","Embraco: 500 licenziamenti alle porte e il siparietto elettorale di Calenda","post",1519214697,[62,63,64,65,66],"http://radioblackout.org/tag/calenda/","http://radioblackout.org/tag/embraco/","http://radioblackout.org/tag/lavoro/","http://radioblackout.org/tag/torino/","http://radioblackout.org/tag/whirlpool/",[19,24,17,15,68],"whirlpool",{"post_content":70,"post_title":75,"tags":78},{"matched_tokens":71,"snippet":73,"value":74},[72],"Calenda","uscente) dello Sviluppo Economico, Carlo \u003Cmark>Calenda\u003C/mark>, con gran tempismo elettorale e","Sulla vicenda Embraco - l’azienda brasiliana del gruppo Whirlpool che ha deciso di licenziare 500 persone nel suo stabilimento a Riva di Chieri (alle porte di Torino) e di trasferire la produzione di compressori per frigoriferi in Slovacchia - i riflettori mediatici sono puntati a fasi alterne ormai da diverse settimane, ma ieri la vertenza è tornata a occupare le prime notizie della cronaca di molti quotidiani.\r\n\r\nL'incontro di lunedì a Roma tra ministero, azienda e sindacati si è infatti risolto con l'ennesimo nulla di fatto e con la conferma da parte del gruppo Whirlpool di voler tirare dritto per la strada dei licenziamenti. Ieri mattina 300 operai sono tornati a protestare davanti ai cancelli dello stabilimento di Riva di Chieri e uno di loro vi si è incatenato. Nel frattempo il ministro (ormai uscente) dello Sviluppo Economico, Carlo \u003Cmark>Calenda\u003C/mark>, con gran tempismo elettorale e una colossale faccia tosta volava a Bruxelles a fare \"la voce grossa\" sul caso Embraco al cospetto della commissaria europea alla Concorrenza Margrethe Vestager. Un tentativo impacciato e palese (peraltro fuori tempo massimo) di scaricare le colpe sul piano europeo, sviando l'attenzione dalle responsabilità tutte italiane che hanno portato l'Embraco alla situazione attuale. La vicenda infatti si protrae ormai da diversi anni e il processo di delocalizzazioni della produzione ha una storia ben rodata, che si estende ben oltre il caso Embraco.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Maurizio Pagliassotti, giornalista de Il Manifesto:\r\n\r\nembraco_pagliassotti",{"matched_tokens":76,"snippet":77,"value":77},[72],"Embraco: 500 licenziamenti alle porte e il siparietto elettorale di \u003Cmark>Calenda\u003C/mark>",[79,82,84,86,88],{"matched_tokens":80,"snippet":81},[19],"\u003Cmark>calenda\u003C/mark>",{"matched_tokens":83,"snippet":24},[],{"matched_tokens":85,"snippet":17},[],{"matched_tokens":87,"snippet":15},[],{"matched_tokens":89,"snippet":68},[],[91,96,99],{"field":36,"indices":92,"matched_tokens":93,"snippets":95},[48],[94],[19],[81],{"field":97,"matched_tokens":98,"snippet":77,"value":77},"post_title",[72],{"field":100,"matched_tokens":101,"snippet":73,"value":74},"post_content",[72],578730123365712000,{"best_field_score":104,"best_field_weight":105,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":48,"score":106,"tokens_matched":28,"typo_prefix_score":48},"1108091339008",13,"578730123365711979",{"document":108,"highlight":132,"highlights":153,"text_match":102,"text_match_info":163},{"cat_link":109,"category":110,"comment_count":48,"id":111,"is_sticky":48,"permalink":112,"post_author":51,"post_content":113,"post_date":114,"post_excerpt":54,"post_id":111,"post_modified":115,"post_thumbnail":116,"post_thumbnail_html":117,"post_title":118,"post_type":59,"sort_by_date":119,"tag_links":120,"tags":126},[45],[47],"44877","http://radioblackout.org/2017/12/il-ministro-calenda-e-gli-sciacallaggi-sul-tap/","Ieri un'esplosione nell'impianto di distribuzione del gas a Baumgarten an der March - in Austria, una cinquantina di chilometri a nord-est di Vienna - ha provocato un morto e 21 feriti. Attraverso Baumgarten transita il 10 per cento della domanda europea di gas naturale. Le cause dell'esplosione non sono ancora chiare ma già nella notte il flusso verso l'Italia è stato riattivato dopo la sospensione durata per tutta la giornata di ieri.\r\n\r\n \r\n\r\nAlla notizia dell'esplosione il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda ha dichiarato lo stato di emergenza (una procedura che in questi casi scatta in automatico), suscitando allarmismi del tutto infondati sul rischio di approvvigionamento di gas per il nostro paese: il gas che arriva in Italia tramite l'hub di Baumgarten copre infatti poco più del 30% del fabbisogno nazionale. Calenda si è poi spinto oltre, sfruttando in maniera indegna l'incidente austriaco per rilanciare sul Tap, il gasdotto che dall’Azerbaijan arriva fino in Italia sulle coste del Salento e che da mesi sta trovando la ferma opposizione della popolazione locale. Calenda ha infatti dichiarato che \"abbiamo un problema serio di fornitura\" e che \"se avessimo avuto il Tap non dovremmo dichiarare, come faremo oggi, lo stato di emergenza”. Di fronte alle polemiche in serata il ministro è poi tornato in parte sui suoi passi, smorzando i toni sulla proclamata e inesistente emergenza nella fornitura di gas.\r\n\r\n \r\n\r\nIntanto sempre ieri la BEI - la Banca degli Investimenti Europei - ha rinviato la discussione relativa ai finanziamenti da destinare al Tap, mentre in Salento la mobilitazione contro il gasdotto prosegue e rilancia. Dopo le decine di fermi e le manganellate a ridosso della zona rossa di Melendugno avvenuti nei giorni scorsi, si moltiplicano le iniziative previste per le settimane a venire.\r\n\r\n \r\n\r\nCon Gianluca del Movimento No Tap abbiamo commentato le dichiarazioni di Calenda e fatto il punto sulla mobilitazione No Tap e i prossimi appuntamenti di lotta:\r\n\r\ncalenda_tap","13 Dicembre 2017","2017-12-15 21:17:53","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/12/calenda-g7-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/12/calenda-g7-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/12/calenda-g7-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/12/calenda-g7-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/12/calenda-g7.jpg 1000w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Il ministro Calenda e gli sciacallaggi sul TAP",1513169752,[62,121,122,123,124,125],"http://radioblackout.org/tag/energia/","http://radioblackout.org/tag/gasdotto/","http://radioblackout.org/tag/grandi-opere/","http://radioblackout.org/tag/no-tap/","http://radioblackout.org/tag/tap/",[19,127,128,129,130,131],"energia","gasdotto","grandi opere","no tap","tap",{"post_content":133,"post_title":137,"tags":140},{"matched_tokens":134,"snippet":135,"value":136},[72],"ministro dello Sviluppo Economico Carlo \u003Cmark>Calenda\u003C/mark> ha dichiarato lo stato di","Ieri un'esplosione nell'impianto di distribuzione del gas a Baumgarten an der March - in Austria, una cinquantina di chilometri a nord-est di Vienna - ha provocato un morto e 21 feriti. 