","Mondiali, militari e gas: la nuova missione militare italiana in Qatar",1663097743,[114,115,116,117,118,119],"http://radioblackout.org/tag/descalzi/","http://radioblackout.org/tag/eni/","http://radioblackout.org/tag/guerini/","http://radioblackout.org/tag/missioni-militari-italiane-allestero/","http://radioblackout.org/tag/mondiali-in-qatar/","http://radioblackout.org/tag/qatar/",[121,24,122,123,124,30],"descalzi","guerini","missioni militari italiane all'estero","mondiali in qatar",{"post_content":126,"post_title":130,"tags":133},{"matched_tokens":127,"snippet":128,"value":129},[68],"del Qatar in occasione dei \u003Cmark>Mondiali\u003C/mark> si configura come il naturale","Azzurri fuori dal mondiale di calcio ma 560 militari italiani si schiereranno a bordo campo in Qatar per contribuire alla sicurezza armata della kermesse sportiva in programma dal 21 novembre al 18 dicembre 2022. Alla vigilia del terremoto politico che ha investito il governo Draghi & C., il Consiglio dei ministri ha varato il decreto missioni internazionali per l’anno in corso. Principale novità, la partecipazione delle forze armate italiane al dispositivo predisposto dalle autorità qatariote per proteggere militarmente la Fifa World Cup. (…)\r\nMa le vere ragioni dell’oneroso impegno italiano per la Fifa World Cup 2022 sono state espresse dallo Stato maggiore della difesa e dal ministro Lorenzo Guerini. “La richiesta di supporto alle attività di difesa del Qatar in occasione dei \u003Cmark>Mondiali\u003C/mark> si configura come il naturale corollario e il coronamento di una collaborazione tecnico-operativa e industriale avviata da anni e con grosse potenzialità di sviluppo/opportunità”, scrive la Difesa. “L’Italia è orgogliosa di poter contribuire al regolare svolgimento di una rassegna globale: la cooperazione militare bilaterale tra Italia e Qatar è forte e intensa e abbraccia numerose attività di spiccato valore strategico”, ha dichiarato Guerini. “L’Italia crede nella partnership dei nostri due Paesi, che vede già in atto numerosi programmi di cooperazione industriale, e guarda con fiducia ad altre attività e collaborazioni, in piena coerenza anche con i nostri interessi comuni in materia di sicurezza e difesa”. (4)\r\n\r\nIl petro-emirato del Qatar è oggi il maggiore cliente del complesso militare-industriale-finanziario italiano - Leonardo e Fincantieri in testa - e le lucrose commesse di armi sono state ottenute anche grazie al pressing a tutto campo di presidenti del consiglio, ministri, amministratori delegati, generali e ammiragli. Lo scorso febbraio il gruppo industriale Leonardo S.p.A. ha consegnato all’Aeronautica militare del Qatar sei caccia addestratori avanzati M-346 “Master” realizzati negli stabilimenti di Varese-Venegono. I velivoli possono raggiungere una velocità massima di 1.093 km/h, a una quota operativa di 13.715 metri sul livello del mare e possono essere impiegati anche per azioni di combattimento e attacco con missili aria-aria o per i bombardamenti contro obiettivi terrestri con munizioni di caduta da 500 libbre.\r\n\r\nLa consegna dei caccia rientra nell’ambito dell’accordo di cooperazione sottoscritto dalle forze aeree di Italia e Qatar nel novembre 2020 e che prevede anche la formazione dei piloti qatarioti nelle maggiori basi aeree italiane e presso il nuovo polo integrato di addestramento al volo costituito dall’International Training Flight School di Galatina (Lecce), dallo scalo di Decimomannu (Cagliari) e dal poligono di Salto di Quirra, ancora in Sardegna. I primi sei “allievi” della Qatar Emiri Air Force hanno concluso il corso avanzato propedeutico al volo sui caccia di prima linea lo scorso 12 luglio. (5)\r\n\r\nAncora a Leonardo la Marina militare del Qatar ha richiesto la fornitura di un Centro Operativo Navale per il monitoraggio e il pieno controllo delle acque territoriali, della Zona Economica Esclusiva e degli spazi di mare adiacenti. In base all’accordo, il nuovo Centro Operativo sovrintenderà al comando, controllo e coordinamento delle operazioni marittime, supportando le forze armate dell’emirato nei processi decisionali e nella gestione degli interventi “rapidi”. (6) Sempre nel marzo 2022 Leonardo ha consegnato alle forze armate di Doha due elicotteri multiruolo versione NFH (Nato Frigate Helicopter), prodotti nello stabilimento di Venezia Tessera e destinati alle operazioni navali. I velivoli sono parte della maxi-commessa del valore di oltre 3 miliardi di euro firmata nel 2018 dal consorzio europeo NHIndustries costituito da Airbus Helicopters (62,5%), GKN Fokker (5,5%) e Leonardo (32%). Il Qatar ha ordinato 16 elicotteri in versione TTH per compiti terrestri e 12 in versione NFH. Leonardo opera in qualità di prime contractor con la responsabilità per la gestione del programma, l’assemblaggio finale e la consegna dei 12 elicotteri per la Marina, più la fornitura di servizi di supporto e addestramento per gli equipaggi e i tecnici addetti alla loro manutenzione. All’holding italiana è stata attribuita anche la realizzazione di radar, sensori elettro-ottici, sistemi video ed identificazione e quelli per la gestione dei sistemi d’arma degli elicotteri (missili aria-superficie e siluri per il contrasto a minacce navali e sottomarine). (7)\r\n\r\nAnche nel caso degli elicotteri del consorzio NHIndustries/Leonardo, sono le forze armate italiane a collaborare alla formazione dei piloti militari dell’emirato. E’ presso l’aeroporto di Viterbo, sede del 1° Reggimento “Antares” dell’Aviazione dell’esercito italiano (AVES) che si svolge l’addestramento del personale della Qatari Emiri Air Force, con la supervisione dei tecnici di Leonardo. “La formazione del personale qatariota è una delle attività addestrative di punta di AVES ed evidenzia il ruolo ormai consolidato di scuola internazionale di volo per la componente militare elicotteri”, spiega lo Stato maggiore dell’Esercito. “L’impegno complessivo, nei tre anni dall’avvio del programma Qatar, ha consentito il conseguimento di 2.000 ore di volo su elicottero NH-90 nella versione terrestre, cui si aggiungono ulteriori 2.500 ore sul simulatore di volo”. (8) Il 10 luglio 2022 lo scalo militare di Viterbo ha ospitato il vicepremier e ministro della difesa del Qatar, Khalid Mohamed Al Attyiah, in visita in Italia. Nel dare il benvenuto all’ospite, il comandante dell’Aviazione dell’esercito, generale Andrea Di Stasio, ha evidenziato che ad oggi sono stati addestrati più di una decina di equipaggi delle forze armate dell’emirato. “L’incontro è proseguito con la dimostrazione di un atto tattico condotto da un elicottero NH-90 (con equipaggio misto italiano e qatariota), che ha rilasciato personale utilizzando la tecnica del fast rope, e da un CH47F che ha recuperato i militari utilizzando la tecnica del grappolo, episodi operativi che richiedono un’alta specializzazione”, ha enfatizzato l’ufficio stampa dell’Esercito. (9)\r\n\r\nPrima di recarsi a Viterbo, il vice premier Al Attyiah, in compagnia del ministro della difesa Lorenzo Guerini, aveva partecipato presso lo stabilimento Fincantieri di Muggiano (La Spezia) alla consegna del pattugliatore offshore OPV “Sheraouh”, seconda unità della classe commissionata al cantiere italiano dal ministero della Difesa del Qatar nell’ambito di un programma di acquisizione navale che ha un valore complessivo di quasi 4 miliardi di euro e prevede, oltre ai due pattugliatori offshore, quattro corvette e una unità anfibia LPD (Landing Platform Dock). Alla cerimonia a Muggiano erano presenti pure i Capi di Stato maggiore della Marina militare di Italia e Qatar (l’ammiraglio Enrico Credendino e il generale Abdulla Bin Hassan Al Sulaiti) e il neopresidente di Fincantieri SpA, il generale Claudio Graziano, già Capo di Stato maggiore della Difesa e fino al 15 maggio 2022 presidente del Comitato militare dell’Unione europea.\r\n\r\n“Il pattugliatore Sheraouh, al pari del gemello Musherib, consegnato nel gennaio 2022, è un’unità altamente flessibile con capacità di assolvere a molteplici compiti che vanno dal pattugliamento, al ruolo di nave combattente”, riferisce Fincantieri. (10) Le due unità hanno una lunghezza di circa 63 metri, una larghezza di 9,2 metri, una velocità massima di 30 nodi, e possono ospitare a bordo 38 persone di equipaggio.