","Primarie in New Hampshire: notte storica per il socialista Sanders","post",1455193408,[60,61,62,63,64,65],"http://radioblackout.org/tag/hilary-clinton/","http://radioblackout.org/tag/new-hampshire/","http://radioblackout.org/tag/primarie/","http://radioblackout.org/tag/primarie-usa/","http://radioblackout.org/tag/sanders/","http://radioblackout.org/tag/trump/",[67,68,15,69,26,22],"Hilary Clinton","New Hampshire","Primarie usa",{"post_content":71,"post_title":75,"tags":78},{"matched_tokens":72,"snippet":73,"value":74},[26],"\u003Cmark>Sanders\u003C/mark> vince le primarie democratiche con","\u003Cmark>Sanders\u003C/mark> vince le primarie democratiche con il 60%. Valanga di voti dai giovani e, a sorpresa, tra le donne. Bernie \u003Cmark>Sanders\u003C/mark> ha messo segno una vittoria decisiva contro Hillary Clinton, battendo la “favorita” per la nomination democratica per 60%. 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Ai suoi tifosi Trump ha promesso con caratteristica dialettica che “ci occuperemo di tutto e sarà meraviglioso” riassumendo il suo progetto di eccezionalismo populista a base di “farla pagare alla Cina, al Giappone e al Messico che ci tolgono tutti i soldi”.\r\n\r\nSu questi risultati, abbiamo provato ad analizzare il contesto politico, sociale e storico che determina delle variazioni sostanziali dal punto di vista alettorale negli Stati Uniti, dove il prossimo 1 marzo altri 13 Stati si troveranno nella condizione di votare.\r\n\r\nAscolta la diretta con Luca Celada, giornalista e collaboratore de Il Manifesto\r\n\r\nUnknown",{"matched_tokens":76,"snippet":77,"value":77},[26],"Primarie in New Hampshire: notte storica per il socialista \u003Cmark>Sanders\u003C/mark>",[79,81,83,85,87,90],{"matched_tokens":80,"snippet":67},[],{"matched_tokens":82,"snippet":68},[],{"matched_tokens":84,"snippet":15},[],{"matched_tokens":86,"snippet":69},[],{"matched_tokens":88,"snippet":89},[26],"\u003Cmark>Sanders\u003C/mark>",{"matched_tokens":91,"snippet":22},[],[93,98,101],{"field":35,"indices":94,"matched_tokens":95,"snippets":97},[39],[96],[26],[89],{"field":99,"matched_tokens":100,"snippet":77,"value":77},"post_title",[26],{"field":102,"matched_tokens":103,"snippet":73,"value":74},"post_content",[26],578730123365712000,{"best_field_score":106,"best_field_weight":107,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":47,"score":108,"tokens_matched":109,"typo_prefix_score":47},"1108091339008",13,"578730123365711979",1,{"document":111,"highlight":135,"highlights":161,"text_match":104,"text_match_info":170},{"cat_link":112,"category":113,"comment_count":47,"id":114,"is_sticky":47,"permalink":115,"post_author":20,"post_content":116,"post_date":117,"post_excerpt":52,"post_id":114,"post_modified":118,"post_thumbnail":119,"post_thumbnail_html":120,"post_title":121,"post_type":57,"sort_by_date":122,"tag_links":123,"tags":132},[44],[46],"36142","http://radioblackout.org/2016/05/primarie-usa-un-focus-sui-processi-del-partito-democratico/","Si avvicina l'ultima tornata elettorale delle primarie per il candidato presidenziale americano nei due partiti principali del paese. Se dal lato Repubblicano il miliardario populista Donald Trump ha ormai preso il sopravvento indiscusso, nel Partito Democratico la partita ha ancora diversi fronti aperti. Clinton sembra mantenere un vantaggio molto forte, ma Bernie Sanders ed i suoi sostenitori non risparmieranno filo da torcere, almeno non con la California ancora in ballo - stato più popoloso e con il maggior numero di delegati da eleggere.\r\nIl processo delle primarie ad elezione indiretta svela anche le necessità di conciliare i programmi elettorali al fine di costruire una campagna presidenziale condivisa. 