","Aggiornamenti sulla Palestina","post",1669659341,[],[],{"post_content":53},{"matched_tokens":54,"snippet":56,"value":57},[55],"Mohammad","Ahmad Amjad Shehadeh; così anche \u003Cmark>Mohammad\u003C/mark> Hirzallah ha ceduto alle ferite","In un solo giorno, in appena 24 ore, Mohammed Abu Kishk ha perso la vita nello stesso raid in cui è stato ucciso il giovane Ahmad Amjad Shehadeh; così anche \u003Cmark>Mohammad\u003C/mark> Hirzallah ha ceduto alle ferite causate dalla violenza coloniale.\r\nInsieme a loro, almeno 150 persone sono state uccise in Cisgiordania solo quest'anno: vittime di operazioni di polizia senza mandato, senza diritto, senza rispetto per le vite umane. Come inumani e ingiusti sono stati i raid che hanno ucciso 52 persone ad oggi nella Striscia di Gaza.\r\n\r\n\r\nTutto questo avviene però nell’indifferenza generale: nessuno piange la loro morte, nessuno si cura dei loro omicidi da parte del regime sionista, nessuno parla di terrorismo o sostiene la causa palestinese benché sia palese la presenza di un aggredito e di un aggressore.\r\nQuesto non fa che \u003Cmark>ali\u003C/mark>mentare la spregiudicatezza del colonizzatore, che sa di poter aggirare qualsiasi principio della società civile e dei diritti umani senza che si levi una sola voce a contestare.\r\n\r\n\r\n\r\nda Giovani Palestinesi d'Italia\r\n\r\n\r\nne abbiamo parlato ai microfoni di Blackout. Di seguito il podcast che potete scaricare qui:\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/giovanipalestinesi.mp3\"][/audio]",[59],{"field":60,"matched_tokens":61,"snippet":56,"value":57},"post_content",[55],1155199568682418200,{"best_field_score":64,"best_field_weight":65,"fields_matched":11,"num_tokens_dropped":37,"score":66,"tokens_matched":29,"typo_prefix_score":67},"1112335974400",14,"1155199568682418289",3,{"document":69,"highlight":90,"highlights":96,"text_match":62,"text_match_info":99},{"cat_link":70,"category":71,"comment_count":37,"id":72,"is_sticky":37,"permalink":73,"post_author":40,"post_content":74,"post_date":75,"post_excerpt":43,"post_id":72,"post_modified":76,"post_thumbnail":77,"post_thumbnail_html":78,"post_title":79,"post_type":48,"sort_by_date":80,"tag_links":81,"tags":89},[34],[36],"42950","http://radioblackout.org/2017/07/le-donne-di-mosul/","La battaglia di Mosul è finita. La parte ovest della città è un cumulo di macerie: tra la polvere e i calcinacci marciscono i cadaveri e i resti della vita quotidiana ai tempi del Califfato.\r\n\r\nFrancesca Mannocchi, giornalista free lance, che ha seguito la guerra, ci racconta che negli ultimi giorni, quando il primo ministro iracheno aveva già annunciato la propria vittoria. Ma ancora, nel cuore della città vecchia, infuriava l'ultima battaglia, quella senza più alcuna speranza.\r\n\r\nIn quei giorni, per la prima volta, i giornalisti sono stati tenuti lontani dalla prima linea. Un segnale inequivocabile che quello che stava succedendo non doveva essere ripreso, fotografato, raccontato, lasciato in dono agli storici di domani.\r\nProbabilmente l'esercito di Baghdad aveva l'ordine di non fare prigionieri. E prigioniere.\r\nIntrappolati nella città vecchia di Mosul c'erano i combattenti dell'Isis e le loro famiglie.\r\nAnche le donne hanno imbracciato le armi e le hanno usate, altre si sono fatte esplodere in strada.\r\nDipinte sempre come vittime, le donne della Jihad del Califfo, sono state anche combattenti. Non tutte ovviamente. Difficile anche capire se ci fosse un confine tra costrizione e convinzione.\r\n\r\n \r\n\r\nSul numero di questa settimana dell'Espresso è uscito un articolo di Mannocchi sulle donne di Mosul, di cui vi riportiamo di seguito ampi stralci.\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta la diretta con Francesca Mannocchi:\r\n\r\n \r\n\r\n2017 07 35 iraq mannocchi\r\n\r\n \r\n\r\n“Il soldato di Hasd al Shabi, la milizia sciita che ha combattuto l’Isis a Mosul accanto all’esercito iracheno, mostra il pugnale con orgoglio e parla con sarcasmo: «Io taglio le teste», dice, «e ieri ho ammazzato quattro donne. Erano le loro donne, non c’era motivo di tenerle vive».\r\n\r\n \r\n\r\nGià, le donne di Mosul, le donne dell’Iraq. Sono l’altra metà di questa guerra, vittime più di tutti. Prima, sotto il Califfato, che le sottometteva e le umiliava. E anche adesso che la città è stata liberata e subiscono la vendetta dei vincitori.\r\n\r\n \r\n\r\nSiamo nella parte occidentale di Mosul, praticamente tutta distrutta: non c’è un solo edificio che non sia stato toccato dai combattimenti e dai bombardamenti. L’odore di corpi in putrefazione riempie l’aria torrida di luglio. Nelle macerie i resti di armi, pallottole, di oggetti strappati alle vite quotidiane. E di corpi sepolti dai detriti. Le donne in fuga sono stremate, i loro bambini hanno i volti scavati dalla fame, sono scalzi, feriti, devono camminare per ore per raggiungere una zona sicura.\r\n\r\n \r\n\r\nUn’anziana cade a terra, ha il viso rigato di sangue. «Aiutatemi!», implora di fronte ai soldati. Spiega di aver bevuto solo la sua urina negli ultimi giorni per cercare di non morire: «Ci hanno chiusi negli scantinati, donne e bambini, urlavamo e nessuno poteva aiutarci, nessuno ci è venuto in soccorso per settimane. Hanno circondato le case di fili elettrici per far saltare in aria chi provava a scappare».\r\n\r\n \r\n\r\nGli uomini, in queste ore non si vedono. I pochi che ancora cercano di uscire dalla città vengono legati, trattenuti e di loro si perdono le tracce. Difficile dire se siano nelle mani dei servizi segreti o vengano uccisi, la conta di chi manca all’appello non è ancora cominciata. Ma la vendetta si abbatte anche sulle donne. Due giorni prima della fine della guerra il generale Fadel Barwary della Golden Division, le forze speciali dell’esercito iracheno, lo ha detto chiaramente: «Per noi chiunque sia rimasto dentro Mosul finora è complice e merita la morte, uomini o donne non importa». E dal suo tablet ha mostrato le immagini di donne in battaglia, donne combattenti, donne armate di kalashnikov a fianco dei loro uomini nelle ultime ore del Califfato iracheno: «Queste donne stanno combattendo con accanto i loro figli, senza esitazione. Sono addestrate come gli uomini, determinate come loro».