","Libia. Nuova minaccia salafita","post",1540306529,[60,61,62,63,64,65,66,67,68],"http://radioblackout.org/tag/al-saidi/","http://radioblackout.org/tag/al-sarraj/","http://radioblackout.org/tag/ambasciata/","http://radioblackout.org/tag/cirenaica/","http://radioblackout.org/tag/conferenza-di-palermo/","http://radioblackout.org/tag/haftar/","http://radioblackout.org/tag/libia/","http://radioblackout.org/tag/perrone/","http://radioblackout.org/tag/tripolitania/",[70,28,30,19,34,17,15,26,21],"al saidi",{"post_content":72,"tags":78},{"matched_tokens":73,"snippet":76,"value":77},[74,75],"conferenza","Palermo","La \u003Cmark>conferenza\u003C/mark> del 12 e 13 novembre promossa a \u003Cmark>Palermo\u003C/mark> dal governo italiano ha un","La \u003Cmark>conferenza\u003C/mark> del 12 e 13 novembre promossa a \u003Cmark>Palermo\u003C/mark> dal governo italiano ha un percorso sempre più in salita. Forte è il rischio \u003Cmark>di\u003C/mark> defezioni importanti come quella \u003Cmark>di\u003C/mark> Haftar, il signore della Cirenaica appoggiato dalla Francia, che ambisce a prendere il controllo anche della Tripolitania, dove il governo Al Sarraj, appoggiato dall'Italia, è sempre più debole, ostaggio delle milizie.\r\nOggi è a Roma Ali al Saidi, deputato del Parlamento libico con sede a Tobruk, membro della commissione Interni assai vicino a Khalifa Haftar. Al Saidi, è nella capitale come inviato del presidente del Parlamento.\r\n\r\nLa partecipazione \u003Cmark>di\u003C/mark> Haftar è sempre meno probabile, mentre è pressoché certo che non ci sarà il presidente della Camera dei rappresentanti \u003Cmark>di\u003C/mark> Tobruk, Aguila Saleh. Al Saidi qualche giorno fa aveva detto che «Questa \u003Cmark>conferenza\u003C/mark> non farà altro che acuire la crisi libica perché ci sono paesi come l’Italia che fanno \u003Cmark>di\u003C/mark> tutto per proseguirla».\r\n\r\nLa posizione dell'Italia si è molto indebolita con il nuovo governo. Il ministro dell'Interno Salvini non gode delle robuste maniglie \u003Cmark>di\u003C/mark> cui godeva Minniti, che, come viceministro aveva avuto per anni la delega ai servizi segreti, che sono i reali gestori degli accordi in un paese governato da logiche tribali e controllato da potenti milizie.\r\nAll'ambasciata italiana a Tripoli manca da mesi l'ambasciatore Perrone, esibitosi in diretta TV in dichiarazioni che hanno dimostrato la sua conoscenza dell'arabo ma anche una scarsa accortezza diplomatica. Perrone aveva dichiarato che i libici non erano maturi per elezioni a dicembre. Le proteste \u003Cmark>di\u003C/mark> piazza e e bandiere tricolori bruciate avevano indotto il governo a richiamarlo.\r\n\r\nParlando al sito web «al Wasat», Al Saidi, deputato eletto nel distretto \u003Cmark>di\u003C/mark> Wadi al Shati, regione storica meridionale del Fezzan, ha chiesto che venga riaperto il consolato d’Italia a Bengasi e che venga attuato il progetto per realizzare l’arteria stradale ovest-est tra Ras Jedir, valico al confine con la Tunisia, e Musaid, vicino al confine con l’Egitto. In particolare è il primo lotto dell’arteria su cui si punta, quello dal confine egiziano a Bengasi, grazie a cui migliorerebbe il flusso delle merci ma anche la sicurezza in Cirenaica. Una commessa da un miliardo \u003Cmark>di\u003C/mark> dollari in cui sono coinvolte alcune aziende italiane come Salini Impregilo.\r\n\r\nQuestione \u003Cmark>di\u003C/mark> affari, ma anche \u003Cmark>di\u003C/mark> politica, vista la presenza \u003Cmark>di\u003C/mark> milizie salafite nella zona, peraltro alleate con il \"laico\" Haftar.\r\n\r\nAltre milizie salafite sono tra quelle che controllano Tripoli e sono attive anche a Misurata.\r\nIl gioco delle alleanze potrebbe favorirne l'ascesa. Dopo l'Isis la partita con i salafiti sarebbe quindi tutt'altro che chiusa.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Francesca Mannocchi, giornalista free lance, più volte inviata in Libia, autrice \u003Cmark>di\u003C/mark> articoli e corrispondenze per l'Espresso, la7, al Jazeera.