","Proteste in Albania: presa d'assalto la sede del governo","post",1550702027,[66,67,68],"http://radioblackout.org/tag/albania/","http://radioblackout.org/tag/crisi-di-governo/","http://radioblackout.org/tag/proteste/",[70,71,72],"albania","crisi di governo","proteste",{"post_content":74,"post_title":80,"tags":83},{"matched_tokens":75,"snippet":78,"value":79},[76,77],"di","governo","Edi Rama e la creazione \u003Cmark>di\u003C/mark> un \u003Cmark>governo\u003C/mark> tecnico che porti il paese","Sabato 16 febbraio le opposizioni albanesi, guidate dalla formazione \u003Cmark>di\u003C/mark> centrodestra del Partito Democratico, hanno convocato una grande manifestazione a Tirana per chiedere le dimissioni del premier socialista Edi Rama e la creazione \u003Cmark>di\u003C/mark> un \u003Cmark>governo\u003C/mark> tecnico che porti il paese ad elezioni anticipate. Alla protesta hanno preso parte migliaia \u003Cmark>di\u003C/mark> persone provenienti da tutto il paese mentre un gruppo \u003Cmark>di\u003C/mark> manifestanti ha preso d'assalto la sede del \u003Cmark>governo\u003C/mark>, respinto dall’interno dalla Guardia Repubblicana con l’utilizzo \u003Cmark>di\u003C/mark> idranti e gas lacrimogeni. Oltre al partito d'opposizione, a protestare vi sono anche settori popolari, ormai stremati dal malcontento e da una condizione \u003Cmark>di\u003C/mark> povertà e precarietà a cui sono condannati. Mentre il primo ministro tende a minimizzare quanto sta avvenendo in questi giorni, le proteste non si placano e giovedì 21 ci saranno nuovamente manifestazioni e mobilitazioni.\r\n\r\nSulla situazione in Albania, ne abbiamo parlato con Marco Siragusa, collaboratore \u003Cmark>di\u003C/mark> Nena News e East Journal\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/02/marco_Siragusa_Albania.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":81,"snippet":82,"value":82},[77],"Proteste in Albania: presa d'assalto la sede del \u003Cmark>governo\u003C/mark>",[84,86,89],{"matched_tokens":85,"snippet":70},[],{"matched_tokens":87,"snippet":88},[15,76,77],"\u003Cmark>crisi\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>governo\u003C/mark>",{"matched_tokens":90,"snippet":72},[],[92,98,101],{"field":39,"indices":93,"matched_tokens":95,"snippets":97},[94],1,[96],[15,76,77],[88],{"field":99,"matched_tokens":100,"snippet":78,"value":79},"post_content",[76,77],{"field":102,"matched_tokens":103,"snippet":82,"value":82},"post_title",[77],1736172819517538300,{"best_field_score":106,"best_field_weight":25,"fields_matched":107,"num_tokens_dropped":53,"score":108,"tokens_matched":107,"typo_prefix_score":53},"3315704398080",3,"1736172819517538411",{"document":110,"highlight":129,"highlights":148,"text_match":104,"text_match_info":159},{"cat_link":111,"category":112,"comment_count":53,"id":113,"is_sticky":53,"permalink":114,"post_author":21,"post_content":115,"post_date":116,"post_excerpt":58,"post_id":113,"post_modified":117,"post_thumbnail":118,"post_thumbnail_html":119,"post_title":120,"post_type":63,"sort_by_date":121,"tag_links":122,"tags":126},[49],[52],"18409","http://radioblackout.org/2013/09/governo-crisi-strutturale/","Non è ancora chiaro se il governo Letta cadrà oppure no, se i diversamente berlusconiani saranno diversamente non allineati al loro padrone. Insieme alla crisi di governo continua ad aggravarsi la crisi economica. In questo scenario tipicamente italiano, pieno di pantani e di figure decadenti, a livello europeo e internazionale c'è invece un governo che sembra non conoscere alcuna crisi: la cricca composta da Unione Europea, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale. Sarà la trojka a decidere quanto e come le persone (e non certo politici corrotti, più o meno condannati e aggrappati al potere) continueranno a pagare e subire le misure devastanti dell'austerity, dei tagli al welfare, in Italia come in altri stati europei. Abbiamo parlato di questi temi con Marco Revelli, sociologo e politologo di Torino.\r\n\r\nrevelli","30 Settembre 2013","2013-10-07 11:20:41","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/09/crisiletta-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"259\" height=\"194\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/09/crisiletta.