\r\n\r\n \r\n\r\nUsama, un giovane soldato, estrae dalla tasca sinistra un cellulare. «Apparteneva a uno di Daesh», ci dice mostrando le decine di fotografie salvate nella memoria. Istantanee di vita quotidiana e familiare in quella che era la capitale dell’Isis. Il telefono apparteneva un giovane miliziano che avrà avuto poco più di vent’anni, la barba e i capelli lunghi, un bambino che lo abbraccia e lo bacia con affetto. Una donna senza velo, in casa, sorride e imbraccia le armi insieme a lui, alle loro spalle le bandiere nere.\r\n\r\n \r\n\r\nSì, ci sono le donne dell’Isis, le donne del Califfato, le spose del jihad. Ma ce ne sono migliaia di altre che con Daesh non hanno avuto nulla a che fare o che sono state costrette ad aderire per aver salva la vita, propria e dei familiari. Ora arrivano negli ospedali da campo nei loro niqab sporchi di terra: donne in fuga in mezzo ad altre donne, come i loro figli, in fuga in mezzo ad altri bambini.\r\n\r\n \r\n\r\n(...)\r\n\r\n \r\n\r\nLa sconfitta dello Stato Islamico a Mosul mette fine solo a una battaglia, non alla guerra e rischia di riportare l’organizzazione terroristica agli albori, ad attacchi casuali e violenti, soprattutto perché le divisioni settarie sono lontane dall’essere risolte e il rischio di ritorsioni tra sunniti e sciiti è all’ordine del giorno.\r\n\r\n \r\n\r\nPer questo, dopo la riconquista della città, la sfida è gestire gli interessi dei sunniti che la abitano, ricostruire la città, le infrastrutture, una parvenza di vita quotidiana per i civili traumatizzati da tre anni di violenza.\r\n\r\n \r\n\r\nRiparare i danni, che solo per le infrastrutture sono stimati per oltre un miliardo di dollari, sarà l’unico modo per contrastare l’insorgenza di nuove forme di fondamentalismo perché «aver sconfitto l’Isis a Mosul, non significa aver distrutto le sue radici, le ragioni profonde che l’hanno generato», ci dice Asma, nella sua casa del quartiere Jadida, Mosul ovest. Le strade intorno casa sua sono piene di macerie, non c’è acqua, non c’è elettricità. Vive con il marito e i suoi otto figli, erano nove prima dell’arrivo in città dei pick up con le bandiere nere, simbolo dell’Isis. «Hanno ammazzato mio figlio dopo dieci giorni, impiccato. Perché era il barbiere delle polizia irachena, qui a Mosul». Asma mostra le sue foto, che tiene nascoste in un cassetto e piange, con pudore, per non farsi vedere dai figli più piccoli che hanno troppo da dimenticare: “Non c’è una donna a Mosul che non abbia perso un caro amato, un figlio, un marito ucciso da quegli assassini. Ognuna di noi piange il suo dramma in silenzio per non pesare sugli altri». Per questo racconta Asma, a volte le donne del quartiere si ritrovano in casa, insieme, per sostenersi raccontando i ricordi dei loro cari, la giovinezza perduta di figli che non potranno vedere da adulti.\r\n«Quando la guerra è arrivata qui hanno catturato i miei figli e li hanno costretti ad aprire buchi nelle pareti per scappare senza essere visti, portando con loro tutti noi, donne, bambini, famiglie intere tenute in ostaggio. Chi provava a fuggire era impiccato ai pali della luce, cadaveri lasciati lì, per impaurire tutti gli altri.».\r\n\r\n \r\n\r\nAsma oggi ha lo sguardo fiero di chi può ricominciare a vivere. All’entrata di casa sua ci sono i barili per l’acqua, si mette in fila in attesa del suo turno per riempirne uno, poi cammina lentamente verso la distribuzione alimentare, una massa di donne in nero come lei. Le donne urlano alla distribuzione alimentare, aspettano ore al sole, ai cinquanta gradi iracheni, sono decine ammassate contro la porta di un magazzino, i soldati gridano loro di fare silenzio ma la fame e la disperazione sono difficili da gestire.\r\n\r\n \r\n\r\nUna di loro col volto coperto dal niqab mostra i documenti di identità di suo marito: «L’hanno arrestato i soldati dell’esercito e non me l’hanno ridato più, dicevano che era membro di Isis ma era un uomo buono. Io sono sola con quattro figli e non ho niente da mangiare», grida mentre la più piccola dei bambini si nasconde nel nero del suo vestito.\r\n\r\n \r\n\r\nIl soldato chiude le porte. Gli aiuti alimentari non arrivano, dice loro di andare a casa, le loro grida restano un’eco inascoltata nelle vie distrutte della città.\r\n\r\n \r\n\r\n«Ho chiesto ai miei figli di perdonare e di andare avanti, ho detto ai miei figli che supereremo questa tragedia solo lasciandocela alle spalle ma ogni giorno trovo più rabbia nei loro occhi», dice ancora Asma. Che con le immagini della guerra e dei morti ancora vivide nella memoria prova a spiegare a suo figlio Mohammad che deve perdonare i bambini come lui che sono figli dell’Isis, che non è loro la colpa dei padri.\r\n\r\n \r\n\r\nMa Mohammad scuote la testa, dice che non perdonerà, e che quei bambini saranno peggio dei padri.”\r\n\r\n ","25 Luglio 2017","2017-08-28 11:45:27","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/07/donna-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"186\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/07/donna-300x186.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/07/donna-300x186.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/07/donna.jpg 648w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Le donne di Mosul",1501008416,[82,83,84,85,86,87,88],"http://radioblackout.org/tag/donne-di-mosul/","http://radioblackout.org/tag/guerra/","http://radioblackout.org/tag/iraq/","http://radioblackout.org/tag/isis/","http://radioblackout.org/tag/mosul/","http://radioblackout.org/tag/sciiti/","http://radioblackout.org/tag/sunniti/",[24,20,14,12,16,18,22],{"post_content":91},{"matched_tokens":92,"snippet":94,"value":95},[93],"ali","cammina lentamente verso la distribuzione \u003Cmark>ali\u003C/mark>mentare, una massa di donne in","La battaglia di Mosul è finita. 