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2018 10 23 libia mannocchi",[79,81,83,85,87,92,94,96,98],{"matched_tokens":80,"snippet":70},[],{"matched_tokens":82,"snippet":28},[],{"matched_tokens":84,"snippet":30},[],{"matched_tokens":86,"snippet":19},[],{"matched_tokens":88,"snippet":91},[74,89,90],"di","palermo","\u003Cmark>conferenza\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>palermo\u003C/mark>",{"matched_tokens":93,"snippet":17},[],{"matched_tokens":95,"snippet":15},[],{"matched_tokens":97,"snippet":26},[],{"matched_tokens":99,"snippet":21},[],[101,107],{"field":35,"indices":102,"matched_tokens":104,"snippets":106},[103],4,[105],[74,89,90],[91],{"field":108,"matched_tokens":109,"snippet":76,"value":77},"post_content",[74,75],1736172819517538300,{"best_field_score":112,"best_field_weight":113,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":114,"tokens_matched":115,"typo_prefix_score":46},"3315704398080",13,"1736172819517538410",3,{"document":117,"highlight":136,"highlights":160,"text_match":172,"text_match_info":173},{"cat_link":118,"category":119,"comment_count":46,"id":120,"is_sticky":46,"permalink":121,"post_author":122,"post_content":123,"post_date":124,"post_excerpt":52,"post_id":120,"post_modified":125,"post_thumbnail":126,"post_thumbnail_html":127,"post_title":128,"post_type":57,"sort_by_date":129,"tag_links":130,"tags":134},[43],[45],"50728","http://radioblackout.org/2018/11/palermo-il-vertice-sulla-libia-un-fallimento-annunciato/","info2","In una Palermo blindata e attraversata da street parade e cortei di protesta comincia il vertice sulla Libia promosso dal governo. Un vertice che parte zoppo, per l'assenza dei leader dei vari paesi, che saranno rappresentati da figure di secondo piano. L'assenza più pesante sarà quella dell'uomo forte di Bengasi, Khalifa Haftar, che diserterà il vertice anche se parteciperà ad un incontro bilaterale. Anche l'Italia sarà rappresentata da una figura minore, il presidente del consiglio, Giuseppe Conte.\r\nNe parliamo con Alberto Negri, giornalista e profondo conoscitore del Medio Oriente e del Nord Africa, da cui è stato per lunghi anni corrispondente per diverse testate.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/11/2018-11-13-libia-alb-negri.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDi seguito l'articolo di Negri uscito sul Manifesto di domenica:\r\n\r\n\"La Libia, per la comunità internazionale, è come un territorio Comanche, in cui scambiare la pelle dei migranti in cambio di petrolio, gas e pascoli militari dove far crescere l’erba di nuovi conflitti. Il resto sono vittime nere che nessuno reclama e tante chiacchiere. L’inutilità della conferenza libica di Palermo si percepisce dall’assenza in blocco dei leader internazionali, fatta eccezione forse del premier russo Medvedev, che Putin usa come un jolly quando non vuole calare l’asso Lavrov.\r\n\r\nNessuno, tranne l’Onu, madre di tutti i fallimenti, ha intenzione di metterci il cappello sopra e presenta il piano già esposto a New York al Consiglio di sicurezza dall’inviato Ghassem Salamè. I capi veri stanno a Parigi per l’incontro Putin-Trump, a margine delle celebrazioni della vittoria nella prima guerra mondiale. E non andrà a Palermo neppure il segretario di Stato Usa Mike Pompeo.\r\nL’unica cosa certa è che verranno rinviate al prossimo anno le elezioni di dicembre volute dalla Francia e dal riottoso generale Khalifa Haftar, riacciuffato per la gita a Palermo da una missione a Mosca del capo dei servizi esterni Alberto Manenti che ha così evitato un flop clamoroso alla Farnesina.\r\nCi crede poco persino il ministro degli Esteri Moavero Milanesi che qualche giorno fa ha connotato l’appuntamento come una conferenza di «servizio», una definizione finora mai sentita nel gergo diplomatico.\r\nAmbizioni decisamente ridimensionate per un Paese che in cambio del Tap, dell’acquisto degli F-35, di qualche barile di greggio iraniano in scadenza per le sanzioni e del Muos _ il sistema elettronico di sorveglianza di Niscemi _ aveva chiesto a Trump, con il viaggio del premier Conte a Washington, la «cabina di regia» sulla Libia. Cosa che aveva fatto anche Renzi da Obama con effetti nulli: agli americani in Libia interessa contenere l’influenza dei russi e dare la caccia con i droni a qualche capetto dell’Isis, portando a casa uno scalpo, come si faceva appunto in territorio Comanche. E questo con buona pace anche dell’onda blu nelle elezioni di mid-term americane dove non c’era un candidato che si sia degnato di dare uno sguardo decente sul mondo e che cosa fa davvero l’America dalle nostre parti.\r\nForse questo meeting di Palermo doveva essere preceduto da un vertice di chiarimento Italia-Francia, che da anni sono insieme alle fazioni libiche i veri protagonisti di questo derby del disfacimento nel Nordafrica e intorbidano più degli altri – in compagnia di Turchia monarchie del Golfo ed Egitto – le acque del Mediterraneo, litigando anche sulla pelle di centinaia di migliaia di migranti.\r\nUno spettacolo indegno per chi guardava all’Europa come alternativa alle superpotenze.