","CHI LAVORA NON MANGIA ,I SALARIATI S'IMPOVERISCONO MENTRE CRESCONO LE DISUGUAGLIANZE.","post",1729528475,[57,58,59],"http://radioblackout.org/tag/finanziaria/","http://radioblackout.org/tag/salari/","http://radioblackout.org/tag/working-poor/",[61,62,63],"FINANZIARIA","salari","WORKING POOR",{"post_content":65},{"matched_tokens":66,"snippet":68,"value":69},[67],"sub","produzione industriale italiana in quanto \u003Cmark>sub\u003C/mark> fornitrice della catena del valore","Cerchiamo di comprendere il contesto economico in cui s'inserisce la finanziaria annunciata dal governo con l'economista Andrea Fumagalli . La Bce seppur in ritardo rispetto alla Federal Reserve comincia a limare i tassi in considerazione degli scenari recessivi in Europa in particolare in Germania dove la fede assoluta nel Schwarze Null, dello zero spaccato nei conti del deficit pubblico sta crollando e s’invoca nuovo debito . C’è stata la riforma del patto di stabilità che impone un piano di aggiustamento prolungato che prefigura sette anni di tagli da 12 miliardi l'anno con il debito pubblico che ormai sfiora i 3000 miliardi. Il quadro recessivo tedesco impatta sulla produzione industriale italiana in quanto \u003Cmark>sub\u003C/mark> fornitrice della catena del valore tedesco e le politiche restrittive di austerità perseguite finora hanno accentuato la precarietà colpendo i redditi da lavoro. Ormai i lavoratori poveri sono diventati un dato strutturale in una economia che ormai si avvia verso una deindustrializzazione di fatto che ha lasciato il campo ad un terziario arretrato sostanzialmente improduttivo che non genera né crescita né occupazione. Il settore produttivo manifatturiero ,storicamente di limitate dimensioni e a conduzione familiare , finora sostenuto dagli incentivi non innova perchè si fonda sulla compressione del costo del lavoro e congiuntamente con la crisi della contrattazione genera salari da miseria .\r\n\r\n\r\nAscolta la conversazione con Andrea Fumagalli.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/INFO-21102024-FUMAGALLI.mp3\"][/audio]",[71],{"field":72,"matched_tokens":73,"snippet":68,"value":69},"post_content",[67],578730123365187700,{"best_field_score":76,"best_field_weight":77,"fields_matched":11,"num_tokens_dropped":78,"score":79,"tokens_matched":11,"typo_prefix_score":43},"1108091338752",14,2,"578730123365187697",{"document":81,"highlight":101,"highlights":106,"text_match":74,"text_match_info":109},{"cat_link":82,"category":83,"comment_count":43,"id":84,"is_sticky":43,"permalink":85,"post_author":46,"post_content":86,"post_date":87,"post_excerpt":88,"post_id":84,"post_modified":89,"post_thumbnail":90,"post_thumbnail_html":91,"post_title":92,"post_type":54,"sort_by_date":93,"tag_links":94,"tags":98},[40],[42],"92410","http://radioblackout.org/2024/10/i-treni-si-fermano-ma-non-e-colpa-dei-chiodi-e-il-mercato-bellezza/","ll blocco dei treni alla stazione di Termini e i conseguenti ritardi su quasi tutte le linee dell’alta velocità dello scorso 2 ottobre è stato causato da una serie di errori e guasti che hanno coinvolto la rete elettrica delle stazioni. Mercoledì il ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha dato la colpa a un operaio di un’azienda di manutenzione che ha piantato un chiodo in una canalina in cui passavano cavi elettrici, la colpa però non è solo di un chiodo piazzato nel punto sbagliato: oltre a quell’errore ci sono stati altri guasti alla rete elettrica, soprattutto al sistema di sicurezza che dovrebbe garantire l’elettricità quando c’è un calo di tensione o un blocco della linea principale.\r\nL'unico chiodo pericoloso che si vede è quello per le grandi opere con il quale Salvini sta martellando l'opinione pubblica italiana, sulle quali è pronto a investire risorse che evidentemente dovrebbero essere indirizzate verso i reali bisogni dei viaggiatori italiani e dei lavoratori delle ferrovie, mentre un sistema aberrante di sub appalti nega la sicurezza ai lavoratori che si occupano della manuntezioni ,come dimostrato a Brandizzo ma anche tre giorni fa con la morte di un operaio sulla linea Bologna Venezia .