","Je so pazz: le note di Pino Daniele liberano un ex Opg a Napoli","post",1425561325,[61,62,63,64],"http://radioblackout.org/tag/collettivo-autonomo-universitario/","http://radioblackout.org/tag/ex-opg/","http://radioblackout.org/tag/je-so-pazz/","http://radioblackout.org/tag/napoli/",[34,17,28,15],{"post_content":67,"post_title":72,"tags":77},{"matched_tokens":68,"snippet":70,"value":71},[69],"opg","a disposizoine della cittadinanza l'ex \u003Cmark>opg\u003C/mark>, un'area enorme di stanze che","Lunedì il Collettivo autonomo universitario di Napoli ha messo a disposizoine della cittadinanza l'ex \u003Cmark>opg\u003C/mark>, un'area enorme di stanze che erano celle, di orti e pergolati: da spazio reclusivo per generazioni di disperati e perseguitati a spazio due volte liberato: perché l'occupazione è messa a disposizione dei bisogni del quartiere e perché era una prigione che muta radicalmente destinzione d'uso. In questi 4 giorni si sono fatte scoperte di documenti in archivio che potrebbero restituire vita e sofferenze occultate di molti pazienti o reclusi solo perché magari \"fastidiosamente\" impegnati politicamente nei decenni in cui quello era un luogo di sofferenza. Ridicolo l'intervento anche dela polizia penitenziaria, che è tornata sul luogo dei suoi delitti, rivendicando il possesso di un'area dismessa e minacciando gli occupanti che intensificano la vigilanza e invitano alla solidarietà, estendendo quanto più possibile l'attenzione di singoli e collettivi, perché sarebbe proprio un peccato che potessero sgomberare un posto così nel centro di Napoli, con la fame di spazi, abitazioni, iniziative e recuperi di luoghi e cultura contro la repressione e la contenzione, attuali e storiche.\r\n\r\nSaso ci ha accompagnato in questa visita appassionata a un luogo che prende il nome da una delle prime e più belle canzoni di Pino Daniele, in cui era evocato anche Masaniello:\r\n\r\n2015.03.05-y_so_pazz",{"matched_tokens":73,"snippet":76,"value":76},[74,75],"ex","Opg","Je so pazz: le note di Pino Daniele liberano un \u003Cmark>ex\u003C/mark> \u003Cmark>Opg\u003C/mark> a Napoli",[78,80,83,85],{"matched_tokens":79,"snippet":34},[],{"matched_tokens":81,"snippet":82},[74,69],"\u003Cmark>ex\u003C/mark> \u003Cmark>opg\u003C/mark>",{"matched_tokens":84,"snippet":28},[],{"matched_tokens":86,"snippet":15},[],[88,93,96],{"field":35,"indices":89,"matched_tokens":90,"snippets":92},[19],[91],[74,69],[82],{"field":94,"matched_tokens":95,"snippet":76,"value":76},"post_title",[74,75],{"field":97,"matched_tokens":98,"snippet":70,"value":71},"post_content",[69],1157451471441625000,{"best_field_score":101,"best_field_weight":38,"fields_matched":102,"num_tokens_dropped":47,"score":103,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},"2211897868544",3,"1157451471441625195",{"document":105,"highlight":125,"highlights":145,"text_match":99,"text_match_info":153},{"cat_link":106,"category":107,"comment_count":47,"id":108,"is_sticky":47,"permalink":109,"post_author":50,"post_content":110,"post_date":111,"post_excerpt":53,"post_id":108,"post_modified":112,"post_thumbnail":113,"post_thumbnail_html":114,"post_title":115,"post_type":58,"sort_by_date":116,"tag_links":117,"tags":123},[44],[46],"33757","http://radioblackout.org/2016/02/napoli-aggressione-fascista-nei-confronti-di-student-del-liceo-elio-vittorini/","Aggressione fascista a Napoli nei confronti di studenti e studentesse del liceo Elio Vittorini.\r\nVenerdì mattina una decina di militanti di Casa Pound, ultraventenni e non frequentanti la scuola, si sono presentati fuori dal liceo napoletano e hanno messo in campo una azione squadrista premeditata per intimidire alcuni studenti riconosciuti come di “sinistra”.\r\nUn ragazzino di 15 anni è stato prima accerchiato e poi colpito da un pugno dietro la testa che gli ha fatto perdere conoscenza. Hanno poi distribuito volantini di blocco studentesco, organizzazione legata a Casa Pound, e hanno intimidito gli studenti a non denunciare quanto accaduto.\r\nI giovani non si sono fatti però intimidire: durante le ore di lezione hanno esposto lo striscione “Vittorini Antifascista”davanti alla scuola. Al termine delle lezioni i fascisti di Casapound inizialmente non si si sono fatti vedere, salvo spuntare poi nei pressi della stazione di Rione Alto.\r\nQui, armati di mazze e martelli, la seconda azione premeditata: si sono scagliati contro alcuni studenti, colpendoli ripetutamente al volto e alla testa. L’intervento di altre persone li ha poi messi in fuga.\r\nAlla fine sono stati cinque gli studenti feriti, due dei quali portati in ospedale con traumi cranico facciali, ferite e contusioni al volto e sulla testa per un totale di quasi 20 punti di sutura. Per uno di loro anche uno zigomo spaccato che lo costringerà ad una operazione chirurgica.\r\nNe abbiamo parlato al telefono con Alessandro dell'Ex Opg di Napoli nonché uno dei ragazzi aggrediti dai fascisti di Casa Pound.\r\nnapoli","1 Febbraio 2016","2016-02-02 15:12:02","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/12645160_765275143579151_4550273702322649132_n-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/12645160_765275143579151_4550273702322649132_n-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/12645160_765275143579151_4550273702322649132_n-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/12645160_765275143579151_4550273702322649132_n-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/12645160_765275143579151_4550273702322649132_n.jpg 800w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Napoli. 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Lavoro nero, minacce, controllo capillare dei movimenti e dei comportamenti, ambienti di lavoro malsani e compensi irrisori, queste sono solo alcune delle condizioni che i lavoratori di \"Napoli Sotterranea\" sono costretti a subire. Ma non finisce qui, andando a scavare un po' nel profondo nell'associazione che gestisce i percorsi turistici che fanno scoprire ai visitatori le stratificazioni della città partenopea, emerge che l'Onlus facente capo a Enzo Albertini è piuttosto atipica. La tariffa della visita guidata è chiara e nota a tutti – 10 euro – e nessun turista può volontariamente pagare di meno. Sempre in modo molto atipico, alla fine della visita vengono proposti ai visitatori vari prodotti in vendita: un caffè, delle bottiglie di vino che si afferma essere conservato all’interno delle cave, degli ombrelli col nome dell’Associazione ed un numero imprecisato di gadget di ogni tipo. Inoltre si svela una rete di pizzerie, bar, B&B legata a doppio filo ad Albertini che costringe con l'intimidazione i propri lavoratori a pubblicizzare e quindi favorire gli introiti di queste attività commerciali che nel rilancio del turismo napoletano hanno fatto la loro fortuna.