\r\n\r\nLo scorso maggio ha avuto invece luogo nello stabilimento Fincantieri di Palermo l’impostazione della nave anfibia LPD commissionata dal Qatar. Questa unità avrà una lunghezza di circa 143 metri, una larghezza di 21,5 e potrà ospitare fino a 550 persone. Sarà dotata di due rampe carrabili e di un bacino interno allagabile in grado di accogliere un mezzo da sbarco veloce; il ponte di volo sarà dimensionato per ospitare gli elicotteri multiruolo NFH di Leonardo. (11) Due delle quattro corvette ordinate sono state consegnate nei mesi scorsi alla Marina militare del Qatar. Realizzate a Muggiano, le unità sono lunghe circa 107 metri, larghe 14,70 metri e raggiungono la velocità massima di 28 nodi. Le corvette possono ospitare 112 militari, diversi battelli veloci gonfiabili e un elicottero NFH.\r\n\r\nOvviamente non solo con gli aerei, gli elicotteri e le navi da guerra può spiegarsi la passione dei leader politici, militari e industriali italiani per il ricco e potente emirato del Golfo. Con la frenetica corsa alla diversificazione delle fonti energetiche dopo l’invasione russa dell’Ucraina, il Qatar si è candidato a divenire in pochi anni il leader mondiale della produzione di gas naturale liquefatto (GNL). Il 19 giugno a Doha, il ministro per gli Affari energetici dell’emirato, nonché presidente e amministratore delegato di QatarEnergy, Saad Sherida Al-Kaabi, ha sottoscritto con l’Ad di Eni, Claudio Descalzi, un accordo per la creazione di una joint venture. “QatarEnergy deterrà una quota del 75% e Eni il restante 25%”, spiega il portavoce dell’holding italiana. “La joint venture a sua volta deterrà il 12,5% dell’intero progetto NFE - North Field East, di cui fanno parte 4 mega treni GNL con una capacità combinata di liquefazione pari a 32 milioni di tonnellate/anno (MTPA)”. Grazie al progetto NFE il Qatar aumenterà le capacità di esportazione di GNL dagli attuali 77 MTPA a 110 MTPA. Sono previsti investimenti per quasi 29 miliardi di dollari.\r\n\r\n“NFE dovrebbe entrare in produzione entro la fine del 2025 e impiegherà tecnologie e processi all’avanguardia per minimizzare l’impronta carbonica complessiva, tra cui la cattura e lo stoccaggio della CO2”, enfatizza Claudio Descalzi. “Siamo onorati e lieti di essere stati scelti come partner nel progetto di espansione. Questo accordo è una significativa pietra miliare per Eni e si inserisce nel nostro obiettivo di diversificazione verso fonti energetiche più pulite e affidabili, in linea con la nostra strategia di decarbonizzazione”. (12)\r\n\r\nDecantare la sostenibilità socio-ambientale del progetto NFE è come affermare che più armi di distruzione di massa produci e più assicuri la pace e il disarmo dei popoli. “Eni svilupperà in Qatar il progetto considerato da tanti come la peggiore bomba climatica al mondo”, scrive Andrea Barolini su Valori, la testata giornalistica di proprietà di Fondazione Finanza Etica. “Il North Field East è un giacimento di gas naturale immenso che si stima possa contenere il 10% delle riserve \u003Cmark>mondiali\u003C/mark>. Un autentico disastro in termini di contributo al riscaldamento globale, nonostante le rassicurazioni dei vertici dell’azienda, che insiste sull’utilizzo di tecnologie che sarebbero in grado di limitare i danni al clima”. Un’inchiesta pubblicata a maggio dal quotidiano The Guardian inserisce l’NFE tra i progetti di sfruttamento di petrolio e gas più dannosi in assoluto. “Bombe climatiche, appunto, suscettibili di provocare emissioni per più di un miliardo di tonnellate di CO2 sull’insieme del loro ciclo di vita”, conclude Barolini.\r\n\r\nNiente bomber azzurri in campo a Doha 2022, ma tante, anzi tantissime bombe belliche e ambientali per il Qatar made in Italy.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo, antimilitarista, insegnante, blogger\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/09/2022-09-13-mazzeo-missioni-qatar.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",{"matched_tokens":131,"snippet":132,"value":132},[68],"\u003Cmark>Mondiali\u003C/mark>, militari e gas: la nuova missione militare italiana in Qatar",[134,136,138,140,142,146],{"matched_tokens":135,"snippet":121},[],{"matched_tokens":137,"snippet":24},[],{"matched_tokens":139,"snippet":122},[],{"matched_tokens":141,"snippet":123},[],{"matched_tokens":143,"snippet":145},[144],"mondiali","\u003Cmark>mondiali\u003C/mark> in qatar",{"matched_tokens":147,"snippet":30},[],[149,152,154],{"field":150,"matched_tokens":151,"snippet":132,"value":132},"post_title",[68],{"field":91,"matched_tokens":153,"snippet":128,"value":129},[68],{"field":38,"indices":155,"matched_tokens":156,"snippets":158},[23],[157],[144],[145],578730123365187700,{"best_field_score":161,"best_field_weight":162,"fields_matched":32,"num_tokens_dropped":50,"score":163,"tokens_matched":99,"typo_prefix_score":50},"1108091338752",15,"578730123365187707",{"document":165,"highlight":183,"highlights":191,"text_match":159,"text_match_info":196},{"cat_link":166,"category":167,"comment_count":50,"id":168,"is_sticky":50,"permalink":169,"post_author":35,"post_content":170,"post_date":171,"post_excerpt":55,"post_id":168,"post_modified":172,"post_thumbnail":173,"post_thumbnail_html":174,"post_title":175,"post_type":58,"sort_by_date":176,"tag_links":177,"tags":180},[47],[49],"72834","http://radioblackout.org/2022/01/kazakistan-una-rivolta-che-mina-gli-interessi-economici-di-grande-potenze-mondiali/","Provando ad andare al di là dello scontro geopolitico e imperialista come unica chiave di lettura per la situazione in corso in Kazakistan, è nella natura economica e commerciale dei rapporti che si intersecano nell’area che va individuato il nocciolo della questione. Proprio per questo motivo Lorenzo Lodi, ricercatore e collaboratore del sito La voce delle Lotte, propone in un suo articolo (consultabile a questo link https://www.lavocedellelotte.it/2022/01/08/le-proteste-in-kazakistan-e-limperialismo-anche-italiano/) un’analisi del contesto che tiene conto di numerose variabili.\r\n\r\nOltre al ruolo della Russia di Putin, incaricata in qualche modo di essere garante degli interessi degli USA da un lato e di assicurare una via commerciale alla Cina dall’altro, è significativo il ruolo dell’Italia che detiene il secondo posto in qualità di paese esportatore di petrolio dal Kazakistan. Le multinazionali occidentali dell’energia, come ENI, hanno assunto infatti il monopolio della produzione e dell’esportazione del petrolio mantenendo in un ruolo subordinato e di dipendenza un paese come il Kazakistan.\r\n\r\nLa rivolta in Kazakistan mostra le interconnessioni di alcuni temi centrali oggi, tra i quali l’aumento del prezzo dell’energia, lo sfruttamento dei lavoratori e delle lavoratrici, la massimizzazione dei profitti da parte dei grandi colossi mondiali responsabili del cambiamento climatico e la tolleranza dei governi occidentali nei confronti di atti di repressione statale violentissimi, come è accaduto recentemente al confine tra Biellorussia e Polonia, per mantenere e alimentare i propri interessi energetici nelle aree in cui esplodono conflitti per l’insostenibilità delle condizioni.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/01/Lorenzo-Lodi-kazakistan-2022_01_13_2022.01.13-10.00.00-escopost.mp3\"][/audio]","13 Gennaio 2022","2022-01-13 17:28:47","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/01/132811830-4620d3ec-4b77-4031-a871-7c9c9dc36c14-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"180\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/01/132811830-4620d3ec-4b77-4031-a871-7c9c9dc36c14-300x180.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/01/132811830-4620d3ec-4b77-4031-a871-7c9c9dc36c14-300x180.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/01/132811830-4620d3ec-4b77-4031-a871-7c9c9dc36c14-768x461.