","Composad esternalizzando impera dividendo poveri bianchi contro poveri neri","post",1499432245,[66,67,68,69,70,71],"http://radioblackout.org/tag/adlcobas/","http://radioblackout.org/tag/composad/","http://radioblackout.org/tag/cooperative/","http://radioblackout.org/tag/guerra-tra-poveri/","http://radioblackout.org/tag/logistica/","http://radioblackout.org/tag/mantova/",[73,74,34,75,15,76],"adlCobas","Composad","guerra tra poveri","mantova",{"post_content":78,"tags":82},{"matched_tokens":79,"snippet":80,"value":81},[34],"di milioni e... esternalizza. Le \u003Cmark>cooperative\u003C/mark> sono tante e usano gli","Da un mese il picchetto è presente a Viadana (MN) ai cancelli della Composad fornisce gli oggetti in legno che vengono smerciati in Ikea, Le Roy-Merlin e altre grosse catene della distribuzione, conta 1500 addetti, ha un bilancio di milioni e... esternalizza. Le \u003Cmark>cooperative\u003C/mark> sono tante e usano gli stessi metodi: in certe realtà si è arrivati a una forte presenza del sindacato Adl-Cobas e guarda il caso, la cooperativa ha dichiarato fallimento e quei lavoratori sindacalizzati non sono riassunti dalla nuova cooperativa. Altra congiuntura sospetta: molti dei lavoratori sospesi sono stranieri e gli italiani hanno inscenato persino manifestazioni per poter rientrare al lavoro, organizzate dal padrone, ovviamente.\r\n\r\nRicomparse le magliette gialle del sindacato padronale nel momento in cui i sindacati di base (maggioranaza tra i facchini) sono stati estromessi dalla assemblea pubblica con istituzioni e azienda e sindaclisti concertativi, in cui si chiedeva soltanto il sostegno a famiglie italiane, un unico lavoratore chiedeva di essere solidali con quelli che sono rimasti sul tetto alcuni giorni prima di scendere mercoledì perché sarebbe stato raggiunto un accordo i cui margini non sono chiari. Gli hanno tolto il microfono e riempito di contumelie.\r\n\r\nSi è eretto un apparato mediatico, politico, sindacale per spezzare la lotta che richiedeva il rispetto degli accordi già presi con i lavoratori: per due anni già i lavoratori hanno lavorato in deroga dal contratto nazionale, ma comunque esterni e quindi la Composad come sempre si chiama fuori non avendo rapporti diretti con i lavoratori in lotta.\r\n\r\nSabato ci sarà un corteo a Viadana, piazza Matteotti, ore 15: molto importante per la tenuta della lotta di questi lavoratori della logistica.\r\n\r\nEmanuele che ha seguito la vertenza come associazione territoriale, vicino ai Clash City Workers:\r\n\r\nComposad",[83,85,87,90,92,94],{"matched_tokens":84,"snippet":73},[],{"matched_tokens":86,"snippet":74},[],{"matched_tokens":88,"snippet":89},[34],"\u003Cmark>cooperative\u003C/mark>",{"matched_tokens":91,"snippet":75},[],{"matched_tokens":93,"snippet":15},[],{"matched_tokens":95,"snippet":76},[],[97,103],{"field":40,"indices":98,"matched_tokens":100,"snippets":102},[99],2,[101],[34],[89],{"field":104,"matched_tokens":105,"snippet":80,"value":81},"post_content",[34],578730123365712000,{"best_field_score":108,"best_field_weight":109,"fields_matched":99,"num_tokens_dropped":52,"score":110,"tokens_matched":111,"typo_prefix_score":52},"1108091339008",13,"578730123365711978",1,{"document":113,"highlight":134,"highlights":150,"text_match":106,"text_match_info":158},{"cat_link":114,"category":115,"comment_count":52,"id":116,"is_sticky":52,"permalink":117,"post_author":55,"post_content":118,"post_date":119,"post_excerpt":58,"post_id":116,"post_modified":120,"post_thumbnail":121,"post_thumbnail_html":122,"post_title":123,"post_type":63,"sort_by_date":124,"tag_links":125,"tags":130},[49],[51],"31361","http://radioblackout.org/2015/09/terra-del-fuoco-e-babel-non-pagano-i-dipendenti-che-lavorano-nellaccoglienza-profughi/","I dipendenti di Terra del Fuoco e della cooperativa Babel, che della prima è una costola, non ricevono lo stipendio da 3 mesi. Si tratta di lavoratori impegnati nella costruzione e accompagnamento di progetti di accoglienza per profughi richiedenti asilo. E per questo hanno incrociato le braccia lunedì 14 settembre. Alllo sciopero hanno partecipato quasi tutti i 15 lavoratori (iscritti al Cub Sanità), con l'eccezione dei pochi soci dipendenti della cooperativa e dell'associazione, più legati ai destini economico-politici di questa. Terra del Fuoco ha infatti un non indifferente addentellato politico in Sala Rossa (consiglio municipale di Torino) nella persona di Michele Curto (Sel).\r\nLa vicenda porta alla luce le tante contraddizioni del lavoro nel mondo delle cooperative, dove allo sfruttamento legato ad alta intensità di lavoro e basso costo della mano d'opera, corrisponde un non indifferente coinvolgimento personale e affettivo in un lavoro sotanzialmente ascrivibile al servizio e cura della persona. Puntualmente i lavoratori hanno posto l'attenzione non solo al mancato salario ma anche alle condizioni di lavoro, come scrivono nel loro comunicato: “la discontinua erogazione dei fondi necessari per le attività di sostegno, formazione, inserimento sociale e lavorativo dei profughi, come sarebbe previsto dai bandi, svilisce l’efficacia delle attività di accoglienza”.\r\nI datori di lavoro si trincerano dietro i ritardi di pagamento di cui sarebbe responsabile la Prefettura di Torino (elargitrice degli appalti di assistenza) e assicurano che i ritardi nel pagamento sono “solo” di 15 giorni. Di tutt'altro avviso i lavoratori che puntano il dito anche sulla mancata corrispondenza dei rimborsi delle spese vive anticipate da lavoratori e lavoratrici per poter svolgere il proprio lavoro, le spese vive relative al trasporto (molti dei dipendenti devono muoversi verso la Val di Lanzo).\r\nLa vicenda non sembra risolversi in maniera rapida e per questo i lavoratori hanno indetto un'assemblea pubblica per il prossimo martedì alle 20.30 alla Callerizza occupata.\r\nAscolta l'intervista con Alex, dipendente di Terra del Fuoco\r\n\r\nalex_vs_tearradelfuoco","16 Settembre 2015","2015-09-18 11:24:15","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/09/34808745_scioperano-lavoratori-della-coop-dei-rifugiati-0-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"227\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/09/34808745_scioperano-lavoratori-della-coop-dei-rifugiati-0.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","Terra del fuoco e Babel non pagano i dipendenti che lavorano nell'accoglienza profughi",1442411546,[126,68,127,128,129],"http://radioblackout.org/tag/babel/","http://radioblackout.org/tag/profughi/","http://radioblackout.org/tag/terra-del-fuoco/","http://radioblackout.org/tag/torino/",[131,34,132,133,18],"Babel","profughi","Terra del Fuoco",{"post_content":135,"tags":139},{"matched_tokens":136,"snippet":137,"value":138},[34],"del lavoro nel mondo delle \u003Cmark>cooperative\u003C/mark>, dove allo sfruttamento legato ad","I dipendenti di Terra del Fuoco e della cooperativa Babel, che della prima è una costola, non ricevono lo stipendio da 3 mesi. Si tratta di lavoratori impegnati nella costruzione e accompagnamento di progetti di accoglienza per profughi richiedenti asilo. E per questo hanno incrociato le braccia lunedì 14 settembre. Alllo sciopero hanno partecipato quasi tutti i 15 lavoratori (iscritti al Cub Sanità), con l'eccezione dei pochi soci dipendenti della cooperativa e dell'associazione, più legati ai destini economico-politici di questa. Terra del Fuoco ha infatti un non indifferente addentellato politico in Sala Rossa (consiglio municipale di Torino) nella persona di Michele Curto (Sel).\r\nLa vicenda porta alla luce le tante contraddizioni del lavoro nel mondo delle \u003Cmark>cooperative\u003C/mark>, dove allo sfruttamento legato ad alta intensità di lavoro e basso costo della mano d'opera, corrisponde un non indifferente coinvolgimento personale e affettivo in un lavoro sotanzialmente ascrivibile al servizio e cura della persona. Puntualmente i lavoratori hanno posto l'attenzione non solo al mancato salario ma anche alle condizioni di lavoro, come scrivono nel loro comunicato: “la discontinua erogazione dei fondi necessari per le attività di sostegno, formazione, inserimento sociale e lavorativo dei profughi, come sarebbe previsto dai bandi, svilisce l’efficacia delle attività di accoglienza”.\r\nI datori di lavoro si trincerano dietro i ritardi di pagamento di cui sarebbe responsabile la Prefettura di Torino (elargitrice degli appalti di assistenza) e assicurano che i ritardi nel pagamento sono “solo” di 15 giorni. Di tutt'altro avviso i lavoratori che puntano il dito anche sulla mancata corrispondenza dei rimborsi delle spese vive anticipate da lavoratori e lavoratrici per poter svolgere il proprio lavoro, le spese vive relative al trasporto (molti dei dipendenti devono muoversi verso la Val di Lanzo).\r\nLa vicenda non sembra risolversi in maniera rapida e per questo i lavoratori hanno indetto un'assemblea pubblica per il prossimo martedì alle 20.30 alla Callerizza occupata.\r\nAscolta l'intervista con Alex, dipendente di Terra del Fuoco\r\n\r\nalex_vs_tearradelfuoco",[140,142,144,146,148],{"matched_tokens":141,"snippet":131},[],{"matched_tokens":143,"snippet":89},[34],{"matched_tokens":145,"snippet":132},[],{"matched_tokens":147,"snippet":133},[],{"matched_tokens":149,"snippet":18},[],[151,156],{"field":40,"indices":152,"matched_tokens":153,"snippets":155},[111],[154],[34],[89],{"field":104,"matched_tokens":157,"snippet":137,"value":138},[34],{"best_field_score":108,"best_field_weight":109,"fields_matched":99,"num_tokens_dropped":52,"score":110,"tokens_matched":111,"typo_prefix_score":52},{"document":160,"highlight":180,"highlights":196,"text_match":106,"text_match_info":204},{"cat_link":161,"category":162,"comment_count":52,"id":163,"is_sticky":52,"permalink":164,"post_author":55,"post_content":165,"post_date":166,"post_excerpt":58,"post_id":163,"post_modified":167,"post_thumbnail":58,"post_thumbnail_html":58,"post_title":168,"post_type":63,"sort_by_date":169,"tag_links":170,"tags":175},[49],[51],"21652","http://radioblackout.org/2014/02/anche-a-torino-bidellie-in-lotta-nonostante-il-sindacato/","A Torino siamo al terzo giorno di presidio permanente sotto il Comune (giorno e notte) dei dipendenti delle cooperative Quadrifoglio e Ergonauti contro i tagli a orari e posti di lavoro dei servizi di pulizia nelle scuole, come previsto dal provvedimento governativo nazionale che dovrebbe partire dal 1 marzo.\r\n\r\nMolti di questi lavoratori e lavoratrici provengono da contesti svantaggiati e hanno già stipendi molto bassi, dal 1 marzo i tagli agli orari, e conseguentemente ai posti di lavoro, sarebbero drastici.\r\n\r\nNell'interessante intervista a un compagno lavoratore direttamente coinvolto, emerge la necessità di supportare e allargare questa lotta per evitare che con la complicità dei sindacati che gestiscono la piazza questa venga contenuta e non si vada al di là di una \"riduzione del danno\", tipo il rinvio di un mese o due dei tagli.\r\n\r\nAscolta\r\n\r\n2014.02.27_lavoratore_servizi scolastici","27 Febbraio 2014","2014-03-03 13:28:10","Anche a Torino bidelli/e in lotta, nonostante il sindacato",1393504285,[171,68,172,173,174],"http://radioblackout.org/tag/bidelle-incatenate/","http://radioblackout.org/tag/operatori-scolastici/","http://radioblackout.org/tag/presidio-in-comune/","http://radioblackout.org/tag/pulizie/",[176,34,177,178,179],"bidelle incatenate","operatori scolastici","presidio in comune","pulizie",{"post_content":181,"tags":185},{"matched_tokens":182,"snippet":183,"value":184},[34],"e notte) dei dipendenti delle \u003Cmark>cooperative\u003C/mark> Quadrifoglio e Ergonauti contro i","A Torino siamo al terzo giorno di presidio permanente sotto il Comune (giorno e notte) dei dipendenti delle \u003Cmark>cooperative\u003C/mark> Quadrifoglio e Ergonauti contro i tagli a orari e posti di lavoro dei servizi di pulizia nelle scuole, come previsto dal provvedimento governativo nazionale che dovrebbe partire dal 1 marzo.\r\n\r\nMolti di questi lavoratori e lavoratrici provengono da contesti svantaggiati e hanno già stipendi molto bassi, dal 1 marzo i tagli agli orari, e conseguentemente ai posti di lavoro, sarebbero drastici.\r\n\r\nNell'interessante intervista a un compagno lavoratore direttamente coinvolto, emerge la necessità di supportare e allargare questa lotta per evitare che con la complicità dei sindacati che gestiscono la piazza questa venga contenuta e non si vada al di là di una \"riduzione del danno\", tipo il rinvio di un mese o due dei tagli.