","NoExpo MayDay – Contributi in divenire","post",1430758226,[63,64,65,66,67,68,69],"http://radioblackout.org/tag/alterexpo/","http://radioblackout.org/tag/composizione/","http://radioblackout.org/tag/conflitto/","http://radioblackout.org/tag/immaginari/","http://radioblackout.org/tag/mayday-2015/","http://radioblackout.org/tag/noexpo/","http://radioblackout.org/tag/soggettivita/",[71,72,73,74,75,76,77],"AlterExpo","composizione","conflitto","immaginari","Mayday 2015","noexpo","soggettività",{"post_content":79,"tags":83},{"matched_tokens":80,"snippet":81,"value":82},[72],"del conflitto, del consenso e soprattutto della \u003Cmark>composizione\u003C/mark>, in grado di produrre pratiche politiche","(in continuo aggiornamento)\r\n\r\nA partire dalla oggettiva complessità della fase e consapevoli della necessità di aprire il piano del confronto nel movimento, piuttosto che delimitarlo a-priori, questa mattina abbiamo scelto di non offrire una lettura univoca e secca di quanto avvenuto alla MayDay milanese - magari nel tentativo di portare acqua ad un mulino come sembrano fare alcune analisi sociologizzanti e pre-confezionate che, pubblicate quasi in contemporanea ai “fatti”, appaiono da essi velocemente superate. Al contrario, abbiamo provato a creare una cartografia, tutta in divenire, delle diverse narrazioni ed analisi che in questi giorni ed in queste ore vengono espresse dalle diverse soggettività del movimento. Con l'obiettivo di favorire processi di confronto, aperto e politico, sul piano della costruzione di immaginari e pratiche intorno ed oltre il primo maggio ed Expo. Confronto di cui si sente forte l'esigenza e che però, per darsi, necessiterà di spazi e tempi adeguati e per nulla “dati”. Se la politica è arte del desiderio, crediamo che sia necessario ripartire dal piano degli immaginari e delle molteplici soggettività esistenti e potenziali, per affrontare i nodi del conflitto, del consenso e soprattutto della \u003Cmark>composizione\u003C/mark>, in grado di produrre pratiche politiche volte alla radicale trasformazione dell'esistente che siano all'altezza del tempo che viene.\r\n\r\nLa cartografia che proponiamo si compone di letture collettive ed individuali, che attraversano le diverse scale su cui è necessario articolare i ragionamenti (locale, translocale, europea, globale), che continueremo ad aggiornare nel corso dei prossimi giorni.\r\n\r\nDopo il primo maggio - di Marco Bascetta e Sandro Mezzadra\r\n\r\nC'è un'autostrada tra Baltimora e Milano? - di Cinzia Arruzza e Felice Mometti\r\n\r\nL'intelligenza strategica - di Cristina Morini\r\n\r\nQuestioni di prospettiva. Un giudizio politico su Expo, Mayday e dintorni - di ∫connessioni precarie\r\n\r\nDopo la NoExpo MayDay, verso #alterExpo - di Attitudine NoExpo\r\n\r\nLo spazio dei movimenti e la guerra simulata - di DINAMOpress\r\n\r\nAlla ricerca di un (reale) conflitto sociale - di Ri-make/Communia Net\r\n\r\nLa ragione e l'odio: NoExpo MayDay 2015 - di Cock Sparrer\r\n\r\nContro l'Expo e gli sciacalli del giorno dopo - di Militant\r\n\r\nIl fumo e la sostanza - di Cantiere\r\n\r\nMilano. Quello che va detto - di Contropiano\r\n\r\nUn po' di possibile, altrimenti soffochiamo...- lettera aperta ai compagni e alle compagne\r\n\r\nEx Post - di Spazio Politico Comune\r\n\r\nDalla parte dei teppisti - di Franco Berardi Bifo\r\n\r\nGuardando l'incendio di Milano dal Bronx - di Degage\r\n\r\nNon a tutti piace Expo - di Infoaut\r\n\r\nDalla parte del mostro: sul primo maggio e oltre - di Hobo Bologna\r\n\r\nEditoriale - Milano in Movimento\r\n\r\nExpo: Renzi si accorge che c’è vita oltre Twitter - di Senza Soste\r\n\r\nExpo: torna il partito della paura e ci affoga di debito, cemento e precarietà - di Indicom – Indipendenti per il comune: Laboratorio Acrobax, Alexis Occupato\r\n\r\nOsare e perdere - di PrecariACT\r\n\r\n“Darei la (tua) vita perche tu possa esprimere la mia idea” - di Resistenza Animale\r\n\r\n(in aggiornamento)\r\n\r\n ",[84,86,89,91,93,95,97],{"matched_tokens":85,"snippet":71},[],{"matched_tokens":87,"snippet":88},[72],"\u003Cmark>composizione\u003C/mark>",{"matched_tokens":90,"snippet":73},[],{"matched_tokens":92,"snippet":74},[],{"matched_tokens":94,"snippet":75},[],{"matched_tokens":96,"snippet":76},[],{"matched_tokens":98,"snippet":77},[],[100,106],{"field":38,"indices":101,"matched_tokens":103,"snippets":105},[102],1,[104],[72],[88],{"field":107,"matched_tokens":108,"snippet":81,"value":82},"post_content",[72],578730123365712000,{"best_field_score":111,"best_field_weight":112,"fields_matched":113,"num_tokens_dropped":50,"score":114,"tokens_matched":102,"typo_prefix_score":50},"1108091339008",13,2,"578730123365711978",{"document":116,"highlight":130,"highlights":138,"text_match":144,"text_match_info":145},{"cat_link":117,"category":118,"comment_count":50,"id":119,"is_sticky":50,"permalink":120,"post_author":35,"post_content":121,"post_date":122,"post_excerpt":55,"post_id":119,"post_modified":123,"post_thumbnail":124,"post_thumbnail_html":125,"post_title":126,"post_type":60,"sort_by_date":127,"tag_links":128,"tags":129},[47],[49],"12068","http://radioblackout.org/2012/12/egitto-uno-sguardo-sulla-composizione-sociale/","In Egitto il referendum sulla nuova costituzione è passato, rendendo manifesto un risultato per molti versi scontato ma anche un dato inoppugnabile: nelle zone dove il conflitto si è esprsso con più forza e ai più alti livelli, Morsi non è passato. Partiamo da questo dato per una riflessione che chiarisca la realtà sociale di questo Egitto insurrezionale che non ha mai smess di ribellarsi né prima né dopo Mubarak. Abbiamo interpellato Iside Gjergji, sociologa dell'università di Cohimbra studiosa in particolare della composizione sociale delle rivolte che hanno agitato e stanno agitando il Nord Africa, in particolare di quella fetta altamente scolarizzata eppur disoccupata che fa sembrare quel mondo tanto vicino al nostro, spesso rappresentato dai nostri mass media come se quei popoli non avessero una connotazione sociale ed economica che attraversa le diverse posizioni religiose, spesso trasversale rispetto a categorie quali “salafiti”, “islamisti moderati” e “forze laiche”. 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Una mobilitazione capace di portare in piazza anche centinaia di migliaia di persone con le parole semplici di “libertà, diritti e democrazia” a farla da padrone.\r\nIl movimento, originariamente composto da professori e studenti, potrebbe presto estendersi ai lavoratori portuali e altri pezzi dell'ex-colonia britannica. Ma le possibilità di vittoria sono assai poco probabili e possono al più giungere ad una dimissione dell'attuale executive chief (si noti la definizione dell'autorità politica come \"amministratore delegato\"). La repressione di Pechino ha per ora scelto una declinazione soft (inadeguati e orientalistici i paragoni con piazza Tienanmen), ritirando le truppe anti-sommossa dopo l'utilizzo di decine di gas Cs e spray-pepper (dov'è la differenza con la governance occidentale?).\r\nMa i poteri forti - che nella città-stato sono soprattutto finanziari, essendo Hong Kong il principale hub di ingresso del capitale internazionale in Cina - non osano attaccare direttamente il governo della Repubblica Popolare. \"Il capitale sta con il Pcc\" commenta, ironico ma efficace, Simone Pieranni dalle pagine del Manifesto. La stessa prudenza è fatta propria dall'establishment britannico (che con la Cina ha contrattato la transizione dell'ex-colonia) mentre verrà certamente utilizzata da Obama per continuare la spinta aggressiva verso Oriente.\r\nDopo le primavere siriane e Maidan, Occupy Central..?\r\nCerto la Cina non è la Siria e Hong Kong non è l'Ucraina....\r\nNe abbiamo parlato con Simone Pieranni, collaboratore de Il Manifesto e di China Files\r\noccupy_hongkong","30 Settembre 2014","2014-11-03 22:54:10","Hong Kong: dinamiche e composizione di 'Occupy Central'",1412086384,[161,162,163],"http://radioblackout.org/tag/cina/","http://radioblackout.org/tag/hong-kong/","http://radioblackout.org/tag/occupy-central/",[165,166,167],"cina","Hong Kong","Occupy Central",{"post_title":169},{"matched_tokens":170,"snippet":171,"value":171},[72],"Hong Kong: dinamiche e \u003Cmark>composizione\u003C/mark> di 'Occupy Central'",[173],{"field":140,"matched_tokens":174,"snippet":171,"value":171},[72],{"best_field_score":146,"best_field_weight":147,"fields_matched":102,"num_tokens_dropped":50,"score":176,"tokens_matched":102,"typo_prefix_score":50},"578730123365187705",{"document":178,"highlight":201,"highlights":206,"text_match":144,"text_match_info":209},{"cat_link":179,"category":180,"comment_count":50,"id":181,"is_sticky":50,"permalink":182,"post_author":183,"post_content":184,"post_date":185,"post_excerpt":55,"post_id":181,"post_modified":186,"post_thumbnail":187,"post_thumbnail_html":188,"post_title":189,"post_type":60,"sort_by_date":190,"tag_links":191,"tags":196},[47],[49],"99785","http://radioblackout.org/2025/09/palestine-action-in-london-divieti-arresti-e-nuove-condizioni-di-mobilitazione/","info2","Sono state arrestate più di 800 persone lo scorso fine settimana, durante un’azione per la Palestina davanti al parlamento del Regno Unito. Questi arresti sono legati ai limiti imposti al gruppo Palestine Action attraverso un divieto (legislazione anti terrorismo) portato avanti da luglio. Ne parliamo con un compagno del collettivo di inchiesta Notes From Below che ci descrive il tipo di misura legislativa dispiegata e le sue conseguenze. Questo divieto, oltre ad essere la dimostrazione dell'acuirsi della repressione del dissenso, ha portato anche a diversificare la composizione delle proteste propal. Ad oggi, gruppi più disparati della società civile continuano a scendere in piazza contro il genocidio in Palestina (così come contro l'invio di armi ad Israele o le spese del governo per il riarmo) ma anche contro questo tipo di deriva autoritaria.