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Il Ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, ha quindi nominato tre commissari - Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari - per gestire l'amministrazione straordinaria di Alitalia. Sono stati inoltre stanziati 600 milioni di prestito ponte da parte dello Stato, per garantire liquidità e la prosecuzione dei voli nei prossimi sei mesi.\r\n\r\n \r\n\r\nIl Ministro dell'economia, Pier Carlo Padoan, ha parlato di \"un nuovo inizio\", mentre secondo il premier Gentiloni intervenire nella vicenda ha rappresentato \"un atto di responsabilità\" da parte del governo. Ora i tre commissari dovranno aprire a potenziali acquirenti. Il Ministro Calenda ha dichiarato di escludere sia l'ipotesi di una ri-nazionalizzazione di Alitalia, sia quella di una vendita \"a spezzatino\", definendo prioritario l'acquisto dell'intera azienda.\r\n\r\n \r\n\r\nDopo il referendum del 24 aprile, con il quale i lavoratori Alitalia hanno respinto in blocco il pre-accordo proposto dagli azionisti della compagnia e controfirmato da tutti i sindacati confederali, il divario tra gli interessi dei lavoratori e le strategie adottate da azienda e governo resta però ampio. A partire dalla scelta dei nomi dei commissari straordinari, di certo non dei \"volti nuovi\" per il futuro di Alitalia, ma al contrario con pesanti responsabilità nella situazione in cui versa oggi la compagnia, in particolare per quel che riguarda Enrico Laghi (già commissario straordinario dell’Ilva) che ha ricoperto ruoli di rilievo all'interno del board di Cai-Alitalia.\r\n\r\n \r\n\r\nAbbiamo commentato gli ultimi sviluppi della vicenda e le prospettive future di Alitalia con Antonio Amoroso della Cub Trasporti:\r\n\r\nalitalia_cub\r\n\r\n \r\n\r\n ","3 Maggio 2017","2017-05-05 12:02:29","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/05/cq5dam.web_.738.462-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"188\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/05/cq5dam.web_.738.462-300x188.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/05/cq5dam.web_.738.462-300x188.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/05/cq5dam.web_.738.462.jpeg 738w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Crisi Alitalia: dopo il commissariamento si va verso la cessione",1493813193,[178,62,179,64,180],"http://radioblackout.org/tag/alitalia/","http://radioblackout.org/tag/gentiloni/","http://radioblackout.org/tag/referendum/",[26,19,182,17,183],"gentiloni","referendum",{"post_content":185,"tags":189},{"matched_tokens":186,"snippet":187,"value":188},[72],"Ministro dello Sviluppo Economico, Carlo \u003Cmark>Calenda\u003C/mark>, ha quindi nominato tre commissari","Nuovi sviluppi nella vicenda Alitalia: ieri il Cda della compagnia ha dato il via libera unanime al commissariamento. 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Si tratta della Venture Productions - israeliana con capitale cinese, che punta a produrre robot e droni per la pulizia di pannelli fotovoltaici e filtri per l'acqua - e della torinese Astelav, che si occupa della rigenerazione di frigoriferi usati. In tutto le due aziende dovrebbero riassorbire 390 lavoratori e - stando a quanto dichiarato da Calenda - lo farebbero con gli stessi diritti e le stesse retribuzioni, senza supporto di denaro pubblico ma utilizzando la dote che Whirpool-Embraco ha messo a disposizione per i lavoratori.\r\n\r\nLe parti coinvolte si riuniranno venerdì all’Unione industriali di Torino per capire il dettaglio del passaggio. Se le condizioni annunciate da Calenda dovessero essere rispettate si tratterebbe sicuramente di un risultato positivo, anche se i lavoratori che verrebbero riassorbiti rappresentano solo una parte nel processo di smantellamento e licenziamenti ben più lungo che si è protratto per diversi anni all'Embraco.\r\n\r\nAbbiamo commentato la notizia con Maurizio Pagliassotti, giornalista torinese che ha seguito la vertenza Embraco:\r\n\r\npagliassotti_embraco","16 Maggio 2018","2018-05-21 14:15:14","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/05/embraco-calenda-640x342-152901-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"161\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/05/embraco-calenda-640x342-152901-300x161.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/05/embraco-calenda-640x342-152901-300x161.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/05/embraco-calenda-640x342-152901-768x411.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/05/embraco-calenda-640x342-152901.jpg 800w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Embraco, Calenda annuncia il reintegro per i lavoratori di Riva di Chieri",1526476057,[63,64,65],[24,17,15],{"post_content":226,"post_title":230},{"matched_tokens":227,"snippet":228,"value":229},[72],"ministro dello Sviluppo Economico Carlo \u003Cmark>Calenda\u003C/mark> ha annunciato che sono stati","Sembra essere arrivata a un punto di svolta la vicenda che coinvolge l'Embraco, l’azienda brasiliana del gruppo Whirlpool che nei mesi scorsi ha deciso di licenziare 500 persone nel suo stabilimento a Riva di Chieri (alle porte di Torino) e di trasferire la produzione di compressori per frigoriferi in Slovacchia.\r\n\r\nDopo un lungo stallo in cui sembrava che per i lavoratori non vi fosse alcune prospettiva, ieri il ministro dello Sviluppo Economico Carlo \u003Cmark>Calenda\u003C/mark> ha annunciato che sono stati presentati ai sindacati i progetti di due aziende intenzionate a investire nell’ex Embraco. 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Non è chiaro nemmeno ai protagonisti tutto quello che è stato rovesciato alla rinfusa sul tavolo.\r\n\r\nIl governo attuale dopo aver accettato di aprire la vertenza con il sindacato non ha dato seguito alla trattativa. La terna ha richiesto altra cassa integrazione inventando esuberi, a cui hanno risposto subito positivamente i soliti concertativi, mentre Usb ha impiegato una settimana a respingere al mittente l'ennesima cassa in mancanza di una proposta di un piano aziendale.\r\n\r\nAbbiamo chiesto a Antonio Amoroso, responsabile del comparto per la Cub di diradare un po' la foschia che ristagna in questo aeroporto delle nebbie:\r\n\r\ngrande la confusione sotto il cielo","11 Novembre 2018","2018-11-11 14:05:09","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/11/2018.11.09-overesuberi-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"157\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/11/2018.11.09-overesuberi-300x157.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/11/2018.11.09-overesuberi-300x157.