\r\nAnzi si può dire che da oltre un secolo questo match sanguinante tra Roma e Parigi si possa definire il vero «classico» della Sponda Sud. Cominciato alla fine dell’Ottocento quando con lo «schiaffo di Tunisi» i francesi si presero il protettorato tunisino ambito dall’Italia monarchica e garibaldina, continuato con lo sbarco italiano in Libia del 1911, la decimazione da parte del generale Graziani della popolazioni libica in Cirenaica (80mila morti su una popolazione di 800mila persone), proseguito con la disfatta nella seconda guerra mondiale e la successiva reazione italiana.\r\nMentre la Francia nel dopoguerra si inventava l’area del franco Cfa dopo Bretton Woods e cercava di mantenere la sua mano sulle colonie, l’Italia dell’Eni di Mattei finanziava l’Fnl algerino nella più sanguinosa guerra di liberazione coloniale del Nordafrica: un milione di morti. Fummo ricompensati dagli algerini con il primo grande gasdotto del Mediterraneo, il Transmed.\r\nPersino durante gli anni ’90 in Algeria Francia e Italia qui sulla Sponda Sud si guardavano in cagnesco: i nostri servizi avevano (e hanno tuttora) un’ottima collaborazione con i generali algerini. 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L’ondata migratoria ha poi fatto il resto destabilizzando l’intero quadro politico.\r\nMa la cosa peggiore è stata la decisione di accodarsi ai bombardamenti della Nato, consegnando le nostre basi militari per i raid sulla Libia ad americani, francesi e britannici. La nostra credibilità sulla Sponda Sud è affondata e per recuperarla ci vorranno anni, altro che la cabina di regia vagheggiata negli ovatti corridoi romani. Siamo di «servizio» come dice il ministro degli Esteri, cioè apparecchiamo la tavola per la spartizione delle risorse in territorio Comanche dove un tempo, con Andreotti, Prodi, D’Alema, l’Eni e il baciamano di Berlusconi, eravamo gli ospiti d’onore sotto la tenda del Capo.\"","13 Novembre 2018","2018-11-13 14:26:11","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/11/Conte_Haftar-1738x1080-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"186\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/11/Conte_Haftar-1738x1080-300x186.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/11/Conte_Haftar-1738x1080-300x186.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/11/Conte_Haftar-1738x1080-768x477.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/11/Conte_Haftar-1738x1080-1024x636.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/11/Conte_Haftar-1738x1080.jpg 1738w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Palermo: il vertice sulla Libia. 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Chi governa e chi lucra sulle vite altrui ha uno sguardo ancorato al presente, con una progettualità che si limita ad una proiezione elettorale o ad un’indagine stagionale di marketing.\r\nIl prezzo del cambiamento climatico e dell’abbandono dei territori viene pagato soprattutto dai più poveri.\r\nI profughi climatici, quelli che fuggono da intere aree del pianeta, dove l’avanzare della desertificazione chiude ogni possibilità di sopravvivenza, sono in costante aumento.\r\nMiliardi di esseri umani vivono nelle discariche, sulle discariche, con le discariche. La montagna di rifiuti è l’emblema del nostro tempo, il monumento ad un’idea di progresso che ha ingoiato milioni di vite.\r\nNe abbiamo parlato con Fabrizio Eva, geografo, autore di numerosi studi, docente all’università Cà Foscari di Venezia\r\n\r\nIl nostro modello di sviluppo? Autogestione dappertutto!\r\nRoma 23 marzo. In marcia per fermare il cambiamento climatico e le grandi opere\r\n\r\nAnatomia di un’intelligenza artificiale. Le nuove frontiere del capitale, tra sfruttamento e controllo.\r\nNe abbiamo discusso con Lorenzo Coniglione che in serata ha tenuto una conferenza alla FAT. La settimana precedente avevamo affrontato il tema dei robot domestici, governanti/spia che raccontano le nostre abitudini e le nostre scelte a chi drena informazioni per fare affari. Come facebook ma più nel profondo.\r\nVenerdì 15 abbiamo ragionato della materialità dell’economia virtuale, di ciò che ne permette la concreta realizzazione. In Congo i minatori che estraggono i minerali per la produzione di circuiti integrati lavorano da schiavi.\r\nE alle nostre latitudini milioni di persone perderanno il lavoro o lavoreranno in condizioni di precarietà estrema.\r\nL’automazione sotto il capitalismo può solo disciplinare il lavoro umano, non abolirlo.\r\nDai braccialetti usati nei centri logistici di Amazon alle gabbie/esoscheletro progettate per aumentare la produttività del lavoro, e aumentare i profitti dei padroni.