","Dalla Libia alla Costa d'Avorio. Venti di guerra","post",1458061741,[60,61,62],"http://radioblackout.org/tag/costa-davorio/","http://radioblackout.org/tag/guerra/","http://radioblackout.org/tag/libia/",[27,64,65],"guerra","libia",{"post_content":67,"post_title":73,"tags":77},{"matched_tokens":68,"snippet":71,"value":72},[69,70],"Costa","D'Avorio","discusso del recente attentato in \u003Cmark>Costa\u003C/mark> \u003Cmark>D'Avorio\u003C/mark>, nel cuore della Franceafrique, attribuito","La costituzione di un governo di unità nazionale in Libia potrebbe preludere all'intervento contro l'Isis, che Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna ed una recalcitrante Italia, auspicano venga richiesto dalle autorità libiche. Una foglia di fico per legittimare una nuova guerra per la Libia, dopo quella del 2011.\r\n\r\nOggi a Roma si sono riuniti rappresentanti militari di oltre 30 paesi per pianificare la missione in Libia, costruendo una forza congiunta.\r\nIl ministro della Difesa Gentiloni nega che l'intervento in Libia sia imminente, perché ancora non c'è stata una richiesta di assistenza da parte del governo libico.\r\nGentiloni si mostra prudente, perché probabilmente le condizioni dell'intervento italiano sono ancora in discussione con gli alleati-concorrenti in questa nuova avventura bellica.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Karim Metref, insegnante e blogger di origine kabila, con il quale abbiamo anche discusso del recente attentato in \u003Cmark>Costa\u003C/mark> \u003Cmark>D'Avorio\u003C/mark>, nel cuore della Franceafrique, attribuito ad Al Quaeda nel Maghreb.\r\n\r\nAscolta la diretta con Karim:\r\n\r\n2016-03-15-libia-costad'avorio-karim",{"matched_tokens":74,"snippet":76,"value":76},[69,75],"d'Avorio","Dalla Libia alla \u003Cmark>Costa\u003C/mark> \u003Cmark>d'Avorio\u003C/mark>. 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Queste multinazionali si sono sempre servite del lavoro dei bambini, come denunciato dal documentario The dark side of chocolate (2010) del regista danese Miki Mistrati. Negli ultimi anni grazie alla pressione dell’opinione pubblica queste industrie hanno dichiarato di voler migliorare la condizione del lavoro nelle piantagioni, ma ben poco è stato fatto finora, come descritto in un altro documentario, Shady Chocolate (2012), sempre di Miki Mistrati, prosecuzione del primo lavoro. Secondo l’ONG Oxfam, attualmente la paga delle donne impegnate nelle piantagioni in Costa d’Avorio è inferiore ai due dollari al giorno.\r\n\r\nIn Costa d’Avorio c’è un governo illegittimo salito al potere nel 2011 con l’appoggio di un sanguinoso intervento militare della Francia (operazione Liocorne), condotto soprattutto contro l’etnia Wè. L’attuale governo obbedisce agli interessi delle multinazionali straniere, le quali in cambio gli concedono le briciole dei loro profitti.\r\n\r\nSta a noi denunciare questo sfruttamento, informarci e consumare il cioccolato in maniera equa e sostenibile per aiutare la causa dei nostri fratelli e sorelle africani, donne e bambini al lavoro nelle piantagioni in Costa d’Avorio.\r\nBASTA CON LO SFRUTTAMENTO NEO-COLONIALE!\r\nI PROVENTI DEL CACAO AFRICANO\r\nDEVONO ANDARE AI LAVORATORI AFRICANI!\r\nCentro Documentazione via Saluzzo 13 Torino – aperto ogni venerdi dalle 18 alle 20\r\n\r\nafricawithoutborders.wordpress.com\r\n\r\nTwitter: @free2africa\r\n\r\nAscolta l'approfondimento andato in onda su Radio Blackout, corredato da un brano live dell'artista ivoriano ribelle Alpha Blondy:\r\n\r\nCioccolatoamaro\r\n\r\n ","2 Dicembre 2013","2016-11-28 20:38:41","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/12/cacao-11-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"212\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/12/cacao-11-212x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/12/cacao-11-212x300.jpg 212w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/12/cacao-11.jpg 220w\" sizes=\"auto, (max-width: 212px) 100vw, 212px\" />","Cioccolato amaro per donne e bambini in Costa d'Avorio",1385981504,[],[],{"post_content":125,"post_title":129},{"matched_tokens":126,"snippet":127,"value":128},[69,75],"1 dicembre allo stand della \u003Cmark>Costa\u003C/mark> \u003Cmark>d'Avorio\u003C/mark> alla fiera Cioccolatò in piazza","E' il titolo di un volantino distribuito domenica 1 dicembre allo stand della \u003Cmark>Costa\u003C/mark> \u003Cmark>d'Avorio\u003C/mark> alla fiera Cioccolatò in piazza S.Carlo a Torino.\r\n\r\nDi seguito il testo:\r\n\r\nSecondo varie fonti la \u003Cmark>Costa\u003C/mark> \u003Cmark>d’Avorio\u003C/mark> esporta almeno il 35% del cacao mondiale, e nel paese sono presenti le maggiori multinazionali straniere (Nestlè, Mars, Mondelez, Danone etc.). 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Nel distretto di LAC 1, un conglomerato di residenze turistiche e palazzi moderni schiacciato tra il lato est dell’aeroporto Tunis Carthage e il mare, c'è un inferno a cielo aperto. Qui ci sono due uffici, uno dell’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni (OIM), il cui servizio sono i cosiddetti “rimpatri volontari”, l’altro dell’organizzazione delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR). Tutt'attorno, un accampamento di centinaia di persone divise in due parti: da un lato, quelle provenienti da paesi subsahariani; dall’altro, principalmente persone sudanesi. Le persone sono divise su base etnica e linguistica: le persone francofone (probabilmente subsahariane) vengono deportate verso l’Algeria, le altre - dallo scoppio della guerra in Sudan, in gran parte sudanesi - insieme a molte altre somale, eritree ed etiopi, vengono deportate invece verso la Libia. Dalle