\r\nLa logica privatistica al massimo ribasso degli appalti, dei subappalti e dei sub-subappalti, adottata da RFI, ha inciso pesantemente sulle condizioni di lavoro nel settore, con orari notturni insopportabili e tempi di riposo costantemente erosi dalle pretese produttive delle imprese appaltatrici.\r\nNe parliamo con un rappresentante dell'Assemblea Nazionale Lavoratori Manutenzione Rfi\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/INFO-071024-RFI.mp3\"][/audio]","7 Ottobre 2024","ALTRO CHE CHIODI ,SFRUTTAMENTO E SUBAPPALTI IN RFI. ","2024-10-07 16:48:36","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/INFO-071024-MANUTENTORI-RFI-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"168\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/INFO-071024-MANUTENTORI-RFI-300x168.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/INFO-071024-MANUTENTORI-RFI-300x168.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/INFO-071024-MANUTENTORI-RFI.jpg 474w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","I TRENI SI FERMANO MA NON E' COLPA DEI CHIODI E' IL MERCATO BELLEZZA !",1728319716,[95,96,97],"http://radioblackout.org/tag/appalti/","http://radioblackout.org/tag/ferrovie/","http://radioblackout.org/tag/incidenti-sul-lavoro/",[99,100,24],"appalti","ferrovie",{"post_content":102},{"matched_tokens":103,"snippet":104,"value":105},[67],"mentre un sistema aberrante di \u003Cmark>sub\u003C/mark> appalti nega la sicurezza ai ","ll blocco dei treni alla stazione di Termini e i conseguenti ritardi su quasi tutte le linee dell’alta velocità dello scorso 2 ottobre è stato causato da una serie di errori e guasti che hanno coinvolto la rete elettrica delle stazioni. 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Guerri, postfazione a \"La pace\" di Ernst Jünger)\r\n\r\nA partire da questa premessa, la sottrazione, l'indubordinazione, la diserzione si stagliano come gesti di interruzione di questa disponibilità alla mobilitazione totale, la forza individuale che rifiuta di essere incanalata nella corrente dell'energia bellica.\r\n\r\nVale la pena in proposito ricordare un importante episodio per la storia di Torino. Lo scoppio della prima guerra mondiale e la presenza della grande industria fecero della città la prima grande città industriale italiana e, quindi, la fucina e l’arsenale della guerra, ciò che ha molta risonanza con il presente, in cui Torino è uno snodo centrale per il comparto militare-industriale-scientifico dell'areospazio, dell'intelligenza artificiale, del nucleare. Ebbene, \"il mancato rifornimento di farina del 22 agosto 1917 fu il varco attraverso il quale le dimostrazioni per il pane si tramutarono in moti antimilitaristi che durarono circa una settimana. Il 23 agosto gli scontri si fecero più violenti. In vari punti della città, i rivoltosi si fronteggiarono con le forze di polizia e dell’esercito. I teatri degli scontri più aspri e violenti furono Borgo San Paolo, la Barriera di Nizza e la Barriera di Milano (quartiere in cui vi era una fortissima presenza di anarchici, tra cui Maurizio Garino, Italo Garinei e Pietro Ferrero). Le rotaie dei tram vennero divelte, furono erette barricate in diversi punti della città e molti negozi vennero saccheggiati. In Barriera di Milano, un gruppo di anarchici costituì un centro organizzativo della sommossa. Alla fine della giornata si contarono 7 dimostranti uccisi dalle forze dell’ordine, 37 feriti e 200 arrestati. Da martedì 28 agosto furono sedate le rivolte e le autorità poterono annunciare che «l’ordine regnava a Torino»\".\r\n\r\nDurante i giorni della rivolta, la folla cantava un ritornello che poi divenne famoso:\r\n«Prendi il fucile e gettalo (giù) per terra,\r\nvogliam la pace, vogliam la pace, vogliam la pace, mai vogliam la guerra!».