","In chiusura di Nomination","post",1469620717,[60,61,62,63,64,65,66,67,68,69,70,71],"http://radioblackout.org/tag/democratic-party/","http://radioblackout.org/tag/elezioni/","http://radioblackout.org/tag/hillary/","http://radioblackout.org/tag/hillary-clinton/","http://radioblackout.org/tag/info/","http://radioblackout.org/tag/linformazione-di-blackout/","http://radioblackout.org/tag/news/","http://radioblackout.org/tag/notizie-2/","http://radioblackout.org/tag/presidenziali/","http://radioblackout.org/tag/primarie/","http://radioblackout.org/tag/stati-uniti/","http://radioblackout.org/tag/usa/",[29,23,73,34,19,31,17,21,74,25,27,15],"hillary","presidenziali",{"tags":76},[77,82,84,86,88,90,92,94,96,98,100,102],{"matched_tokens":78,"snippet":81},[79,80],"democratic","party","\u003Cmark>democratic\u003C/mark> \u003Cmark>party\u003C/mark>",{"matched_tokens":83,"snippet":23},[],{"matched_tokens":85,"snippet":73},[],{"matched_tokens":87,"snippet":34},[],{"matched_tokens":89,"snippet":19},[],{"matched_tokens":91,"snippet":31},[],{"matched_tokens":93,"snippet":17},[],{"matched_tokens":95,"snippet":21},[],{"matched_tokens":97,"snippet":74},[],{"matched_tokens":99,"snippet":25},[],{"matched_tokens":101,"snippet":27},[],{"matched_tokens":103,"snippet":15},[],[105],{"field":35,"indices":106,"matched_tokens":107,"snippets":109},[47],[108],[79,80],[81],1157451471441625000,{"best_field_score":112,"best_field_weight":113,"fields_matched":33,"num_tokens_dropped":47,"score":114,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},"2211897868544",13,"1157451471441625193",{"document":116,"highlight":134,"highlights":156,"text_match":110,"text_match_info":162},{"cat_link":117,"category":118,"comment_count":47,"id":119,"is_sticky":47,"permalink":120,"post_author":19,"post_content":121,"post_date":122,"post_excerpt":52,"post_id":119,"post_modified":123,"post_thumbnail":124,"post_thumbnail_html":125,"post_title":126,"post_type":57,"sort_by_date":127,"tag_links":128,"tags":131},[44],[46],"36142","http://radioblackout.org/2016/05/primarie-usa-un-focus-sui-processi-del-partito-democratico/","Si avvicina l'ultima tornata elettorale delle primarie per il candidato presidenziale americano nei due partiti principali del paese. Se dal lato Repubblicano il miliardario populista Donald Trump ha ormai preso il sopravvento indiscusso, nel Partito Democratico la partita ha ancora diversi fronti aperti. Clinton sembra mantenere un vantaggio molto forte, ma Bernie Sanders ed i suoi sostenitori non risparmieranno filo da torcere, almeno non con la California ancora in ballo - stato più popoloso e con il maggior numero di delegati da eleggere.\r\nIl processo delle primarie ad elezione indiretta svela anche le necessità di conciliare i programmi elettorali al fine di costruire una campagna presidenziale condivisa. 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È un processo iniziato con la war on drugs che, nei fatti, è war on poors, un paradigma che si sposta su codici culturali maggiormente accettabili la costante del razzismo strutturale. \r\nSe all’epoca delle Jim Crow Laws si era ufficialmente discriminati in quanto neri, o con strumenti differenti in quanto latini o nativi, ora si è ufficialmente discriminati in quanto poveri e potenzialmente pericolosi. A partire dallo stesso periodo c'è stata una costante militarizzazione delle forze di polizia e la crescita smisurata dell’apparato burocratico e giudiziario a livello federale.\r\nA rendere il piatto più succoso i business della gestione privata dei centri di detenzione di stato e di contea, le agenzie di sicurezza privata e, nell’ultimo decennio, la neoburocrazia semiprivata della sorveglianza telematica. Affari da miliardi di dollari annui.\r\nDopo l’11 settembre 2001 c'è stato un ulteriore salto di qualità grazie al corpus di leggi che va sotto il nome di Patriot Act: estensione capillare della sorveglianza, detenzione amministrativa senza limite di tempo, creazione di liste di persone che vengono interdette nella loro libertà di spostamento in base a procedure amministrative su criteri secretati. Alle persone “sospette” viene vietato l'utilizzo di mezzi aerei per spostamenti in quanto “potenzialmente” pericolose: i criteri in base a quali si viene iscritti in questa no fly list non sono mai stati rivelati. Un abuso e una rottura di quello che dal punto di vista liberale è riconosciuto come diritto naturale.