parole delle persone a Lac 1, questo è un posto in un cui si muore, com'è successo ad una ragazza a dicembre, di polmonite, perché le ambulanze non arrivano mai, nemmeno per emergenze che riguardano i bambini. Per molti altri, le violenze ricevute dalla guardia nazionale tunisina a seguito di intercettazioni in mare, sono causa di ferite che secondo le norme attuali emanate dal governo, non possono essere curate poiché nessuno, ad eccezione della Croce Rossa tunisina, può fornire assistenza medica. Molti di loro guardano con sgomento ai memorandum d’intesa che l’UE e l’Italia, dietro falsi obiettivi, continuano a ratificare con il governo di Kais Saied, perché ne discende lo stanziamento di denaro arriva direttamente nelle mani del sistema di polizia tunisino. Polizia che agisce senza alcun limite, dopo che nel 2021 il presidente ha proclamato lo stato di emergenza che lo ha portato ad attribuirsi pieni poteri politici. La solidarietà tra chi vive qui è assoluta, non avendo niente non possono fare altro che condividere tutto. Ad iniziare dalle informazioni, condivise su gruppi whatsapp o simili, ed è proprio grazie a questo tipo di gruppi che vengono raccolte molte notizie di quello che succede qui e lungo tutti i luoghi di stanziamento e trasferimento forzato.\r\n\r\nAbbiamo intervistato ai microfoni dell'informazione di radio blackout un compagno che si trova ora in Tunisia e che scrive dei reportage su questo argomento per http://Melting Pot\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/Tunisia-LAC1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","23 Aprile 2024","2024-04-23 18:34:47","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/4128056798_6e264cbb55_h-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"199\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/4128056798_6e264cbb55_h-300x199.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/4128056798_6e264cbb55_h-300x199.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/4128056798_6e264cbb55_h-1024x679.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/4128056798_6e264cbb55_h-768x509.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/4128056798_6e264cbb55_h-1536x1018.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/4128056798_6e264cbb55_h.jpg 1545w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","L'inferno dei migranti bloccati in Tunisia",1713897287,[156,157,158],"http://radioblackout.org/tag/frontiere/","http://radioblackout.org/tag/noborder/","http://radioblackout.org/tag/tunisia/",[160,161,162],"frontiere","noborder","tunisia",{"post_content":164},{"matched_tokens":165,"snippet":167,"value":168},[69,166],"d’Avorio","Africa Occidentale (Camerun, Guinea Conakry, \u003Cmark>Costa\u003C/mark> \u003Cmark>d’Avorio\u003C/mark>, Sierra Leone, Gambia, Mali, Burkina","La Tunisia è diventata nel corso degli anni uno dei principali punti di passaggio dei flussi migratori che si originano in Africa Occidentale (Camerun, Guinea Conakry, \u003Cmark>Costa\u003C/mark> \u003Cmark>d’Avorio\u003C/mark>, Sierra Leone, Gambia, Mali, Burkina Faso, Togo ed altri) ed è proprio nelle vicinanze della sua capitale Tunisi che da quasi un anno i migranti che provano a partire da Tunisi vivono una condizione di ulteriore privazione di libertà, non potendo lasciare il paese se non rischiando la vita. 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Si chiamava Daouda Diane: quella mattina è partito di casa per andare al cementificio dove lavorava, Sgv ad Acate, in provincia di Ragusa.\r\nNon è stato più visto né ad Acate né in Costa D’Avorio, dove avrebbe dovuto ritornare per visitare la famiglia che non vedeva da anni.\r\nDa qualche giorno l’attenzione sul suo caso si è riaccesa, perché è comparso un video su Facebook, postato dall’operaio poco prima della sua scomparsa, in cui venivano denunciate le dure condizioni di lavoro nel cementificio.\r\nDauda Diane ad Acate era punto di riferimento per la comunità di braccianti africani che ci vive e la sua scomparsa ha suscitato molto clamore. La procura indaga per omicidio e occultamento di cadavere.\r\nNon è certo la prima volta che un lavoratore scomodo e immigrato scompare.\r\nL’ennesimo desaparecido nella guerra del lavoro.\r\nGli amici di Daouda Diane hanno scritto sui loro siti: “Noi siamo neri anche quando moriamo nessuno ci vede”\r\nNe abbiamo parlato con Pippo Gurrieri\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/2022-12-20-dauda-gurrieri.mp3\"][/audio]","20 Dicembre 2022","2022-12-20 16:26:04","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/220718-Verita-per-Daouda-Diane-1280x720-1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/220718-Verita-per-Daouda-Diane-1280x720-1-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/220718-Verita-per-Daouda-Diane-1280x720-1-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/220718-Verita-per-Daouda-Diane-1280x720-1-1024x576.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/220718-Verita-per-Daouda-Diane-1280x720-1-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/220718-Verita-per-Daouda-Diane-1280x720-1.jpg 1280w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Punta il dito contro il padrone e poi scompare",1671553300,[189,190,191],"http://radioblackout.org/tag/acate/","http://radioblackout.org/tag/dauda-diane/","http://radioblackout.org/tag/lavoratore-desaparecido/",[15,25,29],{"post_content":194},{"matched_tokens":195,"snippet":197,"value":198},[69,196],"D’Avorio","né ad Acate né in \u003Cmark>Costa\u003C/mark> \u003Cmark>D’Avorio\u003C/mark>, dove avrebbe dovuto ritornare per","Non si sa più nulla di lui dallo scorso 2 luglio. 