\r\nOggi, tra i milioni di scappati all’estero per evitare il servizio di leva, i renitenti, i disertori, lo Stato ucraino è a corto di uomini da mandare al macello, una realtà che Zelensky, la NATO e lorsignori cercano di tacitare. Privi del senso della patria, soldati e coscritti, giovani e vecchi, sembra che altro non stiano pensando che alla fuga. Si moltiplicano i disperati tentativi governamentali di punire i disertore e arruolare nuove reclute, anche tramite l'ausilio della digitalizzazione della pubblica amministrazione, come dimostra l'interazione tra il registro \"Oberig\" e altri registri del Dipartimento della Difesa. La caccia all'imboscato ucraino è in atto anche alle nostre latitudini. Tuttavia le tattiche di fuga e sottrazione individuale si moltiplicano, anche tramite la costruzione di organizzazioni informali.\r\nE' l'occasione per parlarne con una compagna che sta seguendo approfonditamente la situazione. Per la diserzione, sempre e dovunque la diserzione contro questa guerra demenziale e terroristica.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/diserzioneucraina.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","13 Maggio 2024","","2024-07-26 13:24:28","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/25_8_1917_rivoltaB-200x110.gif","\u003Cimg width=\"300\" height=\"220\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/25_8_1917_rivoltaB-300x220.gif\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/25_8_1917_rivoltaB-300x220.gif 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/25_8_1917_rivoltaB-768x562.gif 768w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","\"Prendi il fucile e gettalo (giù) per terra\". 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Una delegazione di lavoratrici e sindacalisti è stata ricevuta dai rappresentanti di Helios, che hanno rifiutato ogni confronto ed hanno annunciato l’invio di contestazioni alle lavoratrici lasciate a casa senza stipendio o emarginate per le loro lotte. Le lettere sono arrivate pochi giorni dopo. Nel frattempo Jakala ha fissato un incontro con le lavoratrici di Helios per la prossima settimana. Le lavoratrici sono decise a non mollare.\r\nLa vicenda Jakala è peraltro emblematica della condizione lavorativa di settori sempre più ampi di lavoratori e lavoratrici, costretti alla precarietà, all’assenza di tutele e garanzie, a salari da fame, in un sistema di appalti e subappalti, che di fatto sono la forma del caporalato del terzo millennio.\r\nCe ne ha parlato Stefano Capello della Flaica Cub\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/2021-03-23-jakala-capello.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nLa coop Helios è un'azienda che lavora nel campo del confezionamento in subappalto per un'altra cooperativa, la Santa Maria, che, a sua volta, lavora per Jakala, un marchio importante in questo paese con un fatturato di 135 milioni di euro.\r\nLa Jakala ha dei capannoni a Nichelino dove lavorano le dipendenti della Helios e della Santa Maria. Le lavoratrici confezionano merci che vengono poi spedite in tutta Italia.\r\nIl clima nell’azienda è pesantissimo: le addette al confezionamento sono inquadrate al livello più basso del CCNL Multiservizi, uno tra i peggiori dei molti contratti presenti in Italia. Le lavoratrici vengono pagate a giornata e quando vengono sospese non ricevono alcuna retribuzione. Essere sospese non è molto difficile, basta una parola di troppo, una richiesta, una lamentela. Cosi è successo ad una lavoratrice che prima è stata sospesa senza stipendio, poi trasferita a 35 chilometri di distanza per dovendosi occupare da sola del figlio di 6 anni. La stessa sorte poteva toccare ad un’altra lavoratrice che per paura di ripercussioni non ha denunciato un infortunio dovuto al sollevamento di carichi pesanti. Ora ha un’ernia fuori posto e l’ansia di dover rientrare a lavorare.