","L'azzardo indiano: demonetizzare un'economia di sussistenza","post",1484928625,[45,46,47],"http://radioblackout.org/tag/caste/","http://radioblackout.org/tag/demonetizzare/","http://radioblackout.org/tag/india-nazionalista-di-modi/",[15,17,19],{"post_title":50,"tags":53},{"matched_tokens":51,"snippet":52,"value":52},[17],"L'azzardo indiano: \u003Cmark>demonetizzare\u003C/mark> un'economia di sussistenza",[54,56,59],{"matched_tokens":55,"snippet":15},[],{"matched_tokens":57,"snippet":58},[17],"\u003Cmark>demonetizzare\u003C/mark>",{"matched_tokens":60,"snippet":19},[],[62,67],{"field":20,"indices":63,"matched_tokens":64,"snippets":66},[14],[65],[17],[58],{"field":68,"matched_tokens":69,"snippet":52,"value":52},"post_title",[17],578730123365712000,{"best_field_score":72,"best_field_weight":73,"fields_matched":74,"num_tokens_dropped":31,"score":75,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":31},"1108091339008",13,2,"578730123365711978",6645,{"collection_name":42,"first_q":17,"per_page":78,"q":17},6,{"facet_counts":80,"found":93,"hits":105,"out_of":209,"page":14,"request_params":210,"search_cutoff":21,"search_time_ms":211},[81,94],{"counts":82,"field_name":91,"sampled":21,"stats":92},[83,85,87,89],{"count":14,"highlighted":84,"value":84},"anarres",{"count":14,"highlighted":86,"value":86},"stakka stakka",{"count":14,"highlighted":88,"value":88},"frittura mista",{"count":14,"highlighted":90,"value":90},"liberation front","podcastfilter",{"total_values":93},4,{"counts":95,"field_name":20,"sampled":21,"stats":104},[96,98,100,102],{"count":14,"highlighted":97,"value":97},"governance",{"count":14,"highlighted":99,"value":99},"partito unico",{"count":14,"highlighted":101,"value":101},"governo letta",{"count":14,"highlighted":103,"value":103},"frittura mista radio fabbrica",{"total_values":93},[106,137,161,184],{"document":107,"highlight":122,"highlights":128,"text_match":132,"text_match_info":133},{"comment_count":31,"id":108,"is_sticky":31,"permalink":109,"podcastfilter":110,"post_author":111,"post_content":112,"post_date":113,"post_excerpt":37,"post_id":108,"post_modified":114,"post_thumbnail":115,"post_title":116,"post_type":117,"sort_by_date":118,"tag_links":119,"tags":121},"95776","http://radioblackout.org/podcast/frittura-mistaradio-fabbrica-18-02-2025/",[88],"fritturamista"," \r\n\r\n\r\n\r\nIl primo argomento della puntata è stato quello delle lotte dei lavoratori della Cooperativa Arcobaleno, lo abbiamo trattato con ospiti al telefono Marco e Giancarlo, due lavoratori della cooperativa, iscritti a USB. Torniamo a parlare di questa vicenda perché tra uno scarica barile e l'altro da parte delle istituzioni e delle aziende sulle responsabilità delle paghe da fame di questi lavoratori, loro continuano determinati la loro lotta. Ci siamo fatti raccontare come è andata l'audizione in consiglio comunale di Torino che sono riusciti a tenere qualche giorno fa, sia per essere ascoltati da chi amministra la città, sia per richiamarli all'attenzione delle condizioni di chi nei fatti svolge un servizio per la città, al di là di appalti e subappalti.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/F_m_18_02_Marco-e-Giancarlo-USB-coop-arcobaleno-su-sviluppi-vertenza.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Gianni Cervone Cub Malpensa/Linate su un gruppo di lavorator* addetti al cargo che per anni hanno lavato a casa il vestiario antinfortunistico e che con il\r\nsupporto del sindacato hanno intentato una causa contro Alha Airport, uno degli operatori cargo su Malpensa, per recuperare e monetizzare le ore di lavaggio DPI.\r\n\r\nLa richiesta di risarcimento é stata accolta dal giudice del lavoro che ha stabilito la monetizzazione di queste ore che l'azienda dovrà pagare in straordinari ai lavorator*.\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/F_m_18_02_Gianni-Cervone-Cub-Malpensa-su-vittoria-in-tribunale-sui-dpi.