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/01/132811830-4620d3ec-4b77-4031-a871-7c9c9dc36c14.jpg 810w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Kazakistan: una rivolta che mina gli interessi economici di grande potenze mondiali.",1642094927,[115,178,179],"http://radioblackout.org/tag/kazakistan/","http://radioblackout.org/tag/petrolio/",[24,181,182],"Kazakistan","petrolio",{"post_content":184,"post_title":188},{"matched_tokens":185,"snippet":186,"value":187},[144],"da parte dei grandi colossi \u003Cmark>mondiali\u003C/mark> responsabili del cambiamento climatico e","Provando ad andare al di là dello scontro geopolitico e imperialista come unica chiave di lettura per la situazione in corso in Kazakistan, è nella natura economica e commerciale dei rapporti che si intersecano nell’area che va individuato il nocciolo della questione. 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Migliaia di persone, soprattutto e Rio e San Paolo, hanno alimentato in queste settimane la protesta popolare sfidando la gigantesca repressione, prima che la sconfitta in semifinale della squadra brasiliana riportasse alla realtà anche quella parte di popolazione coinvolta nell'euforia dell'evento.\r\n\r\nOra i movimenti sociali fanno la conta dei morti nelle favelas durante le operazioni di \"bonifica\" della polizia, e cercano di raccogliere e organizzare il malcontento in vista delle future scadenze. Da pochi giorni è in circolazione un giornale cartaceo a larga tiratura con un orientamento sinistra del PT (Partito dos Trabajadores) al governo.\r\n\r\nNel frattempo il \"quilombo\" di di cui avevamo parlato alcune settimane fa, a rischio di sgombero per fare posto a una multinazionale giapponese (vedi http://radioblackout.org/2014/06/no-vai-ter-copa-il-brasile-dei-quilombo-resiste-alle-multinazionali/), per ora sta resistendo e c'è una possibilità, seppure remota, che i 300 abitanti della comunità possano riscattare la terra che abitano da generazioni, anche se i tentativi di esproprio di singole famiglie (quelle che accettano indennizzi in denaro) sono continuati.\r\n\r\nAscolta l'intervista a Manfredo:\r\n\r\n2014.07.24-manfredo","24 Luglio 2014","2014-07-28 13:23:15","Brasile, un bilancio delle manifestazioni contro i Mondiali di calcio",1406204826,[],[],{"post_content":212,"post_title":216},{"matched_tokens":213,"snippet":214,"value":215},[68],"bilancio delle manifestazioni contro i \u003Cmark>Mondiali\u003C/mark> di Calcio 2014. 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La squadra italiana non parteciperà a questi mondiali perché non si è qualificata, ma al posto dei calciatori sarà comunque presente una task force italiana che comprende circa 600 militari e carabinieri, con mezzi e armamenti terrestri, navali ed aerei. Il Consiglio dei Ministri infatti ha deliberato nel corso dell’estate, in piena crisi di governo, tre ulteriori missioni militari tra cui quella in Qatar. I militari italiani insieme ai contingenti di Francia, Regno Unito, Stati Uniti, Pakistan e Turchia supporteranno il sistema di difesa e sicurezza del campionato mondiale di calcio. All’Esercito spetterà la difesa per tutto ciò che potrebbe comportare rischio chimico, biologico e nucleare, mentre la Marina vigilerà lo spazio delle acque internazionali con un pattugliatore e lo spazio subacqueo con un sommergibile; dello spazio aereo si occuperà ovviamente l’Aeronautica militare. Ma la missione Orice va ben oltre i mondiali di calcio: non per caso non ha un termine di scadenza predeterminato, nonostante i mondiali terminino il 18 dicembre. In effetti i confini di questa operazione vanno ben oltre quelli del mesetto legato ai mondiali di calcio, così come le finalità generali superano di gran lunga quelle ufficialmente dichiarate e legate alla sicurezza di un evento sportivo.\r\nLe motivazioni di questa ulteriore missione militare rispondono a un’esigenza ben evidenziata nella delibera del Consiglio dei ministri del 15 giugno scorso, laddove si fa riferimento al “rafforzamento della sicurezza del Golfo Persico e alla valorizzazione degli interessi nazionali in un’area di importanza strategica”.\r\nDi cosa parliamo? Di armi e gas. Ma non solo, perché questi mondiali sono costati la vita a quasi seimila lavoratori immigrati dai paesi più poveri dell’Asia, trattati come schiavi, senza alcuna tutela, attratti dalla prospettiva del guadagno ma pagati una miseria. Sul loro sudore e sul loro sangue sono state costruite le piramidi di questo campionato, giocato in un paese dove le donne vivono in condizioni di subordinazione totale e le persone Lgbtq sono considerate abomini da cancellare. Questo mondiale rappresenta un’operazione di sportwashing. Per difendere le piramidi dell’emiro (oltre agli interessi della propria industria armiera e energetica) l’Italia ha inviato le proprie truppe.\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo, antimilitarista, insegnante e blogger\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/2022-11-15-mazzeo-qatar.mp3\"][/audio]","15 Novembre 2022","2022-11-15 17:53:56","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/qatar-ita-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"168\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/qatar-ita.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","Qatar. 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La squadra italiana non parteciperà a questi \u003Cmark>mondiali\u003C/mark> perché non si è qualificata, ma al posto dei calciatori sarà comunque presente una task force italiana che comprende circa 600 militari e carabinieri, con mezzi e armamenti terrestri, navali ed aerei. Il Consiglio dei Ministri infatti ha deliberato nel corso dell’estate, in piena crisi di governo, tre ulteriori missioni militari tra cui quella in Qatar. I militari italiani insieme ai contingenti di Francia, Regno Unito, Stati Uniti, Pakistan e Turchia supporteranno il sistema di difesa e sicurezza del campionato mondiale di calcio. All’Esercito spetterà la difesa per tutto ciò che potrebbe comportare rischio chimico, biologico e nucleare, mentre la Marina vigilerà lo spazio delle acque internazionali con un pattugliatore e lo spazio subacqueo con un sommergibile; dello spazio aereo si occuperà ovviamente l’Aeronautica militare. 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Così è nata “Show Israel the Red Card” (Cartellino rosso per Israele), una campagna di boicottaggio nei confronti dello Stato ebraico, che ne chiede l'esclusione da tutte le competizioni mondiali . Di settimana in settimana il movimento è cresciuto, espandendosi in oltre trenta Paesi col sostegno di più di 70 tifoserie, che tra striscioni e cartellini rossi hanno usato il calcio come veicolo di denuncia, tra le curve degli stadi e tra i praticanti dello sport popolare . I tifosi hanno dato vita alla campagna a seguito dei silenzi e dei tentennamenti delle istituzioni tra cui la FIFA, che di volta in volta ha rimandato la decisione di sospendere la partecipazione di Israele alle competizioni mondiali, permettendo alla squadra dello Stato ebraico di giocare nonostante i massacri compiuti in Palestina. Israele ha regolarmente preso parte alla Nations League, gestita dalla UEFA, disputando nove partite lo scorso anno, tra cui due partite contro l’Italia. I tifosi hanno deciso di protestare sugli spalti di tutto il mondo contro il genocidio che le truppe sioniste stanno compiendo indisturbate, denunciando allo stesso tempo il doppio standard della massima istituzione calcistica, la FIFA, che escluse la Russia da tutte le competizioni quattro giorni dopo l’invasione dell’Ucraina.\r\n\r\nNe parliamo con Gabriele di \"Calcio e Rivoluzione\" . Ascolta la diretta.\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/calcioe.mp3\"][/audio]","7 Aprile 2025","Cartellino rosso per Israele .","2025-04-07 19:56:56","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/INFO-07042025-CALCIO-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"212\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/INFO-07042025-CALCIO-300x212.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/INFO-07042025-CALCIO-300x212.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/INFO-07042025-CALCIO-768x542.