\r\n\r\nAscolta\r\n\r\n2014.02.27_lavoratore_servizi scolastici",[186,188,190,192,194],{"matched_tokens":187,"snippet":176},[],{"matched_tokens":189,"snippet":89},[34],{"matched_tokens":191,"snippet":177},[],{"matched_tokens":193,"snippet":178},[],{"matched_tokens":195,"snippet":179},[],[197,202],{"field":40,"indices":198,"matched_tokens":199,"snippets":201},[111],[200],[34],[89],{"field":104,"matched_tokens":203,"snippet":183,"value":184},[34],{"best_field_score":108,"best_field_weight":109,"fields_matched":99,"num_tokens_dropped":52,"score":110,"tokens_matched":111,"typo_prefix_score":52},{"document":206,"highlight":236,"highlights":256,"text_match":106,"text_match_info":263},{"cat_link":207,"category":208,"comment_count":52,"id":209,"is_sticky":52,"permalink":210,"post_author":55,"post_content":211,"post_date":212,"post_excerpt":58,"post_id":209,"post_modified":213,"post_thumbnail":214,"post_thumbnail_html":215,"post_title":216,"post_type":63,"sort_by_date":217,"tag_links":218,"tags":227},[49],[51],"47722","http://radioblackout.org/2018/05/spazzini-braccialetti-di-classe/","I braccialetti elettronici, che la ditta appaltatrice imporrà agli spazzini di Pisa e Livorno, ci dicono molte cose: su questi lavoratori, sull’internet delle cose, sul ruolo delle amministrazioni locali.\r\n\r\nI braccialetti elettronici\r\n\r\nL’Avr-Manutencoop, alleanza di imprese che ha in appalto la pulizia delle strade nelle due città, “ha sviluppato un sistema informativo di gestione per assegnare i compiti aziendali e, sul suo sito, afferma di implementare sistemi Iot (internet delle cose, in poche parole internet legata a oggetti di ogni tipo dal frigorifero ai lampioni a strumenti di lavoro) per (testuale) ‘avere un controllo in tempo reale su cassonetti, automezzi e altre strutture’.”. Il braccialetto elettronico imposto agli spazzini Avr lega il lavoratore ai mezzi di produzione, automezzi, cassonetti e altri strumenti, che fanno parte del processo di produzione immediato, processo di cui questo lavoratore è la parte animata.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Tiziano, un compagno di Livorno che ha seguito la vicenda.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2018 05 22 Tiziano\r\n\r\nDi seguito ampi stralci di un articolo di Tiziano su questa vicenda:\r\n\r\n“Al di là della denuncia del singolo fatto, per quanto, vorremmo provare ad individuare i nessi sociali che determinano il carattere antagonistico di ogni innovazione tecnologica.\r\nNel caso specifico il sistema adottato consente al lavoratore di individuare subito i cestini da svuotare, con un aumento del ritmo di lavoro; alla fine il lavoratore avrà svuotato più cestini, sarà stato più redditizio per Avr, a parità di paga, anche se la funzione di controllo non è in primo piano per la dirigenza aziendale.\r\n\r\nL’Avr-Manutencoop è un’alleanza di imprese, che ha preso in appalto un servizio dal gestore del servizio dell’igiene urbana. Il carattere di servizio dell’attività svolta non incide sul fatto che ci troviamo all’interno del processo di produzione; infatti merci sono tutti i prodotti, beni o servizi, destinati ad essere venduti. Attraverso il contratto di appalto una parte, l’appaltatore (in questo caso l’Avr), assume, con organizzazione dei mezzi necessari e con gestione a proprio rischio, l’obbligazione di compiere in favore di un’altra (committente o appaltante) un’opera o un servizio in cambio di un corrispettivo in denaro. L’Avr-Manutencoop diventa così il capitalista che, in quanto rappresentante del capitale produttivo, dirige e sfrutta il lavoro produttivo, in modo che, alla conclusione del contratto, il capitale anticipato frutti un capitale accresciuto e lavoratori diventano i salariati della fabbrica dell’igiene urbana.\r\n\r\nPer quanto disseminata sul territorio, l’internet delle cose permette di implementare il comando capitalista all’interno dei mezzi di lavoro e trasformare gli autocarri, i cassonetti e tutte le strutture impiegate dai lavoratori in strumenti che impiegano lavoro vivo, che assorbono lavoro vivo, che succhiano la linfa vitale dei lavoratori per dare la vita al mostro inanimato del lavoro morto, del capitale.\r\n\r\nQual è la condizione sociale dei dipendenti Avr? Per quanto il servizio da loro fornito sia simile a quello dei vecchi dipendenti della municipalizzata, è profondamente diverso per lo scopo, che per questi era assicurare la pulizia della città, mentre per quelli è assicurare un profitto crescente ad Avr. Per quanto i lavoratori di Avr siano disseminati sul territorio, per quanto il rapporto giuridico possa essere precario e differenziato da dipendente e dipendente, il fatto di essere trasformati in appendici viventi dei mezzi di produzione, in accessori della fabbrica dell’igiene urbana, li fa assomigliare molto di più agli operai della grande fabbrica automatica.\r\n\r\nChe cosa caratterizza l’operaio all’interno del processo produttivo capitalistico? Se bastassero “le man callose e il volto abbronzato”, anche Patrizio Bertelli, CEO di Prada, al ritorno da una settimana di regate, potrebbe essere scambiato per un operaio. Anche il lavoro manuale va scomparendo, man mano che l’operaio viene trasformato in semplice sorvegliante, accessorio del complesso automatico di macchine. Quindi i tratti caratteristici della condizione operaia, anche nella condizione attuale sono: la produzione plusvalore e la condizione di dipendenza del lavoratore, dipendenza non dall’organizzazione aziendale, più o meno basata sul merito e sulla professionalità, ma dal ritmo incessante del macchinario, che sottomette le esigenze vitali del lavoratore ad una razionalità astratta, basata sull’applicazione della matematica e delle scienze al processo produttivo, che trasforma la sete di profitto dell’azienda capitalista in una razionalità apparentemente imparziale.\r\n\r\nSe noi astraiamo quindi dal processo lavorativo particolare, concentriamo la nostra attenzione sul processo di valorizzazione e sul rapporto tra lavoratore e mezzi di produzione, il passaggio da lavoratori dipendenti di una municipalizzata a lavoratori dipendenti di un’azienda capitalistica provoca l’aumento del numero degli operai.\r\n\r\nIl capitalista, dal suo apparire, pone il processo lavorativo sotto il suo comando e controllo: la sorveglianza e la disciplina imposta dal capitalista intervengono affinché il lavoratore esegua il suo lavoro con assiduità, che non ci siano sprechi nella materia prima o nei mezzi di lavoro. Prima che la fabbrica automatica imponga agli operai i ritmi dettati dal macchinario, questa disciplina viene imposta dal capitalista attraverso una gerarchia che non si basa sulle abilità professionali, ma sulla capacità di controllare i subordinati e sulla fedeltà al proprietario, composta da capi reparto, capisquadra, marcatempo, sorveglianti e guardie, oltre alle spie e ai crumiri. È con questi manutengoli che si esprime l’arroganza del padrone a chi varca per la prima volta il cancello della fabbrica.\r\n\r\nL’internet delle cose, oltre ad umiliare i lavoratori, suona la campana a morto per questi rappresentanti del capitalista: Avr non avrà più bisogno di un ispettore che giri la città controllando il lavoro svolto dagli operai: questi quadri intermedi saranno ricacciati, prima o poi, nella grande massa degli operai, se non dei disoccupati.\r\n\r\nQuanto avviene nella raccolta rifiuti, tra Avr e lavoratori, non è comunque una cosa che riguarda solo loro: l’ente appaltante, in questo caso il Comune di Livorno, che appalta ad Aamps, che a sua volta appalta ad Avr, ha una responsabilità diretta: spetta al sindaco vigilare affinché l’appaltatore rispetti la dignità degli operai. Oltre che sindacale, quindi, la questione dei braccialetti agli spazzini diventa questione immediatamente politica. Dimostra ancora una volta che il culto della legalità e della democrazia è incapace di dare ai lavoratori strumenti di lotta contro le prepotenze dei capitalisti.”","22 Maggio 2018","2018-05-23 19:16:59","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/05/braccialetto-elettronico-agli-spazzini-di-livorno_1935859-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"132\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/05/braccialetto-elettronico-agli-spazzini-di-livorno_1935859-300x132.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/05/braccialetto-elettronico-agli-spazzini-di-livorno_1935859-300x132.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/05/braccialetto-elettronico-agli-spazzini-di-livorno_1935859-768x338.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/05/braccialetto-elettronico-agli-spazzini-di-livorno_1935859-1024x450.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/05/braccialetto-elettronico-agli-spazzini-di-livorno_1935859-1170x512.jpg 1170w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/05/braccialetto-elettronico-agli-spazzini-di-livorno_1935859-690x302.jpg 690w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/05/braccialetto-elettronico-agli-spazzini-di-livorno_1935859-100x44.jpg 100w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/05/braccialetto-elettronico-agli-spazzini-di-livorno_1935859.jpg 1433w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Spazzini. Braccialetti di classe",1527008042,[219,220,221,68,222,223,224,225,226],"http://radioblackout.org/tag/appalti/","http://radioblackout.org/tag/avr-manutencoop/","http://radioblackout.org/tag/braccieletti-elettronici/","http://radioblackout.org/tag/igiene-urbana/","http://radioblackout.org/tag/livorno/","http://radioblackout.org/tag/pisa/","http://radioblackout.org/tag/spazzini/","http://radioblackout.org/tag/uomini-macchine/",[228,229,230,34,231,232,233,234,235],"appalti","avr-manutencoop","braccieletti elettronici","igiene urbana","livorno","Pisa","spazzini","uomini-macchine",{"tags":237},[238,240,242,244,246,248,250,252,254],{"matched_tokens":239,"snippet":228},[],{"matched_tokens":241,"snippet":229},[],{"matched_tokens":243,"snippet":230},[],{"matched_tokens":245,"snippet":89},[34],{"matched_tokens":247,"snippet":231},[],{"matched_tokens":249,"snippet":232},[],{"matched_tokens":251,"snippet":233},[],{"matched_tokens":253,"snippet":234},[],{"matched_tokens":255,"snippet":235},[],[257],{"field":40,"indices":258,"matched_tokens":260,"snippets":262},[259],3,[261],[34],[89],{"best_field_score":108,"best_field_weight":109,"fields_matched":111,"num_tokens_dropped":52,"score":264,"tokens_matched":111,"typo_prefix_score":52},"578730123365711977",{"document":266,"highlight":286,"highlights":296,"text_match":106,"text_match_info":302},{"cat_link":267,"category":268,"comment_count":52,"id":269,"is_sticky":52,"permalink":270,"post_author":55,"post_content":271,"post_date":272,"post_excerpt":58,"post_id":269,"post_modified":273,"post_thumbnail":274,"post_thumbnail_html":275,"post_title":276,"post_type":63,"sort_by_date":277,"tag_links":278,"tags":282},[49],[51],"44406","http://radioblackout.org/2017/11/torino-lavoratrici-degli-appalti-di-pulizia-nelle-scuole-ancora-in-lotta/","Continuano le mobilitazioni delle lavoratrici degli appalti di pulizia delle scuole che ancora attendono da 9 mesi, il pagamento degli stipendi e delle altre spettanze. A mancare all'appello infatti sono gli stipendi da marzo a giugno dello scorso anno, le tredicesime e quattordicesime nonchè le spettanze di fine rapporto che hanno maturato nel lavoro in subappalto con la cooperativa IC Arca, poi riassorbita a giugno di quest’anno dalla Nuova Cooperativa. Dopo essere state alla sede di Confcooperative, domani si recheranno alla sede dell'Inps, reclamando i propri diritti.\r\n\r\nAbbiamo contattato Giusy, una lavoratrice. Ascolta la diretta:\r\n\r\ngiusy_lavoratricepulizie","16 Novembre 2017","2017-11-17 19:10:13","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/11/vi-faremo-sapere-lavoratrici-part-time-mensa-mense-scuola-pulizie-300x160-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"160\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/11/vi-faremo-sapere-lavoratrici-part-time-mensa-mense-scuola-pulizie-300x160-300x160.