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/2025_09_11_2025.09.11-NotesfromBelow_UKPropal.mp3\"][/audio]","12 Settembre 2025","2025-09-12 15:10:20","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/Screenshot-2025-09-12-at-15.06.24-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"211\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/Screenshot-2025-09-12-at-15.06.24-300x211.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/Screenshot-2025-09-12-at-15.06.24-300x211.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/Screenshot-2025-09-12-at-15.06.24.png 470w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Palestine Action in London: divieti, arresti e nuove condizioni di mobilitazione",1757689820,[192,193,194,195],"http://radioblackout.org/tag/anti-repressione/","http://radioblackout.org/tag/londra/","http://radioblackout.org/tag/regno-unito/","http://radioblackout.org/tag/solidarieta-palestina/",[197,198,199,200],"anti repressione","londra","regno unito","solidarietà palestina",{"post_content":202},{"matched_tokens":203,"snippet":204,"value":205},[72],"portato anche a diversificare la \u003Cmark>composizione\u003C/mark> delle proteste propal. 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In questa giornata infatti, in tutto l'esagono si terranno iniziative, manifestazioni, blocchi stradali per cacciare Macron e il primo Ministro francese François Bayrou.\r\n\r\nLa giornata si inserisce in una fase particolare per il governo francese dato che l'8 settembre l'Assemblea Nazionale è chiamata a votare la fiducia nei confronti dell'attuale primo ministro e ci sono forti dubbi sulla possibilità che questa venga confermata. Le questioni aperte riguardano la legge di bilancio e la proposta di togliere due giorni festivi nel calendario (un giorno per Pasqua e uno l'8 maggio, giornata dedicata alla resistenza). In questi giorni, Macron ha lanciato un appello a tutte le forze in campo per non rischiare la caduta del governo che avverrebbe eventualmente a seguito delle dimissioni di Bayrou, molto impopolare e risultato di un governo illegittimo considerati i risultati delle scorse elezioni, ma sia l'estrema destra che l'estrema sinistra non sembrano intenzionate a tendere la mano.\r\n\r\nNon è possibile fare previsioni rispetto a che piega prenderanno le mobilitazioni e che tipo di composizione scenderà in piazza, nonostante la grande diffusione dell'appello e il moltiplicarsi degli appuntamenti che ben lasciano sperare, anche nell'eterogeneità della chiamata. Le istanze sono a forte carattere sociale, per il lavoro, per i salari, per farla finita con la precarietà delle vite e ancora una volta la questione della guerra diviene centrale rispetto a quali sono le priorità di un governo orientato a costituirsi capofila tra i \"volenterosi\" attraverso un'economia di guerra e riarmo. \r\n\r\nNe abbiamo parlato con un compagno francese del collettivo Tsedek! che fa parte della coalizione Guerre à la guerre. \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/Francia-10-settembre-blocchiamo-tutto-2025_09_04_2025.09.04-10.00.00-escopost.mp3\"][/audio]","4 Settembre 2025","2025-09-04 14:52:21","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/542021638_1198026692367818_1311038438808162920_n-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/542021638_1198026692367818_1311038438808162920_n-300x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/542021638_1198026692367818_1311038438808162920_n-300x300.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/542021638_1198026692367818_1311038438808162920_n-150x150.jpg 150w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/542021638_1198026692367818_1311038438808162920_n-768x768.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/542021638_1198026692367818_1311038438808162920_n-690x690.jpg 690w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/542021638_1198026692367818_1311038438808162920_n-170x170.jpg 170w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/542021638_1198026692367818_1311038438808162920_n.jpg 1000w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Francia: il 10 settembre blocchiamo tutto, atteso il voto di fiducia per Bayrou",1756997541,[226,227,228,229],"http://radioblackout.org/tag/10-settembre/","http://radioblackout.org/tag/bayrou/","http://radioblackout.org/tag/macron-demission/","http://radioblackout.org/tag/sciopero/",[231,232,233,26],"10 settembre","Bayrou","Macron demission",{"post_content":235},{"matched_tokens":236,"snippet":237,"value":238},[72],"mobilitazioni e che tipo di \u003Cmark>composizione\u003C/mark> scenderà in piazza, nonostante la","Da circa un mese sui social e sui siti di movimento, ma non solo, è iniziato a girare un appello per una giornata di mobilitazione e di blocco per il 10 settembre. 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In questi giorni, Macron ha lanciato un appello a tutte le forze in campo per non rischiare la caduta del governo che avverrebbe eventualmente a seguito delle dimissioni di Bayrou, molto impopolare e risultato di un governo illegittimo considerati i risultati delle scorse elezioni, ma sia l'estrema destra che l'estrema sinistra non sembrano intenzionate a tendere la mano.\r\n\r\nNon è possibile fare previsioni rispetto a che piega prenderanno le mobilitazioni e che tipo di \u003Cmark>composizione\u003C/mark> scenderà in piazza, nonostante la grande diffusione dell'appello e il moltiplicarsi degli appuntamenti che ben lasciano sperare, anche nell'eterogeneità della chiamata. Le istanze sono a forte carattere sociale, per il lavoro, per i salari, per farla finita con la precarietà delle vite e ancora una volta la questione della guerra diviene centrale rispetto a quali sono le priorità di un governo orientato a costituirsi capofila tra i \"volenterosi\" attraverso un'economia di guerra e riarmo. \r\n\r\nNe abbiamo parlato con un compagno francese del collettivo Tsedek! che fa parte della coalizione Guerre à la guerre. \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/Francia-10-settembre-blocchiamo-tutto-2025_09_04_2025.09.04-10.00.00-escopost.mp3\"][/audio]",[240],{"field":107,"matched_tokens":241,"snippet":237,"value":238},[72],{"best_field_score":146,"best_field_weight":210,"fields_matched":102,"num_tokens_dropped":50,"score":211,"tokens_matched":102,"typo_prefix_score":50},{"document":244,"highlight":264,"highlights":269,"text_match":144,"text_match_info":272},{"cat_link":245,"category":246,"comment_count":50,"id":247,"is_sticky":50,"permalink":248,"post_author":35,"post_content":249,"post_date":250,"post_excerpt":55,"post_id":247,"post_modified":251,"post_thumbnail":252,"post_thumbnail_html":253,"post_title":254,"post_type":60,"sort_by_date":255,"tag_links":256,"tags":260},[47],[49],"98211","http://radioblackout.org/2025/05/briosco-dice-no-allitalian-raid-commando-nella-scuola-del-paese/","A Briosco, paesino di poche migliaia di abitanti in Brianza, si è tenuta la 37esima edizione dell'Italian Raid Commando ossia una esercitazione militare cammuffata da competizione/allenamento da svolgersi nella palestra della scuola, resasi disponibile per l'accoglienza, oltre che nei boschi circostanti. Cittadini e cittadine, militanti delle realtà della zona tra Monza e Lecco, associazioni pacifiste, consiglieri comunali si sono dati così appuntamento per un presidio di \"benvenuto\" per ribadire la contrarietà a questa decisione da parte del Comune del paese che ha di fatto normalizzato, senza nemmeno una delibera di giunta, la disponibilità di uno spazio pubblico e formativo per un evento fortemente militarista e di stampo bellico. \r\n\r\nNe abbiamo parlato con Chiara del centro sociale Foa Boccaccio e con Vera, consigliera di una lista civica del paese, per restituire la composizione della protesta e le possibilità che si aprono sul tema anche su territori più periferici\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/Brianza-esercitazioni-militari-2025_05_29_2025.05.29-09.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ","29 Maggio 2025","2025-05-29 12:10:06","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/presidio-contro-l-italian-raid-commando-a-briosco-501089-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"135\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/presidio-contro-l-italian-raid-commando-a-briosco-501089-300x135.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/presidio-contro-l-italian-raid-commando-a-briosco-501089-300x135.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/presidio-contro-l-italian-raid-commando-a-briosco-501089-768x346.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/presidio-contro-l-italian-raid-commando-a-briosco-501089-100x44.jpg 100w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/presidio-contro-l-italian-raid-commando-a-briosco-501089.jpg 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Briosco dice No all'Italian Raid Commando nella scuola del paese",1748520606,[257,258,259],"http://radioblackout.org/tag/militarizzazione-scuola/","http://radioblackout.org/tag/briosco/","http://radioblackout.org/tag/guerra/",[261,262,263],"#militarizzazione scuola","briosco","guerra",{"post_content":265},{"matched_tokens":266,"snippet":267,"value":268},[72],"del paese, per restituire la \u003Cmark>composizione\u003C/mark> della protesta e le possibilità","A Briosco, paesino di poche migliaia di abitanti in Brianza, si è tenuta la 37esima edizione dell'Italian Raid Commando ossia una esercitazione militare cammuffata da competizione/allenamento da svolgersi nella palestra della scuola, resasi disponibile per l'accoglienza, oltre che nei boschi circostanti. 