","Dazi e Brics. Il grande gioco del capitalismo degli anni Venti","post",1752110546,[63,64,65],"http://radioblackout.org/tag/brics/","http://radioblackout.org/tag/dazi/","http://radioblackout.org/tag/vertice-brics/",[30,67,68],"dazi","vertice brics",{"post_content":70,"post_title":75,"tags":78},{"matched_tokens":71,"snippet":73,"value":74},[72],"Bri","7 luglio il vertice dei \u003Cmark>Bri\u003C/mark>cs, quelli che Trump definisce i","Si è concluso il 7 luglio il vertice dei \u003Cmark>Bri\u003C/mark>cs, quelli che Trump definisce i suoi peggiori nemici. Grazie all’investitura di Trump e all’aura di autoeletti rappresentanti del “sud globale”, le élite di questo insieme di paesi eterogenei ma per lo più caratterizzati da autoritarismo, guerra ai poveri e violenza contro le opposizioni, si candidano a divenire il riferimento di chi ha smarrito da diversi decenni la bussola di un internazionalismo che si fondi sulla lotta e la solidarietà di classe.\r\nNel contempo fervono le trattative sui dazi tra UE e Stati Uniti. Il primo agosto è sempre più vicino.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Renato Strumia\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/2025-0-08-brics-strumia.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":76,"snippet":77,"value":77},[72],"Dazi e \u003Cmark>Bri\u003C/mark>cs. 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I temi del meeting sono stati il rafforzamento e le strategie di integrazione del blocco, il Sud Globale come dimensione che deve affrontare relazioni internazionali e geopolitiche complesse e la volontà di istituire una fuoriuscita dal sistema del dollaro dal punto di vista economico e finanziario. I giornali nostrani hanno narrato l'evento con toni volti a diminuire il peso politico di questo passaggio. I governi dell'asse euroatlantico infatti non hanno alcun interesse a mostrare le loro fragilità.\r\n\r\nAll'interno dei Brics infatti, compaiono Stati che producono una parte importante del prodotto globale e l'intenzione è quella di partecipare alla spartizione delle ricchezze, dalle quali tendenzialmente sono esclusi. E' interessante notare come i Brics da soli raccolgano il 46% della popolazione mondiale e circa il 36% del pil mondiale. Molto più di quanto faccia il G7 che produce il 30% del pil mondiale ed ha una popolazione in evidente decrescita. Se da un lato, dunque, i Paesi occidentali tentano di fortificare la loro posizione parlando dell'isolamento, decisamente non effettivo, della Russia dall'altro lato, devono fare i conti sia con le fratture interne all'Unione Europea, con Paesi come Ungheria e Turchia che assumono un ruolo che paradossalmente pone un argine al blocco bellicista e guerrafondaio incarnato dai partiti cosiddetti progressisti, sia con il piano della politica interna USA che avanza a colpi di una campagna elettorale dai caratteri farseschi.\r\n\r\nL'intervista a Sandro Moiso si conclude con un commento rispetto alle tendenze in atto e alle prospettive che ci parlano di scenari di guerre civili che hanno più probabilità di scoppiare negli USA o in Israele che non nel resto del mondo.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/Brics-Kazan-2024_10_24_2024.10.24-10.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ","24 Ottobre 2024","2024-10-24 16:10:23","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/proxy-image-4-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/proxy-image-4-300x169.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/proxy-image-4-300x169.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/proxy-image-4-768x432.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/proxy-image-4.jpeg 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Vertice Brics a Kazan: si prospetta la fuoriuscita dal dollaro?",1729786223,[63,170,171,172,173],"http://radioblackout.org/tag/dollaro/","http://radioblackout.org/tag/nato/","http://radioblackout.org/tag/russia/","http://radioblackout.org/tag/ucraina/",[30,175,176,177,178],"dollaro","nato","russia","Ucraina",{"post_content":180,"post_title":184,"tags":187},{"matched_tokens":181,"snippet":182,"value":183},[72],"è tenuto l’incontro internazionale dei \u003Cmark>Bri\u003C/mark>cs+ che ha coinvolto 36 Paesi","In questi giorni si è tenuto l’incontro internazionale dei \u003Cmark>Bri\u003C/mark>cs+ che ha coinvolto 36 Paesi a Kazan, alla guida la Russia di Putin. 