","Senza Misericordia al CIE di Modena e Bologna","post",1336593687,[61,62,63,64,65],"http://radioblackout.org/tag/bologna/","http://radioblackout.org/tag/chi-lucra-sui-cie/","http://radioblackout.org/tag/cie/","http://radioblackout.org/tag/cie-dal-volto-umano/","http://radioblackout.org/tag/modena/",[67,17,15,33,25],"Bologna",{"post_content":69,"post_title":74,"tags":77},{"matched_tokens":70,"snippet":72,"value":73},[71],"CIE","Daniele Giovanardi che gestiva i \u003Cmark>CIE\u003C/mark> emiliani sin dalla loro apertura","La Misericordia di Daniele Giovanardi che gestiva i \u003Cmark>CIE\u003C/mark> emiliani sin dalla loro apertura ha perso l’appalto. Prima a Bologna dove ha vinto la cooperativa Oasis, facendo un’offerta di 28 euro a recluso ed ora anche a Modena, dove la proposta della Misericordia, di gran lunga superiore al prezzo base di 30 euro a prigioniero, l’ha tagliata fuori. Sinora nei due centri la Misericordia riceveva 75 euro per ogni immigrato.\r\nIn questa cifra sono compresi i pasti, qualche abito, la manutenzione, le spese per il personale.\r\nInevitabile che le condizioni di vita dei reclusi peggiorino ulteriormente.\r\nMentre nel mondo reale il business del \u003Cmark>CIE\u003C/mark> va avanti, nel mondo della politica alcuni settori del PD hanno deciso di rifarsi una verginità promovendo proprio a Bologna il 10 maggio un convegno dal titolo “quali alternative al \u003Cmark>CIE\u003C/mark>? Proposte e prospettive”. Giuristi, sociologi, giornalisti per risolvere un problema che non c’è, perché abolendo le leggi che li istituiscono, sparisce anche la “necessità” dei \u003Cmark>CIE\u003C/mark>, i luoghi dove si smaltiscono le braccia in eccesso, in un’economia dove i padroni vogliono lavoratori sottomessi e ricattabili.\r\nIn altre parole anche in Emilia, come già in Toscana, la ricetta del PD è quella del \u003Cmark>CIE\u003C/mark> dal volto umano.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Simone del Comitato No Pacchetto sicurezza di Reggio Emilia\r\n\r\nAscolta l’intervista: [audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/05/Simone-comitato-nopacchettosicurezza-09-05.mp3\"]\r\n\r\nScarica l’audio",{"matched_tokens":75,"snippet":76,"value":76},[71],"Senza Misericordia al \u003Cmark>CIE\u003C/mark> di Modena e Bologna",[78,80,86,89,92],{"matched_tokens":79,"snippet":67},[],{"matched_tokens":81,"snippet":85},[82,83,84,71],"chi","lucra","sui","\u003Cmark>chi\u003C/mark> \u003Cmark>lucra\u003C/mark> \u003Cmark>sui\u003C/mark> \u003Cmark>CIE\u003C/mark>",{"matched_tokens":87,"snippet":88},[15],"\u003Cmark>cie\u003C/mark>",{"matched_tokens":90,"snippet":91},[71],"\u003Cmark>CIE\u003C/mark> dal volto umano",{"matched_tokens":93,"snippet":25},[],[95,102,105],{"field":36,"indices":96,"matched_tokens":97,"snippets":101},[22,19,14],[98,99,100],[82,83,84,71],[15],[71],[85,88,91],{"field":103,"matched_tokens":104,"snippet":76,"value":76},"post_title",[71],{"field":106,"matched_tokens":107,"snippet":72,"value":73},"post_content",[71],2314894167593451500,{"best_field_score":110,"best_field_weight":111,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":47,"score":112,"tokens_matched":113,"typo_prefix_score":47},"4419510927616",13,"2314894167593451627",4,{"document":115,"highlight":139,"highlights":166,"text_match":108,"text_match_info":177},{"cat_link":116,"category":117,"comment_count":47,"id":118,"is_sticky":47,"permalink":119,"post_author":50,"post_content":120,"post_date":121,"post_excerpt":122,"post_id":118,"post_modified":123,"post_thumbnail":124,"post_thumbnail_html":125,"post_title":126,"post_type":58,"sort_by_date":127,"tag_links":128,"tags":136},[44],[46],"5939","http://radioblackout.org/2012/01/cie-e-croce-rossa-repressione-e-buoni-affari/","Giovedì 12 gennaio – ore 10 aula 55 - si terrà il processo a due anarchici accusati di aver scritto sui muri della sede della Croce Rossa in via Bologna “CRI complice dei pestaggi al CIE. Rompere le gabbie!”