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L'erompere del Tycoon dallo stile politically incorrect sulle scene politico-mediatiche veniva letto specularmente all'inaspettato exploit di Bernie Sanders tra le file dei Democratici. Due \"intrusi\" incrinavano per la prima volta da quasi un secolo stabilità, funzionamento e sitemicità del bipolarismo a stelle e strisce, il primo incarnando i rancori della working class bianca declassata, il secondo le speranze delle nuove generazioni radicali finalmente liberate dal condizionamento anti-socialista (non riuscendo però a sfondare tra le minoranze razzializzate). Entrambi hanno saputo esprimere la disaffezione crescente dal sistema dei colpiti dalla crisi. Se il senatore del Vermont ha dovuto soccombere alla macchina elettoral-finanziaria del clan dei Clinton, accettando disgraziatamente di venirne sussunto nello scontro finale con la controparte repubblicana, Trump, forte dei suoi ampi mezzi economici, ha giocato fino in fondo la carta di outsider contro il suo stesso partito.\r\n\r\nAll'indomani dell'esito elettorale più esorcizzato degli ultimi decenni, forte è stata la tentazione di re-interpellare Loren Goldner, a cui abbiamo girato un po' di domande.\r\n\r\n1- In che misura il voto negli Usa è un nuovo capitolo della rottura di un patto che, pur vacillante, continuava a legare (fuori tempo massimo) settori di classe media e operaia ai partiti della sinistra? Quale rapporto con la BrExit e il proliferare di istanze populiste inEuropa?\r\n\r\n2- Possono aprirsi nuove polarizzazioni di classe nella società americana, a partire dalla non-sostenibilità delle promesse fatte da Trump in campagna elettorale?\r\n\r\n3- Cosa ci dice questo risultato dello stato di salute della democrazia (borghese)? E della sua (in) capacità di previsione?\r\n\r\n4- Quanto cambierà il ruolo degli Sati Uniti nella politica estera? Quali pezzi dell'establishment hanno sostenuto Trump?\r\n\r\n5- Quali saranno le ricadute interne ? Quali scenari potranno aprirsi da un punto di vista di classe?\r\n\r\n \r\n\r\nBuon ascolto!\r\n\r\n \r\n\r\ngoldner_on_trump","10 Novembre 2016","2016-11-15 15:30:05","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/feature-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"180\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/feature-300x180.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/feature-300x180.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/feature.jpeg 650w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Verso una guerra civile a bassa intensità ? 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I sostenitori di Sanders sono stati invitati dal senatore stesso a far confluire i propri voti sulla ex-first lady, mentre sul palco hanno parlato, tra le altre, alcune madri di ragazzi neri vittime di della violenza poliziesca.\r\nIn vista della vera battaglia elettorale, quella per la presidenza degli Stati Uniti, abbiamo sentito al telefono Luca Celada, giornalista del Manifesto da Los Angeles:\r\n\r\nLuca Celada Elezioni Usa","27 Luglio 2016","2016-07-30 18:56:48","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/07/clinton-trump-1030x615-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"179\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/07/clinton-trump-1030x615-300x179.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/07/clinton-trump-1030x615-300x179.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/07/clinton-trump-1030x615-768x459.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/07/clinton-trump-1030x615-1024x611.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/07/clinton-trump-1030x615.jpg 1030w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","In chiusura di Nomination",1469620717,[125,126,217,218,127,128,129,130,219,62,187,131],"http://radioblackout.org/tag/hillary/","http://radioblackout.org/tag/hillary-clinton/","http://radioblackout.org/tag/presidenziali/",[32,28,221,222,20,34,18,24,223,15,30,134],"hillary","hillary clinton","presidenziali",{"post_content":225},{"matched_tokens":226,"snippet":227,"value":228},[26],"Hillary Clinton. 