","Sanità. Corteo di lavorator* a fianco di chi lotta","post",1507649494,[58,59,60,61,62],"http://radioblackout.org/tag/barbara-e-silvia/","http://radioblackout.org/tag/cub/","http://radioblackout.org/tag/lavoratrici-sospese/","http://radioblackout.org/tag/sanita/","http://radioblackout.org/tag/torino/",[29,15,31,21,17],{"post_content":65,"tags":72},{"matched_tokens":66,"snippet":70,"value":71},[67,68,69],"Barbara","e","Silvia","in solidarietà a due lavoratrici, \u003Cmark>Barbara\u003C/mark> \u003Cmark>e\u003C/mark> \u003Cmark>Silvia\u003C/mark>, sospese per aver lottato per","Lo scorso sabato un centinaio di lavorator* \u003Cmark>e\u003C/mark> solidali ha dato vita ad un corteo in solidarietà a due lavoratrici, \u003Cmark>Barbara\u003C/mark> \u003Cmark>e\u003C/mark> \u003Cmark>Silvia\u003C/mark>, sospese per aver lottato per un servizio migliore \u003Cmark>e\u003C/mark> condizioni di lavoro che permettano di realizzarlo.\r\n\r\nIl corteo, \u003Cmark>è\u003C/mark> partito da via Cuneo, dove ha sede una delle due comunità in cui lavora una delle attiviste sindacali colpite dalla repressione sino a corso Vigevano, dove lavora la seconda.\r\n\r\n\u003Cmark>Barbara\u003C/mark> \u003Cmark>e\u003C/mark> \u003Cmark>Silvia\u003C/mark> sono della Cub sanità \u003Cmark>e\u003C/mark> assistenza, fanno, come le loro colleghe turni infernali in condizioni durissime.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Alessandro Zanetti della Cub.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\n2017 10 10 zanetti corteo cub\r\n\r\n \r\n\r\nSotto un sunto della Cub sul processo di privatizzazione, che ha portato alla situazione attuale.\r\n\r\n\"IL PRETESTO PER LE DUE SOSPENSIONI\r\n\r\nL’8 settembre il TAR del Piemonte ha rigettato i ricorsi presentati da aziende \u003Cmark>e\u003C/mark> associazioni contro la DGR di riordino della residenzialità psichiatrica.\r\n\r\nIl 12 settembre la CUB Sanità ha scritto alle aziende Ester srl \u003Cmark>e\u003C/mark> Gruppo Igea srl chiedendo l’apertura di una trattativa sull’adeguamento degli standard di personale delle Comunità Protette “Sarli”, “De Salvia”, “Risso”, “Il Ponte” \u003Cmark>e\u003C/mark> “Althea”.\r\n\r\nIl 14 settembre la coordinatrice educativa delle Comunità dispone che le OSS della Comunità il Ponte debbano redigere 18 Piani Assistenziali Individuali (P.A.I.) entro pochi giorni, in quanto essi dovranno essere discussi con la ASL entro la fine di settembre. Ciò significa che la compilazione ricadrà quasi completamente sulla OSS \u003Cmark>Barbara\u003C/mark> Natale, Rappresentante sindacale CUB, che \u003Cmark>è\u003C/mark> l’unica che svolgendo turni diurni ha una conoscenza maggiore dei pazienti, infatti tutte le altre OSS della Comunità prendono servizio alle 24.00 \u003Cmark>e\u003C/mark> smontano alle 8 di mattina, cioè sono in servizio solo quando i pazienti dormono.\r\n\r\n \r\n\r\nIl 18 settembre la lavoratrice Natale effettua alcune fotocopie di documenti necessari alla compilazione dei suddetti Piani Assistenziali, durante il proprio turno di lavoro \u003Cmark>e\u003C/mark> in modo visibile, alla presenza dei colleghi, \u003Cmark>e\u003C/mark> inizia a redigere i P.A.I. richiesti.\r\n\r\nIl giorno 22 settembre, la stessa sig.ra Natale effettua delle altre copie. Poco dopo arriva in Comunità la proprietaria di una delle società “titolari” delle Comunità privatizzate, con la Polizia. Alla sig.ra Natale viene chiesta conferma del fatto che stesse facendo delle fotocopie. La signora conferma \u003Cmark>e\u003C/mark> spiega che le servivano per lavoro.\r\n\r\nLa Polizia chiede alla proprietaria, sig.ra Mafalda Basile, se conferma di voler denunciare la Rappresentante Sindacale \u003Cmark>e\u003C/mark> ne riceve conferma. Si procede così alla redazione di un verbale.\r\n\r\nIl giorno 25 settembre (lunedì) la lavoratrice viene sospesa dal lavoro, per “condotta penalmente perseguibile in quanto lesiva della privacy”.\r\n\r\nL’accusa \u003Cmark>è\u003C/mark> manifestamente falsa perché a) la sig.ra Natale lavora da molti anni presso il servizio ed \u003Cmark>è\u003C/mark> da sempre autorizzata al trattamento dei dati, né ha mai ricevuto la disposizione di non fotocopiare i materiali se necessario per lavoro; b) i dati dei pazienti sono stati trattati nei limiti della legge, per lavoro, senza alcun altro fine \u003Cmark>e\u003C/mark> senza divulgarli o anche lontanamente recare danni.\r\n\r\nSia sul piano materiale che sul piano giuridico, quindi, non esiste alcun fondamento, ma non \u003Cmark>è\u003C/mark> sufficiente: 4 giorno dopo viene sospesa dal lavoro anche la collega \u003Cmark>Silvia\u003C/mark> Copperi (anch’essa iscritta alla CUB Sanità) con l’accusa analoga, di avere mostrato alla presidente della cooperativa di cui \u003Cmark>è\u003C/mark> dipendente, in sede di incontro sindacale, la fotocopia di un verbale di riunione della Comunità.\r\n\r\nFar venire la polizia in comunità era inutile, inusitato \u003Cmark>e\u003C/mark> quindi aveva il solo scopo di intimidazione antisindacale.\r\n\r\nSospendere dal lavoro una operatrice per aver mostrato al proprio datore di lavoro un documento di lavoro, in sede di trattativa sindacale \u003Cmark>è\u003C/mark> una intimidazione antisindacale.\r\n\r\n \r\n\r\nLo scopo \u003Cmark>è\u003C/mark> chiarissimo: espellere il sindacato per non dovere discutere neanche lontanamente né arretrare di un centesimo rispetto ai guadagni smodati che stanno ricavando dalle Comunità psichiatriche privatizzate, come illustrato di seguito.\r\n\r\n \r\n\r\nUna semplice applicazione dei parametri noti relativi ai costi di funzionamento delle analoghe Comunità Protette fanno presumere alle OO.SS. scriventi un margine di utile per la gestione che sembrerebbe collocarsi tra i 30.000 \u003Cmark>e\u003C/mark> i 40.000 euro mensili per ciascuna delle 5 comunità. Una percentuale abnorme sul fatturato di poco più di 80.000 euro al mese, quando in un regime di normalità, gli Enti Pubblici committenti riconoscono alle imprese del settore un margine non superiore al 7-10%. In compenso l’organizzazione del lavoro \u003Cmark>è\u003C/mark> drasticamente peggiorata.\r\n\r\n \r\n\r\nLA PRIVATIZZAZIONE DELLE COMUNITA’\r\n\r\nPROTETTE EX ASL TO2\r\n\r\n \r\n\r\nLO SVOLGIMENTO DELLA PRIVATIZZAZIONE\r\n\r\nLe Comunità Protette per pazienti psichiatrici “Althea”, “De Salvia”, “Risso”, “Sarli” \u003Cmark>e\u003C/mark> “il Ponte” in poco più di un anno hanno subito una trasformazione radicale sotto il profilo gestionale \u003Cmark>e\u003C/mark> organizzativo.\r\n\r\nStoricamente tali Comunità funzionavano grazie ad una collaborazione tripartita tra la ASL TO2 che implementava le attività sanitarie, una cooperativa sociale (3 comunità con la coop. Zenith \u003Cmark>e\u003C/mark> 2 con la coop. Altramente) che svolgeva le attività educativo-assistenziali \u003Cmark>e\u003C/mark> una società privata (le due società Ester srl \u003Cmark>e\u003C/mark> Gruppo Igea srl) che apportava i muri \u003Cmark>e\u003C/mark> le attività di carattere alberghiero quali pulizie, mensa ecc.\r\n\r\n \r\n\r\nDalla primavera 2016 alle due società private veniva attribuita la titolarità completa delle attività, incluse quelle medico-psichiatriche, mentre la ASL ritirava il proprio personale. Le due cooperative sociali – divenute fornitrici delle società private – hanno continuato a svolgere le attività di carattere educativo, assistenziale \u003Cmark>e\u003C/mark> in parte infermieristico, ma a condizioni fortemente mutate.\r\n\r\n \r\n\r\nIn particolare la presenza di personale infermieristico, educativo \u003Cmark>e\u003C/mark> assistenziale \u003Cmark>è\u003C/mark> stata fortemente ridotta \u003Cmark>e\u003C/mark> tale si mantiene anche nel nuovo sviluppo di questa trasformazione, con il trasferimento dell’appalto dei servizi educativi, infermieristici \u003Cmark>e\u003C/mark> assistenziali (personale OSS) alla cooperativa XI Luglio con sede legale a Roma, aderente al consorzio La Meridiana.\r\n\r\n \r\n\r\nOve prima vi fosse la presenza infrasettimanale di 4 o 5 operatori, oggi ve ne sono 2, per qualche ora 3. Ove ve ne fossero stati 2-3, la presenza viene ridotta a 1-2. Si tenga conto che anche dove sussiste la presenza formale nel turno di più unità di personale, durante la settimana almeno una unità \u003Cmark>è\u003C/mark> spesso impegnata in attività esterne (pratiche burocratiche, accompagnamenti, visite mediche ecc.), lasciando così che in Comunità vi sia comunque una presenza singola, in un rapporto operatori-pazienti che tende ad essere molto spesso 1-a-19/1-a-20.