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La sua diffusione si è interrotta improvvisamente e quindi il mezzo del podcast aggiunge una sulfurea luce di clandestinità alla diffusione della puntuta e acuta analisi di Francesco Dall’Aglio proprio ispirata dallo studio della messa in atto e delle conseguenze dell’Operazione Ragnatela che ha visto l’abbattimento al suolo di velivoli appartenenti alla Triade nucleare russa, un brillante episodio della guerra asimmetrica ucraina, in corso parallelamente a quella classica di occupazione russa che avanza nel Sudovest del paese.\r\n\r\nL’altro approfondimento preparato e non ancora trasmesso riguarda l’epilogo – per ora – del tentato golpe del 3 dicembre in Corea, che ha visto la vittoria elettorale di Lee Jae-myung, candidato democratico che si contrapponeva a Kim Moon-soo, il candidato del partito conservatore, il cui esponente aveva ordito il golpe sventato da un’insurrezione popolare anodina nella penisola. Le caratteristiche del nuovo presidente sono fatte di luce (speranze di composizione dei conflitti nell’area e di miglioramento del welfare all’interno) e ombre (lo stato coreano è caratterizzato da misoginia e discriminazione, e Lee Jae-myung non ha espresso particolari contrapposizioni. Ma ne abbiamo parlato con Rosella Ideo, decana dei coreanisti italiani, la massima studiosa di questioni coreane con un particolare approccio progressista alla materia.\r\n\r\n\r\n\r\nL’impresa coronata da uno spettacolare successo dei Servizi ucraini nell’attacco preparato per un anno e mezzo – dunque con la complicità dell’amministrazione Biden? – va analizzata sia nelle sue pieghe più tecniche fino alla valutazione degli strumenti bellici in campo (perché indicano la vera entità del danno e dell’umiliazione della retorica russa), sia nelle conseguenze scatenate a livello di diplomazie, con il sicuro lavoro frenetico di telefonate tra Rubio e Lavrov per verificare conoscenze, responsabilità e se si sia elevato il livello della guerra verso coinvolgimenti occidentali e mezzi più sofisticati di assistenza.\r\nFrancesco Dall’Aglio si applica con la consueta efficacia a riconoscere dettagli, concetti di terrorismo (non dimenticando l’attacco al treno civile e al ponte sulla Crimea) e interpretazioni dei dati rilevabili, avendo competenze sui mezzi in campo e acume nel disvelare strategie: il risultato è molto diverso dalle veline della propaganda militare, ma anche dal volo cieco degli articoli della stampa occidentale e dal balbettio italiano.\r\nCi sono due guerre in corso: una sul campo con l’avanzata russa, l’altra di propaganda asimmetrica, entrambe in preparazione dell’ancora lontano momento della trattativa.\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/5KVmX0DOEAJuSu9XMUdno6?si=8bzpNjvgSGuhjA0ZneNnGw\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/IntrigoSatellitare_SciameUAS.mp3\"][/audio]\r\n\r\nQui si trovano i precedenti episodi che analizzano lo stato di guerra e l'escalation in corso.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nProblemi economici e rintontonimento evangelico; misoginia fatta sistema e discriminazione di classe e razzista nei confronti di immigrazione interna e straniera (per esempio gli afgani); società meritocratica, verticistica e fondata sulla competizione, affossata nel peggior inverno demografico del mondo… questi alcuni dei mali che dipingono la società sudcoreana fatta a pezzi da Yoon Suk-yeol, il presidente meno amato della storia coreana e che aveva tentato il tutto per tutto con il tentato golpe presidenziale del 3 dicembre, rimosso a fatica dall’insurrezione popolare e dalla difesa del parlamento che era già stato accerchiato dalle truppe fedeli al presidente, posto sotto impeachment. E ora a processo per insurrezione, dopo una politica di feroce persecuzione nei confronti del Partito democratico.\r\nDi contro Lee Jae-myung, già nelle sue funzioni il giorno dopo le elezioni del 3 giugno, propone i “4 giorni e mezzo” di lavoro settimanale, un welfare più esteso, buoni spesa per le piccole imprese, sussidi per infanzia, giovani e anziani, ampliare i servizi pubblici di assistenza alle famiglie e alle persone con disabilità, e a potenziare il sostegno per l’alloggio; spiega che intende tollerare le differenze, per superare il vuoto di potere e il disastro economico, perché è vero che ha vinto con il 49% dei voti, ma se la destra non fosse stata divisa tra il partito di Kim Moon-soo, il candidato del Partito conservatore, e quello di estrema destra (il più votato dai giovanissimi) anche questa volta avrebbe prevalso il pensiero di estrema destra: infatti è la destra che ha fatto harakiri altrimenti i moderati democratici non avrebbero certo conquistato il potere in una società ancora così profondamente conservatrice, elitaria e repressiva.\r\nUno dei primi impegni del nuovo presidente è quella di arrivare a una distensione graduale con la Corea di Kim Jong-un (attualmente molto legata ai russi, dopo l’impegno bellico in Ucraina e gli scambi in armi), forse l’unica comunanza con Trump, col quale dovrà rapidamente negoziare i dazi (la Corea è uno dei massimi esportatori di acciaio, per esempio).\r\nIl Partito Democratico è progressista per gli standard della Corea del Sud, che ha una società piuttosto conservatrice e patriarcale. Lee fa parte dell’ala più progressista del partito, ma ha comunque posizioni da conservatore in materia di diritti delle persone LGBT+ e di diritti delle donne. Rispetto a un altro mandato del Partito del Potere Popolare, che è assai filostatunitense (e filotrumpiano in un pezzo del suo elettorat0), da Lee ci si attende un approccio meno accomodante nei confronti del governo degli Stati Uniti, che comunque riconosce come il principale alleato del suo paese. Altra promessa è quelal di rinsaldare un asse indopacifico comprendente la Cina e persino il Giappone, anche se l’atteggiamento nei confronti di Tokyo è sempre stato molto gelido, per le atrocità e lo schiavismo anche e soprattutto sessuale perpetrato durante a Seconda guerra mondiale dall’impero nipponico e dalle sue truppe nella penisola.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/forti-passioni-coreane-impongono-una-svolta-a-seul--66424392\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/TransizioneLampo.mp3\"][/audio]\r\n\r\nGli altri episodi di approfondimenti sulla regione indopacifica si trovano qui.","6 Giugno 2025","2025-06-18 16:30:29","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 05/06/2025 - L’USB UCRAINO CI HA INTERCETTATI MENTRE PARLAVAMO DELL'OPERAZIONE RAGNATELA E BOMBARDATO IL SEGNALE, LE MACERIE HANNO SOFFOCATO ANCHE IL NEOPRESIDENTE COREANO LEE JAE-MYUNG","podcast",1749251744,[339,340],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/","http://radioblackout.org/tag/fest/",[306,342],"fest",{"post_content":344},{"matched_tokens":345,"snippet":346,"value":347},[72],"fatte di luce (speranze di \u003Cmark>composizione\u003C/mark> dei conflitti nell’area e di","Strano destino quello della puntata radiofonica di oggi, che è stata bombardata da un intrigo internazionale che sospettiamo veda un piano di disturbo della frequenza da parte dell’Usb ucraino. 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E ora a processo per insurrezione, dopo una politica di feroce persecuzione nei confronti del Partito democratico.\r\nDi contro Lee Jae-myung, già nelle sue funzioni il giorno dopo le elezioni del 3 giugno, propone i “4 giorni e mezzo” di lavoro settimanale, un welfare più esteso, buoni spesa per le piccole imprese, sussidi per infanzia, giovani e anziani, ampliare i servizi pubblici di assistenza alle famiglie e alle persone con disabilità, e a potenziare il sostegno per l’alloggio; spiega che intende tollerare le differenze, per superare il vuoto di potere e il disastro economico, perché è vero che ha vinto con il 49% dei voti, ma se la destra non fosse stata divisa tra il partito di Kim Moon-soo, il candidato del Partito conservatore, e quello di estrema destra (il più votato dai giovanissimi) anche questa volta avrebbe prevalso il pensiero di estrema destra: infatti è la destra che ha fatto harakiri altrimenti i moderati democratici non avrebbero certo conquistato il potere in una società ancora così profondamente conservatrice, elitaria e repressiva.\r\nUno dei primi impegni del nuovo presidente è quella di arrivare a una distensione graduale con la Corea di Kim Jong-un (attualmente molto legata ai russi, dopo l’impegno bellico in Ucraina e gli scambi in armi), forse l’unica comunanza con Trump, col quale dovrà rapidamente negoziare i dazi (la Corea è uno dei massimi esportatori di acciaio, per esempio).\r\nIl Partito Democratico è progressista per gli standard della Corea del Sud, che ha una società piuttosto conservatrice e patriarcale. 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Accendere un riflettore sui prepotenti primi cento giorni del mandato trumpiano alla Casa Bianca con uno storico come Gian Giacomo Migone significa anche comprendere quali strategie di contenimento del declino americano può permettersi l'amministrazione americana, scoperchiando l'evidenza della dissoluzione del ruolo di gendarme pure nell'ultimo focolaio di tensione che sfrutta il momento di vacanza imperiale per sondare quali sviluppi potrebbe avere lo scontro indo-pakistano sul contenzioso relativo al Kashmir (diviso nelle sue tre componenti etno-religiose) incancrenito nel postcolonialismo del subcontinente indiano. Ne abbiamo parlato con Matteo Miavaldi, con il quale avevamo preconizzato la potenziale esplosione innescata con l'attentato di Pahalgam. Ma anche il dinamismo polacco in materia militare e il conseguente avvicinamento delle due caserme Nato nell'Europa centrorientale: Germania e Polonia sono rivali per il primato militare in Europa e si alleano all'unica potenza nucleare del continente, sfruttando le paure scatenate da una Russia apparentemente aggressiva, anche se non avrebbe interesse a invadere Alessandro Ajres allude a una \"libido\" putiniana in un delirio di espansione imperiale, la paura del quale forse la società polacca ha introiettato in questi anni di destra estrema, alternati a centrodestra, che hanno sviluppato lo sviluppo economico per foraggiare l'industria bellica.