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Accendere un riflettore sui prepotenti primi cento giorni del mandato trumpiano alla Casa Bianca con uno storico come Gian Giacomo Migone significa anche comprendere quali strategie di contenimento del declino americano può permettersi l'amministrazione americana, scoperchiando l'evidenza della dissoluzione del ruolo di gendarme pure nell'ultimo focolaio di tensione che sfrutta il momento di vacanza imperiale per sondare quali sviluppi potrebbe avere lo scontro indo-pakistano sul contenzioso relativo al Kashmir (diviso nelle sue tre componenti etno-religiose) incancrenito nel postcolonialismo del subcontinente indiano. Ne abbiamo parlato con Matteo Miavaldi, con il quale avevamo preconizzato la potenziale esplosione innescata con l'attentato di Pahalgam. Ma anche il dinamismo polacco in materia militare e il conseguente avvicinamento delle due caserme Nato nell'Europa centrorientale: Germania e Polonia sono rivali per il primato militare in Europa e si alleano all'unica potenza nucleare del continente, sfruttando le paure scatenate da una Russia apparentemente aggressiva, anche se non avrebbe interesse a invadere Alessandro Ajres allude a una \"libido\" putiniana in un delirio di espansione imperiale, la paura del quale forse la società polacca ha introiettato in questi anni di destra estrema, alternati a centrodestra, che hanno sviluppato lo sviluppo economico per foraggiare l'industria bellica.\r\n\r\n\r\n\r\nNé India, né Pakistan trovano convenienza in uno scontro frontale ora sulla ottantennale \"questione del Kashmir\", eppure sta avvenendo ed è… esplosiva, nel senso che entrambe sono dotate di armamenti nucleari. L’India ha una preponderanza in ogni arma, ma quando si parla di nucleare e di dispute religioso-nazionaliste tra stati retti da fanatici difficilmente ne esce un vincitore vivo.\r\nCon Matteo Miavaldi percorriamo la china che ha portato a questa situazione pericolosa che ha già prodotto decine di morti dalla strage di Pahalgham del 22 aprile, quando un commando jihadista ha ucciso 26 indiani in Kashmir, evidenziando l’impreparazione dell’intelligence di Dehli e scatenando la reazione unitaria della nazione indiana che due settimane dopo ha prodotto una quarantina di morti con il bombardamento dell’Operazione Sindoor contro il Pakistan, i cui vertici negano ogni responsabilità nell’innesco della spirale. L’escalation muscolare è pari a quella propagandistica, tanto che è difficile accettare e prendere per buone quasi tutte le ricostruzioni che provengono da ciascuno dei contendenti.\r\nLa storia del Jammu-Kashmir è travagliata dal dopoguerra: in comune con le vicende israelo-palestinesi non c’è solo il 1947 come data del vulnus, ma anche lo sfruttamento di ogni periodo in cui la diplomazia internazionale va in panne, permettendo all’apparato militare di risolvere con i suoi metodi le dispute; e forse si può individuare nel 2019 con la revoca dello stato semiautonomo della regione indiana una svolta a cui non si possono ricondurre questi risultati ma fu un avvio di un processo che ne ha consentito il deflagrare del problema in questi termini, perché ha prodotto un cambio nella composizione delle credenze e nella maggiore presenza culturale hindu tra la popolazione delle regioni di confine. Le conseguenze non possono che essere le risposte reciproche più violente dalla creazione del Bangla Desh dal Pakistan Orientale.\r\nE a fronte di un evento di portata così storica le reazioni internazionali o i tentativi di interposizione per arrivare a una pacificazione dell’area sono risibili da parte di tutte le potenze globali, peraltro difficilmente potrebbero venire accettate dai rispettivi nazionalismi dei contendenti. La Cina si è offerte come mediatrice, appalesando un interesse precipuo alla composizione del conflitto, benché sia chiaro che l’interesse di Pechino è il mantenimento del territorio pakistano, storico alleato e indispensabile corridoio per la Belt Road Initiative; facendo da contrappeso all’immediato sostegno di Israele alla rappresaglia indiana, tanto assimilabile alla reazione assassina dell’entità sionista a Gaza.\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/7IBzky3YF9FknUxHEN6yWV?si=bHv964OURDqoJY5k3qRDSA\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/Innesco-e-propaganda-in-Kashmir_Miavaldi.