","Democrazia criminale. La strage di piazza Fontana",1481656673,[111,112,113,114,115,116,117],"http://radioblackout.org/tag/12-dicembre-1969/","http://radioblackout.org/tag/giuseppe-pinelli/","http://radioblackout.org/tag/lotte-lavoratori/","http://radioblackout.org/tag/lotte-studenti/","http://radioblackout.org/tag/piazza-fontana/","http://radioblackout.org/tag/strage-di-stato/","http://radioblackout.org/tag/strategia-della-tensione/",[119,120,121,122,123,124,125],"12 dicembre 1969","Giuseppe Pinelli","lotte lavoratori","lotte studenti","piazza fontana","strage di stato","strategia della tensione",{"post_content":127,"tags":131},{"matched_tokens":128,"snippet":129,"value":130},[66,67,68],"assassinato”. Queste parole, che il \u003Cmark>Corriere\u003C/mark> \u003Cmark>della\u003C/mark> \u003Cmark>Sera\u003C/mark> definì deliranti, divennero l’asse portante","Ieri era il 47° anniversario \u003Cmark>della\u003C/mark> strage di piazza Fontana. Una bomba esplose nel salone centrale \u003Cmark>della\u003C/mark> Banca Nazionale dell'Agricoltura il 12 dicembre 1969. Il 1969 fu l’anno in cui lo scontro di classe fu il più intenso e radicale nella storia \u003Cmark>della\u003C/mark> Repubblica.\r\nLa bomba uccise 17 persone e ne ferì un altro centinaio. Fu il primo atto \u003Cmark>della\u003C/mark> \"strategia \u003Cmark>della\u003C/mark> tensione\", che negli anni successivi insanguinò l’Italia. Si va dalla strage di piazza \u003Cmark>della\u003C/mark> Loggia a Brescia, alla quella del treno Italicus, sino al 2 agosto del 1980 quando una bomba devastò la sala d’attesa di seconda classe nella stazione ferroviaria di Bologna.\r\nDopo la strage di Milano si scatenò una durissima repressione contro gli anarchici, indicati sin dalle prime ore come responsabili: centinaia di compagni furono fermati e trattenuti in questura. Uno di loro, Giuseppe Pinelli, attivo nella lotta alla repressione, venne fermato la \u003Cmark>sera\u003C/mark> del 12 dicembre. Nella notte tra il 15 e il 16 dicembre, dopo 3 giorni di estenuanti interrogatori, Pinelli precipitò dal quarto piano \u003Cmark>della\u003C/mark> questura di Milano. La polizia liquidò la faccenda come suicidio, per coprire l'assassinio avvenuto tra le mura \u003Cmark>della\u003C/mark> Questura milanese, diretta da Marcello Guida, già a capo del Confino sull’isola di Ventotene, durante la dittatura fascista.\r\nQuando, anche attraverso le denunce di alcuni giornalisti non asserviti al potere, vennero a galla le numerose incongruenze \u003Cmark>della\u003C/mark> ricostruzione fatta dalla polizia politica milanese, un magistrato democratico e di sinistra come Gerardo D’Ambrosio mise la pietra tombale sulla vicenda inventando la formula atrocemente comica del “malore attivo”.\r\n\r\nSin dalle prime dopo la strage la campagna contro gli anarchici raggiunse toni parossistici. Pietro Valpreda, innocente, ma con un profilo che si prestava bene al ruolo che la questura cercò di fargli recitare nella tragedia di quei giorni, venne subito difeso dal movimento anarchico milanese, che seppe cogliere con estrema lucidità il senso degli eventi e, in una conferenza stampa dichiarò “la strage è di Stato, Valpreda è innocente, Pinelli è stato assassinato”. Queste parole, che il \u003Cmark>Corriere\u003C/mark> \u003Cmark>della\u003C/mark> \u003Cmark>Sera\u003C/mark> definì deliranti, divennero l’asse portante di una campagna che fu fatta propria da ampi settori dell’opposizione politica e sociale. Tre anni dopo Valpreda verrà scarcerato. Le infinite vicende giudiziarie sulla strage finirono in nulla. La verità su quella vicenda, che spezzò per sempre qualsiasi illusione sulla Repubblica nata dalla Resistenza, è patrimonio \u003Cmark>della\u003C/mark> memoria che i movimenti continuano tenacemente ad alimentare.\r\nIl golpe fu una possibilità concreta in quegli anni. I neofascisti furono lo strumento dei servizi segreti, gente cui poco importava il prezzo in vite umane, stampato sul cartellino.