\r\n\r\n \r\n\r\n\u003Cmark>E’\u003C/mark> infatti testimoniato dagli operatori \u003Cmark>e\u003C/mark> operatrici che nell’arco di oltre un anno da quando si vive in questo regime, l’intensità delle situazioni di crisi di agitazione, aggressività, conflitti \u003Cmark>e\u003C/mark> quant’altro \u003Cmark>è\u003C/mark> fortemente intensificata, creando anche situazioni di rischio per gli operatori \u003Cmark>e\u003C/mark> per i pazienti stessi.\r\n\r\nEsiste anche da parte del personale il dubbio, fondato su episodi, di non essere più in grado di governare le situazioni di criticità sia psichica che sanitaria più in generale.\r\n\r\n \r\n\r\nA tutto ciò si aggiungano le gravi carenze di risorse gestionali come la mancanza di denaro liquido per la vita quotidiana, la mancanza di un qualsiasi veicolo per il trasporto dei pazienti (quando nella gestione mista precedente ve ne erano ben due) \u003Cmark>e\u003C/mark> così via.\r\n\r\n \r\n\r\nL’ATTEGGIAMENTO DELLA PROPRIETA’\r\n\r\nFin dallo scorso autunno la CUB Sanità avanzava la richiesta di aprire una trattativa sull’organizzazione del lavoro a cui \u003Cmark>è\u003C/mark> stato sempre opposto un rifiuto teso a procrastinare.\r\n\r\n \r\n\r\nLa proprietà ribadiva inamovibile di attenersi alla vecchia legge regionale (DCR 357/97) \u003Cmark>e\u003C/mark> di voler attendere che la DGR sulla residenzialità psichiatrica (prima n.30/2015, poi corretta dalla 29/2016 \u003Cmark>e\u003C/mark> poi sospesa dal TAR fino al settembre 2017) entrasse in vigore a riordinare il settore, rendendo obbligatoria una maggiore intensità di personale.\r\n\r\n \r\n\r\nMa la vigenza dell’una o l’altra norma non muta la sostanza, dal momento che nel contratto stipulato tra la ASL Torino 2 \u003Cmark>e\u003C/mark> le società Ester \u003Cmark>e\u003C/mark> Gruppo Igea nel marzo 2016, vigevano due condizioni:\r\n\r\n \tsi applicava la normativa pre-esistente alla nuova DGR, la medesima che trovava applicazione anche nel precedente regime gestionale \u003Cmark>e\u003C/mark> che avrebbe logicamente dovuto avere sostanziale continuità nelle nuove condizioni, seppure con le possibili modifiche all’organizzazione del lavoro come facoltà dell’imprenditore;\r\n \tsi applicavano però tariffe tali da consentire all’imprenditore di dotare già le Comunità Protette di un organico sovrapponibile a quello previsto dalle nuove norme.\r\n\r\nRisulta al nostro Sindacato che le rette previste per le due tipologie di comunità (tipo A \u003Cmark>e\u003C/mark> tipo B secondo la DCR 357/97) siano quasi sovrapponibili con quelle delle analoghe comunità contemplate dalla nuova normativa (SRP 1 \u003Cmark>e\u003C/mark> SRP 2 secondo la DGR 29).\r\n\r\nRette riconosciute alle società Ester \u003Cmark>e\u003C/mark> Gruppo Igea: euro 168 (Tipo A) \u003Cmark>e\u003C/mark> 134 (Tipo B)\r\n\r\nRette previste dalla nuova normativa: euro 160 (SRP 1) \u003Cmark>e\u003C/mark> 135 (SRP 2)\r\n\r\nAppare evidente che la pretesa di attendere l’entrata in vigore di nuove norme per garantire una prestazione sufficiente per il percorso terapeutico dei pazienti \u003Cmark>e\u003C/mark> un lavoro sicuro \u003Cmark>e\u003C/mark> professionale agli operatori non ha fondamento economico.\r\n\r\n \r\n\r\nCome già detto, l’applicazione dei parametri noti relativi ai costi di funzionamento delle analoghe Comunità Protette fanno presumere alle OO.SS. scriventi un margine di utile per le società titolari delle Comunità Protette un margine di utile per la gestione caratteristica che sembrerebbe collocarsi tra i 30.000 \u003Cmark>e\u003C/mark> i 40.000 euro sul fatturato di poco più di 80.000 mensili per ciascuna delle 5 comunità.\r\n\r\nLe società Ester srl \u003Cmark>e\u003C/mark> Gruppo Igea srl non hanno mai voluto sedersi a un tavolo \u003Cmark>e\u003C/mark> confrontarsi su tale valutazione, nemmeno per smentirla concretamente.\r\n\r\n \r\n\r\nLa DGR 29-2016 \u003Cmark>è\u003C/mark> oggi rimessa in vigore dal TAR, ma la proprietà non solo non dà alcun segno di volersi adeguare, anzi, sfrutta qualsiasi scappatoia per rinviare ulteriormente \u003Cmark>e\u003C/mark> ribadisce che “non spetta al sindacato” proporre incontri per “il riordino del funzionamento delle Comunità”.\r\n\r\n \r\n\r\nL’AGGRESSIONE ALLA CUB SANITA’\r\n\r\nRitenendo irrimandabile un riaggiustamento dell’organizzazione del lavoro \u003Cmark>e\u003C/mark> delle risorse disponibili al fine di riportare le Comunità ad un migliore funzionamento, la nostra O.S. ha, nel corso dei mesi continuato a sollecitare sia le Aziende che i soggetti pubblici per ottenere quei miglioramenti necessari.\r\n\r\n \r\n\r\nIn occasione del “cambio di appalto” avvenuto il 1° giugno (uscenti coop. Zenith \u003Cmark>e\u003C/mark> coop. Altramente, entrante coop. XI Luglio) si \u003Cmark>è\u003C/mark> ottenuta la completa continuità occupazionale \u003Cmark>e\u003C/mark> delle tutele a favore di lavoratrici \u003Cmark>e\u003C/mark> lavoratori, inclusa l’applicazione dell’ “art.18”.\r\n\r\nSubito dopo la cooperativa XI luglio ha tentato una prima volta di cancellare la presenza della CUB Sanità, venendo però immediatamente condannata (Ordinanza del Tribunale di Torino del 10 luglio 2017) per “condotta antisindacale” ai sensi dello Statuto dei Lavoratori.\r\n\r\n \r\n\r\nIl successivo tentativo della CUB Sanità di riprendere il dialogo sindacale non decolla. I due incontri successivi alla sentenza del Tribunale non producono risultati di rilievo, invece arriva il nuovo accanito tentativo di eliminare il sindacato, con la sospensione della Rappresentante Sindacale \u003Cmark>e\u003C/mark> della collega.\r\n\r\n \r\n\r\nAlla richiesta di aprire una trattativa sull’adeguamento degli standard di personale all’entrata in vigore della DGR 29-2016, la proprietà risponde arrogantemente, con lettera del 27 settembre, che “non compete a codesta sigla sindacale… proporre…incontri per il riordino del funzionamento delle comunità”.\r\n\r\n \r\n\r\nLE CONSEGUENZE PER I PAZIENTI \u003Cmark>E\u003C/mark> IL PERSONALE\r\n\r\n \r\n\r\nVige per legge il diritto del singolo imprenditore di avvalersi dei fornitori di propria scelta o di cambiarli, o di scegliere l’organizzazione del lavoro. Ma \u003Cmark>è\u003C/mark> compito del sindacato contrattare l’organizzazione stessa del lavoro ed \u003Cmark>è\u003C/mark> diritto dei lavoratori \u003Cmark>e\u003C/mark> lavoratrici vedere tutelata la propria dignità \u003Cmark>e\u003C/mark> professionalità (aggredite dalla dequalificazione degli interventi al limite della violazione della deontologia professionale), nonché la propria salute \u003Cmark>e\u003C/mark> sicurezza che appaiono fortemente messe in pericolo sia dallo stress-lavoro correlato che dal rischio di eventi critici.\r\n\r\n \r\n\r\nQuello che la proprietà vuole ottenere, attaccando il sindacato \u003Cmark>e\u003C/mark> le operatrici sindacalizzate, \u003Cmark>è\u003C/mark> di stendere un velo di silenzio sulle conseguenze prodotte da una smodata volontà di lucro.\r\n\r\nGli operatori sindacalizzati sono infatti i migliori difensori, giorno per giorno, dei diritti dei pazienti, della qualità \u003Cmark>e\u003C/mark> professionalità del servizio.\r\n\r\n \r\n\r\n\u003Cmark>E’\u003C/mark> ovvio che il numero di operatori \u003Cmark>e\u003C/mark> operatrici (infermieri, educatori, OSS) presenti durante la settimana allo standard precedentemente utilizzato solo nel weekend produce degli effetti.\r\n\r\n \r\n\r\nLe Comunità Protette, dovrebbero essere terapeutiche, cioè riabilitative \u003Cmark>e\u003C/mark> risocializzanti, integrando la dimensione strettamente medica con quella di carattere relazionale \u003Cmark>e\u003C/mark> sociale, infermieristica, farmacologica, psicoterapica, educativa nell’attuazione un Progetto Terapeutico Riabilitativo Personalizzato, nell’ambito di un Piano Terapeutico Individuale, così come stabilito dal Piano di Azione Nazionale per la Salute Mentale AGENAS-GISM recepito dall’Accordo Stato-Regioni del 17 ottobre 2013.