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/11/2018.11.09-overesuberi.jpg 640w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Grande la confusione nei cieli dell'Alitalia",1541945109,[257,258,259,260],"http://radioblackout.org/tag/calenda-gubitosi-di-maio/","http://radioblackout.org/tag/delta-lufthansa-easyjet/","http://radioblackout.org/tag/dismissioni/","http://radioblackout.org/tag/ferrovie-e-alitalia/",[262,263,264,265],"Calenda Gubitosi Di Maio","Delta Lufthansa easyjet","dismissioni","Ferrovie e Alitalia",{"post_content":267,"tags":271},{"matched_tokens":268,"snippet":269,"value":270},[72],"idee balzane di dismissioni di \u003Cmark>Calenda\u003C/mark> che aveva dato mandato alla","Milena Gabanelli ha usato il suo spazio televisivo settimanale per fare una marchetta al suo ex capo (in Rai) Gubitosi, ora entrambi danno informazioni fuori da viale Mazzini, ma gli articoli ritagliano alcuni dati, tralasciando quelli che possono andare a detrimento degli interessi della strategia dei commissari che risalgono ancora al governo Gentiloni: qual è il vero passivo?\r\n\r\nDopo la micidiale esperienza di saccheggio da parte di Ethiad; dopo le idee balzane di dismissioni di \u003Cmark>Calenda\u003C/mark> che aveva dato mandato alla terna commissariale (tra cui Gubitosi, che doveva essere cacciata al cambio del governo, ma non ancora licenziata) di mettere sul mercato e assolutamente svendere Alitalia al primo che se la portava via con il suo debito milionario quotidiano (sottolineato da Gabanelli); dopo gli annunci fantasiosi di Di Maio riguardo a joint venture tra Ferrovie e Alitalia, dove ancora non si comprende chi compra chi; comparsi all'orizzonte Delta e Lufthansa, easyjet e fondi canadesi, interessati a entrare a far parte del controllo della compagnia... non si riesce a comprendere in che direzione possa evolvere il futuro di quella che era la compagnia di bandiera, affossata per fare cassa in un periodo in cui il traffico è aumentato e avrebbe senso davvero potenziare sinergie e dedicare risorse a linee e tratte remunerative. 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La manovra è riuscita, ma noi abbiamo parlato prima con Antonio Amoroso, responsabile Cub per il comparto che ci ha fatto un quadro di cosa è avvenuto negli ultimi sei mesi, a partire dal fatto che tutti – politici e operatori, informazione e sindacalisti concertativi – conoscevano perfettamente le condizioni di lavoro e di rapporti in Ryan Air, che può fare concorrenza spietata pagando le sue tasse in Iralanda; e forse le maestranze sono proprio un po' stufe dei modi e delle paghe, della condizione di lavoro e della remunerazione.\r\n\r\n \r\n\r\nEccole considerazioni appassionate di Amoroso poco prima del presidio odierno alle 10 davanti alla Regione Lazio:\r\n\r\nSciopero comparto aereo 15-12-2017","15 Dicembre 2017","2017-12-20 00:04:53","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/12/alitalia-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"271\" height=\"186\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/12/alitalia.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","Sciopero per volare più alto",1513370760,[178,306,307],"http://radioblackout.org/tag/ryan/","http://radioblackout.org/tag/sciopero-comparto-aereo/",[26,309,310],"Ryan","Sciopero comparto aereo",{"post_content":312},{"matched_tokens":313,"snippet":314,"value":315},[72],"ai loro differenti boiardi... invece \u003Cmark>Calenda\u003C/mark>, Del Rio e soci cercano","Dopo il referendum di aprile, quando i lavoratori, stufi di minacce, ricatti e scelte inconsistenti o palesemente mosse da interessi inconfessabili, spezzatini di un'azienda già più volte ripagata e che adesso avrebbe numeri, personale, slot, aeromobili per costituire una effettiva concorrenza, ma proprio per questo va affossata, cancellando know-how, potenzialità, controlli su rotte fondamentali per attirare passeggeri, vettori, turismo attraverso hub da potenziare e non da dismettere, passaggi da utilizzare nazionalizzando quello che i cittadini hanno ripagato già più volte a tutti i governi e ai loro differenti boiardi... invece \u003Cmark>Calenda\u003C/mark>, Del Rio e soci cercano di regalare a Lufthansa il medio e largo raggio (seguendo le direttive di De Palacio), per lasciare ai low cost la prelibata fetta del corto raggio, consentendo il monopolio a Aziende pirata, senza scrupoli, prive di controllo per il loro endemico rifiuto di confronto con i lavoratori, dedite allo sfruttamento indiscriminato e spietate nei rapporti.\r\n\r\nOggi si è arrivati a uno scontro talmente a muso duro con il blocco del traffico aereo che ha mosso la inguardabile Ryan Air a inviare lettere minatorie prima, per poi cercare di dividere categorie, riconoscendo solo quelle più dotate di possibilità di contrattazione proprio durante lo sciopero. 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protocolli nucleari nelle aree più soggette a dispute sull'uso dell'energia nucleare da parte degli stati. Se le volte precedenti i teatri di guerra in cui stava operando ci avevano permesso di descrivere il quadro attorno a Zaporižžja, stavolta si trovava in Iran mentre si andavano svolgendo le operazioni belliche della guerra battezzata da Trump dei 12 giorni, impegnato proprio con quelle centrali oggetto del contendere nel pretesto sionista per l'aggressione di Netanyahu e nella dimostrazione di muscoli machisti di Trump. Ci ha potuto quindi restituire un quadro di prima mano sia della comunità civile iraniana, sia delle figure di scienziati che a dispetto di ogni convenzione diplomatica e facendo strame del diritto internazionale sono stati decimati; ma contemporaneamente ha potuto con precisione descrivere e dirimere la questione più strettamente tecnologica. Così facendo ci ha confermato nell'idea che avevamo già avanzato la scorsa settimana con Laura Silvia Battaglia, ipotizzando che si tratti semplicemente di un sanguinario teatrino dell'orrore messo in piedi dai vertici del potere internazionale per far accettare la trasformazione del Sudovest asiatico secondo i piani di Tel Aviv.\r\nSiamo anche tornati a Panama, questa volta con David Lifodi, redattore de \"La Bottega del Barbieri\". Abbiamo di nuovo rivolto la prua verso il Canale, perché ci sembrava che la quantità di motivi di scontro e la serie di interessi planetari che passano da quella via di comunicazione che va prosciugandosi sia tale che vede tutte le grandi potenze impegnate: la Cina lascia il controllo dei porti, Trump pretende di annettersi il paese che tanto ha lottato per l'indipendenza, un presidente traditore che svende il paese agli americani, che dispiegheranno truppe di nuovo lungo il Canale, e alla Chiquita, che impone licenziamenti e dimezzamenti salariali e pensionistici (i lavoratori andrebbero in pensione con il 30% del loro stipendio – ora sarebbe con il 60%). I tumulti in piazza sono scoppiati, la repressione è stata feroce.