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Con il decreto di finanziamento delle missioni internazionali, nel luglio 2020 il parlamento ha dato il via al pattugliamento del Golfo in funzione “anti-pirateria”, a salvaguardia dei crescenti investimenti finanziari nell’area da parte dell’holding energetica a capitale statale e di alcuni gruppi privati.\r\nE già si profila una nuova missione navale nello stretto di Ormuz in contro l’Iran (e la Cina).\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo, antimilitarista, insegnante, blogger\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/2021-06-22-mil-guinea-ormuz-mazzeo.mp3\"][/audio]","22 Giugno 2021","2021-06-22 15:10:36","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/Marina-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"154\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/Marina-300x154.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/Marina-300x154.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/Marina-768x394.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/Marina.jpg 975w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Marina militare nel Golfo di Guinea e... in quello di Ormuz",1624374636,[217,218,219,220,221],"http://radioblackout.org/tag/2-maro/","http://radioblackout.org/tag/golfo-di-guinea/","http://radioblackout.org/tag/golfo-di-ormuz/","http://radioblackout.org/tag/marina-militare-italiana/","http://radioblackout.org/tag/missione-antipirateria/",[223,224,225,226,227],"2 marò","Golfo di Guinea","golfo di ormuz","marina militare italiana","missione antipirateria",{"post_content":229},{"matched_tokens":230,"snippet":231,"value":232},[69,166],"occidentale, nelle acque prospicienti la \u003Cmark>Costa\u003C/mark> \u003Cmark>d’Avorio\u003C/mark>, il Ghana, la Nigeria e","Unità navali ed elicotteri della Marina militare italiana a “difesa” dei pozzi petroliferi dell’ENI e dei mercantili delle grandi compagnie armatoriali. 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I fatti dimostrano il contrario. Sia la cooperazione militare sia le operazioni di addestramento della polizia egiziana da parte di quella italiana vanno a gonfie vele. L’Italia è arrivata a caldeggiare la candidatura dell’Egitto come accademia di polizia per gli altri stati africani.\r\n\r\nNel settembre 2018, infatti, i militari italiani sono stati impegnati in una lunga e complessa esercitazione aeronavale e terrestre nell’Egitto nord-occidentale, accanto ai reparti d’élite delle forze armate egiziane e USA e di quelle di altri due imbarazzanti partner mediorientali, l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti, contestualmente impegnati a bombardare la popolazione civile in Yemen anche con velivoli e bombe made in Italy. Peccato però che della partecipazione italiana alla maxi-esercitazione multinazionale in Egitto non c’è traccia nei report dello Stato Maggiore della difesa, di norma prodigo a fornire particolari sugli uomini e i sistemi d’arma impiegati nei giochi di guerra d’oltremare.\r\nBright Star, cioè stella luminosa, è il nome in codice dell’esercitazione tenutasi dal 10 al 20 settembre 2018 ad ovest di Alessandria d’Egitto, con quartier generale e comando operativo nella base militare “Mohamed Naguib” del governatorato di Marsa Matruh, al confine con la Libia. Secondo il portavoce delle forze armate egiziane, Tamer El-Refaei, a Bright Star 2018 hanno partecipato unità di Egitto, Stati Uniti d’America, Grecia, Giordania, Italia, Francia, Arabia Saudita, Regno Unito ed Emirati Arabi, più “osservatori” provenienti da 13 nazioni: Libano, Rwanda, Iraq, Pakistan, India, Kenya, Tanzania, Uganda, Repubblica Democratica del Congo, Ciad, Sud Africa, Senegal e Canada.\r\nI precedenti war games all’ombra delle piramidi erano stati accompagnati da comunicati stampa delle forze armate tricolori. Nel 2018, dopo il caso Regeni, il governo italiano, ha deciso di lanciare il sasso, nascondendo la mano: si è guardato bene dal sospendere la partecipazione italiana a Bright Star, ma vi ha fatto calare un imbarazzato silenzio stampa.\r\nTre mesi più tardi di Bright Star, le forze aeronavali di Egitto, Regno Unito ed Italia si sono ritrovate fianco a fianco in un’esercitazione nelle acque nazionali egiziane nel Mediterraneo.\r\nOsservatori militari italiani hanno presenziato all’esercitazione aero-navale “Medusa 10” che si è tenuta nelle acque del Mediterraneo nel dicembre 2020, presenti le unità di Egitto, Grecia, Francia e Cipro. Ad assistere ai war games anche gli osservatori di Germania, USA, Giordania, Sudan, Arabia Saudita ed Emirati Arabi.\r\n\r\nIl primo dicembre 2019 il Ministero dell’Interno dell’Egitto annunciava la firma a Roma di un protocollo che prorogava sino alla fine del 2021 le attività di formazione e addestramento congiunte tra la polizia egiziana e quella italiana.\r\nSull’indigesta partnership con le forze dell’ordine egiziane, responsabili di torture omicidi, il Viminale ha preferito sino ad oggi mantenere il silenzio. Nonostante dalla scomparsa del giovane ricercatore, a capo del Viminale si siano alternate quattro persone (Alfano, Minniti, Salvini e Lamorgese), il modus operandi è stato lo stesso: finanziare, addestrare e armare nell’ombra i partner egiziani.\r\n\r\nIl 13 settembre 2017 il salto qualitativo nella collaborazione inter-ministeriale: a Roma veniva siglato un protocollo tecnico tra il Capo dell’Accademia di Polizia Ahmed Adel Elamry e il prefetto Bontempi per promuovere un Centro internazionale di formazione specialistica nel settore del controllo delle frontiere e della gestione dei flussi migratori. Il Centro sarà poi istituito al Cairo proprio nell’Accademia che da tempi remoti forma le sanguinarie forze dell’ordine egiziane. “Si tratta di un’istituzione tristemente nota per detenzioni arbitrarie, torture e uccisioni extragiudiziali.