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E come è cambiato il modo in cui i grandi trafficanti di gas e petrolio si raccontano? Se un tempo dire “essere al verde” era come dire “non avere un soldo”, oggi invece il colore “green” attira enormi fiumi di denaro. Per metterci sopra le mani, o le zampe, occorre però cambiare abito e ritinteggiarsi il pelo, attraverso un’articolata campagna di “greenwashing”, senza per questo perdere il vizio, cioè ad esempio continuando, com’è il caso del Cane a Sei Zampe, ad estrarre fonti fossili ai quattro angoli del pianeta.\r\nAndrea Turco, coautore del dossier “Follow the green. La narrazione di Eni alla prova dei fatti”, ci accompagna nel fiabesco mondo della comunicazione targata Eni, ci racconta delle mire del Cane a Sei Zampe sui fondi europei per la transizione ecologica, e ci mette in guardia rispetto al progetto di stoccaggio di gas inquinanti al largo di Ravenna. L’impressione generale è quella d trovarsi di fronte ad una spaventosa visione “circolare” dell’economia che, più che ad una rivoluzione verde, somiglia ad una spirale senza uscita.\r\n\r\n \r\n\r\nLunedì 09 ore 21,30 – Woodstown: racconto horror di A. Daudet 14 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nRacconto horror del diciannovesimo secolo, ambientato in oscure foreste che si ribellano verso gli umani che le vogliono distruggere o controllare\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 11 ore 08,30 – Do you remember revolution? pt. 2 31 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nRivisitazione Radiofonica del documentario di Loredana Bianconi del 1997\r\n“Do You Remember Revolution”\r\n\r\nBarbara Balzerani, Adriana Faranda, Nadia Mantovani, Susanna Ronconi, avevano vent’anni quando decisero di unirsi alla lotta armata e di lasciare alle spalle la vita sociale e la famiglia per fare della rivoluzione il centro e lo scopo della loro esistenza.\r\nPrendono qui parola, dopo lunghi anni di carcerazione, per raccontare e raccontarsi, partendo da dove tutto ha avuto inizio, interrogando e indagando responsabilità, torti e ragioni dell’ultimo grande conflitto sociale nella storia di questo Paese.\r\n\r\nDedicato alla Memoria di Barbara Balzerani (1949-2024)\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 11 ore 16,30 – Intervista ad Andrea Borgnino sul futuro della radio 43 minuti [Radio Blackout, Stakka stakka]: Abbiamo avuto come redazione di Stakka stkka il piacere di fare una lunga discussione in studio con Andrea Borgnino, che cura la rubrica Interferenze per Radio3 Mondo, sul futuro della radio e il suo valore in contesti sensibili, come crisi umanitarie e conflitti.\r\nediting e mastering a cura di arsider\r\nplaylist from: dj subumano library archives\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 12 ore 08,30 – Podcast Franti pt.2 36 minuti [Franti]:\r\n\r\nIl podcast che vi apprestate ad ascoltare prende le sue mosse dalla necessità di riattivare un ragionamento collettivo che tenga conto dell’attuale situazione in cui versa la scuola italiana, alla luce del turbine di eventi alla cui manifestazione abbiamo assistito negli ultimi anni, a partire dalla pandemia fino allo scoppio di nuove terribili guerre.\r\n\r\nQuesto esperimento porterà a contatto diverse generazioni di professori e di studenti, impegnati tutti nel difficile compito di ristabilire una egemonia del discorso e della prassi rivoluzionari – a partire anche dall’interrogarsi sul senso di parole come questa – nella scuola.\r\n\r\nEsso è frutto di un lavoro collettivo, e per il collettivo questo lavoro è pensato e svolto: per gli studenti, i docenti e gli educatori, e tutti coloro che gravitano attorno al mondo della scuola, che credono ancora nella possibilità di quello che il situazionista Raoul Vaneigem chiamava “rovesciamento di prospettiva”.\r\n\r\nLe puntate sono tutte registrate nei locali dell’Archivio Moroni e del Centro Sociale di via Conchetta 18, a Milano.\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 12 ore 11,30 – La Casa Del Disastro! Je suis Punk! Breve storia delle origini del punk in Francia 53 minuti [La Casa del disastro!, Radio Onda D'urto]:\r\n\r\nBreve storia sulle origini del punk in Francia con musiche di BULDOZER, LOU REED, NEW YORK DOLLS, TELEVISION, STINKY TOYS\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 12 ore 15,30 – Blackout Fest 2025 Mix 70 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nMix con gruppi e progetti che suoneranno all'edizione del Blackout Fest 2025. Con in ordine di apparizione: Andrea Santalucia, Arsenal Mikebe, Warfuck, Concetration, Odia, Ddwy, Jedbalak, Frammenti, Babe Roots, Korobu, Semiratruth, Ondakeiki, Ethico, Resina, Eden For All, Asino. Non sono tutti ovviamente!\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 13 ore 08,30 – Muhammad Alì, Rumble in the jungle 30 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nBiografia del leggendario pugile Muhammad Alì.\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 13 ore 19,00 – Babe Roots - Estratto dal live del 2019 al Leoncavallo 18 minuti [Babe Roots, Radio Blackout]:\r\n\r\nSessione spirituale e subacquea condensata in un mini-live-set purificante, deep dub techno. Tracklist:\r\n> Live intro feat Baba Ras (live only)\r\n\r\n> Jah Nuh Dead feat Another Channel\r\n\r\n> Can’t See feat Lee Perry (live only)\r\n\r\n> Sufferation Time feat Kojo Neatness (Babe Roots remix)\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 13 ore 20,00 – SFratture: Contro la guerra alle droghe 48 minuti [Fratture]:\r\n\r\nIl collettivo Fratture si occupa di cronaca e analisi del carcere e della società che lo alimenta.\r\nIn questo podcast si affronta il tema della guerra alle droghe, della riduzione del danno, del rapporto tra sostanze e detenzione, grazie a un'intervista alle Chemical Sisters.