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/INFO-07042025-CALCIO.jpeg 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","\"SHOW ISRAEL THE RED CARD”, CONTRO LO SPORTWASHING ISRAELIANO E L'IPOCRISIA DELLA FIFA",1744051527,[297,298,63,299],"http://radioblackout.org/tag/boicottaggio/","http://radioblackout.org/tag/curve-da-stadio/","http://radioblackout.org/tag/show-israel-the-red-card/",[301,302,37,303],"boicottaggio","curve da stadio","show Israel the red card",{"post_content":305},{"matched_tokens":306,"snippet":307,"value":308},[144],"l'esclusione da tutte le competizioni \u003Cmark>mondiali\u003C/mark> . 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A 5 anni di distanza gli scenari si ripropongono in tutta la loro crudeltà e drammaticità. Dal libro \"Gaza. Restiamo umani\", alcune letture a sostegno della lotta del popolo palestinese.\r\n\r\nATTUALITA' * Parliamo di mondiali ? E perché no? A noi il calcio piace e ci piace perché è un gioco di squadra dove conta e viene esaltata l'abilità dell'individuo se inserito in un collettivo che agisce in modo coordinato e collaborativo, ovvero esprime l'importanza della collaborazione sociale affinché ognuno si possa esprimere e valorizzare ed anche l'importanza della individualità perché l'azione del collettivo sia efficiente,efficace, produttiva e bella.\r\n\r\nUno sguardo di genere che cosa vede al di là della sfavillante kermesse multimiliardaria appena conclusasi? Vede un paese,il Brasile, che da sempre è stato una delle mete preferite del turismo sessuale, ove ogni anno migliaia di turisti europei e americani affollano le sue spiagge, ma soprattutto le sue pousadas (pensioni) alla ricerca di sesso a basso costo. E' provato che l'organizzazione di grandi eventi, cioè di manifestazioni a cui affluiscono migliaia di persone, prevalentemente di sesso maschile, sia sportive,che politiche o commerciali, inducono il fiorire di un prospero mercato più o meno sommerso, di corpi femminili (molti) e maschili o transgender (alcuni),tragicamente anche di minore età, adolescenti se non talora bambini, nell'espletamento di una sessualità tipicamente maschile, anche in quei pochi,ma non isolati casi in cui l'acquirente è donna, perché è maschile (e non solo del capitalistica) è l'ideologia che informa il mercimonio,la compra-vendita di corpi e di piacere sessuale.\r\n- durante i mondiali nella civilissima e ricca Germania sono arrivate ad arricchire l'offerta circa 40.000 ragazze, prevalentemente dai paesi dell'Est;\r\n- durante i mondiali in Sud Africa è stato dimostrato un giro di prostituzione forzata, con un movimento di ragazze provenienti per lo più da più povero Mozambico;\r\n- per EXPO' 2015 a Milano sono previste ex novo circa 30.000 ragazze, ma questo 'fenomeno' avviene ogni anno in occasione delle fiere, ad es. quella del mobile, con numero ridotto ( l'assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino parla di 7000 sex workers che diventano 15.000 in occasione delle fiere)\r\n- per non parlare delle esigenze numericamente insoddisfatte durante le periodiche assemblee generali della FAO a Roma, con prostitute di 'cultura',universitarie o anche laureate.\r\n- in Brasile in prospettiva dei Mondiali 2014 e delle Olimpiadi 2015 è stato sufficiente semplicemente potenziare la rete la già presente che coinvolge guide turistiche, agenzie di viaggio, tassisti ed anche proprietari di alberghi.\r\n\r\nE ancora il nostro sguardo vede la prostituzione minorile,una cupa e crudele realtà che non può più essere negata, anzi è confermata dalla campagna lanciata contro di essa. 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È una storia di donne, pallottole e palloni, di una gloria calcistica interrotta e poi rimossa, di un gruppo di ragazze inglesi che sapevano e volevano giocare a calcio e dell’editto che letteralmente strappò loro le zolle da sotto i piedi. Se possiamo raccontarla oggi è solo perché, come spesso accade nella storia delle donne, la scrittura privata, i diari, i taccuini documentarono tutto. Due signore del Lancashire, Gail Newsham e Barbara Jacobs, l’hanno raccolta, ricostruita e riportata al posto che merita: la Hall of Fame della storia del Football.\r\n\r\n*** A sostegno dei compagni e delle compagne colpiti/e dalla repressione, un omaggio a Nadin Gordimer, morta oggi, 14 luglio 2014, da \"Storia di mio figlio\".\r\n\r\nE' un dramma profondamente intimo di conflitti personali e di lotte negli eventi rivoluzionari che a caro prezzo per persone come queste hanno determinato cambiamenti in SudAfrica.\r\n\r\nPer riascoltare la trasmissione:\r\n\r\nil colpo della strega_primaparte_14luglio2014\r\n\r\nil colpo della strega_secondaparte_14luglio2014\r\n\r\n ","15 Luglio 2014","2018-10-24 17:35:28","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/03/medea-strega-200x110.jpg","I podcast de Il colpo della strega: 14luglio2014","podcast",1405464763,[384,385,386,387,388,389,64,390,391,392,393,394,395,396,397],"http://radioblackout.org/tag/brasile/","http://radioblackout.org/tag/calcio/","http://radioblackout.org/tag/calcio-femminile/","http://radioblackout.org/tag/expo-2015/","http://radioblackout.org/tag/gaza/","http://radioblackout.org/tag/lavoro-minorile/","http://radioblackout.org/tag/nadin-gordimer/","http://radioblackout.org/tag/nao-vai-ter-copa/","http://radioblackout.org/tag/palestina/","http://radioblackout.org/tag/prostituzione/","http://radioblackout.org/tag/prostituzione-minorile/","http://radioblackout.org/tag/traffico-sessuale/","http://radioblackout.org/tag/turismo-sessuale/","http://radioblackout.org/tag/vittorio-arrigoni-2/",[363,399,400,401,402,403,68,404,405,406,407,408,409,410,411],"calcio","calcio femminile","expo 2015","Gaza","lavoro minorile","nadin gordimer","nao vai ter copa","palestina","prostituzione","prostituzione minorile","traffico sessuale","turismo sessuale","Vittorio Arrigoni",{"post_content":413,"tags":417},{"matched_tokens":414,"snippet":415,"value":416},[144],"popolo palestinese.\r\n\r\nATTUALITA' * Parliamo di \u003Cmark>mondiali\u003C/mark> ? 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Lo sfruttamento e l'abuso sessuale dei minori praticato tramite il turismo sessuale muove ogni anno nel mondo un giro d'affari di 80-100 milioni di dollari e vede il Brasile al secondo posto nel mondo per le baby prostitute/i; si stima vi siano circa 2.200.000 minori sfruttati, con un coinvolgimento annuale di 500mila nello sfruttamento sessuale.\r\n\r\n*** Un commento all'articolo di Concita De Gregorio uscito su La Repubblica del 9 luglio intitolato \"Il corso che insegna a sedurre i calciatori così si preparano le groupie \u003Cmark>mondiali\u003C/mark>\".\r\n\r\nUna settimana di training su trucco, abiti, e discorsi da evitare. 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Due signore del Lancashire, Gail Newsham e Barbara Jacobs, l’hanno raccolta, ricostruita e riportata al posto che merita: la Hall of Fame della storia del Football.\r\n\r\n*** A sostegno dei compagni e delle compagne colpiti/e dalla repressione, un omaggio a Nadin Gordimer, morta oggi, 14 luglio 2014, da \"Storia di mio figlio\".\r\n\r\nE' un dramma profondamente intimo di conflitti personali e di lotte negli eventi rivoluzionari che a caro prezzo per persone come queste hanno determinato cambiamenti in SudAfrica.\r\n\r\nPer riascoltare la trasmissione:\r\n\r\nil colpo della strega_primaparte_14luglio2014\r\n\r\nil colpo della strega_secondaparte_14luglio2014\r\n\r\n ",[418,420,422,424,426,428,430,432,434,436,438,440,442,444,446],{"matched_tokens":419,"snippet":363,"value":363},[],{"matched_tokens":421,"snippet":399,"value":399},[],{"matched_tokens":423,"snippet":400,"value":400},[],{"matched_tokens":425,"snippet":401,"value":401},[],{"matched_tokens":427,"snippet":402,"value":402},[],{"matched_tokens":429,"snippet":403,"value":403},[],{"matched_tokens":431,"snippet":83,"value":83},[68],{"matched_tokens":433,"snippet":404,"value":404},[],{"matched_tokens":435,"snippet":405,"value":405},[],{"matched_tokens":437,"snippet":406,"value":406},[],{"matched_tokens":439,"snippet":407,"value":407},[],{"matched_tokens":441,"snippet":408,"value":408},[],{"matched_tokens":443,"snippet":409,"value":409},[],{"matched_tokens":445,"snippet":410,"value":410},[],{"matched_tokens":447,"snippet":411,"value":411},[],[449,455],{"field":38,"indices":450,"matched_tokens":451,"snippets":453,"values":454},[17],[452],[68],[83],[83],{"field":91,"matched_tokens":456,"snippet":415,"value":416},[144],{"best_field_score":95,"best_field_weight":96,"fields_matched":97,"num_tokens_dropped":50,"score":98,"tokens_matched":99,"typo_prefix_score":50},{"document":459,"highlight":476,"highlights":492,"text_match":159,"text_match_info":503},{"comment_count":50,"id":460,"is_sticky":50,"permalink":461,"podcastfilter":462,"post_author":35,"post_content":463,"post_date":464,"post_excerpt":55,"post_id":460,"post_modified":465,"post_thumbnail":466,"post_title":467,"post_type":381,"sort_by_date":468,"tag_links":469,"tags":473},"84261","http://radioblackout.org/podcast/spot-04-10-23-mondiali-di-rugby-e-longobardia/",[324],"Inizia una nuova mirabolante stagione di SPOT a cura della Dynamo Dora rugby e della Rete Torino Sport Popolare. 