\r\nIl programma di formazione al Cairo è stato interamente finanziato dal Ministero dell’Interno italiano (grazie al Fondo Interno per la Sicurezza con contributo Ue di 1.073.521 euro) ed è stato co-gestito da funzionari italiani ed egiziani. Denominato Progetto ITEPA (International Training at Egyptian Police Academy) ha preso il via il 19 marzo 2018 con tre corsi annuali per 360 operatori di polizia di 22 Paesi africani: oltre all’Egitto, Algeria, Burkina Faso, Ciad, Costa d’Avorio, Eritrea, Etiopia, Gambia, Gibuti, Ghana, Guinea, Kenya, Libia, Mali, Marocco, Niger, Nigeria, Senegal, Somalia, Sudan, Sudan del Sud, Tunisia. Quasi una riedizione, in salsa africana, della Escuela de las Americas che il Pentagono e la CIA istituirono a Panama negli anni ’80 del secolo scorso per addestrare i militari delle dittature latinoamericane.\r\nIl Viminale ha seguito ogni tappa di ITEPA. All’inaugurazione era presente l’allora Capo della Polizia Franco Gabrielli, già direttore dei servizi segreti SISDE e AISE e odierno sottosegretario alla Presidenza del consiglio, con delega alla sicurezza della Repubblica. Roma si è fatta carico perfino delle spese per acquisire i gadget dell’evento, un’esoterica piramide in cristallo ottico con incisione laser, importo 2.500 euro più IVA, contribuendo altresì con più di 40.000 euro per pagare l’alloggio e la ristorazione a 82 partecipanti presso il lussuoso Four Seasons Hotel Cairo at Nile Plaza. Inviato d’onore al workshop di formazione del luglio 2018, l’allora direttore del Servizio immigrazione della Polizia di Stato, Vittorio Pisani, ex capo della squadra mobile di Napoli, dal 22 gennaio scorso vicedirettore dei servizi segreti Aisi (nomina del premier Conte).\r\nIl progetto Itepa si è concluso a Roma il 27 novembre 2019 con una conferenza presso la scuola Superiore di Polizia, alla presenza ancora una volta del prefetto Franco Gabrielli, del direttore centrale dell’Immigrazione Massimo Bontempi e del generale Ahemed Ibrahim. “Considerato il successo riscosso dal progetto, Italia ed Egitto, firmeranno un memorandum d’intesa per estendere la validità del protocollo del 13 settembre 2017, avviando così un’ulteriore edizione che si chiamerà Itepa 2, anch’essa finanziata dall’Unione europea e di durata biennale”, riportava una nota emessa dalla Polizia di Stato. Secondo quanto riferito qualche settimana fa da Ylva Johansson, commissaria Ue per gli Affari Interni, le autorità italiane intenderebbero finanziare il nuovo progetto tramite l’Internal Security Fund Borders and Visa, previsto dal nuovo piano finanziario 2021-2027. L’approvazione definitiva avverrà non prima del settembre di quest’anno.\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo, insegnante, antimilitarista, blogger\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/2021-03-30-mazzeo-egitto.mp3\"][/audio]","30 Marzo 2021","2021-03-30 17:37:13","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/Esercitazione-militare-Egitto-1024x730-1-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"214\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/Esercitazione-militare-Egitto-1024x730-1-300x214.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/Esercitazione-militare-Egitto-1024x730-1-300x214.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/Esercitazione-militare-Egitto-1024x730-1-768x548.png 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/Esercitazione-militare-Egitto-1024x730-1.png 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Italia-Egitto. 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Missioni militari e spesa di guerra tra gasdotti, colonialismo e lager per migranti\r\nore 18\r\nalla Tettoia dei Contadini a Porta Palazzo\r\nInterventi dei compagn* dell’Assemblea Antimilitarista che presenteranno le iniziative contro l’aerospace and defence meetings e le missioni militari all'estero e di Daniele Ratti dell’Ateneo Libertario di Milano\r\n\r\nSabato 20 novembre\r\nCorteo antimilitarista\r\nore 14,30 Porta Palazzo – Corso Giulio Cesare angolo via Andreis\r\nContro i mercanti d’armi, le fabbriche di morte e le basi militari\r\nContro l’Aerospace & defence meetings\r\nContro la spesa di guerra e le missioni militari all’estero\r\nContro il colonialismo tricolore, boicottiamo l’ENI\r\nContro la guerra ai migranti e ai poveri\r\nContro la violenza sessista di ogni esercito\r\nContro tutte le patrie per un mondo senza frontiere\r\n\r\nSabato 27 novembre\r\nGiornata contro la violenza sessista degli eserciti\r\nPunto info al Balon dalle 10,30\r\n\r\nMartedì 30 novembre\r\nPresidio di lotta di fronte all’ingresso dell’Oval, che ospita la ottava edizione dell’Aerospace and defence meeing – mostra mercato dell’industria bellica aerospaziale.