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo approfondimento della serata lo abbiamo fatto in compagnia di Alessandra Alberti, docente Cub Piemonte sull'accorpamento della scuola Norberto Rosa di Bussoleno e relativo lancio dello sciopero con presidio previsto per mercoledì 19 Febbraio. Già nella puntata dell'informazione di blackout di questa mattina abbiamo trattato questo argomento, con l'intervista a Cosimo Scarinzi che potete riascoltare qui. Questa volta abbiamo approfondito in maniera particolare il ruolo e il punto di vista della classe docente, rispetto al generale problema degli accorpamenti di istituti scolastici e in particolare sulla situazione del Norberto Rosa, sia per quanto riguarda le parti critiche, che per il piacevole livello di scontro e conflittualità dimosotrato da quella che la nostra intervistata definisce \"comunità educante\".\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/F_m_18_02_Alessandra-Alberti-docente-Cub-su-accorpamento-Norberto-Rosa-e-conseguenze.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","19 Febbraio 2025","2025-02-19 11:21:43","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/476831547_1029428702553286_5209080642047393495_n-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 18/02/2025","podcast",1739963989,[120],"http://radioblackout.org/tag/frittura-mista-radio-fabbrica/",[103],{"post_content":123},{"matched_tokens":124,"snippet":126,"value":127},[125],"monetizzare","su Malpensa, per recuperare e \u003Cmark>monetizzare\u003C/mark> le ore di lavaggio DPI.\r"," \r\n\r\n\r\n\r\nIl primo argomento della puntata è stato quello delle lotte dei lavoratori della Cooperativa Arcobaleno, lo abbiamo trattato con ospiti al telefono Marco e Giancarlo, due lavoratori della cooperativa, iscritti a USB. Torniamo a parlare di questa vicenda perché tra uno scarica barile e l'altro da parte delle istituzioni e delle aziende sulle responsabilità delle paghe da fame di questi lavoratori, loro continuano determinati la loro lotta. Ci siamo fatti raccontare come è andata l'audizione in consiglio comunale di Torino che sono riusciti a tenere qualche giorno fa, sia per essere ascoltati da chi amministra la città, sia per richiamarli all'attenzione delle condizioni di chi nei fatti svolge un servizio per la città, al di là di appalti e subappalti.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/F_m_18_02_Marco-e-Giancarlo-USB-coop-arcobaleno-su-sviluppi-vertenza.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Gianni Cervone Cub Malpensa/Linate su un gruppo di lavorator* addetti al cargo che per anni hanno lavato a casa il vestiario antinfortunistico e che con il\r\nsupporto del sindacato hanno intentato una causa contro Alha Airport, uno degli operatori cargo su Malpensa, per recuperare e \u003Cmark>monetizzare\u003C/mark> le ore di lavaggio DPI.\r\n\r\nLa richiesta di risarcimento é stata accolta dal giudice del lavoro che ha stabilito la monetizzazione di queste ore che l'azienda dovrà pagare in straordinari ai lavorator*.\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/F_m_18_02_Gianni-Cervone-Cub-Malpensa-su-vittoria-in-tribunale-sui-dpi.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo approfondimento della serata lo abbiamo fatto in compagnia di Alessandra Alberti, docente Cub Piemonte sull'accorpamento della scuola Norberto Rosa di Bussoleno e relativo lancio dello sciopero con presidio previsto per mercoledì 19 Febbraio. Già nella puntata dell'informazione di blackout di questa mattina abbiamo trattato questo argomento, con l'intervista a Cosimo Scarinzi che potete riascoltare qui. Questa volta abbiamo approfondito in maniera particolare il ruolo e il punto di vista della classe docente, rispetto al generale problema degli accorpamenti di istituti scolastici e in particolare sulla situazione del Norberto Rosa, sia per quanto riguarda le parti critiche, che per il piacevole livello di scontro e conflittualità dimosotrato da quella che la nostra intervistata definisce \"comunità educante\".\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/F_m_18_02_Alessandra-Alberti-docente-Cub-su-accorpamento-Norberto-Rosa-e-conseguenze.