.\r\nUn occasione per fare il punto sui CIE e chi ci lucra, dopo un anno di “emergenze” costruite per poter meglio modellare un dispositivo securitario, che ormai da molti anni punta sul disciplinamento del lavoro migrante, come grimaldello di una politica che mira a eliminare ogni tutela per tutti i lavoratori, immigrati o “indigeni”.\r\nUltimo atto del pacchetto sicurezza voluto da Maroni nel 2009, la “tassa di soggiorno”, che dal prossimo primo febbraio tutti coloro che fanno richiesta del permesso dovranno versare allo Stato, che la userà per espellere i “senza carte”. Un meccanismo razzista che è il degno suggello della politica del ministro leghista.\r\nI CIE, i Centri di Identificazione ed Espulsione per immigrati, sono le galere che lo Stato italiano riserva a quelli che non servono più. Sono posti dove finisci per quello che sei, non per quello che fai. Come nei lager nazisti. Raccontano che nei CIE stanno i delinquenti, ma mentono sapendo di mentire. 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Tale centro dovrebbe essere una base organizzativa per i diversi corpi di polizia e le forze armate (carabinieri, guardia di finanza, marina militare e capitaneria di porto) impegnati nella guerra ai migranti. Non c’è altro termine per descrivere ciò che i governi europei, e quelli affacciati sul mare in primis, stanno mettendo in pratica lungo la fascia costiera del Mediterraneo: militarizzazione delle coste, uso dei più avanzati dispositivi tecnologici, cacce all’uomo per rinchiudere uomini e donne dentro lager in cui la vita umana non vale nulla. 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Sullo sfondo la devastazione del campo di Lungo Stura Lazio a Torino: le baracche schiacciate, i tubi annodati, i panni stesi buttati tra la polvere.\r\nIl giorno prima erano andati ad avvertire una decina di famiglie. In realtà l’operazione di sgombero è stata molto più ampia. La maggior parte delle persone non sapeva nulla.\r\nAlle 7 del mattino di giovedì 26 febbraio sono arrivati centinaia di poliziotti, vigili urbani del nucleo “nomadi”, quelli con in dotazione il tonfa, il manganello estensibile.\r\nSono state buttate in strada circa 200 persone del campo rom di Lungo Stura Lazio a Torino, il più grande della città. Le ruspe che hanno distrutto le baracche non si sono fermate neppure di fronte agli oltre 100 bambini, donne incinte, persone malate, anziani, un disabile. Le istituzioni hanno sgomberato senza offrire alcuna alternativa abitativa.\r\nQuesta vergognosa operazione fa parte del megaprogetto-vetrina “La città possibile”, un progetto che vale oltre 5 milioni di euro.\r\nCon questi fondi (ministeriali) si è previsto l’inserimento abitativo (a termine) in case per sole 15 famiglie, le restanti sono state piazzate in situazioni di social housing, mentre buona parte degli abitanti del campo – fonti “interne” al progetto stamattina parlano di 600 persone – viene semplicemente buttata in mezzo ad una strada (200 persone il 26 febbraio, le restanti entro il 31 marzo).\r\nI criteri con cui questa operazione di “divide et impera” è stata gestita sono estremamente opachi, arbitrari e neppure tanto velatamente razzisti: c’è chi semplicemente non è stato ritenuto “idoneo” a vivere in autonomia, nonostante lavori, abbia minori a carico o sia malato, magari perché non scolarizzato o perché non ha dichiarato di essere “rumenizzato”, come nel caso di gran parte delle famiglie sgomberate oggi. In particolare quelle della “Fossa”. La “Fossa” è la parte del campo più bassa, vicina alle rive del fiume, in un’area pericolosa per il concreto rischio di esondazioni.\r\nLì abitavano famiglie che vengono chiamate “colorate”, perché, specie le donne indossano gonne lunghe, fazzoletti, scialli, calze dai colori vivaci. Sono rom che non fingono di non esserlo, un peccato capitale, che li condanna a non essere considerati adatti “all’emersione dal campo”.