\r\nDalle 11,30\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 20,30\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\ncorso Palermo 46 – @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org\r\n\r\nfb: @anarresinfo","30 Ottobre 2021","2021-10-30 09:51:42","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/Algoritmi-Medioera-e1551717463373-200x110.jpg","Anarres del 15 ottobre. Segnali di lotta di classe. L’ENI in Costa d’Avorio. Gli algoritmi della politica e la diserzione dalle urne...","podcast",1635587502,[],[],{"post_content":328,"post_title":332},{"matched_tokens":329,"snippet":330,"value":331},[69,166],"petrolio e guerre\r\nL’ENI in \u003Cmark>Costa\u003C/mark> \u003Cmark>d’Avorio\u003C/mark> tra nuovi giacimenti e guerra","Il nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming\r\n\r\nAscolta e diffondi il podcast:\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/2021-10-15-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nLo sciopero dell’11. Segnali di lotta di classe\r\nNe abbiamo parlato con Stefano Capello\r\n\r\nENI. Sangue, petrolio e guerre\r\nL’ENI in \u003Cmark>Costa\u003C/mark> \u003Cmark>d’Avorio\u003C/mark> tra nuovi giacimenti e guerra per il controllo del territorio. In mare una missione militare italiana è schierata a difesa degli impianti ENI, in buona parte off shore\r\n\r\nReti telematiche, dipendenza collettiva, gli algoritmi che orientano la politica\r\nNote a margine di una competizione elettorale disertata dai più\r\nVi proponiamo una chiacchierata con Salvo Vaccaro, docente di filosofia politica all’università di Palermo e autore, tra gli altri, de “Gli algoritmi della politica”\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nGiovedì 4 novembre\r\nfesta degli assassini\r\npresidio antimilitarista contro le celebrazioni della giornata delle forze armate\r\nin piazza Castello dalle 16\r\n\r\nMartedì 9 novembre\r\nGuerre tricolori. 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Pillole sintetiche dal mondo-guerra.\r\n1.2 (20.01.25)\r\n\r\nSe il rapporto essere umano-Capitale appare oggi come rapporto sociale preponderante, con il cieco e inarrestabile incedere della Tecnica, in Europa alcune tra le più recenti forme di conflittualità contro l'ordine costituito si sono manifestate nella forma di un rifiuto ad aderire \"docilmente\" all'essere ridotti a \"fondo\", risorsa sacrificabile per alimentare il progresso tecno-capitalista, il cui fondamento fatto di guerra costante, saccheggio e annientamento è pienamente svelato anche nel \"cuore della civiltà\". Il rifiuto di cui parliamo è sentito nella carne, prima che nel pensiero, e si traduce nel tradimento viscerale della fedeltà al principio di autorità allo Stato, di cui l'antagonismo contro il Green Pass in epoca pandemica e più recentemente le decine di migliaia di atti di diserzione e rivolta contro la mobilitazione alla guerra di trincea in Ucraina e in Russia sono tra gli esempi più eclatanti. \r\n\r\nOggi, in Europa (e non solo) chi si rifiuta è però sempre più \"messo al bando\". La non-sottomissione, l'indisponibilità all'obbedienza da parte delle masse sempre più \"eccedenti\" anche a queste latitudini, si inserisce in un contesto sociale frantumato e foriero di disorganizzazione, a cui lo Stato-rete risponde in maniera autoritaria e autoritativa, in modo del tutto trasversale alle sue tassonomie di governo formali. A trasformarsi è la stessa infrastruttura della cittadinanza, intesa come dispositivo di governo fondamentale del rapporto tra Stato e popolazione interna. Si assiste oggi al passaggio da una logica classificatoria e verbale propria della burocrazia documentale, a una logica matematica e numerica astratta, de-linguistica. Senza alcuna romanticizzazione dello Stato documentario, per cui la leggibilità dei cittadini e la loro astrazione statistica è stata funzionale all'implementazione di politiche che spaziano dall'igienismo, alla tassazione, all'annientamento razziale, al reclutamento militare di massa, l'avvento dello Stato biometrico è foriero di complesse implicazioni rispetto allo statuto dell'umano \"governato\" - c'è chi si è spinto fino a teorizzarne l'intrinseca e ineludibile portata de-soggettivante -, ma più prosaicamente certamente tale per cui il controllo, la sorveglianza e la punizione/eliminazione diventano automatizzati e più complessi da aggirare e trasgredire.\r\n\r\nLa diffusione di tecnologie di identificazione biometrica, con cui si trasforma il concetto di \"identità legale\" inchiodandolo alla \"verità\" del corpo, è al centro di questa trasformazione. Questi dispositivi sono funzionali a quello che può essere definito \"Stato dei varchi\" o ban-opticon (da ban: mettere al bando), un modello di gestione e controllo ubiquo e meccanico delle masse, la cui storia origina a fine Ottocento nei corpi dei recidivi nelle prigioni europee e in quelli dei colonizzati in Asia, Africa e nelle Americhe.\r\n\r\nNe parliamo con l'antropologo Armando Cutolo, autore di \"Biomaîtriser les identités? : État documentaire et citoyenneté au tournant biométrique\" (di seguito il minutaggio per facilitare l'ascolto):\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/statobiometrico.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n00.00 - l'individuazione: il cittadino \"messo al bando\"\r\n01.20 - il diffondersi in Europa della logica della de-soggettivazione sulla scena dell'identificazione?\r\n04.25 - la genealogia poliziesca e imperiale dello Stato biometrico, tra prigioni europee e colonie ottocentesche\r\n15.06 - il fondamento de-linguistico del dispositivo biometrico, una \"verità\" inscritta nel corpo, in Europa storicamente atto a sorvegliare la mobilità del \"delinquente\", dello \"straniero\" e dell'alieno interno per eccellenza, il \"rom\"\r\n21.19 - le aporie interne all'identificazione biometrica, l'assenza di \"veridizione\" e l'attualità delle pratiche sociali di falsificazione\r\n24.50 - non solo sorveglianza: la biometria come strumento del capitalismo digitale che veste gli abiti di \"sviluppo\" e \"democrazia\" nel Sud globale, il sistema \"Aadhaar\" in India, il ruolo della Banca Mondiale (ID4D) in Africa\r\n35.06 - la \"fine del lavoro\" dove il lavoro formale non c'è mai stato: gli schemi di reddito minimo biometrici \"contro la povertà\" in Costa d'Avorio come forma di governo contro-insurrezionale delle masse eccedenti, lo Stato post-sociale\r\n41.37 - la centralizzazione degli archivi, la collaborazione tra agenzie governative e aziende multinazionali, le pratiche di identificazione biometrica \"informali\": un indebolimento dello Stato?