\r\n\r\nScoperchiato il vaso in molti hanno trovato il coraggio di parlare e l'inchiesta si va arricchendo di particolari, aneddoti ed esperienze vissute direttamente dai lavoratori che ora hanno deciso di lottare contro questo sistema che li spreme per poco a vantaggio di una Onlus che ha fatto del lucro la propria mission.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Francesco, attivista di \"Je sò Pazz\" e con un' ex lavoratrice di \"Napoli Sotterranea\".\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\nUnknown","10 Novembre 2017","2017-11-14 13:01:16","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/11/napoli-sotterranea-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/11/napoli-sotterranea-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/11/napoli-sotterranea-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/11/napoli-sotterranea-768x576.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/11/napoli-sotterranea-1024x768.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/11/napoli-sotterranea.jpg 1280w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Napoli Sotterranea: su sfruttamento, intimidazioni e ghiotti affari",1510323364,[],[],{"post_content":171},{"matched_tokens":172,"snippet":174,"value":175},[173],"OPG","Camera Popolare del Lavoro dell’Ex \u003Cmark>OPG\u003C/mark> “Je so’ Pazzo”, si è","Da qualche giorno, grazie ad un video inchiesta prodotto dalla Camera Popolare del Lavoro dell’Ex \u003Cmark>OPG\u003C/mark> “Je so’ Pazzo”, si è palesata la situazione di sfruttamento imposta ai lavoratori che operano nell'associazione Onlus \"Napoli Sotterranea\". 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NESSUN NUOVO MANICOMIO!\r\n\r\nNonostante siano trascorsi circa 4 mesi dalla chiusura degli OPG (Ospedali psichiatrici giudiziari), sancita dalla Legge 81/2014, ad oggi queste strutture sono ancora aperte e la maggior parte delle Regioni risultano essere ancora inadempienti per quanto riguarda i progetti di superamento degli ex manicomi criminali. La Regione Piemonte, dovendo dunque presentare in tutta fretta questi piani, pena il commissariamento e la - forse ancor più grave - perdita dei finanziamenti statali, ha pensato bene di prendere in carico gli \"internati\" attualmente rinchiusi nell'ex OPG di Castiglione delle Stiviere, concentrandosi in particolare sull'apertura di 2 REMS (Residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza), una in un ex SPDC in provincia di Biella e una presso la Comunità \"il Barocchio\" di Grugliasco. Si chiudono gli OPG, per aprire i \"miniOPG\", considerati il \"nuovo volto umano\" della psichiatria criminale, ma che sono frutto della stessa logica contenitiva ed escludente, basata sul dispositivo manicomiale della cura-custodia e sul concetto di pericolosità sociale, nostra pesante eredità lombrosiana e fascista (codice Rocco del 1930) per cui il \"folle\" era considerato incurabile, pericoloso, irresponsabile e quindi da isolare dalla società e da rinchiudere per sempre in un'istituzione manicomiale. Anche a detta degli stessi addetti ai lavori, nei fatti nulla cambia se non lo spostamento della gestione dal ministero di \"giustizia\" a quello della sanità e quindi direttamente alle amministrazioni regionali; l'unica novità pare essere la certezza della durata della reclusione (che dovrà corrispondere a quella prevista per il reato compiuto) ma anche questa è uno specchio per le allodole, visto che, finito di scontare la pena, i reclusi saranno costretti a seguire dei programmi terapeutico-riabilitativi individuali, attivati dai Dipartimenti di Salute Metale, che prevederanno il trasferimento in altre strutture psichiatriche e l'inizio di un processo di perenne assistenza psichiatrica territoriale e di reinserimento sociale infinito, promesso ma mai raggiunto, legato indissolubilmente a pratiche e percorsi coercitivi, obbligatori e contenitivi. Un cappio che è destinato a non allentarsi tanto facilmente! Per il Piemonte sono stati stanziati oltre 12 milioni di euro, che, visti i ritardi accumulati per la realizzazione di queste opere, sono stati in buona parte, circa 6 milioni, destinati a soluzioni temporanee, con voci di spesa delle più varie, che sicuramente soddisfano le esigenze personali di amministratori e imprenditori locali. Mancano all'appello 6 milioni, già stanziati nel 2012, da spendere per le opere definitive, di cui gli atti però paiono essere secretati, perché non se ne trova traccia nelle documentazioni istituzionali ufficiali. La clinica \"Barocchio\" di Grugliasco, di fianco all'omonima casa occupata, è stata scelta come futura REMS; funzionari pubblici fin troppo interessati e zelanti sperano di far partire i lavori già a settembre-ottobre. La versione ufficiale è che si inizi da piccoli lavori di adeguamento, ma la solidarietà verso una casa occupata da 23 anni è più forte dei segreti che volevano stravolgere l'iter democratico, in una cascata ministeri-sindaco-primario, e le bugie sono troppo grosse per rimanere chiuse in quattro uffici. Così il cerchio si chiude: esiste ed è reale l'intenzione di sgomberare il Barocchio Squat per fare spazio ad una struttura di coercizione e detenzione. Oltre al danno la beffa! La segretezza e la mancanza di trasparenza di quest'operazione sono un chiaro segnale di quanto stato, regione e comune siano consapevoli di rischiare per mettersi in tasca due picci in più. La città di Torino, da sempre punto caldo di conflitto sociale, saprà rispondere a dovere a questo affronto. La realizzazione dell'ennesima opera coercitiva non sarà ben accetta, a maggior ragione se dobbiamo perdere un'occupazione storica, fucina per 23 anni di attività delle più svariate, da eventi culturali e artistici a pratiche di autocostruzione e sperimentazione dell'autogestione, con nuovi paradigmi, che superano i rapporti dettati dal denaro e dall'autoritarismo, sempre comunque consapevoli che \"ognuno è pazzo a suo modo\". Siamo forti della certezza che con un affronto così non solo tutte le persone che hanno goduto di questa esperienza negli anni, che hanno coltivato le proprie lotte in questa casa e che sono ad essa sentimentalmente legate, ma anche tutte quelle che semplicemente preferiscono avere uno spazio di libertà in più ed un luogo di reclusione in meno saranno pronte ad ostacolare in ogni modo questi progetti!