\r\nE sulla scorta di questa ondata di lotte di piazza mesoamericane abbiamo sentito l'impulso di sentire ancora una volta Tatjana Djordjevic per documentare la svolta del Movimento serbo contro Vucic: stavolta la posizione si è più politicizzata e chiede dimissioni, si contrappone al rifiuto di rispondere dell'apparato di potere, forse perdendo l'anima movimentista, fresca e irridente, probabilmente per l'infiltrazione di elementi organizzati.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nPiergiorgio Pescali, ingegnere nucleare che svolge i controlli per conto dell’Aiea, durante la guerra dei 12 giorni svolgeva il suo compito a Teheran e ci ha restituito alcune impressioni sulla società iraniana coinvolta nel conflitto, reazioni e speranze scaturite dalla situazione, ma soprattutto ci ha fatto il quadro preciso dello stato dell’arte tecnologico da esperto che ha conosciuto buona parte degli scienziati uccisi dall’Idf, colleghi preparati e che hanno sempre ribadito l’intento non militare del loro lavoro. Pescali non nasconde che i risultati dell’attività delle centrali iraniane esulassero dagli accordi sull’arricchimento dell’uranio – ma comunque i persiani non hanno accesso al plutonio, indispensabile per dotarsi di una bomba che possa fare da deterrente – e che l’Aiea dovesse riferire, sicuramente il pericolo non legittimava la reazione assassina del governo di Netanyahu: eliminare gli scienziati e decapitare i comandi militari indebolisce la società iraniana ma la lascia in balia del regime confessionale non più in grado di contrastare le mire sioniste, ma ancora più feroce nel controllo interno.\r\nPeraltro, se si analizza la questione con gli occhiali dello scienziato informato di prima mano, il pericolo della dotazione nucleare iraniana sarebbe potenzialmente a tal punto risibile rispetto alla potenza nucleare israeliana che appare evidente che sia stato tutto un teatrino pretestuoso il putiferio luttuoso combinato dai potenti, inscenato per rafforzare il singolo potere interno sulla pelle dei morti civili, anche di valenti scienziati, menti sottratte alla comunità. Infatti dopo quei 12 giorni di guerra non è cambiato nulla: l’Iran non ha stracciato la firma dal Trattato sulla non proliferazione nucleare (che Israele non ha mai preso in considerazione nella sua consueta impunità), gli Usa continuano nell’ambiguità del sostegno acritico a Israele e a contrastare l’espansione cinese, Tel Aviv insiste a sfruttare la superiorità bellica per rintuzzare la potenza della Mezzaluna sciita. Il resto è show-war innescato da pretesti conflittuali per rendere accettabile la trasformazione del Sudovest asiatico.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/scene-di-guerra-spettacolari-per-ridisegnare-il-medio-oriente-raccontando-favole-nucleari--66873848\r\n\r\ni precedenti episodi relativi alla Repubblica islamica si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/OneWayNukeProliferation.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nSono due mesi che si assiste a proteste incessanti che coinvolgono diversi settori della società panamense , le proteste godono di un ampio sostegno popolare ed è per questo che il governo ha iniziato ad aumentare la repressione.\r\nLe mobilitazioni che si stanno svolgendo in varie parti del paese sono contro la riforma del sistema pensionistico, la riapertura della miniera Cobre Panamá, i bacini idrici multifunzionali del canale interoceanico e l'accordo di intesa firmato da Panama con gli Stati Uniti.\r\nIl governo intende decapitare il movimento, criminalizzando e perseguendo penalmente i principali dirigenti sindacali e minacciando gli scioperanti . La verità è che ci troviamo di fronte a una dittatura in abiti civili, che gode del sostegno degli Stati Uniti e risponde al malcontento sociale con la repressione indiscriminata.\r\nNonostante lo stato d’assedio, la crescita delle proteste nella cosiddetta zona bananera, dove l’impresa Chiquita Panamá ha licenziato più di cinquemila lavoratori , ha incrementato la rivolta sociale contro il presidente Mulino, giunto al potere nel 2024 grazie al sostegno della borghesia panamense e del grande capitale e che era riuscito a guadagnarsi l’appoggio popolare intercettando l’elettorato ultraconservatore deluso dal neoliberista Martinelli, alla guida del paese tra il 2009 e il 2014 prima di essere travolto da una serie di scandali legati alla corruzione.\r\nIn un paese di poco più di 4 milioni di abitanti i primi a scendere in lotta, il 23 aprile scorso, sono stati i docenti. Successivamente, a far sentire la propria voce, sono stati lavoratori delle bananeras, i sindacati, a partire dal Suntracs (Sindicato Único Nacional de Trabajadores de la Construcción y Similares) e gli studenti, tutti riuniti sotto le insegne del collettivo Alianza Pueblo Unido por la Vida che, fin dall’inizio, ha definito quella di Mulino come un’”offensiva neoconservatrice e neocolonialista”.\r\n\r\nNe parliamo con David Lifodi attento osservatore della realtà latinoamericana.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/panama-s-incrociano-le-rivendicazioni-popolari-mentre-e-in-corso-la-contesa-per-il-controllo-del-canale--66875972\r\n\r\nQui trovate la serie dedicata al mondo latinoamericano\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/BASTIONI-03072025-PANAMA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nQuando ormai sembrava che le proteste stessero per sgonfiarsi e che neanche gli studenti avessero più la forza, a Belgrado si è svolta una grande manifestazione, segnando un altro punto di svolta nella mobilitazione di studenti e cittadini che si protrae ormai da mesi.\r\nTuttavia, sabato 28 giugno è diventato chiaro che la situazione è molto più complessa.\r\nNella storia della Serbia, questa data ha un significato importante, quasi mitico. La battaglia di Kosovo Polje si svolse il 28 giugno 1389, a Vidovdan (il giorno di San Vito) secondo il calendario gregoriano. A 636 anni di distanza, ancora si discute e ci si scontra sul significato di questo evento.\r\nPer la maggior parte dei cittadini serbi, questa è una delle date più significative della storia, il giorno in cui l’esercito serbo si oppose a quello ottomano, di gran lunga superiore, combatté eroicamente e, pur uscendo sconfitto, “salvò l'Europa”.\r\nPer altri – che restano in minoranza – Vidovdan è una ricorrenza da commemorare, ma non da celebrare, avendo spinto la Serbia in uno stato di prigionia e decadenza secolare. Per la destra, Vidovdan è un giorno sacro, per la sinistra una fonte di preoccupazione per le possibili recrudescenze nazionaliste e scioviniste.