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AFRICA ELEZIONI SENEGALESI E KENYANE IN UNO SCENARIO DI CRISI ECONOMICA PROVA DEL NOVE PER LEADERSHIP POLITICHE ESANGUI -TAMIL NADU SCONTRI TRIBALI E NUOVA PRESIDENZA INDIANA .",1659440862,[517],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[347],{"post_title":520},{"matched_tokens":521,"snippet":523,"value":524},[522],"MONDIALI","ASTANA PER I NUOVI EQUILIBRI \u003Cmark>MONDIALI\u003C/mark> TURCHIA RUSSIA E IRAN RINNOVANO","BASTIONI DI ORIONE 28/07/2022- IL MODELLO ASTANA PER I NUOVI EQUILIBRI \u003Cmark>MONDIALI\u003C/mark> TURCHIA RUSSIA E IRAN RINNOVANO IL PATTO - AFRICA ELEZIONI SENEGALESI E KENYANE IN UNO SCENARIO DI CRISI ECONOMICA PROVA DEL NOVE PER LEADERSHIP POLITICHE ESANGUI -TAMIL NADU SCONTRI TRIBALI E NUOVA PRESIDENZA INDIANA .",[526],{"field":150,"matched_tokens":527,"snippet":523,"value":524},[522],{"best_field_score":161,"best_field_weight":162,"fields_matched":99,"num_tokens_dropped":50,"score":529,"tokens_matched":99,"typo_prefix_score":50},"578730123365187705",{"document":531,"highlight":549,"highlights":566,"text_match":159,"text_match_info":575},{"comment_count":50,"id":532,"is_sticky":50,"permalink":533,"podcastfilter":534,"post_author":35,"post_content":535,"post_date":536,"post_excerpt":55,"post_id":532,"post_modified":537,"post_thumbnail":538,"post_title":539,"post_type":381,"sort_by_date":540,"tag_links":541,"tags":546},"68618","http://radioblackout.org/podcast/spot-podcast-n-20-24-e-31-03-21/",[324],"Trasmissione a cura della rete Torino Sport Pop (Nativi San Salvario – Dynamo Dora Rugby – Asd Aurora Vanchiglia – Paco Rigore – AntifaBoxe). Sui 105.250, la trasmissione sul rapporto tra sport e il mondo in cui viviamo, con approfondimenti storici, interviste, voci da chi prova a costruire realtà sportive autogestite nella nostra città.\r\n\r\nDoppio podcast con le puntate di marzo a cura del Paco Rigore!!!\r\n\r\nNel primo contributo si parla del calcio Turco e Erdogan. Abbiamo approfondito come il mondo dello sport turco rappresenti un campo di scontro politico: una storia di propaganda, conflitti e resistenze. In nostra compagnia un autore del blog #MinutoSettantotto, che ha pubblicato recentemente un interessante reportage sul tema.\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/Calcio_turchia_Erdogan.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\nUn po' di news dal mondo in mix fra le due puntate. Dalla pallavolo all' affaire mondiali in Qatar. Ha seguito delle rivelazioni di un'inchiesta giornalista, che ha accusato l'organizzazione di aver taciuto la morte di più di 6 mila lavoratori all'interno dei cantieri aperti per le infrastrutture necessarie per questo ennesimo sanguinoso grande evento. Negli audio un po' di aggiornamenti sulla vicenda e sulle reazioni nel mondo del calcio.\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/newsdalmondo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/Aggiornamenti-qatr.mp3\"][/audio]\r\n\r\nSi passa a parlare di boxe. Con laPalestra Popolare DLF di Velletri: ci siamo fatti due chiacchiere con loro, sulla boxe, su come è nata la palestra e su come vivono il periodo Covid, e infine della vittoria di un loro atleta del titolo regionale. Cosa significa preparare atleti e atlete all'interno delle palestre popolari.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/palestrapop.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\nUltimo approfondimento sulla boxe ci porta a Cuba. Raccontiamo la storia di Teofilo Stevenson, pugile cubano, fra i più forti boxer tra gli anni 70 e 80, ricordato sia per la sua bravura, ma anche per le sue scelte: per l'amore della sua terra rifiutò i contratti milionari del pugilato professionistico.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/teofilo.mp3\"][/audio]","21 Aprile 2021","2021-04-21 11:14:27","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/spot-200x110.jpg","SPOT! 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da questo primo spunto si è sviluppata una disamina che ha coinvolto il Pakistan, con il quale l'Arabia Saudita ha stipulato un accordo di reciproco supporto in caso di aggressione, la centralità della spianata nei livelli di provocazione dell'entità ebraica, il dilettantismo trumpiano, finendo con rievocare la distruzione di vestigia e tradizioni culturali perpetrate dall'esercito americano nel recente passato, con lo stesso spregio coloniale e supponente dell'Idf, partendo dal presupposto di detenere il monopolio della cultura di riferimento.\r\nPer contiguità con la regione mediorientale abbiamo proseguito nella carrellata di conflitti che costellano il pianeta, attraversando Bab-al Mandab, ed è toccato a Matteo Palamidesse accompagnarci tra le divisioni armate dell'Africa orientale, dove l'attivazione della diga etiope Gerd sul Nilo Azzurro funge da pretesto per alimentare le divisioni etniche, le rivendicazioni di indipendenza e i campi contrapposti appoggiati da potenze straniere, coinvolgendo il territorio del Corno d'Africa ed estendendosi fino all'assedio di stampo medievale attuato dalle Rsf di Dagalo su Al Fashir nell'Est del Sudan, dove si consumano stragi quotidiane, l'ultima delle quali è avvenuta con un drone su una moschea che ha causato 75 morti poche ore dopo il racconto di Matteo ai nostri microfoni.\r\nL'elenco di conflitti, proteste e insurrezioni è poi proseguito in Sudest asiatico con Emanuele Giordana, che ci ha illustrato gli intrighi, collegati agli interessi delle scam city e del mondo dell'azzardo per quel che riguarda le scaramucce tra Thailandia e Cambogia e che hanno portato a un rivolgimento politico rischioso per la tradizionale suscettibilità dei militari thai, sempre pronti a sciogliere la conduzione democratica del paese, ora in mano a una nuova coalizione anodina condotta da Anutin Charnvirakul con l'appoggio esterno del Partito popolare (ex Move Forward), dopo la destituzione della famiglia Shinawatra; sempre con il reporter esperto delle questioni estremo orientali abbiamo poi raggiunto il Nepal dove si è assistito a un nuovo episodio delle rivolte della macroarea nell'ultimo anno (dopo Bangla Desh e Sri Lanka) che hanno portato alla destituzione del governo corrotto filocinese; senza tralasciare il pugno di ferro di Prabowo che riprende la tradizione repressiva dell'Indonesia.\r\nLa lunga puntata si è conclusa in Latinamerica con Andrea Cegna inseguendo altri venti di guerra, anche questi scatenati dall'Impero americano in declino: le War on Drugs di nixoniana memoria, ripristinate dall'amministrazione Trump come pretesto per colpire i nemici del cortile di casa; così si è parlato di quale sia il significato ancora del regime bolivariano in Venezuela, ma anche del contrasto in Caribe e quale ruolo svolga il Mexico di Scheinbaum, riservandoci di affrontare tra un mese le alterne fortune del neoliberismo nel mondo latinoamericano, in particolare quello incarnato da Milei che ha subito sì una sonora sconfitta a Buenos Aires, ma in ottobre per le elezioni del Parlamento può ambire a un numero maggiore di rappresentanti eletti tra le sue file.