\r\n\r\nSTATE AGITATI\r\n\r\nBAROCCHIO SQUAT","11 Agosto 2015","2015-08-26 17:09:37","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/08/index-194x110.jpeg","\u003Cimg width=\"194\" height=\"259\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/08/index.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","Il Barocchio Squat di Torino sotto sgombero? 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Siamo forti della certezza che con un affronto così non solo tutte le persone che hanno goduto di questa esperienza negli anni, che hanno coltivato le proprie lotte in questa casa e che sono ad essa sentimentalmente legate, ma anche tutte quelle che semplicemente preferiscono avere uno spazio di libertà in più ed un luogo di reclusione in meno saranno pronte ad ostacolare in ogni modo questi progetti!\r\n\r\nSTATE AGITATI\r\n\r\nBAROCCHIO SQUAT",[211],{"field":97,"matched_tokens":212,"snippet":208,"value":209},[173],{"best_field_score":181,"best_field_weight":182,"fields_matched":19,"num_tokens_dropped":47,"score":183,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},6646,{"collection_name":58,"first_q":17,"per_page":216,"q":17},6,{"facet_counts":218,"found":275,"hits":276,"out_of":434,"page":19,"request_params":435,"search_cutoff":36,"search_time_ms":436},[219,250],{"counts":220,"field_name":247,"sampled":36,"stats":248},[221,224,227,230,233,236,238,241,243,245],{"count":222,"highlighted":223,"value":223},42,"frittura mista",{"count":225,"highlighted":226,"value":226},39,"anarres",{"count":228,"highlighted":229,"value":229},28,"I Bastioni di Orione",{"count":231,"highlighted":232,"value":232},9,"Bello come una prigione che brucia",{"count":234,"highlighted":235,"value":235},7,"la perla di labuan",{"count":216,"highlighted":237,"value":237},"il colpo del strega",{"count":239,"highlighted":240,"value":240},5,"black holes",{"count":239,"highlighted":242,"value":242},"Macerie su macerie",{"count":39,"highlighted":244,"value":244},"stakka stakka",{"count":39,"highlighted":246,"value":246},"liberation front","podcastfilter",{"total_values":249},116,{"counts":251,"field_name":35,"sampled":36,"stats":273},[252,255,258,259,261,263,265,267,269,271],{"count":253,"highlighted":254,"value":254},25,"Bastioni di Orione",{"count":256,"highlighted":257,"value":257},20,"frittura mista radio fabbrica",{"count":231,"highlighted":204,"value":204},{"count":231,"highlighted":260,"value":260},"carcere",{"count":234,"highlighted":262,"value":262},"Radio Blackout",{"count":216,"highlighted":264,"value":264},"storia",{"count":216,"highlighted":266,"value":266},"musica",{"count":216,"highlighted":268,"value":268},"milano",{"count":216,"highlighted":270,"value":270},"41 bis",{"count":216,"highlighted":272,"value":272},"letteratura",{"total_values":274},712,196,[277,313,337,366,389,412],{"document":278,"highlight":293,"highlights":303,"text_match":308,"text_match_info":309},{"comment_count":47,"id":279,"is_sticky":47,"permalink":280,"podcastfilter":281,"post_author":282,"post_content":283,"post_date":284,"post_excerpt":53,"post_id":279,"post_modified":285,"post_thumbnail":286,"post_title":287,"post_type":288,"sort_by_date":289,"tag_links":290,"tags":292},"94490","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-19-12-2024-limplosione-degli-stati-nazione-post-coloniali-siria-e-myanmar-contraccolpi-in-georgia-e-nel-caucaso-ex-sovietico-della-guerra-in-europa-i-fantasmi-di-gwangju-in-c/",[229],"radiokalakuta","In questa ultima puntata del 2024 Bastioni di Orione si confronta con gli effetti della frammentazione dei territori , conseguenza della crisi dell'ordine capitalista post globalizzazione e la ridefinizione in corso degli assetti di potere in aree strategiche come il Levante e il Sud Est asiatico guardando nello specifico al caso della Siria e del Myanmar. Le fratture dovute al confronto bellico fra Nato e Russia come onde sismiche si estendono fino al Caucaso ,ingerenze esterne si manifestano scompaginando equlibri ,innestando tensioni ,favorendo divisioni all'interno di società colpite dalla crisi sociale e anche d'identità riveniente dal collasso dell'URSS come nel caso della Georgia. Nel quadro della frammentazione globale anche società ritenute stabili come la Corea del Sud ripiombano nell'incubo di un passato autoritario non troppo lontano in cui i militari detenevano il potere , tentativi di golpe e crisi di rappresentanza politica scuotono le fondamenta di un paese divenuto fondamentale per l'architettura militare anticinese nell'Indo Pacifico.\r\n\r\nCon Emanuele Giordana giornalista ,scrittore e profondo conoscitore dell'Asia ,parliamo della situazione in Myanmar e degli sviluppi della guerra che ha provocato migliaia di morti e almeno tre milioni di profughi interni. Le città principali sono ancora sotto il controllo dell'esercito mentre le milizie etniche e l'opposizione controllano gli stati perifici e le aree di confine in particolare con la Cina e il Bangladesh. L'avanzata delle formazioni separatiste che sono attive dal 1948 respinge l'esercito del regime militare ma segue un' agenda legata ad interessi particolari dal traffico di droga al contrabbando . L'atteggiamento della Cina sta cambiando ,ha tollerato la giunta fino ad ora e al contempo ha consentito il passaggio di armi e viveri verso le formazioni armate ,ma ora sta spingendo per un negoziato fra le parti preoccupata dal caos ai suoi confini . L' ASEAN (la Associazione delle nazioni del Sudest Asiatico ) si sta muovendo per trovare una via d'uscita dalla crisi che attanaglia il Myanmar dopo il colpo di stato militare del 2021 ,su iniziativa della Thailandia ,inquieta per l'afflusso dei profughi . L'Indonesia ,che ora ha un presidente ex militare ,sembra voler cambiare posizione verso la giunta bimana e se i cinesi non abbandonano i generali la situazione potrebbe cambiare per i militari al potere anche perchè finora, la road map per la pace, proposta dai 10 membri dell'ASEAN e nota come \"Piano in cinque punti\", non ha trovato l'appoggio del governo birmano, nè dei gruppi di opposizione. 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Il parlamento al terzo tentativo è riuscito a votare l'impeachment contro il presidente ,ora sospeso dalle sue funzioni ,bisognerà attendere la Corte Costituzionale per confermare l'incriminazione ma la composizione della stessa corte fa supporre un esito negativo.