\r\n\r\n\r\n\r\nNé India, né Pakistan trovano convenienza in uno scontro frontale ora sulla ottantennale \"questione del Kashmir\", eppure sta avvenendo ed è… esplosiva, nel senso che entrambe sono dotate di armamenti nucleari. L’India ha una preponderanza in ogni arma, ma quando si parla di nucleare e di dispute religioso-nazionaliste tra stati retti da fanatici difficilmente ne esce un vincitore vivo.\r\nCon Matteo Miavaldi percorriamo la china che ha portato a questa situazione pericolosa che ha già prodotto decine di morti dalla strage di Pahalgham del 22 aprile, quando un commando jihadista ha ucciso 26 indiani in Kashmir, evidenziando l’impreparazione dell’intelligence di Dehli e scatenando la reazione unitaria della nazione indiana che due settimane dopo ha prodotto una quarantina di morti con il bombardamento dell’Operazione Sindoor contro il Pakistan, i cui vertici negano ogni responsabilità nell’innesco della spirale. L’escalation muscolare è pari a quella propagandistica, tanto che è difficile accettare e prendere per buone quasi tutte le ricostruzioni che provengono da ciascuno dei contendenti.\r\nLa storia del Jammu-Kashmir è travagliata dal dopoguerra: in comune con le vicende israelo-palestinesi non c’è solo il 1947 come data del vulnus, ma anche lo sfruttamento di ogni periodo in cui la diplomazia internazionale va in panne, permettendo all’apparato militare di risolvere con i suoi metodi le dispute; e forse si può individuare nel 2019 con la revoca dello stato semiautonomo della regione indiana una svolta a cui non si possono ricondurre questi risultati ma fu un avvio di un processo che ne ha consentito il deflagrare del problema in questi termini, perché ha prodotto un cambio nella composizione delle credenze e nella maggiore presenza culturale hindu tra la popolazione delle regioni di confine. Le conseguenze non possono che essere le risposte reciproche più violente dalla creazione del Bangla Desh dal Pakistan Orientale.\r\nE a fronte di un evento di portata così storica le reazioni internazionali o i tentativi di interposizione per arrivare a una pacificazione dell’area sono risibili da parte di tutte le potenze globali, peraltro difficilmente potrebbero venire accettate dai rispettivi nazionalismi dei contendenti. La Cina si è offerte come mediatrice, appalesando un interesse precipuo alla composizione del conflitto, benché sia chiaro che l’interesse di Pechino è il mantenimento del territorio pakistano, storico alleato e indispensabile corridoio per la Belt Road Initiative; facendo da contrappeso all’immediato sostegno di Israele alla rappresaglia indiana, tanto assimilabile alla reazione assassina dell’entità sionista a Gaza.\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/7IBzky3YF9FknUxHEN6yWV?si=bHv964OURDqoJY5k3qRDSA\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/Innesco-e-propaganda-in-Kashmir_Miavaldi.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPer ascoltare i podcast sull'Estremo oriente si trovano qui\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nTusk partecipa ai summit sul destino della guerra con Merz e Macron, a dimostrazione della sua potenza militare che sfida la preminenza europea dei due partner, esaltando il nazionalismo di matrice romantica mai realmente venuto meno al paese, che negli ultimi 2/3 decenni ha raddoppiato il pil e livellato i tassi di povertà delle componenti sociali. Sottoposto questo paesaggio ad Alessandro Ajres, ci ha fatto notare come questo sia potuto accadere in seguito all’alternanza al potere dei rappresentanti della sacca rurale retriva e conservatrice che vota l'estrema destra del PiS e di quelli del centro destra liberal-conservatore che trova i propri consensi nelle metropoli e nei bacini minerari e navali. La matrice militare e reazionaria – sempre meno sfumata in entrambi i campi dalla forza della chiesa cattolica, che ha disperso la potenza data dal fanatismo dei tempi wojtyliani – si fonda su una produzione industriale a basso costo, e l’importanza della posizione geografica, che la pone tra quegli stati europei a ridosso del confine con i territori controllati da Mosca che cavalcano le paure dell’orso russo e le fomentano per spostare capitali statali verso il settore bellico (che drena il 5 per cento del pil ormai da anni).\r\nQuesta situazione pone la Polonia nella condizione di incalzare la potenza militare tedesca e la sua preminenza nel mettere a disposizione territorio e basi missilistiche al sistema di guerra occidentale; e questa spirale le consente inoltre di essere il faro della fazione degli impauriti baltici, inserendosi nella tradizione deel destre nazionaliste dell'Esteuropa. Ed è in questo contesto che diventa interessante vedere come anziché scontrarsi sembra che Polonia e Germania uniscano le loro forze per sostenere una politica europea a loro immagine.\r\nLa Polonia e i suoi fratelli comprende sia le repubbliche baltiche, sia gli altri stati ex sovietici, in cui la recrudescenza antirussa ha prodotto frange sempre più ampie di nostalgie fasciste che impastano un po' tutta la regione di nazionalismi fanatici, più che romantici.\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/gli-assi-di-potere-europei-inglobano-la-polonia--66032024\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/La-Polonia-e-i-suoi-fratelli_Ajres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPer ascoltare gli episodi precedenti relativi alla regione pannonica, balcanica e caucasica si trovano qui\r\n\r\nCon Giangiacomo Migone che fra le altre cose ha insegnato storia dell'America del nord all'università di Torino ,parliamo delle fratture all'interno della società americana e della crisi di egemonia di cui l'elezione di Trump è la conseguenza. Trump si è rivolto ad un altro elettorato ,la parte dei bianchi americani impoveriti dalla globalizzazione che ha mangiato i posti di lavoro che sono stati delocalizzati altrove .Trump prende atto che gli USA nonostante la potenza militare non sono più l'egemone e la sua visione incarna la nostalgia della grandezza americana che vorrebbe far rivivere nonostante la concorrenza della Cina che ha invece una percezione multipolare del mondo.\r\nNonostante la torsione autoritaria che è incarnata dalla politica trumpiana ci sono delle resistenze all'interno del tessuto sociale americano che si manifestano nelle università ,nell'opposizione dei tribunali ai decreti del presidente che non considera i contrappesi istituzionali e si concretizzano anche nelle affollate piazze che stanno seguendo il tour contro l'oligarchia del senatore Sanders e di Alexandra Ocasio Cortez. La politica di Trump è al servizio dell'1% più ricco e alimenta la guerra fra poveri delle classi medie impoverite bianche contro gli immigrati .\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/trump-specchio-della-crisi-di-egemonia-degli-usa--66055851\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/BASTIONI-DI-ORIONE-08052025-MIGONE.mp3\"][/audio]\r\n\r\nSi è affrontata il sovranismo imperante dall'avvento del Trump Revenge qui\r\n\r\n ","11 Maggio 2025","2025-05-14 00:54:58","BASTIONI DI ORIONE 08/05/2025 - IL NUOVO ASSE MILITARE PARIGI BERLINO VARSAVIA A DIFESA DAGLI USA DI TRUMP MENTRE ESPLODE LA REGIONE INDO-PAKISTANA.",1746964824,[339],[306],{"post_content":365},{"matched_tokens":366,"snippet":367,"value":368},[72],"ha prodotto un cambio nella \u003Cmark>composizione\u003C/mark> delle credenze e nella maggiore","In questa puntata \"Bastioni di Orione\" torna a toccare vari punti dell'orbe terraqueo che sono in qualche modo collegati tra loro. Accendere un riflettore sui prepotenti primi cento giorni del mandato trumpiano alla Casa Bianca con uno storico come Gian Giacomo Migone significa anche comprendere quali strategie di contenimento del declino americano può permettersi l'amministrazione americana, scoperchiando l'evidenza della dissoluzione del ruolo di gendarme pure nell'ultimo focolaio di tensione che sfrutta il momento di vacanza imperiale per sondare quali sviluppi potrebbe avere lo scontro indo-pakistano sul contenzioso relativo al Kashmir (diviso nelle sue tre componenti etno-religiose) incancrenito nel postcolonialismo del subcontinente indiano. Ne abbiamo parlato con Matteo Miavaldi, con il quale avevamo preconizzato la potenziale esplosione innescata con l'attentato di Pahalgam. Ma anche il dinamismo polacco in materia militare e il conseguente avvicinamento delle due caserme Nato nell'Europa centrorientale: Germania e Polonia sono rivali per il primato militare in Europa e si alleano all'unica potenza nucleare del continente, sfruttando le paure scatenate da una Russia apparentemente aggressiva, anche se non avrebbe interesse a invadere Alessandro Ajres allude a una \"libido\" putiniana in un delirio di espansione imperiale, la paura del quale forse la società polacca ha introiettato in questi anni di destra estrema, alternati a centrodestra, che hanno sviluppato lo sviluppo economico per foraggiare l'industria bellica.\r\n\r\n\r\n\r\nNé India, né Pakistan trovano convenienza in uno scontro frontale ora sulla ottantennale \"questione del Kashmir\", eppure sta avvenendo ed è… esplosiva, nel senso che entrambe sono dotate di armamenti nucleari. L’India ha una preponderanza in ogni arma, ma quando si parla di nucleare e di dispute religioso-nazionaliste tra stati retti da fanatici difficilmente ne esce un vincitore vivo.