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","Governo: crisi strutturale",1380544871,[123,67,124,125],"http://radioblackout.org/tag/crisi/","http://radioblackout.org/tag/politica-interna/","http://radioblackout.org/tag/rappresentanza/",[15,71,127,128],"politica interna","rappresentanza",{"post_content":130,"post_title":134,"tags":138},{"matched_tokens":131,"snippet":132,"value":133},[15,76,77,15],"al loro padrone. 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Mastropaolo per provare a ragionare sulle ultime vicende italiche, la caduta del governo Letta, la crisi, il futuro governo in mano a Renzi e alla sua cricca che sembrano smaniose di arraffare tutto e subito.\r\n\r\nNessuna anomalia, è solamente l'Italia, in perfetta continuità con se stessa tra direttive europee, austerity, e con un nuovo governo \"tecnico o di servizio\" che si sposta sempre più a destra. Così come il PD, che a destra si trova già da tempo. 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Tutto è cominciato con la decisione del cancelliere Socialdemocratico Olaf Scholz di licenziare il suo ministro delle Finanze Christian Lindner, leader dei Liberali e uno dei tre partner della coalizione di governo.\r\nDopo la pandemia l’economia del resto dei paesi ricchi ha goduto di un certo slancio, quella tedesca ha a stento recuperato quanto perso nel 2020, mostrando un’evidente crisi del modello di sviluppo che negli ultimi 30 anni aveva reso la Germania la cosiddetta «locomotiva d’Europa».\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Fricche\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/2024-11-19-fricche-germania.mp3\"][/audio]","21 Novembre 2024","2024-11-21 14:35:15","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/germania-giu.jpeg-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/germania-giu.jpeg-300x300.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/germania-giu.jpeg-300x300.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/germania-giu.jpeg.png 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/germania-giu.jpeg-150x150.png 150w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/germania-giu.jpeg-768x768.png 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/germania-giu.jpeg-690x690.png 690w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/germania-giu.jpeg-170x170.png 170w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Germania. 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Tutto è cominciato con la decisione del cancelliere Socialdemocratico Olaf Scholz \u003Cmark>di\u003C/mark> licenziare il suo ministro delle Finanze Christian Lindner, leader dei Liberali e uno dei tre partner della coalizione \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>governo\u003C/mark>.\r\nDopo la pandemia l’economia del resto dei paesi ricchi ha goduto \u003Cmark>di\u003C/mark> un certo slancio, quella tedesca ha a stento recuperato quanto perso nel 2020, mostrando un’evidente \u003Cmark>crisi\u003C/mark> del modello \u003Cmark>di\u003C/mark> sviluppo che negli ultimi 30 anni aveva reso la Germania la cosiddetta «locomotiva d’Europa».\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Fricche\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/2024-11-19-fricche-germania.mp3\"][/audio]",[298,301],{"matched_tokens":299,"snippet":300},[15],"\u003Cmark>crisi\u003C/mark> economica e politica in germania",{"matched_tokens":302,"snippet":291},[],[304,306],{"field":99,"matched_tokens":305,"snippet":295,"value":296},[15,76,77],{"field":39,"indices":307,"matched_tokens":308,"snippets":310},[53],[309],[15],[300],{"best_field_score":271,"best_field_weight":20,"fields_matched":204,"num_tokens_dropped":53,"score":312,"tokens_matched":107,"typo_prefix_score":53},"1736172819517014130",{"document":314,"highlight":342,"highlights":363,"text_match":269,"text_match_info":372},{"cat_link":315,"category":316,"comment_count":53,"id":317,"is_sticky":53,"permalink":318,"post_author":21,"post_content":319,"post_date":320,"post_excerpt":58,"post_id":317,"post_modified":321,"post_thumbnail":322,"post_thumbnail_html":323,"post_title":324,"post_type":63,"sort_by_date":325,"tag_links":326,"tags":334},[49],[52],"78231","http://radioblackout.org/2022/11/qatar-calcio-sangue-armi-gas/","Tra il 21 novembre e il 18 dicembre 2022 si disputerà in Qatar la FIFA World Cup 2022. La squadra italiana non parteciperà a questi mondiali perché non si è qualificata, ma al posto dei calciatori sarà comunque