\r\nDopo la strage di Orlando in Florida abbiamo assistito ad uno squallido teatrino: parte della componente democratica eletta al senato si è messa in mostra con un bel sit-in di diversi giorni dentro l’edificio del potere legislativo federale per chiedere che venisse calendarizzata la discussione parlamentare su una proposta di legge del Democratic Party che, se approvata, vieterebbe a certe persone l’acquisto e la detenzione di armi, diritto riconosciuto come inviolabile dal secondo emendamento. Queste liste, secondo la proposta dei democratici, dovrebbero riprendere i criteri delle no fly list. In base a liste fatte con criteri segreti e da funzionari amministrativi federali, su non si sa quali segnalazioni, si restringerebbe un’altra libertà ed un diritto costituzionalmente riconosciuto negli Stati Uniti.\r\nQuesta pericolosa proposta di legge ha ottenuto anche l’appoggio di certi settori del Republican Party e si vocifera di un possibile endorsment da parte non solo di Trump, candidato ufficiale del GOP per le presidenziali di novembre, ma addirittura della NRA, la National Rifle Association, l’associazione dei possessori di armi, per lo più della middle e upper class conservatrice bianca.\r\nGià dagli anni sessanta la NRA si era distinta per l’appoggio a proposte restrittive del secondo emendamento purché queste colpissero settorialmente il movimento di emancipazione dei neri, dei latini e dei nativi americani. Non dobbiamo dimenticare che all’epoca la stragrande maggioranza dei movimenti per l’emancipazione dalla discriminazione razziale, da quelli più radicali come le Black Panther o le organizzazioni armate dei nativi a quelli più pacifici come il movimento del reverendo King, ponevano, pur con diverse sfumature, la questione dell’autodifesa dagli attacchi criminali dei vari gruppi reazionari razzisti, spesso appoggiati dalle strutture locali, e non solo, dell’organizzazione statale.\r\nDi acqua sotto i ponti ne è passata: per quanto non vi siano più quei grandi movimenti di massa e le azioni contro il razzismo strutturale siano divenute meno incisive e più sporadiche, anche se il movimento Black Lives Matter sta innescando una nuova fase di lotte, il conflitto sociale fa sempre paura. Anzi: in una fase di imponente ristrutturazione economica fa ancora più paura. E allora ecco scendere in campo i peggiori attrezzi della repressione: sospensione in base a criteri amministrativi di diritti costituzionali, sorveglianza sempre maggiore nei confronti degli attivisti, repressione preventiva. Il tutto sotto l’egida della war on terror e la spinta emotiva data da episodi di mass shooting, per quando questi, a vedere i dati, siano in calo.\r\nOvviamente queste proposte vengono presentate come leggi atte a tutelare tutti. Ma colpiranno in maniera molto selettiva coloro che agiscono per un cambiamento radicale della società e coloro che sono strutturalmente oppressi. Se sommiamo queste proposte di legge con la pratica del racial profiling attuato con sempre maggiore intensità dalle forze dell’ordine e con le proposte di estendere il sistema di background checks il quadro è completo.\r\nLa propaganda politica utilizza l’emotività e un certo perverso senso comune per imporre un’agenda politica autoritaria che riprodurrà e peggiorerà l’attuale sistema di dominio.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Lorenzo, autore dell'articolo da cui abbiamo liberamente tratto la nostra introduzione alla diretta su Stati Uniti, violenza poliziesca, guerra ai poveri.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2016-07-12-lorenzo-statiuniti","12 Luglio 2016","2016-07-16 00:57:00","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/07/protesta-stati-uniti-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/07/protesta-stati-uniti-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/07/protesta-stati-uniti-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/07/protesta-stati-uniti-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/07/protesta-stati-uniti.jpg 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Stati Uniti. 