\r\nNegli ultimi trent’anni, Vidovdan ha assunto particolare rilevanza. A riportarlo in auge fu Slobodan Milošević.\r\nIl Kosovo è ancora uno dei punti nevralgici della società serba, tant’è che la stragrande maggioranza dei cittadini serbi continua a percepire il Kosovo come parte integrante della Serbia e a basare su questa convinzione le proprie opinioni politiche.\r\nQuesto il contesto in cui gli studenti hanno organizzato la grande manifestazione a Vidovdan. Stando alle stime in Piazza Slavija, a Belgrado, si sono radunate centoquarantamila persone. Altre fonti parlano anche di duecentomila manifestanti.\r\nIl salto di qualità del movimento studentesco, nato in seguito al crollo della pensilina della stazione di Novi Sad avvenuto il 1 novembre del 2024 e in cui persero la vita 15 persone, è evidente nella capillare mobilitazione che sta coinvolgendo ampi strati della società serba .Le rivendicazioni sono la richiesta di elezioni politiche anticipate e smantellare il cosiddetto Ćaciland, bastione del Partito progressista serbo (SNS) in centro a Belgrado, allestito dagli “studenti che vogliono tornare in aula”, che da mesi ormai blocca il traffico nella capitale.\r\nL'ampiamento della base sociale delle proteste ha portato a galla i residui del nazionalismo serbo che si sono visti in piazza Slavija dove sono intervenute personalità dall'evidente pedigree nazionalista .L'intossicazione nazionalista e la scelta di confrontarsi sul piano elettorale con Vucic rischiano di far scivolare il movimento verso la normalizzazione ,mentre rimane molto forte la mobilitazione e l'indignazione popolare contro il sistema di Vucic.\r\n\r\nNe parliamo con Tatjana Djordjevic corrispondente dall'Italia di vari media .\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/serbia-ombre-nazionaliste-sulla-protesta-degli-studenti-contro-vucic--66876127\r\n\r\nI precedenti interventi relativi al Movimento serbo e anche alle altre realtà balcaniche potete ascoltare si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/BASTIONI-03072025-SERBIA.mp3\"][/audio]","6 Luglio 2025","2025-07-07 09:27:35","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 03/07/2025 - LA FAVOLA DEL NUCLEARE IRANIANO È RACCONTATA DA SPECCHI SIONISTI DEFORMANTI E CRIMINALI. IL CHOKEPOINT DI PANAMA CONCENTRA RABBIA E REPRESSIONE, CHE IN SERBIA TROVANO UN NUOVO LIVELLO DI SCONTRO",1751830781,[415,416],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/","http://radioblackout.org/tag/bastioniorione/",[356,354],{"post_content":419},{"matched_tokens":420,"snippet":421,"value":422},[19],"di San Vito) secondo il \u003Cmark>calenda\u003C/mark>rio gregoriano. A 636 anni di","Avevamo già sentito Piergiorgio Pescali a proposito del suo lavoro di ingegnere inviato dall'Aiea a controllare il rispetto dei protocolli nucleari nelle aree più soggette a dispute sull'uso dell'energia nucleare da parte degli stati. Se le volte precedenti i teatri di guerra in cui stava operando ci avevano permesso di descrivere il quadro attorno a Zaporižžja, stavolta si trovava in Iran mentre si andavano svolgendo le operazioni belliche della guerra battezzata da Trump dei 12 giorni, impegnato proprio con quelle centrali oggetto del contendere nel pretesto sionista per l'aggressione di Netanyahu e nella dimostrazione di muscoli machisti di Trump. Ci ha potuto quindi restituire un quadro di prima mano sia della comunità civile iraniana, sia delle figure di scienziati che a dispetto di ogni convenzione diplomatica e facendo strame del diritto internazionale sono stati decimati; ma contemporaneamente ha potuto con precisione descrivere e dirimere la questione più strettamente tecnologica. Così facendo ci ha confermato nell'idea che avevamo già avanzato la scorsa settimana con Laura Silvia Battaglia, ipotizzando che si tratti semplicemente di un sanguinario teatrino dell'orrore messo in piedi dai vertici del potere internazionale per far accettare la trasformazione del Sudovest asiatico secondo i piani di Tel Aviv.\r\nSiamo anche tornati a Panama, questa volta con David Lifodi, redattore de \"La Bottega del Barbieri\". Abbiamo di nuovo rivolto la prua verso il Canale, perché ci sembrava che la quantità di motivi di scontro e la serie di interessi planetari che passano da quella via di comunicazione che va prosciugandosi sia tale che vede tutte le grandi potenze impegnate: la Cina lascia il controllo dei porti, Trump pretende di annettersi il paese che tanto ha lottato per l'indipendenza, un presidente traditore che svende il paese agli americani, che dispiegheranno truppe di nuovo lungo il Canale, e alla Chiquita, che impone licenziamenti e dimezzamenti salariali e pensionistici (i lavoratori andrebbero in pensione con il 30% del loro stipendio – ora sarebbe con il 60%). I tumulti in piazza sono scoppiati, la repressione è stata feroce.\r\nE sulla scorta di questa ondata di lotte di piazza mesoamericane abbiamo sentito l'impulso di sentire ancora una volta Tatjana Djordjevic per documentare la svolta del Movimento serbo contro Vucic: stavolta la posizione si è più politicizzata e chiede dimissioni, si contrappone al rifiuto di rispondere dell'apparato di potere, forse perdendo l'anima movimentista, fresca e irridente, probabilmente per l'infiltrazione di elementi organizzati.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nPiergiorgio Pescali, ingegnere nucleare che svolge i controlli per conto dell’Aiea, durante la guerra dei 12 giorni svolgeva il suo compito a Teheran e ci ha restituito alcune impressioni sulla società iraniana coinvolta nel conflitto, reazioni e speranze scaturite dalla situazione, ma soprattutto ci ha fatto il quadro preciso dello stato dell’arte tecnologico da esperto che ha conosciuto buona parte degli scienziati uccisi dall’Idf, colleghi preparati e che hanno sempre ribadito l’intento non militare del loro lavoro. Pescali non nasconde che i risultati dell’attività delle centrali iraniane esulassero dagli accordi sull’arricchimento dell’uranio – ma comunque i persiani non hanno accesso al plutonio, indispensabile per dotarsi di una bomba che possa fare da deterrente – e che l’Aiea dovesse riferire, sicuramente il pericolo non legittimava la reazione assassina del governo di Netanyahu: eliminare gli scienziati e decapitare i comandi militari indebolisce la società iraniana ma la lascia in balia del regime confessionale non più in grado di contrastare le mire sioniste, ma ancora più feroce nel controllo interno.