","Gruppo Wagner: dalla Siria di Assad alla battaglia per Bakhmut","post",1679057733,[54,55,56,57,58],"http://radioblackout.org/tag/azom/","http://radioblackout.org/tag/bakhmut/","http://radioblackout.org/tag/crosetto/","http://radioblackout.org/tag/ucraina/","http://radioblackout.org/tag/wagner/",[18,22,24,15,20],{"post_content":61,"post_title":66,"tags":69},{"matched_tokens":62,"snippet":64,"value":65},[63],"Bakhmut","nella conquista dell'acciaieria Azom, a \u003Cmark>Bakhmut\u003C/mark>, come riportato da tutte le","«Mi sembra che ormai si possa affermare che l’aumento esponenziale del fenomeno migratorio che parte dalle coste africane sia anche, in misura non indifferente, parte di una strategia chiara di guerra ibrida che la divisione Wagner, mercenari al soldo della Russia, sta attuando, utilizzando il suo peso rilevante in alcuni Paesi Africani»\r\nCon queste parole del ministro della Difesa Crosetto il gruppo Wagner è entrato nel dibatitto italiano sulla gestione dei flussi migratori. Affermazione poi ripresa anche dalla premier Meloni e dal ministro degli Esteri Tajani, che ha rincarato: «La Wagner ha un ruolo diretto nella destabilizzazione della Libia, e non hanno paura di nessuno: in Ucraina stanno combattendo rivaleggiando con il ministero della Difesa regolare, sono in contrasto con i capi militari di Putin, e anche questo è sotto gli occhi di tutti».\r\n\r\nIl ministro ha terminato dicendo che «tutta la situazione è complicata». Questa sembra essere l'unica certezza del governo, anche perchè le dichiarazioni precedenti vengono smentite dalla Relazione annuale sulla politica dell’informazione per la sicurezza, trasmessa alle Camere lo scorso 28 febbraio, in cui si legge che i fattori della pressione migratoria dall’Africa sono “l’instabilità politica, i conflitti armati, i cambiamenti climatici estremi e la forte spinta demografica”, nonché “gli effetti avversi della pandemia e, più recentemente, del conflitto russo-ucraino sull’economia di molti Paesi”.\r\n\r\nIl motivo per cui sono stati nominati i mercenari della Wagner è probabilmente legato al conflitto in Ucraina e alla sua presenza in numerosi Stati africani. Infatti nei giorni in cui Crosetto faceva le sue dichiarazioni i battaglioni al soldo dell'oligarca russo Evgenij Prigožin erano impegnati nella conquista dell'acciaieria Azom, a \u003Cmark>Bakhmut\u003C/mark>, come riportato da tutte le testate giornalistiche nazionali.\r\n\r\nInsieme a Stefano Ruzza, professore associato del Dipartimento di Culture, Politica e Società dell'università di Torino, abbiamo ricostruito la genealogia del gruppo Wagner, dalle origini in Siria come piccolo contingente privato alle massicce operazioni in Libia e Ucraina. Un tentativo di comprendere e spiegare da dove nascono le recenti accuse mosse dai ministri italiani e valutare il reale impatto di questo esercito, di cui si stimano 50000 membri, sulle politiche degli Stati in cui è presente.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/Stefano.Ruzza_.17032023.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nSulle dichiarazioni dei vari ministri in merito al gruppo Wagner: https://www.lindipendente.online/2023/03/15/ha-stato-putin-il-governo-meloni-ora-accusa-la-russia-anche-per-gli-sbarchi-degli-immigrati/",{"matched_tokens":67,"snippet":68,"value":68},[63],"Gruppo Wagner: dalla Siria di Assad alla battaglia per \u003Cmark>Bakhmut\u003C/mark>",[70,72,75,77,79],{"matched_tokens":71,"snippet":18},[],{"matched_tokens":73,"snippet":74},[22],"\u003Cmark>bakhmut\u003C/mark>",{"matched_tokens":76,"snippet":24},[],{"matched_tokens":78,"snippet":15},[],{"matched_tokens":80,"snippet":20},[],[82,87,90],{"field":29,"indices":83,"matched_tokens":84,"snippets":86},[17],[85],[22],[74],{"field":88,"matched_tokens":89,"snippet":68,"value":68},"post_title",[63],{"field":91,"matched_tokens":92,"snippet":64,"value":65},"post_content",[63],578730123365712000,{"best_field_score":95,"best_field_weight":96,"fields_matched":97,"num_tokens_dropped":40,"score":98,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":40},"1108091339008",13,3,"578730123365711979",{"document":100,"highlight":116,"highlights":121,"text_match":124,"text_match_info":125},{"cat_link":101,"category":102,"comment_count":40,"id":103,"is_sticky":40,"permalink":104,"post_author":43,"post_content":105,"post_date":106,"post_excerpt":46,"post_id":103,"post_modified":107,"post_thumbnail":108,"post_thumbnail_html":109,"post_title":110,"post_type":51,"sort_by_date":111,"tag_links":112,"tags":115},[37],[39],"80799","http://radioblackout.org/2023/03/guerra-in-ucraina-e-liberta-di-informazione-la-vicenda-degli-accrediti-tolti-ai-giornalisti-italiani/","Guerra in Ucraina. Diversi giornalisti italiani, tra cui Andrea Sceresini, freelance intervistato ai nostri microfoni, il 6 Febbraio si sono visti sospendere l’accredito giornalistico dall ministero della Difesa del governo di Kyiv dopo un reporage realizzato nella città sotto attacco di Bakhmut, in quanto ritenuti collaborazionisti con il governo di Mosca, motivazione su cui non è stata offerta mai alcuna prova. Da quel momento, non hanno potuto più svolgere la loro attività di reporter di guerra.