671,{"collection_name":41,"first_q":16,"per_page":90,"q":16},6,{"facet_counts":92,"found":142,"hits":143,"out_of":310,"page":11,"request_params":311,"search_cutoff":20,"search_time_ms":312},[93,118],{"counts":94,"field_name":115,"sampled":20,"stats":116},[95,97,99,101,103,105,107,109,111,113],{"count":11,"highlighted":96,"value":96},"orsi",{"count":11,"highlighted":98,"value":98},"trentino",{"count":11,"highlighted":100,"value":100},"white noise",{"count":11,"highlighted":102,"value":102},"pugno di sale",{"count":11,"highlighted":104,"value":104},"ponte morandi",{"count":11,"highlighted":106,"value":106},"rugby femminile",{"count":11,"highlighted":108,"value":108},"sentieri selvaggi",{"count":11,"highlighted":110,"value":110},"William Web Bellis",{"count":11,"highlighted":112,"value":112},"rivista liberazioni",{"count":11,"highlighted":114,"value":114},"il colpo del strega","podcastfilter",{"total_values":117},36,{"counts":119,"field_name":19,"sampled":20,"stats":140},[120,122,124,126,128,130,132,134,136,138],{"count":11,"highlighted":121,"value":121},"stupro",{"count":11,"highlighted":123,"value":123},"rojava",{"count":11,"highlighted":125,"value":125},"kobane",{"count":11,"highlighted":127,"value":127},"resistenze",{"count":11,"highlighted":129,"value":129},"partigiane",{"count":11,"highlighted":131,"value":131},"patriarcato",{"count":11,"highlighted":133,"value":133},"violenza sessuale",{"count":11,"highlighted":135,"value":135},"violenza di genere",{"count":11,"highlighted":137,"value":137},"droghe dello stupro",{"count":11,"highlighted":139,"value":139},"violenza maschile contro le donne",{"total_values":141},15,5,[144,196,220,250,287],{"document":145,"highlight":183,"highlights":188,"text_match":191,"text_match_info":192},{"comment_count":30,"id":146,"is_sticky":30,"permalink":147,"podcastfilter":148,"post_author":173,"post_content":174,"post_date":175,"post_excerpt":36,"post_id":146,"post_modified":176,"post_thumbnail":177,"post_title":178,"post_type":179,"sort_by_date":180,"tag_links":181,"tags":182},"89996","http://radioblackout.org/podcast/black-holes-dal-27-maggio-al-2-giugno-2024-2/",[149,150,151,152,153,154,155,156,157,158,159,160,161,162,163,164,165,166,167,168,96,104,102,169,170,112,171,106,108,172,98,100,110],"abusi polizieschi","Alberto Grifi","alnitak","Andalusia","andrea santalusia","antispecismo","assemblea antispecista","carcere","cinema sperimentale","cinema underground","diapason","emilio salgari","Emily Valentine","Luca Wallace Costello","Modena","Mohamed Alì","morti sul lavoro","MY-ARMA EN-KANDELA","Nigel Owens","omicidi carcerari","racconti ovali","radio cane","rugby","Sevilla","sowdust"," \r\n\r\n\r\n\r\nMartedì 28 ore 12,30 - Mohammed Alì, Rumble in the jungle 29 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nBiografia del leggendario pugile Mohamed Alì.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Mohammed-Al%C3%AC_Rumble-in-the-jungle_29.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 29 ore 8,30 - Modena: la strage che non c’è 28 minuti [Radio Cane]:\r\n\r\nA distanza di più di un anno dalla strage nel carcere di Modena, e a qualche mese dall’esposto di alcuni detenuti che hanno deciso di rompere il silenzio, torniamo a Modena dove una delle animatrici del Comitato Verità e Giustizia per i morti del Sant’Anna, nato dopo i fatti dell’8 marzo 2020, ci racconta di quei giorni e ci aggiorna sullo stato delle indagini in corso. In conclusione la sorella di Mattia Palloni, uno dei firmatari dell’esposto, ci racconta degli interrogatori e delle strategie di insabbiamento della procura.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Omicidi-carceri-Modena_28.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 30 ore 8,30 - Orsi Trentino [Titolo originale: Sentieri selvaggi. Orsi in fuga fra propaganda, gabbie e proprietà privata] 17 minuti [Assemblea Antispecista e Collettiva Scobi]:\r\n\r\nRecenti episodi di cronaca hanno riacceso i riflettori della stampa e l’interesse dell’opinione pubblica sulla questione “gestione orsi” in Trentino. Cerchiamo di mettere un po’ di ordine, alla luce dell’esperienza di quasi tre anni di campagna svolta sul territorio Trentino.