presente una task force italiana che comprende circa 600 militari e carabinieri, con mezzi e armamenti terrestri, navali ed aerei. Il Consiglio dei Ministri infatti ha deliberato nel corso dell’estate, in piena crisi di governo, tre ulteriori missioni militari tra cui quella in Qatar. I militari italiani insieme ai contingenti di Francia, Regno Unito, Stati Uniti, Pakistan e Turchia supporteranno il sistema di difesa e sicurezza del campionato mondiale di calcio. All’Esercito spetterà la difesa per tutto ciò che potrebbe comportare rischio chimico, biologico e nucleare, mentre la Marina vigilerà lo spazio delle acque internazionali con un pattugliatore e lo spazio subacqueo con un sommergibile; dello spazio aereo si occuperà ovviamente l’Aeronautica militare. 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La crisi economica aggravata dall'introduzione del bitcoin come valuta legale e l'incapacità di affrontare le reali cause della violenza dimostrano il fallimento di Bukele che mantiene ancora un certo seguito favorito dalle divisioni dell'opposizione ,nonostante cresca nella società un movimento di contestazione slegato dal vecchio movimento ex guerrigliero del FMLN.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/BASTIONI-14042022-SALVADOR.mp3\"][/audio]","20 Aprile 2022","2022-04-21 10:28:42","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 14/4/2022 - MALI LA STRAGE DI MOURA -PAKISTAN CRISI DI GOVERNO E COLLASSO ECONOMICO -EL SALVADOR BUKELE LO STATO DI EMERGENZA E LE PANDILLAS","podcast",1650454680,[444],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[411],{"post_content":447,"post_title":451,"tags":457},{"matched_tokens":448,"snippet":449,"value":450},[77,76],"sembra stagnante ,la strategia del \u003Cmark>governo\u003C/mark> militare punta ad una soluzione \u003Cmark>di\u003C/mark> forza ,l'isorgenza jihadista s'innesta alle","Bastioni \u003Cmark>di\u003C/mark> Orione parliamo con Edoardo Baldaro della situazione in Mali dopo la strage \u003Cmark>di\u003C/mark> Moura dove le forze armate della giunta maliana e i mercenari \u003Cmark>di\u003C/mark> Wagner hanno massacrato quasi 400 persone secondo le testimonianze raccolte sul posto , la transizione a Bamako sembra stagnante ,la strategia del \u003Cmark>governo\u003C/mark> militare punta ad una soluzione \u003Cmark>di\u003C/mark> forza ,l'isorgenza jihadista s'innesta alle contraddizioni \u003Cmark>di\u003C/mark> natuta etnica fra Peuls e Dogon .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/BASTIONI-MALI-14042022.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Beniamino Natale profondo conoscitore dell'area parliamo degli sviluppi della \u003Cmark>crisi\u003C/mark> politica in Pakistan dopo la destituzione \u003Cmark>di \u003C/mark> Imre Khan da primo ministro che si inserisce nel pendolo dello scontro permanente tra il potere militare e quello civile ,i tentativi \u003Cmark>di\u003C/mark> addurre motivazioni legate ad un complotto internazionale non sono credibili in quanto si tratta \u003Cmark>di\u003C/mark> una questione interna agli equilibri \u003Cmark>di\u003C/mark> potere ,il nuovo primo ministro appartiene alla famiglia Sharif una delle più potenti del paese ,continua a dispiegarsi la teoria della profondità strategica del Pakistan verso le vicende afgane e i massicci investimenti cinesi che contribuiscono alla \u003Cmark>crisi \u003C/mark> del debito e al collasso economico .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/BASTIONI-14042022-PAKISTAN.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Maria Teresa Messidoro parliamo della situazione in El Salvador dove il presidente Bukele ha proclamato lo stato \u003Cmark>di \u003C/mark> emergenza giustificando la torsione autoritaria del suo mandato presidenziale con l'aumento delle uccisione causate dalle pandillas ,bande che colluse con ambienti governativi controllano le attività illegali . 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Il motivo è l'apertura di un'inchiesta che vede indagati lo stesso primo ministro, il ministro delle infrastrutture e quello dell'ambiente, il sindaco della città di Sines, e esponenti di diverse aziende titolari di progetti per l'esplorazione e l'estrazione del litio in Portogallo. L'indagine verte su presunti illeciti, corruzione di funzionari eletti e traffico di influenze relativi alle concessioni per le miniere di litio, per un impianto di idrogeno verde e per un centro dati nella città costiera meridionale di Sines. Ci troviamo, insomma, di fronte a uno dei primi casi europei di corruzione quasi interamente legati al contesto della transizione energetica.