\r\n\r\nLa mobilitazione della piazza costituisce un elemento di fiducia nella presenza di anticorpi democratici nella società coreana,la memoria collettiva della sanguinosa repressione del 1980 dell'insurrezione di Gwangju ,raccontata anche nel romanzo \"Atti umani\" del premio nobel per la letteratura Hang Kang, ha sedimentato l'insofferenza per i pronunciamenti autoritari dei militari. 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Erdogan,apparentemente il vincitore della contesa siriana. nelle sue recenti dichiarazioni ha fatto riferimento ad una supposta \"geografia del cuore\" affermando che la Turchia è più grande della Turchia con esplicito riferimento al mondo turcofono che si espande bel oltre i confini dello stato turco.\r\n\r\nDopo il passaggio dal barbiere Al Jolani cerca di vendere la sua nuova immagine ma le donne sono le sentinelle che per prime danno l'allarme sulla natura integralista del nuovo potere insediatosi con il sostegno della Turchia a Damasco . Nessuno dei protagonisti che si muovono nello scenario siriano vuole apparentementre fare gli stessi errori che fecero gli americani in Irak sciogliendo il partito Bath e l'esercito creando cosi' le condizioni per la rivolta sunnita ,ma l'integrazione delle varie milizie che si sono combattute finora in un nuovo esercito sembra un' impresa estremamente difficoltosa . L'esperimento del confederalismo democratico nei territori curdi è a rischio sia perchè costituisce un modello alternativo al nazionalismo etnico prevalente sia perchè nei piani di Erdogan non cè spazio per una entità curda e colui che gestirà la transizione siriana per conto di Ankara è lo stesso Hakam Fidam ora ministro degli esteri , ex capo dei servizi segreti turchi che agevolarono il passaggio delle milizie islamiche verso la Siria dal confine turco. 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Il rinvio del percorso di adesione all'Unione Europea ha scatenato l'insofferenza di una parte del paese che vedeva in questo processo la possibilità di fuoriuscita dalla crisi economica ,la visione conservatrice del partito di governo dettata da un'agenda populista e reazionaria ha portato alla chiusura della società georgiana prima considerata aperta ed accogliente . L'ingerenze delle istituzioni europee ,l'influenza americana che si esercita attraverso il sistema delle ONG ,la volontà della NATO di coinvolgere la Georgia nella guerra ucraina ,il legame del partito di governo con la Russia fanno della Georgia uno scenario simile a quello che precedette i fatti di piazza Maidan, i fattori esterni prevalgono sulle contraddizioni strutturali della società georgiana che rischia una frattura insanabile.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/BASTIONI-19122024-ZOPPELLARO.mp3\"][/audio]","21 Dicembre 2024","2024-12-21 16:05:38","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 19/12/2024- L'IMPLOSIONE DEGLI STATI NAZIONE POST COLONIALI : SIRIA E MYANMAR, CONTRACCOLPI IN GEORGIA E NEL CAUCASO EX SOVIETICO DELLA GUERRA IN EUROPA ,I FANTASMI DI GWANGJU IN COREA DEL SUD.","podcast",1734797138,[291],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[254],{"post_content":294,"post_title":298},{"matched_tokens":295,"snippet":296,"value":297},[74],"che ora ha un presidente \u003Cmark>ex\u003C/mark> militare ,sembra voler cambiare posizione","In questa ultima puntata del 2024 Bastioni di Orione si confronta con gli effetti della frammentazione dei territori , conseguenza della crisi dell'ordine capitalista post globalizzazione e la ridefinizione in corso degli assetti di potere in aree strategiche come il Levante e il Sud Est asiatico guardando nello specifico al caso della Siria e del Myanmar. 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E invece è alle prese con miseria, clan, pogrom, lumpenproletariat...\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n\r\nSolo facendo risalire a questi presupposti si possono interpretare i tatticismi putiniani nella zona caucasica, dove il Cremlino non si è comportato come in Bielorussia – con la strenua difesa di Lukashenko –, né come in Ucraina (l'occupazione della Crimea non può venir considerata \"vincente\" per Putin, a fronte della perdita del resto dell'Ucraina). Ma soprattutto si evidenziano i problemi che emergono nelle dispute per procura in Libia (dove al momento pare che Erdoğan tragga maggiori vantaggi), in Siria – dove il 21 ottobre è cominciato il lento ripiegamento delle truppe turche da Idlib –, in Nagorno-Karabach, dove Ankara è impegnata direttamente e Mosca cerca di presentarsi come Grande Mediatrice.\r\n\r\n \r\n\r\nE poi c'è il Greta Game siberiano: il legname va separato dagli interessi mafiosi secondo Putin che h abloccato le esportazioni, ma i cinesi hanno comprato i diritti di sfruttamento per un secolo. Non si può immaginare quale sarà l'evoluzione dei rapporti tra i due giganti asiatici, Yurii non sembra propenso a immaginare una reale alleanza, ma la questione siberiana è complessa e attigua alla guerra indopacifica.\r\n\r\n \r\n\r\nSi vedrà quanto filo hanno i singoli contendenti da filare (o meglio quanto petrolio o gas hanno da spillare e vendere); quali e quante alleanze riusciranno a fabbricare i due contendenti, tra cinesi e loro interessi sui territori centrasiatici (strategici per la Belt Road Iniziative) da un lato e sanzioni dall'altro da parte di occidentali, dubbiosi tra eticità e affari... tra tatticismi riusciti e inesistenti strategie; tra boiari, intelligence, affaristi, mafie...\r\n\r\nAffascinanti i Bastioni di Orione che ci illustra Yurii:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/Yurij_01-satelliti-in-subbuglio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","26 Ottobre 2020","2020-11-03 20:15:14","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/bambole-putin-erdogan-200x110.jpg","“I Bastioni di Orione” e... i satelliti ex sovietici in subbuglio (n° 0)",1603754938,[325],"http://radioblackout.org/tag/bastioniorione/",[327],"BastioniOrione",{"post_title":329},{"matched_tokens":330,"snippet":331,"value":331},[74],"“I Bastioni di Orione” e... i satelliti \u003Cmark>ex\u003C/mark> sovietici in subbuglio (n° 0)",[333],{"field":94,"matched_tokens":334,"snippet":331,"value":331},[74],{"best_field_score":310,"best_field_weight":311,"fields_matched":19,"num_tokens_dropped":19,"score":336,"tokens_matched":19,"typo_prefix_score":47},"578730123365187705",{"document":338,"highlight":355,"highlights":361,"text_match":308,"text_match_info":364},{"comment_count":47,"id":339,"is_sticky":47,"permalink":340,"podcastfilter":341,"post_author":342,"post_content":343,"post_date":344,"post_excerpt":53,"post_id":339,"post_modified":345,"post_thumbnail":346,"post_title":347,"post_type":288,"sort_by_date":348,"tag_links":349,"tags":352},"100039","http://radioblackout.org/podcast/radio-kebab-17925/",[342],"radiokebab","????? ????? stasera dalle H20 vi spiattella una tonnellata di cattivo gusto in musica! 