\r\nManodopera fascista fu messa a disposizione dei padroni e dei governanti dell’epoca, spaventati dalla primavera degli studenti, dall’autunno degli operai. Fu grazie alla forza di quei movimenti se non calò rapido l’inverno. Restano tuttavia, pesanti come macigni, i 17 morti \u003Cmark>della\u003C/mark> banca. Il 18°, il partigiano Pinelli, scaraventato dal quarto piano \u003Cmark>della\u003C/mark> Questura, dove era la stanza del commissario Calabresi, è un monito per chi crede nella bontà \u003Cmark>della\u003C/mark> democrazia.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Cosimo Scarinzi, all’epoca giovane anarchico milanese, che ci ha offerto la sua testimonianza e la sua analisi.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2016-12-13-cosimo-stragepiazzafontana\r\n\r\n ",[132,134,136,138,140,142,144],{"matched_tokens":133,"snippet":119},[],{"matched_tokens":135,"snippet":120},[],{"matched_tokens":137,"snippet":121},[],{"matched_tokens":139,"snippet":122},[],{"matched_tokens":141,"snippet":123},[],{"matched_tokens":143,"snippet":124},[],{"matched_tokens":145,"snippet":146},[67],"strategia \u003Cmark>della\u003C/mark> tensione",[148,150],{"field":88,"matched_tokens":149,"snippet":129,"value":130},[66,67,68],{"field":34,"indices":151,"matched_tokens":153,"snippets":155},[152],6,[154],[67],[146],1736172819517014000,{"best_field_score":158,"best_field_weight":38,"fields_matched":94,"num_tokens_dropped":46,"score":159,"tokens_matched":96,"typo_prefix_score":46},"3315704397824","1736172819517014130",{"document":161,"highlight":175,"highlights":180,"text_match":156,"text_match_info":183},{"cat_link":162,"category":163,"comment_count":46,"id":164,"is_sticky":46,"permalink":165,"post_author":49,"post_content":166,"post_date":167,"post_excerpt":52,"post_id":164,"post_modified":168,"post_thumbnail":169,"post_thumbnail_html":170,"post_title":171,"post_type":55,"sort_by_date":172,"tag_links":173,"tags":174},[43],[45],"46806","http://radioblackout.org/2018/04/condannata-rosalba-ma-la-lotta-contro-gli-abusi-di-polizia-non-si-ferma/","Venerdi 30 marzo si è tenuta l’udienza finale del processo contro il sito Vigilanza Democratica e la sua curatrice Rosalba, accusata di diffamazione da Vladimiro Rulli, ex poliziotto del VII Reparto Mobile di Bologna. La giudice Paola Maria Braggion del Tribunale di Milano ha condannato la compagna a pagare subito 5 mila euro e le spese processuali, a cui si aggiungono 5 mila euro da pagare allo Stato (questi ultimi sono però sospesi salvo nuova condanna di Rosalba per qualsiasi altro “reato\"). 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L'intenzione è di riaprire il sito Vigilanza Democratica e di continuare a denunciare gli abusi delle forze dell'ordine.\r\nAscolta la diretta di stamattina con Pablo:\r\nRadio Blackout","3 Aprile 2018","2018-04-08 09:55:36","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/04/no7mobile-bologna-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"211\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/04/no7mobile-bologna-300x211.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/04/no7mobile-bologna-300x211.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/04/no7mobile-bologna.jpg 480w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Condannata Rosalba, ma la lotta contro gli abusi di polizia non si ferma",1522764585,[],[],{"post_content":176},{"matched_tokens":177,"snippet":178,"value":179},[66,67,68],"emetterà entro 60 giorni) sul \u003Cmark>Corriere\u003C/mark> \u003Cmark>della\u003C/mark> \u003Cmark>Sera\u003C/mark>: vuole dare risonanza a questa","Venerdi 30 marzo si è tenuta l’udienza finale del processo contro il sito Vigilanza Democratica e la sua curatrice Rosalba, accusata di diffamazione da Vladimiro Rulli, ex poliziotto del VII Reparto Mobile di Bologna. 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Non è una novità: il sistema elettorale statunitense, rigorosamente maggioritario – the winner takes all – permette quest'esito apparentemente paradossale.\r\nIn realtà nessuno dei due candidati ha raccolto consensi entusiasti, al punto che Clinton ha preso sette milioni di voti in meno di Obama, Trump ne ha presi meno del rivale di Obama, Romney, sconfitto quattro anni fa.