\r\nChi viene sbattuto in strada non potrà fare altro che andare a riparare in un altro campo rom della città ed il ciclo degli sgomberi e della “gestione dell’emergenza” (case temporanee e social housing, il tutto a gestione delle solite cooperative) potrà continuare ad infinitum, rappresentando una vera e propria economia che fa comodo a molti interessi forti.\r\nBraccio operativo del progetto sono Valdocco, AIZO, Terra del Fuoco, Liberitutti, Stranaidea e Croce Rossa, cui è stato affidato l’appalto milionario. Alla Croce Rossa, ormai esperta, dopo tre lustri al CIE, il compito di “sorvegliare” che le aree sgomberate non vengano occupate nuovamente.\r\nEsponenti di Valdocco hanno dichiarato al quotidiano “La Stampa” che avrebbero vigilato affinché chi era stato cacciato non tornasse.\r\n\r\nLa mattina dello sgombero in Lungo Stura il freddo era pungente. La gente ha assistito attonita alla distruzione di povere baracche che per loro erano una casa. Il comune di Torino si vanta di essere in prima fila nel “superamento” dei campi: li “supera” mandando le ruspe ad abbattere le povere abitazioni costruite lungo il fiume, in un posto dove nessuno vorrebbe vivere se avesse la possibilità di scegliere.\r\nAlcuni bambini quella mattina erano a scuola: al ritorno non hanno trovato più nulla. Per molti di loro l’inserimento scolastico nelle elementari della zona, riuscito nonostante il razzismo dilagante, diventerà un ricordo. Obbligati a nascondersi come randagi inseguiti dall’accalappiacani non potranno tornare in aula.\r\nIl giorno successivo i comitati razzisti animati da Lega Nord e Fratelli d’Italia, Forza Nuova e Casa Pound hanno plaudito ma la canea razzista non si è placata, invocando altri sgomberi.\r\nNon dubitiamo che verranno presto accontentati.\r\nI rom “buoni” negli stanzoni del social housing, con regole da caserma, gli altri in strada.\r\nL’ordine regna nella bella vetrina di una città targata PD.\r\n\r\nAnarres ne ha parlato con Gianluca Vitale, avvocato da sempre in prima fila sul fronte dell'immigrazione.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2015 02 27 rom vitale","3 Marzo 2015","","2018-10-17 22:59:25","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/03/sgombero-lungo-stura-200x110.jpg","Rom. Ruspe, polizia e business in Lungo Stura","podcast",1425404951,[273,274,275,276,277,135],"http://radioblackout.org/tag/chi-lucra-sui-campi-rom/","http://radioblackout.org/tag/la-citta-possibile/","http://radioblackout.org/tag/lungo-stura-lazio/","http://radioblackout.org/tag/rom/","http://radioblackout.org/tag/sgombero/",[256,254,250,279,280,138],"rom","sgombero",{"post_content":282,"tags":286},{"matched_tokens":283,"snippet":284,"value":285},[82],"neppure tanto velatamente razzisti: c’è \u003Cmark>chi\u003C/mark> semplicemente non è stato ritenuto","I poliziotti si sono fatti il selfie: sorridevano ed ammiccavano mentre immortalavano la propria “impresa”. Sullo sfondo la devastazione del campo di Lungo Stura Lazio a Torino: le baracche schiacciate, i tubi annodati, i panni stesi buttati tra la polvere.\r\nIl giorno prima erano andati ad avvertire una decina di famiglie. In realtà l’operazione di sgombero è stata molto più ampia. La maggior parte delle persone non sapeva nulla.\r\nAlle 7 del mattino di giovedì 26 febbraio sono arrivati centinaia di poliziotti, vigili urbani del nucleo “nomadi”, quelli con in dotazione il tonfa, il manganello estensibile.\r\nSono state buttate in strada circa 200 persone del campo rom di Lungo Stura Lazio a Torino, il più grande della città. Le ruspe che hanno distrutto le baracche non si sono fermate neppure di fronte agli oltre 100 bambini, donne incinte, persone malate, anziani, un disabile. Le istituzioni hanno sgomberato senza offrire alcuna alternativa abitativa.