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Un coordinamento popolare che coinvolge soprattutto giovani e che ha preso la via lunedì 9 giugno organizzando un convoglio di migliaia di persone che ha già attraversato diverse città, tutte hanno mostrato la loro calorosa accoglienza durante il percorso durante il quale si sono aggregate persone anche da Algeria, Mauritania, Marocco.\r\n\r\nIl convoglio, molto popolare e partecipato da giovani, ma anche famiglie e bambini, ha attraversato la frontiera con Libia, ed è oggi in rotta verso Misrata, per poi arrivare in Egitto. Qui è previsto l'incontro per domenica 15 con le diverse carovane che hanno aderito da 52 paesi in tutto il mondo alla Global March to Gaza. Anche dall'Italia è partita una delegazione di 200 persone, di cui giunge notizia dei fermi in aeroporto al Cairo di questa mattina e dell'intenzione dell'Egitto di deportarle nei paesi di provenienza impedendo così la riuscita dell'iniziativa. Dagli organizzatori del convoglio Sumud viene ribadito che nonostante la narrazione del governo egiziano l'obiettivo della marcia non sia attaccare il regime ma di arrivare a Rafah e fare pressione per fare passare gli aiuti umanitari, occorrerà mantenere alta l'attenzione nei prossimi giorni in quanto ancora l'Egitto non ha dato risposte sull'autorizzazione o meno rispetto al loro passaggio.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Marwa Neji militante nel Patriotic Democratic Socialist Party (PPDS) tunisino che ha partecipato al convoglio Sumud partito dalla Tunisia\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/March-to-Gaza-Tunisia-SUMUD-2025_06_12_2025.06.12-10.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\nQui è possibile seguire l'itinerario del percorso https://al-soumoud-convoy.com/\r\n\r\nQUI per seguire la pagina del Coordinaction of Joint Action for Palestine\r\n\r\n[caption id=\"attachment_98515\" align=\"alignleft\" width=\"752\"] I compagni di Marwa in viaggio attraversata la frontiera con la Libia[/caption]","12 Giugno 2025","2025-06-12 16:15:24","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/WhatsApp-Image-2025-06-12-at-10.54.11-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"225\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/WhatsApp-Image-2025-06-12-at-10.54.11-225x300.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/WhatsApp-Image-2025-06-12-at-10.54.11-225x300.jpeg 225w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/WhatsApp-Image-2025-06-12-at-10.54.11-768x1024.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/WhatsApp-Image-2025-06-12-at-10.54.11-1152x1536.jpeg 1152w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/WhatsApp-Image-2025-06-12-at-10.54.11.jpeg 1536w\" sizes=\"auto, (max-width: 225px) 100vw, 225px\" />","Migliaia di persone partite dalla Tunisia nel convoglio Sumud verso Gaza",1749744924,[216,217,218,219,220,221],"http://radioblackout.org/tag/aiuti-umanitari/","http://radioblackout.org/tag/convoglio-sumud/","http://radioblackout.org/tag/global-march-to-gaza/","http://radioblackout.org/tag/palestina/","http://radioblackout.org/tag/rafah/","http://radioblackout.org/tag/tunisia/",[223,224,225,226,227,228],"AIUTI UMANITARI","convoglio sumud","global march to gaza","palestina","rafah","tunisia",{"post_content":230},{"matched_tokens":231,"snippet":232,"value":233},[189,190],"Marwa Neji militante nel Patriotic \u003Cmark>Democratic\u003C/mark> Socialist \u003Cmark>Party\u003C/mark> (PPDS) tunisino che ha partecipato","Rompere l'assedio via terra, in totale continuità con l'iniziativa della Freedom Flottilla, per raggiungere il valico di Rafah e fare pressione affinché l'esercito israeliano faccia passare gli aiuti umanitari già presenti a Rafah per la popolazione di Gaza è l'obiettivo del convoglio partito da Tunisi e organizzato dal Coordination of Joint Action for Palestine, Coordinamento per l'Azione Comune per la Palestina. Un coordinamento popolare che coinvolge soprattutto giovani e che ha preso la via lunedì 9 giugno organizzando un convoglio di migliaia di persone che ha già attraversato diverse città, tutte hanno mostrato la loro calorosa accoglienza durante il percorso durante il quale si sono aggregate persone anche da Algeria, Mauritania, Marocco.