\r\n\r\nTrump, pur collocandosi nel solco di predecessori come Reagan e Bush junior, ha fatto una campagna elettorale di segno isolazionista in politica estera, protezionista in politica interna.\r\n\r\nI suoi primi passi confermano che l'uomo che ha sbaragliato Clinton e, prima di lei, l'intero apparato del proprio stesso partito, intende, al di là di qualche dichiarazione distensiva di prammatica, incarnare sino in fondo la destra profonda statunitense, suprematista bianca, nemica della libertà femminile, in guerra contro gli immigrati.\r\nTrump ha annunciato la volontà di nominare un giudice antiabortista per il posto vacante alla Corte Suprema, di aumentare la spesa militare e la pressione disciplinare sulla società statunitense.\r\nLa nomina di Steve Bannon a consigliere personale del nuovo presidente è il segno che Trump è deciso a mantenere le proprie promesse. D'altra parte Trump ha mantenuto la propria linea persino quando le dichiarazioni sessiste lo avevano fatto precipitare nei sondaggi.\r\nForse sapeva che chi ha le sue opinioni difficilmente le dice agli incaricati delle società di rilevamento. Forse.\r\nBannon, di cui è uscito oggi un profilo sul Corriere della Sera curato da Massimo Gaggi, è un fascista, che non ha nessuna intenzione di nascondersi.\r\nIl flirt con Putin è cominciato con una amichevole telefonata, tra due leader, che, al di là dei posizionamenti sullo scacchiere politico globale, hanno molto in comune. Sono entrambi autoritari, maschilisti, omofobi e razzisti.\r\n\r\nLa vittoria di Putin ha tuttavia innescato una lunga serie di proteste, con scontri di piazza ed arresti, che mostrano una volontà chiara dei movimenti di questi anni, i cui attivisti in buona parte appartengono alla maggioranza schiacciante che non ha votato, di voler mettere in piazza un'opposizione a Trump, che non è rimpianto per Clinton, ma si nutre della forza crescente di situazioni di lotta, spesso locali, ma molto radicate nei propri territori, dove ci sono state lotte non di rado vittoriose. Si va dalla resistenza dei Dakota ad una nuova pipeline, ai lavoratori che hanno strappato un salario minimo non irrisorio, agli antiproibizionisti che hanno ottenuto la liberalizzazione della marjuana per scopi terapeutici e, in alcuni stati, anche ricreativi, sino alle donne che certo non sono disponibili a rinunciare alle proprie libertà civili.\r\n\r\nTrump ha vinto le elezioni. Se sarà davvero il vincitore, dipende dalla sua capacità di reprimere o ammortizzare la montante marea sociale, suscitata proprio dalla sua elezione.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2016-11-15-dichiarazionitrump-robertino","15 Novembre 2016","2016-11-16 12:37:51","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/manifestazionetrump-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"205\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/manifestazionetrump-300x205.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/manifestazionetrump-300x205.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/manifestazionetrump.jpg 755w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Donald, is not the Trump?",1479227027,[199,200,201,202,203],"http://radioblackout.org/tag/bannon/","http://radioblackout.org/tag/elezioni/","http://radioblackout.org/tag/proteste-anti-trump/","http://radioblackout.org/tag/stati-uniti/","http://radioblackout.org/tag/trump/",[205,206,207,208,209],"bannon","elezioni","proteste anti trump","Stati Uniti","Trump",{"post_content":211},{"matched_tokens":212,"snippet":213,"value":214},[66,67,68],"uscito oggi un profilo sul \u003Cmark>Corriere\u003C/mark> \u003Cmark>della\u003C/mark> \u003Cmark>Sera\u003C/mark> curato da Massimo Gaggi, è","É trascorsa una settimana dall'elezione di Donald Trump. 