\r\n\r\nQuali sono le conseguenze della crisi di governo sull'andamento dell'estrazione del litio in Portogallo? Come ha reagito la popolazione, e come si stanno organizzando le realtà locali che si oppongono ai progetti minerari che minacciano o già deturpano i loro territori? Quali sono le prospettive di lotta nella situazione attuale? A queste domande prova a dare risposta un compagno che si trova nel nord del paese:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Litio_2.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[scarica]","7 Dicembre 2023","2023-12-08 10:03:01","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/lousas-2-1024x404-1-200x110.jpg","Portogallo: cade il governo, ma il litio resta",1701964131,[],[],{"post_content":490,"post_title":494},{"matched_tokens":491,"snippet":492,"value":493},[15,76,77],"Quali sono le conseguenze della \u003Cmark>crisi\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>governo\u003C/mark> sull'andamento dell'estrazione del litio in","Lo scorso 7 novembre il primo ministro portoghese, Antonio Costa, ha dichiarato le proprie dimissioni provocando \u003Cmark>di\u003C/mark> fatto la caduta del \u003Cmark>governo\u003C/mark>. 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Anche in streaming. \r\n\r\nAscolta e diffondi il podcast:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/2022-11-18-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti: \r\n\r\nQatar. Calcio, sangue, armi, gas \r\nTra il 21 novembre e il 18 dicembre 2022 si disputerà in Qatar la FIFA World Cup 2022. La squadra italiana non parteciperà a questi mondiali perché non si è qualificata, ma al posto dei calciatori sarà comunque presente una task force italiana che comprende circa 600 militari e carabinieri, con mezzi e armamenti terrestri, navali ed aerei. Il Consiglio dei Ministri infatti ha deliberato nel corso dell’estate, in piena crisi di governo, tre ulteriori missioni militari tra cui quella in Qatar. I militari italiani insieme ai contingenti di Francia, Regno Unito, Stati Uniti, Pakistan e Turchia supporteranno il sistema di difesa e sicurezza del campionato mondiale di calcio. All’Esercito spetterà la difesa per tutto ciò che potrebbe comportare rischio chimico, biologico e nucleare, mentre la Marina vigilerà lo spazio delle acque internazionali con un pattugliatore e lo spazio subacqueo con un sommergibile; dello spazio aereo si occuperà ovviamente l’Aeronautica militare. Ma la missione Orice va ben oltre i mondiali di calcio: non per caso non ha un termine di scadenza predeterminato, nonostante i mondiali terminino il 18 dicembre. In effetti i confini di questa operazione vanno ben oltre quelli del mesetto legato ai mondiali di calcio, così come le finalità generali superano di gran lunga quelle ufficialmente dichiarate e legate alla sicurezza di un evento sportivo. \r\nLe motivazioni di questa ulteriore missione militare rispondono a un’esigenza ben evidenziata nella delibera del Consiglio dei ministri del 15 giugno scorso, laddove si fa riferimento al “rafforzamento della sicurezza del Golfo Persico e alla valorizzazione degli interessi nazionali in un’area di importanza strategica”.\r\nDi cosa parliamo? Di armi e gas. Ma non solo, perché questi mondiali sono costati la vita a quasi seimila lavoratori immigrati dai paesi più poveri dell’Asia, trattati come schiavi, senza alcuna tutela, attratti dalla prospettiva del guadagno ma pagati una miseria. Sul loro sudore e sul loro sangue sono state costruite le piramidi di questo campionato, giocato in un paese dove le donne vivono in condizioni di subordinazione totale e le persone Lgbtq sono considerate abomini da cancellare. Questo mondiale rappresenta un’operazione di sportwashing. Per difendere le piramidi dell’emiro (oltre agli interessi della propria industria armiera e energetica) l’Italia ha inviato le proprie truppe. \r\nNe abbiamo parlato con Patrizia Nesti, autrice di un approfondimento uscito su Umanità Nova\r\n\r\nCollins Aerospace. Quando l’industria lavora per la guerra atomica. \r\n\r\nLa politica economica del governo tra colate di cemento, caos sul bonus 110, ponte sullo stretto e crepe nella maggioranza.