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nOil non olet\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/3iOadt0OjeBCBS2wCkHYV6?si=2mNA3bJ4QpaubkOL24hdvg\r\n\r\nSi sono sprecati tutti gli aggettivi più vieti possibili per esprimere indignazione per l’efferatezza delle operazioni militari di Idf agli ordini politici del governo fascista di Netanyahu, sempre rispettando il diritto di Israele a perpetuare un genocidio in quanto popolo eletto, ma di fronte alla sorpresa per il bombardamento della delegazione riunita a valutare proposte di “pace” nel territorio sovrano del Qatar, una nazione filoamericana che ospita la più grossa base statunitense nel Sudovest asiatico e ha regalato l’aereo presidenziale come omaggio al nuovo imperatore, sono venute meno le inani riprovazioni e i vicini sauditi si sono rivolti al Pakistan in cerca di ombrello nucleare e protezione. La credibilità dell’amministrazione Trump è scomparsa del tutto e il volto mascherato di sangue dello Stato ebraico è apparso improvvisamente con i suoi veri connotati al mondo arabo, che ha sempre abbandonato le genti di Palestina al loro destino sacrificale, in cambio di affari.\r\nIl raid israeliano a Doha ha superato il perimetro del conflitto con Hamas: ha squassato regole non scritte, infranto la logica del territorio mediatore, e messo in discussione l’intero schema di alleanze della diplomazia araba, quella stessa che ha permesso al Mossad le peggiori turpitudini e fornito appoggio per operazioni nell'area contro gli avversari di Israele, che con il suo istinto da scorpione ha punto persino il proprio cavallo di Troia nella regione. Il Qatar, lungi dall’essere un bersaglio secondario, entra nella storia come simbolo della frattura tra potenza militare israeliana e coesione regionale arabo-americana, dando spazio a una alleanza di nuovo stampo con una potenza nucleare che fa parte della Belt Road cinese e si approvvigiona da Pechino per i suoi ordigni, come la filosionista India si è accorta nell'ultimo conflitto di pochi mesi fa.\r\nForse ora tutti si accorgeranno che la volontà di cancellazione di ogni traccia di vita e cultura araba dal territorio della Israele biblica coinvolge anche le vestigia e le tradizioni mondiali, ma questo risultato è stato possibile perché tutto ciò che stanno perpetrando i sionisti è già stato sperimentato dai governi di Washington, per esempio in Iraq, dove sono state ridotte in briciole dallo spregio dell’esercito americano testimonianze artistiche e culturali millenarie. Questo è reso possibile dalla presunzione che l’unica vera cultura sia quella ebraico-cristiana e tutti gli altri sono semplici colonizzati senza cultura propria.\r\nQuesti sono i prodromi perché quando gli invasati come Smotrich e Ben Gvir picconeranno la moschea di Gerusalemme, come già hanno cominciato a fare, Al-Aqsa sarà la soglia oltre alla quale la hybris ebraica renderà conto dei suoi abusi, perché la rivolta a quel punto non coinvolgerà solo i milioni di palestinesi, ma i miliardi di musulmani. E gli accordi finanziari, gli interessi per i resort progettati su una Striscia di concentramento e sterminio nulla potranno di fronte alla rivendicazione culturale delle masse oltraggiate dall’impunità israeliana.\r\nGià la trasferta di Rubio a Doha si è risolta in un fallimento: nonostante il giorno prima la riunione dei paesi coinvolti avesse balbettato, come una qualunque Unione europea, L’emiro Tamim ha chiesto i risarcimenti per i danni causati nel bombardamento israeliano su Doha, le scuse ufficiali e l’impegno di Netanyahu a non ripetere più la sua prepotenza e soprattutto di bloccare le uccisioni di innocenti a Gaza.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/Oil-non-olet-in-Qatar.mp3\"][/audio]\r\n\r\nAltri temi inerenti all'aggressione colonialista israeliana degli ultimi 80 anni si trovano qui\r\n\r\n\r\n\r\nIrresolubili contrasti che trovano nell'acqua del Nilo pretesti per perpetuarsi\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/dalla-diga-sul-nilo-all-assedio-di-al-fashir-conflitti-in-africa-orientale--67835929\r\n\r\nFinalmente a inizio settembre si è inaugurata Gerd, la grande diga sul Nilo Azzurro voluta da Ahmed e che non solo approvvigionerebbe Etiopia, Sudan, Kenya e Gibuti di energia elettrica, ma coprirebbe il 20% dei consumi dell’Africa orientale. In questo anno in cui il bacino idrico si è andato riempiendo i dati dimostrano che questo non è avvenuto a detrimento dei paesi a valle, eppure i motivi di attrito con l’Egitto non scemano e anzi si dispiegano truppe del Cairo in Somalia, evidenziando alleanze e divisioni legate ad altri dossier, quali lo sbocco al mare in Somaliland (proprio la regione che per essere riconosciuta da Usa e Israele è disposta a ospitare i gazawi deportati) per Addis Abeba, o gli scontri interetnici sia a Nord in Puntland, che nel Jubbaland a Sud. Matteo Palamidesse ci aiuta a districarci ancora una volta in mezzo a queste dispute, ma ci apre anche una finestra sull’orrore attorno ad Al Fashir, città nel Sudan occidentale con 300.000 abitanti assediati dalle milizie delle Forze di intervento rapido di Hemedti; le sue parole a questo proposito vengono registrate qualche ora prima che un attacco contro una moschea proprio nei dintorni della città del Darfur ai confini con il Ciad il 19 settembre producesse 75 morti.\r\nNon poteva mancare anche uno sguardo al Sud Sudan nel giorno in cui è stato reso noto il rapporto della Commissione delle Nazioni Unite per i diritti umani in Sud Sudan, frutto di due anni di indagini e analisi indipendenti che hanno evidenziato il Saccheggio di una nazione, come riporta il titolo del dossier stesso.\r\n\r\n \r\n\r\nIl dossier africano che racchiude i podcast precedenti si trova qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/Infiniti-squilibri-distopici-in-Africa-orientale.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\nIl capillare cambio di paradigma sistemico in Sudest asiatico\r\n\r\nCon Emanuele Giordana parliamo dei venti di rivolta giovanile che stanno scuotendo alcuni paesi asiatici, un'onda lunga partita dalle rivolte in Sri Lanka nel 2022 e Bangladesh nel 2024 che hanno defenestrato le dinastie al potere reclamando un cambiamento sostanziale . Le cause delle crisi che stanno attraversando alcuni paesi asiatici hanno le loro radici in un sistema di potere autoritario che nega le legittime aspirazioni delle nuove generazioni a una partecipazione concreta alle scelte che condizionano il loro futuro. La crisi economica, le distorsioni nello sviluppo eredità del colonialismo, l'iniqua distribuzione delle risorse, la corruzione imperante, le smodate ricchezze esibite da élite predatorie, l'ingombrante presenza dei militari nella vita politica ed economica, la disoccupazione giovanile e la mancanza di prospettive sono tratti comuni in paesi come la Thailandia, l'Indonesia e con caratteristiche più peculiari il Nepal. Sono paesi dove i giovani sono la maggioranza ma le loro richieste di cambiamento sono state compresse e represse per molto tempo e dove hanno trovato uno sbocco elettorale come in Thailandia i poteri conservatori e legati alla monarchia hanno invalidato l'esito elettorale. La chiamano la generazione \"z\" ma a prescindere dalle definizioni queste rivolte sono il sintomo di una forte richiesta di cambiamento del modello di accumulazione che ha contraddistinto la tumultuosa crescita dei paesi asiatici. Questa spinta generazionale ancora non riesce a trasformarsi in un articolato progetto politico ma sta mettendo in discussione fortemente un modello di società che ormai non garantisce né crescita né uguaglianza, le rivolte si stanno espandendo e chissà che dall'Asia arrivi anche in Europa questo virus benefico.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/i-giovani-scuotono-l-asia-dalla-crisi-politica-thai-alle-rivolte-in-nepal-ed-indonesia--67824026\r\n\r\nAltri temi inerenti alla geopolitica estremorientale si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/BASTIONI-GIORDANA-18092025.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nTrump ringhia contro il Venezuela agitando lo spettro della guerra alla droga.