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","Torino, lavoratrici degli appalti di pulizia ancora in lotta!",1510857613,[68,279,280,281],"http://radioblackout.org/tag/lavoratrici/","http://radioblackout.org/tag/precariato/","http://radioblackout.org/tag/precarie/",[34,283,284,285],"lavoratrici","precariato","precarie",{"tags":287},[288,290,292,294],{"matched_tokens":289,"snippet":89},[34],{"matched_tokens":291,"snippet":283},[],{"matched_tokens":293,"snippet":284},[],{"matched_tokens":295,"snippet":285},[],[297],{"field":40,"indices":298,"matched_tokens":299,"snippets":301},[52],[300],[34],[89],{"best_field_score":108,"best_field_weight":109,"fields_matched":111,"num_tokens_dropped":52,"score":264,"tokens_matched":111,"typo_prefix_score":52},{"document":304,"highlight":324,"highlights":338,"text_match":106,"text_match_info":344},{"cat_link":305,"category":306,"comment_count":52,"id":307,"is_sticky":52,"permalink":308,"post_author":55,"post_content":309,"post_date":310,"post_excerpt":58,"post_id":307,"post_modified":311,"post_thumbnail":312,"post_thumbnail_html":313,"post_title":314,"post_type":63,"sort_by_date":315,"tag_links":316,"tags":320},[49],[51],"37350","http://radioblackout.org/2016/09/contro-gls-da-piacenza-a-torino/","Sabato 17 settembre,Piacenza, davanti alla stazione della città lombardo-emiliana inizia, sotto un sole rovente, tramutatosi dopo un’ora in temporale, il concentramento del corteo indetto dall’USB per portare in città la vertenza dei facchini della GLS. Il mercoledì notte precedente Abd Elsalam Ahmed Eldanf, cinquatatreenne padre di cinque figli, era morto investito da un camion del corriere durante un picchetto ai cancelli.\r\nI numeri del concentramento aumentano di minuto in minuto, giungono delegazioni di lavoratori della logistica da tutto il distretto piacentino e lombardo, delegazioni di sindacati di base, lavoratori autoconvocati, molti centri sociali emiliani e lombardi. Presente anche una delegazione dei compagni dei lavoratori autoconvocati di Milano.\r\nOvviamente assenti i sindacati della triplice. Clima teso: la stazione è blindata, evidentemente si teme un tentativo di bloccare il fondamentale snodo ferroviario. Ma blindate sono anche le vie intorno, una capillare campagna di terrorismo, con tanto di delirante comunicazione della Confesercenti sul previsto arrivo di “mille-millecinquecento black block” ha portato molti commercianti ad abbassar serranda.\r\n\r\nI protagonisti del corteo sono i lavoratori della logistica: tanti, determinati, incazzati. Piacenza è una città a cavallo tra la Lombardia, il Piemonte e l’Emilia Romagna. Snodo ferroviario e autostradale tra Torino, Milano e Bologna. Nell’ultimo decennio il settore della logistica, già attivo in città, è cresciuto: grandi colossi internazionali hanno qua portato le loro piattaforme logistiche. Amazon, Ikea, corrieri di grosse dimensioni come GLS, BRT, TNT. Il settore industriale locale, meccanica, energia, vetro, cemento, da il suo contributo.\r\n\r\nI lavoratori della logistica sono quelli che permettono ad Amazon di consegnare la merce in meno di ventiquattro ore dall’ordine, il basso costo di spedizione pagato dal cliente è permesso dallo sfruttamento pesantissimo a cui soggiacciono questi lavoratori. La logistica è un settore sempre più importante per l’economia odierna, per quanto spesso ci si racconti la favola di un’economia completamente digitale. La lotta dei lavoratori della cooperativa che lavora alla piattaforma logistica GLS, cooperativa farlocca come tante in questo ambito, è una delle tante lotte che negli ultimi anni ha investito il settore della logistica nel distretto piacentino. Lotte spesso vittoriose grazie alla capacità di resistenza, alla volontà di lotta, dei lavoratori che non si sono fatti intimidire dalle sprangate e dalle minacce di crumiri e strikebreakers, non si sono fatti intimidire dalle manganellate di celerini e carabinieri, dalla mancanza di solidarietà, anche solo a parole, da parte della triplice sindacale, che nella vertenza Bormioli pensò bene di sfilare a fianco dei padroni per chiedere la fine delle agitazioni, tanto per dimostrare ancora una volta che cosa sia la concertazione sindacale.\r\n\r\nAbd Elsalam è stato il primo morto di queste lotte dei lavoratori della logistica. Ma ci si era andati vicini altre volte, la pratica di fare avanzare i camion contro i picchetti non è nuova. La risposta c’è stata, compatta e forte. Se c’è una cosa che le lotte della logistica insegnano è che rilanciare la lotta in campo economico è possibile, difficile, ma possibile.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Lorenzo, compagno emiliano.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2016-09-20-lorenzo-corteopiacenza\r\n\r\nOggi in tutta Italia, l’USB ha lanciato una giornata di lotta contro GLS. A Torino l’appuntamento è dalle 20 alla GLS di strada comunale di Bertolla all’Abbadia di Stura 176.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Fabio dell’USB.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2016-09-20-fabio-scioperoVSGLS","20 Settembre 2016","2016-09-21 12:12:48","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/09/piacenza-corteo-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/09/piacenza-corteo-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/09/piacenza-corteo-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/09/piacenza-corteo.jpg 600w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Contro GLS da Piacenza a Torino",1474387656,[317,68,318,70,319,129],"http://radioblackout.org/tag/abd-elsalam-ahmed-eldanf/","http://radioblackout.org/tag/gls/","http://radioblackout.org/tag/piacenza/",[321,34,322,15,323,18],"Abd Elsalam Ahmed Eldanf","gls","piacenza",{"tags":325},[326,328,330,332,334,336],{"matched_tokens":327,"snippet":321},[],{"matched_tokens":329,"snippet":89},[34],{"matched_tokens":331,"snippet":322},[],{"matched_tokens":333,"snippet":15},[],{"matched_tokens":335,"snippet":323},[],{"matched_tokens":337,"snippet":18},[],[339],{"field":40,"indices":340,"matched_tokens":341,"snippets":343},[111],[342],[34],[89],{"best_field_score":108,"best_field_weight":109,"fields_matched":111,"num_tokens_dropped":52,"score":264,"tokens_matched":111,"typo_prefix_score":52},6646,{"collection_name":63,"first_q":34,"per_page":31,"q":34},4,{"facet_counts":349,"found":397,"hits":398,"out_of":575,"page":111,"request_params":576,"search_cutoff":41,"search_time_ms":28},[350,377],{"counts":351,"field_name":374,"sampled":41,"stats":375},[352,355,358,360,362,364,366,368,370,372],{"count":353,"highlighted":354,"value":354},22,"frittura mista",{"count":356,"highlighted":357,"value":357},11,"anarres",{"count":99,"highlighted":359,"value":359},"arsider",{"count":99,"highlighted":361,"value":361},"congiunzioni",{"count":111,"highlighted":363,"value":363},"Zombi",{"count":111,"highlighted":365,"value":365},"z-movies",{"count":111,"highlighted":367,"value":367},"vogliamo tutto",{"count":111,"highlighted":369,"value":369},"Waisale Serevi",{"count":111,"highlighted":371,"value":371},"cattivi pensieri",{"count":111,"highlighted":373,"value":373},"Vieni avanti cretino","podcastfilter",{"total_values":376},101,{"counts":378,"field_name":40,"sampled":41,"stats":395},[379,382,383,384,386,388,390,392,393,394],{"count":380,"highlighted":381,"value":381},9,"frittura mista radio fabbrica",{"count":36,"highlighted":18,"value":18},{"count":36,"highlighted":32,"value":32},{"count":347,"highlighted":385,"value":385},"radio cane",{"count":347,"highlighted":387,"value":387},"Marcello Pini",{"count":347,"highlighted":389,"value":389},"autoformazione",{"count":347,"highlighted":391,"value":391},"tutta colpa dei padroni?",{"count":259,"highlighted":21,"value":21},{"count":259,"highlighted":365,"value":365},{"count":259,"highlighted":29,"value":29},{"total_values":396},304,52,[399,449,477,500,523,549],{"document":400,"highlight":429,"highlights":438,"text_match":444,"text_match_info":445},{"comment_count":52,"id":401,"is_sticky":52,"permalink":402,"podcastfilter":403,"post_author":357,"post_content":404,"post_date":405,"post_excerpt":58,"post_id":401,"post_modified":406,"post_thumbnail":407,"post_title":408,"post_type":409,"sort_by_date":410,"tag_links":411,"tags":420},"46647","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-23-marzo-stati-uniti-autodifesa-e-militarizzazione-cooperative-dallutopia-al-business-gli-anarchici-del-daf-con-afrin-ricordando-eduardo-colombo-i-no-tav-al-bivio/",[357],"Notizie da Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nSui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Dalle 10,45 alle 12,45. Anche in streaming\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n2018 03 23 anarres\r\n\r\nIn questa puntata:\r\n\r\nArmi, società e potere. Militarizzazione della società negli States ma non solo. \r\n\r\nLa coop non sei tu. Con Giovanni Marilli, autore, con Daniele Ratti, del libro “La cooperazione in Italia. Dalla pratica solidale alla logica di mercato”, parliamo di società di mutuo soccorso, cooperative, etc...\r\n\r\nAfrin. La resistenza continua. Il messaggio degli anarchici turchi del DAF\r\n\r\nLo scorso 13 marzo Eduardo Colombo ci ha lasciati. Anarchico argentino, poi esule in Francia, Eduardo è stato un compagno d’azione ed un intellettuale la cui riflessione ha lasciato il segno. Tra i suoi scritti ricordiamo l'antologia “L’immaginario capovolto” e “Lo spazio politico dell’anarchia”\r\nUn ricordo di Francesco Codello\r\n\r\nIl CIPE ha approvato la variante progettuale di Chiomonte. I lavori per l’allargamento del cantiere in Clarea e quelli per le opere in bassa valle e collina morenica possono partire.\r\nIn mezzo c’è solo la variante No Tav, se non verrà ancora travolta dalle illusioni elettorali, ovviamente.\r\n\r\nProssimi appuntamenti:\r\n\r\nVenerdì 23 marzo\r\nLa coop NON sei tu!\r\n La cooperazione in Italia\r\n Dalla pratica solidale alla logica di mercato\r\nGiovanni Marilli e Daniele Ratti presentano il loro libro, appena uscito per le edizioni Zero in Condotta\r\nore 21 alla Fat\r\n in corso Palermo 46\r\n\r\nSabato 24 marzo\r\n Corteo in solidarietà alla resistenza ad Afrin\r\n ore 15 piazza XVIII dicembre\r\n\r\nSabato 7 aprile\r\n cena antipasquale veg veg\r\n ore 20 alla FAT in corso Palermo 46\r\nIl nostro menù veg/vegan:\r\nAntipasti delle streghe / Chicchi ammazzapreti / Caponet satanico / Hummus dell'infedele / Fagiolata da ultima cena / Vino rossonero / E per finire...Dolcino e Margherita\r\nBenefit lotte sociali\r\nQuanto costa? Tanto per chi ha tanto, poco per chi ha poco, molto poco per chi ha pochissimo.\r\nInsomma, da ognuno come può, più che può.\r\nper prenotare scrivete a fai_torino@autistici.org\r\noppure chiamate/inviate un messaggio al numero 327 7929559\r\n\r\nPer chi fosse interessato ai percorsi della Federazione Anarchica Torinese - riunioni ogni giovedì alle 21 in corso Palermo 46 – a destra nel cortile\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org","23 Marzo 2018","2018-10-17 22:58:39","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/03/scarpe-col-200x110.jpg","Anarres del 23 marzo. Stati Uniti: autodifesa e militarizzazione. Cooperative: dall’utopia al business. Gli anarchici del DAF con Afrin. Ricordando Eduardo Colombo. I No Tav al bivio...","podcast",1521819160,[412,413,414,415,416,417,418,419],"http://radioblackout.org/tag/anarchici/","http://radioblackout.org/tag/armi/","http://radioblackout.org/tag/coop/","http://radioblackout.org/tag/daf/","http://radioblackout.org/tag/eduardo-colombo/","http://radioblackout.org/tag/no-tav-2/","http://radioblackout.org/tag/rojava/","http://radioblackout.org/tag/stati-uniti/",[421,422,423,424,425,426,427,428],"anarchici","armi","coop","daf","eduardo colombo","no tav","rojava","Stati Uniti",{"post_content":430,"post_title":434},{"matched_tokens":431,"snippet":432,"value":433},[34],"di società di mutuo soccorso, \u003Cmark>cooperative\u003C/mark>, etc...\r\n\r\nAfrin. La resistenza continua.","Notizie da Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nSui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Dalle 10,45 alle 12,45. Anche in streaming\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n2018 03 23 anarres\r\n\r\nIn questa puntata:\r\n\r\nArmi, società e potere. Militarizzazione della società negli States ma non solo. \r\n\r\nLa coop non sei tu. Con Giovanni Marilli, autore, con Daniele Ratti, del libro “La cooperazione in Italia. Dalla pratica solidale alla logica di mercato”, parliamo di società di mutuo soccorso, \u003Cmark>cooperative\u003C/mark>, etc...