\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Fricche\r\n\r\nBiden, Trump e le elezioni di Mid Term. 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E' come assistere alla messa in scena di ciò che normalmente è fuori dai riflettori, affidato agli specialisti delle camere mortuarie, che preparano il cadavere per l'ultima esposizione pubblica prima della sepoltura.\r\nL'oscenità in senso etimologico, ossia l'esposizione del disordine dietro i fondali, della confusione dei camerini, dei volti senza trucco. Se dovessimo trovare una formula per questa nostra epoca potremmo dire di essere passati dalla politica spettacolo allo spettacolo della politica. Farsesco, impudico, esibito sino all'estremo. Eppure insuperabile.\r\nIntorno alla questione della decadenza da senatore di Silvio Berlusconi e alla crisi di governo abortita in extremis, il gioco delle alleanze, delle amicizie, delle poltrone, degli interessi si è mostrato senza infingimenti. Nudo. Una nudità senza vergogne di sorta. Scilipoti che inveisce contro i traditori che abbandonano la barca che affonda è l'immagine più emblematica della politica che da spettacolo, mostrando la propria trama senza esitazioni né traumi.\r\nSe il berlusconismo ha segnato il passaggio dalla politica ideologica alla politica dell'immagine, il tramonto del vecchio leader pare segnare il passaggio all'avanspettacolo, alla farsa, all'operetta.\r\nIl buffone diventa re e recita la parte con la stessa ferocia del proprio modello.\r\nLa distanza tra il buffone che si fa re, i continui \"scandali\" che rendono pubblica la corruzione profonda della politica (e della società), allargano la distanza tra l'apparato istituzionale e le vite concrete di quanti vivono esistenze precarie, prive di prospettive, ancorate a scelte appannaggio di una governance transnazionale che detta la propria agenda alle istituzioni nazionali. Oggi la politica ha visto erodere il proprio potere di controllo dell'economia e, quindi, di presa sulla società, se non nella forma più squisitamente disciplinare.\r\n\r\nAnarres ne ha discusso due settimane fa, prima della pantomima della mancata crisi di governo, con Salvo Vaccaro, che insegna filosofia politica all'università di Palermo.\r\nAscolta la diretta:\r\n2013 09 20 vaccaro decomposizione della politica\r\n\r\nLa settimana successiva il rientro della crisi di governo, l'IVA è aumentata, l'IMU per i ricchi non è passata, la \"manovrina\" da 1,6 miliardi è stata approntata.\r\n\r\nAnarres ha ripreso il filo della discussione con Stefano Boni, antropologo dell'università di Modena e Reggio, collaboratore di Libertaria.\r\nNe emerge un'immagine della politica come una sorta di reality show, affidato a logiche di merketing. Ogni aspetto della comunicazione politica diviene sempre più simile alla pubblicità dei prodotti. Secondo un recente sondaggio la fiducia nei partiti è all'8%, l'astensionismo, che alla fine degli anni 70' si attestava intorno al 10% oggi è cresciuto sino a sfiorare il 50% nelle ultime ammnistrative: uno su cinque di quelli che avevano votato la volta precendente non ha più votato alla recente tornata elettorale. Secondo Boni tra i motivi di disaffezione dalla politica è la constatazione della sua perdita di potere a favore delle istutuzioni finanziarie, che dettano l'agenda ai governi, impongono nuove tasse, arrivando, come in Grecia e in Italia, ad imporre lo spesso presidente del consiglio. L'altro cuneo che allarga la frattura tra i cittadini e le istituzioni è la constatazione degli enormi privilegi dei politici di professione, la cui moralità è tanto bassa da lucrare persino sulle calamità nazionali. Ne consegue che il ruolo della politica è mantenere il consenso e la pace sociale, attraverso la delega ad un qualche partito, a qualsiasi partito. Il gioco tuttavia funziona sempre meno. Tanta parte dei movimenti che si sono sviluppati nelle diverse latitudini del pianeta ha costruito - almeno nella propria fase aurorale - relazioni egualitarie e libertarie, mettendo in campo una critica radicale alla delega politica. Il fulcro di questi movimenti è l'assemblea dove si decide con il metodo del consenso, riffuggendo quindi metodi basati sul principio di maggioranza.