\r\n\r\nIl convoglio, molto popolare e partecipato da giovani, ma anche famiglie e bambini, ha attraversato la frontiera con Libia, ed è oggi in rotta verso Misrata, per poi arrivare in Egitto. Qui è previsto l'incontro per domenica 15 con le diverse carovane che hanno aderito da 52 paesi in tutto il mondo alla Global March to Gaza. Anche dall'Italia è partita una delegazione di 200 persone, di cui giunge notizia dei fermi in aeroporto al Cairo di questa mattina e dell'intenzione dell'Egitto di deportarle nei paesi di provenienza impedendo così la riuscita dell'iniziativa. Dagli organizzatori del convoglio Sumud viene ribadito che nonostante la narrazione del governo egiziano l'obiettivo della marcia non sia attaccare il regime ma di arrivare a Rafah e fare pressione per fare passare gli aiuti umanitari, occorrerà mantenere alta l'attenzione nei prossimi giorni in quanto ancora l'Egitto non ha dato risposte sull'autorizzazione o meno rispetto al loro passaggio.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Marwa Neji militante nel Patriotic \u003Cmark>Democratic\u003C/mark> Socialist \u003Cmark>Party\u003C/mark> (PPDS) tunisino che ha partecipato al convoglio Sumud partito dalla Tunisia\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/March-to-Gaza-Tunisia-SUMUD-2025_06_12_2025.06.12-10.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\nQui è possibile seguire l'itinerario del percorso https://al-soumoud-convoy.com/\r\n\r\nQUI per seguire la pagina del Coordinaction of Joint Action for Palestine\r\n\r\n[caption id=\"attachment_98515\" align=\"alignleft\" width=\"752\"] I compagni di Marwa in viaggio attraversata la frontiera con la Libia[/caption]",[235],{"field":195,"matched_tokens":236,"snippet":232,"value":233},[189,190],1157451471306883000,{"best_field_score":239,"best_field_weight":200,"fields_matched":33,"num_tokens_dropped":47,"score":240,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},"2211897802752","1157451471306883185",6645,{"collection_name":57,"first_q":29,"per_page":243,"q":29},6,3,{"facet_counts":246,"found":33,"hits":262,"out_of":293,"page":33,"request_params":294,"search_cutoff":36,"search_time_ms":14},[247,253],{"counts":248,"field_name":251,"sampled":36,"stats":252},[249],{"count":33,"highlighted":250,"value":250},"stakka stakka","podcastfilter",{"total_values":33},{"counts":254,"field_name":35,"sampled":36,"stats":261},[255,257,259],{"count":33,"highlighted":256,"value":256},"protonmail",{"count":33,"highlighted":258,"value":258},"deindicizzazione",{"count":33,"highlighted":260,"value":260},"riconoscimento facciale",{"total_values":244},[263],{"document":264,"highlight":281,"highlights":286,"text_match":289,"text_match_info":290},{"comment_count":47,"id":265,"is_sticky":47,"permalink":266,"podcastfilter":267,"post_author":268,"post_content":269,"post_date":270,"post_excerpt":52,"post_id":265,"post_modified":271,"post_thumbnail":272,"post_title":273,"post_type":274,"sort_by_date":275,"tag_links":276,"tags":280},"89417","http://radioblackout.org/podcast/stakkastakka-8-5-2024-deindicizzami-sto-caso/",[250],"sowdust"," \r\n\r\nIn questa nuova e scoppiettante puntata abbiamo parlato di come un ricorso fatto da alcune associazioni che si battono per il diritto alla privacy abbia portato a una legge antipirateria a livello europeo che permetterebbe di associare indirizzi IP di presunti violatori del diritto d'autore alla loro identità.\r\n\r\n\r\n\twww.repubblica.it/economia/diritti-e-consumi/diritti-consumatori/2024/05/04/news/corte_ue_pirati_sentenza_cosa_cambia-422823581/\r\n\thttps://it.wikipedia.org/wiki/HADOPI\r\n\twww.punto-informatico.it/pirateria-online-identificazione-tramite-indirizzo-ip/\r\n\r\n\r\nOps, protonmail did it again: ancora una volta il fornitore svizzero di servizi di comunicazione sedicente privata e sicura Protonmail risponde alle richieste legali di fornire un indirizzo di recupero email legato a un account che porta all'identificazione di un membro dei Mossos d'esquadra coinvolto nell'organizzazione indipendentista catalana Democratic Tsunami.