\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 13 ore 21,00 – Worlds to come - Chapter 2 - Corpi 32 minuti [Sei Iturriaga, Giulia Deval, Alessio Alonne]: Per trascendere l'idea dell'essere umano come centro dell'ordine, è necessario rioccupare i nostri corpi, il primato della mente, l'idea di coscienza costruita sul senso univoco della narrazione dominante che ci ha spinto alla negazione della materialità che ci costituisce. Tornare al corpo è l'unico modo che abbiamo per trovare il nostro posto nello spazio della ricostruzione. Non si tratta del corpo come unità standardizzata, regolata e limitata, bensì del veicolo di potenzialità fisiche con cui sperimentiamo la nostra esistenza. Il corpo come unità semantica a partire dalla quale abitiamo un mondo che può accettarci solo se diventiamo coscienti e responsabili della nostra appartenenza a un ordine geologico, rizomatico, acquifero, atmosferico, dove l'organico è solo un altro strato, un rivestimento permeabile attraverso cui passano gli elementi.\r\nI corpi non nascono, si fanno. I corpi sono marcati (sessualizzati, razzializzati, animalizzati). I corpi sono simpoietici. Questo è ciò che esploriamo in questa puntata grazie alle pratiche artistiche di Johanna Hedva e Justin Randolph Thompson.\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 14 ore 00,30 – Lrwd - Mixtape tribute to Turin-Open-Medium 50 minuti [Lrwd, Radio Blackout]: Questo è un mixtape realizzato da Lrwd (si legge Lo-rrd) come tributo ai mezzi di comunicazione indipendenti di Torino, infatti questo fu messo a disposizione di download benefit Radio Blackout\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 14 ore 08,30 – Ponte Radio - Resistere a sud 131 minuti [Radio Neanderthal, Ponte Radio]:\r\n\r\nPuntata del 29/11/2024 di Ponte Radio a cura di Radio Neanderthal, realizzata da registrazioni dell'iniziativa \"Resistere a sud\" al Terzo Piano Autogestito a Napoli. Chiacchiere e riflessioni su cosa significa stare, restare e resistere a Sud\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 14 ore 20,00 – Macchina del tempo Ep.6 56 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nTrasmissione speciale ideata per il ventennale di Radio Blackout, contentitore di interviste, frammenti e testimonianze dagli archivi della radio.\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 14 ore 21,30 – Intervista Alex Vargiu: Un punk a Roma 64 minuti [Radio Blackout, Radio Kebab]: Votato fin dalla fine degli anni 70 al Punk R'n'R Hc con gruppi come Stigma,Bloody Riot,Bingo,Dissuaders, Alex Vargiu, in questa intervista del 2015, ci sbatte in faccia il cadavere ambulante del punk! Punk's dead your the next!\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 14 ore 23,00 – No Hay Banda Live @ Blackout house 19/5/19 110 minuti [No Hay Banda, Radio Blackout]: Nohaybandatrio was born in 2004, when Fabio Recchia (prepared bass and guitar which he plays simultaneously) met Marcello Allulli (sax and liveelectronics) and Emanuele Tommasi (drums and percussions).\r\n\r\nIts musical proposal has its roots in many genres: jazzcore, prog, math rock, `70s groove, soundtracks, noise… but they are all re-encoded in its unique style.\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 15 ore 09,00 – Audiodocumentario Saharawi pt.2 25 minuti [Tullio Togni]:\r\n\r\nTullio Togni, giornalista freelance, ha realizzato tre audio-doc sui Saharawi, frutto di diversi viaggi nel Sahara Occidentale, con le testimonianze dirette di lavoratori, sindacalisti, attivisti (nella zona occupata dal Marocco) e di profughi (nei campi in Algeria).\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 15 ore 09,30 – GRRAWR - Mix 05/2025 65 minuti [GRRAWR]:\r\n\r\nGRRAWR va alla ricerca del suono del suo cervello. La legge delle tre R (ripetere ripetere ripetere) è meravigliosamente incorniciata dai corollari della noia e dell'errore. Cosa fa un animale che ripete ripete ripete ma poi si distrae, si sbaglia e si dimentica che cosa doveva ripetere? Fare musica è solo un modo di fischiettare.\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 15 ore 13,30 – Psychotronic Radio vol.4 30 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nUn gorgo radiofonico di melma auricolare bizzarra e straziante fatta di b-movies z-movies musiche degenerate vhs a noleggio e pellicole infuocate!!\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 15 ore 18,30 – ARREMBAGGIO! compilation ardecore benefit v.3 32 minuti [Radio Blackout, compilation ardecore benefit]: Siamo partiti quasi per scherzo, poi l’affare si è ingrossato e siamo arrivati al volume 3. Oltre a queste edizioni digitali, stiamo curando anche le uscite in cassetta, non per santificare una moda ma per ribadire che il diy è il nostro unico “metodo”. Oggi come ieri, ma forse più di ieri, ciò che conta è lo spirito. In tutte le sue accezioni.\r\n\r\n ","9 Giugno 2025","2025-06-09 21:16:55","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Immagine-social-BH-200x110.jpg","Black Holes dal 9 al 15 Maggio 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\u003Cmark>Muhammad\u003C/mark> \u003Cmark>Alì\u003C/mark>, Rumble in the jungle 30"," \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nLunedì 09 ore 21,00 – ENI greenwashing 31 minuti [Radio Cane]:\r\n\r\nCosa ci fanno gli esperti dell’Ente Nazionale Idrocarburi in cattedra a parlare di ambiente? E come è cambiato il modo in cui i grandi trafficanti di gas e petrolio si raccontano? Se un tempo dire “essere al verde” era come dire “non avere un soldo”, oggi invece il colore “green” attira enormi fiumi di denaro. Per metterci sopra le mani, o le zampe, occorre però cambiare abito e ritinteggiarsi il pelo, attraverso un’articolata campagna di “greenwashing”, senza per questo perdere il vizio, cioè ad esempio continuando, com’è il caso del Cane a Sei Zampe, ad estrarre fonti fossili ai quattro angoli del pianeta.