\r\n\r\nTrump si rivolge verso il \" patio trasero\" yankee con molta più frequenza ed aggressività delle precedenti amministrazioni anche repubblicane. L'impero declinante ha perso importanti posizioni in America Latina nel confronto con il competitor cinese e quindi ora Washington si atteggia a \" terminator\" nella strategia della lotta antidroga ,alibi per eccellenza fin dai tempi di Nixon per mascherare le ingerenze nordamericane. Il target è il Venezuela, irriducibilmente chavista nonostante Maduro, comunque eccezione pur con le sue contraddizioni a causa di un modello economico redistributivo verso il basso che non trova più seguaci nella regione . Rimasto prigioniero delle logiche di capitalismo estrattivo il Venezuela di Maduro resiste anche per l'inefficacia di un'opposizione poco credibile ed asservita agli interessi statunitensi, preda ambita per le sue riserve petrolifere.\r\nIl narcotraffico costituisce la copertura per l'interventismo nordamericano che ricorda la versione 2.0 della dottrina Monroe, ma il destino manifesto è duro da affermare in un continente sempre più autonomo dai legami con l'ingombrante vicino e legato ad interessi economici ed investimenti cinesi.\r\n\r\nNe parliamo con Andrea Cegna, giornalista e conoscitore dell'America Latina\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/trump-ringhia-contro-il-venezuela-agitando-lo-spettro-della-guerra-alla-droga--67855661\r\n\r\nPer ripercorrere i sentieri fin qui percorsi con i popoli latinos, si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/BASTIONI-18092025-CEGNA.mp3\"][/audio]","20 Settembre 2025","2025-09-22 23:43:33","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 18/09/2025 - LA SVOLTA DELL'ATTACCO SIONISTA A DOHA; RIVOLTE E INTRIGHI NELLA CONTORTA ESTATE IN SUDEST ASIATICO; IL GERD ETIOPE, ALLEANZE IN CORNO D'AFRICA E L'ASSEDIO MEDIEVALE SUDANESE; WAR ON DRUGS CONTRO CARACAS, CARIBE E MEXICO",1758374559,[517,589],"http://radioblackout.org/tag/bastioniorione/",[347,591],"BastioniOrione",{"post_content":593},{"matched_tokens":594,"snippet":595,"value":596},[144],"le vestigia e le tradizioni \u003Cmark>mondiali\u003C/mark>, ma questo risultato è stato","Nel 43esimo anniversario di Sabra e Chatila iniziamo la trasmissione con Laura Silvia Battaglia per analizzare quali strade si aprono al mondo arabo e in particolare ai paesi del Golfo dopo il proditorio attacco del fascistissimo governo israeliano contro la delegazione di Hamas chiamata a Doha a valutare le proposte di tregua; da questo primo spunto si è sviluppata una disamina che ha coinvolto il Pakistan, con il quale l'Arabia Saudita ha stipulato un accordo di reciproco supporto in caso di aggressione, la centralità della spianata nei livelli di provocazione dell'entità ebraica, il dilettantismo trumpiano, finendo con rievocare la distruzione di vestigia e tradizioni culturali perpetrate dall'esercito americano nel recente passato, con lo stesso spregio coloniale e supponente dell'Idf, partendo dal presupposto di detenere il monopolio della cultura di riferimento.\r\nPer contiguità con la regione mediorientale abbiamo proseguito nella carrellata di conflitti che costellano il pianeta, attraversando Bab-al Mandab, ed è toccato a Matteo Palamidesse accompagnarci tra le divisioni armate dell'Africa orientale, dove l'attivazione della diga etiope Gerd sul Nilo Azzurro funge da pretesto per alimentare le divisioni etniche, le rivendicazioni di indipendenza e i campi contrapposti appoggiati da potenze straniere, coinvolgendo il territorio del Corno d'Africa ed estendendosi fino all'assedio di stampo medievale attuato dalle Rsf di Dagalo su Al Fashir nell'Est del Sudan, dove si consumano stragi quotidiane, l'ultima delle quali è avvenuta con un drone su una moschea che ha causato 75 morti poche ore dopo il racconto di Matteo ai nostri microfoni.\r\nL'elenco di conflitti, proteste e insurrezioni è poi proseguito in Sudest asiatico con Emanuele Giordana, che ci ha illustrato gli intrighi, collegati agli interessi delle scam city e del mondo dell'azzardo per quel che riguarda le scaramucce tra Thailandia e Cambogia e che hanno portato a un rivolgimento politico rischioso per la tradizionale suscettibilità dei militari thai, sempre pronti a sciogliere la conduzione democratica del paese, ora in mano a una nuova coalizione anodina condotta da Anutin Charnvirakul con l'appoggio esterno del Partito popolare (ex Move Forward), dopo la destituzione della famiglia Shinawatra; sempre con il reporter esperto delle questioni estremo orientali abbiamo poi raggiunto il Nepal dove si è assistito a un nuovo episodio delle rivolte della macroarea nell'ultimo anno (dopo Bangla Desh e Sri Lanka) che hanno portato alla destituzione del governo corrotto filocinese; senza tralasciare il pugno di ferro di Prabowo che riprende la tradizione repressiva dell'Indonesia.\r\nLa lunga puntata si è conclusa in Latinamerica con Andrea Cegna inseguendo altri venti di guerra, anche questi scatenati dall'Impero americano in declino: le War on Drugs di nixoniana memoria, ripristinate dall'amministrazione Trump come pretesto per colpire i nemici del cortile di casa; così si è parlato di quale sia il significato ancora del regime bolivariano in Venezuela, ma anche del contrasto in Caribe e quale ruolo svolga il Mexico di Scheinbaum, riservandoci di affrontare tra un mese le alterne fortune del neoliberismo nel mondo latinoamericano, in particolare quello incarnato da Milei che ha subito sì una sonora sconfitta a Buenos Aires, ma in ottobre per le elezioni del Parlamento può ambire a un numero maggiore di rappresentanti eletti tra le sue file.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nOil non olet\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/3iOadt0OjeBCBS2wCkHYV6?si=2mNA3bJ4QpaubkOL24hdvg\r\n\r\nSi sono sprecati tutti gli aggettivi più vieti possibili per esprimere indignazione per l’efferatezza delle operazioni militari di Idf agli ordini politici del governo fascista di Netanyahu, sempre rispettando il diritto di Israele a perpetuare un genocidio in quanto popolo eletto, ma di fronte alla sorpresa per il bombardamento della delegazione riunita a valutare proposte di “pace” nel territorio sovrano del Qatar, una nazione filoamericana che ospita la più grossa base statunitense nel Sudovest asiatico e ha regalato l’aereo presidenziale come omaggio al nuovo imperatore, sono venute meno le inani riprovazioni e i vicini sauditi si sono rivolti al Pakistan in cerca di ombrello nucleare e protezione. La credibilità dell’amministrazione Trump è scomparsa del tutto e il volto mascherato di sangue dello Stato ebraico è apparso improvvisamente con i suoi veri connotati al mondo arabo, che ha sempre abbandonato le genti di Palestina al loro destino sacrificale, in cambio di affari.\r\nIl raid israeliano a Doha ha superato il perimetro del conflitto con Hamas: ha squassato regole non scritte, infranto la logica del territorio mediatore, e messo in discussione l’intero schema di alleanze della diplomazia araba, quella stessa che ha permesso al Mossad le peggiori turpitudini e fornito appoggio per operazioni nell'area contro gli avversari di Israele, che con il suo istinto da scorpione ha punto persino il proprio cavallo di Troia nella regione. Il Qatar, lungi dall’essere un bersaglio secondario, entra nella storia come simbolo della frattura tra potenza militare israeliana e coesione regionale arabo-americana, dando spazio a una alleanza di nuovo stampo con una potenza nucleare che fa parte della Belt Road cinese e si approvvigiona da Pechino per i suoi ordigni, come la filosionista India si è accorta nell'ultimo conflitto di pochi mesi fa.\r\nForse ora tutti si accorgeranno che la volontà di cancellazione di ogni traccia di vita e cultura araba dal territorio della Israele biblica coinvolge anche le vestigia e le tradizioni \u003Cmark>mondiali\u003C/mark>, ma questo risultato è stato possibile perché tutto ciò che stanno perpetrando i sionisti è già stato sperimentato dai governi di Washington, per esempio in Iraq, dove sono state ridotte in briciole dallo spregio dell’esercito americano testimonianze artistiche e culturali millenarie. Questo è reso possibile dalla presunzione che l’unica vera cultura sia quella ebraico-cristiana e tutti gli altri sono semplici colonizzati senza cultura propria.