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]",[129],{"field":130,"matched_tokens":131,"snippet":126,"value":127},"post_content",[125],578729985926234200,{"best_field_score":134,"best_field_weight":135,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":31,"score":136,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":93},"1108024229888",14,"578729985926234225",{"document":138,"highlight":151,"highlights":157,"text_match":132,"text_match_info":160},{"comment_count":31,"id":139,"is_sticky":31,"permalink":140,"podcastfilter":141,"post_author":142,"post_content":143,"post_date":144,"post_excerpt":37,"post_id":139,"post_modified":145,"post_thumbnail":146,"post_title":147,"post_type":117,"sort_by_date":148,"tag_links":149,"tags":150},"77438","http://radioblackout.org/podcast/mitopoiesi-delle-oasi-verdi-la-riforestazione-nelle-zone-aride/",[90],"liberationfront","I processi di inaridimento e desertificazione sono una delle conseguenze più inquietanti del riscaldamento globale. Tuttavia, non tutte le aree desertiche sono da demonizzare in tal senso: vi sono zone del pianeta divenute aride e desertiche in seguito a lunghi processi evolutivi e che hanno ospitato vite umane e non umane adattate a viverci.\r\n\r\nEppure, il rinverdimento delle zone aride, soprattutto dei deserti nordafricani, è sempre stato un sogno coloniale da parte degli europei, che consideravano il deserto come l'infelice prodotto dell'incapacità delle popolazioni locali di gestire adeguatamente i loro territori. Ignorando completamente le complesse dinamiche ecologiche e sociali che le società del deserto - di solito pastori nomadi - hanno intrattenuto per lunghi secoli con le dune arroventate, progetti di \"greening\" e piantumazione intensiva di piante da frutto (le palme da dattero sopra tutte) si sono susseguiti in tutta l'Africa per tutto il periodo coloniale. Oggi, in continuità con quell'approccio, vi sono i progetti ONU aderenti al programma \"grande muraglia verde\" in Africa: un altro aspetto, tinto di verde e retorica di sviluppo, della stessa strategia coloniale che, nel continente africano, si manifesta con costanza e pervasività.\r\n\r\nQuesti progetti di \"greening\" nelle zone desertiche si rivelano spesso molto dannosi sia per le società umane - spesso costrette a passare a uno stile di vita sedentario e a lavorare nelle oasi - che per gli equilibri ecologici delle zone aride, cui vengono sottratte preziose fonti di acqua e nutrimento prima destinate ad altre forma di vita e ora convogliate massicciamente nel mantenimento delle piantumazioni di palme. La disgregazione ecologica e sociale che segue da questi progetti, non prevista dalle loro ottimistiche stime, è spesso oscurata da narrazioni discriminatorie o incuranti dei danni socio-eco-culturali provocati e dagli enormi profitti generati per gli attori coinvolti.\r\n\r\nQui l'approfondimento completo:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/oasi-verdi.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","7 Ottobre 2022","2022-10-07 10:35:54","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/oasi-200x110.jpg","Mitopoiesi delle oasi verdi: la riforestazione nelle zone aride",1665138954,[],[],{"post_content":152},{"matched_tokens":153,"snippet":155,"value":156},[154],"demonizzare","le aree desertiche sono da \u003Cmark>demonizzare\u003C/mark> in tal senso: vi sono","I processi di inaridimento e desertificazione sono una delle conseguenze più inquietanti del riscaldamento globale. Tuttavia, non tutte le aree desertiche sono da \u003Cmark>demonizzare\u003C/mark> in tal senso: vi sono zone del pianeta divenute aride e desertiche in seguito a lunghi processi evolutivi e che hanno ospitato vite umane e non umane adattate a viverci.\r\n\r\nEppure, il rinverdimento delle zone aride, soprattutto dei deserti nordafricani, è sempre stato un sogno coloniale da parte degli europei, che consideravano il deserto come l'infelice prodotto dell'incapacità delle popolazioni locali di gestire adeguatamente i loro territori. Ignorando completamente le complesse dinamiche ecologiche e sociali che le società del deserto - di solito pastori nomadi - hanno intrattenuto per lunghi secoli con le dune arroventate, progetti di \"greening\" e piantumazione intensiva di piante da frutto (le palme da dattero sopra tutte) si sono susseguiti in tutta l'Africa per tutto il periodo coloniale. Oggi, in continuità con quell'approccio, vi sono i progetti ONU aderenti al programma \"grande muraglia verde\" in Africa: un altro aspetto, tinto di verde e retorica di sviluppo, della stessa strategia coloniale che, nel continente africano, si manifesta con costanza e pervasività.