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Da allora su quella strage tante cose sono state dette e scritte, alcune di queste feriscono ancora chi quella notte ha perso amici e parenti. Ne sono un esempio le dichiarazioni di qualche giorno fa del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Delrio che trova un po' sproporzionate le richieste di condanna dei pm nei confronti dei 33 indagati - uno su tutti Mauro Moretti allora AD di Trenitalia per il quale sono stati richiesti 16 anni di carcere - e delle 9 aziende coinvolte nel processo di primo grado che si chiuderà entro l'anno. Ancora più agghiaccianti le parole di Paolo Mieli editorialista per il Corriere della Sera che alla trasmissione \"Otto e mezzo\" su La7 di martedì scorso dichiarava di non capire come potesse essere Moretti responsabile per quel fatto; d'altronde non poteva mica il fu AD, che nel frattempo ha fatto carriera conquistandosi la poltrona da capo supremo di Finmeccanica, andar a controllare personalmente sul posto la messa in sicurezza di tutti i carri cisterna. Già, quello che poteva fare qualche anno prima dell'incidente però era di non dirottare i fondi destinati alla sicurezza dei trasporti verso le profittevoli lande dell'alta velocità, cosa di cui è sicuramente responsabile. E poteva forse Trenitalia non licenziare per conflitto di interessi con l’azienda nel 2011 Riccardo Antonini, ferroviere, colpevole di aver continuato, nonostante l’invito a cessare da parte di Rfi, a dare consulenze gratuite a una famiglia colpita dalla strage, durante l’incidente probatorio. E così la storia è andata diversamente o forse è andata come va sempre. Qualcuno che non c'entrava niente ci ha rimesso la vita e si è aperto un superprocesso per capire le responsabilità. Processo che ha già il sapore della farsa dato che in appello e in Cassazione mancheranno almeno due capi d’accusa, incendio colposo e lesioni colpose plurime gravi e gravissime, perché andranno in prescrizione già dal prossimo anno.\r\n\r\nDi questo e di molto altro abbiamo parlato con Marco Piagentini presidente dell'associazione dei familiari delle vittime \" Il mondo che vorrei\" che non si è mai perso un'udienza, così come gli altri parenti, e che ha continuato a monitorare e promuovere il dibattito intorno alla sicurezza su rotaia. Perché da quel lontano 2009 le cose non son cambiate di molto e quei convogli-bomba, così come il sistema a binario unico, tornato agli onori della cronaca dopo il terribile incidente di questo luglio, fanno ancora parte del triste panorama del trasporto ferroviario italiano.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\nviareggio","23 Settembre 2016","2016-09-27 14:21:15","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/09/viareggio-fiamme-sulle-case-1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/09/viareggio-fiamme-sulle-case-1-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/09/viareggio-fiamme-sulle-case-1-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/09/viareggio-fiamme-sulle-case-1.jpg 620w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Strage di Viareggio: tra richieste di condanna e rischio prescrizione",1474638311,[233,234,235,236,237],"http://radioblackout.org/tag/assemblea-29-giugno/","http://radioblackout.org/tag/moretti/","http://radioblackout.org/tag/strage/","http://radioblackout.org/tag/strage-di-viareggio/","http://radioblackout.org/tag/trenitalia/",[239,240,241,242,243],"Assemblea 29 giugno","moretti","strage","strage di viareggio","trenitalia",{"post_content":245},{"matched_tokens":246,"snippet":247,"value":248},[66,67,68],"Paolo Mieli editorialista per il \u003Cmark>Corriere\u003C/mark> \u003Cmark>della\u003C/mark> \u003Cmark>Sera\u003C/mark> che alla trasmissione \"Otto e","La notte del 29 giugno 2009 32 persone rimasero uccise, per lo più intrappolate nelle proprie case o bruciate in strada, a causa dell'esplosione di alcuni carri cisterna contenenti gas propano liquido che erano deragliati nei pressi \u003Cmark>della\u003C/mark> stazione di Viareggio. Da allora su quella strage tante cose sono state dette e scritte, alcune di queste feriscono ancora chi quella notte ha perso amici e parenti. Ne sono un esempio le dichiarazioni di qualche giorno fa del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Delrio che trova un po' sproporzionate le richieste di condanna dei pm nei confronti dei 33 indagati - uno su tutti Mauro Moretti allora AD di Trenitalia per il quale sono stati richiesti 16 anni di carcere - e delle 9 aziende coinvolte nel processo di primo grado che si chiuderà entro l'anno. 