\r\n46.06 - l'identità civile biometrica indistinguibile da un dispositivo di sorveglianza\r\n\r\nL'interoperabilità tra piattaforme di governo biometrico e governo algoritmico sta alla base del funzionamento del capitalismo cibernetico contemporaneo, trovando applicazioni diversificate e flessibili a seconda degli scopi, dal \"portafoglio digitale\" sperimentato con la retorica dello \"snellimento\" della burocrazia statale, ai registri digitali \"Gosuslugi\" e \"Oberih\" per la mobilitazione coatta alla guerra in Russia e Ucraina, che in modo automatizzato costringono a una condizione di semi-legalità il cittadino renitente. Le cd. \"smart cities\" sono un terreno di sperimentazione per eccellenza del concetto di interoperabilità, funzionale a quello \"Stato dei varchi\" brutalmente in essere a Gaza e in Cisgiordania e che si sta strutturando anche qui.\r\n\r\nTorniamo sul caso di Venezia, tra Smart Control Room, ticket di accesso, varchi nella Stazione dei treni, ma anche partecipazione passiva e attiva dei cittadini alle piattaforme che svolgono una simultanea funzione di organizzazione e sorveglianza sociale.\r\n\r\nIn collegamento telefonico un compagno del Collettivo Sumud di Venezia, autore dell'opuscolo \"Un organo che tutto controlla, un controllo che tutto organizza\": \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/venezia.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","22 Gennaio 2025","2025-06-01 18:35:40","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/unnamed-5-200x110.jpg","Stato biometrico, Stato dei varchi",1737568826,[61],[64],{"post_content":356},{"matched_tokens":357,"snippet":358,"value":359},[69,75],"biometrici \"contro la povertà\" in \u003Cmark>Costa\u003C/mark> \u003Cmark>d'Avorio\u003C/mark> come forma di governo contro-insurrezionale","Happy Hour. 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sankarista nel 1983.\r\n\r\nApprofondiamo anche la questione della presenza russa nel Sahel e il ruolo dell'agenzia di mercenari Wagner e la loro strategia di infiltrazione in Centrafrica e Ciad .\r\n\r\n ","19 Ottobre 2021","2021-10-19 20:53:07","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/thomas-sankara-800x445-1-200x110.jpg","Bastioni di Orione 14/10/2021",1634676787,[401],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[309],{"post_content":404},{"matched_tokens":405,"snippet":406,"value":407},[69,382],"Compaore ,fuggito in esilio in \u003Cmark>Costa\u003C/mark> \u003Cmark>D'avorio\u003C/mark> , ex presidente golpista defenestrato dalla","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/bastioni-di-orione-14102021.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nBastioni di Orione in questa puntata racconta ancora dell'Afghanistan con la voce del nostro corrispondente che ci descrive la faticosa quotidianità del vivere sotto il giogo talebano ,della difficoltà a ottenere 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",[409],{"field":97,"matched_tokens":410,"snippet":406,"value":407},[69,382],{"best_field_score":139,"best_field_weight":173,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":174,"tokens_matched":105,"typo_prefix_score":46},{"document":413,"highlight":425,"highlights":430,"text_match":137,"text_match_info":433},{"comment_count":46,"id":414,"is_sticky":46,"permalink":415,"podcastfilter":416,"post_author":49,"post_content":417,"post_date":418,"post_excerpt":52,"post_id":414,"post_modified":419,"post_thumbnail":52,"post_title":420,"post_type":323,"sort_by_date":421,"tag_links":422,"tags":424},"64565","http://radioblackout.org/podcast/i-bastioni-di-macalle-dietro-la-resa-dei-conti-tra-tribu-etiopi-un-cambio-di-sistema/",[284],"I Bastioni si sono riscaldati prima di adentrarsi nel Corno d’Africa facendo qualche valutazione su elezioni varie, in particolare quelle negli Usa, ma anche in Tanzania, Costa d’Avorio, Guinea:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/2020_11_10_primi-venti-minuti.mp3\"][/audio]\r\n\r\nLa rivolta tigrina, mentre trasmettevamo la terza puntata dei Bastioni di Orione, cominciava a inasprirsi e Ahmed iniziava la risposta violenta alla reazione all’”invasione” governativa del territorio tigrino, ricco, nell’ultimo quarto di secolo al potere e convinto ad opporsi allo smantellamento dell’etno-nazinalismo, avviato dal neoliberismo di Ahmed, che con il nobel della pace in una mano e la Diga della Rinascita soffia sul nazionalismo con i fondi cinesi a sostenerlo, perché l’area rappresenta il corridoio della Belt Road Initiative, quel Mar Rosso appetibile da tutte le potenze, ch einfatti sono stanziali a Gibuti.\r\n\r\nAbbiamo affrontato l’argomento dapprima con un vocale registrato da un giovane etiope – non tigrino e dunque molto critico con gli insorti. Ha fatto daportavoce di un gruppo di emigrati dal Corno d'Africa a Toriino. Scegliendo deliberatamente questo approccio sapevamo che ne sarebbe scaturita una visione parziale e divisiva che è componente essenziale del dissidio secolare tra le tribù che popolano quell'area: amhara, oromo, tigrini, borana, mursi, karo, hamar...\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/2020-11-10_fatti_narrazione-etiope_01.mp3\"][/audio]\r\n\r\nll primo tassello da cui partire per descrivere la situazione è l'ancora forte percezione di sé della minoranza tigrina di fronte alla spinta all'integrazione nazionale impressa da Ahmed e dalla sua esigenza di rilanciare l'economia anche con le ingenti risorse del Nord del paese, sia dopo questi ultimi decenni, successivi al crollo del regime del Derg, le innumerevoli guerre con Eritrea e Somalia, sia con la costante centralità della regione del Tigré con la sua gestione del potere nell'ultimo ventennio da parte della minoranza tigrina (6 per cento della popolazione etiope), oppressione di cui si avverte l'eco nelle parole risentite del nostro interlocutore africano, che legittimava l'intervento di Addis Abeba contro i ricchi secessionisti tigrini (cristiani), vieppiù separatisti e fomentatori delle divisioni etniche dopo aver perso il controllo del potere centrale e dell'esercito.