\r\n\r\nAfrin. La resistenza continua. Il messaggio degli anarchici turchi del DAF\r\n\r\nLo scorso 13 marzo Eduardo Colombo ci ha lasciati. Anarchico argentino, poi esule in Francia, Eduardo è stato un compagno d’azione ed un intellettuale la cui riflessione ha lasciato il segno. Tra i suoi scritti ricordiamo l'antologia “L’immaginario capovolto” e “Lo spazio politico dell’anarchia”\r\nUn ricordo di Francesco Codello\r\n\r\nIl CIPE ha approvato la variante progettuale di Chiomonte. I lavori per l’allargamento del cantiere in Clarea e quelli per le opere in bassa valle e collina morenica possono partire.\r\nIn mezzo c’è solo la variante No Tav, se non verrà ancora travolta dalle illusioni elettorali, ovviamente.\r\n\r\nProssimi appuntamenti:\r\n\r\nVenerdì 23 marzo\r\nLa coop NON sei tu!\r\n La cooperazione in Italia\r\n Dalla pratica solidale alla logica di mercato\r\nGiovanni Marilli e Daniele Ratti presentano il loro libro, appena uscito per le edizioni Zero in Condotta\r\nore 21 alla Fat\r\n in corso Palermo 46\r\n\r\nSabato 24 marzo\r\n Corteo in solidarietà alla resistenza ad Afrin\r\n ore 15 piazza XVIII dicembre\r\n\r\nSabato 7 aprile\r\n cena antipasquale veg veg\r\n ore 20 alla FAT in corso Palermo 46\r\nIl nostro menù veg/vegan:\r\nAntipasti delle streghe / Chicchi ammazzapreti / Caponet satanico / Hummus dell'infedele / Fagiolata da ultima cena / Vino rossonero / E per finire...Dolcino e Margherita\r\nBenefit lotte sociali\r\nQuanto costa? Tanto per chi ha tanto, poco per chi ha poco, molto poco per chi ha pochissimo.\r\nInsomma, da ognuno come può, più che può.\r\nper prenotare scrivete a fai_torino@autistici.org\r\noppure chiamate/inviate un messaggio al numero 327 7929559\r\n\r\nPer chi fosse interessato ai percorsi della Federazione Anarchica Torinese - riunioni ogni giovedì alle 21 in corso Palermo 46 – a destra nel cortile\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org",{"matched_tokens":435,"snippet":437,"value":437},[436],"Cooperative","Anarres del 23 marzo. Stati Uniti: autodifesa e militarizzazione. \u003Cmark>Cooperative\u003C/mark>: dall’utopia al business. Gli anarchici del DAF con Afrin. Ricordando Eduardo Colombo. I No Tav al bivio...",[439,442],{"field":440,"matched_tokens":441,"snippet":437,"value":437},"post_title",[436],{"field":104,"matched_tokens":443,"snippet":432,"value":433},[34],578730123365187700,{"best_field_score":446,"best_field_weight":447,"fields_matched":99,"num_tokens_dropped":52,"score":448,"tokens_matched":111,"typo_prefix_score":52},"1108091338752",15,"578730123365187706",{"document":450,"highlight":467,"highlights":472,"text_match":444,"text_match_info":475},{"comment_count":52,"id":451,"is_sticky":52,"permalink":452,"podcastfilter":453,"post_author":455,"post_content":456,"post_date":457,"post_excerpt":58,"post_id":451,"post_modified":458,"post_thumbnail":459,"post_title":460,"post_type":409,"sort_by_date":461,"tag_links":462,"tags":465},"98617","http://radioblackout.org/podcast/ponte-radio-6-giugno-2025-pacificazione-delle-lotte-sul-lavoro-e-focolai-di-resistenza-conduce-radio-blackout/",[454],"ponte radio","fritturamista","In questa puntata del Ponte Radio a tema lavoro proposta da Radio Blackout, con le redazioni di Frittura Mista alias Radio Fabbrica e L'info di Blackout, abbiamo ripercorso le origini di quei gangli istituzionali atti a depotenziare in tutti i modi le lotte sindacali e non, passando da lotte sul territorio torinese fino a questioni di carattere nazionale. Nello specifico ripercorrendo la storia dell'istituto dei CCNL, siamo arrivati a parlare di Stellantis, col suo contratto specifico che la esclude dalla contratto metalmeccanico; per poi approdare al mondo delle cooperative sociali, dando uno sguardo alle condizioni generali di chi opera in questo ambito e alle novità portate del rinnovo del CCNL di settore. A chiosare, la storia di chi nonostante tutte queste condizioni avverse ha lottato e continua a farlo, quella di Marco e Giancarlo della Cooperativa sociale arcobaleno, che hanno vissuto sulla loro pelle numerose forme di intimidazioni sul posto di lavoro, fino ad arrivare al licenziamento, solo perchè si stavano attivando per chiedere più sicurezza e paghe migliori.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/ponte_radio_lavoro_radioblackout_6giugno2025.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","21 Giugno 2025","2025-06-21 15:08:37","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/PONTERADIO2h_0-200x110.jpg","Ponte radio – 6 giugno 2025 – Pacificazione delle lotte sul lavoro e focolai di resistenza – conduce radio blackout",1750518517,[463,464],"http://radioblackout.org/tag/lavoro/","http://radioblackout.org/tag/radio-blackout/",[32,466],"Radio Blackout",{"post_content":468},{"matched_tokens":469,"snippet":470,"value":471},[34],"poi approdare al mondo delle \u003Cmark>cooperative\u003C/mark> sociali, dando uno sguardo alle","In questa puntata del Ponte Radio a tema lavoro proposta da Radio Blackout, con le redazioni di Frittura Mista alias Radio Fabbrica e L'info di Blackout, abbiamo ripercorso le origini di quei gangli istituzionali atti a depotenziare in tutti i modi le lotte sindacali e non, passando da lotte sul territorio torinese fino a questioni di carattere nazionale. Nello specifico ripercorrendo la storia dell'istituto dei CCNL, siamo arrivati a parlare di Stellantis, col suo contratto specifico che la esclude dalla contratto metalmeccanico; per poi approdare al mondo delle \u003Cmark>cooperative\u003C/mark> sociali, dando uno sguardo alle condizioni generali di chi opera in questo ambito e alle novità portate del rinnovo del CCNL di settore. A chiosare, la storia di chi nonostante tutte queste condizioni avverse ha lottato e continua a farlo, quella di Marco e Giancarlo della Cooperativa sociale arcobaleno, che hanno vissuto sulla loro pelle numerose forme di intimidazioni sul posto di lavoro, fino ad arrivare al licenziamento, solo perchè si stavano attivando per chiedere più sicurezza e paghe migliori.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/ponte_radio_lavoro_radioblackout_6giugno2025.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]",[473],{"field":104,"matched_tokens":474,"snippet":470,"value":471},[34],{"best_field_score":446,"best_field_weight":17,"fields_matched":111,"num_tokens_dropped":52,"score":476,"tokens_matched":111,"typo_prefix_score":52},"578730123365187697",{"document":478,"highlight":491,"highlights":496,"text_match":444,"text_match_info":499},{"comment_count":52,"id":479,"is_sticky":52,"permalink":480,"podcastfilter":481,"post_author":455,"post_content":482,"post_date":483,"post_excerpt":58,"post_id":479,"post_modified":484,"post_thumbnail":485,"post_title":486,"post_type":409,"sort_by_date":487,"tag_links":488,"tags":490},"97761","http://radioblackout.org/podcast/frittura-mistaradio-fabbrica-29-04-2025/",[354],"Il primo approfondimento della puntata lo abbiamo fatto in compagnia di Meg studentessa universitaria a Torino sulla partecipazione al corteo del primo maggio 2025 dello spezzone sociale. Meg ci ha spiegato come attraverso le assemblee aperte a tutt* nelle università si è organizzata la costruzione politica dello spezzone di quest'anno\": \"lo spezzone sociale del primo maggio 2025 incarna l’unica alternativa reale allo scenario di guerra che sta venendo costruito scientificamente per imporre il ricatto della precarietà e un impoverimento progressivo in tutte le sfere della vita con l’obiettivo della disponibilità alla guerra\"\r\nAPPUNTAMENTO PER TUTT* ALLE 9.00 IN PIAZZA VITTORIO\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/F_m_29_04_Studentessa-presenta-spezzone-sociale-1-maggio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Salvatore, compagno di Taranto storico e coordinatore provinciale COBAS che ci ha spiegato come quest'anno in Puglia si terranno in piedi sia il primo maggio a Bari unitario regionale che quello a Taranto. Questa decisione è stata concordata e condivisa durante le assemblee di preparazione ed ha convinto tutt*: \"non è un segnale di separazione/divisione delle realtà di base coinvolte ma un riconoscere da parte di tutt* che la specificità di Taranto, dove si riscontra il ricatto salute/lavoro/ambiente da sempre, và a tracciare/riprendere e confermare un percorso politico che diventa riappropriazione del protagonismo della classe operaia pronta a riprendersi la piazza, il concerto popolare (che fin dalla sua prima edizione, l’evento si proponeva essere come un’alternativa alle celebrazioni istituzionali del Primo Maggio), la salute, il territorio, etc.\"\r\nQui di seguito pubblichiamo comunicato stampa del primo maggio regionale di Bari:\r\n\r\n\"Chiudiamo il consolato onorario israeliano di Bari, luogo di guerra e politiche di orrore!!!\r\nIl Tavolo regionale per la Palestina ,contro le guerre ed il riarmo UE, contro il governo della Meloni, organizza a Bari il 1 Maggio con partenza alle ore 9,30 da Piazza Diaz un corteo internazionalista a sostegno della Palestina e di tutti i popoli oppressi.\r\nAlla fine del corteo,affianco al teatro Petruzzelli, ci saranno interventi di lavoratori, studenti , associazioni, per un 1 Maggio solidale e contro il governo meloni .\r\nIl tavolo regionale ha sempre sostenuto nelle manifestazioni per la Palestina che israele non è solo quella entità che vediamo ;\r\nisraele vive soprattutto , come quello che vediamo in Puglia, grazie a quelle fitte relazioni sui territori fatte di produzione militare e civile ,di esercitazioni militari in comune,di cosiddetti rapporti culturali,di accordi con Enti ed Istituzioni come Regione Puglia ed Università.\r\nBasta vedere cosa riporta il sito facebook del consolato onorario di Puglia ,che comprende anche la regione Basilicata e Molise; il consolato è retto da luigi de santis, unico console onorario in Italia riconosciuto dallo stato di israele proprio per la sua importanza.\r\nIl console onorario Luigi de santis ha ricevuto a Dicembre dalla prefettura di Bari il mantenimento della scorta.\r\nUn esempio di questa proficua attività è rappresentato dall’incontro realizzato il 18 marzo2025 tra il presidente della nuova fiera del levante(proprietà regione Puglia),Gaetano Frulli,e il decano del corpo consolare della Puglia, Basilicata e Molise, ioania Gherorghias.\r\nIn questa occasione è stato firmato un protocollo d’intesa per promuovere le imprese del territorio sui mercati internazionali.\r\nOppure l’incontro svolto il 14 Gennaio 2025con il ministro degli affari esteri di israele, gideon moshe sa’ar.\r\nUnitamente ai rapporti di collaborazione con la Regione Puglia ,con le Università,di scuole di droni per quello che significa, di costruzione di pezzi di aereo od elicottero per uso militare a volte in piccoli paesi,di esercitazioni militari come quella avvenuta presso l’aeroporto militare di Amendola ,vicino Foggia , l’11 Febbraio 2025.\r\nProprio lì davanti abbiamo manifestato lo scorso giugno per il G7 ascoltando negli incontri svolti in quella occasione il Vescovo di Manfredonia Moscone;oggi il Vescovo viene messo all’indice dall’Ambasciata israeliana di Roma che si è recata presso la Santa Sede dove lo ha accusato di antisemitismo.\r\nIl ruolo di informatore qualcuno lo avrà certamente svolto…. ed il dubbio ci viene.\r\nPer non dimenticare tutte le apparecchiature di sicurezza e di comunicazione comprate dai militari italiani,nell’ultimo periodo il governo italiano ha comprato centinaia di missili anti/carro proprio come quelli usati a Gaza in questi anni.\r\nRicordiamo anche il tentativo di costruire un villaggio turistico per riccastri in località Mogale (Ostuni) da una società Israeliana; caso strano il console onorario è il responsabile regionale dei giovani costruttori edili.\r\nBisogna chiudere questo consolato barese ormai diventato luogo di guerra e di terrore ; così come sul finire degli anni ’80 ,nelle lotte di sostegno alle Intifada Palestinesi, contrastammo in tanti duramente la istituita camera di commercio italo-israeliana fino alla sua chiusura.\r\nRealizzammo una doppia incursione all’interno della Fiera del Levante; la prima togliendo dal pennone la bandiera di israele ,buttandola nel cassonetto della spazzatura ed esponendo una enorme bandiera Palestina con la scritta “Palestina Libera”.\r\nLa seconda incursione avvenne all’interno di uno stand a loro dedicato , all’esterno della “galleria delle nazioni”.\r\nIn quella occasione furono trovati, ben occultati, degli opuscoli dedicata agli operatori commerciali.\r\nQuesti opuscoli parlavano della possibilità di non pagare tasse attraverso la triangolazione Italia-israele-Sudafrica dell’allora Apartheid.\r\nOggi più che mai è necessaria la lotta contro israele , a sostegno della Palestina.