\r\n\r\nI due giornalisti da molti anni seguono le vicende politiche in Ucraina, fin dal 2014 e dai primi conflitti nel Donbass. La colpa, mai comunicata formalmente in realtà dal governo ucraino ma rifertia tramite la Farnesina, parrebbe essere quella di aver raccontato il conflitto su entrambi i lati, realizzando inchieste anche nelle repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk. Quanto basta per essere considerati come \"giornalisti nemici\".\r\n\r\nUna vicenda esemplificativa della quantità di propaganda di cui è intrisa questa guerra, come tutte probabilmente, e di quanto sia difficile raccontarla in modo obiettivo a causa di una polarizzazione totale, in cui esporre dei dubbi, non essere allineato alle voci militariste, parlare di diserzione o fare delle critiche al governo Ucraino, equivale ad essere, tramite una equazione strampalata, pro-Putin o pro-invasione.\r\n\r\nNe parliamo al microfono con Andrea Sceresini:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/ucraina.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","15 Marzo 2023","2023-03-15 16:18:23","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/cq5dam.thumbnail.cropped.750.422-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/cq5dam.thumbnail.cropped.750.422-300x169.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/cq5dam.thumbnail.cropped.750.422-300x169.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/cq5dam.thumbnail.cropped.750.422.jpeg 750w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Guerra e libertà di informazione. Tolti gli accrediti a giornalisti italiani",1678897012,[113,114,57],"http://radioblackout.org/tag/andrea-sceresini/","http://radioblackout.org/tag/liberta-informazione/",[26,28,15],{"post_content":117},{"matched_tokens":118,"snippet":119,"value":120},[63],"nella città sotto attacco di \u003Cmark>Bakhmut\u003C/mark>, in quanto ritenuti collaborazionisti con","Guerra in Ucraina. Diversi giornalisti italiani, tra cui Andrea Sceresini, freelance intervistato ai nostri microfoni, il 6 Febbraio si sono visti sospendere l’accredito giornalistico dall ministero della Difesa del governo di Kyiv dopo un reporage realizzato nella città sotto attacco di \u003Cmark>Bakhmut\u003C/mark>, in quanto ritenuti collaborazionisti con il governo di Mosca, motivazione su cui non è stata offerta mai alcuna prova. 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Si è appena concluso il G7 di Hiroshima, che pretende di rappresentare un Occidente compatto ma che più che altro appare totalmente isolato dal resto del mondo. Qualcuno addirittura parla di “disgelo” raccogliendo le dichiarazioni di Biden, che se è vero che modera gli accenti di guerra nell'Indo-Pacifico, ben più nettamente affila le armi della guerra commerciale, consegnando forse al Giappone una nuova centralità nell'ottica di sostituire Taiwan, troppo instabile, nella lunga e frammentata supply chain dei semiconduttori.\r\n\r\nE' giunta intanto la notizia ufficiale della caduta di Bakhmut, questa piccola città che è diventata via via il simbolo della resistenza e della possibilità ucraina di una controffensiva che è sempre più chiaro... non ci sarà! Almeno non nei termini di una vera riconquista. Il punto è chiaro, per quante tecnologie possiamo fornire all'Ucraina, e questa guerra è anche diventata un laboratorio irrinunciabile per tutte le potenze in campo, questa guerra continua a essere inevitabilmente novecentesca e cioè un fatto di proiettili e uomini sul campo. Si tratta solo di infliggere alla Russia un numero tale di perdite da far vacillare Putin. Nessuno crede alla vittoria ucraina ed è straordinario come la propaganda abbia sostituito le ragioni dalla guerra anche nella testa dei decisori politici. In ultima istanza gli Usa ci stanno anche mostrando che gli obiettivi delle guerre cambiano e con essa cambiano le tecnologie e che non sono solo le tecnologie russe a mostrarsi obsolete ma, forse, proprio i loro obiettivi.\r\n\r\nPer fare qualche ragionamento abbiamo raggiunto ai nostri microfoni Alberto Negri, storico giornalista e corrispondente di guerra.\r\n\r\nIn chiusura di puntata un nuovo episodio de Il Perno Originario.\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/la-fine-23-maggio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMATERIALI\r\n\r\nI generosi samaritani occidentali ai piedi di Zelensky\r\n\r\nChip, il G7 scommette sul Giappone per svincolarsi da Taiwan\r\n\r\n“Da esponente del ‘partito unico bellicista’ vi racconto la controffensiva che mi aspetto”. 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