\r\nQuesta vergognosa operazione fa parte del megaprogetto-vetrina “La città possibile”, un progetto che vale oltre 5 milioni di euro.\r\nCon questi fondi (ministeriali) si è previsto l’inserimento abitativo (a termine) in case per sole 15 famiglie, le restanti sono state piazzate in situazioni di social housing, mentre buona parte degli abitanti del campo – fonti “interne” al progetto stamattina parlano di 600 persone – viene semplicemente buttata in mezzo ad una strada (200 persone il 26 febbraio, le restanti entro il 31 marzo).\r\nI criteri con cui questa operazione di “divide et impera” è stata gestita sono estremamente opachi, arbitrari e neppure tanto velatamente razzisti: c’è \u003Cmark>chi\u003C/mark> semplicemente non è stato ritenuto “idoneo” a vivere in autonomia, nonostante lavori, abbia minori a carico o sia malato, magari perché non scolarizzato o perché non ha dichiarato di essere “rumenizzato”, come nel caso di gran parte delle famiglie sgomberate oggi. In particolare quelle della “Fossa”. La “Fossa” è la parte del campo più bassa, vicina alle rive del fiume, in un’area pericolosa per il concreto rischio di esondazioni.\r\nLì abitavano famiglie che vengono chiamate “colorate”, perché, specie le donne indossano gonne lunghe, fazzoletti, scialli, calze dai colori vivaci. Sono rom che non fingono di non esserlo, un peccato capitale, che li condanna a non essere considerati adatti “all’emersione dal campo”.\r\n\u003Cmark>Chi\u003C/mark> viene sbattuto in strada non potrà fare altro che andare a riparare in un altro campo rom della città ed il ciclo degli sgomberi e della “gestione dell’emergenza” (case temporanee e social housing, il tutto a gestione delle solite cooperative) potrà continuare ad infinitum, rappresentando una vera e propria economia che fa comodo a molti interessi forti.\r\nBraccio operativo del progetto sono Valdocco, AIZO, Terra del Fuoco, Liberitutti, Stranaidea e Croce Rossa, cui è stato affidato l’appalto milionario. Alla Croce Rossa, ormai esperta, dopo tre lustri al \u003Cmark>CIE\u003C/mark>, il compito di “sorvegliare” che le aree sgomberate non vengano occupate nuovamente.\r\nEsponenti di Valdocco hanno dichiarato al quotidiano “La Stampa” che avrebbero vigilato affinché \u003Cmark>chi\u003C/mark> era stato cacciato non tornasse.\r\n\r\nLa mattina dello sgombero in Lungo Stura il freddo era pungente. La gente ha assistito attonita alla distruzione di povere baracche che per loro erano una casa. Il comune di Torino si vanta di essere in prima fila nel “superamento” dei campi: li “supera” mandando le ruspe ad abbattere le povere abitazioni costruite lungo il fiume, in un posto dove nessuno vorrebbe vivere se avesse la possibilità di scegliere.\r\nAlcuni bambini quella mattina erano a scuola: al ritorno non hanno trovato più nulla. Per molti di loro l’inserimento scolastico nelle elementari della zona, riuscito nonostante il razzismo dilagante, diventerà un ricordo. Obbligati a nascondersi come randagi inseguiti dall’accalappiacani non potranno tornare in aula.\r\nIl giorno successivo i comitati razzisti animati da Lega Nord e Fratelli d’Italia, Forza Nuova e Casa Pound hanno plaudito ma la canea razzista non si è placata, invocando altri sgomberi.\r\nNon dubitiamo che verranno presto accontentati.\r\nI rom “buoni” negli stanzoni del social housing, con regole da caserma, gli altri in strada.\r\nL’ordine regna nella bella vetrina di una città targata PD.\r\n\r\nAnarres ne ha parlato con Gianluca Vitale, avvocato da sempre in prima fila sul fronte dell'immigrazione.