\r\nPeraltro, se si analizza la questione con gli occhiali dello scienziato informato di prima mano, il pericolo della dotazione nucleare iraniana sarebbe potenzialmente a tal punto risibile rispetto alla potenza nucleare israeliana che appare evidente che sia stato tutto un teatrino pretestuoso il putiferio luttuoso combinato dai potenti, inscenato per rafforzare il singolo potere interno sulla pelle dei morti civili, anche di valenti scienziati, menti sottratte alla comunità. Infatti dopo quei 12 giorni di guerra non è cambiato nulla: l’Iran non ha stracciato la firma dal Trattato sulla non proliferazione nucleare (che Israele non ha mai preso in considerazione nella sua consueta impunità), gli Usa continuano nell’ambiguità del sostegno acritico a Israele e a contrastare l’espansione cinese, Tel Aviv insiste a sfruttare la superiorità bellica per rintuzzare la potenza della Mezzaluna sciita. Il resto è show-war innescato da pretesti conflittuali per rendere accettabile la trasformazione del Sudovest asiatico.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/scene-di-guerra-spettacolari-per-ridisegnare-il-medio-oriente-raccontando-favole-nucleari--66873848\r\n\r\ni precedenti episodi relativi alla Repubblica islamica si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/OneWayNukeProliferation.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nSono due mesi che si assiste a proteste incessanti che coinvolgono diversi settori della società panamense , le proteste godono di un ampio sostegno popolare ed è per questo che il governo ha iniziato ad aumentare la repressione.\r\nLe mobilitazioni che si stanno svolgendo in varie parti del paese sono contro la riforma del sistema pensionistico, la riapertura della miniera Cobre Panamá, i bacini idrici multifunzionali del canale interoceanico e l'accordo di intesa firmato da Panama con gli Stati Uniti.\r\nIl governo intende decapitare il movimento, criminalizzando e perseguendo penalmente i principali dirigenti sindacali e minacciando gli scioperanti . La verità è che ci troviamo di fronte a una dittatura in abiti civili, che gode del sostegno degli Stati Uniti e risponde al malcontento sociale con la repressione indiscriminata.\r\nNonostante lo stato d’assedio, la crescita delle proteste nella cosiddetta zona bananera, dove l’impresa Chiquita Panamá ha licenziato più di cinquemila lavoratori , ha incrementato la rivolta sociale contro il presidente Mulino, giunto al potere nel 2024 grazie al sostegno della borghesia panamense e del grande capitale e che era riuscito a guadagnarsi l’appoggio popolare intercettando l’elettorato ultraconservatore deluso dal neoliberista Martinelli, alla guida del paese tra il 2009 e il 2014 prima di essere travolto da una serie di scandali legati alla corruzione.\r\nIn un paese di poco più di 4 milioni di abitanti i primi a scendere in lotta, il 23 aprile scorso, sono stati i docenti. Successivamente, a far sentire la propria voce, sono stati lavoratori delle bananeras, i sindacati, a partire dal Suntracs (Sindicato Único Nacional de Trabajadores de la Construcción y Similares) e gli studenti, tutti riuniti sotto le insegne del collettivo Alianza Pueblo Unido por la Vida che, fin dall’inizio, ha definito quella di Mulino come un’”offensiva neoconservatrice e neocolonialista”.\r\n\r\nNe parliamo con David Lifodi attento osservatore della realtà latinoamericana.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/panama-s-incrociano-le-rivendicazioni-popolari-mentre-e-in-corso-la-contesa-per-il-controllo-del-canale--66875972\r\n\r\nQui trovate la serie dedicata al mondo latinoamericano\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/BASTIONI-03072025-PANAMA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nQuando ormai sembrava che le proteste stessero per sgonfiarsi e che neanche gli studenti avessero più la forza, a Belgrado si è svolta una grande manifestazione, segnando un altro punto di svolta nella mobilitazione di studenti e cittadini che si protrae ormai da mesi.\r\nTuttavia, sabato 28 giugno è diventato chiaro che la situazione è molto più complessa.\r\nNella storia della Serbia, questa data ha un significato importante, quasi mitico. La battaglia di Kosovo Polje si svolse il 28 giugno 1389, a Vidovdan (il giorno di San Vito) secondo il \u003Cmark>calenda\u003C/mark>rio gregoriano. A 636 anni di distanza, ancora si discute e ci si scontra sul significato di questo evento.\r\nPer la maggior parte dei cittadini serbi, questa è una delle date più significative della storia, il giorno in cui l’esercito serbo si oppose a quello ottomano, di gran lunga superiore, combatté eroicamente e, pur uscendo sconfitto, “salvò l'Europa”.\r\nPer altri – che restano in minoranza – Vidovdan è una ricorrenza da commemorare, ma non da celebrare, avendo spinto la Serbia in uno stato di prigionia e decadenza secolare. Per la destra, Vidovdan è un giorno sacro, per la sinistra una fonte di preoccupazione per le possibili recrudescenze nazionaliste e scioviniste.\r\nNegli ultimi trent’anni, Vidovdan ha assunto particolare rilevanza. A riportarlo in auge fu Slobodan Milošević.\r\nIl Kosovo è ancora uno dei punti nevralgici della società serba, tant’è che la stragrande maggioranza dei cittadini serbi continua a percepire il Kosovo come parte integrante della Serbia e a basare su questa convinzione le proprie opinioni politiche.\r\nQuesto il contesto in cui gli studenti hanno organizzato la grande manifestazione a Vidovdan. Stando alle stime in Piazza Slavija, a Belgrado, si sono radunate centoquarantamila persone. Altre fonti parlano anche di duecentomila manifestanti.\r\nIl salto di qualità del movimento studentesco, nato in seguito al crollo della pensilina della stazione di Novi Sad avvenuto il 1 novembre del 2024 e in cui persero la vita 15 persone, è evidente nella capillare mobilitazione che sta coinvolgendo ampi strati della società serba .Le rivendicazioni sono la richiesta di elezioni politiche anticipate e smantellare il cosiddetto Ćaciland, bastione del Partito progressista serbo (SNS) in centro a Belgrado, allestito dagli “studenti che vogliono tornare in aula”, che da mesi ormai blocca il traffico nella capitale.\r\nL'ampiamento della base sociale delle proteste ha portato a galla i residui del nazionalismo serbo che si sono visti in piazza Slavija dove sono intervenute personalità dall'evidente pedigree nazionalista .L'intossicazione nazionalista e la scelta di confrontarsi sul piano elettorale con Vucic rischiano di far scivolare il movimento verso la normalizzazione ,mentre rimane molto forte la mobilitazione e l'indignazione popolare contro il sistema di Vucic.\r\n\r\nNe parliamo con Tatjana Djordjevic corrispondente dall'Italia di vari media .