\r\nCon Matteo Miavaldi percorriamo la china che ha portato a questa situazione pericolosa che ha già prodotto decine di morti dalla strage di Pahalgham del 22 aprile, quando un commando jihadista ha ucciso 26 indiani in Kashmir, evidenziando l’impreparazione dell’intelligence di Dehli e scatenando la reazione unitaria della nazione indiana che due settimane dopo ha prodotto una quarantina di morti con il bombardamento dell’Operazione Sindoor contro il Pakistan, i cui vertici negano ogni responsabilità nell’innesco della spirale. L’escalation muscolare è pari a quella propagandistica, tanto che è difficile accettare e prendere per buone quasi tutte le ricostruzioni che provengono da ciascuno dei contendenti.\r\nLa storia del Jammu-Kashmir è travagliata dal dopoguerra: in comune con le vicende israelo-palestinesi non c’è solo il 1947 come data del vulnus, ma anche lo sfruttamento di ogni periodo in cui la diplomazia internazionale va in panne, permettendo all’apparato militare di risolvere con i suoi metodi le dispute; e forse si può individuare nel 2019 con la revoca dello stato semiautonomo della regione indiana una svolta a cui non si possono ricondurre questi risultati ma fu un avvio di un processo che ne ha consentito il deflagrare del problema in questi termini, perché ha prodotto un cambio nella \u003Cmark>composizione\u003C/mark> delle credenze e nella maggiore presenza culturale hindu tra la popolazione delle regioni di confine. Le conseguenze non possono che essere le risposte reciproche più violente dalla creazione del Bangla Desh dal Pakistan Orientale.\r\nE a fronte di un evento di portata così storica le reazioni internazionali o i tentativi di interposizione per arrivare a una pacificazione dell’area sono risibili da parte di tutte le potenze globali, peraltro difficilmente potrebbero venire accettate dai rispettivi nazionalismi dei contendenti. La Cina si è offerte come mediatrice, appalesando un interesse precipuo alla \u003Cmark>composizione\u003C/mark> del conflitto, benché sia chiaro che l’interesse di Pechino è il mantenimento del territorio pakistano, storico alleato e indispensabile corridoio per la Belt Road Initiative; facendo da contrappeso all’immediato sostegno di Israele alla rappresaglia indiana, tanto assimilabile alla reazione assassina dell’entità sionista a Gaza.\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/7IBzky3YF9FknUxHEN6yWV?si=bHv964OURDqoJY5k3qRDSA\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/Innesco-e-propaganda-in-Kashmir_Miavaldi.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPer ascoltare i podcast sull'Estremo oriente si trovano qui\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nTusk partecipa ai summit sul destino della guerra con Merz e Macron, a dimostrazione della sua potenza militare che sfida la preminenza europea dei due partner, esaltando il nazionalismo di matrice romantica mai realmente venuto meno al paese, che negli ultimi 2/3 decenni ha raddoppiato il pil e livellato i tassi di povertà delle componenti sociali. Sottoposto questo paesaggio ad Alessandro Ajres, ci ha fatto notare come questo sia potuto accadere in seguito all’alternanza al potere dei rappresentanti della sacca rurale retriva e conservatrice che vota l'estrema destra del PiS e di quelli del centro destra liberal-conservatore che trova i propri consensi nelle metropoli e nei bacini minerari e navali. La matrice militare e reazionaria – sempre meno sfumata in entrambi i campi dalla forza della chiesa cattolica, che ha disperso la potenza data dal fanatismo dei tempi wojtyliani – si fonda su una produzione industriale a basso costo, e l’importanza della posizione geografica, che la pone tra quegli stati europei a ridosso del confine con i territori controllati da Mosca che cavalcano le paure dell’orso russo e le fomentano per spostare capitali statali verso il settore bellico (che drena il 5 per cento del pil ormai da anni).\r\nQuesta situazione pone la Polonia nella condizione di incalzare la potenza militare tedesca e la sua preminenza nel mettere a disposizione territorio e basi missilistiche al sistema di guerra occidentale; e questa spirale le consente inoltre di essere il faro della fazione degli impauriti baltici, inserendosi nella tradizione deel destre nazionaliste dell'Esteuropa. Ed è in questo contesto che diventa interessante vedere come anziché scontrarsi sembra che Polonia e Germania uniscano le loro forze per sostenere una politica europea a loro immagine.\r\nLa Polonia e i suoi fratelli comprende sia le repubbliche baltiche, sia gli altri stati ex sovietici, in cui la recrudescenza antirussa ha prodotto frange sempre più ampie di nostalgie fasciste che impastano un po' tutta la regione di nazionalismi fanatici, più che romantici.\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/gli-assi-di-potere-europei-inglobano-la-polonia--66032024\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/La-Polonia-e-i-suoi-fratelli_Ajres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPer ascoltare gli episodi precedenti relativi alla regione pannonica, balcanica e caucasica si trovano qui\r\n\r\nCon Giangiacomo Migone che fra le altre cose ha insegnato storia dell'America del nord all'università di Torino ,parliamo delle fratture all'interno della società americana e della crisi di egemonia di cui l'elezione di Trump è la conseguenza. Trump si è rivolto ad un altro elettorato ,la parte dei bianchi americani impoveriti dalla globalizzazione che ha mangiato i posti di lavoro che sono stati delocalizzati altrove .Trump prende atto che gli USA nonostante la potenza militare non sono più l'egemone e la sua visione incarna la nostalgia della grandezza americana che vorrebbe far rivivere nonostante la concorrenza della Cina che ha invece una percezione multipolare del mondo.\r\nNonostante la torsione autoritaria che è incarnata dalla politica trumpiana ci sono delle resistenze all'interno del tessuto sociale americano che si manifestano nelle università ,nell'opposizione dei tribunali ai decreti del presidente che non considera i contrappesi istituzionali e si concretizzano anche nelle affollate piazze che stanno seguendo il tour contro l'oligarchia del senatore Sanders e di Alexandra Ocasio Cortez. 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Ci facciamo aiutare da Laura Silvia Battaglia, giornalista e documentarista esperta della penisola araba che ha seguito a lungo anche le vicende yemenite.\r\n\r\nL'Arabia Saudita di Bin Salman si presenta forte della potenza finanziaria del suo fondo sovrano e della società che gestisce le ricchezze petrolifere del paese Aramco,che ormai estende i suoi interessi anche verso l'Asia meridionale .Il faraonico progetto della Vision 2030 che ha come obiettivo anche quello di diversificare le fonti dell'economia saudita e di modernizzare il paese ,per quanto ridimensionato, costituisce il volano con il quale Bin Salman vuole proiettare un' immagine diversa del paese come elemento di stabilità che tenga insieme gli USA ,Russia e Cina dialogando al contempo con lo storico rivale persiano. L'Arabia Saudita guarda anche con interesse al Libano dopo l'elezione di Aoun come presidente e l'indebolimento di Hezbollah e alla Siria mirando a diventare un nodo decisionale che non si puo' ignorare . Forte dei rapporti che lo legano a Trump Bin Salman sta giocando una partita globale, non a caso gli incontri tra le delegazioni russe e americane si sono tenuti a Riyad ,ma non solo sul piano diplomatico anche su quello economico come dimostra la quasi adesione ai BRICS, l'emissioni di obbligazioni in euro per sostenere il progetto \"Vision 2030\" , il mancato rinnovo dell'accordo relativo al pagamento del petrolio in dollari Usa, promosso cinquanta anni fa tra gli Stati Uniti d’America e l’Arabia Saudita . Il principe trova l'opposizione delle correnti conservatrici legate ai valori tradizionale ma è sostenuto dalla maggioranza della popolazione giovane che aspira ad uno stile di vita in linea con le modernizazioni promesse da Bin Salman.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/BASTIONI27022025-BATTAGLIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMatteo Palamidesse ,giornalista di Focus on Africa ,ci racconta della situazione che ha trovato in Tigray devastato dall guerra civile . Nella regione manca il carburante ,le file ai distributori sono infinite e il prezzo della benzina è arrivato al cambio attuale a quasi 2 euro al litro ,con conseguenze devastanti per il trasporto pubblico che è praticamente fermo. Al di fuori delle città si vedono le conseguenze delle devastazioni provocate dalla guerra ,impianti produttivi danneggiati e chiusi ,con migliaia di persone che hanno perso il lavoro ,molti vagano traumatizzati dalle violenze del conflitto per le strade ,i giovani tentano di andarsene verso la penisola arabica o verso l'Europa intraprendendo viaggi pericolsi che spesso si concludono tragicamente. Si prova a riaprire le scuole ma la gestione dei giovani alunni traumatizzati perchè orfani o perchè ex combattenti è estremamente complessa mentre emergono i dati raccapriccianti delle vittime degli stupri ,usati dalle milizie combattenti come arma contro la popolazione civile .Nonostante questo quadro drammatico la popolazione cerca di ricostruire senza aspettare aiuti che tardano ad arrivare , si ricostituisce un tessuto di solidarietà e sostegno reciproco per sanare le ferite della guerra .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/bastioni-27022025-palamidesse.