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Una legge cucita addosso ai movimenti sociali che hanno riempito le piazze inglesi negli ultimi mesi.\r\nLa polizia avrebbe il potere di decidere se una manifestazioneè troppo “rumorosa” o “stressante” per la popolazione e quindi vietarla. Per chi non accetta il divieto sono pronte multe e galera.\r\nIl 18 marzo a Bristol, uniti dallo slogan “kill the bill”, centinaia di manifestanti si sono diretti verso il commissariato di Bridewell. La protesta è stata inizialmente pacifica: nonostante i poliziotti fossero pochi, i manifestanti si sono seduti in terra di fronte all’edificio. Quando nell’area sono confluiti i rinforzi, la polizia ha attaccato i manifestanti che si sono difesi ed hanno contrattaccato. Le finestre del commissariato sono andate in pezzi, due mezzi della polizia sono stati incendiati.\r\nLe iniziative contro la repressione e contro il Police bill sono state promosse principalmente da collettivi femministi, ma anche dai movimenti antirazzisti, da ecologisti e ambientalisti, organizzazioni della sinistra radicale, gruppi anarchici. Ora, anche grazie alle proteste, l’iter del disegno di legge è stato sospeso, le prossime letture in Parlamento e la votazione sono state rimandate a dopo Pasqua.\r\n\r\nIl Police Bill è solo uno dei tanti tasselli del mosaico repressivo del governo Jhonson, del quale la ministra dell’Interno Priti Patel è la punta di diamante. 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Esposta a violenze della polizia e dello stato che l'ha rinchiusa in quanto senza documenti, si sommavano poi le difficoltà di ritrovarsi in una sezione non femminile in quanto persona trans. Probabilmente a causa dell'attenzione mediatica a riguardo, alcune settimane fa le autorità sembrano aver messo in scena un agghiacciante teatrino di liberazione: annunciando ad agenzie di stampa ed avvocati che la liberazione della donna fosse imminente, hanno cercato di togliersi di dosso l'attenzione di media ed attivist*.\r\n\r\n \r\n\r\nMa la libertà per Adriana era tutt'altro che in arrivo, al contrario si è trattato di un trasferimento al CPR di Caltanissetta; questo a causa dei suoi precedenti penali. 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La mostruositrans e altre mitologie femministe\", edito da Tamu (2025) , Filo Sottile torna ad affrontare il tema della decolonizzazione della narrazione trans da una prospettiva trans-femminista. Tramite l'immaginario metamostrico e lo strumento della narrativa fantascentifica, l'autrice si propone di presentare varie riflessioni raccolte negli anni grazie all'attraversamento di spazi politici ed assemblee.\r\n\r\nRipercorriamo con l'autrice la genesi del libro, a partire dal testo \"Le mostruositrans\", edito per la collana BookBlock di Eris, per affrontare temi molto attuali in una contemporaneità che fa della polarizzazione di genere e della violenza sui corpi uno strumento di riarmo sociale.\r\n\r\nLa pubblicazione va infatti contrestualizzata nel periodo storico in cui le democrazie neoliberali hanno cessato di tentare di comprare e assimilare il corpus sociale Queer, lasciando il passo ad un più esplicito fascismo che fa leva sull'attacco diretto alle persone trans e di genere non conforme per restringere e strumentalizzare le politiche di genere.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/FiloSottileAF.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\"Io credo che quando l'irreale avanza pretese sulla realtà, o entra nel suo dominio, possa accadere, e accade, qualcosa di diverso dalla semplice assimilazione alle norme dominanti. 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Peraltro anche Tsishekedi è un fiancheggiatore e grande amico di Israele, i cui imprenditori più spregiudicati hanno già operato in Rdc. Insomma affari tra autocrati, piazzisti, teocrati e fascisti in genere che pagano le popolazioni malauguratamente abitanti territori contesi tra potenti.