\r\n\r\nIl business dei migranti, il controllo del territorio\r\nIl 25 aprile di due anni fa la notizia di scritte sul basamento di cemento del monumento ai partigiani di Bertolla suscitò indignazione tra gli antifascisti imbalsamati nella retorica della resistenza. Molti meno si indignarono per i fatti di cui narravano le scritte: il gigantesco business sulla pelle dei rom di lungo Stura Lazio, sgomberati e buttati in strada mentre le associazione amiche della giunta Fassino intascavano 5 milioni di euro.\r\nUn’inchiesta diede qualche guaio ad alcune associazioni, tra cui Terra del Fuoco. Oggi Terra del Fuoco si è inabissata, ma non i suoi animatori, che sono risorti dalle ceneri come Babel\r\nVi abbiamo parlato di Babel (Terra del fuoco) ossia delle metamorfosi della gang Alotto, tra agrobusiness e gestione dello sgombero all’ex Moi\r\n\r\nDiretta con una compagna dopo un'incursione solidale negli uffici dell'assessorato del comune alla sanità, assistenza, migranti etc. Un modo per sostenere lo sciopero della fame di Tomi, un ragazzo algerino in sciopero della fame da 40 giorni.\r\n\r\nProssimi appuntamenti:\r\n\r\nSabato 23 marzo\r\nCorteo contro le grandi opere e il cambiamento climatico\r\nRoma ore 14,30\r\n\r\nMercoledì 27 marzo\r\nCinePalermo presenta il cineforum dell’assemblea antimilitarista\r\nOrizzonti di gloria di Stanley Kubrick\r\nore 21 corso Palermo 46\r\n\r\nLunedì 1 aprile\r\nore 10,30/13\r\npunto info\r\nsu pacchetto sicurezza, leggi di guerra e truffa di quota 100 e reddito di schiavitù\r\nal mercato di corso Palestro (angolo via Cernaia)\r\n\r\nVenerdì 5 aprile\r\nCena sovversiva veg-vegan\r\nbenefit lotte sociali\r\nore 20 alla FAT in corso Palermo 46\r\n\r\nMercoledì 10 aprile\r\nCinePalermo presenta il cineforum dell’assemblea antimilitarista\r\nIl dottor Stranamore di Stanley Kubrick\r\nore 21 corso Palermo 46\r\n\r\nMercoledì 17 aprile\r\nCinePalermo presenta il cineforum dell’assemblea antimilitarista\r\nFull metal jacket di Stanley Kubrick\r\nore 21 corso Palermo 46\r\n\r\nLe riunioni della Federazione Anarchica Torinese, aperte a tutti gli interessati, sono ogni giovedì dalle 21 in corso Palermo 46\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org","19 Marzo 2019","2019-03-20 16:17:19","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/clima-200x110.jpeg","Anarres del 15 marzo. 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In Congo i minatori che estraggono i minerali per la produzione \u003Cmark>di\u003C/mark> circuiti integrati lavorano da schiavi.\r\nE alle nostre latitudini milioni \u003Cmark>di\u003C/mark> persone perderanno il lavoro o lavoreranno in condizioni \u003Cmark>di\u003C/mark> precarietà estrema.\r\nL’automazione sotto il capitalismo può solo disciplinare il lavoro umano, non abolirlo.\r\nDai braccialetti usati nei centri logistici \u003Cmark>di\u003C/mark> Amazon alle gabbie/esoscheletro progettate per aumentare la produttività del lavoro, e aumentare i profitti dei padroni.\r\n\r\nIl business dei migranti, il controllo del territorio\r\nIl 25 aprile \u003Cmark>di\u003C/mark> due anni fa la notizia \u003Cmark>di\u003C/mark> scritte sul basamento \u003Cmark>di\u003C/mark> cemento del monumento ai partigiani \u003Cmark>di\u003C/mark> Bertolla suscitò indignazione tra gli antifascisti imbalsamati nella retorica della resistenza. Molti meno si indignarono per i fatti \u003Cmark>di\u003C/mark> cui narravano le scritte: il gigantesco business sulla pelle dei rom \u003Cmark>di\u003C/mark> lungo Stura Lazio, sgomberati e buttati in strada mentre le associazione amiche della giunta Fassino intascavano 5 milioni \u003Cmark>di\u003C/mark> euro.\r\nUn’inchiesta diede qualche guaio ad alcune associazioni, tra cui Terra del Fuoco. Oggi Terra del Fuoco si è inabissata, ma non i suoi animatori, che sono risorti dalle ceneri come Babel\r\nVi abbiamo parlato \u003Cmark>di\u003C/mark> Babel (Terra del fuoco) ossia delle metamorfosi della gang Alotto, tra agrobusiness e gestione dello sgombero all’ex Moi\r\n\r\nDiretta con una compagna dopo un'incursione solidale negli uffici dell'assessorato del comune alla sanità, assistenza, migranti etc. Un modo per sostenere lo sciopero della fame \u003Cmark>di\u003C/mark> Tomi, un ragazzo algerino in sciopero della fame da 40 giorni.