\r\nAll’inizio di marzo le lavoratrici hanno manifestato per rivendicare condizioni di lavoro dignitose e salari accettabili: la FLAICA CUB Torino ha avviato una vertenza legale: “Non abbiamo nessuna intenzione di lasciare sole queste lavoratrici sottoposte al ricatto di dover scegliere tra la propria vita e il lavoro”.\r\n\r\nJakala che ha risposto con una nota: “In merito a quanto verificatosi davanti al capannone di Jakala SpA a Nichelino, riteniamo doverose alcune precisazioni. Ci preme anzitutto esprimere rammarico per l’accaduto ed evidenziare che Jakala SpA non era in alcun modo a conoscenza di quanto dichiarato durante la protesta ed è del tutto estranea ai rapporti lavorativi che fanno capo alla Cooperativa Helios, verso la quale è stato rivolto lo sciopero. Tale cooperativa opera nel magazzino a Nichelino in qualità di sub – fornitore di un’altra Cooperativa , con la quale la nostra società intrattiene un rapporto contrattuale diretto. In qualità di committente, Jakala SpA non può interferire nei rapporti di lavoro tra fornitori/sub – fornitori ed i dipendenti di questi, se non nei limiti disposti dalla legge e dagli accordi contrattuali . Come ogni altro fornitore con il qual e Jakala SpA ha rapporti, la Cooperativa Helios è tenuta ad uniformarsi ai principi etici da noi applicati e rispetto ai quali pretendiamo totale aderenza. Ci impegniamo pertanto ad approfondire quanto accaduto, in un’ottica di vicinanza e collaborazione con tutte le persone che a vario titolo collaborano con la nostra realtà”.\r\nL’ipocrisia di chi lascia il lavoro sporco alle cooperative/ombra che si occupano di reclutare manodopera flessibile e ricattabile ed a gestire gli eventuali conflitti.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Martina, lavoratrice della cooperativa Helios, lasciata a casa senza stipendio da dicembre\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/2021-03-16-martina-diiakala.mp3\"][/audio]","23 Marzo 2021","2021-03-23 16:11:57","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/jakala-1280x640-1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"150\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/jakala-1280x640-1-300x150.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/jakala-1280x640-1-300x150.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/jakala-1280x640-1-1024x512.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/jakala-1280x640-1-768x384.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/jakala-1280x640-1.jpg 1280w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Le ragazze della Jakala non mollano",1616510741,[157,158,159,160,161],"http://radioblackout.org/tag/appalti-e-subappalti/","http://radioblackout.org/tag/cooperativa-helios/","http://radioblackout.org/tag/cooperativa-santa-maria/","http://radioblackout.org/tag/jakala/","http://radioblackout.org/tag/lotta-delle-lavoratrici/",[22,20,30,14,26],{"post_content":164},{"matched_tokens":165,"snippet":166,"value":167},[67],"a Nichelino in qualità di \u003Cmark>sub\u003C/mark> – fornitore di un’altra Cooperativa , con","Aggiornamento al 23 marzo\r\n\r\n\r\nProsegue la lotta delle lavoratrici della cooperativa Helios, che lavora nei magazzini Jakala di Nichelino, con sui ha un contratto in subappalto.\r\nMartedì scorso c’è stato un folto presidio di fronte alla sede della cooperativa Helios in piazza Derna 227. 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Le lavoratrici confezionano merci che vengono poi spedite in tutta Italia.\r\nIl clima nell’azienda è pesantissimo: le addette al confezionamento sono inquadrate al livello più basso del CCNL Multiservizi, uno tra i peggiori dei molti contratti presenti in Italia. Le lavoratrici vengono pagate a giornata e quando vengono sospese non ricevono alcuna retribuzione. Essere sospese non è molto difficile, basta una parola di troppo, una richiesta, una lamentela. Cosi è successo ad una lavoratrice che prima è stata sospesa senza stipendio, poi trasferita a 35 chilometri di distanza per dovendosi occupare da sola del figlio di 6 anni. La stessa sorte poteva toccare ad un’altra lavoratrice che per paura di ripercussioni non ha denunciato un infortunio dovuto al sollevamento di carichi pesanti. 