\r\nQuindi ci troviamo di fronte a due Corridoi di merci, il cui progetto faraonico intende variare l'asse commerciale impostato da decenni, spostando i flussi che tagliano l'Africa a metà, congiungendo il porto angolano di Lobito con Beira in Mozambico o Dar es Salaam in Tanzania, Oceano Atlantico con Oceano Indiano; ma anche spostando le direttrici commerciali tra Oriente e Mediterraneo all'interno della Penisola arabica aggirando i flussi impostati un po' più a nord da Pechino e inserendo i territori controllati da Israele. A tanto ci ha portato aprire il vaso di Pandora della Guerra dei 12 giorni da un lato e la sbandierata tregua (supposta) tra Congo e Ruanda...\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nA Laura Silvia Battaglia, voce di \"Radio3Mondo\" e raffinata esperta della cultura dei paesi del Sudovest asiatico, abbiamo chiesto di inquadrare nell’ottica dei Paesi del Golfo il giudizio sulla strategia che ispira il rivolgimento dell’equilibrio nell’area: l’escalation sionista mette in scena un superamento del Diritto internazionale e del concetto di democrazia per imporre una configurazione del Vicino Oriente e dei suoi corridoi commerciali alternativi alla Bri cinese come illustrato tempo fa dallo stesso Netanyahu: annientamento dei proxy iraniani e ridimensionamento della Repubblica islamica stessa a favore della penisola arabica, alleata e complice con gli accordi di Abramo, con regimi autoritari e in funzione anticinese. La causa scatenante – il nucleare iraniano – sembra poco o nulla interessante persino nei suoi risultati (basta la narrazione presidenziale attraverso Truth, che non può essere messa in discussione), perché forse l’obiettivo vero è probabilmente un altro (magari Teheran uscirà dalla non proliferazione nucleare e non ci saranno più controlli).\r\nIl primo elemento che salta agli occhi è la centralità del Qatar, per la sua vicinanza all’Iran, per il suo coinvolgimento in ogni trattativa mondiale (Afghanistan, Palestina… Kivu), Al-Thani sempre attivo diplomaticamente e con la potenza mediatica sul mondo arabo, eppure è stato emblematicamente il primo a essere colpito dalla rappresaglia teatrale dei Turbanti. Il Qatar dipende integralmente da acquisti dall’estero, non produce nulla e la chiusura dello Stretto di Ormuz lo avrebbe soffocato.\r\nIl regime change a Tehran è nei piani israeliani (non in quelli trumpiani), ma il piano di riportare la dinastia Pahlavi al potere non potrebbe essere accettata dalla nazione civile iraniana che vive in un mondo parallelo a quello del potere detenuto che fa giochi internazionali, il potere è detenuto dai pasdaran e le città centrali sono omogenee etnicamente, ma la nazione è estesa enormemente, con un’orografia che non permette di certo un’invasione di stampo iracheno, difficile anche la frammentazione su base etnico-religiosa. La sostituzione dell’attuale regime non si riesce a immaginare da chi possa essere incarnato, perciò è difficile creare un’entità artificiale che sostituisca l’attuale sistema persiano. Benché esista una fronda interna, che però forse non è controllabile dall’esterno, o non ha ancora i mezzi e la mentalità per mettere in atto una rivolta. Solo se le forze di sicurezza solidarizzano con i rivoltosi si potrà avere un successo per il cambiamento. 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Quindi agli americani interessa in particolare poter sfruttare le miniere in qualche modo e dunque hanno scelto di mettere in sicurezza… i loro investimenti nella regione. Il Qatar è l'hub di arrivo delle merci e degli investimenti e per questo è coinvolto in questo quadro di tregua, essendo ormai Doha la capitale di qualunque accordo internazionale da quello siglato dal Trump.01 con i talebani.\r\nAttorno alla Repubblica democratica del Congo e alle sue ricchezze si sviluppano nuove infrastrutture utili alle nazioni africane che stano tentando di innescare uno sviluppo pieno di promesse e anche pericoli innanzitutto ambientali, ma quanto è l’interesse per gli affari occidentali? 