\r\nAndrea Turco, coautore del dossier “Follow the green. La narrazione di Eni alla prova dei fatti”, ci accompagna nel fiabesco mondo della comunicazione targata Eni, ci racconta delle mire del Cane a Sei Zampe sui fondi europei per la transizione ecologica, e ci mette in guardia rispetto al progetto di stoccaggio di gas inquinanti al largo di Ravenna. L’impressione generale è quella d trovarsi di fronte ad una spaventosa visione “circolare” dell’economia che, più che ad una rivoluzione verde, somiglia ad una spirale senza uscita.\r\n\r\n \r\n\r\nLunedì 09 ore 21,30 – Woodstown: racconto horror di A. Daudet 14 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nRacconto horror del diciannovesimo secolo, ambientato in oscure foreste che si ribellano verso gli umani che le vogliono distruggere o controllare\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 11 ore 08,30 – Do you remember revolution? pt. 2 31 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nRivisitazione Radiofonica del documentario di Loredana Bianconi del 1997\r\n“Do You Remember Revolution”\r\n\r\nBarbara Balzerani, Adriana Faranda, Nadia Mantovani, Susanna Ronconi, avevano vent’anni quando decisero di unirsi alla lotta armata e di lasciare alle spalle la vita sociale e la famiglia per fare della rivoluzione il centro e lo scopo della loro esistenza.\r\nPrendono qui parola, dopo lunghi anni di carcerazione, per raccontare e raccontarsi, partendo da dove tutto ha avuto inizio, interrogando e indagando responsabilità, torti e ragioni dell’ultimo grande conflitto sociale nella storia di questo Paese.\r\n\r\nDedicato alla Memoria di Barbara Balzerani (1949-2024)\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 11 ore 16,30 – Intervista ad Andrea Borgnino sul futuro della radio 43 minuti [Radio Blackout, Stakka stakka]: Abbiamo avuto come redazione di Stakka stkka il piacere di fare una lunga discussione in studio con Andrea Borgnino, che cura la rubrica Interferenze per Radio3 Mondo, sul futuro della radio e il suo valore in contesti sensibili, come crisi umanitarie e conflitti.\r\nediting e mastering a cura di arsider\r\nplaylist from: dj subumano library archives\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 12 ore 08,30 – Podcast Franti pt.2 36 minuti [Franti]:\r\n\r\nIl podcast che vi apprestate ad ascoltare prende le sue mosse dalla necessità di riattivare un ragionamento collettivo che tenga conto dell’attuale situazione in cui versa la scuola italiana, alla luce del turbine di eventi alla cui manifestazione abbiamo assistito negli ultimi anni, a partire dalla pandemia fino allo scoppio di nuove terribili guerre.\r\n\r\nQuesto esperimento porterà a contatto diverse generazioni di professori e di studenti, impegnati tutti nel difficile compito di ristabilire una egemonia del discorso e della prassi rivoluzionari – a partire anche dall’interrogarsi sul senso di parole come questa – nella scuola.\r\n\r\nEsso è frutto di un lavoro collettivo, e per il collettivo questo lavoro è pensato e svolto: per gli studenti, i docenti e gli educatori, e tutti coloro che gravitano attorno al mondo della scuola, che credono ancora nella possibilità di quello che il situazionista Raoul Vaneigem chiamava “rovesciamento di prospettiva”.\r\n\r\nLe puntate sono tutte registrate nei locali dell’Archivio Moroni e del Centro Sociale di via Conchetta 18, a Milano.\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 12 ore 11,30 – La Casa Del Disastro! Je suis Punk! Breve storia delle origini del punk in Francia 53 minuti [La Casa del disastro!, Radio Onda D'urto]:\r\n\r\nBreve storia sulle origini del punk in Francia con musiche di BULDOZER, LOU REED, NEW YORK DOLLS, TELEVISION, STINKY TOYS\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 12 ore 15,30 – Blackout Fest 2025 Mix 70 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nMix con gruppi e progetti che suoneranno all'edizione del Blackout Fest 2025. Con in ordine di apparizione: Andrea Santalucia, Arsenal Mikebe, Warfuck, Concetration, Odia, Ddwy, Jedbalak, Frammenti, Babe Roots, Korobu, Semiratruth, Ondakeiki, Ethico, Resina, Eden For All, Asino. Non sono tutti ovviamente!\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 13 ore 08,30 – \u003Cmark>Muhammad\u003C/mark> \u003Cmark>Alì\u003C/mark>, Rumble in the jungle 30 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nBiografia del leggendario pugile \u003Cmark>Muhammad\u003C/mark> \u003Cmark>Alì\u003C/mark>.\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 13 ore 19,00 – Babe Roots - Estratto dal live del 2019 al Leoncavallo 18 minuti [Babe Roots, Radio Blackout]:\r\n\r\nSessione spirituale e subacquea condensata in un mini-live-set purificante, deep dub techno. Tracklist:\r\n> Live intro feat Baba Ras (live only)\r\n\r\n> Jah Nuh Dead feat Another Channel\r\n\r\n> Can’t See feat Lee Perry (live only)\r\n\r\n> Sufferation Time feat Kojo Neatness (Babe Roots remix)\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 13 ore 20,00 – SFratture: Contro la guerra alle droghe 48 minuti [Fratture]:\r\n\r\nIl collettivo Fratture si occupa di cronaca e analisi del carcere e della società che lo \u003Cmark>ali\u003C/mark>menta.\r\nIn questo podcast si affronta il tema della guerra alle droghe, della riduzione del danno, del rapporto tra sostanze e detenzione, grazie a un'intervista alle Chemical Sisters.\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 13 ore 21,00 – Worlds to come - Chapter 2 - Corpi 32 minuti [Sei Iturriaga, Giulia Deval, Alessio Alonne]: Per trascendere l'idea dell'essere umano come centro dell'ordine, è necessario rioccupare i nostri corpi, il primato della mente, l'idea di coscienza costruita sul senso univoco della narrazione dominante che ci ha spinto alla negazione della materialità che ci costituisce. Tornare al corpo è l'unico modo che abbiamo per trovare il nostro posto nello spazio della ricostruzione. Non si tratta del corpo come unità standardizzata, regolata e limitata, bensì del veicolo di potenzialità fisiche con cui sperimentiamo la nostra esistenza. Il corpo come unità semantica a partire dalla quale abitiamo un mondo che può accettarci solo se diventiamo coscienti e responsabili della nostra appartenenza a un ordine geologico, rizomatico, acquifero, atmosferico, dove l'organico è solo un altro strato, un rivestimento permeabile attraverso cui passano gli elementi.