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPer ascoltare i podcast sull'Estremo oriente si trovano qui\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nTusk partecipa ai summit sul destino della guerra con Merz e Macron, a dimostrazione della sua potenza militare che sfida la preminenza europea dei due partner, esaltando il nazionalismo di matrice romantica mai realmente venuto meno al paese, che negli ultimi 2/3 decenni ha raddoppiato il pil e livellato i tassi di povertà delle componenti sociali. Sottoposto questo paesaggio ad Alessandro Ajres, ci ha fatto notare come questo sia potuto accadere in seguito all’alternanza al potere dei rappresentanti della sacca rurale retriva e conservatrice che vota l'estrema destra del PiS e di quelli del centro destra liberal-conservatore che trova i propri consensi nelle metropoli e nei bacini minerari e navali. La matrice militare e reazionaria – sempre meno sfumata in entrambi i campi dalla forza della chiesa cattolica, che ha disperso la potenza data dal fanatismo dei tempi wojtyliani – si fonda su una produzione industriale a basso costo, e l’importanza della posizione geografica, che la pone tra quegli stati europei a ridosso del confine con i territori controllati da Mosca che cavalcano le paure dell’orso russo e le fomentano per spostare capitali statali verso il settore bellico (che drena il 5 per cento del pil ormai da anni).\r\nQuesta situazione pone la Polonia nella condizione di incalzare la potenza militare tedesca e la sua preminenza nel mettere a disposizione territorio e basi missilistiche al sistema di guerra occidentale; e questa spirale le consente inoltre di essere il faro della fazione degli impauriti baltici, inserendosi nella tradizione deel destre nazionaliste dell'Esteuropa. Ed è in questo contesto che diventa interessante vedere come anziché scontrarsi sembra che Polonia e Germania uniscano le loro forze per sostenere una politica europea a loro immagine.\r\nLa Polonia e i suoi fratelli comprende sia le repubbliche baltiche, sia gli altri stati ex sovietici, in cui la recrudescenza antirussa ha prodotto frange sempre più ampie di nostalgie fasciste che impastano un po' tutta la regione di nazionalismi fanatici, più che romantici.\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/gli-assi-di-potere-europei-inglobano-la-polonia--66032024\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/La-Polonia-e-i-suoi-fratelli_Ajres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPer ascoltare gli episodi precedenti relativi alla regione pannonica, balcanica e caucasica si trovano qui\r\n\r\nCon Giangiacomo Migone che fra le altre cose ha insegnato storia dell'America del nord all'università di Torino ,parliamo delle fratture all'interno della società americana e della crisi di egemonia di cui l'elezione di Trump è la conseguenza. Trump si è rivolto ad un altro elettorato ,la parte dei bianchi americani impoveriti dalla globalizzazione che ha mangiato i posti di lavoro che sono stati delocalizzati altrove .Trump prende atto che gli USA nonostante la potenza militare non sono più l'egemone e la sua visione incarna la nostalgia della grandezza americana che vorrebbe far rivivere nonostante la concorrenza della Cina che ha invece una percezione multipolare del mondo.\r\nNonostante la torsione autoritaria che è incarnata dalla politica trumpiana ci sono delle resistenze all'interno del tessuto sociale americano che si manifestano nelle università ,nell'opposizione dei tribunali ai decreti del presidente che non considera i contrappesi istituzionali e si concretizzano anche nelle affollate piazze che stanno seguendo il tour contro l'oligarchia del senatore Sanders e di Alexandra Ocasio Cortez. La politica di Trump è al servizio dell'1% più ricco e alimenta la guerra fra poveri delle classi medie impoverite bianche contro gli immigrati .