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2015 02 27 rom vitale",[287,290,292,294,296,298],{"matched_tokens":288,"snippet":289,"value":289},[82,83,84],"\u003Cmark>chi\u003C/mark> \u003Cmark>lucra\u003C/mark> \u003Cmark>sui\u003C/mark> campi rom?",{"matched_tokens":291,"snippet":254,"value":254},[],{"matched_tokens":293,"snippet":250,"value":250},[],{"matched_tokens":295,"snippet":279,"value":279},[],{"matched_tokens":297,"snippet":280,"value":280},[],{"matched_tokens":299,"snippet":138,"value":138},[],[301,307],{"field":36,"indices":302,"matched_tokens":303,"snippets":305,"values":306},[47],[304],[82,83,84],[289],[289],{"field":106,"matched_tokens":308,"snippet":284,"value":285},[82],2312633571820437500,{"best_field_score":311,"best_field_weight":111,"fields_matched":19,"num_tokens_dropped":47,"score":312,"tokens_matched":113,"typo_prefix_score":47},"3315704397824","2312633571820437610",{"document":314,"highlight":326,"highlights":332,"text_match":335,"text_match_info":336},{"comment_count":47,"id":315,"is_sticky":47,"permalink":316,"podcastfilter":317,"post_author":232,"post_content":318,"post_date":319,"post_excerpt":266,"post_id":315,"post_modified":320,"post_thumbnail":321,"post_title":322,"post_type":270,"sort_by_date":323,"tag_links":324,"tags":325},"53165","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-15-marzo-la-discarica-globale-roma-23-marzo-per-il-clima-e-contro-le-grandi-opere-le-nuove-frontiere-del-capitale-il-business-dei-migranti-il-controllo-del-territorio-la-storia-di-t/",[232],"Come ogni venerdì abbiamo fatto fatto il nostro viaggio settimanale sul pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/2019-03-15-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n\r\nDirette, approfondimenti, appuntamenti:\r\n\r\nLa discarica globale. Le conseguenze del cambiamento climatico e della mancata tutela del territorio fanno morti e feriti a ogni temporale, ad ogni mareggiata, ad ogni incendio. Cementificazione, deforestazione, inquinamento dell’aria e dell’acqua producono devastazioni su scala globale.\r\nLe chiamano “catastrofi naturali”, ma la loro origine è umana, sin troppo umana, ma non colpiscono tutti allo stesso modo. Un capitalismo cieco e sordo ci conduce diritto sino alla catastrofe. Chi governa e chi lucra sulle vite altrui ha uno sguardo ancorato al presente, con una progettualità che si limita ad una proiezione elettorale o ad un’indagine stagionale di marketing.\r\nIl prezzo del cambiamento climatico e dell’abbandono dei territori viene pagato soprattutto dai più poveri.\r\nI profughi climatici, quelli che fuggono da intere aree del pianeta, dove l’avanzare della desertificazione chiude ogni possibilità di sopravvivenza, sono in costante aumento.\r\nMiliardi di esseri umani vivono nelle discariche, sulle discariche, con le discariche. La montagna di rifiuti è l’emblema del nostro tempo, il monumento ad un’idea di progresso che ha ingoiato milioni di vite.\r\nNe abbiamo parlato con Fabrizio Eva, geografo, autore di numerosi studi, docente all’università Cà Foscari di Venezia\r\n\r\nIl nostro modello di sviluppo? Autogestione dappertutto!\r\nRoma 23 marzo. In marcia per fermare il cambiamento climatico e le grandi opere\r\n\r\nAnatomia di un’intelligenza artificiale. Le nuove frontiere del capitale, tra sfruttamento e controllo.\r\nNe abbiamo discusso con Lorenzo Coniglione che in serata ha tenuto una conferenza alla FAT. La settimana precedente avevamo affrontato il tema dei robot domestici, governanti/spia che raccontano le nostre abitudini e le nostre scelte a chi drena informazioni per fare affari. Come facebook ma più nel profondo.\r\nVenerdì 15 abbiamo ragionato della materialità dell’economia virtuale, di ciò che ne permette la concreta realizzazione. In Congo i minatori che estraggono i minerali per la produzione di circuiti integrati lavorano da schiavi.\r\nE alle nostre latitudini milioni di persone perderanno il lavoro o lavoreranno in condizioni di precarietà estrema.\r\nL’automazione sotto il capitalismo può solo disciplinare il lavoro umano, non abolirlo.\r\nDai braccialetti usati nei centri logistici di Amazon alle gabbie/esoscheletro progettate per aumentare la produttività del lavoro, e aumentare i profitti dei padroni.