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E poteva forse Trenitalia non licenziare per conflitto di interessi con l’azienda nel 2011 Riccardo Antonini, ferroviere, colpevole di aver continuato, nonostante l’invito a cessare da parte di Rfi, a dare consulenze gratuite a una famiglia colpita dalla strage, durante l’incidente probatorio. E così la storia è andata diversamente o forse è andata come va sempre. Qualcuno che non c'entrava niente ci ha rimesso la vita e si è aperto un superprocesso per capire le responsabilità. Processo che ha già il sapore \u003Cmark>della\u003C/mark> farsa dato che in appello e in Cassazione mancheranno almeno due capi d’accusa, incendio colposo e lesioni colpose plurime gravi e gravissime, perché andranno in prescrizione già dal prossimo anno.\r\n\r\nDi questo e di molto altro abbiamo parlato con Marco Piagentini presidente dell'associazione dei familiari delle vittime \" Il mondo che vorrei\" che non si è mai perso un'udienza, così come gli altri parenti, e che ha continuato a monitorare e promuovere il dibattito intorno alla sicurezza su rotaia. Perché da quel lontano 2009 le cose non son cambiate di molto e quei convogli-bomba, così come il sistema a binario unico, tornato agli onori \u003Cmark>della\u003C/mark> cronaca dopo il terribile incidente di questo luglio, fanno ancora parte del triste panorama del trasporto ferroviario italiano.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\nviareggio",[250],{"field":88,"matched_tokens":251,"snippet":247,"value":248},[66,67,68],{"best_field_score":158,"best_field_weight":38,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":184,"tokens_matched":96,"typo_prefix_score":46},{"document":254,"highlight":278,"highlights":283,"text_match":156,"text_match_info":286},{"cat_link":255,"category":256,"comment_count":46,"id":257,"is_sticky":46,"permalink":258,"post_author":49,"post_content":259,"post_date":260,"post_excerpt":52,"post_id":257,"post_modified":261,"post_thumbnail":262,"post_thumbnail_html":263,"post_title":264,"post_type":55,"sort_by_date":265,"tag_links":266,"tags":272},[43],[45],"35790","http://radioblackout.org/2016/05/voltare-pagina-non-credo/","Voltare pagina. Questo ci si auspicava. Invece con rapida e progressiva codardia si è andati verso l'annullamento del convegno sulla vicenda Moro previsto per oggi, 12 maggio, a Palazzo san Macuto. Le spiegazioni ufficiose ma autorevoli di Giovanni Bianconi sul Corriere della Sera non hanno convinto gli organizzatori. Nel senso che il giornalista ha finito col riportare tutto nel comodo solco dell'annoso problema della sensibilità delle vittime (ma diremmo meglio delle associazioni rappresentanti) che in via generale non sopportano che a parlare siano anche coloro che all'epoca dei fatti scelsero di stare dalla parte degli sparatori senza divisa. Di fatti il primo pezzo dell'evento a saltare è proprio la tavola rotonda in cui, tra gli altri, le vittime o i loro rappresentanti avrebbero dovuto prendere parola. In realtà come è stato ben rilevato da Paolo Persichetti, che non a caso avrebbe dovuto intervenire in maniera non innocua su \"Il PCI durante il caso Moro. Origini e movente del discorso dietrologico\", il problema è politico e storico. Il PD semplicemente non tollera di essere accostato alle proprie responsabilità. Il PCI, ieri, e il PD, oggi, si sono tranquillamente rifugiati nelle ricostruzioni storiche discutibili (con dire eufemistico) di un Flamigni e apprezzano evidentemente i quintali di dietrologia che vengono scaricati ancora oggi su questa vicenda perché dopo quarant'anni non sono ancora in grado di fare i conti con la realtà di migliaia di giovani armati o meno che vollero rompere con una generazione di parolai ma molto meno con le generazioni che li precedettero che rimasero come una sorta di inconfessabile matrice comune.