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Peraltro anche Tsishekedi è un fiancheggiatore e grande amico di Israele, i cui imprenditori più spregiudicati hanno già operato in Rdc. Insomma affari tra autocrati, piazzisti, teocrati e fascisti in genere che pagano le popolazioni malauguratamente abitanti territori contesi tra potenti.\r\nQuindi ci troviamo di fronte a due Corridoi di merci, il cui progetto faraonico intende variare l'asse commerciale impostato da decenni, spostando i flussi che tagliano l'Africa a metà, congiungendo il porto angolano di Lobito con Beira in Mozambico o Dar es Salaam in Tanzania, Oceano Atlantico con Oceano Indiano; ma anche spostando le direttrici commerciali tra Oriente e Mediterraneo all'interno della Penisola arabica aggirando i flussi impostati un po' più a nord da Pechino e inserendo i territori controllati da Israele. 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Il Qatar dipende integralmente da acquisti dall’estero, non produce nulla e la chiusura dello Stretto di Ormuz lo avrebbe soffocato.\r\nIl regime change a Tehran è nei piani israeliani (non in quelli trumpiani), ma il piano di riportare la dinastia Pahlavi al potere non potrebbe essere accettata dalla nazione civile iraniana che vive in un mondo parallelo a quello del potere detenuto che fa giochi internazionali, il potere è detenuto dai pasdaran e le città centrali sono omogenee etnicamente, ma la nazione è estesa enormemente, con un’orografia che non permette di certo un’invasione di stampo iracheno, difficile anche la frammentazione su base etnico-religiosa. La sostituzione dell’attuale regime non si riesce a immaginare da chi possa essere incarnato, perciò è difficile creare un’entità artificiale che sostituisca l’attuale sistema persiano. 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La stretta repressiva svilupperà nuove proteste?\r\nForse in questa tabula rasa dei paesi nemici di Israele e antagonisti dei sauditi la Turchia si può affrancare perché è un paese Nato e per l’abilità a fungere da cerniera tra mondi, appartenendo sia al mondo \u003Cmark>Bri\u003C/mark>cs che alla Nato, proponendosi come mediatore e mantenendo relazioni con tutti i protagonisti.\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/4PFSoUBf2ZZ8hb79FwbPk0?si=4fbc4626a1f247f9\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/TrumpShowStayTuneOnMiddleEast.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPrecedenti trasmissioni attinenti a questo argomento si trovano qui\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nCon Massimo Zaurrini, direttore di “Africa&Affari”, affrontiamo lo spostamento dell’asse commerciale dell’Africa centrale in seguito al nuovo interesse statunitense per le risorse africane in funzione anticinese.\r\nIn questo quadro si inserisce l’ennesima sceneggiata dell’amministrazione Trump che pretende di imporre una pace nel Nordest del Congo su basi e impegni uguali a quelli che da 20 anni sono divenuti carta straccia nel breve volgere di tempo, l’unica differenza è che Tshisekedi – molto legato alla finanza israeliana – ha “svenduto” il controllo delle risorse del territorio dei Grandi Laghi agli Usa in cambio della risoluzione della guerra con l’M23 e l’Alleanza del Fiume Congo, emanazione del Ruanda, alleato e partner degli anglo-americani. Quindi agli americani interessa in particolare poter sfruttare le miniere in qualche modo e dunque hanno scelto di mettere in sicurezza… i loro investimenti nella regione. Il Qatar è l'hub di arrivo delle merci e degli investimenti e per questo è coinvolto in questo quadro di tregua, essendo ormai Doha la capitale di qualunque accordo internazionale da quello siglato dal Trump.01 con i talebani.\r\nAttorno alla Repubblica democratica del Congo e alle sue ricchezze si sviluppano nuove infrastrutture utili alle nazioni africane che stano tentando di innescare uno sviluppo pieno di promesse e anche pericoli innanzitutto ambientali, ma quanto è l’interesse per gli affari occidentali? Salta all’occhio quel corridoio che, adoperando come terminal il porto angolano di Lobito, ambisce a tracciare supply chain che uniscono Oceano Indiano e Atlantico, fulcro della disputa Cina/Usa sulle merci africane, che il 26 giugno ha appena ricevuto 250 milioni ulteriori per la sua creazione da parte della UE, dopo il mezzo miliardo stanziato da Biden nel suo ultimo viaggio da presidente. Il corridoio di Lobito è bloccato dalla disputa nel Kivu migliaia di chilometri a nord del confine congoloese con lo Zambia, per cui si è operata una variante al progetto iniziale che coinvolgeva il Katanga.