\r\n\r\nIl business dei migranti, il controllo del territorio\r\nIl 25 aprile di due anni fa la notizia di scritte sul basamento di cemento del monumento ai partigiani di Bertolla suscitò indignazione tra gli antifascisti imbalsamati nella retorica della resistenza. Molti meno si indignarono per i fatti di cui narravano le scritte: il gigantesco business sulla pelle dei rom di lungo Stura Lazio, sgomberati e buttati in strada mentre le associazione amiche della giunta Fassino intascavano 5 milioni di euro.\r\nUn’inchiesta diede qualche guaio ad alcune associazioni, tra cui Terra del Fuoco. Oggi Terra del Fuoco si è inabissata, ma non i suoi animatori, che sono risorti dalle ceneri come Babel\r\nVi abbiamo parlato di Babel (Terra del fuoco) ossia delle metamorfosi della gang Alotto, tra agrobusiness e gestione dello sgombero all’ex Moi\r\n\r\nDiretta con una compagna dopo un'incursione solidale negli uffici dell'assessorato del comune alla sanità, assistenza, migranti etc. Un modo per sostenere lo sciopero della fame di Tomi, un ragazzo algerino in sciopero della fame da 40 giorni.\r\n\r\nProssimi appuntamenti:\r\n\r\nSabato 23 marzo\r\nCorteo contro le grandi opere e il cambiamento climatico\r\nRoma ore 14,30\r\n\r\nMercoledì 27 marzo\r\nCinePalermo presenta il cineforum dell’assemblea antimilitarista\r\nOrizzonti di gloria di Stanley Kubrick\r\nore 21 corso Palermo 46\r\n\r\nLunedì 1 aprile\r\nore 10,30/13\r\npunto info\r\nsu pacchetto sicurezza, leggi di guerra e truffa di quota 100 e reddito di schiavitù\r\nal mercato di corso Palestro (angolo via Cernaia)\r\n\r\nVenerdì 5 aprile\r\nCena sovversiva veg-vegan\r\nbenefit lotte sociali\r\nore 20 alla FAT in corso Palermo 46\r\n\r\nMercoledì 10 aprile\r\nCinePalermo presenta il cineforum dell’assemblea antimilitarista\r\nIl dottor Stranamore di Stanley Kubrick\r\nore 21 corso Palermo 46\r\n\r\nMercoledì 17 aprile\r\nCinePalermo presenta il cineforum dell’assemblea antimilitarista\r\nFull metal jacket di Stanley Kubrick\r\nore 21 corso Palermo 46\r\n\r\nLe riunioni della Federazione Anarchica Torinese, aperte a tutti gli interessati, sono ogni giovedì dalle 21 in corso Palermo 46\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org","19 Marzo 2019","2019-03-20 16:17:19","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/clima-200x110.jpeg","Anarres del 15 marzo. 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E' passato un anno. Oggi sul molo di Lampedusa uomini e donne delle istituzioni hanno messo in scena il cordoglio delle istituzioni, si sono vantati di \"Mare Nostrum\", hanno ancora una volta battuto cassa in Europa.\r\nLe spese della frontiera sud della fortezza lievitano e Alfano come Maroni continua a battere cassa.\r\nPer i parenti dei 360 morti di fronte cui si genuflesse il presidente del consiglio, nulla. Nemmeno la promessa del riconoscimento dei corpi, di una tomba sui cui piangere.\r\nLa differenza tra Berlusconi/Maroni e Renzi/Alfano è nello stile, nell'ipocrisia ostentata. Niente più.\r\nMare Nostrum, che, mentre ripesca qualche naufrago, intercetta e scheda tutti gli altri, costa nove milioni di euro al mese. Frontex plus costerà meno. Aprire le frontiere a migranti, profughi e richiedenti asilo non costerebbe nulla. Nè soldi né morti.\r\nBanale. Come banale è il male. Il male delle frontiere. Il male delle guerre che insanguinano il pianeta. Il male delle tante missioni di \"peacekeeping\" dall'Afganistan, all'Iraq alla Siria...\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Alberto La Via, compagno di Trapani, dove tanti di quei profughi arrivano e non trovano nulla. O peggio. Rischiano di incontrare uno come Sergio Librizzi, direttore della Caritas di Trapani, accusato di violenza sessuale e concussione.