\r\nIl nocciolo politico è la messa in discussione della sovranità, del diritto dello Stato ad imporre le proprie decisioni, un nodo che ovviamente non si scioglie a livello istituzionale, ma in una pratica che si oppone alla dimensione istituita. La Costituzione italiana è intrinsecamente ipocrita, poiché affida la sovranità al popolo ma nei fatti gliela sottrae stabilendo che i modi del suo esercizio sono definiti all'interno di istituzioni date, ossia affidate ai palazzi.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n2013 10 04 stefano Boni decomposizione politica","13 Ottobre 2013","2018-10-17 22:59:40","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/10/buffone-200x110.jpg","Decomposizione della politica",1381685891,[541,542],"http://radioblackout.org/tag/politica/","http://radioblackout.org/tag/spettacolo-della-politica/",[544,545],"Politica","spettacolo della politica",{"post_content":547},{"matched_tokens":548,"snippet":549,"value":550},[76,15,76,77],"\u003Cmark>di\u003C/mark> Silvio Berlusconi e alla \u003Cmark>crisi\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>governo\u003C/mark> abortita in extremis, il gioco","In questi anni abbiamo assistito ad un processo \u003Cmark>di\u003C/mark> decomposizione della politica persino sorprendente nei suoi modi. 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Oggi la politica ha visto erodere il proprio potere \u003Cmark>di\u003C/mark> controllo dell'economia e, quindi, \u003Cmark>di\u003C/mark> presa sulla società, se non nella forma più squisitamente disciplinare.\r\n\r\nAnarres ne ha discusso due settimane fa, prima della pantomima della mancata \u003Cmark>crisi\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>governo\u003C/mark>, con Salvo Vaccaro, che insegna filosofia politica all'università \u003Cmark>di\u003C/mark> Palermo.\r\nAscolta la diretta:\r\n2013 09 20 vaccaro decomposizione della politica\r\n\r\nLa settimana successiva il rientro della \u003Cmark>crisi\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>governo\u003C/mark>, l'IVA è aumentata, l'IMU per i ricchi non è passata, la \"manovrina\" da 1,6 miliardi è stata approntata.\r\n\r\nAnarres ha ripreso il filo della discussione con Stefano Boni, antropologo dell'università \u003Cmark>di\u003C/mark> Modena e Reggio, collaboratore \u003Cmark>di\u003C/mark> Libertaria.\r\nNe emerge un'immagine della politica come una sorta \u003Cmark>di\u003C/mark> reality show, affidato a logiche \u003Cmark>di\u003C/mark> merketing. Ogni aspetto della comunicazione politica diviene sempre più simile alla pubblicità dei prodotti. Secondo un recente sondaggio la fiducia nei partiti è all'8%, l'astensionismo, che alla fine degli anni 70' si attestava intorno al 10% oggi è cresciuto sino a sfiorare il 50% nelle ultime ammnistrative: uno su cinque \u003Cmark>di\u003C/mark> quelli che avevano votato la volta precendente non ha più votato alla recente tornata elettorale. Secondo Boni tra i motivi \u003Cmark>di\u003C/mark> disaffezione dalla politica è la constatazione della sua perdita \u003Cmark>di\u003C/mark> potere a favore delle istutuzioni finanziarie, che dettano l'agenda ai governi, impongono nuove tasse, arrivando, come in Grecia e in Italia, ad imporre lo spesso presidente del consiglio. L'altro cuneo che allarga la frattura tra i cittadini e le istituzioni è la constatazione degli enormi privilegi dei politici \u003Cmark>di\u003C/mark> professione, la cui moralità è tanto bassa da lucrare persino sulle calamità nazionali. Ne consegue che il ruolo della politica è mantenere il consenso e la pace sociale, attraverso la delega ad un qualche partito, a qualsiasi partito. Il gioco tuttavia funziona sempre meno. Tanta parte dei movimenti che si sono sviluppati nelle diverse latitudini del pianeta ha costruito - almeno nella propria fase aurorale - relazioni egualitarie e libertarie, mettendo in campo una critica radicale alla delega politica. Il fulcro \u003Cmark>di\u003C/mark> questi movimenti è l'assemblea dove si decide con il metodo del consenso, riffuggendo quindi metodi basati sul principio \u003Cmark>di\u003C/mark> maggioranza.\r\nIl nocciolo politico è la messa in discussione della sovranità, del diritto dello Stato ad imporre le proprie decisioni, un nodo che ovviamente non si scioglie a livello istituzionale, ma in una pratica che si oppone alla dimensione istituita. La Costituzione italiana è intrinsecamente ipocrita, poiché affida la sovranità al popolo ma nei fatti gliela sottrae stabilendo che i modi del suo esercizio sono definiti all'interno \u003Cmark>di\u003C/mark> istituzioni date, ossia affidate ai palazzi.