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sempre con il reporter esperto delle questioni estremo orientali abbiamo poi raggiunto il Nepal dove si è assistito a un nuovo episodio delle rivolte della macroarea nell'ultimo anno (dopo Bangla Desh e Sri Lanka) che hanno portato alla destituzione del governo corrotto filocinese; senza tralasciare il pugno di ferro di Prabowo che riprende la tradizione repressiva dell'Indonesia.\r\nLa lunga puntata si è conclusa in Latinamerica con Andrea Cegna inseguendo altri venti di guerra, anche questi scatenati dall'Impero americano in declino: le War on Drugs di nixoniana memoria, ripristinate dall'amministrazione Trump come pretesto per colpire i nemici del cortile di casa; così si è parlato di quale sia il significato ancora del regime bolivariano in Venezuela, ma anche del contrasto in Caribe e quale ruolo svolga il Mexico di Scheinbaum, riservandoci di affrontare tra un mese le alterne fortune del neoliberismo nel mondo latinoamericano, in particolare quello incarnato da Milei che ha subito sì una sonora sconfitta a Buenos Aires, ma in ottobre per le elezioni del Parlamento può ambire a un numero maggiore di rappresentanti eletti tra le sue file.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nOil non olet\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/3iOadt0OjeBCBS2wCkHYV6?si=2mNA3bJ4QpaubkOL24hdvg\r\n\r\nSi sono sprecati tutti gli aggettivi più vieti possibili per esprimere indignazione per l’efferatezza delle operazioni militari di Idf agli ordini politici del governo fascista di Netanyahu, sempre rispettando il diritto di Israele a perpetuare un genocidio in quanto popolo eletto, ma di fronte alla sorpresa per il bombardamento della delegazione riunita a valutare proposte di “pace” nel territorio sovrano del Qatar, una nazione filoamericana che ospita la più grossa base statunitense nel Sudovest asiatico e ha regalato l’aereo presidenziale come omaggio al nuovo imperatore, sono venute meno le inani riprovazioni e i vicini sauditi si sono rivolti al Pakistan in cerca di ombrello nucleare e protezione. La credibilità dell’amministrazione Trump è scomparsa del tutto e il volto mascherato di sangue dello Stato ebraico è apparso improvvisamente con i suoi veri connotati al mondo arabo, che ha sempre abbandonato le genti di Palestina al loro destino sacrificale, in cambio di affari.\r\nIl raid israeliano a Doha ha superato il perimetro del conflitto con Hamas: ha squassato regole non scritte, infranto la logica del territorio mediatore, e messo in discussione l’intero schema di alleanze della diplomazia araba, quella stessa che ha permesso al Mossad le peggiori turpitudini e fornito appoggio per operazioni nell'area contro gli avversari di Israele, che con il suo istinto da scorpione ha punto persino il proprio cavallo di Troia nella regione. Il Qatar, lungi dall’essere un bersaglio secondario, entra nella storia come simbolo della frattura tra potenza militare israeliana e coesione regionale arabo-americana, dando spazio a una alleanza di nuovo stampo con una potenza nucleare che fa parte della Belt Road cinese e si approvvigiona da Pechino per i suoi ordigni, come la filosionista India si è accorta nell'ultimo conflitto di pochi mesi fa.\r\nForse ora tutti si accorgeranno che la volontà di cancellazione di ogni traccia di vita e cultura araba dal territorio della Israele biblica coinvolge anche le vestigia e le tradizioni mondiali, ma questo risultato è stato possibile perché tutto ciò che stanno perpetrando i sionisti è già stato sperimentato dai governi di Washington, per esempio in Iraq, dove sono state ridotte in briciole dallo spregio dell’esercito americano testimonianze artistiche e culturali millenarie. Questo è reso possibile dalla presunzione che l’unica vera cultura sia quella ebraico-cristiana e tutti gli altri sono semplici colonizzati senza cultura propria.\r\nQuesti sono i prodromi perché quando gli invasati come Smotrich e Ben Gvir picconeranno la moschea di Gerusalemme, come già hanno cominciato a fare, Al-Aqsa sarà la soglia oltre alla quale la hybris ebraica renderà conto dei suoi abusi, perché la rivolta a quel punto non coinvolgerà solo i milioni di palestinesi, ma i miliardi di musulmani. E gli accordi finanziari, gli interessi per i resort progettati su una Striscia di concentramento e sterminio nulla potranno di fronte alla rivendicazione culturale delle masse oltraggiate dall’impunità israeliana.\r\nGià la trasferta di Rubio a Doha si è risolta in un fallimento: nonostante il giorno prima la riunione dei paesi coinvolti avesse balbettato, come una qualunque Unione europea, L’emiro Tamim ha chiesto i risarcimenti per i danni causati nel bombardamento israeliano su Doha, le scuse ufficiali e l’impegno di Netanyahu a non ripetere più la sua prepotenza e soprattutto di bloccare le uccisioni di innocenti a Gaza.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/Oil-non-olet-in-Qatar.mp3\"][/audio]\r\n\r\nAltri temi inerenti all'aggressione colonialista israeliana degli ultimi 80 anni si trovano qui\r\n\r\n\r\n\r\nIrresolubili contrasti che trovano nell'acqua del Nilo pretesti per perpetuarsi\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/dalla-diga-sul-nilo-all-assedio-di-al-fashir-conflitti-in-africa-orientale--67835929\r\n\r\nFinalmente a inizio settembre si è inaugurata Gerd, la grande diga sul Nilo Azzurro voluta da Ahmed e che non solo approvvigionerebbe Etiopia, Sudan, Kenya e Gibuti di energia elettrica, ma coprirebbe il 20% dei consumi dell’Africa orientale. In questo anno in cui il bacino idrico si è andato riempiendo i dati dimostrano che questo non è avvenuto a detrimento dei paesi a valle, eppure i motivi di attrito con l’Egitto non scemano e anzi si dispiegano truppe del Cairo in Somalia, evidenziando alleanze e divisioni legate ad altri dossier, quali lo sbocco al mare in Somaliland (proprio la regione che per essere riconosciuta da Usa e Israele è disposta a ospitare i gazawi deportati) per Addis Abeba, o gli scontri interetnici sia a Nord in Puntland, che nel Jubbaland a Sud. Matteo Palamidesse ci aiuta a districarci ancora una volta in mezzo a queste dispute, ma ci apre anche una finestra sull’orrore attorno ad Al Fashir, città nel Sudan occidentale con 300.000 abitanti assediati dalle milizie delle Forze di intervento rapido di Hemedti; le sue parole a questo proposito vengono registrate qualche ora prima che un attacco contro una moschea proprio nei dintorni della città del Darfur ai confini con il Ciad il 19 settembre producesse 75 morti.