\r\n\r\nProssimi appuntamenti:\r\n\r\nSabato 23 marzo\r\nCorteo contro le grandi opere e il cambiamento climatico\r\nRoma ore 14,30\r\n\r\nMercoledì 27 marzo\r\nCinePalermo presenta il cineforum dell’assemblea antimilitarista\r\nOrizzonti \u003Cmark>di\u003C/mark> gloria \u003Cmark>di\u003C/mark> Stanley Kubrick\r\nore 21 corso \u003Cmark>Palermo\u003C/mark> 46\r\n\r\nLunedì 1 aprile\r\nore 10,30/13\r\npunto info\r\nsu pacchetto sicurezza, leggi \u003Cmark>di\u003C/mark> guerra e truffa \u003Cmark>di\u003C/mark> quota 100 e reddito \u003Cmark>di\u003C/mark> schiavitù\r\nal mercato \u003Cmark>di\u003C/mark> corso Palestro (angolo via Cernaia)\r\n\r\nVenerdì 5 aprile\r\nCena sovversiva veg-vegan\r\nbenefit lotte sociali\r\nore 20 alla FAT in corso \u003Cmark>Palermo\u003C/mark> 46\r\n\r\nMercoledì 10 aprile\r\nCinePalermo presenta il cineforum dell’assemblea antimilitarista\r\nIl dottor Stranamore \u003Cmark>di\u003C/mark> Stanley Kubrick\r\nore 21 corso \u003Cmark>Palermo\u003C/mark> 46\r\n\r\nMercoledì 17 aprile\r\nCinePalermo presenta il cineforum dell’assemblea antimilitarista\r\nFull metal jacket \u003Cmark>di\u003C/mark> Stanley Kubrick\r\nore 21 corso \u003Cmark>Palermo\u003C/mark> 46\r\n\r\nLe riunioni della Federazione Anarchica Torinese, aperte a tutti gli interessati, sono ogni giovedì dalle 21 in corso \u003Cmark>Palermo\u003C/mark> 46\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org",{"matched_tokens":289,"snippet":290,"value":291},[89],"controllo del territorio, la storia \u003Cmark>di\u003C/mark> Tomi che non mangia per","Anarres del 15 marzo. 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Il business dei migranti, il controllo del territorio, la storia \u003Cmark>di\u003C/mark> Tomi che non mangia per tornare libero...",[293,295],{"field":108,"matched_tokens":294,"snippet":286,"value":287},[89,89,75],{"field":170,"matched_tokens":296,"snippet":290,"value":291},[89],1733921019166457900,{"best_field_score":299,"best_field_weight":175,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":300,"tokens_matched":115,"typo_prefix_score":46},"2216192507904","1733921019166457970",{"document":302,"highlight":324,"highlights":332,"text_match":297,"text_match_info":337},{"comment_count":46,"id":303,"is_sticky":46,"permalink":304,"podcastfilter":305,"post_author":185,"post_content":306,"post_date":307,"post_excerpt":52,"post_id":303,"post_modified":308,"post_thumbnail":309,"post_title":310,"post_type":223,"sort_by_date":311,"tag_links":312,"tags":321},"27428","http://radioblackout.org/podcast/rom-e-sinti-dai-campi-di-sterminio-ai-campi-della-democrazia/",[185],"Venerdì 23 gennaio incontro su \"Rom e sinti: la memoria che non c’è. 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Cinquecentomila uomini, donne e bambini perseguitati, imprigionati, uccisi, deportati nei lager e seviziati, vittime degli orrendi esperimenti medici nazisti, sterminati nelle camere a gas e nei forni crematori.\r\n\r\nNei processi ai nazisti colpevoli di crimini contro l’umanità che seguirono la guerra, primo tra tutti quello di Norimberga, Rom e Sinti non ebbero spazio. Le loro sofferenze vennero seppellite da un silenzio, più pesante dei muri di Auschwitz. Solo nel 1980 il governo tedesco, in seguito ad una iniziativa della Verband Deutscher Sinti und Roma, riconobbe ufficialmente che i Rom e i Sinti durante la guerra avevano subito una persecuzione razziale. La persecuzione razziale subita dai Rom e dai Sinti è per lo più rimossa o, persino, negata.\r\n\r\nIn Italia per lunghi decenni persecuzioni razziali subite dai rom e dai sinti durante la dittatura fascista non hanno mai avuto parola. La Legge n. 211 del 20 luglio 2000 che istituisce il Giorno della Memoria non ricorda esplicitamente lo sterminio subito dalle popolazioni sinte e rom.\r\n\r\nNel dopoguerra i rom e i sinti vennero destinati ai “campi di transito” nonostante non fossero più nomadi. Lo stigma nei loro confronti è forte e radicato. Sono considerati stranieri, anche se spesso discendono da gruppi arrivati nella penisola oltre 700 anni fa.\r\n\r\nNegli ultimi anni si sono moltiplicati gli attacchi e le violenze fisiche e verbali. Le cronache narrano di sgomberi violenti, continui controlli di polizia, persecuzioni, insulti, botte. Nemmeno i bambini sfuggono agli attacchi.\r\n\r\nIn questi mesi, a Mirafiori, un gruppo di profughi bosniaci, apolidi di fatto, sono finiti nel mirino dei fascisti di Forza Nuova, Casa Pound e Fratelli d’Italia. 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Un vero assedio al cantiere/fortino militarizzato di San Didero.\r\nLa polizia ha sparato con i cannoni ad acqua contro gruppi di No Tav, che da ogni lato, protetti da instabili barriere di plastica avanzavano a ondate quasi continue.\r\nPoi è partita la consueta salva di lacrimogeni, sparati anche sul piazzale, dove c’era la distribuzione del vin brulé e delle caldarroste. Molti lacrimogeni sono stati rispediti al mittente, altri annegati nella neve. Un 8 dicembre di festa e di lotta.