\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/serbia-ombre-nazionaliste-sulla-protesta-degli-studenti-contro-vucic--66876127\r\n\r\nI precedenti interventi relativi al Movimento serbo e anche alle altre realtà balcaniche potete ascoltare si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/BASTIONI-03072025-SERBIA.mp3\"][/audio]",[424],{"field":100,"matched_tokens":425,"snippet":421,"value":422},[19],578730089005449300,{"best_field_score":428,"best_field_weight":290,"fields_matched":28,"num_tokens_dropped":48,"score":429,"tokens_matched":28,"typo_prefix_score":28},"1108074561536","578730089005449329",{"document":431,"highlight":445,"highlights":450,"text_match":426,"text_match_info":453},{"comment_count":48,"id":432,"is_sticky":48,"permalink":433,"podcastfilter":434,"post_author":382,"post_content":435,"post_date":436,"post_excerpt":54,"post_id":432,"post_modified":437,"post_thumbnail":438,"post_title":439,"post_type":388,"sort_by_date":440,"tag_links":441,"tags":443},"98023","http://radioblackout.org/podcast/frittura-mistaradio-fabbrica-20-05-2025/",[339],"Il primo approfondimento della puntata lo abbiamo fatto in studio in compagnia di Angelo, Alessio e Paolo operai presso gli stabilimenti Stellantis. Il tema che abbiamo affrontato è quello dell'industria manifatturiera dell'auto:\r\n1- il confronto è iniziato affrontando la questione contrattuale con le differenze tra il Contratto Collettivo Specifico di Lavoro (CCSL), applicato ai lavorator* del gruppo Stellantis, e quello metalmeccanico, applicato in genere al comparto manifatturiero;\r\n2- poi ci siamo concentrati sull'agibilità sindacale ridotta alla mera contrattazione a ribasso delle sigle sindacali firmatarie del contratto, la FIOM non è tra queste; lavoratori e lavoratrici si sono autorganizzati dal basso con il confronto assembleare per riconquistare l'agibilità sindacale;\r\n3- infine i nostri ospiti ci hanno spiegato che per uscire dall'isolamento bisogna cogliere al balzo questo momento storico di crisi della produzione automobilistica e riprendere il protagonismo diretto nei tavoli contrattuali e nelle decisioni aziendali la partecipazione.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/F_m_20_05_Approfondimentoi-su-Stellantis-con-gli-operai-Alessio-Angelo-e-Paolo-ospiti-in-studio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in collegamento telefonico con due lavoratrici del servizio BOA presso la cooperativa sociale Valdocco, per addentrarci nelle condizioni lavorative e contrattuali di chi presta servizi di assistenza alle persone che dormono per strada. Infatti, stanche di paghe insufficienti rispetto alla molteplicità di mansioni che devono sostenere, si sono rivolte alla CUB Sanità di Torino, che ha chiesto un incontro con la cooperativa svoltosi il 10 Aprile 2025. Dato che questo momento non ha sortito alcuna presa di responsabililtà sulle lavorator3, quest3 ultim3 hanno ampliato il loro sguardo a chi continua a portare avanti lotte in questo stesso settore, come le lavoratrici di Eufemia e il tavolo lavoro di Non Una Di Meno Torino e grazie anche al loro sostegno hanno messo in piedi uno sciopero di due giorni (il 26 e il 27 maggio) e il seguente calendario di iniziative a cui vi invitiamo a partecipare:\r\n\r\n* Giornata del 26: presidio sotto l'assessorato (via Corte d'Appello 16) ore 15:000 e sotto il Comune durante il Consiglio comunale (piazza Palazzo di Città) .\r\n* Giornata del 27: sciopero indetto dalla CUB Sanità con ritrovo a Piazza Bengasi alle ore 9:30. Apericena up to you al Cecchi Point ore 18.00.\r\nAssemblea aperta ore 19.00\r\n*lancio di crowdfunding online\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/F_m_20_05_Due-lavoratrici-servizio-boa-x-coop-valdocco-su-sciopero-e-benefit-27-maggio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl terzo argomento della puntata è stato quello dei riders, dei quali torniamo a parlare dopo tanto tempo di silenzio, a causa di un emendamento proposto al DL Sicurezza che andrebbe a toccare proprio la libertà di sciopero di questa categoria già martoriata. Infatti grazie all'intervista con un rider, siamo andati ad esplorare le specifiche di questo emendamento e le sue implicazioni, proposto dal leghista Igor Iezzi, che legherebbe lavoratori e lavoratrici di questo ambito (\"servizi di trasporto, smistamento e distribuzione di pacchi, plichi, farmaci e prodotti alimentari\") ai servizi essenziali. In questo modo, l'efficacia delle lotte rider che hanno portato alla ribalta anni fa l'argomento a livello pubblico, oltre che a vere e proprie conquiste, verrebbe vanificata, perchè dall'intenzione di indire lo sciopero dovrebbero passare giorni e giorni di obbligate contrattazioni con le aziende, le quali avrebbero tutti gli strumenti per non venire minimamente danneggiati da eventuali mobilitazioni.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/F_m_20_05_Rider-su-emendamento-dl-sicurezza-contro-libertà-di-sciopero-dei-fattorini.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","23 Maggio 2025","2025-05-23 13:26:23","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/aa03f5f3-7ea8-456d-864b-ec5999000960-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 20/05/2025",1748006552,[442],"http://radioblackout.org/tag/frittura-mista-radio-fabbrica/",[444],"frittura mista radio fabbrica",{"post_content":446},{"matched_tokens":447,"snippet":448,"value":449},[19],"27 maggio) e il seguente \u003Cmark>calenda\u003C/mark>rio di iniziative a cui vi","Il primo approfondimento della puntata lo abbiamo fatto in studio in compagnia di Angelo, Alessio e Paolo operai presso gli stabilimenti Stellantis. 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In questo modo, l'efficacia delle lotte rider che hanno portato alla ribalta anni fa l'argomento a livello pubblico, oltre che a vere e proprie conquiste, verrebbe vanificata, perchè dall'intenzione di indire lo sciopero dovrebbero passare giorni e giorni di obbligate contrattazioni con le aziende, le quali avrebbero tutti gli strumenti per non venire minimamente danneggiati da eventuali mobilitazioni.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/F_m_20_05_Rider-su-emendamento-dl-sicurezza-contro-libertà-di-sciopero-dei-fattorini.