\r\n\r\nProprio con Paolo Persichetti abbiamo deciso di tentare un'interpretazione dei fatti che hanno portato alla cancellazione del convegno.\r\n\r\nUnknown\r\n\r\n ","12 Maggio 2016","2016-05-14 02:44:39","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/05/persichetti-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"270\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/05/persichetti.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","Voltare pagina? 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Fermare la guerra è possibile. A partire dalle nostre città dove ci sono le fabbriche delle armi usate nelle guerre che insanguinano il pianeta.\r\nFermare la guerra è possibile. 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Le manovre ai confini, le armi sempre più potenti messe in campo potrebbero portare ad accelerazioni sempre più violente.\r\nSullo sfondo la crisi alimentare che rischia di innescare nuovi violentissimi conflitti, soprattutto in Africa, dove le truppe tricolori sono sempre più impegnate.\r\nNe abbiamo parlato con Stefano Capello\r\n\r\nIl 2 giugno un lungo serpentone si è dipanato tra la Pineta e i campi coltivati a Coltano, piccolo borgo alle porte di Pisa, dove il governo ha deciso di costruire una nuova caserma per i carabinieri, che accoglierà i parà del Tuscania, il Gis e le unità cinofile, il tutto in una cornice green, e ampi finanziamenti pubblici.\r\nIl rifiuto della popolazione di trasformare il proprio paesino in un hub militare, l’ennesimo nell’area tra Pisa e Livorno, ha innescato un percorso che ha portato alla ampia convergenza che ha dato vita al corteo del 2 giugno. Al punto che le istituzioni, specie quelle locali, dal sindaco di Pisa al presidente della Regioni entrambi decisi ad aggiudicarsi la nuova caserma ma vogliosi al contempo di provare a disinnescare la protesta. L’8 giugno si è riunito a Pisa un tavolo di concertazione che ha discusso su possibilità in toto o in parte alternative e Coltano. Fuori c’era un folto gruppo di contestatori che ribadivano il no alla base ovunque fosse costruita.\r\nCe ne ha parlato Dario del coordinamento livornese contro le missioni militari all’estero\r\n\r\nI carabinieri in Ucraina\r\nDa giorni il personale della 2^ Brigata Mobile dell'Arma dei carabinieri che comprende i reparti speciali del Reggimento paracadutisti Tuscania e del GIS - Gruppo di intervento speciale è stato distaccato in Ucraina \" a difesa\" dell'ambasciata italiana a Kiev. \r\n\r\nA confermare la notizia, debitamente tenuta segreta sino ad oggi dal governo Draghi, il generale Nicola Conforti, vice capo del II° Reparto del Comando generale dei Carabinieri. \r\n\r\n\"In Ucraina i carabinieri garantiscono la sicurezza dell’ambasciata a Kiev e parteciperanno con gli specialisti del RIS alla task force europea presso la Corte penale internazionale dell’Aja, che indaga sui crimini di guerra\", ha spiegato il generale Conforti al Corriere della Sera. \r\n\r\nSempre secondo l'ufficiale il 6 maggio 2022 è stata firmata pure un’intesa tecnica di cooperazione in campo addestrativo con la Guardia Nazionale Messicana, forza di polizia a status militare istituita nel 2019. 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L’attacco, già dato per certo giovedì scorso, potrebbe avvenire tra poche ore o essere ancora rimandato.\r\n\r\nAnarres ne ha parlato con Stefano, un compagno che segue con attenzione le questioni geopolitiche.\r\nAscolta il suo intervento:\r\n2013 08 30 stefano siria\r\n\r\nL’unico dato certo è la difficoltà dell’amministrazione statunitense a mettere insieme una coalizione che lo appoggi nella scelta di bombardare. Solo la Francia di Hollande pare entusiasta della prospettiva di partecipare all’ennesima avventura bellica. Nemmeno gli scarsi risultati dell’attacco alla Libia hanno convinto i francesi che l’epoca della grandeur coloniale è definitivamente tramontata per loro. L’ambizione a (ri)mettere mano sugli antichi domini in medio oriente è forte al punto che Hollande ha dichiarato che l’attacco potrebbe avvenire persino prima del pronunciamento del parlamento subalpino.