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Tale cooperativa opera nel magazzino a Nichelino in qualità di \u003Cmark>sub\u003C/mark> – fornitore di un’altra Cooperativa , con la quale la nostra società intrattiene un rapporto contrattuale diretto. In qualità di committente, Jakala SpA non può interferire nei rapporti di lavoro tra fornitori/sub – fornitori ed i dipendenti di questi, se non nei limiti disposti dalla legge e dagli accordi contrattuali . Come ogni altro fornitore con il qual e Jakala SpA ha rapporti, la Cooperativa Helios è tenuta ad uniformarsi ai principi etici da noi applicati e rispetto ai quali pretendiamo totale aderenza. Ci impegniamo pertanto ad approfondire quanto accaduto, in un’ottica di vicinanza e collaborazione con tutte le persone che a vario titolo collaborano con la nostra realtà”.\r\nL’ipocrisia di chi lascia il lavoro sporco alle cooperative/ombra che si occupano di reclutare manodopera flessibile e ricattabile ed a gestire gli eventuali conflitti.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Martina, lavoratrice della cooperativa Helios, lasciata a casa senza stipendio da dicembre\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/2021-03-16-martina-diiakala.mp3\"][/audio]",[169],{"field":72,"matched_tokens":170,"snippet":166,"value":167},[67],{"best_field_score":76,"best_field_weight":77,"fields_matched":11,"num_tokens_dropped":78,"score":79,"tokens_matched":11,"typo_prefix_score":43},{"document":173,"highlight":194,"highlights":199,"text_match":74,"text_match_info":202},{"cat_link":174,"category":175,"comment_count":43,"id":176,"is_sticky":43,"permalink":177,"post_author":46,"post_content":178,"post_date":179,"post_excerpt":180,"post_id":176,"post_modified":181,"post_thumbnail":182,"post_thumbnail_html":183,"post_title":184,"post_type":54,"sort_by_date":185,"tag_links":186,"tags":192},[40],[42],"8979","http://radioblackout.org/2012/06/tumori-di-classe-il-cancro-della-poverta/","Circa due milioni di nuovi casi di cancro sono provocati ogni anno da infezioni, prevenibili e curabili. Ben l’80% si registrano nelle zone più povere del mondo. È il bilancio contenuto in uno studio pubblicato su The Lancet Oncology dai ricercatori della International Agency for Research on Cancer che ha elaborato i dati statistici sull’incidenza dei tumori per 27 forme di malattia in 184 Paesi nel 2008: 7,5 milioni di decessi, dei quali 1,5 milioni sono stati causati da infezioni. “Le infezioni da virus, batteri e parassiti sono una delle cause maggiori, ma anche prevenibili di cancro in tutto il mondo. Pensiamo al papillomavirus umano (Hpv), all’Helicobacter pylori e ai virus dell’epatite B (Hbv) e C (Hcv) - dicono i ricercatori -, che insieme sono responsabili di oltre 1,9 milioni di nuovi casi di tumore del collo dell’utero, gastrico e del fegato”.\r\n\r\nL’analisi statistica globale ha anche permesso di elaborare una vera “mappa\" delle infezioni e dei tumori a livello globale, facendo scoprire che se nel 2008 il 16% di tutte le neoplasie era correlato con infezioni, nei Paesi in via di sviluppo questa percentuale è pari al 23%, rispetto al 7,4% della parte del mondo più industrializzata.\r\n\r\nSiamo di fronte ad una strage evitabile. Nei paesi più poveri e, in particolare, nell’Africa sub sahariana, il costo dei vaccini è esorbitante, ed è pressoché impossibile produrre in loco.\r\nLe multinazionali del farmaco controllano i brevetti e determinano il prezzo, nonostante contribuiscano in maniera irrisoria alla ricerca.\r\nIn Africa l’aspettativa di vita è di 40 anni. La pressione biologica è tra le ragioni non secondarie di movimenti migratori inarrestabili, poiché la posta in gioco è la vita stessa.