\r\nBisogna chiudere il consolato onorario di Bari che sostiene israele attraverso relazioni con “sinceri democratici” pugliesi.\r\nE’ ora di dire basta, la misura è più che colma.\r\nBari 27.04.2025\"\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/F_m_29_04_Salvatore-COBAS-su-1-maggio-a-Bari-e-Taranto.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl terzo approfondimento della serata lo abbiamo fatto in compagnia di Leo dell'Assemblea Pecaria Universitaria. Partendo dall'assemblea che ha visto ricercat* e lavorat* dell'università sempre più unit* nella lotta contro i forti tagli imposti dalla scorsa finanziaria e dalla riforma Bernini (per quanto momentaneamente \"stoppata), ci siamo fatti poi descrivere i prossimi appuntamenti che coinvolgeranno l'assemblea pecaria, il primo maggio in corteo all'interno dello spezzone sociale e il 12 maggio verso uno sciopero del precariato universitario, creato dall'unione delle diverse realtà italiane.\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/F_m_29_04_Leo-assemblea-universitaria-precaria-su-sciopero-nazionale-12-maggio-.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl quarto argomento della puntata è stato quello dei reiterati comportamenti a dir poco anti-sindacali, messi in atto dalla cooperativa sociale Arcobaleno, ne abbiamo parlato con Giancarlo secondo lavoratore da poco licenziato dalla cooperativa stessa. Abbiamo parlato più volte di questa realtà, che tra gli altri ambiti si occupa di fornire servizi di raccolta rifiuti per il comune di Torino, che da quando ha visto l'interesse attivo da parte di Marco e Giancarlo, delegati USB all'interno della cooperativa, nel tutelare i lavoratori e la loro paga, ha inaugurato una vera e propria guerra contro chi osa dissentire.\r\n\r\nPrima i richiami a Marco per gli attacchinaggi in sede (tramite il cavillo che la bacheca sindacale era ad uso esclusivo dell'altro sindacato interno alla cooperativa, la CGIL), seguiti dal licenziamento per danno di immagine alla cooperativa. (ne abbiamo parlato in passato in questa intervista). Per poi arrivare al licenziamento di una persona con un'invalidità del 75%, seguita dai servizi sociali di più di 50 anni, da parte di quelle realtà che dovrebbero agire esattamente per non permettere che queste cose avvengano. Ci siamo fatti raccontare da Giancarlo i dettagli di questa vicenda, il quale ci ha anche invitati al presidio del 13 maggio, all'interno dello sciopero delle cooperative sociali davanti al comune, per richiedere il commissariamento della cooperativa.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/F_m_29_04_Giancarlo-su-licenziamento-cooperativa-arcobaleno.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","13 Maggio 2025","2025-05-13 23:17:02","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/spezzone-social-200x110.jpeg","frittura mista|radio fabbrica 29/04/2025",1747178222,[489],"http://radioblackout.org/tag/frittura-mista-radio-fabbrica/",[381],{"post_content":492},{"matched_tokens":493,"snippet":494,"value":495},[34],"maggio, all'interno dello sciopero delle \u003Cmark>cooperative\u003C/mark> sociali davanti al comune, per","Il primo approfondimento della puntata lo abbiamo fatto in compagnia di Meg studentessa universitaria a Torino sulla partecipazione al corteo del primo maggio 2025 dello spezzone sociale. Meg ci ha spiegato come attraverso le assemblee aperte a tutt* nelle università si è organizzata la costruzione politica dello spezzone di quest'anno\": \"lo spezzone sociale del primo maggio 2025 incarna l’unica alternativa reale allo scenario di guerra che sta venendo costruito scientificamente per imporre il ricatto della precarietà e un impoverimento progressivo in tutte le sfere della vita con l’obiettivo della disponibilità alla guerra\"\r\nAPPUNTAMENTO PER TUTT* ALLE 9.00 IN PIAZZA VITTORIO\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/F_m_29_04_Studentessa-presenta-spezzone-sociale-1-maggio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Salvatore, compagno di Taranto storico e coordinatore provinciale COBAS che ci ha spiegato come quest'anno in Puglia si terranno in piedi sia il primo maggio a Bari unitario regionale che quello a Taranto. Questa decisione è stata concordata e condivisa durante le assemblee di preparazione ed ha convinto tutt*: \"non è un segnale di separazione/divisione delle realtà di base coinvolte ma un riconoscere da parte di tutt* che la specificità di Taranto, dove si riscontra il ricatto salute/lavoro/ambiente da sempre, và a tracciare/riprendere e confermare un percorso politico che diventa riappropriazione del protagonismo della classe operaia pronta a riprendersi la piazza, il concerto popolare (che fin dalla sua prima edizione, l’evento si proponeva essere come un’alternativa alle celebrazioni istituzionali del Primo Maggio), la salute, il territorio, etc.\"\r\nQui di seguito pubblichiamo comunicato stampa del primo maggio regionale di Bari:\r\n\r\n\"Chiudiamo il consolato onorario israeliano di Bari, luogo di guerra e politiche di orrore!!!\r\nIl Tavolo regionale per la Palestina ,contro le guerre ed il riarmo UE, contro il governo della Meloni, organizza a Bari il 1 Maggio con partenza alle ore 9,30 da Piazza Diaz un corteo internazionalista a sostegno della Palestina e di tutti i popoli oppressi.\r\nAlla fine del corteo,affianco al teatro Petruzzelli, ci saranno interventi di lavoratori, studenti , associazioni, per un 1 Maggio solidale e contro il governo meloni .\r\nIl tavolo regionale ha sempre sostenuto nelle manifestazioni per la Palestina che israele non è solo quella entità che vediamo ;\r\nisraele vive soprattutto , come quello che vediamo in Puglia, grazie a quelle fitte relazioni sui territori fatte di produzione militare e civile ,di esercitazioni militari in comune,di cosiddetti rapporti culturali,di accordi con Enti ed Istituzioni come Regione Puglia ed Università.\r\nBasta vedere cosa riporta il sito facebook del consolato onorario di Puglia ,che comprende anche la regione Basilicata e Molise; il consolato è retto da luigi de santis, unico console onorario in Italia riconosciuto dallo stato di israele proprio per la sua importanza.\r\nIl console onorario Luigi de santis ha ricevuto a Dicembre dalla prefettura di Bari il mantenimento della scorta.\r\nUn esempio di questa proficua attività è rappresentato dall’incontro realizzato il 18 marzo2025 tra il presidente della nuova fiera del levante(proprietà regione Puglia),Gaetano Frulli,e il decano del corpo consolare della Puglia, Basilicata e Molise, ioania Gherorghias.\r\nIn questa occasione è stato firmato un protocollo d’intesa per promuovere le imprese del territorio sui mercati internazionali.\r\nOppure l’incontro svolto il 14 Gennaio 2025con il ministro degli affari esteri di israele, gideon moshe sa’ar.\r\nUnitamente ai rapporti di collaborazione con la Regione Puglia ,con le Università,di scuole di droni per quello che significa, di costruzione di pezzi di aereo od elicottero per uso militare a volte in piccoli paesi,di esercitazioni militari come quella avvenuta presso l’aeroporto militare di Amendola ,vicino Foggia , l’11 Febbraio 2025.\r\nProprio lì davanti abbiamo manifestato lo scorso giugno per il G7 ascoltando negli incontri svolti in quella occasione il Vescovo di Manfredonia Moscone;oggi il Vescovo viene messo all’indice dall’Ambasciata israeliana di Roma che si è recata presso la Santa Sede dove lo ha accusato di antisemitismo.\r\nIl ruolo di informatore qualcuno lo avrà certamente svolto…. ed il dubbio ci viene.\r\nPer non dimenticare tutte le apparecchiature di sicurezza e di comunicazione comprate dai militari italiani,nell’ultimo periodo il governo italiano ha comprato centinaia di missili anti/carro proprio come quelli usati a Gaza in questi anni.\r\nRicordiamo anche il tentativo di costruire un villaggio turistico per riccastri in località Mogale (Ostuni) da una società Israeliana; caso strano il console onorario è il responsabile regionale dei giovani costruttori edili.\r\nBisogna chiudere questo consolato barese ormai diventato luogo di guerra e di terrore ; così come sul finire degli anni ’80 ,nelle lotte di sostegno alle Intifada Palestinesi, contrastammo in tanti duramente la istituita camera di commercio italo-israeliana fino alla sua chiusura.\r\nRealizzammo una doppia incursione all’interno della Fiera del Levante; la prima togliendo dal pennone la bandiera di israele ,buttandola nel cassonetto della spazzatura ed esponendo una enorme bandiera Palestina con la scritta “Palestina Libera”.\r\nLa seconda incursione avvenne all’interno di uno stand a loro dedicato , all’esterno della “galleria delle nazioni”.\r\nIn quella occasione furono trovati, ben occultati, degli opuscoli dedicata agli operatori commerciali.\r\nQuesti opuscoli parlavano della possibilità di non pagare tasse attraverso la triangolazione Italia-israele-Sudafrica dell’allora Apartheid.\r\nOggi più che mai è necessaria la lotta contro israele , a sostegno della Palestina.\r\nBisogna chiudere il consolato onorario di Bari che sostiene israele attraverso relazioni con “sinceri democratici” pugliesi.\r\nE’ ora di dire basta, la misura è più che colma.\r\nBari 27.04.2025\"\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/F_m_29_04_Salvatore-COBAS-su-1-maggio-a-Bari-e-Taranto.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl terzo approfondimento della serata lo abbiamo fatto in compagnia di Leo dell'Assemblea Pecaria Universitaria. Partendo dall'assemblea che ha visto ricercat* e lavorat* dell'università sempre più unit* nella lotta contro i forti tagli imposti dalla scorsa finanziaria e dalla riforma Bernini (per quanto momentaneamente \"stoppata), ci siamo fatti poi descrivere i prossimi appuntamenti che coinvolgeranno l'assemblea pecaria, il primo maggio in corteo all'interno dello spezzone sociale e il 12 maggio verso uno sciopero del precariato universitario, creato dall'unione delle diverse realtà italiane.\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/F_m_29_04_Leo-assemblea-universitaria-precaria-su-sciopero-nazionale-12-maggio-.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl quarto argomento della puntata è stato quello dei reiterati comportamenti a dir poco anti-sindacali, messi in atto dalla cooperativa sociale Arcobaleno, ne abbiamo parlato con Giancarlo secondo lavoratore da poco licenziato dalla cooperativa stessa. Abbiamo parlato più volte di questa realtà, che tra gli altri ambiti si occupa di fornire servizi di raccolta rifiuti per il comune di Torino, che da quando ha visto l'interesse attivo da parte di Marco e Giancarlo, delegati USB all'interno della cooperativa, nel tutelare i lavoratori e la loro paga, ha inaugurato una vera e propria guerra contro chi osa dissentire.\r\n\r\nPrima i richiami a Marco per gli attacchinaggi in sede (tramite il cavillo che la bacheca sindacale era ad uso esclusivo dell'altro sindacato interno alla cooperativa, la CGIL), seguiti dal licenziamento per danno di immagine alla cooperativa. (ne abbiamo parlato in passato in questa intervista). Per poi arrivare al licenziamento di una persona con un'invalidità del 75%, seguita dai servizi sociali di più di 50 anni, da parte di quelle realtà che dovrebbero agire esattamente per non permettere che queste cose avvengano. Ci siamo fatti raccontare da Giancarlo i dettagli di questa vicenda, il quale ci ha anche invitati al presidio del 13 maggio, all'interno dello sciopero delle \u003Cmark>cooperative\u003C/mark> sociali davanti al comune, per richiedere il commissariamento della cooperativa.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/F_m_29_04_Giancarlo-su-licenziamento-cooperativa-arcobaleno.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]",[497],{"field":104,"matched_tokens":498,"snippet":494,"value":495},[34],{"best_field_score":446,"best_field_weight":17,"fields_matched":111,"num_tokens_dropped":52,"score":476,"tokens_matched":111,"typo_prefix_score":52},{"document":501,"highlight":514,"highlights":519,"text_match":444,"text_match_info":522},{"comment_count":52,"id":502,"is_sticky":52,"permalink":503,"podcastfilter":504,"post_author":506,"post_content":507,"post_date":508,"post_excerpt":58,"post_id":502,"post_modified":509,"post_thumbnail":58,"post_title":510,"post_type":409,"sort_by_date":511,"tag_links":512,"tags":513},"97372","http://radioblackout.org/podcast/aggiornamenti-dalla-campagna-defend-rojava-leconomia-anticapitalista-nellamministrazione-autonoma/",[505],"defendkurdistan","Alessandro","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/dr14.