\r\n\r\nPolonia. Appello ad azioni di solidarietà con chi lotta alla frontiera con la Bielorussia\r\nDa agosto, quando i primi migranti hanno cominciato a passare il confine con la Polonia nel tentativo di entrare in Europa e di proseguire il viaggio verso la Germania, i compagni e le compagne polacche hanno cominciato ad andare al confine. Lì danno aiuto materiale e informazioni utili a quelli che riescono a filtrare attraverso le maglie, man mano più fitte, che il governo polacco ha teso lungo tutto il confine con la Bielorussia.\r\nNel resto d’Europa le vicende di questo confine sono diventate di pubblico dominio solo da poche settimane, quando il dittatore bielorusso ha deciso di rendere più forte la pressione sull’Europa, inviando migliaia di persone alla frontiera. La rotta bielorussa si è aperta solo grazie al ponte aereo offerto da Lukashenko, che prometteva un ingresso sicuro in Europa, offrendo un pacchetto vacanze completo. Per mille euro,\r\ni migranti, spesso intere famiglie, prendono l’aereo in Iraq, entrando in Bielorussia con un visto turistico, che comprende un soggiorno di tre giorni, la visita al castello di Minsk e l’accompagnamento per un giro senza ritorno al confine polacco.\r\nLì comincia l’inferno. La gente in trappola dentro la riserva naturale integrale che si trova ai due lati della frontiera, senza appoggi, senza mappe, senza sentieri, uomini armati alle proprie spalle, uomini armati di fronte. Chi viene intercettato dalle guardie polacche, viene privato di tutto e respinto senza possibilità di chiedere asilo.\r\nCon l’inverno la lista dei morti al confine si allunga di giorno in giorno. L’ultima una donna incinta di 39 anni in viaggio con il marito e cinque figli, morta di setticemia, perché nessuno l’ha soccorsa quando è stata male.\r\nSul confine ci sono sia esponenti di ONG moderati che i compagni e le compagne della rete No Border, di cui fanno parte gli anarchici della Federazione Anarchica Polacca di Katowice.\r\nI No Border raccolgono materiale e cercano di farlo avere alle persone che riescono ad incontrare, per rendere più facile proseguire il viaggio. Da settembre a Bialystok, la città più vicina al confine, i No Border hanno aperto una posto autogestito, dove si incontrano, si organizzano e autogestiscono la lotta.\r\nLa situazione è diventata più difficile da quando il governo polacco ha dichiarato interdetta una fascia di tre chilometri lungo il confine. Chi viene pescato in quest’area rischia multe e denunce penali.\r\nNonostante la repressione ogni settimana ci sono compagni che si avvicendano al confine per continuare la lotta.\r\nI compagni e le compagne fanno appello per azioni di solidarietà internazionale in tutta Europa\r\n\r\nKropotkin. Anarchico e geografo\r\nNel centenario della morte dell’anarchico russo si sono moltiplicate le iniziative editoriali e di studio. Abbiamo già parlato del convegno che si è tenuto a Massenzatico nell’ultimo fine settimana di ottobre, con resoconti e presentazioni di libri.\r\nQuesta settimana parleremo del Kropotkin geografo, con un occhio le geopolitiche critiche, che esaminano il rapporto tra spazio e potere. Il termine geografia critica viene usato per criticare il potere le guerre, contestando lo stato e il territorio coe elementi necessari per analizzare lo spazio. Anche i territorio, il luogo del terrore, che lo stat esercita. Malthus usato per naturalizzare la \r\nLo abbiamo fatto con Federico Ferretti, che insegna geografia all’università di Bologna ed è stato tra gli organizzatori del convegno “Solidarietà e rivoluzione. I cento anni di Kropotkin”.\r\n\r\nLa strage di Stato e l’assassino di Pinelli\r\nA Milano sono in preparazione numerose iniziative nell’anniversario della strage di piazza Fontana, della caccia agli anarchici, dell’arresto di Valpreda e dell’assassinio di Giuseppe Pinelli nei locali della questura di Milano e, più precisamente, nell’ufficio del commissario Luigi Calabresi. La bomba esplosa nella Banca dell’agricoltura nel pomeriggio del 12 dicembre fece 16 morti e numerosi feriti.\r\nL’ampia indignazione per la strage: agli anarchici fu immediatamente chiaro che si trattava di una strage di Stato, ordita con lo scopo di spezzare le gambe, dividendolo, al potente movimento sociale che aveva appena infiammato l’autunno di quell’anno. Non è certo un caso che Umberto D’Amato, capo dell’ufficio affari riservati del Viminale, si trovasse nella questura di Milano sin dal 12 dicembre.\r\nLa macchinazione fallì, perché i movimenti scesero in piazza rigettando al mittente le accuse rivolte agli anarchici, finché il teorema si sgretolò.\r\nLa memoria è tuttavia un meccanismo cui si scaricano le pile se non vengono alimentate continuamente.\r\nPer questa ragione, anno dopo anno, gli anarchici, specie a Milano, promuovono numerose iniziative.