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n2013 10 04 stefano Boni decomposizione politica",[552],{"field":99,"matched_tokens":553,"snippet":549,"value":550},[76,15,76,77],{"best_field_score":271,"best_field_weight":20,"fields_matched":94,"num_tokens_dropped":53,"score":555,"tokens_matched":107,"typo_prefix_score":53},"1736172819517014129",{"document":557,"highlight":588,"highlights":619,"text_match":630,"text_match_info":631},{"comment_count":53,"id":558,"is_sticky":53,"permalink":559,"podcastfilter":560,"post_author":21,"post_content":561,"post_date":562,"post_excerpt":563,"post_id":558,"post_modified":564,"post_thumbnail":565,"post_title":566,"post_type":441,"sort_by_date":567,"tag_links":568,"tags":579},"5758","http://radioblackout.org/podcast/2011-un-anno-di-guerra-ai-poveri-un-anno-di-resistenza-popolare/",[383],"Il 2011 è un anno difficile da archiviare.\r\n\r\nAnarres, nell’ultima trasmissione dell’anno, ha tentato un primo bilancio, proponendo approfondimenti su alcuni dei tanti fronti di lotta politica e sociale che hanno segnato gli ultimi 12 mesi.\r\n\r\nIl 2011 è stato l’anno delle primavere arabe e dell’autunno di sangue e integralismo che le ha seguite.\r\nL’anno della crisi e del cambio di governo in Italia – dove tutto doveva cambiare perché nulla mutasse davvero.\r\nL’anno di Marchionne, l’uomo forte che ha imposto la fine dei contratti collettivi a Mirafiori, piegando l’ultimo bastione di resistenza operaia, in una delle sue roccaforti storiche.\r\nL’anno del decennale della guerra in Afganistan, dove l’Italia resta in prima fila; l’anno che l’Italia – per festeggiare i 100 anni dalla prima guerra per la Libia – ne ha fatta un’altra per non perdere del tutto il controllo sull’ex colonia.\r\nL’anno delle tendopoli per i “clandestini” e del prolungamento della detenzione nei CIE sino a 18 mesi.\r\nL’anno della resistenza No Tav.\r\nGuerra, polizia, controllo sociale, galera sono la musica di sottofondo che, più forte che mai, ha segnato questo 2011.\r\nA noi tutti l’impegno affinché il 2012 non sia peggiore.\r\n\r\nQui l’intervista a Francesco Carlizza su crisi, finanziarizzazione dell’economia, guerra ai poveri: [audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2011/12/2011-12-25-Carlizza-fine-anno-crisi.mp3|titles=2011 12 25 Carlizza fine anno crisi]\r\n\r\nAscolta Marco Rossi sulle avventure di guerra dell’Italia in Afganistan: [audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2011/12/2011-12-25-Rossi-fine-anno-Afganistan.mp3|titles=2011 12 25 Rossi fine anno Afganistan]\r\n\r\nNo Tav: approfondimento curato da Maria Matteo. 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Quest’attacco si somma a quelli in corso da mesi nei confronti delle aree del confederalismo democratico in Iraq e alle basi del PKK sulle montagne irachene.\r\nCe ne ha parlato con Massimo Varengo dell’Ateneo Libertario di Milano\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nVenerdì 2 dicembre \r\nsciopero generale lanciato dai sindacati di base\r\nore 10 corteo da piazza Carlo Felice\r\nSpezzone antimilitarista\r\n\r\nSabato 3 dicembre\r\nore 15 piazza Castello\r\nmanifestazione contro l’attacco turco alle aree del confederalismo democratico in Rojava - Siria del Nord - e nel Bashur – Iraq.\r\n\r\nGiovedì 8 dicembre\r\nMarcia popolare No Tav da Bussoleno a San Didero\r\nAppuntamento ore 11 in piazza del mercato\r\n\r\nVenerdì 16 dicembre\r\nCena antinatalizia\r\nore 20 in corso Palermo 46\r\nCibo vegano, buon vino, esposizione spettacolare del nostrro pres-empio: porta la tua statuetta che lo costruiamo insieme\r\nDa ciascuno come può, più che può... \r\nBenefit lotte antimilitariste\r\n\r\nContatti:\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 21\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org\r\n\r\n\r\n ","2 Dicembre 2022","2022-12-02 10:30:01","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/stillhiring-bis-col-200x110.jpg","Anarres del 25 novembre. 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Uno sciopero che cade a due mesi dall’insediamento del nuovo \u003Cmark>governo\u003C/mark>, in un contesto \u003Cmark>di\u003C/mark> crescente \u003Cmark>crisi\u003C/mark> sociale, in un quadro \u003Cmark>di\u003C/mark> sostanziale debolezza dei movimenti \u003Cmark>di\u003C/mark> opposizione.