\r\nNon poteva mancare anche uno sguardo al Sud Sudan nel giorno in cui è stato reso noto il rapporto della Commissione delle Nazioni Unite per i diritti umani in Sud Sudan, frutto di due anni di indagini e analisi indipendenti che hanno evidenziato il Saccheggio di una nazione, come riporta il titolo del dossier stesso.\r\n\r\n \r\n\r\nIl dossier africano che racchiude i podcast precedenti si trova qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/Infiniti-squilibri-distopici-in-Africa-orientale.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\nIl capillare cambio di paradigma sistemico in Sudest asiatico\r\n\r\nCon Emanuele Giordana parliamo dei venti di rivolta giovanile che stanno scuotendo alcuni paesi asiatici, un'onda lunga partita dalle rivolte in Sri Lanka nel 2022 e Bangladesh nel 2024 che hanno defenestrato le dinastie al potere reclamando un cambiamento sostanziale . Le cause delle crisi che stanno attraversando alcuni paesi asiatici hanno le loro radici in un sistema di potere autoritario che nega le legittime aspirazioni delle nuove generazioni a una partecipazione concreta alle scelte che condizionano il loro futuro. La crisi economica, le distorsioni nello sviluppo eredità del colonialismo, l'iniqua distribuzione delle risorse, la corruzione imperante, le smodate ricchezze esibite da élite predatorie, l'ingombrante presenza dei militari nella vita politica ed economica, la disoccupazione giovanile e la mancanza di prospettive sono tratti comuni in paesi come la Thailandia, l'Indonesia e con caratteristiche più peculiari il Nepal. Sono paesi dove i giovani sono la maggioranza ma le loro richieste di cambiamento sono state compresse e represse per molto tempo e dove hanno trovato uno sbocco elettorale come in Thailandia i poteri conservatori e legati alla monarchia hanno invalidato l'esito elettorale. La chiamano la generazione \"z\" ma a prescindere dalle definizioni queste rivolte sono il sintomo di una forte richiesta di cambiamento del modello di accumulazione che ha contraddistinto la tumultuosa crescita dei paesi asiatici. Questa spinta generazionale ancora non riesce a trasformarsi in un articolato progetto politico ma sta mettendo in discussione fortemente un modello di società che ormai non garantisce né crescita né uguaglianza, le rivolte si stanno espandendo e chissà che dall'Asia arrivi anche in Europa questo virus benefico.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/i-giovani-scuotono-l-asia-dalla-crisi-politica-thai-alle-rivolte-in-nepal-ed-indonesia--67824026\r\n\r\nAltri temi inerenti alla geopolitica estremorientale si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/BASTIONI-GIORDANA-18092025.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nTrump ringhia contro il Venezuela agitando lo spettro della guerra alla droga.\r\n\r\nTrump si rivolge verso il \" patio trasero\" yankee con molta più frequenza ed aggressività delle precedenti amministrazioni anche repubblicane. L'impero declinante ha perso importanti posizioni in America Latina nel confronto con il competitor cinese e quindi ora Washington si atteggia a \" terminator\" nella strategia della lotta antidroga ,alibi per eccellenza fin dai tempi di Nixon per mascherare le ingerenze nordamericane. Il target è il Venezuela, irriducibilmente chavista nonostante Maduro, comunque eccezione pur con le sue contraddizioni a causa di un modello economico redistributivo verso il basso che non trova più seguaci nella regione . Rimasto prigioniero delle logiche di capitalismo estrattivo il Venezuela di Maduro resiste anche per l'inefficacia di un'opposizione poco credibile ed asservita agli interessi statunitensi, preda ambita per le sue riserve petrolifere.\r\nIl narcotraffico costituisce la copertura per l'interventismo nordamericano che ricorda la versione 2.0 della dottrina Monroe, ma il destino manifesto è duro da affermare in un continente sempre più autonomo dai legami con l'ingombrante vicino e legato ad interessi economici ed investimenti cinesi.\r\n\r\nNe parliamo con Andrea Cegna, giornalista e conoscitore dell'America Latina\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/trump-ringhia-contro-il-venezuela-agitando-lo-spettro-della-guerra-alla-droga--67855661\r\n\r\nPer ripercorrere i sentieri fin qui percorsi con i popoli latinos, si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/BASTIONI-18092025-CEGNA.mp3\"][/audio]","20 Settembre 2025","2025-09-22 23:43:33","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 18/09/2025 - LA SVOLTA DELL'ATTACCO SIONISTA A DOHA; 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In questo anno in cui il bacino idrico si è andato riempiendo i dati dimostrano che questo non è avvenuto a detrimento dei paesi a valle, eppure i motivi di attrito con l’Egitto non scemano e anzi si dispiegano truppe del Cairo in Somalia, evidenziando alleanze e divisioni legate ad altri dossier, quali lo sbocco al mare in Somaliland (proprio la regione che per essere riconosciuta da Usa e Israele è disposta a ospitare i gazawi deportati) per Addis Abeba, o gli scontri interetnici sia a Nord in Puntland, che nel Jubbaland a Sud. Matteo Palamidesse ci aiuta a districarci ancora una volta in mezzo a queste dispute, ma ci apre anche una finestra sull’orrore attorno ad Al Fashir, città nel Sudan occidentale con 300.000 abitanti assediati dalle milizie delle Forze di intervento rapido di Hemedti; le sue parole a questo proposito vengono registrate qualche ora prima che un attacco contro una moschea proprio nei dintorni della città del Darfur ai confini con il Ciad il 19 settembre producesse 75 morti.\r\nNon poteva mancare anche uno sguardo al Sud Sudan nel giorno in cui è stato reso noto il rapporto della Commissione delle Nazioni Unite per i diritti umani in Sud Sudan, frutto di due anni di indagini e analisi indipendenti che hanno evidenziato il Saccheggio di una nazione, come riporta il titolo del dossier stesso.\r\n\r\n \r\n\r\nIl dossier africano che racchiude i podcast precedenti si trova qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/Infiniti-squilibri-distopici-in-Africa-orientale.