\r\n\r\nNe abbiamo discusso con Ennio Carbone, immunologo e docente all’Università di Catanzaro.\r\n\r\nAscolta l’intervista: [audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/06/Ennio-Carbone-Università-di-Catanzaro-31-05.mp3\"]\r\n\r\nScarica il file","5 Giugno 2012","Circa due milioni di nuovi casi di cancro sono provocati ogni anno da infezioni, prevenibili e curabili. Ben l’80% si registrano nelle zone più povere del mondo. 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Salvatore Paolo De Rosa, ricercatore indipendente e da anni attento osservatore del sistema economico di gestione dei rifiuti, spiega come e perché la gigantesca produzione di rifiuti civili e industriali abbia accompagnato passo passo il dispiegarsi delle relazioni di potere e di classe del capitalismo industriale, e come il suo apogeo sia raggiunto oggi nell’autentico “colonialismo tossico” dominante il mondo che abbiamo di fronte, ove i Paesi “avanzati”, nei quali la green econonomy alligna su una “nuova coscienza ecologica”, destinano i loro “avanzi” – un carico, per loro stessa definizione insostenibile, di rifiuti d’ogni tipo – ad ampie zone “arretrate” del mondo che fungono da loro discariche.\r\n\r\nIn questo quadro, è alquanto singolare che, nel Nord come nel Centro Italia, all’ormai secolare sistema, divenuto troppo costoso, delle “terre dei fuochi” si opponga un alternativo ma ben sperimentato “sistema a roghi diffusi”, accesi in appositi e temporary “capannoni da rogo” usa-e-getta: esso è sì il velenoso lascito di quella stessa economia che ha nel capannone l’orrido luogo d’esercizio della sua tirannide e che da sempre si è votata a far affogare i viventi nella merda del suo imperituro disfacimento, ma ora essa cerca di ottimizzare i costi di cotanta brutale expertise inventando e facendo proliferare piccoli temporary Sud nei capannoni assurti a perfette “scene del crimine ecologico”.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Rifiuti-tossici-Sud-Italia_32.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nLunedì 22 ore 21 - Psychotronic radio vol.4 29 minuti [Radio blackout]:\r\n\r\nUn gorgo radiofonico di melma auricolare bizzarra e straziante fatta di b-movies z-movies musiche degenerate vhs a noleggio e pellicole infuocate!!\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/Psychotronic-Radio-vol.4_30.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 23 ore 12:30 - Tutta colpa dei padrondi? 6 8 minuti [Marcello Pini e Federico Bosis]:\r\n\r\nLo Statuto dei Lavoratori è la legge che stabilisce per tutti e tutte la libertà di aderire ad un sindacato. 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Se smettessimo di proiettare le nostre istanze politiche su un passato di migliaia e migliaia di anni? Se studiassimo i reperti archeologici con sguardo libero e non con i prosciutti liberali sugli occhi? 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Infatti, il corteo che esce dalla fabbrica e si dirige alla sede del sindacato in piazza Statuto sfocia nello scontro molto violento con le unità speciali di polizia chiamate per l’occasione: le unità del battaglione di Padova. In risposta a questa violenta repressione della piazza ne conseguono 3 giorni di scontri, in cui il tema di fabbrica sembra passare in secondo piano rispetto ad una sempre più emergente rabbia popolare che straborda dai rioni e dalle periferie della città, ma che poi donerà negli anni a venire la sua decisiva impronta sul movimento operaio tutto. Dal libro di Lanzardo emerge un quadro contraddittorio dato dalle interviste dei protagonisti, operai e semplici cittadini accorsi nei tre giorni di scontri a sostegno della protesta, e dato dai quotidiani, dalle dichiarazioni dei sindacalisti e politici e osservatori esterni: un quadro che fa emergere le diverse posizioni e anche le manipolazioni delle informazioni.