\r\nSi è invece sfilata la Gran Bretagna dopo la bocciatura in parlamento. Evidentemente le relazioni con la Russia, madrina del regime di Assad, devono aver avuto il loro peso nell’allargare la distanza tra le due sponde dell’Atlantico.\r\nL’Italia, nonostante il ministro Bonino sia tradizionalmente sbilanciata verso gli Stati Uniti, mantiene un profilo bassissimo, reclamando un improbabile quadro di legalità nel quale inserire la missione come precondizione persino per la concessione delle basi. Ovviamente, vista la presenza di importanti basi militari statunitensi e Nato nel nostro paese, quella di Bonino è una foglia di fico, che tuttavia segnala una scarsa propensione ad un impegno diretto contro la Siria. È bene ricordare che militari italiani sono schierati con la forza di “pace” in Libano: un eventuale coinvolgimento in Siria del governo italiano difficilmente resterebbe senza risposta da parte degli hezbollah shiti libanesi, che in Siria combattono a fianco degli alauiti di Basher Assad. 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La super commissione nominata la scorsa settimana dal papa si è limitata a prendere atto della decisione dei due uomini ai vertici operativi della banca. Cipriani è da tempo nel mirino della procura di Roma insieme all'ex presidente Ettore Gotti Tedeschi per la vicenda dei 23 milioni di euro sequestrati per sospetta violazione delle norme anti-riciclaggio.\r\nLe dimissioni erano nell’aria sin dall’arresto del vescovo di Salerno, Nunzio Scarano dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (Apsa).\r\nScarano e i suoi due complici, il broker finanziario Giovanni Carenzio e l’ex sottufficiale dei carabinieri Giovanni Maria Zito, che, all’epoca dei fatti nel luglio 2012, era distaccato agli 007 dell’Aisi, sono finiti in carcere il 28 giugno. Il vescovo è accusato corruzione e di calunnia per il tentativo, naufragato, di far rientrare in Italia 20 milioni di euro, sospettati di essere frutto di un’evasione fiscale degli armatori d’Amico.\r\nNemmeno due giorni prima papa Bergoglio aveva commissariato lo IOR, l’Istituto per le Opere di Religione, la banca di Dio, con sede nel Torrione di San Nicolò.\r\nBergoglio con una mossa la cui tempestività lascia pochi dubbi, ha istituito la Pontificia commissione referente sull'Istituto per le Opere Religiose. A capo del nuovo organismo il cardinale salesiano Renato Farina. La dicitura ufficiale con la quale viene designata la commissione è realizzare «una migliore armonizzazione del medesimo con la missione della Chiesa universale e della Sede Apostolica, nel contesto più generale delle riforme che sia opportuno realizzare da parte delle Istituzioni che danno ausilio alla Sede Apostolica».\r\nLo IOR ha già un organismo di controllo e la mossa di Bergoglio, due giorni prima dell’arresto del vescovo di Salerno, la cui iscrizione nel registro degli indagati risale però all’inizio di giugno, va decodificata al di là della spessa cappa di fumo sparsa nella narrazione della maggior parte dei media.\r\nAnarres ne ha parlato con il proprio vaticanista di riferimento, Paolo Iervese.\r\nAscolta la diretta\r\n2013 06 28 iervese ior\r\n\r\nVale la pena fare un passo indietro per meglio capire la durissima battaglia di potere che si sta giocando da oltre un anno tra le mura vaticane. La violenza dello scontro è tale da bucare la coltre di riservatezza con cui la chiesa cattolica copre i propri affari.\r\nTutto comincia con le dimissioni di Ettore Gotti Tedeschi, il banchiere che papa Ratzinger mise a capo dello IOR, per dare una ripulita all’immagine dell’Istituto, nell’auspicio che potesse entrare nel novero delle banche per bene. In quel periodo la banca di Dio era già nel mirino della magistratura.\r\nLe dimissioni di Gotti Tedeschi vennero imposte dal potentissimo segretario di Stato Vaticano Tarcisio Bertone, che con questa mossa si mise in contrapposizione con lo stesso Ratzinger, che pure l’aveva voluto in un ruolo cruciale, come quello di ministro degli esteri vaticano.