\r\n\r\n \r\n\r\nLa carenza di riunioni di équipe multiprofessionali in cui siano stabilmente coinvolte le figure relazionali quotidiane (educatori-OSS-infermieri). La mancanza delle occasioni di passaggio di consegne tra gli operatori montanti \u003Cmark>e\u003C/mark> smontanti. La sostanziale assenza delle risorse necessarie allo svolgimento di progetti riabilitativi \u003Cmark>e\u003C/mark> risocializzanti. Tutti questi sono elementi che connotano l’attuale gestione del paziente in Comunità Protetta nel senso di una pura azione di badanza \u003Cmark>e\u003C/mark> contenimento, mentre il Piano Nazionale per la Salute Mentale parla, in riferimento alla tutela della salute mentale in età adulta di “prestazioni diagnostiche terapeutiche, riabilitative \u003Cmark>e\u003C/mark> socio riabilitative in regime residenziale nella fase intensiva ed estensiva, secondo il progetto terapeutico individuale” \u003Cmark>e\u003C/mark> di “prestazioni assistenziali \u003Cmark>e\u003C/mark> socio riabilitative, compresi programmi di reinserimento sociale \u003Cmark>e\u003C/mark> lavorativo, sia in regime residenziale nella fase di lungoassistenza che nella comunità secondo il progetto terapeutico individuale”.\r\n\r\n \r\n\r\nL’insufficienza della strutturazione professionale risulta anche dalla testimonianza di numerosi operatori che sostengono di non avere il tempo per svolgere una adeguata attività relazionale con gli ospiti della struttura. Gli ospiti di ciascuna comunità sono 20 \u003Cmark>e\u003C/mark> che quindi il rapporto operatori/pazienti, per molte ore della giornata \u003Cmark>è\u003C/mark> di 1:20. A ciò si assommi il fatto che le compresenze di 2 operatori, quando ci sono, sono sovente dedicate ad accompagnamenti o disbrigo di pratiche all’esterno, oppure ad attività assistenziali (igieniche \u003Cmark>e\u003C/mark> simili) per quelle persone non in grado di provvedere in maniera del tutto autonoma.\r\n\r\n \r\n\r\nCiò rende estremamente difficoltoso ottemperare a tutti gli impegni, le attività, le iniziative di cura, riabilitazione \u003Cmark>e\u003C/mark> risocializzazione che non attengano alla pura assistenza diretta alla persona (igiene, somministrazione dei farmaci, dei pasti \u003Cmark>e\u003C/mark> altre funzioni elementari), con quella che giudichiamo una netta riduzione della qualità \u003Cmark>e\u003C/mark> quantità delle prestazioni al paziente.\r\n\r\n \r\n\r\nL’impossibilità per il singolo operatore presente di occuparsi contemporaneamente delle esigenze materiali, emotive \u003Cmark>e\u003C/mark> relazionali di 20 pazienti ha come immediata conseguenza il minore “contenimento relazionale” di persone con difficoltà psicoaffettive \u003Cmark>e\u003C/mark> psichiatriche, \u003Cmark>e\u003C/mark> quindi il più facile insorgere di stati di disagio fino alle vere \u003Cmark>e\u003C/mark> proprie crisi di agitazione.\r\n\r\nTali crisi, ovviamente, sono normali nel contesto delle residenzialità psichiatriche, tanto più delle Comunità Protette, ma possono essere ridotte o aumentate per numero, intensità \u003Cmark>e\u003C/mark> frequenza dalla presenza di attività preventive di contenimento relazionale, di ascolto, di “presa in carico” dei bisogni sia pratici che relazionali del paziente.\r\n\r\n \r\n\r\nLa carenza di personale, inoltre, comporta un aggravio per l’operatore/trice turnante in termini di fatica, \u003Cmark>e\u003C/mark> di stress-lavoro correlato. Per conseguenza l’operatore sarà meno lucido, meno capace di interpretare i segnali di tensione che possono risultare premonitori dell’avvicinarsi di un momento difficile. Avrà perciò maggiori difficoltà a prevenire le crisi, ma anche a gestirle \u003Cmark>e\u003C/mark> a circoscriverle nel momento in cui esse dovessero scoppiare .\r\n\r\n \r\n\r\nIn caso di crisi di agitazione, poi, l’operatore/trice presente in struttura potrebbe trovarsi nell’impossibilità di gestire la situazione da solo \u003Cmark>e\u003C/mark> persino di poter chiamare aiuto in una situazione di rischio che, tenuto conto del contesto particolare, può implicare esiti anche seri.\r\n\r\n \r\n\r\nNumerosi episodi si sono verificati nell’arco dell’ultimo anno \u003Cmark>e\u003C/mark> mezzo a riprova di questa difficoltà. 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Ciò significa che la compilazione ricadrà quasi completamente sulla OSS Barbara Natale, Rappresentante sindacale CUB, che è l’unica che svolgendo turni diurni ha una conoscenza maggiore dei pazienti, infatti tutte le altre OSS della Comunità prendono servizio alle 24.00 e smontano alle 8 di mattina, cioè sono in servizio solo quando i pazienti dormono.\r\n\r\n \r\n\r\nIl 18 settembre la lavoratrice Natale effettua alcune fotocopie di documenti necessari alla compilazione dei suddetti Piani Assistenziali, durante il proprio turno di lavoro e in modo visibile, alla presenza dei colleghi, e inizia a redigere i P.A.I. richiesti.\r\n\r\nIl giorno 22 settembre, la stessa sig.ra Natale effettua delle altre copie. Poco dopo arriva in Comunità la proprietaria di una delle società “titolari” delle Comunità privatizzate, con la Polizia. Alla sig.ra Natale viene chiesta conferma del fatto che stesse facendo delle fotocopie. La signora conferma e spiega che le servivano per lavoro.\r\n\r\nLa Polizia chiede alla proprietaria, sig.ra Mafalda Basile, se conferma di voler denunciare la Rappresentante Sindacale e ne riceve conferma. Si procede così alla redazione di un verbale.\r\n\r\nIl giorno 25 settembre (lunedì) la lavoratrice viene sospesa dal lavoro, per “condotta penalmente perseguibile in quanto lesiva della privacy”.\r\n\r\nL’accusa è manifestamente falsa perché a) la sig.ra Natale lavora da molti anni presso il servizio ed è da sempre autorizzata al trattamento dei dati, né ha mai ricevuto la disposizione di non fotocopiare i materiali se necessario per lavoro; b) i dati dei pazienti sono stati trattati nei limiti della legge, per lavoro, senza alcun altro fine e senza divulgarli o anche lontanamente recare danni.\r\n\r\nSia sul piano materiale che sul piano giuridico, quindi, non esiste alcun fondamento, ma non è sufficiente: 4 giorno dopo viene sospesa dal lavoro anche la collega Silvia Copperi (anch’essa iscritta alla CUB Sanità) con l’accusa analoga, di avere mostrato alla presidente della cooperativa di cui è dipendente, in sede di incontro sindacale, la fotocopia di un verbale di riunione della Comunità.\r\n\r\nFar venire la polizia in comunità era inutile, inusitato e quindi aveva il solo scopo di intimidazione antisindacale.\r\n\r\nSospendere dal lavoro una operatrice per aver mostrato al proprio datore di lavoro un documento di lavoro, in sede di trattativa sindacale è una intimidazione antisindacale.\r\n\r\n \r\n\r\nLo scopo è chiarissimo: espellere il sindacato per non dovere discutere neanche lontanamente né arretrare di un centesimo rispetto ai guadagni smodati che stanno ricavando dalle Comunità psichiatriche privatizzate, come illustrato di seguito.\r\n\r\n \r\n\r\nUna semplice applicazione dei parametri noti relativi ai costi di funzionamento delle analoghe Comunità Protette fanno presumere alle OO.SS. scriventi un margine di utile per la gestione che sembrerebbe collocarsi tra i 30.000 e i 40.000 euro mensili per ciascuna delle 5 comunità. Una percentuale abnorme sul fatturato di poco più di 80.000 euro al mese, quando in un regime di normalità, gli Enti Pubblici committenti riconoscono alle imprese del settore un margine non superiore al 7-10%. In compenso l’organizzazione del lavoro è drasticamente peggiorata.\r\n\r\n \r\n\r\nLA PRIVATIZZAZIONE DELLE COMUNITA’\r\n\r\nPROTETTE EX ASL TO2\r\n\r\n \r\n\r\nLO SVOLGIMENTO DELLA PRIVATIZZAZIONE\r\n\r\nLe Comunità Protette per pazienti psichiatrici “Althea”, “De Salvia”, “Risso”, “Sarli” e “il Ponte” in poco più di un anno hanno subito una trasformazione radicale sotto il profilo gestionale e organizzativo.\r\n\r\nStoricamente tali Comunità funzionavano grazie ad una collaborazione tripartita tra la ASL TO2 che implementava le attività sanitarie, una cooperativa sociale (3 comunità con la coop. Zenith e 2 con la coop. Altramente) che svolgeva le attività educativo-assistenziali e una società privata (le due società Ester srl e Gruppo Igea srl) che apportava i muri e le attività di carattere alberghiero quali pulizie, mensa ecc.