\r\n\r\n\t\r\nrestoreprivacy.com/protonmail-discloses-user-data-leading-to-arrest-in-spain/\r\n\r\n\r\nUna società australiana che produceva sistemi di riconoscimento facciale, forse per non aver pagato i propri sviluppatori filippini, è stata oggetto di un importante data leak, che conteneva oltre ai dati biometrici anche moltissime altre informazioni personali.\r\n\r\n\r\n\twww.theguardian.com/australia-news/2024/may/02/nsw-club-data-breach-id-leak-outabox\r\n\twww.wired.com/story/outabox-facial-recognition-breach/\r\n\r\n\r\n\r\nInfine parliamo di come funziona l'indicizzazione dei contenuti sui motori di ricerca, ormai quasi esclusivo gateway all'informazione presente su Internet; ma anche di come funziona la volontaria de-indicizzazione dei contenuti, spesso eseguita da parte di testate giornalistiche per motivi non del tutto chiari. Per monitorare questo tipo di eventi esiste il sito canzel.club.\r\n\r\n\r\n\tcanzel.club/\r\n\tirpimedia.irpi.eu/deindicizzazione-articoli-testate-giornalistiche/\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nBrani musicali\r\n\r\nLalalar - Hem Evimsin Hem Cehennemim\r\nTaroug - Queen of Carthage\r\nNubiyan Twist - Lights Out\r\nKarate Boogaloo - One Hand One Bounce \r\n\r\n\r\n\r\n[ Scarica la puntata ]","8 Maggio 2024","2024-05-08 13:55:17","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/spider-web-with-water-beads-921039_1280-810x540-1-200x110.jpg","StakkaStakka 8/5/2024 - Deindicizzami sto caso!","podcast",1715176335,[277,278,279],"http://radioblackout.org/tag/deindicizzazione/","http://radioblackout.org/tag/protonmail/","http://radioblackout.org/tag/riconoscimento-facciale/",[258,256,260],{"post_content":282},{"matched_tokens":283,"snippet":284,"value":285},[189],"d'esquadra coinvolto nell'organizzazione indipendentista catalana \u003Cmark>Democratic\u003C/mark> Tsunami.\r\n\r\n\t\r\nrestoreprivacy.com/protonmail-discloses-user-data-leading-to-arrest-in-spain/\r\n\r\n\r\nUna società australiana"," \r\n\r\nIn questa nuova e scoppiettante puntata abbiamo parlato di come un ricorso fatto da alcune associazioni che si battono per il diritto alla privacy abbia portato a una legge antipirateria a livello europeo che permetterebbe di associare indirizzi IP di presunti violatori del diritto d'autore alla loro identità.\r\n\r\n\r\n\twww.repubblica.it/economia/diritti-e-consumi/diritti-consumatori/2024/05/04/news/corte_ue_pirati_sentenza_cosa_cambia-422823581/\r\n\thttps://it.wikipedia.org/wiki/HADOPI\r\n\twww.punto-informatico.it/pirateria-online-identificazione-tramite-indirizzo-ip/\r\n\r\n\r\nOps, protonmail did it again: ancora una volta il fornitore svizzero di servizi di comunicazione sedicente privata e sicura Protonmail risponde alle richieste legali di fornire un indirizzo di recupero email legato a un account che porta all'identificazione di un membro dei Mossos d'esquadra coinvolto nell'organizzazione indipendentista catalana \u003Cmark>Democratic\u003C/mark> Tsunami.\r\n\r\n\t\r\nrestoreprivacy.com/protonmail-discloses-user-data-leading-to-arrest-in-spain/\r\n\r\n\r\nUna società australiana che produceva sistemi di riconoscimento facciale, forse per non aver pagato i propri sviluppatori filippini, è stata oggetto di un importante data leak, che conteneva oltre ai dati biometrici anche moltissime altre informazioni personali.\r\n\r\n\r\n\twww.theguardian.com/australia-news/2024/may/02/nsw-club-data-breach-id-leak-outabox\r\n\twww.wired.com/story/outabox-facial-recognition-breach/\r\n\r\n\r\n\r\nInfine parliamo di come funziona l'indicizzazione dei contenuti sui motori di ricerca, ormai quasi esclusivo gateway all'informazione presente su Internet; ma anche di come funziona la volontaria de-indicizzazione dei contenuti, spesso eseguita da \u003Cmark>parte\u003C/mark> di testate giornalistiche per motivi non del tutto chiari. 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