\r\nDella strategia fa parte anche il taglio agli USAid, alla Banca africana di sviluppo… il tutto per incentivare gli accordi bilaterali in cui Trump, il mercante, può ricattare, strappare il miglior prezzo, taglieggiare, smaramaldeggiare… gettare fumo negli occhi con la promessa di sviluppo attraverso la Dfc (U.S. Development Finance Corporation); e se si dovesse finalmente spuntare la possibilità di lavorare in loco i materiali grezzi, la devastazione ambientale sarebbe inevitabile.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/business-summit-il-mercato-africano-apprezza-le-trattative-senza-condizioni-etico-politiche-di-trump--66772324\r\n\r\n[audio 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nigeriano. Le cause della sua morte restano incerte, ma i suoi compagni di prigionia raccontano di una lunga agonia e di un colpevole ritardo nei soccorsi. L’ennesimo morto nei lager di stato per persone immigrate ha riportato sui media mainstream il discorso su come finiscono le persone nei CPR; sebbene, come sempre, colpevolmente omettendo la relazione tra i CPR e lo sfruttamento sul lavoro, le leggi immigrazione e il razzismo sistemico. Secondo i giornali infatti, Abel infatti sarebbe stato recluso per un “cavillo burocratico”, in quanto il suo precedente legale era morto mentre stava depositando il ricorso dopo il diniego della Commissione territoriale alla richiesta di asilo, e così il suo permesso di soggiorno era scaduto. “Non aveva commesso alcun reato, lavorava come bracciante e aveva un datore di lavoro disponibile ad assumerlo”. \r\nIn questo primo approfondimento, insieme ad alcunx compagnx che ci hanno raggiunto dalla Puglia, proviamo a tracciare i collegamenti tra lo sfruttamento nelle campagne del Foggiano, dove Abel lavorava, la marginalizzazione e la precarietà lavorativa, abitativa e legale a cui sono costretti lavoratori e lavoratrici delle campagne e i meccanismi di criminalizzazione e repressione delle persone immigrate e delle lotte bracciantili della questura di Foggia, come le deportazioni verso i paesi dell’Africa Occidentale sempre più frequenti.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/harraga-puglia-9.5-parte-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\nNella seconda parte dell’approfondimento, lx compagnx pugliesi ci hanno raccontato degli ultimi episodi di rivolta, scioperi, resistenze nei CPR di Bari e di Brindisi, e del ruolo di questi due centri nel riempimento del CPR albanese di Gjader, attraverso trasferimenti verso altri centri della penisola, riempimenti mirati, spostamenti per e dall’Albania di persone che vengono pluritraumatizzate dalla macchina della tortura razzista di Stato. Il progetto di esternalizzazione della frontiera italiana attraverso la colonizzazione della nuova enclave carceraria albanese si appoggia ai centri pugliesi come stiva, ma non solo: genera trasferimenti continui che, se da una parte creano profitto, dall’altra spezzettano sempre di più le vite e le relazioni delle persone che vengono spostate da una parte all’altra come pacchi, rendendo sempre più difficile la loro difesa legale, il mantenimento di legami famigliari e di solidarietà, e aumentando i livelli di ricatto e di violenza sulle persone senza documenti.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/harraga-puglia-2.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nPer rimanere informati su quanto accade intorno ai CPR pugliesi, seguite https://japrlekk.noblogs.org/","18 Giugno 2025","2025-06-18 15:36:30","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/presidio-contro-il-cpr-di-baripalese-02-10-2025-200x110.jpg","Racconti dai CPR pugliesi di Bari e Brindisi",1750260990,[543,295,544],"http://radioblackout.org/tag/cpr-bari/","http://radioblackout.org/tag/sfruttamento/",[546,308,547],"#cpr bari","sfruttamento",{"post_content":549,"post_title":553},{"matched_tokens":550,"snippet":551,"value":552},[72],"CPR di Bari e di \u003Cmark>Bri\u003C/mark>ndisi, e del ruolo di questi","Nella notte tra l’1 e il 2 maggio, nel CPR di Brindisi-Restinco, muore Abel Okubor, cittadino nigeriano. 