\r\n\r\nNe abbiamo quindi discusso con Angelo Ferrari:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/2020_11_10_Etiopia-Chi-sta-sabotando-la-convivenza-e-lintegrazione-etnica_02.mp3\"][/audio]\r\n\r\nLa crisi del Tigray nasce dallo scontro politico con il Tpfl, che è stato a lungo il partito egemone in seno all'Ersdf. Il Fronte tigrino si è sentito più volte preso di mira dalle riforme del nuovo premier, che intanto ha creato una propria formazione politica, il Partito della prosperità.\r\n\r\nNel Tigray le autorità locali hanno deciso di tenere elezioni indipendenti, quelle che sono state rinviate ad agosto con la causale (forse pretestuosa?) della epidemia di SarsCov2 e il Tpfl è stato riconfermato al governo regionale.Ora lo scontro è diventato militare, con il rischio che la rivalità politica si trasformi in conflitto interetnico. Soprattutto per l'avvicendamento di una tribù diversa (gli oromo) alla guida del paese, che sancisce il venir meno del processo di integrazione tra le molte etnie che compongono l'Etiopia; proprio quel sabotaggio del superamento delle divisioni etniche che nella testimonianza del giovane etiope si attribuiva al trentennio tigrino.\r\n\r\nMulu Nega è stato nominato da Ahmed nuovo governatore ad interim per la regione settentrionale del Tigray. Poco prima il parlamento aveva preso la risoluzione di stabilire un'amministrazione provvisoria. Ahmed sta producendo lo sforzo di superare l'etno-nazionalismo per arrivare a una forma di nazionalismo etiope, che la Diga della Rinascita rappresenta così unitaria (ma è divisiva – ovviamente – con gli altri paesi dell'area). Ma non può che essere a tempi lunghi, visto che persino la sua stessa etnia oromo si contrappone (molteplici sono stati gli scontri e i moti di piazza nei mesi scorsi). L'apertura liberista al capitale privato crea attriti nell’intera società, nel Tigray ancora di più; la penetrazione di militari nazionali nella regione settentrionale è quindi vista come intrusione, che ha fatto esplodere gli attacchi di Makallè. Si rischia l'esatto opposto del tentativo di unificare: la frammentazione perché ciascuno non si sente rappresentato a sufficienza. Intanto sono già 15.000 gli sfollati e innumerevoli i morti (si parla di 500 solo nel massacro del 10 novembre a Mai-Kadra, in Tigray).\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/2020_11_10_Nazionalismo-e-svolta-liberista-di-Ahmed_03.mp3\"][/audio]\r\n\r\nNel 2019 il Conte1 aveva stipulato con la ministra Trenta accordi militari con il presidente-nobel_per_la_pace_Ahmed: «difesa e sicurezza, formazione e addestramento, assistenza tecnica, operazioni di supporto alla pace... trasferimento di struttura d'arma e apparecchiatura bellica... è auspicata la promozione di iniziative finalizzate a razionalizzare il controllo sui prodotti a uso militare»; come i precedenti governi, soprattutto di centrosinistra, avevano appoggiato la parte eritrea, ora già coinvolta con esplosioni all'Asmara, perché gli ahmara si sono schierati subito con Addis Abeba. L'Italia sta cercando di tornare a essere protagonista nel Corno d'Africa... e quindi soffierà sul fuoco della guerra in un’area popolata dagli apparati militari di tutte le potenze mondiali, che si stanno accaparrando fette di un territorio che controlla traffici, merci, risorse. Una vera operazione neocoloniale nascosta sotto la cooperazione allo sviluppo.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/Etiopia-meta-del-complesso-militar-industriale-italiano_04.mp3\"][/audio]\r\n\r\nLe nazioni sono al soldo di potenze straniere per ridisegnare la geopolitica internazionale come avvenne nel periodo coloniale classico: tutte le potenze sono intente a controllare il passaggio del Mar Rosso da Aden a Suez (infatti a Gibuti, snodo essenziale del Belt Road Initiative, sono presenti tutti i contingenti militari) e ogni mossa è un riposizionamento strategico.\r\n\r\n \r\n\r\nCon Angelo si è anche parlato di Costa d’Avorio e altre nazioni africane, come l'emblematico Congo (una volta Zaire) per la sua particolare interpretazione del concetto occidentale di democrazia, e alcune hanno affrontato elezioni che sono normalmente truffe, perché l’accaparramento delel risorse e la loro svendita è sicuramente colonialismo e spartizione, ma anche esportazione di uno schema che già non funziona in Occidente e con l’Africa non c’entra nulla e impone sistemi economici di sfruttamento e ora anche di contesa con la penetrazione cinese, senza passare attraverso l’humus attraverso il quale si sono formate le comunità africane.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/2020_11_10_concetto-di-democrazia-importato-in-Africa.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nE poi una chiosa africana sulla pirateria e il pattugliamento italiano del Golfo di Guinea (per ordine di Descalzi? mah!)\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/pirateria-e-pattugliamento-italiano.mp3\"][/audio]\r\n\r\nNell’ultimo quarto d’ora si è parlato di tagliagole processati all’Aja da presidenti (Ngbagbo, come Thaci dell’Uck kosovaro); poi a tamburo battente breakin’ news del 10 novembre... ma probabilmente sono notizie in evoluzione con dossier che finiremo con il riprendere in mano.