\r\nI corpi non nascono, si fanno. I corpi sono marcati (sessualizzati, razzializzati, animalizzati). I corpi sono simpoietici. Questo è ciò che esploriamo in questa puntata grazie alle pratiche artistiche di Johanna Hedva e Justin Randolph Thompson.\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 14 ore 00,30 – Lrwd - Mixtape tribute to Turin-Open-Medium 50 minuti [Lrwd, Radio Blackout]: Questo è un mixtape realizzato da Lrwd (si legge Lo-rrd) come tributo ai mezzi di comunicazione indipendenti di Torino, infatti questo fu messo a disposizione di download benefit Radio Blackout\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 14 ore 08,30 – Ponte Radio - Resistere a sud 131 minuti [Radio Neanderthal, Ponte Radio]:\r\n\r\nPuntata del 29/11/2024 di Ponte Radio a cura di Radio Neanderthal, realizzata da registrazioni dell'iniziativa \"Resistere a sud\" al Terzo Piano Autogestito a Napoli. Chiacchiere e riflessioni su cosa significa stare, restare e resistere a Sud\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 14 ore 20,00 – Macchina del tempo Ep.6 56 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nTrasmissione speciale ideata per il ventennale di Radio Blackout, contentitore di interviste, frammenti e testimonianze dagli archivi della radio.\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 14 ore 21,30 – Intervista Alex Vargiu: Un punk a Roma 64 minuti [Radio Blackout, Radio Kebab]: Votato fin dalla fine degli anni 70 al Punk R'n'R Hc con gruppi come Stigma,Bloody Riot,Bingo,Dissuaders, Alex Vargiu, in questa intervista del 2015, ci sbatte in faccia il cadavere ambulante del punk! Punk's dead your the next!\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 14 ore 23,00 – No Hay Banda Live @ Blackout house 19/5/19 110 minuti [No Hay Banda, Radio Blackout]: Nohaybandatrio was born in 2004, when Fabio Recchia (prepared bass and guitar which he plays simultaneously) met Marcello Allulli (sax and liveelectronics) and Emanuele Tommasi (drums and percussions).\r\n\r\nIts musical proposal has its roots in many genres: jazzcore, prog, math rock, `70s groove, soundtracks, noise… but they are all re-encoded in its unique style.\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 15 ore 09,00 – Audiodocumentario Saharawi pt.2 25 minuti [Tullio Togni]:\r\n\r\nTullio Togni, giornalista freelance, ha realizzato tre audio-doc sui Saharawi, frutto di diversi viaggi nel Sahara Occidentale, con le testimonianze dirette di lavoratori, sindacalisti, attivisti (nella zona occupata dal Marocco) e di profughi (nei campi in Algeria).\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 15 ore 09,30 – GRRAWR - Mix 05/2025 65 minuti [GRRAWR]:\r\n\r\nGRRAWR va alla ricerca del suono del suo cervello. La legge delle tre R (ripetere ripetere ripetere) è meravigliosamente incorniciata dai corollari della noia e dell'errore. Cosa fa un animale che ripete ripete ripete ma poi si distrae, si sbaglia e si dimentica che cosa doveva ripetere? Fare musica è solo un modo di fischiettare.\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 15 ore 13,30 – Psychotronic Radio vol.4 30 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nUn gorgo radiofonico di melma auricolare bizzarra e straziante fatta di b-movies z-movies musiche degenerate vhs a noleggio e pellicole infuocate!!\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 15 ore 18,30 – ARREMBAGGIO! compilation ardecore benefit v.3 32 minuti [Radio Blackout, compilation ardecore benefit]: Siamo partiti quasi per scherzo, poi l’affare si è ingrossato e siamo arrivati al volume 3. Oltre a queste edizioni digitali, stiamo curando anche le uscite in cassetta, non per santificare una moda ma per ribadire che il diy è il nostro unico “metodo”. Oggi come ieri, ma forse più di ieri, ciò che conta è lo spirito. In tutte le sue accezioni.\r\n\r\n 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Punk's dead your the next!\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/Intervista_Alex_Vargiu_un_punk_a_Roma_da_RADIOKEBAB_del_30_3_2015.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 30 ore 23,30 - ARREMBAGGIO! compilation ardecore benefit v.3 31 minuti [Radio Blackout, compilation ardecore benefit]: Siamo partiti quasi per scherzo, poi l’affare si è ingrossato e siamo arrivati al volume 3. Oltre a queste edizioni digitali, stiamo curando anche le uscite in cassetta, non per santificare una moda ma per ribadire che il diy è il nostro unico “metodo”. Oggi come ieri, ma forse più di ieri, ciò che conta è lo spirito. In tutte le sue accezioni.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/ARREMBAGGIO-compilation-ardecore-benefit-v.3_31.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 1 ore 13,30 - Tutta colpa dei padroni? 3 9 minuti [Marcello Pini e Federico Bosis]: “Tutta colpa dei padroni?” è un podcast di alfabetizzazione sindacale che spiega nella maniera più chiara possibile come sono regolati i rapporti di lavoro: chi scrive i CCNL, cosa succede quando scadono o si rinnovano, come agiscono i sindacati e quali sono le differenze tra loro. E ancora: cosa sono i “contratti mostro”, come funziona il sistema degli appalti, che ruolo hanno lo Stato e il governo nelle leggi sul lavoro, cos’è lo sciopero e come si fa.\r\nSe il benessere tuo e dei tuoi cari dipende da uno stipendio, qui troverai alcune cose che faresti meglio a conoscere. Testo e voce: Marcello Pini. Editing sonoro e montaggio: Federico Bosis. Cos’è e come funziona il sistema degli appalti? Chi l’ha inventato? Cosa c’entrano le cooperative?\r\nEcco qualche dritta per capire chi e come ingrassa grazie agli appalti.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Tutta-colpa-dei-padroni-n.3_9.