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[Download]\r\n\r\nL'intera intervista è consultabile sul sito dell'Accademia per la Modernità Democratica.\r\n\r\nNella notte del 19 luglio 2012, con la presa da parte della popolazione dei silos di grano a Kobane, inizia quella che passerà alla storia come la rivoluzione del Rojava.\r\n\r\nLa scelta dei silos di grano non è casuale, essi infatti rappresentavano l'economia derubata al popolo da parte dello stato. Durante il regime, questa fetta di Siria era considerata il granaio del paese, lo stato possedeva le terre, decideva il prezzo del grano, forniva le sementi e raccoglieva tutto una volta pronto: nessuno dei produttori aveva il minimo controllo delle decisioni che venivano prese sulla produzione. Nella regione poi non erano sviluppate attività industriali, non era necessario e le poche industrie presenti, erano industrie statali e si dedicavano alla trasformazione dei prodotti agricoli. La popolazione viveva allora in uno stato di deprivazione e sudditanza ma la notte della rivoluzione, il popolo del Rojava, decide di riprendersi l'economia della propria terra.\r\n\r\nNel corso degli ultimi 12 anni l'esperienza accumulata è stata parecchia, lo racconta Azize Aslan in una recente intervista che potete leggere in forma integrale sotto questo podcast.\r\n\r\nIl processo rivoluzionario in atto si può spiegare con i termini che sono propri del movimento curdo: fare-distruggere-rifare; cioè, un processo di sperimentazione basato sull’autocritica della pratica al fine di creare un proprio modello.\r\n\r\nPrima di entrare nei dettagli specifici della sua organizzazione, sottolineiamo che l’economia sociale ha una doppia strategia: da un lato, mira a limitare il capitalismo (o a resistere al capitalismo), il quale va di pari passo con l’economia di guerra; dall’altro mira a rafforzare l’autogestione economica (autodifesa economica) del popolo creando nuovi spazi e relazioni socio-economiche.\r\n\r\nL’economia del Rojava si basa sull’autogestione attraverso comuni, assemblee e cooperative. La partecipazione democratica in ogni settore dell'organizzazione della vita è infatti uno dei caposaldi della rivoluzione. Il primo atto intrapreso dall'amministrazione autonoma ha riguardato le terre: quelle un tempo dello Stato siriano o di collaboratori di Daesh sono state comunalizzate: non appartengono a nessuno, ma tutti possono usarle. L'agricoltura è il settore più sviluppato ed è ritenuto prioritario perchè risponde ad un bisogno fondamentale, il cibo. L’agricoltura si fonda su cooperative temporanee che garantiscono l’uso rotativo della terra e promuovono la diversificazione delle colture. Ogni due anni, le terre vengono assegnate ad altre cooperative, per garantire a più persone possibili di poter accedere al lavoro agricolo.\r\n\r\nAnche l’industria, ridotta a fabbriche leggere e locali, è progettata secondo criteri di sostenibilità ambientale e sociale. La produzione non è finalizzata al profitto, ma al soddisfacimento dei bisogni collettivi.\r\n\r\nLe cooperative, considerate il terzo pilastro dell’autonomia insieme a comuni e assemblee, sono uno strumento essenziale per costruire un’economia condivisa e solidale. L’obiettivo dichiarato è “una cooperativa in ogni comune”, per rendere la vita economica pienamente collettiva e partecipata. Esse sono viste come un progetto di organizzazione politica a cui partecipano tutti i settori della società. Le cooperative sono viste come la “dimensione di costruzione” dell’autonomia democratica. Per implementarne l'uso sono state istituite le \"Case delle Cooperative\" che hanno il compito di sostenerne la nascita e la diffusione ma l’obiettivo non è semplicemente quello di creare delle cooperative come istituzioni produttive, ma di cercare un accordo collettivo per rendere cooperativi tutti i processi produttivi della comune, cioè per collettivizzarne la vita economica.\r\n\r\nNonostante la presenza di dinamiche di mercato ancora legate al capitalismo, l’amministrazione autonoma controlla prezzi e commerci, promuovendo mercati popolari e filiere solidali.\r\n\r\nL’autrice dell'intervista infatti sostiene che dopo anni di asservimento della società ad un’economia programmata dallo Stato (per arabi e curdi) vi è una forte spinta capitalista alla creazione dell’impresa privata. l’amministrazione lavora per diffondere l’idea delle cooperative, in maniera capillare, per liberare l’economia dal capitalismo.\r\n\r\nUn’attenzione particolare è riservata all’economia delle donne, organizzata in modo autonomo attraverso le strutture del movimento Kongra Star, che valorizza il sapere, la cura e la produzione delle donne.\r\n\r\nLe donne si organizzano infatti prima in ambito autonomo e poi in ambito misto. Le donne si organizzano quindi sui propri ambiti, a partire dalla questione della donna. Con la creazione di istituzioni autonome democratiche, seguendo gli stessi modelli organizzativi dal basso: è quindi possibile parlare di ruolo della donna in tutti gli altri ambiti della società, capace quindi di restituire una posizione specifica con il proprio punto di vista e la propria comprensione.\r\n\r\nAttualmente in Rojava non si è ancora superato il legame di alienzione che vincola le persone attraverso il salario. Il superamento avviene nel momento in cui l’intero sistema economico elimina il lavoro salariato legato al denaro, permettendo di eliminare il valore di scambio a favore del valore d’uso. A livello lavorativo ciò consiste nella diffusione del lavoro per la soddisfazione dei propri bisogni, creando lavoro autentico che non crea surplus, accumulo e sfruttamento. A livello economico significa legare la produzione ad un sistema chiuso e autoreferenziale, che si alimenta da sé. Questo è il fine dell’economia sociale-comunitaria-democratica.\r\n\r\nLe cooperative hanno questo fine ma sono molto lontane. Sono costituite da moltissime persone ma solo poche lavorano. In qualsiasi caso a tutti i socie viene redistribuito l’utile della cooperativa, ma comunque chi ci lavora lo fa da salariato.\r\n\r\nGli aspetti positivi sono a proposito sono\r\n\r\n \tassenza di capi diretti nelle cooperative, e quindi autogestione con assemblee giornaliere\r\n \tLavoro solo 6 ore al giorno, per permettere di partecipare alle assemblee politiche e alla vita della comunità\r\n\r\n\r\n\r\nRispetto alle sfide, vi sono fattori esterni come gli attacchi militari, l’embargo economico e la intromissione del dollaro come moneta circolante nella regione, che rafforza gli enti commerciali e indebolisce la popolazione. Questi elementi sono legati e rafforzano altre contraddizioni interne: innanzitutto, il sistema cooperativo attualmente non è capace di occupare una grossa fetta della popolazione; dal canto suo la società non lega ancora (totalmente) il lavoro alla riproduzione e costruzione dell’autonomia, che concepisce il lavoro come lavoro rivoluzionario. Un ostacolo a ciò è la mancanza di infrastrutture, che moltiplicherebbero gli ambiti di lavoro agricolo.\r\n\r\nUn processo rivoluzionario questo che stiamo raccontando quindi non privo di contraddizioni e sfide. Da un punto di vista teorico però tutto è guidato da una visione e un programma chiaro che ha tre principi fondamentali che sono gli assi teorici della concezione dell’economia della modernità democratica: un’economia democratica, ecologica e di liberazione per le donne.\r\n\r\nSebbene la teoria della lotta di classe del marxismo non venga rifiutata, la contraddizione principale viene riconosciuta in quella tra la società e le forze monopolistiche costituite dallo Stato, dalla borghesia e dal sistema patriarcale. Pertanto, l’economia sociale, così come intesa in Rojava, emerge come un’alternativa sia al liberismo economico che alla pianificazione centralizzata. Entrambe sono viste come forme monopolistiche.\r\n\r\nSulla base della visione di Öcalan, la prospettiva del confederalismo democratico definisce l’economia capitalista come un’anti-economia e insiste sul fatto che in un’economia reale il soggetto decisionale dovrebbe essere la società. Sostiene che dare voce a tutti gli individui della società nei processi di produzione, consumo e distribuzione democratizzerà l’economia. Sebbene la teoria della lotta di classe del marxismo non venga rifiutata, la contraddizione principale viene riconosciuta in quella tra la società e le forze monopolistiche costituite dallo Stato, dalla borghesia e dal sistema patriarcale\r\n\r\nIn sostanza, l’economia sociale si basa sul cooperativismo e sulla collettivizzazione dei processi lavorativi e dei mezzi di produzione. Un obiettivo fondamentale è l’eliminazione del rapporto salariale, cioè lo sfruttamento del lavoro individuale. È anche fondata sulla produzione di una vita comunitaria in condizioni di autosufficienza. Tuttavia, l’autosufficienza non è intesa come produzione e soddisfazione di tutti i bisogni a livello di una singola comunità, ma si basa su relazioni di scambio eque, democratiche e di reciprocità stabilite tra le comunità o, come in Rojava, tra le comuni. In altre parole, si basa sulla comprensione e sulla edificazione dell’economia come campo di decisione etica e politica. Si basa sul funzionamento armonioso di meccanismi di autogestione sociale come comuni, assemblee e cooperative.\r\n\r\nIn altre parole è un’economia che si basa su principi etici e politici, in cui la società decide, in cui la natura non è vista come un input ma come un soggetto sociale e integrato nella vita comune, e in cui le donne guidano il processo con il loro sapere e la loro saggezza non capitalizzata.\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n ","22 Aprile 2025","2025-04-22 15:30:36","Aggiornamenti dalla campagna Defend Rojava. L'economia anticapitalista nell'Amministrazione Autonoma",1745335836,[],[],{"post_content":515},{"matched_tokens":516,"snippet":517,"value":518},[34],"sull’autogestione attraverso comuni, assemblee e \u003Cmark>cooperative\u003C/mark>. La partecipazione democratica in ogni","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/dr14.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[Download]\r\n\r\nL'intera intervista è consultabile sul sito dell'Accademia per la Modernità Democratica.\r\n\r\nNella notte del 19 luglio 2012, con la presa da parte della popolazione dei silos di grano a Kobane, inizia quella che passerà alla storia come la rivoluzione del Rojava.\r\n\r\nLa scelta dei silos di grano non è casuale, essi infatti rappresentavano l'economia derubata al popolo da parte dello stato. Durante il regime, questa fetta di Siria era considerata il granaio del paese, lo stato possedeva le terre, decideva il prezzo del grano, forniva le sementi e raccoglieva tutto una volta pronto: nessuno dei produttori aveva il minimo controllo delle decisioni che venivano prese sulla produzione. Nella regione poi non erano sviluppate attività industriali, non era necessario e le poche industrie presenti, erano industrie statali e si dedicavano alla trasformazione dei prodotti agricoli. La popolazione viveva allora in uno stato di deprivazione e sudditanza ma la notte della rivoluzione, il popolo del Rojava, decide di riprendersi l'economia della propria terra.\r\n\r\nNel corso degli ultimi 12 anni l'esperienza accumulata è stata parecchia, lo racconta Azize Aslan in una recente intervista che potete leggere in forma integrale sotto questo podcast.\r\n\r\nIl processo rivoluzionario in atto si può spiegare con i termini che sono propri del movimento curdo: fare-distruggere-rifare; cioè, un processo di sperimentazione basato sull’autocritica della pratica al fine di creare un proprio modello.\r\n\r\nPrima di entrare nei dettagli specifici della sua organizzazione, sottolineiamo che l’economia sociale ha una doppia strategia: da un lato, mira a limitare il capitalismo (o a resistere al capitalismo), il quale va di pari passo con l’economia di guerra; dall’altro mira a rafforzare l’autogestione economica (autodifesa economica) del popolo creando nuovi spazi e relazioni socio-economiche.