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/orsi-trentino_17.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 31 ore 8,30 - Racconti Ovali 2 34 minuti [Luca Wallace Costello]:\r\n\r\nIncontriamo il leggendario gesto di William Webb Ellis che diede origine al gioco del Rugby, la storia e le difficoltà della prima giovane giocatrice Emily Valentine e le vicende contemporanee del grande arbitro Nigel Owens, primo sportivo di alto livello nel mondo ovale ad aver fatto coming out del proprio essere gay.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/Racconti-ovali2_34.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 31 ore 13,30 - Emilio Salgari 32 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nBreve biografia di Emilio Salgari, capitano di mare e sfruttato di terra.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Emilio-Salgari_32.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 1 ore 9,30 - Diapason #1 : Morti sul lavoro 54 minuti [White Noise]:\r\n\r\nL’ Italia è la nazione che detiene il primato delle vittime sul lavoro in Europa. Troppo spesso la vita si baratta per uno stipendio, talvolta misero e indecente. Le cause sono tante, e hanno un comune denominatore: il profitto.\r\nInfatti, molti imprenditori per accrescere il proprio profitto, tagliano sulla sicurezza. 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La storia delle volontà e degli interessi che hanno portato migliaia di tonnellate di ferro e cemento a collassare su se stesse in 4 secondi, troncando 43 vite e modificando per sempre l’animo di una città svegliatasi il giorno dopo con una parte che manca e che ancora oggi non ha recuperato.”\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/La-parte-che-manca1PugnoDiSale_40.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 2 ore 10 - La parte che manca pt.2 41 minuti [Pugno di Sale]:\r\n\r\nLa parte che manca è un podcast della redazione del giornale “Pugno di sale” a puntate, per raccontare dal basso il cratere che ha lasciato il ponte Morandi. “Oggi, dopo 5 anni, in questo “Dopo” creato dal crollo del ponte vogliamo raccontare l’insieme degli istanti che lo hanno preceduto. 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Le parti hanno parlato di centinaia di camion di aiuti e tra questi dovrebbe esserci per la prima volta dall’inizio della guerra anche il carburante, fondamentale per il funzionamento dell’energia elettrica e di moltissimi servizi di base nella Striscia.\r\n\r\nIntanto sul fronte della Cisgiordania continuano le azioni dei coloni protette dalla polizie e dall’esercito, esautorando in qualche modo tutti gli appelli di Biden e soprattutto Blinken a cessare immediatamente le violenze dei coloni. Intanto sono 4000 i palestinesi arrestati in Cisgiordania dal 7 ottobre, circa 250 quelli ammazzati e quasi 3000 i feriti.\r\n\r\nQuesto quanto è trapelato nell’informazione a vari livelli,\r\nMa nessuna luce viene gettata sul futuro della Striscia di Gaza, ammesso che ne abbia uno, e dei palestinesi e su questo proveremo a concentrare i nostri ragionamenti.\r\n\r\nDalla Cisgiordania una corrispondenza con Mohammed, membro di Fatah che ci offre la visione del disastro in corso di molti palestinesi, che si sentono il vero target della rappresaglia israeliana.\r\n\r\n**\r\n\r\nTra le conseguenze politiche degli intensi bombardamenti sulla Striscia si registra un nuovo e significativo attivismo transnazionale di ebrei contro l'occupazione, in particolare negli Stati Uniti, dove i partecipanti a manifestazioni e occupazioni di luoghi istituzionali dall'alto valore simbolico (e conseguenti arresti) si contano nell'ordine delle centinaia. Qualcosa si muove anche nel vecchio continente, in particolare in Francia, dove una frattura generazionale ha portato all'emersione di soggettività decoloniali dalla chiara impostazione anti-sionista. Nel nostro paese si registra, la scorsa domenica, il flash-mob del Laboratorio Ebraico Antirazzista (LEA) con uno striscione che riportava tre chiare parole d'ordine: “Cessate il Fuoco! Liberate gli/le ostaggi! Stop all'occupazione!”