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 1 ore 13,30 - Psychotronic Radio vol.3 36 minuti [Radio Blackout]: Un gorgo radiofonico di melma auricolare bizzarra e straziante fatta di b-movies z-movies musiche degenerate vhs a noleggio e pellicole infuocate!!\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/Psychotronic-Radio-vol.3_36.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 1 ore 13,30 - ENI greenwashing 30 minuti [Radio Cane]: Cosa ci fanno gli esperti dell’Ente Nazionale Idrocarburi in cattedra a parlare di ambiente? E come è cambiato il modo in cui i grandi trafficanti di gas e petrolio si raccontano? Se un tempo dire “essere al verde” era come dire “non avere un soldo”, oggi invece il colore “green” attira enormi fiumi di denaro. Per metterci sopra le mani, o le zampe, occorre però cambiare abito e ritinteggiarsi il pelo, attraverso un’articolata campagna di “greenwashing”, senza per questo perdere il vizio, cioè ad esempio continuando, com’è il caso del Cane a Sei Zampe, ad estrarre fonti fossili ai quattro angoli del pianeta.\r\nAndrea Turco, coautore del dossier “Follow the green. La narrazione di Eni alla prova dei fatti”, ci accompagna nel fiabesco mondo della comunicazione targata Eni, ci racconta delle mire del Cane a Sei Zampe sui fondi europei per la transizione ecologica, e ci mette in guardia rispetto al progetto di stoccaggio di gas inquinanti al largo di Ravenna. L’impressione generale è quella d trovarsi di fronte ad una spaventosa visione “circolare” dell’economia che, più che ad una rivoluzione verde, somiglia ad una spirale senza uscita.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/ENI-greenwashing_30.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n ","26 Novembre 2024","2024-12-03 16:56:45","Black holes dal 25 Novembre al 1 Dicembre 2024",1732643048,[155,156,157,158,162,163,1020,165,1021,166,168,171,173,176,1022,177,179,183,184,187,189,190,192,1023,197,198,1024,1025,1026,1027,1028,211,213,215,1029,221,1030,225,234,1031,237,241,1032,1033,246,247,249,1034,258,260,261,262,264,265,1035,1036,1037,1038,1039,283,284,286,288,289,1040,1041,303,304,305,307,310,311,312,1042,1043,1044,318,320,1045,322,323,327,1046,331,333,336,1047,1048,342,1049,348,352,1050,1051,353,354,1052,355,357,1053,360,361,364],"http://radioblackout.org/tag/alessandro-scalise/","http://radioblackout.org/tag/ali-mhoud-kou/","http://radioblackout.org/tag/autoformazione/","http://radioblackout.org/tag/bulgaria/","http://radioblackout.org/tag/collettivo-rotte-balcaniche/","http://radioblackout.org/tag/confini/","http://radioblackout.org/tag/consolidated-rescue-group/","http://radioblackout.org/tag/diana-dimova/","http://radioblackout.org/tag/diritti-lavoro/","http://radioblackout.org/tag/eleonora-zago/","http://radioblackout.org/tag/europa/","http://radioblackout.org/tag/hamid-koshiar/","http://radioblackout.org/tag/ihab-al-rawi/","http://radioblackout.org/tag/immigrati/","http://radioblackout.org/tag/khalid-omar/","http://radioblackout.org/tag/marcello-pini/","http://radioblackout.org/tag/migrazioni/","http://radioblackout.org/tag/missing-people/","http://radioblackout.org/tag/mission-wings/","http://radioblackout.org/tag/mohamed-ali/","http://radioblackout.org/tag/no-name-kitchen/","http://radioblackout.org/tag/politiche-europee-immigrazione/","http://radioblackout.org/tag/radio-melting-pot/","http://radioblackout.org/tag/razzismo-istituzionale/","http://radioblackout.org/tag/respingimenti/","http://radioblackout.org/tag/rotta-balcanica/","http://radioblackout.org/tag/sistema-appalti/","http://radioblackout.org/tag/storia-movimenti/","http://radioblackout.org/tag/storie-di-attraversamento-del-confine-turco-bulgaro/","http://radioblackout.org/tag/testimonianze/","http://radioblackout.org/tag/turchia/","http://radioblackout.org/tag/tutta-colpa-dei-padroni/","http://radioblackout.org/tag/unione-europea/","http://radioblackout.org/tag/vol-3/",[366,367,368,369,373,374,1055,129,1056,376,378,133,137,384,1057,385,387,121,391,127,395,396,398,1058,403,404,1059,1060,1061,1062,1063,125,418,420,1064,119,1065,429,131,1066,440,444,1067,1068,449,450,452,1069,461,463,464,465,467,468,1070,1071,1072,1073,1074,486,487,488,490,491,1075,1076,505,506,507,509,512,513,514,1077,1078,1079,520,522,1080,524,525,529,1081,533,123,537,1082,1083,543,1084,549,553,1085,1086,554,135,1087,555,557,1088,560,561,564],"Alessandro Scalise","Ali Mhoud Kou","autoformazione","Bulgaria","collettivo Rotte Balcaniche","confini","Consolidated Rescue Group","Diana Dimova","diritti lavoro","Eleonora Zago","europa","Hamid Koshiar","Ihab Al Rawi","immigrati","Khalid Omar","Marcello Pini","migrazioni","Missing People","Mission Wings","Mohamed Alì","no name kitchen","politiche europee immigrazione","Radio Melting Pot","razzismo istituzionale","respingimenti","rotta balcanica","sistema appalti","storia movimenti","Storie di attraversamento del confine turco-bulgaro","testimonianze","Turchia","tutta colpa dei padroni?","Unione Europea","vol.3",{"post_content":1090,"tags":1095},{"matched_tokens":1091,"snippet":1093,"value":1094},[568,1092],"Ali","Lunedì 25 ore 13,30 - \u003Cmark>Muhammad\u003C/mark> \u003Cmark>Ali\u003C/mark>, Rumble in the jungle 29 minuti","Lunedì 25 ore 13,30 - \u003Cmark>Muhammad\u003C/mark> \u003Cmark>Ali\u003C/mark>, Rumble in the jungle 29 minuti [Radio Blackout]: Biografia del leggendario pugile \u003Cmark>Muhammad\u003C/mark> \u003Cmark>Ali\u003C/mark>\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Mohammed-Alì_Rumble-in-the-jungle_29.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n[Download]\r\n\r\nMartedì 26 ore 12,30 - Woodstown: racconto horror di A. Daudet 13 minuti [Radio Blackout]: Racconto horror del diciannovesimo secolo, ambientato in oscure foreste che si ribellano verso gli umani che le vogliono distruggere o controllare\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Woodstown-racconto-horro-di-A.-Daudet_13.