\r\n\r\nL’economia del Rojava si basa sull’autogestione attraverso comuni, assemblee e \u003Cmark>cooperative\u003C/mark>. La partecipazione democratica in ogni settore dell'organizzazione della vita è infatti uno dei caposaldi della rivoluzione. Il primo atto intrapreso dall'amministrazione autonoma ha riguardato le terre: quelle un tempo dello Stato siriano o di collaboratori di Daesh sono state comunalizzate: non appartengono a nessuno, ma tutti possono usarle. L'agricoltura è il settore più sviluppato ed è ritenuto prioritario perchè risponde ad un bisogno fondamentale, il cibo. L’agricoltura si fonda su \u003Cmark>cooperative\u003C/mark> temporanee che garantiscono l’uso rotativo della terra e promuovono la diversificazione delle colture. Ogni due anni, le terre vengono assegnate ad altre \u003Cmark>cooperative\u003C/mark>, per garantire a più persone possibili di poter accedere al lavoro agricolo.\r\n\r\nAnche l’industria, ridotta a fabbriche leggere e locali, è progettata secondo criteri di sostenibilità ambientale e sociale. La produzione non è finalizzata al profitto, ma al soddisfacimento dei bisogni collettivi.\r\n\r\nLe \u003Cmark>cooperative\u003C/mark>, considerate il terzo pilastro dell’autonomia insieme a comuni e assemblee, sono uno strumento essenziale per costruire un’economia condivisa e solidale. L’obiettivo dichiarato è “una cooperativa in ogni comune”, per rendere la vita economica pienamente collettiva e partecipata. Esse sono viste come un progetto di organizzazione politica a cui partecipano tutti i settori della società. Le \u003Cmark>cooperative\u003C/mark> sono viste come la “dimensione di costruzione” dell’autonomia democratica. Per implementarne l'uso sono state istituite le \"Case delle \u003Cmark>Cooperative\u003C/mark>\" che hanno il compito di sostenerne la nascita e la diffusione ma l’obiettivo non è semplicemente quello di creare delle \u003Cmark>cooperative\u003C/mark> come istituzioni produttive, ma di cercare un accordo collettivo per rendere cooperativi tutti i processi produttivi della comune, cioè per collettivizzarne la vita economica.\r\n\r\nNonostante la presenza di dinamiche di mercato ancora legate al capitalismo, l’amministrazione autonoma controlla prezzi e commerci, promuovendo mercati popolari e filiere solidali.\r\n\r\nL’autrice dell'intervista infatti sostiene che dopo anni di asservimento della società ad un’economia programmata dallo Stato (per arabi e curdi) vi è una forte spinta capitalista alla creazione dell’impresa privata. l’amministrazione lavora per diffondere l’idea delle \u003Cmark>cooperative\u003C/mark>, in maniera capillare, per liberare l’economia dal capitalismo.\r\n\r\nUn’attenzione particolare è riservata all’economia delle donne, organizzata in modo autonomo attraverso le strutture del movimento Kongra Star, che valorizza il sapere, la cura e la produzione delle donne.\r\n\r\nLe donne si organizzano infatti prima in ambito autonomo e poi in ambito misto. Le donne si organizzano quindi sui propri ambiti, a partire dalla questione della donna. Con la creazione di istituzioni autonome democratiche, seguendo gli stessi modelli organizzativi dal basso: è quindi possibile parlare di ruolo della donna in tutti gli altri ambiti della società, capace quindi di restituire una posizione specifica con il proprio punto di vista e la propria comprensione.\r\n\r\nAttualmente in Rojava non si è ancora superato il legame di alienzione che vincola le persone attraverso il salario. Il superamento avviene nel momento in cui l’intero sistema economico elimina il lavoro salariato legato al denaro, permettendo di eliminare il valore di scambio a favore del valore d’uso. A livello lavorativo ciò consiste nella diffusione del lavoro per la soddisfazione dei propri bisogni, creando lavoro autentico che non crea surplus, accumulo e sfruttamento. A livello economico significa legare la produzione ad un sistema chiuso e autoreferenziale, che si alimenta da sé. Questo è il fine dell’economia sociale-comunitaria-democratica.\r\n\r\nLe \u003Cmark>cooperative\u003C/mark> hanno questo fine ma sono molto lontane. Sono costituite da moltissime persone ma solo poche lavorano. In qualsiasi caso a tutti i socie viene redistribuito l’utile della cooperativa, ma comunque chi ci lavora lo fa da salariato.\r\n\r\nGli aspetti positivi sono a proposito sono\r\n\r\n \tassenza di capi diretti nelle \u003Cmark>cooperative\u003C/mark>, e quindi autogestione con assemblee giornaliere\r\n \tLavoro solo 6 ore al giorno, per permettere di partecipare alle assemblee politiche e alla vita della comunità\r\n\r\n\r\n\r\nRispetto alle sfide, vi sono fattori esterni come gli attacchi militari, l’embargo economico e la intromissione del dollaro come moneta circolante nella regione, che rafforza gli enti commerciali e indebolisce la popolazione. Questi elementi sono legati e rafforzano altre contraddizioni interne: innanzitutto, il sistema cooperativo attualmente non è capace di occupare una grossa fetta della popolazione; dal canto suo la società non lega ancora (totalmente) il lavoro alla riproduzione e costruzione dell’autonomia, che concepisce il lavoro come lavoro rivoluzionario. Un ostacolo a ciò è la mancanza di infrastrutture, che moltiplicherebbero gli ambiti di lavoro agricolo.\r\n\r\nUn processo rivoluzionario questo che stiamo raccontando quindi non privo di contraddizioni e sfide. Da un punto di vista teorico però tutto è guidato da una visione e un programma chiaro che ha tre principi fondamentali che sono gli assi teorici della concezione dell’economia della modernità democratica: un’economia democratica, ecologica e di liberazione per le donne.\r\n\r\nSebbene la teoria della lotta di classe del marxismo non venga rifiutata, la contraddizione principale viene riconosciuta in quella tra la società e le forze monopolistiche costituite dallo Stato, dalla borghesia e dal sistema patriarcale. Pertanto, l’economia sociale, così come intesa in Rojava, emerge come un’alternativa sia al liberismo economico che alla pianificazione centralizzata. Entrambe sono viste come forme monopolistiche.\r\n\r\nSulla base della visione di Öcalan, la prospettiva del confederalismo democratico definisce l’economia capitalista come un’anti-economia e insiste sul fatto che in un’economia reale il soggetto decisionale dovrebbe essere la società. Sostiene che dare voce a tutti gli individui della società nei processi di produzione, consumo e distribuzione democratizzerà l’economia. Sebbene la teoria della lotta di classe del marxismo non venga rifiutata, la contraddizione principale viene riconosciuta in quella tra la società e le forze monopolistiche costituite dallo Stato, dalla borghesia e dal sistema patriarcale\r\n\r\nIn sostanza, l’economia sociale si basa sul cooperativismo e sulla collettivizzazione dei processi lavorativi e dei mezzi di produzione. Un obiettivo fondamentale è l’eliminazione del rapporto salariale, cioè lo sfruttamento del lavoro individuale. È anche fondata sulla produzione di una vita comunitaria in condizioni di autosufficienza. Tuttavia, l’autosufficienza non è intesa come produzione e soddisfazione di tutti i bisogni a livello di una singola comunità, ma si basa su relazioni di scambio eque, democratiche e di reciprocità stabilite tra le comunità o, come in Rojava, tra le comuni. In altre parole, si basa sulla comprensione e sulla edificazione dell’economia come campo di decisione etica e politica. Si basa sul funzionamento armonioso di meccanismi di autogestione sociale come comuni, assemblee e \u003Cmark>cooperative\u003C/mark>.\r\n\r\nIn altre parole è un’economia che si basa su principi etici e politici, in cui la società decide, in cui la natura non è vista come un input ma come un soggetto sociale e integrato nella vita comune, e in cui le donne guidano il processo con il loro sapere e la loro saggezza non capitalizzata.\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n ",[520],{"field":104,"matched_tokens":521,"snippet":517,"value":518},[34],{"best_field_score":446,"best_field_weight":17,"fields_matched":111,"num_tokens_dropped":52,"score":476,"tokens_matched":111,"typo_prefix_score":52},{"document":524,"highlight":540,"highlights":545,"text_match":444,"text_match_info":548},{"comment_count":52,"id":525,"is_sticky":52,"permalink":526,"podcastfilter":527,"post_author":529,"post_content":530,"post_date":531,"post_excerpt":58,"post_id":525,"post_modified":532,"post_thumbnail":533,"post_title":534,"post_type":409,"sort_by_date":535,"tag_links":536,"tags":538},"96518","http://radioblackout.org/podcast/storia-di-un-campetto/",[528],"c'hai le storie","liberationfront","Ultima fatica delle Produzioni Nessun Rimborso in collaborazione con la Blackout Tribe. Un radiospettacolo tratto dalle trasformazioni urbane del quartiere Aurora di Torino, storia comune a tanti quartieri e diverse cooperative. Un ringraziamento allo sponsor Obesicola e chi ha prestato la voce\r\n\r\nStoria un campetto, ascolta o scarica\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/Non_ce_campoo.mp3\"][/audio]\r\n\r\npubblicità obesicola. scarica\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/obesicola.mp3\"][/audio]\r\n\r\npubblicità Hamburmerd. scarica\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/hamburmerd.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","18 Marzo 2025","2025-03-18 16:17:48","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/patatine-200x110.jpg","storia di un campetto",1742314668,[537],"http://radioblackout.org/tag/radiospettacolo/",[539],"radiospettacolo",{"post_content":541},{"matched_tokens":542,"snippet":543,"value":544},[34],"a tanti quartieri e diverse \u003Cmark>cooperative\u003C/mark>. Un ringraziamento allo sponsor Obesicola","Ultima fatica delle Produzioni Nessun Rimborso in collaborazione con la Blackout Tribe. Un radiospettacolo tratto dalle trasformazioni urbane del quartiere Aurora di Torino, storia comune a tanti quartieri e diverse \u003Cmark>cooperative\u003C/mark>. Un ringraziamento allo sponsor Obesicola e chi ha prestato la voce\r\n\r\nStoria un campetto, ascolta o scarica\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/Non_ce_campoo.mp3\"][/audio]\r\n\r\npubblicità obesicola. scarica\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/obesicola.mp3\"][/audio]\r\n\r\npubblicità Hamburmerd. scarica\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/hamburmerd.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",[546],{"field":104,"matched_tokens":547,"snippet":543,"value":544},[34],{"best_field_score":446,"best_field_weight":17,"fields_matched":111,"num_tokens_dropped":52,"score":476,"tokens_matched":111,"typo_prefix_score":52},{"document":550,"highlight":566,"highlights":571,"text_match":444,"text_match_info":574},{"comment_count":52,"id":551,"is_sticky":52,"permalink":552,"podcastfilter":553,"post_author":555,"post_content":556,"post_date":557,"post_excerpt":58,"post_id":551,"post_modified":558,"post_thumbnail":559,"post_title":560,"post_type":409,"sort_by_date":561,"tag_links":562,"tags":564},"95915","http://radioblackout.org/podcast/datacenter-il-lato-sommerso-dellai-ceberg-tecnica-guerra-sacralita/",[554],"happy hour","ce","Happy Hour. Pillole sintetiche dal mondo-guerra.\r\n1.3 (24.02.25)\r\n\"Torino, l’Ai cerca spazio in città: in arrivo altri 5 data center. Appena inaugurato quello di Rai way in via Verdi, la Cittadella dell’Aerospazio di corso Marche ipotizza un grande server in tandem con Leonardo. Ma altri sono in (probabile) arrivo targati Avio, Bbbell, Enel e, soprattutto, Hines, che prepara un maxi progetto con la costruzione di sei edifici alti 30 metri a due passi dall’aeroporto di Caselle\".\r\n\r\nDalla rassegna stampa delle ultime settimane lo spunto per provare ad interrogare un'industria, in larga parte urbana, centrale per alimentare il mondo-guerra e quanto mai \"nebulosa\". Non soltanto in quanto sostrato materiale della \"nuvola\" (il cloud), ma piuttosto perchè le infrastrutture raggruppate sotto il termine di \"Datacenter\" sono estremamente varie e i luoghi in cui sorgono securizzati e poco inclini alla visibilità. Spazio fisico di archiviazione e di analisi in tempo reale di dati - la cantina di Internet e dell'AI - e al contempo tecnologia della memoria funzionale alla governamentalità algoritmica, il Datacenter è un apparato centrale del tecno-capitalismo e delle sue guerre.\r\nQui gli indirizzi dei datacenter a Torino.\r\n\r\n \r\n\r\n[caption id=\"attachment_95926\" align=\"aligncenter\" width=\"696\"] Un pezzo di internet andato a fuoco, il datacenter OVH a Strasburgo, marzo 2021.