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Vita Lo Russo attivista e giornalista che vive a Berlino , parliamo delle elezioni tedesche in particolare dell'influenza sull'esito del voto delle mobilitazioni di massa contro AFD ,la composizione del voto per la Linke che inaspettatamente ha raddoppiato i consensi ,l'ambiguità di fondo delle posizioni di certa sinistra tedesca rispetto alla condanna dei crimini sionisti a Gaza e nei territori occupati. A 36 anni dalla caduta del muro l'esito di queste elezioni con il successo della destra di AFD nei laender orientali ,rimanda al fallimento sostanziale del processo di unificazione vissuto ad est come un' annessione forzata a suon di trasferimento di risorse economiche ed umane che però non hanno contribuito alla crescita delle regioni orientali. Con Vita parliamo anche dell'impatto della riunificazione sulla vita delle persone che vivevano nella DDR.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/BASTIONI-DI-ORIONE-27022025-GERMANIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Laura Schrader ,giornalista e studiosa della questione kurda ,parliamo degli Yazidi in occasione di una mostra che si terrà da sabato 1 marzo al polo del '900 sulla comunità yezidae lo spazio sacro. Il popolo degli yazidi è stato vittima di varie persecuzioni a causa della sua religione eterodossa e l'ultimo tentativo di genocidio è stato perpretato dall'Isis nell'agosto del 2014 nella regione irachena nord occidentale di Sinjar, nel giro di poche settimane più di 5000 persone furono uccise mentre donne e bambini furono ridotti in schiavitù. Un decennio dopo il massacro risultano ancora disperse 2600 persone e molte fosse comuni non sono ancora stae scavate , il massacro ha provocato circa 350000 profughi costretti a fuggire. Con Laura parliamo anche della situazione nel Rojava e dell'attacco delle milizie filo turche contro la diga di Tishrin difesa dalla popolazione del luogo e dai combattenti curdi. Il nuovo governo siriano ,nonostante il maquillage democratico ,è espressione degli integralisti islamici e controllato dalla Turchia che ha come obiettivo quello di cancellare la presenza curda nel nord est e cancellare l'esperienza dell'Amministrazione autonoma democratica della Siria settentrionale e orientale che vuole costruire una Siria laica e multietnica.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/Bastioni-27022025-schrader.mp3\"][/audio]","1 Marzo 2025","2025-03-01 12:14:25","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 27/02/2025- ARABIA SAUDITA: MBS E LE ASPIRAZIONI DI POTENZA GLOBALE -TIGRAY: LE FERITE DELLA GUERRA - GERMANIA DOPO LE ELEZIONI -YAZIDI UN POPOLO PERSEGUITATO.",1740831265,[339],[306],{"post_content":388},{"matched_tokens":389,"snippet":390,"value":391},[72],"di massa contro AFD ,la \u003Cmark>composizione\u003C/mark> del voto per la Linke","In questa puntata Bastioni di Orioni approfondisce il ruolo che l'Arabia Saudita sta giocando sullo scacchiere internazionale ,aspirando ad essere riconosciuta come potenza globale imprescindibile nella definizione dei nuovi equilibri non solo regionali. Ci facciamo aiutare da Laura Silvia Battaglia, giornalista e documentarista esperta della penisola araba che ha seguito a lungo anche le vicende yemenite.\r\n\r\nL'Arabia Saudita di Bin Salman si presenta forte della potenza finanziaria del suo fondo sovrano e della società che gestisce le ricchezze petrolifere del paese Aramco,che ormai estende i suoi interessi anche verso l'Asia meridionale .Il faraonico progetto della Vision 2030 che ha come obiettivo anche quello di diversificare le fonti dell'economia saudita e di modernizzare il paese ,per quanto ridimensionato, costituisce il volano con il quale Bin Salman vuole proiettare un' immagine diversa del paese come elemento di stabilità che tenga insieme gli USA ,Russia e Cina dialogando al contempo con lo storico rivale persiano. L'Arabia Saudita guarda anche con interesse al Libano dopo l'elezione di Aoun come presidente e l'indebolimento di Hezbollah e alla Siria mirando a diventare un nodo decisionale che non si puo' ignorare . Forte dei rapporti che lo legano a Trump Bin Salman sta giocando una partita globale, non a caso gli incontri tra le delegazioni russe e americane si sono tenuti a Riyad ,ma non solo sul piano diplomatico anche su quello economico come dimostra la quasi adesione ai BRICS, l'emissioni di obbligazioni in euro per sostenere il progetto \"Vision 2030\" , il mancato rinnovo dell'accordo relativo al pagamento del petrolio in dollari Usa, promosso cinquanta anni fa tra gli Stati Uniti d’America e l’Arabia Saudita . 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Al di fuori delle città si vedono le conseguenze delle devastazioni provocate dalla guerra ,impianti produttivi danneggiati e chiusi ,con migliaia di persone che hanno perso il lavoro ,molti vagano traumatizzati dalle violenze del conflitto per le strade ,i giovani tentano di andarsene verso la penisola arabica o verso l'Europa intraprendendo viaggi pericolsi che spesso si concludono tragicamente. Si prova a riaprire le scuole ma la gestione dei giovani alunni traumatizzati perchè orfani o perchè ex combattenti è estremamente complessa mentre emergono i dati raccapriccianti delle vittime degli stupri ,usati dalle milizie combattenti come arma contro la popolazione civile .Nonostante questo quadro drammatico la popolazione cerca di ricostruire senza aspettare aiuti che tardano ad arrivare , si ricostituisce un tessuto di solidarietà e sostegno reciproco per sanare le ferite della guerra .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/bastioni-27022025-palamidesse.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Vita Lo Russo attivista e giornalista che vive a Berlino , parliamo delle elezioni tedesche in particolare dell'influenza sull'esito del voto delle mobilitazioni di massa contro AFD ,la \u003Cmark>composizione\u003C/mark> del voto per la Linke che inaspettatamente ha raddoppiato i consensi ,l'ambiguità di fondo delle posizioni di certa sinistra tedesca rispetto alla condanna dei crimini sionisti a Gaza e nei territori occupati. A 36 anni dalla caduta del muro l'esito di queste elezioni con il successo della destra di AFD nei laender orientali ,rimanda al fallimento sostanziale del processo di unificazione vissuto ad est come un' annessione forzata a suon di trasferimento di risorse economiche ed umane che però non hanno contribuito alla crescita delle regioni orientali. Con Vita parliamo anche dell'impatto della riunificazione sulla vita delle persone che vivevano nella DDR.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/BASTIONI-DI-ORIONE-27022025-GERMANIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Laura Schrader ,giornalista e studiosa della questione kurda ,parliamo degli Yazidi in occasione di una mostra che si terrà da sabato 1 marzo al polo del '900 sulla comunità yezidae lo spazio sacro. Il popolo degli yazidi è stato vittima di varie persecuzioni a causa della sua religione eterodossa e l'ultimo tentativo di genocidio è stato perpretato dall'Isis nell'agosto del 2014 nella regione irachena nord occidentale di Sinjar, nel giro di poche settimane più di 5000 persone furono uccise mentre donne e bambini furono ridotti in schiavitù. Un decennio dopo il massacro risultano ancora disperse 2600 persone e molte fosse comuni non sono ancora stae scavate , il massacro ha provocato circa 350000 profughi costretti a fuggire. Con Laura parliamo anche della situazione nel Rojava e dell'attacco delle milizie filo turche contro la diga di Tishrin difesa dalla popolazione del luogo e dai combattenti curdi. Il nuovo governo siriano ,nonostante il maquillage democratico ,è espressione degli integralisti islamici e controllato dalla Turchia che ha come obiettivo quello di cancellare la presenza curda nel nord est e cancellare l'esperienza dell'Amministrazione autonoma democratica della Siria settentrionale e orientale che vuole costruire una Siria laica e multietnica.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/Bastioni-27022025-schrader.mp3\"][/audio]",[393],{"field":107,"matched_tokens":394,"snippet":390,"value":391},[72],{"best_field_score":146,"best_field_weight":210,"fields_matched":102,"num_tokens_dropped":50,"score":211,"tokens_matched":102,"typo_prefix_score":50},{"document":397,"highlight":409,"highlights":414,"text_match":144,"text_match_info":417},{"comment_count":50,"id":398,"is_sticky":50,"permalink":399,"podcastfilter":400,"post_author":378,"post_content":401,"post_date":402,"post_excerpt":55,"post_id":398,"post_modified":403,"post_thumbnail":404,"post_title":405,"post_type":336,"sort_by_date":406,"tag_links":407,"tags":408},"94490","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-19-12-2024-limplosione-degli-stati-nazione-post-coloniali-siria-e-myanmar-contraccolpi-in-georgia-e-nel-caucaso-ex-sovietico-della-guerra-in-europa-i-fantasmi-di-gwangju-in-c/",[281],"In questa ultima puntata del 2024 Bastioni di Orione si confronta con gli effetti della frammentazione dei territori , conseguenza della crisi dell'ordine capitalista post globalizzazione e la ridefinizione in corso degli assetti di potere in aree strategiche come il Levante e il Sud Est asiatico guardando nello specifico al caso della Siria e del Myanmar. Le fratture dovute al confronto bellico fra Nato e Russia come onde sismiche si estendono fino al Caucaso ,ingerenze esterne si manifestano scompaginando equlibri ,innestando tensioni ,favorendo divisioni all'interno di società colpite dalla crisi sociale e anche d'identità riveniente dal collasso dell'URSS come nel caso della Georgia. Nel quadro della frammentazione globale anche società ritenute stabili come la Corea del Sud ripiombano nell'incubo di un passato autoritario non troppo lontano in cui i militari detenevano il potere , tentativi di golpe e crisi di rappresentanza politica scuotono le fondamenta di un paese divenuto fondamentale per l'architettura militare anticinese nell'Indo Pacifico.