\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/trump-specchio-della-crisi-di-egemonia-degli-usa--66055851\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/BASTIONI-DI-ORIONE-08052025-MIGONE.mp3\"][/audio]\r\n\r\nSi è affrontata il sovranismo imperante dall'avvento del Trump Revenge qui\r\n\r\n ","11 Maggio 2025","2025-05-14 00:54:58","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 08/05/2025 - IL NUOVO ASSE MILITARE PARIGI BERLINO VARSAVIA A DIFESA DAGLI USA DI TRUMP MENTRE ESPLODE LA REGIONE INDO-PAKISTANA.","podcast",1746964824,[274],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[257],{"post_content":277},{"matched_tokens":278,"snippet":279,"value":280},[26],"tour contro l'oligarchia del senatore \u003Cmark>Sanders\u003C/mark> e di Alexandra Ocasio Cortez.","In questa puntata \"Bastioni di Orione\" torna a toccare vari punti dell'orbe terraqueo che sono in qualche modo collegati tra loro. Accendere un riflettore sui prepotenti primi cento giorni del mandato trumpiano alla Casa Bianca con uno storico come Gian Giacomo Migone significa anche comprendere quali strategie di contenimento del declino americano può permettersi l'amministrazione americana, scoperchiando l'evidenza della dissoluzione del ruolo di gendarme pure nell'ultimo focolaio di tensione che sfrutta il momento di vacanza imperiale per sondare quali sviluppi potrebbe avere lo scontro indo-pakistano sul contenzioso relativo al Kashmir (diviso nelle sue tre componenti etno-religiose) incancrenito nel postcolonialismo del subcontinente indiano. Ne abbiamo parlato con Matteo Miavaldi, con il quale avevamo preconizzato la potenziale esplosione innescata con l'attentato di Pahalgam. Ma anche il dinamismo polacco in materia militare e il conseguente avvicinamento delle due caserme Nato nell'Europa centrorientale: Germania e Polonia sono rivali per il primato militare in Europa e si alleano all'unica potenza nucleare del continente, sfruttando le paure scatenate da una Russia apparentemente aggressiva, anche se non avrebbe interesse a invadere Alessandro Ajres allude a una \"libido\" putiniana in un delirio di espansione imperiale, la paura del quale forse la società polacca ha introiettato in questi anni di destra estrema, alternati a centrodestra, che hanno sviluppato lo sviluppo economico per foraggiare l'industria bellica.\r\n\r\n\r\n\r\nNé India, né Pakistan trovano convenienza in uno scontro frontale ora sulla ottantennale \"questione del Kashmir\", eppure sta avvenendo ed è… esplosiva, nel senso che entrambe sono dotate di armamenti nucleari. L’India ha una preponderanza in ogni arma, ma quando si parla di nucleare e di dispute religioso-nazionaliste tra stati retti da fanatici difficilmente ne esce un vincitore vivo.\r\nCon Matteo Miavaldi percorriamo la china che ha portato a questa situazione pericolosa che ha già prodotto decine di morti dalla strage di Pahalgham del 22 aprile, quando un commando jihadista ha ucciso 26 indiani in Kashmir, evidenziando l’impreparazione dell’intelligence di Dehli e scatenando la reazione unitaria della nazione indiana che due settimane dopo ha prodotto una quarantina di morti con il bombardamento dell’Operazione Sindoor contro il Pakistan, i cui vertici negano ogni responsabilità nell’innesco della spirale. L’escalation muscolare è pari a quella propagandistica, tanto che è difficile accettare e prendere per buone quasi tutte le ricostruzioni che provengono da ciascuno dei contendenti.\r\nLa storia del Jammu-Kashmir è travagliata dal dopoguerra: in comune con le vicende israelo-palestinesi non c’è solo il 1947 come data del vulnus, ma anche lo sfruttamento di ogni periodo in cui la diplomazia internazionale va in panne, permettendo all’apparato militare di risolvere con i suoi metodi le dispute; e forse si può individuare nel 2019 con la revoca dello stato semiautonomo della regione indiana una svolta a cui non si possono ricondurre questi risultati ma fu un avvio di un processo che ne ha consentito il deflagrare del problema in questi termini, perché ha prodotto un cambio nella composizione delle credenze e nella maggiore presenza culturale hindu tra la popolazione delle regioni di confine. Le conseguenze non possono che essere le risposte reciproche più violente dalla creazione del Bangla Desh dal Pakistan Orientale.