[/caption]\r\n\r\n \r\n\r\nOltre al comparto bellico, al ruolo del Politecnico, di Leonardo, dell'aerospazio, uno dei fronti interni a noi prossimi su cui affinare lo sguardo sarà il nesso tra Datacenter e agroindustria. Il 31 gennaio 2024 è stato approvato un protocollo di intesa relativo all’agricoltura di precisione, o agricoltura 4.0, tra il Politecnico di Torino e il Comune di Saluzzo, che da 78 anni ospita la \"Mostra della Meccanica Agricola\", dove oggi vengono esposti enormi trattori e macchine per lavorare la terra sempre più \"smart\" e costosi. Dopo lo sradicamento dell'agricoltura contadina, di fronte alla possibile conflittualità dei braccianti sfruttati, la pax capitalista sancita dall'alleanza tra grande capitale agroindustriale, politica, polizia e cooperative trova nel Datacenter un fondamentale alleato. I droni con AI per la raccolta delle mele fabbricati dall'israeliana Tevel e sperimentati a Saluzzo dall'azienda Rivoira possono lavorare 24 ore su 24, svolgendo la loro mansione con efficienza e soprattutto senza protestare.\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nContro la sacralizzazione della tecnologia, apriamo la scatola nera del Datacenter con un compagno con cui in passato abbiamo già abbozzato alcune riflessioni sull'endiadi guerra e tecnica.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/datacenterfin.mp3\"][/audio]\r\n\r\n00:00:00 - Aprire la scatola nera: cos'è un datacenter?\r\n00:07:37 - Storia sociale del datacenter (I): centralizzazione e guerra di classe\r\n00:14:13 - Storia sociale del datacenter (II): un'industria urbana\r\n00:19:00 - Guerra esterna e interna, agricoltura di precisione, telemedicina, e-governance, fintech: il boom dell'AI e dei data center\r\n00:28:11 - Spazialità (I): Starlink, Armada, la \"nuova frontiera\" dello spazio e la centralità dello Stato nei processi di accumulazione del capitalismo digitale\r\n00:38:42 - Spazialità (II): datacenter e \"città dei varchi\"\r\n00:45:10 - Torino e i datacenter: spazi industriali dismessi, vicinanza a Milano e ruolo di Politecnico, Leonardo e comparto militare dell'Aerospazio\r\n00:53:46 - Italia, perno digitale nel Mediterraneo?\r\n00:55:58 - Tecnologia della memoria e vita umana: il datacenter come oracolo\r\n01:02:47 - La macchina che si emancipa dall'uomo, il cervello come macchina. Contro il millenarismo tecnologico tecno-utopico e tecno-distopico, contro il mito dell'equivalenza tra umano e tecnica, l'impensato della sacralizzazione della tecnologia\r\n01:13:43 - Datacenter e regimi di visibilità (I): il mito della sostenibilità ambientale, tra nucleare e geoingegneria\r\n01:17:39 - Datacenter e regimi di visibilità (II): il mito dell'automazione, l'addestramento alla vergogna prometeica\r\n01:20:22 - Vampirizzazione dell'ecosistema e rimosso delle miniere\r\n01:25:58 - \"Se Google diventa il mio vicino, ci sarà ancora acqua?\": ambiguità delle proteste contro i datacenter, indicazioni per una lotta fondamentale\r\n\r\n \r\n\r\n\"Come possiamo attaccare una realtà che ci è nemica, senza conoscerla a fondo? Ecco, a ben riflettere, la risposta non era difficile. In effetti, ad esempio, ci piace molto attaccare la polizia, ma nessuno di noi si fa poliziotto per questo. Ci si documenta: la polizia che cosa fa? che tipo di randello usa? Si mettono insieme quel poco di conoscenze che permettono ad occhio e croce di individuare il poliziotto. In altre parole, se dobbiamo attaccare il poliziotto, che è una cosa che ci piace moltissimo, non ci facciamo poliziotti per questo, ci limitiamo ad acquisire alcune conoscenze in merito alla polizia. Per attaccare la nuova tecnologia, allo stesso modo, non è necessario essere ingegneri, ma possiamo acquisire delle conoscenze abbastanza facili, tutte quelle indicazioni pratiche che ci permettono di poterla attaccare. Ma da questo problema viene fuori un altro problema, molto più importante: la nuova tecnologia non è un fantasma astratto, è una cosa concreta. Ad esempio, il sistema internazionale delle comunicazioni è un fatto concreto. Per riuscire a costruirci immagini astratte nella testa, deve distribuirsi nel territorio. È in questo campo che vengono usati i nuovi materiali, poniamo nella costruzione dei cavi di trasmissione, ed è in questo campo che diventa importante conoscere la tecnologia, non come funziona nel suo aspetto produttivo, ma come si distribuisce realmente nel territorio. Cioè dove sono i centri di gestione (che sono sempre molteplici), dove sono i canali di comunicazione, tutte cose che non sono idee astratte, ma cose fisiche, oggetti che corrono nello spazio e che garantiscono il controllo. Intervenire con un sabotaggio in queste strutture, è facilissimo, difficile è sapere dove sono collocati i cavi. Ad un certo punto diventa indispensabile conoscere la distribuzione della tecnologia. Questo, pensiamo, sarà sicuramente il problema rivoluzionario più importante dei prossimi anni\". (Nuove svolte del capitalismo)\r\n\r\n[caption id=\"attachment_95929\" align=\"aligncenter\" width=\"1024\"] A Saluzzo, i droni dell'israeliana Tevel raccolgono la frutta per l'azienda Rivoira.[/caption]","25 Febbraio 2025","2025-06-01 18:36:23","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/incendie-ovh-1-696x435-1-200x110.jpg","Datacenter, il lato sommerso dell'AI-ceberg. Tecnica, guerra, sacralità.",1740515886,[563],"http://radioblackout.org/tag/guerra/",[565],"guerra",{"post_content":567},{"matched_tokens":568,"snippet":569,"value":570},[34],"capitale agroindustriale, politica, polizia e \u003Cmark>cooperative\u003C/mark> trova nel Datacenter un fondamentale","Happy Hour. Pillole sintetiche dal mondo-guerra.\r\n1.3 (24.02.25)\r\n\"Torino, l’Ai cerca spazio in città: in arrivo altri 5 data center. Appena inaugurato quello di Rai way in via Verdi, la Cittadella dell’Aerospazio di corso Marche ipotizza un grande server in tandem con Leonardo. Ma altri sono in (probabile) arrivo targati Avio, Bbbell, Enel e, soprattutto, Hines, che prepara un maxi progetto con la costruzione di sei edifici alti 30 metri a due passi dall’aeroporto di Caselle\".\r\n\r\nDalla rassegna stampa delle ultime settimane lo spunto per provare ad interrogare un'industria, in larga parte urbana, centrale per alimentare il mondo-guerra e quanto mai \"nebulosa\". Non soltanto in quanto sostrato materiale della \"nuvola\" (il cloud), ma piuttosto perchè le infrastrutture raggruppate sotto il termine di \"Datacenter\" sono estremamente varie e i luoghi in cui sorgono securizzati e poco inclini alla visibilità. Spazio fisico di archiviazione e di analisi in tempo reale di dati - la cantina di Internet e dell'AI - e al contempo tecnologia della memoria funzionale alla governamentalità algoritmica, il Datacenter è un apparato centrale del tecno-capitalismo e delle sue guerre.\r\nQui gli indirizzi dei datacenter a Torino.\r\n\r\n \r\n\r\n[caption id=\"attachment_95926\" align=\"aligncenter\" width=\"696\"] Un pezzo di internet andato a fuoco, il datacenter OVH a Strasburgo, marzo 2021.[/caption]\r\n\r\n \r\n\r\nOltre al comparto bellico, al ruolo del Politecnico, di Leonardo, dell'aerospazio, uno dei fronti interni a noi prossimi su cui affinare lo sguardo sarà il nesso tra Datacenter e agroindustria. Il 31 gennaio 2024 è stato approvato un protocollo di intesa relativo all’agricoltura di precisione, o agricoltura 4.0, tra il Politecnico di Torino e il Comune di Saluzzo, che da 78 anni ospita la \"Mostra della Meccanica Agricola\", dove oggi vengono esposti enormi trattori e macchine per lavorare la terra sempre più \"smart\" e costosi. Dopo lo sradicamento dell'agricoltura contadina, di fronte alla possibile conflittualità dei braccianti sfruttati, la pax capitalista sancita dall'alleanza tra grande capitale agroindustriale, politica, polizia e \u003Cmark>cooperative\u003C/mark> trova nel Datacenter un fondamentale alleato. I droni con AI per la raccolta delle mele fabbricati dall'israeliana Tevel e sperimentati a Saluzzo dall'azienda Rivoira possono lavorare 24 ore su 24, svolgendo la loro mansione con efficienza e soprattutto senza protestare.\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nContro la sacralizzazione della tecnologia, apriamo la scatola nera del Datacenter con un compagno con cui in passato abbiamo già abbozzato alcune riflessioni sull'endiadi guerra e tecnica.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/datacenterfin.mp3\"][/audio]\r\n\r\n00:00:00 - Aprire la scatola nera: cos'è un datacenter?\r\n00:07:37 - Storia sociale del datacenter (I): centralizzazione e guerra di classe\r\n00:14:13 - Storia sociale del datacenter (II): un'industria urbana\r\n00:19:00 - Guerra esterna e interna, agricoltura di precisione, telemedicina, e-governance, fintech: il boom dell'AI e dei data center\r\n00:28:11 - Spazialità (I): Starlink, Armada, la \"nuova frontiera\" dello spazio e la centralità dello Stato nei processi di accumulazione del capitalismo digitale\r\n00:38:42 - Spazialità (II): datacenter e \"città dei varchi\"\r\n00:45:10 - Torino e i datacenter: spazi industriali dismessi, vicinanza a Milano e ruolo di Politecnico, Leonardo e comparto militare dell'Aerospazio\r\n00:53:46 - Italia, perno digitale nel Mediterraneo?\r\n00:55:58 - Tecnologia della memoria e vita umana: il datacenter come oracolo\r\n01:02:47 - La macchina che si emancipa dall'uomo, il cervello come macchina. Contro il millenarismo tecnologico tecno-utopico e tecno-distopico, contro il mito dell'equivalenza tra umano e tecnica, l'impensato della sacralizzazione della tecnologia\r\n01:13:43 - Datacenter e regimi di visibilità (I): il mito della sostenibilità ambientale, tra nucleare e geoingegneria\r\n01:17:39 - Datacenter e regimi di visibilità (II): il mito dell'automazione, l'addestramento alla vergogna prometeica\r\n01:20:22 - Vampirizzazione dell'ecosistema e rimosso delle miniere\r\n01:25:58 - \"Se Google diventa il mio vicino, ci sarà ancora acqua?\": ambiguità delle proteste contro i datacenter, indicazioni per una lotta fondamentale\r\n\r\n \r\n\r\n\"Come possiamo attaccare una realtà che ci è nemica, senza conoscerla a fondo? Ecco, a ben riflettere, la risposta non era difficile. In effetti, ad esempio, ci piace molto attaccare la polizia, ma nessuno di noi si fa poliziotto per questo. Ci si documenta: la polizia che cosa fa? che tipo di randello usa? Si mettono insieme quel poco di conoscenze che permettono ad occhio e croce di individuare il poliziotto. In altre parole, se dobbiamo attaccare il poliziotto, che è una cosa che ci piace moltissimo, non ci facciamo poliziotti per questo, ci limitiamo ad acquisire alcune conoscenze in merito alla polizia. Per attaccare la nuova tecnologia, allo stesso modo, non è necessario essere ingegneri, ma possiamo acquisire delle conoscenze abbastanza facili, tutte quelle indicazioni pratiche che ci permettono di poterla attaccare. Ma da questo problema viene fuori un altro problema, molto più importante: la nuova tecnologia non è un fantasma astratto, è una cosa concreta. Ad esempio, il sistema internazionale delle comunicazioni è un fatto concreto. Per riuscire a costruirci immagini astratte nella testa, deve distribuirsi nel territorio. È in questo campo che vengono usati i nuovi materiali, poniamo nella costruzione dei cavi di trasmissione, ed è in questo campo che diventa importante conoscere la tecnologia, non come funziona nel suo aspetto produttivo, ma come si distribuisce realmente nel territorio. Cioè dove sono i centri di gestione (che sono sempre molteplici), dove sono i canali di comunicazione, tutte cose che non sono idee astratte, ma cose fisiche, oggetti che corrono nello spazio e che garantiscono il controllo. Intervenire con un sabotaggio in queste strutture, è facilissimo, difficile è sapere dove sono collocati i cavi. Ad un certo punto diventa indispensabile conoscere la distribuzione della tecnologia. Questo, pensiamo, sarà sicuramente il problema rivoluzionario più importante dei prossimi anni\". (Nuove svolte del capitalismo)\r\n\r\n[caption id=\"attachment_95929\" align=\"aligncenter\" width=\"1024\"] A Saluzzo, i droni dell'israeliana Tevel raccolgono la frutta per l'azienda Rivoira.[/caption]",[572],{"field":104,"matched_tokens":573,"snippet":569,"value":570},[34],{"best_field_score":446,"best_field_weight":17,"fields_matched":111,"num_tokens_dropped":52,"score":476,"tokens_matched":111,"typo_prefix_score":52},6637,{"collection_name":409,"first_q":34,"per_page":31,"q":34},["Reactive",578],{},["Set"],["ShallowReactive",581],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fjo0tbq-J02xfuxC_hPDD5jRidHvbR9IyIGNltZiDx3o":-1},true,"/search?query=cooperative"]