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Il 4 ottobre scorso la Corte Europea di giustizia ha sancito che non sono validi gli accordi intercorsi con il Marocco per lo sfruttamento delle risorse del popolo saharawi e riconosce il Sahara occidentale come occupato ma non parte del Marocco e che le risorse vanno ai saharawi, quindi contro interessi di Francia e Spagna, alla base della sentenza c'è la constatazione che la popolazione del Sahara occidentale non aveva dato il proprio consenso e che i trattati erano stati conclusi in violazione dei principi di autodeterminazione dei popoli.\r\n\r\nUn altra sentenza del tribunale civile di Roma ha riconosciuto lo status di rifugiato a Mohamed Dihani, attivista saharawi per i diritti umani perseguitato dal regime marocchino. 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La presenza del segretario delle Nazioni Unite al vertice dei BRICS è stata criticata da Zelensky e questa annotazione ci consente di fare un aggiornamento sulla situazione sul terreno della guerra russo ucraina per poi passare ad analizzare i risultati delle elezioni moldave.\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/BASTIONI-24102024-DALL-AGLIO.mp3\"][/audio]","27 Ottobre 2024","2024-10-27 20:47:46","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 24/10/2024-LA CORTE DI GIUSTIZIA DELL'UNIONE EUROPEA RICONOSCE I DIRITTI DEL POPOLO SAHARAWI-VERTICE DEI BRICS, ELEZIONI IN MOLDAVIA E UCRAINA UNIAMO I PUNTINI.",1730062066,[469],[433],{"post_content":576,"post_title":580},{"matched_tokens":577,"snippet":578,"value":579},[72],"militari ,parliamo della riunione dei \u003Cmark>Bri\u003C/mark>cs che si è tenuta in","Bastioni di Orione ritorna sulla questione della lotta per l'autodeterminazione del popolo saharawi con Andrea Mezzetti e Kynzi Grizzi due partecipanti alla Delegazione italiana delle 30 associazioni che gestiscono i progetti sul saharawi che è stata all'audizione della IV commissione speciale sul Saharawi dell’assemblea generale dell’Onu . Il 4 ottobre scorso la Corte Europea di giustizia ha sancito che non sono validi gli accordi intercorsi con il Marocco per lo sfruttamento delle risorse del popolo saharawi e riconosce il Sahara occidentale come occupato ma non parte del Marocco e che le risorse vanno ai saharawi, quindi contro interessi di Francia e Spagna, alla base della sentenza c'è la constatazione che la popolazione del Sahara occidentale non aveva dato il proprio consenso e che i trattati erano stati conclusi in violazione dei principi di autodeterminazione dei popoli.\r\n\r\nUn altra sentenza del tribunale civile di Roma ha riconosciuto lo status di rifugiato a Mohamed Dihani, attivista saharawi per i diritti umani perseguitato dal regime marocchino. In questa sentenza depositata il 16 settembre scorso si riconosce che il Marocco non è un paese sicuro per Mohamed e ritiene credibili le sue denunce fatte in questi anni circa la persecuzione e la repressione subita durante il suo soggiorno in Marocco.\r\n\r\nCon in nostri interlocutori parliamo anche del ruolo della missione MINURSO ,sostanzialmente inefficace ,dell'ormai fantomatico referendum per l'indipendenza ,del ruolo che rivestono gli accordi di Abramo e il riconoscimento delle pretese marocchine da parte della Francia ,la politica di Rabat che incoraggia i coloni a trasferirsi nel territorio occupato del Sahara occidentale.