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\nIl capillare cambio di paradigma sistemico in Sudest asiatico\r\n\r\nCon Emanuele Giordana parliamo dei venti di rivolta giovanile che stanno scuotendo alcuni paesi asiatici, un'onda lunga partita dalle rivolte in Sri Lanka nel 2022 e Bangladesh nel 2024 che hanno defenestrato le dinastie al potere reclamando un cambiamento sostanziale . Le cause delle crisi che stanno attraversando alcuni paesi asiatici hanno le loro radici in un sistema di potere autoritario che nega le legittime aspirazioni delle nuove generazioni a una partecipazione concreta alle scelte che condizionano il loro futuro. La crisi economica, le distorsioni nello sviluppo eredità del colonialismo, l'iniqua distribuzione delle risorse, la corruzione imperante, le smodate ricchezze esibite da élite predatorie, l'ingombrante presenza dei militari nella vita politica ed economica, la disoccupazione giovanile e la mancanza di prospettive sono tratti comuni in paesi come la Thailandia, l'Indonesia e con caratteristiche più peculiari il Nepal. Sono paesi dove i giovani sono la maggioranza ma le loro richieste di cambiamento sono state compresse e represse per molto tempo e dove hanno trovato uno sbocco elettorale come in Thailandia i poteri conservatori e legati alla monarchia hanno invalidato l'esito elettorale. La chiamano la generazione \"z\" ma a prescindere dalle definizioni queste rivolte sono il sintomo di una forte richiesta di cambiamento del modello di accumulazione che ha contraddistinto la tumultuosa crescita dei paesi asiatici. Questa spinta generazionale ancora non riesce a trasformarsi in un articolato progetto politico ma sta mettendo in discussione fortemente un modello di società che ormai non garantisce né crescita né uguaglianza, le rivolte si stanno espandendo e chissà che dall'Asia arrivi anche in Europa questo virus benefico.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/i-giovani-scuotono-l-asia-dalla-crisi-politica-thai-alle-rivolte-in-nepal-ed-indonesia--67824026\r\n\r\nAltri temi inerenti alla geopolitica estremorientale si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/BASTIONI-GIORDANA-18092025.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nTrump ringhia contro il Venezuela agitando lo spettro della guerra alla droga.\r\n\r\nTrump si rivolge verso il \" patio trasero\" yankee con molta più frequenza ed aggressività delle precedenti amministrazioni anche repubblicane. L'impero declinante ha perso importanti posizioni in America Latina nel confronto con il competitor cinese e quindi ora Washington si atteggia a \" terminator\" nella strategia della lotta antidroga ,alibi per eccellenza fin dai tempi di Nixon per mascherare le ingerenze nordamericane. Il target è il Venezuela, irriducibilmente chavista nonostante Maduro, comunque eccezione pur con le sue contraddizioni a causa di un modello economico redistributivo verso il basso che non trova più seguaci nella regione . Rimasto prigioniero delle logiche di capitalismo estrattivo il Venezuela di Maduro resiste anche per l'inefficacia di un'opposizione poco credibile ed asservita agli interessi statunitensi, preda ambita per le sue riserve petrolifere.\r\nIl narcotraffico costituisce la copertura per l'interventismo nordamericano che ricorda la versione 2.0 della dottrina Monroe, ma il destino manifesto è duro da affermare in un continente sempre più autonomo dai legami con l'ingombrante vicino e legato ad interessi economici ed investimenti cinesi.\r\n\r\nNe parliamo con Andrea Cegna, giornalista e conoscitore dell'America Latina\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/trump-ringhia-contro-il-venezuela-agitando-lo-spettro-della-guerra-alla-droga--67855661\r\n\r\nPer ripercorrere i sentieri fin qui percorsi con i popoli latinos, si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/BASTIONI-18092025-CEGNA.mp3\"][/audio]",[386],{"field":97,"matched_tokens":387,"snippet":383,"value":384},[74],{"best_field_score":310,"best_field_weight":182,"fields_matched":19,"num_tokens_dropped":19,"score":365,"tokens_matched":19,"typo_prefix_score":47},{"document":390,"highlight":403,"highlights":408,"text_match":308,"text_match_info":411},{"comment_count":47,"id":391,"is_sticky":47,"permalink":392,"podcastfilter":393,"post_author":394,"post_content":395,"post_date":373,"post_excerpt":53,"post_id":391,"post_modified":396,"post_thumbnail":397,"post_title":398,"post_type":288,"sort_by_date":399,"tag_links":400,"tags":402},"99857","http://radioblackout.org/podcast/frittura-mistaradio-fabbrica-05-08-2025/",[223],"fritturamista","Il primo approfondimento della puntata lo abbiamo fatto in compagnia di Josè del CALP (Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali) sul respingimento della nave containers dal porto di Genova, da parte dei lavoratori portuali, a causa del carico di armi destinato ad Israele. Josè a specificato che: \"questa vittoria impensabile è frutto di una mobilitazione che i portuali portano da anni contro i trasporti di guerra rafforzata da reti internazionaliste che uniscono le lotte nei porti. Infatti l'allerta sulla nave cargo più grande del mondo, la COSCO SHIPPING PISCES, contenete un carico di morte era partita dal porto del Pireo in Grecia. Nel giro di poche ore il coordinamento internazionale dei porti contro contro la guerra ha comunicato il suo passaggio. Il CALP ha immediatamente proclamato le sciopero di 24h per il 5 agosto 2025.\" A quanto pare la proclamazione dello sciopero e la determinazione dei lavoratori portuali hanno fatto tornare indietro la nave containers che non ha scaricati più in suo carico di morte.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/F_m_05_08_Jose-Calp-Genova-su-annuncio-di-sciopero-che-impeidisce-passaggio-materiale-bellico.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nNella giornata di domenica 28, come redazione di Frittura Mista alias Radio Fabbrica, abbiamo realizzato due approfondimenti all'interno del Festival Alta Felicità 2025, essendo stata Radio Blackout parte integrante di questa edizione del festival.\r\n\r\nLa seconda intervista la abbiamo realizzata in compagnia di Dario Salvetti, del collettivo di fabbrica ex GKN, presente all'assemblea tenutasi venerdì 26 \"LA FUNZIONE SOCIALE DEL LAVORO TRA ZONE DI SACRIFICIO E DI TRANSIZIONE INDUSTRIALE\". Con Dario abbiamo voluto ripercorrere brevemente le tappe che hanno composto la storia di 4 anni di movimento operaio dal basso, ma abbiamo voluto approfondire anche le difficoltà che esso ha trovato sul suo cammino e che continuerà ad incontrare. Infatti le sfide all'orizzonte sono tante, cercare di portare a termine il progetto di fabbrica socialmente integrata per recuperare in autogestione lo stabilimento di Campi Bisenzio, affrontare la minaccia di sgombero dello stesso e continuare a mantenere viva l'attenzione e la rabbia di un collettivo che vuole essere preso per sfinimento da istituzioni e classe padronale. A tal proposito, molto interessante la parte in cui Dario ci spiega cosa vuol dire riuscire a prendersi cura l'un dell'altro, grazie allo strumento della cassa di mutuo aiuto, creata dal collettivo, che però non può essere l'unico modo per tenere unito e determinato un gruppo di operai licenziati e sballottati dalle istituzioni da 4 anni.