. Abbiamo raggiunto un compagno che partecipa alle attività e riflessioni del laboratorio e con lui abbiamo parlato della necessità/difficoltà di presa di parola in questo contesto.\r\n\r\nIn chiusura di trasmissione il montaggio audio della lettura di una serie di estratti dal libro di Lorenzo Kamel “Terra contesa. Israele, Palestina e il peso della storia” di recente uscita per Carocci editore.\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/la-fine-23-11.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMATERIALI\r\n\r\nThe Economist - The battle of northern Gaza is almost over\r\n\r\nUmberto De Giovannangeli - L'arcipelago delle milizie palestinesi\r\n\r\n\r\nUmberto De Giovannangeli - L’Intifada dei Leoni di Nablus\r\n\r\nJean-Pierre Filiu - « La popularité de Marwan Barghouti représente sans doute le seul barrage à la montée en puissance du Hamas »\r\n\r\nGiansandro Merli - Ebrei per il cessate il fuoco. Protesta a Roma\r\n\r\nFilippo Ortona - I giovani ebrei francesi, dalla Palestina alle banlieue\r\n\r\nLorenzo Kamel - Terra contesa - Israele, Palestina e il peso della storia\r\n\r\nhttps://www.youtube.com/watch?v=V1IabpQlBGw","24 Novembre 2023","2023-11-24 23:42:19","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/1700817396912-200x110.png","LA FINE DELLA FINE DELLA STORIA S.2 #9 - SCAMPOLI DI FUTURO PER LA PALESTINA?",1700843724,[],[],{"post_content":212},{"matched_tokens":213,"snippet":214,"value":215},[52],"Dalla Cisgiordania una corrispondenza con \u003Cmark>Mohammed\u003C/mark>, membro di Fatah che ci","Siamo arrivati al 48esimo giorno di guerra, vale la pena ricordare che sono già oltre 14.000 i palestinesi morti sotto i bombardamenti e i colpi di artiglieria di T’sahal, l’esercito israeliano, con il saldo terribile di 6mila minori e 4mila donne .\r\n\r\nSappiamo che alle 10 di questa mattina sarebbe dovuto partire il “cessate il fuoco” ma il consigliere per la sicurezza nazionale israeliano, Tzachi Hanegbi, ha detto che lo scambio di ostaggi e prigionieri tra Israele e Hamas non comincerà prima di venerdì (Hamas ha sottolineato che la logistica per spostare gli ostaggi è molto difficoltosa) e una fonte del governo israeliano ha informato la BBC che anche l’inizio della tregua sarebbe dunque stato posticipato di un giorno.\r\n\r\nL’accordo sulla tregua prevede anche l’ingresso nella Striscia di molti più aiuti umanitari rispetto a quelli entrati nelle scorse settimane. Le parti hanno parlato di centinaia di camion di aiuti e tra questi dovrebbe esserci per la prima volta dall’inizio della guerra anche il carburante, fondamentale per il funzionamento dell’energia elettrica e di moltissimi servizi di base nella Striscia.\r\n\r\nIntanto sul fronte della Cisgiordania continuano le azioni dei coloni protette dalla polizie e dall’esercito, esautorando in qualche modo tutti gli appelli di Biden e soprattutto Blinken a cessare immediatamente le violenze dei coloni. Intanto sono 4000 i palestinesi arrestati in Cisgiordania dal 7 ottobre, circa 250 quelli ammazzati e quasi 3000 i feriti.\r\n\r\nQuesto quanto è trapelato nell’informazione a vari livelli,\r\nMa nessuna luce viene gettata sul futuro della Striscia di Gaza, ammesso che ne abbia uno, e dei palestinesi e su questo proveremo a concentrare i nostri ragionamenti.\r\n\r\nDalla Cisgiordania una corrispondenza con \u003Cmark>Mohammed\u003C/mark>, membro di Fatah che ci offre la visione del disastro in corso di molti palestinesi, che si sentono il vero target della rappresaglia israeliana.