\r\n\r\nScioperi in emergenza Covid madrilena – lo sciopero pandemico, poi lo sgombero di Guernica, Argenitna; uragano Eta nei Caraibi, infatti non c’entra con l’Euskadi. Poi la Bolivia di Arce e Morales in piena esaltazione retorica di ritorno al potere: diversamente dal Perù, dove continuano a dimettersi presidenti nela normalizzazione susseguente alla fine di Sendero luminoso; in Brasilesi sospende la sperimentaione del vaccino. Un po’ di nostalgia per il Farabundo Martì salvadoregno e scivolare alla fine verso il sogno distopico del Myanmar di Aung san Suu Kiy e le elezioni dell’8 novembre, cercando il pelo nel Rakhine e gli odi intrecciati che hanno aiutato l avittoria di The Lady coi risvolti economici di nuovo della Belt Road Initiative.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/ultimo-quarto-dora.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","15 Novembre 2020","2023-04-19 15:08:16","I Bastioni di Macallè: dietro la resa dei conti tra tribù etiopi un cambio di sistema",1605484755,[423],"http://radioblackout.org/tag/bastioniorione/",[307],{"post_content":426},{"matched_tokens":427,"snippet":428,"value":429},[69,166],"Usa, ma anche in Tanzania, \u003Cmark>Costa\u003C/mark> \u003Cmark>d’Avorio\u003C/mark>, Guinea:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/2020_11_10_primi-venti-minuti.mp3\"][/audio]\r\n\r\nLa rivolta","I Bastioni si sono riscaldati prima di adentrarsi nel Corno d’Africa facendo qualche valutazione su elezioni varie, in particolare quelle negli Usa, ma anche in Tanzania, \u003Cmark>Costa\u003C/mark> \u003Cmark>d’Avorio\u003C/mark>, Guinea:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/2020_11_10_primi-venti-minuti.mp3\"][/audio]\r\n\r\nLa rivolta tigrina, mentre trasmettevamo la terza puntata dei Bastioni di Orione, cominciava a inasprirsi e Ahmed iniziava la risposta violenta alla reazione all’”invasione” governativa del territorio tigrino, ricco, nell’ultimo quarto di secolo al potere e convinto ad opporsi allo smantellamento dell’etno-nazinalismo, avviato dal neoliberismo di Ahmed, che con il nobel della pace in una mano e la Diga della Rinascita soffia sul nazionalismo con i fondi cinesi a sostenerlo, perché l’area rappresenta il corridoio della Belt Road Initiative, quel Mar Rosso appetibile da tutte le potenze, ch einfatti sono stanziali a Gibuti.\r\n\r\nAbbiamo affrontato l’argomento dapprima con un vocale registrato da un giovane etiope – non tigrino e dunque molto critico con gli insorti. 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Un po’ di nostalgia per il Farabundo Martì salvadoregno e scivolare alla fine verso il sogno distopico del Myanmar di Aung san Suu Kiy e le elezioni dell’8 novembre, cercando il pelo nel Rakhine e gli odi intrecciati che hanno aiutato l avittoria di The Lady coi risvolti economici di nuovo della Belt Road Initiative.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/ultimo-quarto-dora.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ",[431],{"field":97,"matched_tokens":432,"snippet":428,"value":429},[69,166],{"best_field_score":139,"best_field_weight":173,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":174,"tokens_matched":105,"typo_prefix_score":46},{"document":435,"highlight":447,"highlights":452,"text_match":137,"text_match_info":455},{"comment_count":46,"id":436,"is_sticky":46,"permalink":437,"podcastfilter":438,"post_author":369,"post_content":439,"post_date":440,"post_excerpt":52,"post_id":436,"post_modified":441,"post_thumbnail":442,"post_title":443,"post_type":323,"sort_by_date":444,"tag_links":445,"tags":446},"64282","http://radioblackout.org/podcast/radio-kalakuta-02-11-2020/",[282],"[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/radio-kalakuta-02112020.mp3\"][/audio]\r\n\r\nRadio Kalakuta ,questo lunedi incontriamo Afel Bocum e il suo ultimo disco ,Tiken Jah Fakoli il suo ultimo lavoro registrato ad Abidjan ,reggae consapevole dai testi abrasivi, I Debademba tra Ouaga e Parigi con il loro omaggio musicale al comandante Sankara ,Awadi che ricorda Lumumba e un progetto tra Guinea e Capoverde nato a Lisbona e dedicato ad Amilcar Cabral.......Tante vibrazioni afro e notizie dalla Costa D'avorio e l'Algeria .","3 Novembre 2020","2020-11-07 10:59:13","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/1width650height650appearanceId2-200x110.jpg","Radio Kalakuta 02/11/2020",1604443683,[377],[302],{"post_content":448},{"matched_tokens":449,"snippet":450,"value":451},[69,382],"vibrazioni afro e notizie dalla \u003Cmark>Costa\u003C/mark> \u003Cmark>D'avorio\u003C/mark> e l'Algeria .","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/radio-kalakuta-02112020.mp3\"][/audio]\r\n\r\nRadio Kalakuta ,questo lunedi incontriamo Afel Bocum e il suo ultimo disco ,Tiken Jah Fakoli il suo ultimo lavoro registrato ad Abidjan ,reggae consapevole dai testi abrasivi, I Debademba tra Ouaga e Parigi con il loro omaggio musicale al comandante Sankara ,Awadi che ricorda Lumumba e un progetto tra Guinea e Capoverde nato a Lisbona e dedicato ad Amilcar Cabral.......Tante vibrazioni afro e notizie dalla \u003Cmark>Costa\u003C/mark> \u003Cmark>D'avorio\u003C/mark> e l'Algeria .",[453],{"field":97,"matched_tokens":454,"snippet":450,"value":451},[69,382],{"best_field_score":139,"best_field_weight":173,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":174,"tokens_matched":105,"typo_prefix_score":46},6637,{"collection_name":323,"first_q":27,"per_page":275,"q":27},["Reactive",459],{},["Set"],["ShallowReactive",462],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$f2YSIQg4SPPskf06RA1-UAv2qDrkMVV3i2FjplAI2D88":-1},true,"/search?query=costa+d%27avorio"]