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 27 ore 16,00 - Missing People - Storie di attraversamento del confine turco-bulgaro 46minuti [Radio Melting Pot]: Il confine tra Turchia e Bulgaria è uno dei principali ingressi di terra verso l’Unione Europea. Vi transitano migliaia di persone costrette a subire violenza fisica e psicologica. Molte purtroppo perdono la vita nel silenzio delle istituzioni e della maggior parte dei media europei.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/Missing-people-Storie-di-attraversamento-del-confine-turco-bulgaro_46.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 28 ore 08,30 - Do you remember revolution? pt. 2 30 minuti [Radio Blackout]: Rivisitazione Radiofonica del documentario di Loredana Bianconi del 1997\r\n“Do You Remember Revolution”\r\n\r\nBarbara Balzerani, Adriana Faranda, Nadia Mantovani, Susanna Ronconi, avevano vent’anni quando decisero di unirsi alla lotta armata e di lasciare alle spalle la vita sociale e la famiglia per fare della rivoluzione il centro e lo scopo della loro esistenza.\r\nPrendono qui parola, dopo lunghi anni di carcerazione, per raccontare e raccontarsi, partendo da dove tutto ha avuto inizio, interrogando e indagando responsabilità, torti e ragioni dell’ultimo grande conflitto sociale nella storia di questo Paese.\r\n\r\nDedicato alla Memoria di Barbara Balzerani (1949-2024)\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Do-you-remember-revolution-pt.2_30.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 29 ore 08,30 - Audiodocumentario Saharawi pt.2 24 minuti [Tullio Togni]: Tullio Togni, giornalista freelance, ha realizzato tre audio-doc sui Saharawi, frutto di diversi viaggi nel Sahara Occidentale, con le testimonianze dirette di lavoratori, sindacalisti, attivisti (nella zona occupata dal Marocco) e di profughi (nei campi in Algeria).\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Audiodocumentario-Saharawi_2Tullio-Togni_24.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 30 ore 20,00 - Intervista Alex Vargiu: Un punk a Roma 63 minuti [Radio Blackout, Radio Kebab]: Votato fin dalla fine degli anni 70 al Punk R'n'R Hc con gruppi come Stigma,Bloody Riot,Bingo,Dissuaders, Alex Vargiu, in questa intervista del 2015, ci sbatte in faccia il cadavere ambulante del punk! Punk's dead your the next!\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/Intervista_Alex_Vargiu_un_punk_a_Roma_da_RADIOKEBAB_del_30_3_2015.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 30 ore 23,30 - ARREMBAGGIO! compilation ardecore benefit v.3 31 minuti [Radio Blackout, compilation ardecore benefit]: Siamo partiti quasi per scherzo, poi l’affare si è ingrossato e siamo arrivati al volume 3. Oltre a queste edizioni digitali, stiamo curando anche le uscite in cassetta, non per santificare una moda ma per ribadire che il diy è il nostro unico “metodo”. Oggi come ieri, ma forse più di ieri, ciò che conta è lo spirito. 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fosfato è presente in natura ed è un elemento fondamentale per l'alimentazione delle piante e in generale per tutta la vita sulla terra, anche le ossa umane sono composte per l'80% da questa sostanza. Scoperto a metà '800 si è da subito capito l'utilizzo che se ne poteva fare in agricoltura e proprio a ridosso delle aree agricole di tutti i paesi sviluppati sono nate le prime fabbriche di concimi chimici che, sciogliendo il fosfato con l'acido solforico, creavano una sostanza capace di fornire una più rapida e maggiore alimentazione alle piante.\r\n\r\nLa continua crescita demografica e l'enorme utilizzo nell'agricoltura intensiva ha generato una richiesta sempre maggiore di questo minerale presente nelle rocce solfatiche. I maggiori giacimenti si trovano in Florida, in Tunisia, nel Sahara e nella piccola isola di Nauru.\r\nProprio quest'ultima ha legato indissolubilmente la sua ricchezza e la sua caduta al fosfato. Raggiunta l'indipendenza nel 1968 ha vissuto una trentennale età dell'oro grazie agli enormi proventi ricavati dall'estrazione e dalla vendita del fosfato, fino all'esaurimento dei giacimenti che hanno segnato la rovina del minuscolo stato del Pacifico. Oltre alla miseria, le malattie dovute a una dieta e uno stile di vita esagerato, l'inquinamento ambientale, l'isola di Nauru ha dovuto svendersi all'Australia che, con l'accordo del 2001 \"pacific solution\", ha trasformato l'isoletta in un campo di deportazione per i migranti fermati al largo delle coste australiane.\r\n\r\nL'effimera ricchezza prodotta dall'estrazione del fosfato s'è registrata anche nella regione di Gafsa in Tunisia, dove per vent'anni si sono attratti minatori e lavoratori da ogni parte del paese grazie ai lauti stipendi propinati dalla CPG, la compagnia statale mineraria. Ma le privatizzazioni degli anni '90 hanno creato disoccupazione di massa e la regione s'è rapidamente svuotata, lasciando una landa desolata in balia delle polveri mortifere proveniente dalle miniere. Un concorso di assunzioni che ha visto esclusa la popolazione locale è stata la miccia che ha acceso la rivolta che nel 2008 s'è perpetuata per quasi sei mesi, costando la prigionia e l'esilio per centinaia di persone.\r\n\r\nInfine il caso del Marocco, in cui il regime di Muhammad VI occupa militarmente i territori sahariani per la ricchezza mineraria e ittica che offrono. Ma su quei territori (Sahara sud-occidentale) vivono diverse tribù di Sahawari che già dall'occupazione spagnola rivendicano l'autodeterminazione e il godimento delle ricchezze del proprio territorio. Osteggiati e cacciati da tutti gli occupanti, i Sahawari si sono uniti nel fronte Polisario, ma abbandonati dalla comunità internazionale e schiacciati dalle forze militari marocchine, in tantissimi si sono dovuti rifugiare nei campi profughi algerini dove tutt'oggi vivono più di 200mila persone.\r\n\r\nIl fosfato è un elemento indispensabile per la vita sulla terra, la velocità con cui si esauriscono le miniere e le riserve è allarmante e costerà un attività estrattiva ancor più devastante per riuscire a procurarlo, perpetuando la spirale mortifera della devastazione al fine della sopravvivenza. 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