\r\n\r\n**\r\n\r\nTra le conseguenze politiche degli intensi bombardamenti sulla Striscia si registra un nuovo e significativo attivismo transnazionale di ebrei contro l'occupazione, in particolare negli Stati Uniti, dove i partecipanti a manifestazioni e occupazioni di luoghi istituzionali dall'alto valore simbolico (e conseguenti arresti) si contano nell'ordine delle centinaia. Qualcosa si muove anche nel vecchio continente, in particolare in Francia, dove una frattura generazionale ha portato all'emersione di soggettività decoloniali dalla chiara impostazione anti-sionista. Nel nostro paese si registra, la scorsa domenica, il flash-mob del Laboratorio Ebraico Antirazzista (LEA) con uno striscione che riportava tre chiare parole d'ordine: “Cessate il Fuoco! Liberate gli/le ostaggi! Stop all'occupazione!”. Abbiamo raggiunto un compagno che partecipa alle attività e riflessioni del laboratorio e con lui abbiamo parlato della necessità/difficoltà di presa di parola in questo contesto.\r\n\r\nIn chiusura di trasmissione il montaggio audio della lettura di una serie di estratti dal libro di Lorenzo Kamel “Terra contesa. 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Carrapata)Lee Fry Music\r\nMe or the Papes & Ya Playin' Yaself Jeru the Damaja DJ Premier & Kendrick Jeru Davis Wrath of the Math\r\nYou Are What I'm All About New Birth Harvey Fuqua & Londee Wiggins\r\nDanny Red - OVERJOYED-DANNY REDDanny RedRoar of a Lion\r\nResistanceBurning Spear\r\nHuman Race Groundation Harrison Stafford One Rock\r\nKENZO SELECTION:\r\nMysta Wey - Sermon On The Mountain\r\nVin Morgan - Resilience\r\nRevelation Rockers - Jah Praises\r\nMystic Foundation - Life In The Ghetto\r\nShanti Yalah - Walled Garden\r\nTacumah - Enbata\r\nNadia McAnuff - Words Of I Mouth\r\nThompson Sound - Dub Of I Mouth\r\nThe Mighty Three's - Good Thing Going On\r\nThe Dalls & Prince Mohammed - People Get Ready\r\nThe Maât Disciples - Strength Of I Pharaoh\r\nThe Soul Agitators - Dub Of I Pharaoh\r\nSylvan White - Give Jah Praise\r\nDaweh Congo - Empress Menen\r\nRamon Judah - Freedom Chant\r\nRamon Judah - Freedom Rock\r\nSankara Warriors – Africa Must Be Free\r\nBACK IN OVERJOY\r\nDOUBTFULL Small Axe Well Sharp\r\nRough Time ROOTS HERITAGE Pierre Chabrèle, Rico Gaultier, Rudi Bennett, Dominick Marie-Joseph, Greg Emonet & Jason Wilson\r\n\r\nGALAS - PLANT A SEED & BENYAH - BLOWING SEED (RKS RECORDS) [RKS-12-002]","8 Marzo 2022","2022-03-08 13:02:02","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/unnamed-4-200x110.jpg","OverJoy 90",1646744522,[234,235,236],"http://radioblackout.org/tag/dub/","http://radioblackout.org/tag/reggae/","http://radioblackout.org/tag/roots/",[238,239,240],"dub","reggae","roots",{"post_content":242},{"matched_tokens":243,"snippet":244,"value":245},[52],"On\r\nThe Dalls & Prince \u003Cmark>Mohammed\u003C/mark> - People Get Ready\r\nThe Maât","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/2022.02.22-16.30.00-OJ90-escopost.mp3\"][/audio]\r\nDOWNLOAD\r\nMartedì 15 Febbraio 2022, Overjoy 90 [S8E9] Playlist\r\nChega-Te para Là (feat. 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La donna ha perso la vita dopo essere stata colpita alla testa quando le truppe turche hanno sparato pallottole vere e un gran numero di lacrimogeni contro gli artisti dell’iniziativa Free Art che aveva formato una catena umana al confine Suruç-Kobanê. Kader Ortakaya era del distretto di Siverek della provincia di Urfa e stava facendo un master all’università Marmara di Istanbul dopo essersi laureata al dipartimento di sociologia. Ortakaya aveva partecipato alla veglia di resistenza nei villaggi di Mehser e Miseynter per circa 25 giorni. Aveva preso parte anche ai lavori dell’accademia delle donne ad Amed, alle proteste di Gezi dello scorso anno, ed era una donna conosciuta per essere sensibile alle questioni sociali.\r\nQui trovate tutte le informazioni a riguardo. Mentre a questo link la lettera che Kader Ortakaya aveva scritto alla famiglia mentre partiva per Kobane e che abbiamo letto in trasmissione.