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]",[451],{"field":100,"matched_tokens":452,"snippet":448,"value":449},[19],{"best_field_score":428,"best_field_weight":290,"fields_matched":28,"num_tokens_dropped":48,"score":429,"tokens_matched":28,"typo_prefix_score":28},{"document":455,"highlight":474,"highlights":479,"text_match":426,"text_match_info":482},{"comment_count":48,"id":456,"is_sticky":48,"permalink":457,"podcastfilter":458,"post_author":459,"post_content":460,"post_date":461,"post_excerpt":54,"post_id":456,"post_modified":462,"post_thumbnail":463,"post_title":464,"post_type":388,"sort_by_date":465,"tag_links":466,"tags":470},"94632","http://radioblackout.org/podcast/overjoy-218/",[337],"azizpablo","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/2025.01.07-16.30.00-OJ218-escopost.mp3\"][/audio]\r\nDOWNLOAD\r\nMartedì 7 Gennaio 2025, Overjoy 218\r\n\r\nPrima puntata invernale e prima puntata di quest'anno 2025 (ovvero 2017 nel calendario giuliano). I riflettori dello show di oggi sono puntati sul nuovo disco di questo progetto delle Reunion Islands chiamato Nagai, e sul funerale di Ras Muffet con la cui musica chiudiamo il programma odierno. Tra Nagai e Ras Muffett ascoltiamo anche The Congos, Neville Tate, Pablo Gad, Bunny Wailer, Vivian Jones per quanto riguarda la parte più roots del programma, per proseguire con stepperismi più avanzati con Danny Red, Twinkle Brothers, Jah Version e Dubzoic con Tommy Evok.\r\n\r\nBack to my roots!","8 Gennaio 2025","2025-01-08 12:25:32","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/4691-200x110.jpg","Overjoy 218",1736339132,[467,468,469],"http://radioblackout.org/tag/dub/","http://radioblackout.org/tag/reggae/","http://radioblackout.org/tag/roots/",[471,472,473],"dub","reggae","roots",{"post_content":475},{"matched_tokens":476,"snippet":477,"value":478},[19],"quest'anno 2025 (ovvero 2017 nel \u003Cmark>calenda\u003C/mark>rio giuliano). 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Una questione rimasta irrisolta nonostante la pressione globale.\r\n \tEventi sportivi e disastri climatici: Dal rinvio di Bologna-Milan a causa dell'alluvione di metà ottobre, fino all'annullamento del GP di Valencia: analizziamo come il cambiamento climatico stia sconvolgendo il calendario sportivo e come le federazioni siano miopi e interessati principalmente ai risvolti economici piuttosto che alle necessità delle persone coinvolte dal cataclisma.\r\n \tSaudi Aramco e il calcio femminile: Le giocatrici professioniste si uniscono in protesta contro la FIFA per la conclusione dell'accordo che porterà la Saudi Aramco a sponsorizzare le prossime coppe del mondo masc e fem. Sia per il \"greenwashing\" sia per l'incompatibilità del poter essere supportate da una azienda Saudita che viola costantemente i diritti di donne e minoranze.\r\n \tJuventus-Roma femminile: La partita storica all’Allianz Stadium con un pubblico record ma i campi delle squadre femminili rimangono tuttora lontani e periferici.\r\n \tPallone d’Oro: Aitana Bonmatí conquista il premio, la centrocampista della Roma Manuela Giuliano si piazza tra le prime 30 selezionate, è la prima volta per un'atleta italiana.\r\n\r\nAscoltaci qui!\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/SPOT-Puntata-9-novembre.mp3\"][/audio]","7 Novembre 2024","2024-11-08 17:18:39","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/podcast_PODCAST-APP-COVER-200x110.png","Spot con Aurora Vanchiglia Transfemm - FIFA&Israele; Valencia; Le calciatrici contro Saudi Aramco",1731019014,[495,496,497,498,499,500,501],"http://radioblackout.org/tag/calcio/","http://radioblackout.org/tag/calcio-femminile/","http://radioblackout.org/tag/calcio-popolare/","http://radioblackout.org/tag/fifa/","http://radioblackout.org/tag/free-palestine/","http://radioblackout.org/tag/israele/","http://radioblackout.org/tag/transfem/",[503,364,504,358,505,506,507],"calcio","calcio popolare","free palestine","Israele","transfem",{"post_content":509},{"matched_tokens":510,"snippet":511,"value":512},[19],"cambiamento climatico stia sconvolgendo il \u003Cmark>calenda\u003C/mark>rio sportivo e come le federazioni","Il menù della puntata del 6 novembre!\r\n\r\n \tIsraele e FIFA: Approfondiamo l'ennesimo rifiuto da parte della Fifa nell'escludere israele dalle competizioni internazionali per la violazione degli articoli della FIFA e soprattutto dei diritti umani. 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Una graphic novel di Emanuele Giacopetti riporta alla memoria la strage di Addis Abeba del 19 febbraio del 1937 ,lo\" yekatit 12\" secondo il calendario etiope ,quando gli italiani, che avevano invaso il Paese nel 1935 con una brutale guerra di aggressione con l'uso indiscriminato dei gas contro la popolazione civile , in tre giorni massacrarono 20 mila civili etiopi inermi .Ne parliamo con l'autore che ci racconta come è nata l' idea di raccontare la strage ordinata da Graziani cui hanno partecipato oltre alle camicie nere anche i coloni italiani e il contributo della Federazione delle resistenze che è una rete informale di realtà e collettivi formatasi nel 2020 e che agisce sul fronte della promozione di attività e riflessioni sul colonialismo italiano e sull'antifascismo. Destinato al pubblico più vasto, il lavoro di Giacopetti è pensato come strumento utile ad affrontare la storia coloniale anche nelle scuole, per questo include un agile glossario di termini, locuzioni e acronimi che arricchiscono la lettura.\r\n\r\nQui si puo' scaricare il pdf\r\n\r\nhttps://resistenzeincirenaica.com/2024/02/23/il-massacro-di-addis-abeba/\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/BASTIONI13062024-GRAPHIC-NOVEL.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Matteo Palemidesse parliamo dell'attualità dell'Etiopia e gli strascichi della guerra iniziata nel 2020 e ufficialmente conclusa con gli accordi di Pretoria ma le stime parlano di circa 500.000 morti, non è stata fatta ancora giustizia per le vittime dei crimini commessi dai belligeranti che si possono configurare come crimini contro l'umanità poichè si tratta di stupri di massa e violenze su base etnica contro le minoranze . Il ritorno alla normalità per gli abitanti del Tigrai è ancora un miraggio ,le infrastrutture si tratti di strade oppure ospedali e presidi medici sono state distrutte ,si parla di più di 20 miliardi di dollari per i costi di ricostruzione . Intanto le milizie Fano ,che erano alleate con le forze governative di Addis Abbeba, hanno rifiutato di abbandonare le armi e continuano le operazioni belliche.\r\n\r\nLa riorganizzazione del sistema politico etiope nel 1991 lungo linee etno-linguistiche ha creato un nuovo insieme di relazioni tra maggioranza e minoranza. Il sistema, nel tentativo di conferire potere ai gruppi etnici, ha garantito ad alcuni di loro patrie territoriali in cui veniva conferito loro uno status paragonabile alla proprietà esclusiva e consentiva loro di godere di privilegi politici, economici e culturali. Si è creata una dicotomia indigeno/non indigeno, molti in Etiopia che vivono al di fuori delle loro terre etno-nazionali (regioni, zone speciali o distretti speciali) sono diventati “non indigeni”, stranieri rispetto alle aree in cui risiedevano. 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