\r\n\r\nCon Emanuele Giordana giornalista ,scrittore e profondo conoscitore dell'Asia ,parliamo della situazione in Myanmar e degli sviluppi della guerra che ha provocato migliaia di morti e almeno tre milioni di profughi interni. Le città principali sono ancora sotto il controllo dell'esercito mentre le milizie etniche e l'opposizione controllano gli stati perifici e le aree di confine in particolare con la Cina e il Bangladesh. L'avanzata delle formazioni separatiste che sono attive dal 1948 respinge l'esercito del regime militare ma segue un' agenda legata ad interessi particolari dal traffico di droga al contrabbando . L'atteggiamento della Cina sta cambiando ,ha tollerato la giunta fino ad ora e al contempo ha consentito il passaggio di armi e viveri verso le formazioni armate ,ma ora sta spingendo per un negoziato fra le parti preoccupata dal caos ai suoi confini . L' ASEAN (la Associazione delle nazioni del Sudest Asiatico ) si sta muovendo per trovare una via d'uscita dalla crisi che attanaglia il Myanmar dopo il colpo di stato militare del 2021 ,su iniziativa della Thailandia ,inquieta per l'afflusso dei profughi . L'Indonesia ,che ora ha un presidente ex militare ,sembra voler cambiare posizione verso la giunta bimana e se i cinesi non abbandonano i generali la situazione potrebbe cambiare per i militari al potere anche perchè finora, la road map per la pace, proposta dai 10 membri dell'ASEAN e nota come \"Piano in cinque punti\", non ha trovato l'appoggio del governo birmano, nè dei gruppi di opposizione. Ora, secondo gli analisti, in questa fase, dopo le sconfitte sul campo e la saldatura avvenuta tra i movimenti ribelli e le milizie etniche in Myanmar, anche la giunta militare al potere nel paese potrebbe aprire alla prospettiva di colloqui per raggiungere una tregua e un accordo.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/BASTIONI-DI-ORIONE-19122024-GIORDANA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Rosella Ideo ,storica dell'Asia orientale all'Università di Trieste ,dialogando con Emanuele Giordana cerchiamo di comprendere le dinamiche del golpe di Seoul ,che ha riportato la Corea del Sud indietro nel tempo agli anni '80. L'arresto del capo di stato maggiore dell'esercito dimostra come il tentativo di golpe orchestrato dal presidente Yoon Suk Yeol sia stato condiviso dagli alti gradi delle forze armate e forse ,in considerazione delle catene di comando fortemente integrate ,anche che gli Stati Uniti ne fossero a conoscenza . Il parlamento al terzo tentativo è riuscito a votare l'impeachment contro il presidente ,ora sospeso dalle sue funzioni ,bisognerà attendere la Corte Costituzionale per confermare l'incriminazione ma la composizione della stessa corte fa supporre un esito negativo.\r\n\r\nLa mobilitazione della piazza costituisce un elemento di fiducia nella presenza di anticorpi democratici nella società coreana,la memoria collettiva della sanguinosa repressione del 1980 dell'insurrezione di Gwangju ,raccontata anche nel romanzo \"Atti umani\" del premio nobel per la letteratura Hang Kang, ha sedimentato l'insofferenza per i pronunciamenti autoritari dei militari. Il sistema economico basato sui conglomerati industriali chiamati \"chaebol\" ,controllati dalle grandi famiglie impedisce al capitale coreano di essere fagocitato dalla finanza speculativa internazionale ,rimandando una realtà ancora legata a dinamiche del potere economico verticali e impermeabili ai cambiamenti di cui la sovrastrtutura politica è lo specchio.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/BASTIONI-DI-ORIONE-ROSSELLA-IDEO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Antonella De Biasi ,giornalista e scrittrice parliamo della situazione in Siria ,in particolare del ruolo della Turchia nella spartizione delle sfere d'influenza nel paese in corso guardando alla posizione dell'entità curda nel Nord Est. Erdogan,apparentemente il vincitore della contesa siriana. nelle sue recenti dichiarazioni ha fatto riferimento ad una supposta \"geografia del cuore\" affermando che la Turchia è più grande della Turchia con esplicito riferimento al mondo turcofono che si espande bel oltre i confini dello stato turco.\r\n\r\nDopo il passaggio dal barbiere Al Jolani cerca di vendere la sua nuova immagine ma le donne sono le sentinelle che per prime danno l'allarme sulla natura integralista del nuovo potere insediatosi con il sostegno della Turchia a Damasco . Nessuno dei protagonisti che si muovono nello scenario siriano vuole apparentementre fare gli stessi errori che fecero gli americani in Irak sciogliendo il partito Bath e l'esercito creando cosi' le condizioni per la rivolta sunnita ,ma l'integrazione delle varie milizie che si sono combattute finora in un nuovo esercito sembra un' impresa estremamente difficoltosa . L'esperimento del confederalismo democratico nei territori curdi è a rischio sia perchè costituisce un modello alternativo al nazionalismo etnico prevalente sia perchè nei piani di Erdogan non cè spazio per una entità curda e colui che gestirà la transizione siriana per conto di Ankara è lo stesso Hakam Fidam ora ministro degli esteri , ex capo dei servizi segreti turchi che agevolarono il passaggio delle milizie islamiche verso la Siria dal confine turco. La caduta di Assad ,per il ruolo che ha la Siria nell'Asia occidentale è considerato da alcuni analisti come un nuovo 1989 che genera un onda sismica di destabilizzazione che rischia di coinvolgere anche l'Iran.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/BASTIONI-19122024-SIRIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Simone Zoppellaro giornalista assiduo frequentatore del Caucaso ,parliamo della situazione della Georgia che si trova in una situazione di rottura degli equilibri istituzionali con un presidente eletto da un parlamento non riconosciuto dall'opposizione e da una presidente uscente che non vuole lasciare l'incarico ,con le piazze in ebollizione. Il partito \"Sogno georgiano\" del magnate Ivanishvili che possiede ricchezze pari al 20% del pil del paese,ha vinto le elezioni del 26 ottobre ma fra accuse di brogli e ingerenze esterne l'esito elettorale non è stato riconosciuto dalle opposizioni. Il rinvio del percorso di adesione all'Unione Europea ha scatenato l'insofferenza di una parte del paese che vedeva in questo processo la possibilità di fuoriuscita dalla crisi economica ,la visione conservatrice del partito di governo dettata da un'agenda populista e reazionaria ha portato alla chiusura della società georgiana prima considerata aperta ed accogliente . L'ingerenze delle istituzioni europee ,l'influenza americana che si esercita attraverso il sistema delle ONG ,la volontà della NATO di coinvolgere la Georgia nella guerra ucraina ,il legame del partito di governo con la Russia fanno della Georgia uno scenario simile a quello che precedette i fatti di piazza Maidan, i fattori esterni prevalgono sulle contraddizioni strutturali della società georgiana che rischia una frattura insanabile.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/BASTIONI-19122024-ZOPPELLARO.mp3\"][/audio]","21 Dicembre 2024","2024-12-21 16:05:38","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 19/12/2024- L'IMPLOSIONE DEGLI STATI NAZIONE POST COLONIALI : SIRIA E MYANMAR, CONTRACCOLPI IN GEORGIA E NEL CAUCASO EX SOVIETICO DELLA GUERRA IN EUROPA ,I FANTASMI DI GWANGJU IN COREA DEL SUD.",1734797138,[339],[306],{"post_content":410},{"matched_tokens":411,"snippet":412,"value":413},[72],"per confermare l'incriminazione ma la \u003Cmark>composizione\u003C/mark> della stessa corte fa supporre","In questa ultima puntata del 2024 Bastioni di Orione si confronta con gli effetti della frammentazione dei territori , conseguenza della crisi dell'ordine capitalista post globalizzazione e la ridefinizione in corso degli assetti di potere in aree strategiche come il Levante e il Sud Est asiatico guardando nello specifico al caso della Siria e del Myanmar. 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Possibili traiettorie di ingresso della robotica nel settore della sicurezza urbana?\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/BCUPCB-helsingHX2-robopalla.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nINTELLIGENZA ARTIFICIALE IN AMBITO MILITARE\r\n\r\n/ / dalla puntata del 9 dicembre 2024 / /\r\n\r\nStati Uniti, Israele, Ucraina, Turchia, i grandi produttori e utilizzatori di Killer Robots si riposizionano nelle geometrie variabili dei consessi internazionali dove si cerca di produrre delle cornici giuridiche sull’utilizzo di questi sistemi d’arma.\r\n\r\nAndiamo a osservare i processi di normazione/normalizzazione che accompagnano la ridefinizione degli arsenali apportata dall’intelligenza artificiale. Prendiamo in esame l’esito delle votazioni alle Nazioni Unite del 2 dicembre 2024 attorno a una risoluzione che – in palese ritardo rispetto all’accelerazione degli eventi - propone di creare un nuovo forum internazionale per discutere “le gravi sfide e le preoccupazioni sollevate dai sistemi d’arma autonomi”; parallelamente lo confrontiamo con la composizione internazionale che si sta coagulando attorno alla cornice del Responsible Military Use of Artificial Intelligence and Autonomy proposto dagli USA.