\r\nQuesti sono i prodromi perché quando gli invasati come Smotrich e Ben Gvir picconeranno la moschea di Gerusalemme, come già hanno cominciato a fare, Al-Aqsa sarà la soglia oltre alla quale la hybris ebraica renderà conto dei suoi abusi, perché la rivolta a quel punto non coinvolgerà solo i milioni di palestinesi, ma i miliardi di musulmani. E gli accordi finanziari, gli interessi per i resort progettati su una Striscia di concentramento e sterminio nulla potranno di fronte alla rivendicazione culturale delle masse oltraggiate dall’impunità israeliana.\r\nGià la trasferta di Rubio a Doha si è risolta in un fallimento: nonostante il giorno prima la riunione dei paesi coinvolti avesse balbettato, come una qualunque Unione europea, L’emiro Tamim ha chiesto i risarcimenti per i danni causati nel bombardamento israeliano su Doha, le scuse ufficiali e l’impegno di Netanyahu a non ripetere più la sua prepotenza e soprattutto di bloccare le uccisioni di innocenti a Gaza.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/Oil-non-olet-in-Qatar.mp3\"][/audio]\r\n\r\nAltri temi inerenti all'aggressione colonialista israeliana degli ultimi 80 anni si trovano qui\r\n\r\n\r\n\r\nIrresolubili contrasti che trovano nell'acqua del Nilo pretesti per perpetuarsi\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/dalla-diga-sul-nilo-all-assedio-di-al-fashir-conflitti-in-africa-orientale--67835929\r\n\r\nFinalmente a inizio settembre si è inaugurata Gerd, la grande diga sul Nilo Azzurro voluta da Ahmed e che non solo approvvigionerebbe Etiopia, Sudan, Kenya e Gibuti di energia elettrica, ma coprirebbe il 20% dei consumi dell’Africa orientale. In questo anno in cui il bacino idrico si è andato riempiendo i dati dimostrano che questo non è avvenuto a detrimento dei paesi a valle, eppure i motivi di attrito con l’Egitto non scemano e anzi si dispiegano truppe del Cairo in Somalia, evidenziando alleanze e divisioni legate ad altri dossier, quali lo sbocco al mare in Somaliland (proprio la regione che per essere riconosciuta da Usa e Israele è disposta a ospitare i gazawi deportati) per Addis Abeba, o gli scontri interetnici sia a Nord in Puntland, che nel Jubbaland a Sud. Matteo Palamidesse ci aiuta a districarci ancora una volta in mezzo a queste dispute, ma ci apre anche una finestra sull’orrore attorno ad Al Fashir, città nel Sudan occidentale con 300.000 abitanti assediati dalle milizie delle Forze di intervento rapido di Hemedti; le sue parole a questo proposito vengono registrate qualche ora prima che un attacco contro una moschea proprio nei dintorni della città del Darfur ai confini con il Ciad il 19 settembre producesse 75 morti.\r\nNon poteva mancare anche uno sguardo al Sud Sudan nel giorno in cui è stato reso noto il rapporto della Commissione delle Nazioni Unite per i diritti umani in Sud Sudan, frutto di due anni di indagini e analisi indipendenti che hanno evidenziato il Saccheggio di una nazione, come riporta il titolo del dossier stesso.\r\n\r\n \r\n\r\nIl dossier africano che racchiude i podcast precedenti si trova qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/Infiniti-squilibri-distopici-in-Africa-orientale.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\nIl capillare cambio di paradigma sistemico in Sudest asiatico\r\n\r\nCon Emanuele Giordana parliamo dei venti di rivolta giovanile che stanno scuotendo alcuni paesi asiatici, un'onda lunga partita dalle rivolte in Sri Lanka nel 2022 e Bangladesh nel 2024 che hanno defenestrato le dinastie al potere reclamando un cambiamento sostanziale . Le cause delle crisi che stanno attraversando alcuni paesi asiatici hanno le loro radici in un sistema di potere autoritario che nega le legittime aspirazioni delle nuove generazioni a una partecipazione concreta alle scelte che condizionano il loro futuro. La crisi economica, le distorsioni nello sviluppo eredità del colonialismo, l'iniqua distribuzione delle risorse, la corruzione imperante, le smodate ricchezze esibite da élite predatorie, l'ingombrante presenza dei militari nella vita politica ed economica, la disoccupazione giovanile e la mancanza di prospettive sono tratti comuni in paesi come la Thailandia, l'Indonesia e con caratteristiche più peculiari il Nepal. Sono paesi dove i giovani sono la maggioranza ma le loro richieste di cambiamento sono state compresse e represse per molto tempo e dove hanno trovato uno sbocco elettorale come in Thailandia i poteri conservatori e legati alla monarchia hanno invalidato l'esito elettorale. La chiamano la generazione \"z\" ma a prescindere dalle definizioni queste rivolte sono il sintomo di una forte richiesta di cambiamento del modello di accumulazione che ha contraddistinto la tumultuosa crescita dei paesi asiatici. Questa spinta generazionale ancora non riesce a trasformarsi in un articolato progetto politico ma sta mettendo in discussione fortemente un modello di società che ormai non garantisce né crescita né uguaglianza, le rivolte si stanno espandendo e chissà che dall'Asia arrivi anche in Europa questo virus benefico.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/i-giovani-scuotono-l-asia-dalla-crisi-politica-thai-alle-rivolte-in-nepal-ed-indonesia--67824026\r\n\r\nAltri temi inerenti alla geopolitica estremorientale si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/BASTIONI-GIORDANA-18092025.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nTrump ringhia contro il Venezuela agitando lo spettro della guerra alla droga.\r\n\r\nTrump si rivolge verso il \" patio trasero\" yankee con molta più frequenza ed aggressività delle precedenti amministrazioni anche repubblicane. L'impero declinante ha perso importanti posizioni in America Latina nel confronto con il competitor cinese e quindi ora Washington si atteggia a \" terminator\" nella strategia della lotta antidroga ,alibi per eccellenza fin dai tempi di Nixon per mascherare le ingerenze nordamericane. Il target è il Venezuela, irriducibilmente chavista nonostante Maduro, comunque eccezione pur con le sue contraddizioni a causa di un modello economico redistributivo verso il basso che non trova più seguaci nella regione . Rimasto prigioniero delle logiche di capitalismo estrattivo il Venezuela di Maduro resiste anche per l'inefficacia di un'opposizione poco credibile ed asservita agli interessi statunitensi, preda ambita per le sue riserve petrolifere.\r\nIl narcotraffico costituisce la copertura per l'interventismo nordamericano che ricorda la versione 2.0 della dottrina Monroe, ma il destino manifesto è duro da affermare in un continente sempre più autonomo dai legami con l'ingombrante vicino e legato ad interessi economici ed investimenti cinesi.\r\n\r\nNe parliamo con Andrea Cegna, giornalista e conoscitore dell'America Latina\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/trump-ringhia-contro-il-venezuela-agitando-lo-spettro-della-guerra-alla-droga--67855661\r\n\r\nPer ripercorrere i sentieri fin qui percorsi con i popoli latinos, si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/BASTIONI-18092025-CEGNA.mp3\"][/audio]",[598],{"field":91,"matched_tokens":599,"snippet":595,"value":596},[144],{"best_field_score":161,"best_field_weight":280,"fields_matched":99,"num_tokens_dropped":50,"score":313,"tokens_matched":99,"typo_prefix_score":50},{"document":602,"highlight":627,"highlights":632,"text_match":159,"text_match_info":635},{"comment_count":50,"id":603,"is_sticky":50,"permalink":604,"podcastfilter":605,"post_author":606,"post_content":607,"post_date":608,"post_excerpt":55,"post_id":603,"post_modified":609,"post_thumbnail":610,"post_title":611,"post_type":381,"sort_by_date":612,"tag_links":613,"tags":620},"99282","http://radioblackout.org/podcast/gesu-gamberetto-vuole-la-tua-fede-chat-gpt-ti-vuole-satanista-la-chiesa-delleutanasia-fa-colliri-durina-solo-celine-miaon-ti-ama-porkast-di-malormone-del-28-07-2025/",[606],"malormone","Specialissimo porkast di un malormone di mezza estate\r\n\r\nEvangelizzazione con la monnezza di intelligenze artificiali. 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