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/Intervista-a-Dario-collettivo-di-fabbrica-ex-gkn-live-FAF-2025.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","2025-09-20 10:32:37","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/csm_manifestazione_porto_di_Genova_0c8aa823f1-200x110.jpeg","frittura mista|radio fabbrica 05/08/2025",1758364357,[401],"http://radioblackout.org/tag/frittura-mista-radio-fabbrica/",[257],{"post_content":404},{"matched_tokens":405,"snippet":406,"value":407},[74],"Salvetti, del collettivo di fabbrica \u003Cmark>ex\u003C/mark> GKN, presente all'assemblea tenutasi venerdì","Il primo approfondimento della puntata lo abbiamo fatto in compagnia di Josè del CALP (Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali) sul respingimento della nave containers dal porto di Genova, da parte dei lavoratori portuali, a causa del carico di armi destinato ad Israele. 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Abbiamo realizzato il tutto in differita, proprio perchè mentre stavamo registrando l'intervista, Francesca si stava recando in macchina verso Ginevra per portare la voce dei lavoratori di fronte agli azionisti del fondo Richemont che controlla, tra gli altri brand, Montblanc.\r\n\r\nGià l'anno scorso lavoratori, membri del sindacato e solidali erano andati a ricordare le responsabilità diretta a questi azionisti, la cui somma di fatturato dell'anno scorso ammontava a circa 21 miliardi di euro, guadagnati sul sangue di lavoratori costretti a lavorare dalle 12 alle 14 anche 15 ore al giorno, senza alcun dispositivo per la sicurezza e pagati 3 euro all'ora.\r\n\r\nFrancesca ci racconta nello specifico come è andata l'anno passato la contestazione a Ginevra e ci spiega le diversità con quelle che si terranno il 10 Settembre, perchè ci saranno di nuovo i lavoratori coinvolti nella vertenza Montblanc in presidio davanti all'Hotel Intercontinental, ma ci sarà anche una voce di critica dall'interno dell'assemblea di azionisti che proprio li avrà luogo. Infatti grazie alla convergenza con Abiti Puliti, parte della campagna internazionale Clean Clothes Campaign e ai contatti creati in loco con i sindacati svizzeri solidali, l'ONG Public Eye, ha intrapreso le mosse di quello che si definisce azionariato critico e da azionista, avrà facoltà di esprimere il suo parere critico sulle condotte in materia di tutela dei diritti dei lavoratori, all'assemblea degli azionisti.\r\n\r\nContinuiamo l'intervista proprio ricordando le numerose collaborazioni virtuose della lotta dei lavoratori Montblanc oltre che con le realtà già elencate, anche con il Collettivo lavoratori ex GKN e con Al Jazeera, che ha prodotto un reportage (che potete trovare sotto l'audio dell'intervista) e di quanto queste si siano rivelate parte fondamentale dei processi di lotta nel mondo dell'industria tessile e non solo.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/F_m_09_09_Francesca-SUDD-COBAS-su-picchetto-Montblanc-a-Ginevra.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nhttps://www.youtube.com/watch?v=owXegVj1NC4\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl terzo argomento della puntata è ruotato attorno al collettivo CALP di Genova, in compagnia di Lorenzo Montanari di USB Torino, anche con lui intervista registrata in differita, proprio perchè con il sindacato sono parte attiva della presenza di piazza di cui abbiamo parlato nel primo collegamento della puntata. Nello specifico stiamo parlando della seconda proiezione organizzata a Torino del film \"Portuali\" diretto da Perla Sardella, che avverrà il 16 settembre alle 20 presso il Circolo OST Barriera di via Pietracqua 9 a Torino. Abbiamo chiesto a Lorenzo perchè come USB Piemonte hanno scelto di fare quesa proiezione, di raccontarci qualcosa riguardo a questo film e poi abbiamo rilanciato le prossime iniziative che vede coinvolto il sindacato di base,\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/F_m_09_09_Lorenzo-Montanari-su-proiezione-portuali.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","10 Settembre 2025","2025-09-10 09:52:09","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/000003950015-scaled-1-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 09/09/2025",1757497929,[401],[257],{"post_content":426},{"matched_tokens":427,"snippet":428,"value":429},[74],"anche con il Collettivo lavoratori \u003Cmark>ex\u003C/mark> GKN e con Al Jazeera,","Il primo argomento della serata è stato il presidio chiamato a Torino e in molte città d'Italia, in risposta all'attacco incendiario avvenuto da parte di un drone all'imbarcazione principale della Global Sumud Flottilla, ecco il comunicato di indizione dell'appuntamento che si è tenuto stasera:\r\n\r\n\"In seguito all'ennesimo crimine sionista, oggi 9 settembre ci vedremo in Piazza Castello alle 19:00 per un grande corteo, con la consapevolezza che nessun governo muoverà un dito, non avendolo fatto per Gaza dopo due anni di massacri ininterrotti né in precedenza dopo decenni di pulizia etnica.9 SETTEMBRE - PIAZZA CASTELLO - ORE 19:00 - CORTEOL'assemblea del Coordinamento prevista per questa sera è rimandata a domani, mantenendo l'orario delle 18:30 e lo Spazio Neruda come luogo!\"\r\n\r\nIn collegamento telefonico con Omar del Coordinamento Torino Per Gaza, abbiamo avuto una corrispondenza diretta dalla piazza di stasera per poi farci fare una carrellata dei prossimi eventi previsti sul tema della Palestina nei prossimi giorni a Torino.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/F_m_09_09_Omar-Torino-per-Gaza-da-corteo-solidarietà-attacchi-global-sumud-flottilla.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo approfondimento di questa puntata lo abbiamo fatto intervistando Francesca del SUDD COBAS Prato e Firenze, riguardo alle lotte dei lavoratori che producevano materialmente prodotti di moda del marchio Montblanc, in subappalto per la Z Production di Campi Bisenzio. 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