\r\nQuesto prete pretendeva prestazioni sessuali in cambio del permesso di soggiorno dai rifugiati e dai richiedenti asilo che affollavano i tanti centri di accoglienza gestiti dalla Caritas (e da enti a essa collegati) in città e in provincia. Un prete che godeva di ampie coperture negli ambienti della prefettura e in quelli della questura, passando per tutta la filiera istituzionale che da anni si ingrassa sulla pelle degli sventurati che giungono in Europa alla ricerca di una vita migliore.\r\nL'immagine di un paese che lucra e sfrutta chi riesce a superare la frontiera, quella lunga linea di nulla nel blu del Mediterraneo.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2014 10 02 3 ottobre alberto","3 Ottobre 2014","2018-10-17 22:09:59","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/10/lampedusa-200x110.jpg","Strage di Lampedusa. 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Oggi sul molo di Lampedusa uomini e donne delle istituzioni hanno messo in scena il cordoglio delle istituzioni, si sono vantati di \"Mare Nostrum\", hanno ancora una volta battuto cassa in Europa.\r\nLe spese della frontiera sud della fortezza lievitano e Alfano come Maroni continua a battere cassa.\r\nPer i parenti dei 360 morti di fronte cui si genuflesse il presidente del consiglio, nulla. Nemmeno la promessa del riconoscimento dei corpi, di una tomba \u003Cmark>sui\u003C/mark> cui piangere.\r\nLa differenza tra Berlusconi/Maroni e Renzi/Alfano è nello stile, nell'ipocrisia ostentata. Niente più.\r\nMare Nostrum, che, mentre ripesca qualche naufrago, intercetta e scheda tutti gli altri, costa nove milioni di euro al mese. Frontex plus costerà meno. Aprire le frontiere a migranti, profughi e richiedenti asilo non costerebbe nulla. Nè soldi né morti.\r\nBanale. Come banale è il male. Il male delle frontiere. Il male delle guerre che insanguinano il pianeta. Il male delle tante missioni di \"peacekeeping\" dall'Afganistan, all'Iraq alla Siria...\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Alberto La Via, compagno di Trapani, dove tanti di quei profughi arrivano e non trovano nulla. O peggio. Rischiano di incontrare uno come Sergio Librizzi, direttore della Caritas di Trapani, accusato di violenza sessuale e concussione.\r\nQuesto prete pretendeva prestazioni sessuali in cambio del permesso di soggiorno dai rifugiati e dai richiedenti asilo che affollavano i tanti centri di accoglienza gestiti dalla Caritas (e da enti a essa collegati) in città e in provincia. Un prete che godeva di ampie coperture negli ambienti della prefettura e in quelli della questura, passando per tutta la filiera istituzionale che da anni si ingrassa sulla pelle degli sventurati che giungono in Europa alla ricerca di una vita migliore.\r\nL'immagine di un paese che \u003Cmark>lucra\u003C/mark> e sfrutta \u003Cmark>chi\u003C/mark> riesce a superare la frontiera, quella lunga linea di nulla nel blu del Mediterraneo.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2014 10 02 3 ottobre alberto",[365,367,369,372,374,376,378],{"matched_tokens":366,"snippet":248,"value":248},[],{"matched_tokens":368,"snippet":246,"value":246},[],{"matched_tokens":370,"snippet":371,"value":371},[15],"\u003Cmark>cie\u003C/mark> di trapani",{"matched_tokens":373,"snippet":242,"value":242},[],{"matched_tokens":375,"snippet":252,"value":252},[],{"matched_tokens":377,"snippet":238,"value":238},[],{"matched_tokens":379,"snippet":240,"value":240},[],[381,383],{"field":106,"matched_tokens":382,"snippet":362,"value":363},[83,82],{"field":36,"indices":384,"matched_tokens":385,"snippets":387,"values":388},[19],[386],[15],[371],[371],2310381771872534500,{"best_field_score":391,"best_field_weight":39,"fields_matched":19,"num_tokens_dropped":47,"score":392,"tokens_matched":113,"typo_prefix_score":47},"2216192704512","2310381771872534642",6637,{"collection_name":270,"first_q":17,"per_page":226,"q":17},["Reactive",396],{},["Set"],["ShallowReactive",399],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fmXiwdm2KJ4kizbLVqUj20f0ddWZpx6zKtLiPXAomEU8":-1},true,"/search?query=chi+lucra+sui+CIE"]