\r\n\r\n \r\n\r\nDalla primavera 2016 alle due società private veniva attribuita la titolarità completa delle attività, incluse quelle medico-psichiatriche, mentre la ASL ritirava il proprio personale. Le due cooperative sociali – divenute fornitrici delle società private – hanno continuato a svolgere le attività di carattere educativo, assistenziale e in parte infermieristico, ma a condizioni fortemente mutate.\r\n\r\n \r\n\r\nIn particolare la presenza di personale infermieristico, educativo e assistenziale è stata fortemente ridotta e tale si mantiene anche nel nuovo sviluppo di questa trasformazione, con il trasferimento dell’appalto dei servizi educativi, infermieristici e assistenziali (personale OSS) alla cooperativa XI Luglio con sede legale a Roma, aderente al consorzio La Meridiana.\r\n\r\n \r\n\r\nOve prima vi fosse la presenza infrasettimanale di 4 o 5 operatori, oggi ve ne sono 2, per qualche ora 3. Ove ve ne fossero stati 2-3, la presenza viene ridotta a 1-2. Si tenga conto che anche dove sussiste la presenza formale nel turno di più unità di personale, durante la settimana almeno una unità è spesso impegnata in attività esterne (pratiche burocratiche, accompagnamenti, visite mediche ecc.), lasciando così che in Comunità vi sia comunque una presenza singola, in un rapporto operatori-pazienti che tende ad essere molto spesso 1-a-19/1-a-20.\r\n\r\n \r\n\r\nE’ infatti testimoniato dagli operatori e operatrici che nell’arco di oltre un anno da quando si vive in questo regime, l’intensità delle situazioni di crisi di agitazione, aggressività, conflitti e quant’altro è fortemente intensificata, creando anche situazioni di rischio per gli operatori e per i pazienti stessi.\r\n\r\nEsiste anche da parte del personale il dubbio, fondato su episodi, di non essere più in grado di governare le situazioni di criticità sia psichica che sanitaria più in generale.\r\n\r\n \r\n\r\nA tutto ciò si aggiungano le gravi carenze di risorse gestionali come la mancanza di denaro liquido per la vita quotidiana, la mancanza di un qualsiasi veicolo per il trasporto dei pazienti (quando nella gestione mista precedente ve ne erano ben due) e così via.\r\n\r\n \r\n\r\nL’ATTEGGIAMENTO DELLA PROPRIETA’\r\n\r\nFin dallo scorso autunno la CUB Sanità avanzava la richiesta di aprire una trattativa sull’organizzazione del lavoro a cui è stato sempre opposto un rifiuto teso a procrastinare.\r\n\r\n \r\n\r\nLa proprietà ribadiva inamovibile di attenersi alla vecchia legge regionale (DCR 357/97) e di voler attendere che la DGR sulla residenzialità psichiatrica (prima n.30/2015, poi corretta dalla 29/2016 e poi sospesa dal TAR fino al settembre 2017) entrasse in vigore a riordinare il settore, rendendo obbligatoria una maggiore intensità di personale.\r\n\r\n \r\n\r\nMa la vigenza dell’una o l’altra norma non muta la sostanza, dal momento che nel contratto stipulato tra la ASL Torino 2 e le società Ester e Gruppo Igea nel marzo 2016, vigevano due condizioni:\r\n\r\n \tsi applicava la normativa pre-esistente alla nuova DGR, la medesima che trovava applicazione anche nel precedente regime gestionale e che avrebbe logicamente dovuto avere sostanziale continuità nelle nuove condizioni, seppure con le possibili modifiche all’organizzazione del lavoro come facoltà dell’imprenditore;\r\n \tsi applicavano però tariffe tali da consentire all’imprenditore di dotare già le Comunità Protette di un organico sovrapponibile a quello previsto dalle nuove norme.\r\n\r\nRisulta al nostro Sindacato che le rette previste per le due tipologie di comunità (tipo A e tipo B secondo la DCR 357/97) siano quasi sovrapponibili con quelle delle analoghe comunità contemplate dalla nuova normativa (SRP 1 e SRP 2 secondo la DGR 29).\r\n\r\nRette riconosciute alle società Ester e Gruppo Igea: euro 168 (Tipo A) e 134 (Tipo B)\r\n\r\nRette previste dalla nuova normativa: euro 160 (SRP 1) e 135 (SRP 2)\r\n\r\nAppare evidente che la pretesa di attendere l’entrata in vigore di nuove norme per garantire una prestazione sufficiente per il percorso terapeutico dei pazienti e un lavoro sicuro e professionale agli operatori non ha fondamento economico.\r\n\r\n \r\n\r\nCome già detto, l’applicazione dei parametri noti relativi ai costi di funzionamento delle analoghe Comunità Protette fanno presumere alle OO.SS. scriventi un margine di utile per le società titolari delle Comunità Protette un margine di utile per la gestione caratteristica che sembrerebbe collocarsi tra i 30.000 e i 40.000 euro sul fatturato di poco più di 80.000 mensili per ciascuna delle 5 comunità.\r\n\r\nLe società Ester srl e Gruppo Igea srl non hanno mai voluto sedersi a un tavolo e confrontarsi su tale valutazione, nemmeno per smentirla concretamente.\r\n\r\n \r\n\r\nLa DGR 29-2016 è oggi rimessa in vigore dal TAR, ma la proprietà non solo non dà alcun segno di volersi adeguare, anzi, sfrutta qualsiasi scappatoia per rinviare ulteriormente e ribadisce che “non spetta al sindacato” proporre incontri per “il riordino del funzionamento delle Comunità”.\r\n\r\n \r\n\r\nL’AGGRESSIONE ALLA CUB SANITA’\r\n\r\nRitenendo irrimandabile un riaggiustamento dell’organizzazione del lavoro e delle risorse disponibili al fine di riportare le Comunità ad un migliore funzionamento, la nostra O.S. ha, nel corso dei mesi continuato a sollecitare sia le Aziende che i soggetti pubblici per ottenere quei miglioramenti necessari.\r\n\r\n \r\n\r\nIn occasione del “cambio di appalto” avvenuto il 1° giugno (uscenti coop. Zenith e coop. Altramente, entrante coop. XI Luglio) si è ottenuta la completa continuità occupazionale e delle tutele a favore di lavoratrici e lavoratori, inclusa l’applicazione dell’ “art.18”.\r\n\r\nSubito dopo la cooperativa XI luglio ha tentato una prima volta di cancellare la presenza della CUB Sanità, venendo però immediatamente condannata (Ordinanza del Tribunale di Torino del 10 luglio 2017) per “condotta antisindacale” ai sensi dello Statuto dei Lavoratori.\r\n\r\n \r\n\r\nIl successivo tentativo della CUB Sanità di riprendere il dialogo sindacale non decolla. I due incontri successivi alla sentenza del Tribunale non producono risultati di rilievo, invece arriva il nuovo accanito tentativo di eliminare il sindacato, con la sospensione della Rappresentante Sindacale e della collega.\r\n\r\n \r\n\r\nAlla richiesta di aprire una trattativa sull’adeguamento degli standard di personale all’entrata in vigore della DGR 29-2016, la proprietà risponde arrogantemente, con lettera del 27 settembre, che “non compete a codesta sigla sindacale… proporre…incontri per il riordino del funzionamento delle comunità”.\r\n\r\n \r\n\r\nLE CONSEGUENZE PER I PAZIENTI E IL PERSONALE\r\n\r\n \r\n\r\nVige per legge il diritto del singolo imprenditore di avvalersi dei fornitori di propria scelta o di cambiarli, o di scegliere l’organizzazione del lavoro. Ma è compito del sindacato contrattare l’organizzazione stessa del lavoro ed è diritto dei lavoratori e lavoratrici vedere tutelata la propria dignità e professionalità (aggredite dalla dequalificazione degli interventi al limite della violazione della deontologia professionale), nonché la propria salute e sicurezza che appaiono fortemente messe in pericolo sia dallo stress-lavoro correlato che dal rischio di eventi critici.\r\n\r\n \r\n\r\nQuello che la proprietà vuole ottenere, attaccando il sindacato e le operatrici sindacalizzate, è di stendere un velo di silenzio sulle conseguenze prodotte da una smodata volontà di lucro.\r\n\r\nGli operatori sindacalizzati sono infatti i migliori difensori, giorno per giorno, dei diritti dei pazienti, della qualità e professionalità del servizio.\r\n\r\n \r\n\r\nE’ ovvio che il numero di operatori e operatrici (infermieri, educatori, OSS) presenti durante la settimana allo standard precedentemente utilizzato solo nel weekend produce degli effetti.\r\n\r\n \r\n\r\nLe Comunità Protette, dovrebbero essere terapeutiche, cioè riabilitative e risocializzanti, integrando la dimensione strettamente medica con quella di carattere relazionale e sociale, infermieristica, farmacologica, psicoterapica, educativa nell’attuazione un Progetto Terapeutico Riabilitativo Personalizzato, nell’ambito di un Piano Terapeutico Individuale, così come stabilito dal Piano di Azione Nazionale per la Salute Mentale AGENAS-GISM recepito dall’Accordo Stato-Regioni del 17 ottobre 2013.