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/BCUPCB_responsible-military-AI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nLARGE GEOSPATIAL MODELS – ERRATA CORRIGE\r\n\r\nPassiamo quindi a osservare la ricerca dell’azienda di videogiochi basati su realtà aumentata Niantic (Pokemon Go – Ingress) riguardo alla quale apportiamo una correzione rispetto a quanto detto precedentemente:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/BCUPCB_errata-corrige-niantic.mp3\"][/audio]","19 Dicembre 2024","2024-12-19 13:26:41","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/bcupcb_droni-responsibleAI3-200x110.png","NORMAZIONE KILLER ROBOTS - HELSING AI - NIANTIC",1734614501,[259,432,433,434,435],"http://radioblackout.org/tag/helsing-ai/","http://radioblackout.org/tag/intelligenza-artificiale/","http://radioblackout.org/tag/killer-robots/","http://radioblackout.org/tag/repressione/",[263,437,438,439,440],"helsing ai","intelligenza artificiale","killer robots","repressione",{"post_content":442},{"matched_tokens":443,"snippet":444,"value":445},[72],"parallelamente lo confrontiamo con la \u003Cmark>composizione\u003C/mark> internazionale che si sta coagulando","Estratti dalla puntata del 16 dicembre 2024 di Bello Come Una Prigione Che Brucia\r\n\r\n \r\n\r\nBREVI SU TECNOLOGIE MILITARI E REPRESSIVE\r\n\r\nL’azienda “europea” Helsing AI, attiva sul fronte delle intelligenze artificiali elaborative tattiche, introduce il suo primo sistema d’arma autonomo: il drone d’attacco HX-2.\r\n\r\nDalla Cina arrivano immagini di una palla-robot come sistema autonomo di pattugliamento congiunto con poliziotti umani, parallelamente l’azienda emiratina EDGE Group (droni e veicoli) consolida la collaborazione con la sua controllata Condor (sistemi d’arma non-letali). 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Prendiamo in esame l’esito delle votazioni alle Nazioni Unite del 2 dicembre 2024 attorno a una risoluzione che – in palese ritardo rispetto all’accelerazione degli eventi - propone di creare un nuovo forum internazionale per discutere “le gravi sfide e le preoccupazioni sollevate dai sistemi d’arma autonomi”; parallelamente lo confrontiamo con la \u003Cmark>composizione\u003C/mark> internazionale che si sta coagulando attorno alla cornice del Responsible Military Use of Artificial Intelligence and Autonomy proposto dagli USA.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/BCUPCB_responsible-military-AI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nLARGE GEOSPATIAL MODELS – ERRATA CORRIGE\r\n\r\nPassiamo quindi a osservare la ricerca dell’azienda di videogiochi basati su realtà aumentata Niantic (Pokemon Go – Ingress) riguardo alla quale apportiamo una correzione rispetto a quanto detto precedentemente:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/BCUPCB_errata-corrige-niantic.mp3\"][/audio]",[447],{"field":107,"matched_tokens":448,"snippet":444,"value":445},[72],{"best_field_score":146,"best_field_weight":210,"fields_matched":102,"num_tokens_dropped":50,"score":211,"tokens_matched":102,"typo_prefix_score":50},{"document":451,"highlight":463,"highlights":468,"text_match":144,"text_match_info":471},{"comment_count":50,"id":452,"is_sticky":50,"permalink":453,"podcastfilter":454,"post_author":378,"post_content":455,"post_date":456,"post_excerpt":55,"post_id":452,"post_modified":457,"post_thumbnail":458,"post_title":459,"post_type":336,"sort_by_date":460,"tag_links":461,"tags":462},"93815","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-21-11-2024-kenya-la-rivolta-cova-sotto-la-cenere-dopo-la-repressione-dele-manifestazioni-contro-ruto-la-cina-a-caccia-di-nuovi-mercati-in-vista-dei-dazi-di-trump/",[281],"Bastioni di Orione in questa puntata incontra Freddie Del Curatolo ,giornalista e scrittore che vive in Kenya ,per parlare della situazione a Nairobi dopo l'ondata di proteste dello scorso maggio contro il presidente Ruto represse brutalmente dalle forze di polizia .\r\n\r\nNonostante il ritiro della legge finanziaria contestata dai giovani in piazza ,i provvedimenti di taglio della spesa pubblica e di aumento delle tasse stanno per essere reintrodotti in maniera surrettizia per via parlamentare .La crisi istituzionale si è disvelata con la rottura tra il presidente e il suo delfino Gachagua ,appartente alla mafia del monte Kenya , di origine kikuyu e legato alla chiesa. Gachagua ,che era stato duramente contestato dalla piazza durante le manifestazioni ,è stato dimissionato dal parlamento con una procedura inusuale e al suo posto è stato scelto dal presidente l'ex ministro degli interni Kindiki ,responsabile della repressione sanguinosa delle proteste. La polizia è accusata di aver nascosto i corpi degli scomparsi ,si verificano sequestri anche di oppositori ugandesi che vengono consegnati alle autorità di Kampala e finiscono in prigione . Il governo ha dispiegato un livello di repressione che ha preso alla sprovvista i giovani protagonisti dell'opposizione a Ruto ,ma anche se la repressione è stata dura permane il malcontento e l'esempio kenyano si è esteso anche ai paesi limitrofi come l'Uganda e la Tanzania.\r\n\r\nCon il nostro interlocutore parliamo anche delle critiche che la ricerca condotta da Simon Counsell e Survival International ha sollevato sul progetto di compensazione delle emissioni di carbonio su terre indigene nel Kenya settentrionale, in particolare sulla credibilità del progetto stesso nonché sul suo potenziale impatto su diritti e mezzi di sussistenza dei popoli indigeni pastorali che abitano il territorio.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/BASTIONI-21112024-KENYA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Sabrina Moles di China files ,parliamo delle mosse di Pechino per prevenire la politica di dazi commerciali preannunciata dal prossimo presidente americano Trump . L'accordo con l'India che ha portato ad una composizione della frattura annosa per il controllo dei confini himalayani rimarca la natura di Pechino come partner commerciale fondamentale per l'India che pur mantenendo rapporti economici e a volte anche militari con l'occidente ,memore della tradizione di equidistanza tra i blocchi che risale a Nehru e Ghandi, guarda con interesse al vicino cinese.\r\n\r\nLa Cina si rivolge anche ad altri mercati irrompendo in quello che un tempo per gli U.S.A. era il \"patio trasero\",il giardino di casa. E' stato inaugurato in Peru' il gigantesco porto di Changay ,un terminal da 3,5 miliardi di dollari capace di accogliere navi con carichi fino a 18 mila container per volta, rafforzando così la posizione in America Latina e creando un collegamento con il porto di Shangai . Inoltre sono stati firmati accordi con il Brasile molto significativi mentre nonostante l'apparente politica unitaria dell'Unione Europea sui dazi ,ogni paese europeo sta cercando di svincolarsi con accordi diretti con la Cina .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/BASTIONI-21112024-SABRINA.mp3\"][/audio]","26 Novembre 2024","2024-11-26 19:24:23","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 21/11/2024-KENYA LA RIVOLTA COVA SOTTO LA CENERE DOPO LA REPRESSIONE DELLE MANIFESTAZIONI CONTRO RUTO-LA CINA A CACCIA DI NUOVI MERCATI IN VISTA DEI DAZI DI TRUMP.",1732648686,[339],[306],{"post_content":464},{"matched_tokens":465,"snippet":466,"value":467},[72],"che ha portato ad una \u003Cmark>composizione\u003C/mark> della frattura annosa per il","Bastioni di Orione in questa puntata incontra Freddie Del Curatolo ,giornalista e scrittore che vive in Kenya ,per parlare della situazione a Nairobi dopo l'ondata di proteste dello scorso maggio contro il presidente Ruto represse brutalmente dalle forze di polizia .\r\n\r\nNonostante il ritiro della legge finanziaria contestata dai giovani in piazza ,i provvedimenti di taglio della spesa pubblica e di aumento delle tasse stanno per essere reintrodotti in maniera surrettizia per via parlamentare .La crisi istituzionale si è disvelata con la rottura tra il presidente e il suo delfino Gachagua ,appartente alla mafia del monte Kenya , di origine kikuyu e legato alla chiesa. Gachagua ,che era stato duramente contestato dalla piazza durante le manifestazioni ,è stato dimissionato dal parlamento con una procedura inusuale e al suo posto è stato scelto dal presidente l'ex ministro degli interni Kindiki ,responsabile della repressione sanguinosa delle proteste. La polizia è accusata di aver nascosto i corpi degli scomparsi ,si verificano sequestri anche di oppositori ugandesi che vengono consegnati alle autorità di Kampala e finiscono in prigione . Il governo ha dispiegato un livello di repressione che ha preso alla sprovvista i giovani protagonisti dell'opposizione a Ruto ,ma anche se la repressione è stata dura permane il malcontento e l'esempio kenyano si è esteso anche ai paesi limitrofi come l'Uganda e la Tanzania.\r\n\r\nCon il nostro interlocutore parliamo anche delle critiche che la ricerca condotta da Simon Counsell e Survival International ha sollevato sul progetto di compensazione delle emissioni di carbonio su terre indigene nel Kenya settentrionale, in particolare sulla credibilità del progetto stesso nonché sul suo potenziale impatto su diritti e mezzi di sussistenza dei popoli indigeni pastorali che abitano il territorio.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/BASTIONI-21112024-KENYA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Sabrina Moles di China files ,parliamo delle mosse di Pechino per prevenire la politica di dazi commerciali preannunciata dal prossimo presidente americano Trump . 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Inoltre sono stati firmati accordi con il Brasile molto significativi mentre nonostante l'apparente politica unitaria dell'Unione Europea sui dazi ,ogni paese europeo sta cercando di svincolarsi con accordi diretti con la Cina .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/BASTIONI-21112024-SABRINA.mp3\"][/audio]",[469],{"field":107,"matched_tokens":470,"snippet":466,"value":467},[72],{"best_field_score":146,"best_field_weight":210,"fields_matched":102,"num_tokens_dropped":50,"score":211,"tokens_matched":102,"typo_prefix_score":50},6637,{"collection_name":336,"first_q":72,"per_page":20,"q":72},8,["Reactive",476],{},["Set"],["ShallowReactive",479],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fvwV6zQdrrD-QU863QHz9Y_W6CfCy1IhoubX5xdSpjiQ":-1},true,"/search?query=composizione"]