\r\n\r\nQuesti progetti di \"greening\" nelle zone desertiche si rivelano spesso molto dannosi sia per le società umane - spesso costrette a passare a uno stile di vita sedentario e a lavorare nelle oasi - che per gli equilibri ecologici delle zone aride, cui vengono sottratte preziose fonti di acqua e nutrimento prima destinate ad altre forma di vita e ora convogliate massicciamente nel mantenimento delle piantumazioni di palme. La disgregazione ecologica e sociale che segue da questi progetti, non prevista dalle loro ottimistiche stime, è spesso oscurata da narrazioni discriminatorie o incuranti dei danni socio-eco-culturali provocati e dagli enormi profitti generati per gli attori coinvolti.\r\n\r\nQui l'approfondimento completo:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/oasi-verdi.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]",[158],{"field":130,"matched_tokens":159,"snippet":155,"value":156},[154],{"best_field_score":134,"best_field_weight":135,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":31,"score":136,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":93},{"document":162,"highlight":175,"highlights":180,"text_match":132,"text_match_info":183},{"comment_count":31,"id":163,"is_sticky":31,"permalink":164,"podcastfilter":165,"post_author":166,"post_content":167,"post_date":168,"post_excerpt":37,"post_id":163,"post_modified":169,"post_thumbnail":170,"post_title":171,"post_type":117,"sort_by_date":172,"tag_links":173,"tags":174},"63469","http://radioblackout.org/podcast/stakkastakka-80-dad-30-settembre/",[86],"bic","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/stakkastakka-79.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\nPosta del cuore\r\nCome un anziano con una vecchia TV può disturbare le frequenze di un intero paese.\r\n\r\nCome una banda di chiese negli USA hanno usato Cambrige Analitica per monetizzare poveri e persone con dipendenze da oppioidi, notizia tratta da un documentario in uscita \"People you may know\".\r\n\r\n \r\nApprofondimento sulla Didattica a Distanza\r\n ","1 Ottobre 2020","2020-10-07 11:37:58","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/45500204_303-200x110.jpg","StakkaStakka #79 - DaD [30 Settembre]",1601565838,[],[],{"post_content":176},{"matched_tokens":177,"snippet":178,"value":179},[125],"hanno usato Cambrige Analitica per \u003Cmark>monetizzare\u003C/mark> poveri e persone con dipendenze","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/stakkastakka-79.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\nPosta del cuore\r\nCome un anziano con una vecchia TV può disturbare le frequenze di un intero paese.\r\n\r\nCome una banda di chiese negli USA hanno usato Cambrige Analitica per \u003Cmark>monetizzare\u003C/mark> poveri e persone con dipendenze da oppioidi, notizia tratta da un documentario in uscita \"People you may know\".\r\n\r\n \r\nApprofondimento sulla Didattica a Distanza\r\n ",[181],{"field":130,"matched_tokens":182,"snippet":178,"value":179},[125],{"best_field_score":134,"best_field_weight":135,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":31,"score":136,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":93},{"document":185,"highlight":200,"highlights":205,"text_match":132,"text_match_info":208},{"comment_count":31,"id":186,"is_sticky":31,"permalink":187,"podcastfilter":188,"post_author":84,"post_content":189,"post_date":190,"post_excerpt":37,"post_id":186,"post_modified":191,"post_thumbnail":192,"post_title":193,"post_type":117,"sort_by_date":194,"tag_links":195,"tags":199},"15517","http://radioblackout.org/podcast/il-partito-unico-analisi-e-prospettive/",[84],"[sociallinkz]La nascita del governo Letta pare sancire in modo formale il costituirsi di una sorta di Partito unico, che peraltro emergeva già nell’esperienza del governo Monti. In entrambi i casi l’orizzonte insuperabile della propria sovranità limitata ne delinea le scelte e gli orientamenti. Il quadro definito sia dagli organismi di governance sovranazionale sia dalla finanziarizzazione dell’economia che, ben espressa nella metafora del “pilota automatico”, opera secondo logiche non controllabili dai governi nazionali, non viene messo in discussione.\r\nNe consegue che i limiti dell’azione di governo rendono comunque impalpabile la distanza tra PD e PDL, fornendo le basi per una collaborazione non balneare.