\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/BASTIONI-24102024-SAHARAWI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Francesco Dall'Aglio ,esperto di Est Europa e questioni strategico - militari ,parliamo della riunione dei \u003Cmark>Bri\u003C/mark>cs che si è tenuta in questi giorni a Kazan e delle sue conseguenze sugli scenari economici e commerciali in una prospettiva di superamento del sistema finanziario \"dollaro centrico\" ereditato dagli equilibri post bellici. Il vertice di Kazan è stato un momento di definizione di una strategia multipolare che critica apertamente la politica sanzionatoria dell'Occidente globale e che mira alla costituzione di un circuito finanziario alternativo allo SWIFT e alla costituzione di una istituzione finanziaria svincolata dal condizionamento delle politiche statunitensi. La presenza del segretario delle Nazioni Unite al vertice dei \u003Cmark>BRI\u003C/mark>CS è stata criticata da Zelensky e questa annotazione ci consente di fare un aggiornamento sulla situazione sul terreno della guerra russo ucraina per poi passare ad analizzare i risultati delle elezioni moldave.\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/BASTIONI-24102024-DALL-AGLIO.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":581,"snippet":582,"value":582},[509],"BASTIONI DI ORIONE 24/10/2024-LA CORTE DI GIUSTIZIA DELL'UNIONE EUROPEA RICONOSCE I DIRITTI DEL POPOLO SAHARAWI-VERTICE DEI \u003Cmark>BRI\u003C/mark>CS, ELEZIONI IN MOLDAVIA E UCRAINA UNIAMO I PUNTINI.",[584,586],{"field":97,"matched_tokens":585,"snippet":582,"value":582},[509],{"field":100,"matched_tokens":587,"snippet":578,"value":579},[72],{"best_field_score":104,"best_field_weight":105,"fields_matched":91,"num_tokens_dropped":50,"score":397,"tokens_matched":107,"typo_prefix_score":107},{"document":590,"highlight":602,"highlights":610,"text_match":102,"text_match_info":615},{"comment_count":50,"id":591,"is_sticky":50,"permalink":592,"podcastfilter":593,"post_author":594,"post_content":595,"post_date":596,"post_excerpt":55,"post_id":591,"post_modified":597,"post_thumbnail":570,"post_title":598,"post_type":466,"sort_by_date":599,"tag_links":600,"tags":601},"83663","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-07-09-2023-sahel-fra-militari-e-insurrezione-jihadista-il-pre-carre-francese-in-dissoluzione-allargamento-dei-brics-prologo-della-dedollarizzazione/",[410],"radiokalakuta","Bastioni di Orione riprende le trasmissioni dopo la pausa estiva e con Edoardo Baldaro ricercatore e studioso del Sahel, ci interroghiamo sulla natura dei colpi di stato che dal 2020 si sono susseguiti nell'area, ciascuno diverso dall'altro in quanto provocati da condizioni non sempre riconducibili ad uno stesso fenomeno. Riflettiano sul ruolo dell'esercito nel contesto di società in cui i corpi intermedi sono deboli, dove impera la corruzione di governi cleptocrati e la spinta al cambiamento che arriva dalle nuove generazioni viene raccolta dall'unica istituzione che è percepita come solida , nonostante la prossimità al potere corrotto e le oggettive incapacità di contenere l'insurrezione jihadista.\r\n\r\nValutiamo il contesto in cui si muove la società civile che nonostante tutto rivela una certa vivacità ed è sottoposta ad una repressione sempre più marcata ,lo sfarinamento ormai irreversibile del sistema della Françafrique e l'irruzione di nuovi attori geopolitici come la Russia,la Cina ,la Turchia che s'inseriscono nel vuoto lasciato dalla Francia.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/bastioni-Baldaro-Edoardo-070923.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nCon Christian Marazzi economista e docente universitario continuiamo la nostra riflessione sull'incipiente processo di de-dollarizzazione prendendo spunto dalla riunione dei Brics di Johannesburg in cui si è deciso l'allargamento di questo eterogeneo raggruppamento di economie che un tempo si definivano emergenti ,ad altri paesi quali Argentina, Egitto, Etiopia, Iran, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti .\r\n\r\nOrmai questi paesi rappresentano oltre il 40% della popolazione mondiale e stanno lavorando alla costituzione di organismi finanziari comuni allo scopo di sostituire in futuro il dollaro come valuta di riferimento aprendo scenari insondabili. Valutiamo con il nostro interlocutore la natura di questi mutamenti ,il possibile scenario del processo di de dollarizzazione,la fase critica dell'economia cinese ,le conseguenze sull'economia mondiale della guerra in Ucraina ,le prospettive della crisi di egemonia del dollaro sugli equilibri internazionali.