\r\n\r\n \r\n\r\nLa carenza di riunioni di équipe multiprofessionali in cui siano stabilmente coinvolte le figure relazionali quotidiane (educatori-OSS-infermieri). La mancanza delle occasioni di passaggio di consegne tra gli operatori montanti e smontanti. La sostanziale assenza delle risorse necessarie allo svolgimento di progetti riabilitativi e risocializzanti. Tutti questi sono elementi che connotano l’attuale gestione del paziente in Comunità Protetta nel senso di una pura azione di badanza e contenimento, mentre il Piano Nazionale per la Salute Mentale parla, in riferimento alla tutela della salute mentale in età adulta di “prestazioni diagnostiche terapeutiche, riabilitative e socio riabilitative in regime residenziale nella fase intensiva ed estensiva, secondo il progetto terapeutico individuale” e di “prestazioni assistenziali e socio riabilitative, compresi programmi di reinserimento sociale e lavorativo, sia in regime residenziale nella fase di lungoassistenza che nella comunità secondo il progetto terapeutico individuale”.\r\n\r\n \r\n\r\nL’insufficienza della strutturazione professionale risulta anche dalla testimonianza di numerosi operatori che sostengono di non avere il tempo per svolgere una adeguata attività relazionale con gli ospiti della struttura. Gli ospiti di ciascuna comunità sono 20 e che quindi il rapporto operatori/pazienti, per molte ore della giornata è di 1:20. A ciò si assommi il fatto che le compresenze di 2 operatori, quando ci sono, sono sovente dedicate ad accompagnamenti o disbrigo di pratiche all’esterno, oppure ad attività assistenziali (igieniche e simili) per quelle persone non in grado di provvedere in maniera del tutto autonoma.\r\n\r\n \r\n\r\nCiò rende estremamente difficoltoso ottemperare a tutti gli impegni, le attività, le iniziative di cura, riabilitazione e risocializzazione che non attengano alla pura assistenza diretta alla persona (igiene, somministrazione dei farmaci, dei pasti e altre funzioni elementari), con quella che giudichiamo una netta riduzione della qualità e quantità delle prestazioni al paziente.\r\n\r\n \r\n\r\nL’impossibilità per il singolo operatore presente di occuparsi contemporaneamente delle esigenze materiali, emotive e relazionali di 20 pazienti ha come immediata conseguenza il minore “contenimento relazionale” di persone con difficoltà psicoaffettive e psichiatriche, e quindi il più facile insorgere di stati di disagio fino alle vere e proprie crisi di agitazione.\r\n\r\nTali crisi, ovviamente, sono normali nel contesto delle residenzialità psichiatriche, tanto più delle Comunità Protette, ma possono essere ridotte o aumentate per numero, intensità e frequenza dalla presenza di attività preventive di contenimento relazionale, di ascolto, di “presa in carico” dei bisogni sia pratici che relazionali del paziente.\r\n\r\n \r\n\r\nLa carenza di personale, inoltre, comporta un aggravio per l’operatore/trice turnante in termini di fatica, e di stress-lavoro correlato. Per conseguenza l’operatore sarà meno lucido, meno capace di interpretare i segnali di tensione che possono risultare premonitori dell’avvicinarsi di un momento difficile. Avrà perciò maggiori difficoltà a prevenire le crisi, ma anche a gestirle e a circoscriverle nel momento in cui esse dovessero scoppiare .\r\n\r\n \r\n\r\nIn caso di crisi di agitazione, poi, l’operatore/trice presente in struttura potrebbe trovarsi nell’impossibilità di gestire la situazione da solo e persino di poter chiamare aiuto in una situazione di rischio che, tenuto conto del contesto particolare, può implicare esiti anche seri.\r\n\r\n \r\n\r\nNumerosi episodi si sono verificati nell’arco dell’ultimo anno e mezzo a riprova di questa difficoltà. L’aggressione alla CUB Sanità è proprio tesa a impedire la trasparenza che renderebbe inevitabile un deciso cambiamento dei metodi gestionali.”","20 Dicembre 2017","2017-12-21 11:54:29","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/12/22308589_713179762200218_6498755704641623840_n-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"168\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/12/22308589_713179762200218_6498755704641623840_n-168x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/12/22308589_713179762200218_6498755704641623840_n-168x300.jpg 168w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/12/22308589_713179762200218_6498755704641623840_n.jpg 539w\" sizes=\"auto, (max-width: 168px) 100vw, 168px\" />","Presidio per Barbara e Silvia, licenziate per aver lottato",1513731720,[],[],{"post_content":117,"post_title":121},{"matched_tokens":118,"snippet":119,"value":120},[67,68,69],"\u003Cmark>Barbara\u003C/mark> \u003Cmark>e\u003C/mark> \u003Cmark>Silvia\u003C/mark>, lavoratrici della cooperativa “Il Ponte”,","\u003Cmark>Barbara\u003C/mark> \u003Cmark>e\u003C/mark> \u003Cmark>Silvia\u003C/mark>, lavoratrici della cooperativa “Il Ponte”, che gestisce alcune comunità psichiatriche, di recente privatizzate, sono state licenziate per aver lottato per un servizio migliore \u003Cmark>e\u003C/mark> condizioni di lavoro che permettano di realizzarlo.\r\nLo scorso autunno, dopo un iniziale provvedimento di sospensione, c’era stato un corteo di lavoratori \u003Cmark>e\u003C/mark> solidali.\r\n\u003Cmark>Barbara\u003C/mark> \u003Cmark>e\u003C/mark> \u003Cmark>Silvia\u003C/mark> sono della Cub sanità \u003Cmark>e\u003C/mark> assistenza, facevano, come le loro colleghe turni infernali in condizioni durissime.\r\n\r\nGiovedì 21 dicembre ci sarà la prima udienza del processo sul loro licenziamento.\r\n\r\nIn quell’occasione \u003Cmark>è\u003C/mark> stato indetto un presidio solidale \u003Cmark>e\u003C/mark> di lotta davanti al tribunale.\r\nL’appuntamento \u003Cmark>è\u003C/mark> alle 11.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Alessandro Zanetti della Cub.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2017 12 19 zanetti licenziate\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nSotto un sunto della Cub sul processo di privatizzazione, che ha portato alla situazione attuale.\r\n\r\n“IL PRETESTO PER LE DUE SOSPENSIONI\r\n\r\nL’8 settembre il TAR del Piemonte ha rigettato i ricorsi presentati da aziende \u003Cmark>e\u003C/mark> associazioni contro la DGR di riordino della residenzialità psichiatrica.\r\n\r\nIl 12 settembre la CUB Sanità ha scritto alle aziende Ester srl \u003Cmark>e\u003C/mark> Gruppo Igea srl chiedendo l’apertura di una trattativa sull’adeguamento degli standard di personale delle Comunità Protette “Sarli”, “De Salvia”, “Risso”, “Il Ponte” \u003Cmark>e\u003C/mark> “Althea”.\r\n\r\nIl 14 settembre la coordinatrice educativa delle Comunità dispone che le OSS della Comunità il Ponte debbano redigere 18 Piani Assistenziali Individuali (P.A.I.) entro pochi giorni, in quanto essi dovranno essere discussi con la ASL entro la fine di settembre. 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Alla sig.ra Natale viene chiesta conferma del fatto che stesse facendo delle fotocopie. La signora conferma \u003Cmark>e\u003C/mark> spiega che le servivano per lavoro.\r\n\r\nLa Polizia chiede alla proprietaria, sig.ra Mafalda Basile, se conferma di voler denunciare la Rappresentante Sindacale \u003Cmark>e\u003C/mark> ne riceve conferma. Si procede così alla redazione di un verbale.\r\n\r\nIl giorno 25 settembre (lunedì) la lavoratrice viene sospesa dal lavoro, per “condotta penalmente perseguibile in quanto lesiva della privacy”.\r\n\r\nL’accusa \u003Cmark>è\u003C/mark> manifestamente falsa perché a) la sig.ra Natale lavora da molti anni presso il servizio ed \u003Cmark>è\u003C/mark> da sempre autorizzata al trattamento dei dati, né ha mai ricevuto la disposizione di non fotocopiare i materiali se necessario per lavoro; b) i dati dei pazienti sono stati trattati nei limiti della legge, per lavoro, senza alcun altro fine \u003Cmark>e\u003C/mark> senza divulgarli o anche lontanamente recare danni.\r\n\r\nSia sul piano materiale che sul piano giuridico, quindi, non esiste alcun fondamento, ma non \u003Cmark>è\u003C/mark> sufficiente: 4 giorno dopo viene sospesa dal lavoro anche la collega \u003Cmark>Silvia\u003C/mark> Copperi (anch’essa iscritta alla CUB Sanità) con l’accusa analoga, di avere mostrato alla presidente della cooperativa di cui \u003Cmark>è\u003C/mark> dipendente, in sede di incontro sindacale, la fotocopia di un verbale di riunione della Comunità.\r\n\r\nFar venire la polizia in comunità era inutile, inusitato \u003Cmark>e\u003C/mark> quindi aveva il solo scopo di intimidazione antisindacale.