\r\nLa vera debolezza della compagine guidata da Enrico Letta è nell’immaginario. Gli elettori, specie quelli di sinistra, la cui identità in questi anni si è costruita più nell’opposizione al berlusconismo che in un chiaro modello di società, non possono che essere disorientati. I malumori sono tanti ed emergono in modo chiaro da più parti, tanto da scompigliare gli equilibri all’interno del PD.\r\nAll’indomani del Primo Maggio torinese, con il PD contestato lungo l’intero percorso e diviso al suo interno, il segretario Morgando si dimette perché il PD piemontese sarebbe stato trascurato nella divisione delle poltrone di governo. Nulla di meno opportuno persino per i meno scafati esperti di comunicazione politica.\r\nNei fatti il governo Letta ha un solo compito: gestire l’esistente in modo da garantire che gli italiani ingoino le misure imposte dalla governance europea per gestire una crisi che non è solo una crisi economica ma anche politica, nella quale le democrazie più fragili reggono sempre meno. Ecco dunque un modello unico, liberale in economia e autoritario sul piano politico.\r\nSullo sfondo la crisi dell’Occidente, che appare sempre meno contingente, ma segnala un processo di decadenza su scala planetaria di fronte all’affermarsi di un blocco di paesi emergenti molto forti aggressivi e capaci. L’India, la Cina, il Brasile, la Russia, il Sudafrica si stanno candidando ad un ruolo sempre più forte su scala planetaria, senza peraltro che in Occidente se ne abbia chiara consapevolezza.\r\nLetta, nel suo discorso di insediamento, ha posto l’accento su due temi, uno politico e l’altro economico come questioni cardine da affrontare nell’agenda di governo.\r\nLa disoccupazione, specie giovanile, e l’astensionismo crescente.\r\nLa possibilità di monetizzare il disagio sociale sono tuttavia minime, al di là di qualche pezza che il governo, se troverà le risorse, potrà mettere qua e là.\r\nIl modificarsi del capitalismo stesso rende difficile immaginare uno “sviluppo” che consenta la ripresa della produzione e, quindi, una maggiore occupazione. Il capitalismo classico ben si sposa con il lavoro, purché sia lavoro salariato, dipendente, asservito a basso costo. Diverso è il meccanismo che fa funzionare il capitale finanziario che non ha bisogno per crescere di merci da far girare. Il denaro è il punto di partenza e quello di arrivo. Sebbene questa prospettiva rischi di condurre ad una sorta di asfissia del sistema, tuttavia al momento, rende strutturale la disoccupazione. Salvo ovviamente che entrino in gioco altri attori interessati a cambiare le regole di un gioco truccato, tanto truccato da essere però irriformabile.\r\nQuesta situazione per paradosso ci conduce rapidamente alla prospettiva di uscita da ogni forma di capitalismo come unico orizzonte per miliardi di esseri umani.\r\nCome? L’esodo conflittuale dall’esistente si prefigura come possibilità concreta di coniugare autogestione e conflitto, ma i percorsi che delineano questa prospettiva teorica vanno costruiti di giorno in giorno e continuamente verificati nella prassi.Anarres ne ha parlato con Salvo Vaccaro dell’Università di Palermo.\r\n\r\nAscolta la chiacchierata che abbiamo fatto con lui 2013 05 03 politica salvo vaccaro\r\n\r\nSe sei interessato alle questioni poste e vuoi esprimere il tuo parere puoi scriverci a anarres@inventati.org","4 Maggio 2013","2018-10-17 22:59:49","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/05/3-mondoallarovescia-200x110.jpg","Il partito unico. Analisi e prospettive",1367676589,[196,197,198],"http://radioblackout.org/tag/governance/","http://radioblackout.org/tag/governo-letta/","http://radioblackout.org/tag/partito-unico/",[97,101,99],{"post_content":201},{"matched_tokens":202,"snippet":203,"value":204},[125],"l’astensionismo crescente.\r\nLa possibilità di \u003Cmark>monetizzare\u003C/mark> il disagio sociale sono tuttavia","[sociallinkz]La nascita del governo Letta pare sancire in modo formale il costituirsi di una sorta di Partito unico, che peraltro emergeva già nell’esperienza del governo Monti. In entrambi i casi l’orizzonte insuperabile della propria sovranità limitata ne delinea le scelte e gli orientamenti. Il quadro definito sia dagli organismi di governance sovranazionale sia dalla finanziarizzazione dell’economia che, ben espressa nella metafora del “pilota automatico”, opera secondo logiche non controllabili dai governi nazionali, non viene messo in discussione.