\r\nCe ne ha parlato Massimo Varengo della FAI milanese, con cui parleremo anche di “Fango” un libro uscito da poco in vista del cinquantesimo anniversario dell’uccisione di Calabresi, il commissario-finestra. In questo libro dal titolo evocativo, l’autore, tale Grimaldi, fa una sistematica operazione di falsificazione degli eventi, che investe soprattutto gli anarchici, sui quali di “fango” ne viene gettato parecchio.\r\nPer sfortuna dell’autore anno dopo anno c’è chi alimenta le pile che mantengono vivi gli ingranaggi della memoria.\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nMercoledì 15 dicembre\r\nore 10,30\r\npresidio No Tav in piazza Castello per contestare la Cig, la conferenza intergovernativa sulla Torino Lyon\r\n\r\nSabato 18 dicembre\r\nore 11 al Balon\r\npunto info anarcofemminista\r\nContro la (sacra) famiglia e i cattofascisti\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 20,30\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\ncorso Palermo 46 – @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","15 Dicembre 2021","2021-12-15 09:55:24","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/12/Pinelli_Bis-200x110.jpg","Anarres del 10 dicembre. No Tav. Polonia: appello alla solidarietà. Kropotkin, geografo e anarchico. La strage di stato, l’assassinio di Pinelli, la santificazione del suo assassino...",1639562124,[],[],{"post_content":400,"post_title":404},{"matched_tokens":401,"snippet":402,"value":403},[89],"sui 105,250 delle libere frequenze \u003Cmark>di\u003C/mark> Blackout. Anche in streaming\r\n\r\nAscolta","Il nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze \u003Cmark>di\u003C/mark> Blackout. Anche in streaming\r\n\r\nAscolta e diffondi il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/12/2021-12-10-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\n8 dicembre 2021. Un giorno \u003Cmark>di\u003C/mark> festa e \u003Cmark>di\u003C/mark> lotta\r\nL’8 dicembre \u003Cmark>di\u003C/mark> quest’anno la neve cadeva fitta fitta, ma non ha fermato un movimento che ha saputo stringere i denti e andare avanti per decenni. Eravamo in tanti al corteo che, dopo aver attraversato il centro del paese, si è diretto al presidio \u003Cmark>di\u003C/mark> Borgone, che il sindaco vuole distruggere, costruendo una strada inutile con i soldi delle compensazioni ricevute per il Tav.\r\nIl corteo è poi passato dal centro \u003Cmark>di\u003C/mark> San Didero e si è concluso al presidio del Baraccone.\r\nQui tutto è cominciato con palle natalizie e festoni sulle recinzioni, per poi proseguire con rampini e corde per tirare giù metri e metri \u003Cmark>di\u003C/mark> filo spinato a lamelle, intanto oltre la recinzione volavano palle \u003Cmark>di\u003C/mark> neve ghiacciata. Un vero assedio al cantiere/fortino militarizzato \u003Cmark>di\u003C/mark> San Didero.\r\nLa polizia ha sparato con i cannoni ad acqua contro gruppi \u003Cmark>di\u003C/mark> No Tav, che da ogni lato, protetti da instabili barriere \u003Cmark>di\u003C/mark> plastica avanzavano a ondate quasi continue.\r\nPoi è partita la consueta salva \u003Cmark>di\u003C/mark> lacrimogeni, sparati anche sul piazzale, dove c’era la distribuzione del vin brulé e delle caldarroste. Molti lacrimogeni sono stati rispediti al mittente, altri annegati nella neve. Un 8 dicembre \u003Cmark>di\u003C/mark> festa e \u003Cmark>di\u003C/mark> lotta.\r\n\r\nPolonia. Appello ad azioni \u003Cmark>di\u003C/mark> solidarietà con chi lotta alla frontiera con la Bielorussia\r\nDa agosto, quando i primi migranti hanno cominciato a passare il confine con la Polonia nel tentativo \u003Cmark>di\u003C/mark> entrare in Europa e \u003Cmark>di\u003C/mark> proseguire il viaggio verso la Germania, i compagni e le compagne polacche hanno cominciato ad andare al confine. Lì danno aiuto materiale e informazioni utili a quelli che riescono a filtrare attraverso le maglie, man mano più fitte, che il governo polacco ha teso lungo tutto il confine con la Bielorussia.\r\nNel resto d’Europa le vicende \u003Cmark>di\u003C/mark> questo confine sono diventate \u003Cmark>di\u003C/mark> pubblico dominio solo da poche settimane, quando il dittatore bielorusso ha deciso \u003Cmark>di\u003C/mark> rendere più forte la pressione sull’Europa, inviando migliaia \u003Cmark>di\u003C/mark> persone alla frontiera. La rotta bielorussa si è aperta solo grazie al ponte aereo offerto da Lukashenko, che prometteva un ingresso sicuro in Europa, offrendo un pacchetto vacanze completo. Per mille euro,\r\ni migranti, spesso intere famiglie, prendono l’aereo in Iraq, entrando in Bielorussia con un visto turistico, che comprende un soggiorno \u003Cmark>di\u003C/mark> tre giorni, la visita al castello \u003Cmark>di\u003C/mark> Minsk e l’accompagnamento per un giro senza ritorno al confine polacco.