\r\n\r\nSospendere dal lavoro una operatrice per aver mostrato al proprio datore di lavoro un documento di lavoro, in sede di trattativa sindacale \u003Cmark>è\u003C/mark> una intimidazione antisindacale.\r\n\r\n \r\n\r\nLo scopo \u003Cmark>è\u003C/mark> chiarissimo: espellere il sindacato per non dovere discutere neanche lontanamente né arretrare di un centesimo rispetto ai guadagni smodati che stanno ricavando dalle Comunità psichiatriche privatizzate, come illustrato di seguito.\r\n\r\n \r\n\r\nUna semplice applicazione dei parametri noti relativi ai costi di funzionamento delle analoghe Comunità Protette fanno presumere alle OO.SS. scriventi un margine di utile per la gestione che sembrerebbe collocarsi tra i 30.000 \u003Cmark>e\u003C/mark> i 40.000 euro mensili per ciascuna delle 5 comunità. Una percentuale abnorme sul fatturato di poco più di 80.000 euro al mese, quando in un regime di normalità, gli Enti Pubblici committenti riconoscono alle imprese del settore un margine non superiore al 7-10%. In compenso l’organizzazione del lavoro \u003Cmark>è\u003C/mark> drasticamente peggiorata.\r\n\r\n \r\n\r\nLA PRIVATIZZAZIONE DELLE COMUNITA’\r\n\r\nPROTETTE EX ASL TO2\r\n\r\n \r\n\r\nLO SVOLGIMENTO DELLA PRIVATIZZAZIONE\r\n\r\nLe Comunità Protette per pazienti psichiatrici “Althea”, “De Salvia”, “Risso”, “Sarli” \u003Cmark>e\u003C/mark> “il Ponte” in poco più di un anno hanno subito una trasformazione radicale sotto il profilo gestionale \u003Cmark>e\u003C/mark> organizzativo.\r\n\r\nStoricamente tali Comunità funzionavano grazie ad una collaborazione tripartita tra la ASL TO2 che implementava le attività sanitarie, una cooperativa sociale (3 comunità con la coop. Zenith \u003Cmark>e\u003C/mark> 2 con la coop. Altramente) che svolgeva le attività educativo-assistenziali \u003Cmark>e\u003C/mark> una società privata (le due società Ester srl \u003Cmark>e\u003C/mark> Gruppo Igea srl) che apportava i muri \u003Cmark>e\u003C/mark> le attività di carattere alberghiero quali pulizie, mensa ecc.\r\n\r\n \r\n\r\nDalla primavera 2016 alle due società private veniva attribuita la titolarità completa delle attività, incluse quelle medico-psichiatriche, mentre la ASL ritirava il proprio personale. Le due cooperative sociali – divenute fornitrici delle società private – hanno continuato a svolgere le attività di carattere educativo, assistenziale \u003Cmark>e\u003C/mark> in parte infermieristico, ma a condizioni fortemente mutate.\r\n\r\n \r\n\r\nIn particolare la presenza di personale infermieristico, educativo \u003Cmark>e\u003C/mark> assistenziale \u003Cmark>è\u003C/mark> stata fortemente ridotta \u003Cmark>e\u003C/mark> tale si mantiene anche nel nuovo sviluppo di questa trasformazione, con il trasferimento dell’appalto dei servizi educativi, infermieristici \u003Cmark>e\u003C/mark> assistenziali (personale OSS) alla cooperativa XI Luglio con sede legale a Roma, aderente al consorzio La Meridiana.\r\n\r\n \r\n\r\nOve prima vi fosse la presenza infrasettimanale di 4 o 5 operatori, oggi ve ne sono 2, per qualche ora 3. Ove ve ne fossero stati 2-3, la presenza viene ridotta a 1-2. Si tenga conto che anche dove sussiste la presenza formale nel turno di più unità di personale, durante la settimana almeno una unità \u003Cmark>è\u003C/mark> spesso impegnata in attività esterne (pratiche burocratiche, accompagnamenti, visite mediche ecc.), lasciando così che in Comunità vi sia comunque una presenza singola, in un rapporto operatori-pazienti che tende ad essere molto spesso 1-a-19/1-a-20.\r\n\r\n \r\n\r\n\u003Cmark>E’\u003C/mark> infatti testimoniato dagli operatori \u003Cmark>e\u003C/mark> operatrici che nell’arco di oltre un anno da quando si vive in questo regime, l’intensità delle situazioni di crisi di agitazione, aggressività, conflitti \u003Cmark>e\u003C/mark> quant’altro \u003Cmark>è\u003C/mark> fortemente intensificata, creando anche situazioni di rischio per gli operatori \u003Cmark>e\u003C/mark> per i pazienti stessi.\r\n\r\nEsiste anche da parte del personale il dubbio, fondato su episodi, di non essere più in grado di governare le situazioni di criticità sia psichica che sanitaria più in generale.\r\n\r\n \r\n\r\nA tutto ciò si aggiungano le gravi carenze di risorse gestionali come la mancanza di denaro liquido per la vita quotidiana, la mancanza di un qualsiasi veicolo per il trasporto dei pazienti (quando nella gestione mista precedente ve ne erano ben due) \u003Cmark>e\u003C/mark> così via.\r\n\r\n \r\n\r\nL’ATTEGGIAMENTO DELLA PROPRIETA’\r\n\r\nFin dallo scorso autunno la CUB Sanità avanzava la richiesta di aprire una trattativa sull’organizzazione del lavoro a cui \u003Cmark>è\u003C/mark> stato sempre opposto un rifiuto teso a procrastinare.\r\n\r\n \r\n\r\nLa proprietà ribadiva inamovibile di attenersi alla vecchia legge regionale (DCR 357/97) \u003Cmark>e\u003C/mark> di voler attendere che la DGR sulla residenzialità psichiatrica (prima n.30/2015, poi corretta dalla 29/2016 \u003Cmark>e\u003C/mark> poi sospesa dal TAR fino al settembre 2017) entrasse in vigore a riordinare il settore, rendendo obbligatoria una maggiore intensità di personale.\r\n\r\n \r\n\r\nMa la vigenza dell’una o l’altra norma non muta la sostanza, dal momento che nel contratto stipulato tra la ASL Torino 2 \u003Cmark>e\u003C/mark> le società Ester \u003Cmark>e\u003C/mark> Gruppo Igea nel marzo 2016, vigevano due condizioni:\r\n\r\n \tsi applicava la normativa pre-esistente alla nuova DGR, la medesima che trovava applicazione anche nel precedente regime gestionale \u003Cmark>e\u003C/mark> che avrebbe logicamente dovuto avere sostanziale continuità nelle nuove condizioni, seppure con le possibili modifiche all’organizzazione del lavoro come facoltà dell’imprenditore;\r\n \tsi applicavano però tariffe tali da consentire all’imprenditore di dotare già le Comunità Protette di un organico sovrapponibile a quello previsto dalle nuove norme.\r\n\r\nRisulta al nostro Sindacato che le rette previste per le due tipologie di comunità (tipo A \u003Cmark>e\u003C/mark> tipo B secondo la DCR 357/97) siano quasi sovrapponibili con quelle delle analoghe comunità contemplate dalla nuova normativa (SRP 1 \u003Cmark>e\u003C/mark> SRP 2 secondo la DGR 29).\r\n\r\nRette riconosciute alle società Ester \u003Cmark>e\u003C/mark> Gruppo Igea: euro 168 (Tipo A) \u003Cmark>e\u003C/mark> 134 (Tipo B)\r\n\r\nRette previste dalla nuova normativa: euro 160 (SRP 1) \u003Cmark>e\u003C/mark> 135 (SRP 2)\r\n\r\nAppare evidente che la pretesa di attendere l’entrata in vigore di nuove norme per garantire una prestazione sufficiente per il percorso terapeutico dei pazienti \u003Cmark>e\u003C/mark> un lavoro sicuro \u003Cmark>e\u003C/mark> professionale agli operatori non ha fondamento economico.\r\n\r\n \r\n\r\nCome già detto, l’applicazione dei parametri noti relativi ai costi di funzionamento delle analoghe Comunità Protette fanno presumere alle OO.SS. scriventi un margine di utile per le società titolari delle Comunità Protette un margine di utile per la gestione caratteristica che sembrerebbe collocarsi tra i 30.000 \u003Cmark>e\u003C/mark> i 40.000 euro sul fatturato di poco più di 80.000 mensili per ciascuna delle 5 comunità.\r\n\r\nLe società Ester srl \u003Cmark>e\u003C/mark> Gruppo Igea srl non hanno mai voluto sedersi a un tavolo \u003Cmark>e\u003C/mark> confrontarsi su tale valutazione, nemmeno per smentirla concretamente.\r\n\r\n \r\n\r\nLa DGR 29-2016 \u003Cmark>è\u003C/mark> oggi rimessa in vigore dal TAR, ma la proprietà non solo non dà alcun segno di volersi adeguare, anzi, sfrutta qualsiasi scappatoia per rinviare ulteriormente \u003Cmark>e\u003C/mark> ribadisce che “non spetta al sindacato” proporre incontri per “il riordino del funzionamento delle Comunità”.\r\n\r\n \r\n\r\nL’AGGRESSIONE ALLA CUB SANITA’\r\n\r\nRitenendo irrimandabile un riaggiustamento dell’organizzazione del lavoro \u003Cmark>e\u003C/mark> delle risorse disponibili al fine di riportare le Comunità ad un migliore funzionamento, la nostra O.S. ha, nel corso dei mesi continuato a sollecitare sia le Aziende che i soggetti pubblici per ottenere quei miglioramenti necessari.