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Rivolta-di-P.za-Statuto-1962FritturaMista19072022_135.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 27 ore 9:30 - Do you remember revolution? pt. 2 29 minuti [Radio blackout]:\r\n\r\nRivisitazione Radiofonica del documentario di Loredana Bianconi del 1997\r\n“Do You Remember Revolution”\r\n\r\nBarbara Balzerani, Adriana Faranda, Nadia Mantovani, Susanna Ronconi, avevano vent’anni quando decisero di unirsi alla lotta armata e di lasciare alle spalle la vita sociale e la famiglia per fare della rivoluzione il centro e lo scopo della loro esistenza.\r\nPrendono qui parola, dopo lunghi anni di carcerazione, per raccontare e raccontarsi, partendo da dove tutto ha avuto inizio, interrogando e indagando responsabilità, torti e ragioni dell’ultimo grande conflitto sociale nella storia di questo Paese.\r\n\r\nDedicato alla Memoria di Barbara Balzerani (1949-2024)\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Do-you-remember-revolution-pt.2_30.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 28 ore 9:30 - Audiodocumentario Saharawi pt.3 26 minuti [Tullio Togni]:\r\n\r\nTullio Togni, giornalista freelance, ha realizzato tre audio-doc sui Saharawi, frutto di diversi viaggi nel Sahara Occidentale, con le testimonianze dirette di lavoratori, sindacalisti, attivisti (nella zona occupata dal Marocco) e di profughi (nei campi in Algeria).\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Audiodocumentario-Saharawi_3Tullio-Togni_25.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","21 Luglio 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2013. Come cani zombie affamati di luce riemergono dalla fetida discarica del noise di Ann Arbor, Michigan, i Wolf Eyes, paladini negli anni 90 della peggiore bedroom music americana, farmacisti di una ricetta avvelenata a base di furore noise e manipolazioni estreme della materia industriale. A far da contraltare ad una carriera che nessuno gli avrebbe mai augurato, Aaron Dilloway e John Olson sono stati a modo loro degli eroi (anche solo per il fatto di essere ancora vivi). Avere lasciato un segno così profondo nella music culture più antagonista è il loro primo pregio, seppure spesso offuscato da una creatività ipertrofica al servizio di produzioni vicine alla merda più assoluta. Schizzi, botti, clangori. Era il noise fm più trucido, quello per intenderci di pervertiti come Nautical Almanac, Hair Police (del fuggiasco Connelly), Haters, Vegas Martyrs, Kevin Drumm e compagnia infestante che sono riusciti dio solo sa come a far uscire da una cantina del michigan e traghettare addirittura su sub pop. Dopo un silenzio di qualche anno (e diversi viaggi di Dilloway in Oriente...)tornano con un disco a fuoco lento, che brucia su onde corte e spinge un certo tribalismo da droghe sintetiche. Sono lontani i furori della Hanson Records di metà anni 2000 (chi ci è stato sa cosa sto dicendo...) ma sono anche lontani i tempi della blank generation noise di Olson e Dilloway. Che Aaron si sia bruciato completamente non c'è dubbio, non serve neppure l'antidoping; però No Answer: Lower Floors è un disco che fa paura per quel gusto di reunion tra ex serial killer ora dediti ai lavori socialmente utili. Se il noise doveva marcire, si è imputridito a dovere e che gli infedeli dicano pure che è solo rumore... Dall'altra parte d'america dire noise a metà anni 90 voleva dire Pisspounder. La scena losangelina era decisamente più punk, meno legata all'estetica del rumore puro. Dalla compilation fondamentale su DeathBomb Arc uscirono i Foot Village, strana miscela di urla barbariche e percussioni spappolate, nell'estetica di un barbonesimo musicale da tribù dei piedi neri. Una specie di avanposto punk in terra di mezzo, classico scenario rulotte abbandonate, cavalcavia, sporcizia. Ebbene, da quella vergognosa apparizione è passato parecchio tempo e il 2013 è tempo di riscoperta anche per Foot Village. Complicità assicurata anche dall'ottima