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/Marazzi_-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","9 Settembre 2023","2023-09-09 12:36:30","BASTIONI DI ORIONE 07/09/2023- SAHEL FRA MILITARI E INSURREZIONE JIHADISTA IL PRE' CARRE' FRANCESE IN DISSOLUZIONE-ALLARGAMENTO DEI BRICS PROLOGO DELLA DEDOLLARIZZAZIONE ?",1694262990,[469],[433],{"post_content":603,"post_title":607},{"matched_tokens":604,"snippet":605,"value":606},[72],"prendendo spunto dalla riunione dei \u003Cmark>Bri\u003C/mark>cs di Johannesburg in cui si","Bastioni di Orione riprende le trasmissioni dopo la pausa estiva e con Edoardo Baldaro ricercatore e studioso del Sahel, ci interroghiamo sulla natura dei colpi di stato che dal 2020 si sono susseguiti nell'area, ciascuno diverso dall'altro in quanto provocati da condizioni non sempre riconducibili ad uno stesso fenomeno. 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Manifestazioni guidate dalle comunità indigene che si riconoscono nella Conaie che stanno paralizzando le attività economiche ,aumenta la repressione con arresti massicci e violenze poliziesche ,analizziamo anche la prospettiva della creazione di un blocco sociale alternativo che superi le contraddizioni della precedente esperienza del governo progressista dell'ex presidente Correa.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/BASTIONI-30062022-ECUADOR.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine commentiamo l'accordo in sede Nato a Madrid fra Svezia ,Finlandia e Turchia ,che consente l'ingresso dei due paesi scandinavi nella Nato in cambio del ritiro al sostegno dei curdi ,ennesimo tradimento della causa curda in nome della real politik da parte dei falsi amici occidentali ,tradimenti cominciati negli anni 20 con gli accordi di Sevres che promettevano una patria ai curdi poi ritrattati dalle potenze imperiali .Il PKK viene definito un organizzazione terrorista e così le YPG e le formazioni che sul campo hanno sconfitto i jiahidisti ,conseguenza immediata l'estradizione di 45 esuli curdi che rischiano di finire nelle carceri turche ,mentre continua l'operazione militare turca contro i curdi nel nord della Siria .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/BASTIONI-30062022-CURDI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ","2 Luglio 2022","2022-07-02 19:40:57","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 30/6/2022 - VERTICI DEI BRICS ,DEL G7 E DELLA NATO PAROLE E FATTI NEL CONFRONTO GLOBALE , I NUOVI BLOCCHI E IL RUOLO DI CINA E INDIA- RIVOLTA CONTINUA IN ECUADOR , PROSPETTIVE DI UN BLOCCO SOCIALE A GUIDA INDIGENA CONTRO LE POLITICHE NEOLIBERALI DI LASSO- GLI ACCORDI INFAMI FRA LA NATO E IL SULTANO SULLA PELLE DEI CURDI TRADITI ANCORA DAI FALSI ALLEATI OCCIDENTALI.",1656790857,[469],[433],{"post_content":630,"post_title":634},{"matched_tokens":631,"snippet":632,"value":633},[72],"gli esiti della riunione dei \u003Cmark>Bri\u003C/mark>cs e del G7 con particolare"," \r\n\r\nBastioni di Orione in questa puntata affronta gli esiti della riunione dei \u003Cmark>Bri\u003C/mark>cs e del G7 con particolare attenzione al ruolo della Cina e dell'India ,ne parliamo con Sabrina Melis e Marco Dell'Aguzzo di China Files ,approfondendo gli aspetti relativi alla nuova \"partnership\" messa in campo da Biden per contrastare la \"Belt and road initiative \" cinese con attenzione alle risorse investite nel nucleare \"smr\" ,quello di piccola taglia e le conseguenze della trappola del debito per i paesi che ricevono i finanziamenti cinesi ,il ruolo definito ambiguo da parte deli USA dell'India e le sue connessioni storiche con il movimento dei non allineati.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/SABRINA-MARCO-BASTIONI-30062022.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nAndiamo in Ecuador per raccontare con Davide Matrone ,freelance che vive a Quito, la rivolta popolare che sta scuotendo il paese contro le politiche neoliberiste del presidente Lasso ,ex banchiere legato alle élite dominanti ecuatoriane . 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