\r\n\r\n \r\n\r\nIn occasione del “cambio di appalto” avvenuto il 1° giugno (uscenti coop. Zenith \u003Cmark>e\u003C/mark> coop. Altramente, entrante coop. XI Luglio) si \u003Cmark>è\u003C/mark> ottenuta la completa continuità occupazionale \u003Cmark>e\u003C/mark> delle tutele a favore di lavoratrici \u003Cmark>e\u003C/mark> lavoratori, inclusa l’applicazione dell’ “art.18”.\r\n\r\nSubito dopo la cooperativa XI luglio ha tentato una prima volta di cancellare la presenza della CUB Sanità, venendo però immediatamente condannata (Ordinanza del Tribunale di Torino del 10 luglio 2017) per “condotta antisindacale” ai sensi dello Statuto dei Lavoratori.\r\n\r\n \r\n\r\nIl successivo tentativo della CUB Sanità di riprendere il dialogo sindacale non decolla. I due incontri successivi alla sentenza del Tribunale non producono risultati di rilievo, invece arriva il nuovo accanito tentativo di eliminare il sindacato, con la sospensione della Rappresentante Sindacale \u003Cmark>e\u003C/mark> della collega.\r\n\r\n \r\n\r\nAlla richiesta di aprire una trattativa sull’adeguamento degli standard di personale all’entrata in vigore della DGR 29-2016, la proprietà risponde arrogantemente, con lettera del 27 settembre, che “non compete a codesta sigla sindacale… proporre…incontri per il riordino del funzionamento delle comunità”.\r\n\r\n \r\n\r\nLE CONSEGUENZE PER I PAZIENTI \u003Cmark>E\u003C/mark> IL PERSONALE\r\n\r\n \r\n\r\nVige per legge il diritto del singolo imprenditore di avvalersi dei fornitori di propria scelta o di cambiarli, o di scegliere l’organizzazione del lavoro. Ma \u003Cmark>è\u003C/mark> compito del sindacato contrattare l’organizzazione stessa del lavoro ed \u003Cmark>è\u003C/mark> diritto dei lavoratori \u003Cmark>e\u003C/mark> lavoratrici vedere tutelata la propria dignità \u003Cmark>e\u003C/mark> professionalità (aggredite dalla dequalificazione degli interventi al limite della violazione della deontologia professionale), nonché la propria salute \u003Cmark>e\u003C/mark> sicurezza che appaiono fortemente messe in pericolo sia dallo stress-lavoro correlato che dal rischio di eventi critici.\r\n\r\n \r\n\r\nQuello che la proprietà vuole ottenere, attaccando il sindacato \u003Cmark>e\u003C/mark> le operatrici sindacalizzate, \u003Cmark>è\u003C/mark> di stendere un velo di silenzio sulle conseguenze prodotte da una smodata volontà di lucro.\r\n\r\nGli operatori sindacalizzati sono infatti i migliori difensori, giorno per giorno, dei diritti dei pazienti, della qualità \u003Cmark>e\u003C/mark> professionalità del servizio.\r\n\r\n \r\n\r\n\u003Cmark>E’\u003C/mark> ovvio che il numero di operatori \u003Cmark>e\u003C/mark> operatrici (infermieri, educatori, OSS) presenti durante la settimana allo standard precedentemente utilizzato solo nel weekend produce degli effetti.\r\n\r\n \r\n\r\nLe Comunità Protette, dovrebbero essere terapeutiche, cioè riabilitative \u003Cmark>e\u003C/mark> risocializzanti, integrando la dimensione strettamente medica con quella di carattere relazionale \u003Cmark>e\u003C/mark> sociale, infermieristica, farmacologica, psicoterapica, educativa nell’attuazione un Progetto Terapeutico Riabilitativo Personalizzato, nell’ambito di un Piano Terapeutico Individuale, così come stabilito dal Piano di Azione Nazionale per la Salute Mentale AGENAS-GISM recepito dall’Accordo Stato-Regioni del 17 ottobre 2013.\r\n\r\n \r\n\r\nLa carenza di riunioni di équipe multiprofessionali in cui siano stabilmente coinvolte le figure relazionali quotidiane (educatori-OSS-infermieri). La mancanza delle occasioni di passaggio di consegne tra gli operatori montanti \u003Cmark>e\u003C/mark> smontanti. La sostanziale assenza delle risorse necessarie allo svolgimento di progetti riabilitativi \u003Cmark>e\u003C/mark> risocializzanti. Tutti questi sono elementi che connotano l’attuale gestione del paziente in Comunità Protetta nel senso di una pura azione di badanza \u003Cmark>e\u003C/mark> contenimento, mentre il Piano Nazionale per la Salute Mentale parla, in riferimento alla tutela della salute mentale in età adulta di “prestazioni diagnostiche terapeutiche, riabilitative \u003Cmark>e\u003C/mark> socio riabilitative in regime residenziale nella fase intensiva ed estensiva, secondo il progetto terapeutico individuale” \u003Cmark>e\u003C/mark> di “prestazioni assistenziali \u003Cmark>e\u003C/mark> socio riabilitative, compresi programmi di reinserimento sociale \u003Cmark>e\u003C/mark> lavorativo, sia in regime residenziale nella fase di lungoassistenza che nella comunità secondo il progetto terapeutico individuale”.\r\n\r\n \r\n\r\nL’insufficienza della strutturazione professionale risulta anche dalla testimonianza di numerosi operatori che sostengono di non avere il tempo per svolgere una adeguata attività relazionale con gli ospiti della struttura. Gli ospiti di ciascuna comunità sono 20 \u003Cmark>e\u003C/mark> che quindi il rapporto operatori/pazienti, per molte ore della giornata \u003Cmark>è\u003C/mark> di 1:20. A ciò si assommi il fatto che le compresenze di 2 operatori, quando ci sono, sono sovente dedicate ad accompagnamenti o disbrigo di pratiche all’esterno, oppure ad attività assistenziali (igieniche \u003Cmark>e\u003C/mark> simili) per quelle persone non in grado di provvedere in maniera del tutto autonoma.\r\n\r\n \r\n\r\nCiò rende estremamente difficoltoso ottemperare a tutti gli impegni, le attività, le iniziative di cura, riabilitazione \u003Cmark>e\u003C/mark> risocializzazione che non attengano alla pura assistenza diretta alla persona (igiene, somministrazione dei farmaci, dei pasti \u003Cmark>e\u003C/mark> altre funzioni elementari), con quella che giudichiamo una netta riduzione della qualità \u003Cmark>e\u003C/mark> quantità delle prestazioni al paziente.\r\n\r\n \r\n\r\nL’impossibilità per il singolo operatore presente di occuparsi contemporaneamente delle esigenze materiali, emotive \u003Cmark>e\u003C/mark> relazionali di 20 pazienti ha come immediata conseguenza il minore “contenimento relazionale” di persone con difficoltà psicoaffettive \u003Cmark>e\u003C/mark> psichiatriche, \u003Cmark>e\u003C/mark> quindi il più facile insorgere di stati di disagio fino alle vere \u003Cmark>e\u003C/mark> proprie crisi di agitazione.\r\n\r\nTali crisi, ovviamente, sono normali nel contesto delle residenzialità psichiatriche, tanto più delle Comunità Protette, ma possono essere ridotte o aumentate per numero, intensità \u003Cmark>e\u003C/mark> frequenza dalla presenza di attività preventive di contenimento relazionale, di ascolto, di “presa in carico” dei bisogni sia pratici che relazionali del paziente.\r\n\r\n \r\n\r\nLa carenza di personale, inoltre, comporta un aggravio per l’operatore/trice turnante in termini di fatica, \u003Cmark>e\u003C/mark> di stress-lavoro correlato. Per conseguenza l’operatore sarà meno lucido, meno capace di interpretare i segnali di tensione che possono risultare premonitori dell’avvicinarsi di un momento difficile. Avrà perciò maggiori difficoltà a prevenire le crisi, ma anche a gestirle \u003Cmark>e\u003C/mark> a circoscriverle nel momento in cui esse dovessero scoppiare .\r\n\r\n \r\n\r\nIn caso di crisi di agitazione, poi, l’operatore/trice presente in struttura potrebbe trovarsi nell’impossibilità di gestire la situazione da solo \u003Cmark>e\u003C/mark> persino di poter chiamare aiuto in una situazione di rischio che, tenuto conto del contesto particolare, può implicare esiti anche seri.