Northern Spy una vera e propria antenna radar dei segnali che provengono dall'infimo sottosuolo d'America (vedi anche il magnifico disco dei Neptune dell'anno scorso) . E il cerchio si chiude, come a dire che le cose buone in cantina...migliorano invecchiando...","28 Maggio 2013","2021-10-29 16:06:24","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/05/MICHIGANNOISE-200x110.jpg","Haters: invecchiamenti noise",1369745780,[],[],{"post_content":772},{"matched_tokens":773,"snippet":774,"value":775},[67,696],"michigan e traghettare addirittura su \u003Cmark>sub\u003C/mark> \u003Cmark>pop\u003C/mark>. Dopo un silenzio di qualche","Interessante 2013. Come cani zombie affamati di luce riemergono dalla fetida discarica del noise di Ann Arbor, Michigan, i Wolf Eyes, paladini negli anni 90 della peggiore bedroom music americana, farmacisti di una ricetta avvelenata a base di furore noise e manipolazioni estreme della materia industriale. A far da contraltare ad una carriera che nessuno gli avrebbe mai augurato, Aaron Dilloway e John Olson sono stati a modo loro degli eroi (anche solo per il fatto di essere ancora vivi). Avere lasciato un segno così profondo nella music culture più antagonista è il loro primo pregio, seppure spesso offuscato da una creatività ipertrofica al servizio di produzioni vicine alla merda più assoluta. Schizzi, botti, clangori. Era il noise fm più trucido, quello per intenderci di pervertiti come Nautical Almanac, Hair Police (del fuggiasco Connelly), Haters, Vegas Martyrs, Kevin Drumm e compagnia infestante che sono riusciti dio solo sa come a far uscire da una cantina del michigan e traghettare addirittura su \u003Cmark>sub\u003C/mark> \u003Cmark>pop\u003C/mark>. Dopo un silenzio di qualche anno (e diversi viaggi di Dilloway in Oriente...)tornano con un disco a fuoco lento, che brucia su onde corte e spinge un certo tribalismo da droghe sintetiche. Sono lontani i furori della Hanson \u003Cmark>Records\u003C/mark> di metà anni 2000 (chi ci è stato sa cosa sto dicendo...) ma sono anche lontani i tempi della blank generation noise di Olson e Dilloway. Che Aaron si sia bruciato completamente non c'è dubbio, non serve neppure l'antidoping; però No Answer: Lower Floors è un disco che fa paura per quel gusto di reunion tra ex serial killer ora dediti ai lavori socialmente utili. Se il noise doveva marcire, si è imputridito a dovere e che gli infedeli dicano pure che è solo rumore... Dall'altra parte d'america dire noise a metà anni 90 voleva dire Pisspounder. La scena losangelina era decisamente più punk, meno legata all'estetica del rumore puro. Dalla compilation fondamentale su DeathBomb Arc uscirono i Foot Village, strana miscela di urla barbariche e percussioni spappolate, nell'estetica di un barbonesimo musicale da tribù dei piedi neri. Una specie di avanposto punk in terra di mezzo, classico scenario rulotte abbandonate, cavalcavia, sporcizia. Ebbene, da quella vergognosa apparizione è passato parecchio tempo e il 2013 è tempo di riscoperta anche per Foot Village. Complicità assicurata anche dall'ottima Northern Spy una vera e propria antenna radar dei segnali che provengono dall'infimo sottosuolo d'America (vedi anche il magnifico disco dei Neptune dell'anno scorso) . E il cerchio si chiude, come a dire che le cose buone in cantina...migliorano invecchiando...",[777],{"field":72,"matched_tokens":778,"snippet":774,"value":775},[67,696],1733921019837546500,{"best_field_score":781,"best_field_weight":77,"fields_matched":11,"num_tokens_dropped":43,"score":782,"tokens_matched":756,"typo_prefix_score":43},"2216192835584","1733921019837546609",6700,{"collection_name":251,"first_q":205,"per_page":206,"q":205},{"title":786,"slug":787},"Bobina","bobina-intelligente",["Reactive",789],{},["Set"],["ShallowReactive",792],{"$f_gHogzgsXwyL7KBO1jhzKvSrPuXuDt76udnDdqtTLrs":-1,"$faF2crnbY3jNXEnBFJjfnwiSiOrCc0Apdx0hwcsFrwbI":-1},true,"/search?query=Sub+pop+records"]