\r\nNe consegue che i limiti dell’azione di governo rendono comunque impalpabile la distanza tra PD e PDL, fornendo le basi per una collaborazione non balneare.\r\nLa vera debolezza della compagine guidata da Enrico Letta è nell’immaginario. Gli elettori, specie quelli di sinistra, la cui identità in questi anni si è costruita più nell’opposizione al berlusconismo che in un chiaro modello di società, non possono che essere disorientati. I malumori sono tanti ed emergono in modo chiaro da più parti, tanto da scompigliare gli equilibri all’interno del PD.\r\nAll’indomani del Primo Maggio torinese, con il PD contestato lungo l’intero percorso e diviso al suo interno, il segretario Morgando si dimette perché il PD piemontese sarebbe stato trascurato nella divisione delle poltrone di governo. Nulla di meno opportuno persino per i meno scafati esperti di comunicazione politica.\r\nNei fatti il governo Letta ha un solo compito: gestire l’esistente in modo da garantire che gli italiani ingoino le misure imposte dalla governance europea per gestire una crisi che non è solo una crisi economica ma anche politica, nella quale le democrazie più fragili reggono sempre meno. Ecco dunque un modello unico, liberale in economia e autoritario sul piano politico.\r\nSullo sfondo la crisi dell’Occidente, che appare sempre meno contingente, ma segnala un processo di decadenza su scala planetaria di fronte all’affermarsi di un blocco di paesi emergenti molto forti aggressivi e capaci. L’India, la Cina, il Brasile, la Russia, il Sudafrica si stanno candidando ad un ruolo sempre più forte su scala planetaria, senza peraltro che in Occidente se ne abbia chiara consapevolezza.\r\nLetta, nel suo discorso di insediamento, ha posto l’accento su due temi, uno politico e l’altro economico come questioni cardine da affrontare nell’agenda di governo.\r\nLa disoccupazione, specie giovanile, e l’astensionismo crescente.\r\nLa possibilità di \u003Cmark>monetizzare\u003C/mark> il disagio sociale sono tuttavia minime, al di là di qualche pezza che il governo, se troverà le risorse, potrà mettere qua e là.\r\nIl modificarsi del capitalismo stesso rende difficile immaginare uno “sviluppo” che consenta la ripresa della produzione e, quindi, una maggiore occupazione. Il capitalismo classico ben si sposa con il lavoro, purché sia lavoro salariato, dipendente, asservito a basso costo. Diverso è il meccanismo che fa funzionare il capitale finanziario che non ha bisogno per crescere di merci da far girare. Il denaro è il punto di partenza e quello di arrivo. Sebbene questa prospettiva rischi di condurre ad una sorta di asfissia del sistema, tuttavia al momento, rende strutturale la disoccupazione. Salvo ovviamente che entrino in gioco altri attori interessati a cambiare le regole di un gioco truccato, tanto truccato da essere però irriformabile.\r\nQuesta situazione per paradosso ci conduce rapidamente alla prospettiva di uscita da ogni forma di capitalismo come unico orizzonte per miliardi di esseri umani.\r\nCome? L’esodo conflittuale dall’esistente si prefigura come possibilità concreta di coniugare autogestione e conflitto, ma i percorsi che delineano questa prospettiva teorica vanno costruiti di giorno in giorno e continuamente verificati nella prassi.Anarres ne ha parlato con Salvo Vaccaro dell’Università di Palermo.\r\n\r\nAscolta la chiacchierata che abbiamo fatto con lui 2013 05 03 politica salvo vaccaro\r\n\r\nSe sei interessato alle questioni poste e vuoi esprimere il tuo parere puoi scriverci a anarres@inventati.org",[206],{"field":130,"matched_tokens":207,"snippet":203,"value":204},[125],{"best_field_score":134,"best_field_weight":135,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":31,"score":136,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":93},6636,{"collection_name":117,"first_q":17,"per_page":78,"q":17},9,["Reactive",213],{},["Set"],["ShallowReactive",216],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$f7RNf9Wgu91oSNVgT3q-kkTRUZunYv--sY3j7LpC2ceM":-1},true,"/search?query=demonetizzare"]