\r\nE a fronte di un evento di portata così storica le reazioni internazionali o i tentativi di interposizione per arrivare a una pacificazione dell’area sono risibili da parte di tutte le potenze globali, peraltro difficilmente potrebbero venire accettate dai rispettivi nazionalismi dei contendenti. La Cina si è offerte come mediatrice, appalesando un interesse precipuo alla composizione del conflitto, benché sia chiaro che l’interesse di Pechino è il mantenimento del territorio pakistano, storico alleato e indispensabile corridoio per la Belt Road Initiative; facendo da contrappeso all’immediato sostegno di Israele alla rappresaglia indiana, tanto assimilabile alla reazione assassina dell’entità sionista a Gaza.\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/7IBzky3YF9FknUxHEN6yWV?si=bHv964OURDqoJY5k3qRDSA\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/Innesco-e-propaganda-in-Kashmir_Miavaldi.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPer ascoltare i podcast sull'Estremo oriente si trovano qui\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nTusk partecipa ai summit sul destino della guerra con Merz e Macron, a dimostrazione della sua potenza militare che sfida la preminenza europea dei due partner, esaltando il nazionalismo di matrice romantica mai realmente venuto meno al paese, che negli ultimi 2/3 decenni ha raddoppiato il pil e livellato i tassi di povertà delle componenti sociali. Sottoposto questo paesaggio ad Alessandro Ajres, ci ha fatto notare come questo sia potuto accadere in seguito all’alternanza al potere dei rappresentanti della sacca rurale retriva e conservatrice che vota l'estrema destra del PiS e di quelli del centro destra liberal-conservatore che trova i propri consensi nelle metropoli e nei bacini minerari e navali. La matrice militare e reazionaria – sempre meno sfumata in entrambi i campi dalla forza della chiesa cattolica, che ha disperso la potenza data dal fanatismo dei tempi wojtyliani – si fonda su una produzione industriale a basso costo, e l’importanza della posizione geografica, che la pone tra quegli stati europei a ridosso del confine con i territori controllati da Mosca che cavalcano le paure dell’orso russo e le fomentano per spostare capitali statali verso il settore bellico (che drena il 5 per cento del pil ormai da anni).\r\nQuesta situazione pone la Polonia nella condizione di incalzare la potenza militare tedesca e la sua preminenza nel mettere a disposizione territorio e basi missilistiche al sistema di guerra occidentale; e questa spirale le consente inoltre di essere il faro della fazione degli impauriti baltici, inserendosi nella tradizione deel destre nazionaliste dell'Esteuropa. Ed è in questo contesto che diventa interessante vedere come anziché scontrarsi sembra che Polonia e Germania uniscano le loro forze per sostenere una politica europea a loro immagine.\r\nLa Polonia e i suoi fratelli comprende sia le repubbliche baltiche, sia gli altri stati ex sovietici, in cui la recrudescenza antirussa ha prodotto frange sempre più ampie di nostalgie fasciste che impastano un po' tutta la regione di nazionalismi fanatici, più che romantici.\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/gli-assi-di-potere-europei-inglobano-la-polonia--66032024\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/La-Polonia-e-i-suoi-fratelli_Ajres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPer ascoltare gli episodi precedenti relativi alla regione pannonica, balcanica e caucasica si trovano qui\r\n\r\nCon Giangiacomo Migone che fra le altre cose ha insegnato storia dell'America del nord all'università di Torino ,parliamo delle fratture all'interno della società americana e della crisi di egemonia di cui l'elezione di Trump è la conseguenza. Trump si è rivolto ad un altro elettorato ,la parte dei bianchi americani impoveriti dalla globalizzazione che ha mangiato i posti di lavoro che sono stati delocalizzati altrove .Trump prende atto che gli USA nonostante la potenza militare non sono più l'egemone e la sua visione incarna la nostalgia della grandezza americana che vorrebbe far rivivere nonostante la concorrenza della Cina che ha invece una percezione multipolare del mondo.