\r\nUno sciopero contro la guerra e l’economia \u003Cmark>di\u003C/mark> guerra. Uno sciopero che pone al centro la questione del salario, della casa, della precarietà, della sicurezza sui posti \u003Cmark>di\u003C/mark> lavoro, della tutela dell’ambiente.\r\nLo slogan \u003Cmark>di\u003C/mark> riferimento è “giù le armi, su i salari!”.\r\nUno sciopero unitario che tuttavia ha visto il sindacalismo \u003Cmark>di\u003C/mark> base dividersi sulle modalità \u003Cmark>di\u003C/mark> piazza, e in un complesso rapporto con le alleanze \u003Cmark>di\u003C/mark> piazza che hanno segnato gli ultimi mesi.\r\nNe abbiamo discusso con Stefano Capello della Cub\r\n\r\nContro il 41 bis. Contro la repressione antianarchica. Per una società senza galere.\r\n\r\nIl folle, la bestia, l’umano. Femminismo libertario e violenza \u003Cmark>di\u003C/mark> genere\r\nLe lotte delle donne hanno cancellato tante servitù. Ma ne paghiamo, ogni giorno, il prezzo. La violenza reattiva è solo un lato della medaglia, l’altro è più subdolo e complesso.\r\nIl prezzo dell’emancipazione femminile è stato anche l’adeguamento all’universale, che resta saldamente maschile ed eterosessuale. Lo scarto, la differenza femminile, in tutta l’ambiguità \u003Cmark>di\u003C/mark> un percorso identitario segnato da una schiavitù anche volontaria, finisce frantumata, dispersa, illeggibile, se non nel ri-adeguamento ad un ruolo \u003Cmark>di\u003C/mark> cura, sostitutivo dei servizi negati e cancellati negli anni.\r\nServe uno sguardo maggiormente critico che colga le aporie insite nella dimensione rivendicativa \u003Cmark>di\u003C/mark> servizi per i bambini, gli anziani, i disabili. Questi servizi, comunque affidati prevalentemente a lavoratrici, portano all’istituzionalizzazione forzata \u003Cmark>di\u003C/mark> chi ha bisogno \u003Cmark>di\u003C/mark> essere aiutato a vivere.\r\nUna riflessione seria sulla crescita \u003Cmark>di\u003C/mark> ambiti pubblici non statalizzati, né mercificati potrebbe aprire percorsi \u003Cmark>di\u003C/mark> sperimentazione che sciolgano le donne dal lavoro \u003Cmark>di\u003C/mark> cura, liberando dalle gabbie istituzionali bambini, anziani, disabili. Smontare il concetto \u003Cmark>di\u003C/mark> famiglia, per dar spazio ad una dimensione sociale più ampia, includente, libera, è un passaggio che sarebbe facile dare per scontato. La famiglia eterosessuale con figli è tornata ad essere al centro della società, senza essersene mai allontanata realmente. Smontarla è un percorso politico cruciale.\r\n\r\nAttacco al Rojava.\r\nDopo l’attentato \u003Cmark>di\u003C/mark> Instanbul, che il \u003Cmark>governo\u003C/mark> turco ha attribuito al PKK, nonostante le secche smentite del Partito dei lavoratori del Kurdistan, Erdogan ha scatenato un duro attacco a Kobane, città simbolo della guerra all’Isis, bombardando la città e l’intera regione. Quest’attacco si somma a quelli in corso da mesi nei confronti delle aree del confederalismo democratico in Iraq e alle basi del PKK sulle montagne irachene.\r\nCe ne ha parlato con Massimo Varengo dell’Ateneo Libertario \u003Cmark>di\u003C/mark> Milano\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nVenerdì 2 dicembre \r\nsciopero generale lanciato dai sindacati \u003Cmark>di\u003C/mark> base\r\nore 10 corteo da piazza Carlo Felice\r\nSpezzone antimilitarista\r\n\r\nSabato 3 dicembre\r\nore 15 piazza Castello\r\nmanifestazione contro l’attacco turco alle aree del confederalismo democratico in Rojava - Siria del Nord - e nel Bashur – Iraq.\r\n\r\nGiovedì 8 dicembre\r\nMarcia popolare No Tav da Bussoleno a San Didero\r\nAppuntamento ore 11 in piazza del mercato\r\n\r\nVenerdì 16 dicembre\r\nCena antinatalizia\r\nore 20 in corso Palermo 46\r\nCibo vegano, buon vino, esposizione spettacolare del nostrro pres-empio: porta la tua statuetta che lo costruiamo insieme\r\nDa ciascuno come può, più che può... \r\nBenefit lotte antimilitariste\r\n\r\nContatti:\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 21\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org\r\n\r\n\r\n ",{"matched_tokens":653,"snippet":654,"value":654},[76],"Anarres del 25 novembre. 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