\r\nSempre trattando di Kurdistan, qualche settimana fa a Roma, alla Casa internazionale delle donne è stato organizzato un convegno dal titolo \"Praticare la libertà contro la guerra senza fine del sistema patriarcale: donne curde in Irak, Siria, Europa\". L'incontro ha dato voce alle donne protagoniste della rivoluzione femminile curde, alle testimoni delle violenze, alle donne che dall'estero contribuiscono a informare e denunciare le violazioni dei diritti umani che si stanno consumando in danno delle minoranze nelle zone di conflitto. Si è parlato delle vicende degli yezidi a Şengal, e dei problemi sopraggiunti dopo l'esodo, di lotta e rivoluzione del Rojava, dell'Isis, con l’obiettivo di creare una piattaforma comune di informazione e di aggiornamento.\r\nSul blog del Mfla di RadioOndaRossa di Roma, trovate molti contributi audio davvero interessanti, registrati in quell'occasione, tradotti e sistemati dalle compagne. Ne abbiamo mandato in onda uno, quello di Sinem Mohammed, amministratrice locale dei cantoni del Rojava, che è intervenuta sulla rivoluzione in Rojava, la guerra di Isis e la resistenza di Kobane.\r\n***\r\nA Bologna una compagna è stata stuprata dopo una serata in un locale. Molto probabilmente il violentatore l'ha drogata, tanto che la compagna ha un'amnesia di più di 10 ore e non ricorda nulla. Risvegliatasi nel letto del porco, si è resa conto dell'accaduto ed è corsa dalla sua ginecologa, la quale le ha certificato i segni della violenza subita. La compagna ha reagito denunciando pubblicamente quanto le era successo e le compagne di Bologna la stanno sostenendo con l'organizzazione di un'iniziativa informativa e di lotta che si terrà sabato 15 novembre in Piazza San Francesco. Qui il comunicato. 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Mi chiedo: c'è vita oltre la gnawa? Ci sono alternative al guimbri? E la risposta, come sempre è sconvolgente. L'etnomusicologo che è in me rimane sconvolto. Dovremo programmare al più presto una missione nella valle delle rose, mi dico.\r\n\r\nIn uno dei paesi più incantevoli del nord africa, grazie anche ad un Re surfista e magnanimo ed al bel clima che favorisce il turismo, le cassettine sono ritornate di moda. Anzi, non sono mai passate. Ma scordatevi la spiritualità Gnawa di un Mohammed Rouicha o di Paco Abderramane. Dimenticate gli ammiccamenti all'ascoltatore europeo o la tipica dimensione acustica (vedi la puntata su Amnat Azawan da Guelmin).\r\nQuesta è puro M-pop all'ennesima potenza, una bomba multi-kulti mista tra il suono di un'orchestra da matrimonio, un rave nel desertoe una vendita al mercato. Ipnotico, glitterato e per niente austero, vi proponiamo un viaggio al neon, nel lato illuminato e più posh di questo oriente che guarda oltre il mediterraneo. Una forma di musica che ammicca al benessere ed al \"progresso\" europeo ma lo fa in low-quality, con i mezzi e le risorse locali. Attenzione: ben lungi dall'essere un vorrei ma non posso questo è anzi un suono globalizzato ma profondamente antiglobale, cresce nelle tv musicali, nei souk pieni di spezie, nelle sale decorate con il tadellak; usa l'arabo per proteggersi dall'esterno e per diffondersi a macchia d'olio rinnega il cd, tanto più che sulle mercedes che circolano in marocco il lettore non è previsto che il vano cassetta. In questo casino le female singers cantano la loro emancipazione, le orchestre in autotune scaldano le platee tra un battimani e un joint. \r\n\r\nIn poche parole dagli anni 80 è nata una real moroccan music, che mescola aggressività world al classicismo della tradizione sena nessuna voglia di farsi colonizzare ancora, quanto più di colonizzare essa stessa. Violini e Viole elettrificate, sintetizzatori d'accatto, sguscianti percussioni spesso fatte con programmi di drum machine che l'occidente ha rifiutato e soprattutto voci, ora urlanti, ora salmodianti, ora sintetiche, ora trattate, ora perse nell'eco del deserto. E il povero pubblico europeo, vittima dell'austerità, si getta nel web per percorrere la via aperta dalla costa atlantica al Rif.\r\n\r\nIndossate la vostra djellaba migliore perchè questo non è che il vol.1. 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