\r\nNonostante la torsione autoritaria che è incarnata dalla politica trumpiana ci sono delle resistenze all'interno del tessuto sociale americano che si manifestano nelle università ,nell'opposizione dei tribunali ai decreti del presidente che non considera i contrappesi istituzionali e si concretizzano anche nelle affollate piazze che stanno seguendo il tour contro l'oligarchia del senatore \u003Cmark>Sanders\u003C/mark> e di Alexandra Ocasio Cortez. 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Existenz ist ein Traum den man nicht zu sehr beleuchten darf (VA - Blurred CS, Grisaille, 2022)\r\nTHE RED KRAYOLA - war sucks/free form n4\r\nMILLION BRAZILIANS - Traversing the Violet Skies\r\nAK' CHAMEL, THE GIVER OF ILLNESS - Dark Hat\r\nGONZO - São João XXX\r\nDON ZILLA - Full Moon\r\nDikoboda sombe (Hut Song) (Aka Pygmy Music - 1971 - Central African Republic)\r\nTALPAH & CIRO VITIELLO - Save rRoom \r\nVA - A Collective Memoir - Porto Franco (Urvakan, 2022)\r\nGONZALO CARDOSO - Two Hornbill's on a Dollar Bill / Impressões De Outra Ilha (Recordings From Borneo Island, Malaysia)\r\nYING SHUI DI JIANG- 英水帝江 (VA - Kāthā (ST๐๐๕)\r\nMusique Du Indienne Du Rajastan, Painted Ballads - Diwali\r\nLICHENS- The Psychic Nature of Being (Kranky) - Kirlian Auras\r\nFAHMI MURSYD- Sunda Bamboo (VA - Kāthā (ST๐๐๕)\r\nMEMOTONE - Four Tales - The Brownie of the Black Haggs\r\nPAVEL MILIAKOV & BENDIK GISKE - Untitled 4\r\nFLOATING POINTS, PHAROAH SANDERS, LONDON SYMPHONY ORCHESTRA - Movement 3\r\nJOLIE HOLLAND - Demon Lover Improv\r\nLUCRECIA DALT - Inframince\r\nSAINT ABDULLAH - The Birds Discuss The Journey (ft. John Butcher)\r\nNIC FORD - Cyberd\r\nSUNBURNED HAND OF THE MAN – A.\r\nTONY CONRAD - Ten Years Alive on the Infinite Plain\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n ","1 Aprile 2022","2022-04-01 18:16:02","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/avatars-Ss1ArEPplxOZd4I3-1KyqrA-t240x240-200x110.jpeg","QUEL CHE RESTA DELLA NOTTE / 27-03-2022",1648807648,[321,345],[251,253],{"post_content":370},{"matched_tokens":371,"snippet":373,"value":374},[372],"SANDERS","Untitled 4\r\nFLOATING POINTS, PHAROAH \u003Cmark>SANDERS\u003C/mark>, LONDON SYMPHONY ORCHESTRA - Movement 3\r","Prima dose a cura di LUMA & WALTER\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/2022_03_27_QCRDN_1.mp3\"][/audio]\r\n\r\ndownload\r\n\r\n \r\nseconda dose in versione mixtape\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/QCRDN_27_03_22_mixtape.mp3\"][/audio]\r\n\r\ndownload\r\nDRNTTCKS - Existenz ist ein Traum den man nicht zu sehr beleuchten darf (VA - Blurred CS, Grisaille, 2022)\r\nTHE RED KRAYOLA - war sucks/free form n4\r\nMILLION BRAZILIANS - Traversing the Violet Skies\r\nAK' CHAMEL, THE GIVER OF ILLNESS - Dark Hat\r\nGONZO - São João XXX\r\nDON ZILLA - Full Moon\r\nDikoboda sombe (Hut Song) (Aka Pygmy Music - 1971 - Central African Republic)\r\nTALPAH & CIRO VITIELLO - Save rRoom \r\nVA - A Collective Memoir - Porto Franco (Urvakan, 2022)\r\nGONZALO CARDOSO - Two Hornbill's on a Dollar Bill / Impressões De Outra Ilha (Recordings From Borneo Island, Malaysia)\r\nYING SHUI DI JIANG- 英水帝江 (VA - Kāthā (ST๐๐๕)\r\nMusique Du Indienne Du Rajastan, Painted Ballads - Diwali\r\nLICHENS- The Psychic Nature of Being (Kranky) - Kirlian Auras\r\nFAHMI MURSYD- Sunda Bamboo (VA - Kāthā (ST๐๐๕)\r\nMEMOTONE - Four Tales - The Brownie of the Black Haggs\r\nPAVEL MILIAKOV & BENDIK GISKE - Untitled 4\r\nFLOATING POINTS, PHAROAH \u003Cmark>SANDERS\u003C/mark>, LONDON SYMPHONY ORCHESTRA - Movement 3\r\nJOLIE HOLLAND - Demon Lover Improv\r\nLUCRECIA DALT - Inframince\r\nSAINT ABDULLAH - The Birds Discuss The Journey (ft. 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