\r\nPer lunghi mesi l’incarico rimase vacante. A fine anno Benedetto XIV annunciò le proprie clamorose dimissioni. Ufficialmente il papa teologo, il papa curiale per eccellenza, il papa che aveva costruito passo dopo passo la propria carriera, si dimette perché anziano e stanco. Una dichiarazione che rasenta l’eresia, perché dal trono di Pietro si scende solo per salire in paradiso, perché la sofferenza, la malattia, la vecchiaia sono parte del ruolo. Il suo predecessore l’aveva recitato oltre la propria stessa coscienza, come martirio voluto, via crucis, dove ogni stazione è su un percorso obbligato.\r\nRatzinger no. Segno, che persino i vaticanisti più allineati hanno colto, che temeva di non farcela a vincere la battaglia, rischiando di vedere il proprio pontificato travolto dagli scandali. Tra pedofilia e truffe l’immagine della chiesa cattolica ne usciva decisamente appannata.\r\nRatzinger si ritira per consentire l’elezione di qualcuno in grado di battere Bertone, senza tuttavia scalfire gli equilibri da lui costruiti con paziente ferocia.\r\nBertone non molla la presa e contrattacca. A pochi giorni dall’elezione del nuovo papa, contro ogni consuetudine che prevede che ogni carica si azzeri dopo la fine di un papato, promuove l’elezione del nuovo presidente dello IOR, Ernst von Freyberg.\r\nOccorreva che tutto cambiasse, perché ogni cosa restasse al proprio posto.\r\nBergoglio era l’uomo giusto, il gesuita che si fa Francesco per meglio azzannare l’agnello. Messe a tacere senza troppi problemi le voci che raccontavano delle sue collusioni con la dittatura di Jorge Videla, tra autobus, mense, appartamenti fuori dalle stanze vaticane, qualche oculato accenno ai poveri, Bergoglio, l’uomo venuto dalla fine del mondo per dare una ripulita alla curia, incarna in modo perfetto il ruolo.\r\nIn tre mesi di pontificato Bergoglio non ha mai ricevuto Ernst von Freyberg, che si lega a filo doppio con Cipriani, il direttore dimessosi oggi.\r\nJeff Lena, l'avvocato californiano diventato in questi anni l'uomo-chiave e l'eminenza grigia dell'Istituto, ha rotto da circa due mesi con Freyberg. Secondo il Corriere della Sera “negli ultimi tempi Lena, che nella lotta per silurare Ettore Gotti Tedeschi si era mosso in tandem con il board dello Ior e con lo stesso Cipriani, quasi rimpianga gli scontri col banchiere piacentino sloggiato in malo modo dal vertice poco più di un anno fa.\r\nAllora si disse che le accuse di Gotti Tedeschi contro il tentativo della Segreteria di Stato e della struttura dell'Istituto di annacquare le norme sul riciclaggio erano infondate; e che il banchiere col pallino della demografia era stato mandato via perché non conosceva lo Ior e non lo difendeva”\r\nIn realtà persino il timido tentativo di ripulitura dell’immagine di Gotti Tedeschi non aveva retto di fronte ai grandi interessi gestiti dallo IOR.\r\nOggi Bergoglio ha l’occasione di portare a termine l’operazione gattopardesca voluta dal papa emerito.\r\nBergoglio potrà approfittare dello scandalo presente e di quelli che da qui a poco potrebbero seguire la conclusione di alcune inchieste che la magistratura italiana da qualche anno porta avanti contro lo IOR, per rinnovare la curia romana, facendo passare anni di malaffare, corruzione, riciclaggio, come l’errore di qualche pecorella smarrita.\r\nIn realtà la “pulizia” della curia che Bergoglio da tempo annuncia, con attacchi plateali quanto di facciata contro lo IOR, servirà a mascherare ulteriormente i fatti: il Vaticano si regge strutturalmente sul potere della finanza quanto su quello della propaganda e come tutti gli stati utilizza i mezzi più spregiudicati per propagare il proprio potere.","2 Luglio 2013","2018-10-17 22:59:45","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/06/viaisoldi-200x110.jpg","Due papi e una banca",1372734375,[400,401,402,403],"http://radioblackout.org/tag/arresto/","http://radioblackout.org/tag/banca-vaticana/","http://radioblackout.org/tag/chiesa-cattolica/","http://radioblackout.org/tag/ior/",[308,310,312,302],{"post_content":406},{"matched_tokens":407,"snippet":408,"value":409},[66,67,68],"mesi con Freyberg. 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