\r\nLì comincia l’inferno. La gente in trappola dentro la riserva naturale integrale che si trova ai due lati della frontiera, senza appoggi, senza mappe, senza sentieri, uomini armati alle proprie spalle, uomini armati \u003Cmark>di\u003C/mark> fronte. Chi viene intercettato dalle guardie polacche, viene privato \u003Cmark>di\u003C/mark> tutto e respinto senza possibilità \u003Cmark>di\u003C/mark> chiedere asilo.\r\nCon l’inverno la lista dei morti al confine si allunga \u003Cmark>di\u003C/mark> giorno in giorno. L’ultima una donna incinta \u003Cmark>di\u003C/mark> 39 anni in viaggio con il marito e cinque figli, morta \u003Cmark>di\u003C/mark> setticemia, perché nessuno l’ha soccorsa quando è stata male.\r\nSul confine ci sono sia esponenti \u003Cmark>di\u003C/mark> ONG moderati che i compagni e le compagne della rete No Border, \u003Cmark>di\u003C/mark> cui fanno parte gli anarchici della Federazione Anarchica Polacca \u003Cmark>di\u003C/mark> Katowice.\r\nI No Border raccolgono materiale e cercano \u003Cmark>di\u003C/mark> farlo avere alle persone che riescono ad incontrare, per rendere più facile proseguire il viaggio. Da settembre a Bialystok, la città più vicina al confine, i No Border hanno aperto una posto autogestito, dove si incontrano, si organizzano e autogestiscono la lotta.\r\nLa situazione è diventata più difficile da quando il governo polacco ha dichiarato interdetta una fascia \u003Cmark>di\u003C/mark> tre chilometri lungo il confine. Chi viene pescato in quest’area rischia multe e denunce penali.\r\nNonostante la repressione ogni settimana ci sono compagni che si avvicendano al confine per continuare la lotta.\r\nI compagni e le compagne fanno appello per azioni \u003Cmark>di\u003C/mark> solidarietà internazionale in tutta Europa\r\n\r\nKropotkin. Anarchico e geografo\r\nNel centenario della morte dell’anarchico russo si sono moltiplicate le iniziative editoriali e \u003Cmark>di\u003C/mark> studio. Abbiamo già parlato del convegno che si è tenuto a Massenzatico nell’ultimo fine settimana \u003Cmark>di\u003C/mark> ottobre, con resoconti e presentazioni \u003Cmark>di\u003C/mark> libri.\r\nQuesta settimana parleremo del Kropotkin geografo, con un occhio le geopolitiche critiche, che esaminano il rapporto tra spazio e potere. Il termine geografia critica viene usato per criticare il potere le guerre, contestando lo stato e il territorio coe elementi necessari per analizzare lo spazio. Anche i territorio, il luogo del terrore, che lo stat esercita. Malthus usato per naturalizzare la \r\nLo abbiamo fatto con Federico Ferretti, che insegna geografia all’università \u003Cmark>di\u003C/mark> Bologna ed è stato tra gli organizzatori del convegno “Solidarietà e rivoluzione. I cento anni \u003Cmark>di\u003C/mark> Kropotkin”.\r\n\r\nLa strage \u003Cmark>di\u003C/mark> Stato e l’assassino \u003Cmark>di\u003C/mark> Pinelli\r\nA Milano sono in preparazione numerose iniziative nell’anniversario della strage \u003Cmark>di\u003C/mark> piazza Fontana, della caccia agli anarchici, dell’arresto \u003Cmark>di\u003C/mark> Valpreda e dell’assassinio \u003Cmark>di\u003C/mark> Giuseppe Pinelli nei locali della questura \u003Cmark>di\u003C/mark> Milano e, più precisamente, nell’ufficio del commissario Luigi Calabresi. La bomba esplosa nella Banca dell’agricoltura nel pomeriggio del 12 dicembre fece 16 morti e numerosi feriti.\r\nL’ampia indignazione per la strage: agli anarchici fu immediatamente chiaro che si trattava \u003Cmark>di\u003C/mark> una strage \u003Cmark>di\u003C/mark> Stato, ordita con lo scopo \u003Cmark>di\u003C/mark> spezzare le gambe, dividendolo, al potente movimento sociale che aveva appena infiammato l’autunno \u003Cmark>di\u003C/mark> quell’anno. Non è certo un caso che Umberto D’Amato, capo dell’ufficio affari riservati del Viminale, si trovasse nella questura \u003Cmark>di\u003C/mark> Milano sin dal 12 dicembre.\r\nLa macchinazione fallì, perché i movimenti scesero in piazza rigettando al mittente le accuse rivolte agli anarchici, finché il teorema si sgretolò.\r\nLa memoria è tuttavia un meccanismo cui si scaricano le pile se non vengono alimentate continuamente.\r\nPer questa ragione, anno dopo anno, gli anarchici, specie a Milano, promuovono numerose iniziative.\r\nCe ne ha parlato Massimo Varengo della FAI milanese, con cui parleremo anche \u003Cmark>di\u003C/mark> “Fango” un libro uscito da poco in vista del cinquantesimo anniversario dell’uccisione \u003Cmark>di\u003C/mark> Calabresi, il commissario-finestra. 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