\r\n\r\n \r\n\r\nNumerosi episodi si sono verificati nell’arco dell’ultimo anno \u003Cmark>e\u003C/mark> mezzo a riprova di questa difficoltà. L’aggressione alla CUB Sanità \u003Cmark>è\u003C/mark> proprio tesa a impedire la trasparenza che renderebbe inevitabile un deciso cambiamento dei metodi gestionali.”",{"matched_tokens":122,"snippet":123,"value":123},[67,68,69],"Presidio per \u003Cmark>Barbara\u003C/mark> \u003Cmark>e\u003C/mark> \u003Cmark>Silvia\u003C/mark>, licenziate per aver lottato",[125,127],{"field":93,"matched_tokens":126,"snippet":119,"value":120},[67,68,69],{"field":128,"matched_tokens":129,"snippet":123,"value":123},"post_title",[67,68,69],1736172819517014000,{"best_field_score":132,"best_field_weight":133,"fields_matched":99,"num_tokens_dropped":44,"score":134,"tokens_matched":36,"typo_prefix_score":44},"3315704397824",15,"1736172819517014138",{"document":136,"highlight":154,"highlights":163,"text_match":130,"text_match_info":168},{"cat_link":137,"category":138,"comment_count":44,"id":139,"is_sticky":44,"permalink":140,"post_author":47,"post_content":141,"post_date":142,"post_excerpt":50,"post_id":139,"post_modified":143,"post_thumbnail":144,"post_thumbnail_html":145,"post_title":146,"post_type":55,"sort_by_date":147,"tag_links":148,"tags":153},[41],[43],"43555","http://radioblackout.org/2017/10/due-storie-di-arroganza-padronale-e-una-proposta/","Che i datori di lavoro si facciano sempre più spudorati nel spremere e poi buttare i lavoratori non è purtroppo una novità di questi tempi. E ciò che è successo a Barbara e Silvia, che svolgevano la mansione di OSS presso la comunità \"Il Ponte\" per la Cooperativa “11 Luglio” è una cartina di tornasole che mette bene in evidenza come i padroni, legittimati dalla deregolamentazione del mercato del lavoro e dalla distruzione di ciò che restava dei diritti dei lavoratori, pretendano pure il silenzio e la testa bassa dai propri dipendenti. Barbara e Silvia sono state sospese dal servizio, e una di loro è stata pure denunciata dalla proprietaria della comunità psichiatrica, perché in quanto rappresentanti e iscritte alla CUB portavano avanti da diversi mesi una lotta nella comunità psichiatrica contro la contenzione fisica dei pazienti e contro la speculazione dei padroni della struttura, che ricevono dalla ASL rette salate, nonostante nelle 5 comunità psichiatriche torinesi manchi il personale e si chiedano nuove assunzioni e un servizio dignitoso e di qualità. Con delle scuse ben orchestrate la Cooperativa 11 Luglio le ha allontanate dal proprio posto di lavoro togliendosi dalle scatole due persone disposte a lottare.\r\n\r\nPer questo il sindacato di base CUB ha organizzato per sabato un corteo in loro solidarietà con partenza da via Cuneo 46 per ribadire forte e chiaro che Silvia e Barbara non si toccano.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Alex delegato CUB.\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta la diretta\r\n\r\nalex\r\n\r\n \r\n\r\nEpisodi come quello appena citato, così come altre vicende di licenziamenti avvenute nel torinese negli ultimi mesi scoprono il fronte compatto delle classi padronali e la frammentazione invece dei lavoratori, isolati e mal organizzati all'interno di un feroce mercato del lavoro in ristrutturazione.\r\n\r\nPer cominciare a ridurre le distanze, per fare inchiesta, tentare di incontrarsi e coordinarsi tra lavoratori e lavoratori e tra lavoratori e solidali si è costituito da poco il Collettivo 17 che ha lanciato una compagna in solidarietà a quattro lavoratori Safim, licenziati diversi mesi fa per aver fatto un esposto all'ispettorato del lavoro.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Vincenzo, un compagno che partecipa al Collettivo 17\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta la diretta\r\n\r\nvincenzo","8 Ottobre 2017","2017-10-10 16:15:22","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/wow-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"199\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/wow-300x199.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/wow-300x199.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/wow.jpg 309w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Due storie di arroganza padronale e una proposta",1507482592,[149,150,151,152],"http://radioblackout.org/tag/lavoro/","http://radioblackout.org/tag/licenziamenti/","http://radioblackout.org/tag/sindacato/","http://radioblackout.org/tag/sospensione/",[19,27,23,25],{"post_content":155,"post_title":160},{"matched_tokens":156,"snippet":158,"value":159},[157,67,68,69],"è","ciò che \u003Cmark>è\u003C/mark> successo a \u003Cmark>Barbara\u003C/mark> \u003Cmark>e\u003C/mark> \u003Cmark>Silvia\u003C/mark>, che svolgevano la mansione di OSS","Che i datori di lavoro si facciano sempre più spudorati nel spremere \u003Cmark>e\u003C/mark> poi buttare i lavoratori non \u003Cmark>è\u003C/mark> purtroppo una novità di questi tempi. \u003Cmark>E\u003C/mark> ciò che \u003Cmark>è\u003C/mark> successo a \u003Cmark>Barbara\u003C/mark> \u003Cmark>e\u003C/mark> \u003Cmark>Silvia\u003C/mark>, che svolgevano la mansione di OSS presso la comunità \"Il Ponte\" per la Cooperativa “11 Luglio” \u003Cmark>è\u003C/mark> una cartina di tornasole che mette bene in evidenza come i padroni, legittimati dalla deregolamentazione del mercato del lavoro \u003Cmark>e\u003C/mark> dalla distruzione di ciò che restava dei diritti dei lavoratori, pretendano pure il silenzio \u003Cmark>e\u003C/mark> la testa bassa dai propri dipendenti. \u003Cmark>Barbara\u003C/mark> \u003Cmark>e\u003C/mark> \u003Cmark>Silvia\u003C/mark> sono state sospese dal servizio, \u003Cmark>e\u003C/mark> una di loro \u003Cmark>è\u003C/mark> stata pure denunciata dalla proprietaria della comunità psichiatrica, perché in quanto rappresentanti \u003Cmark>e\u003C/mark> iscritte alla CUB portavano avanti da diversi mesi una lotta nella comunità psichiatrica contro la contenzione fisica dei pazienti \u003Cmark>e\u003C/mark> contro la speculazione dei padroni della struttura, che ricevono dalla ASL rette salate, nonostante nelle 5 comunità psichiatriche torinesi manchi il personale \u003Cmark>e\u003C/mark> si chiedano nuove assunzioni \u003Cmark>e\u003C/mark> un servizio dignitoso \u003Cmark>e\u003C/mark> di qualità. 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Fermata dalla polizia nel corso di una manifestazione notturna al cantiere Tav di Chiomonte, venne pestata, insultata e molestata sessualmente dalle forze dell'ordine. Una sentenza scandalosa, tanto quanto il processo, la cui conclusione era già stata ampiamente anticipata dall'atteggiamento insolente e irrispettoso della Pm.\r\n* Presentiamo \"Calibano e la strega. Le donne, il corpo e l'accumulazione originaria\", di Silvia Federici. La recensione e l'intervista a cura di Anna Curcio su Il Manifesto. Il nostro commento all'ultima parte dell'intervento dedicato alla maternità surrogata, sulla scia de \"Il corpo delle donne come luogo pubblico\", di Barbara Duden e l'anailisi lucida e attualissima di \"Biolavoro globale\" di Melinda Cooper e Catherine Woldby.\r\n* Lettura e commento della notizia riguardante la rimozione di Linda Sabbadini dal suo incarico all'Istat. 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Lettura e commento di \"Il corpo nero cantato da Cecile a SanRemo è una rivoluzione mancata\", articolo apparso su L'Internazionale e \"Black out e Black in\" pubblicato da Effimera.org.\r\nPer riascoltare la puntata:\r\nil colpo della strega_4aprile016_primparte\r\nil colpo della strega_4aprile016_seconparte","17 Aprile 2016","2018-11-01 23:30:35","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/09/adesivo-il-colpo-della-strega-new-copy-200x110.jpg","I podcast de Il colpo della strega: 4aprile2016","podcast",1460917911,[219,220,221,222,223,224,225,226,227,228,229,230,231,232,233,234,235],"http://radioblackout.org/tag/biolavoro/","http://radioblackout.org/tag/calibano-e-la-strega/","http://radioblackout.org/tag/colonialismo/","http://radioblackout.org/tag/corpi/","http://radioblackout.org/tag/donne-notav/","http://radioblackout.org/tag/istat/","http://radioblackout.org/tag/lidia-sabbadini/","http://radioblackout.org/tag/maternita-surrogata/","http://radioblackout.org/tag/notav/","http://radioblackout.org/tag/processo-notav/","http://radioblackout.org/tag/repressione/","http://radioblackout.org/tag/sanremo/","http://radioblackout.org/tag/sguardo-coloniale/","http://radioblackout.org/tag/silvia-federici/","http://radioblackout.org/tag/superbowl/","http://radioblackout.org/tag/surrogacy/","http://radioblackout.org/tag/violenza-di-genere/",[191,201,237,238,239,183,197,240,241,193,242,185,199,195,189,187,243],"colonialismo","corpi","donne notav","maternità surrogata","notav","repressione","violenza di genere",{"post_content":245,"tags":249},{"matched_tokens":246,"snippet":247,"value":248},[67,68,68],"donne come luogo pubblico\", di \u003Cmark>Barbara\u003C/mark> Duden \u003Cmark>e\u003C/mark> l'anailisi lucida \u003Cmark>e\u003C/mark> attualissima di","* La sentenza a carico di alcune compagne \u003Cmark>e\u003C/mark> compagni denunciate/i a seguito del presidio che si tenne fuori dal tribunale di Torino nell'estate 2013 in occasione della prima udienza del processo a Marta, Notav pisana. 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