","Morti e sgomberi di Stato al \"Gran Ghetto\" di Foggia","post",1488546783,[59,60,61,62,63,64,65],"http://radioblackout.org/tag/braccianti/","http://radioblackout.org/tag/campagne-in-lotta/","http://radioblackout.org/tag/foggia/","http://radioblackout.org/tag/gran-ghetto/","http://radioblackout.org/tag/incendio/","http://radioblackout.org/tag/morti/","http://radioblackout.org/tag/sgombero/",[12,67,19,25,30,28,68],"campagne in lotta","sgombero",{"post_content":70,"post_title":75,"tags":78},{"matched_tokens":71,"snippet":73,"value":74},[72],"Ghetto","legno e cartone nel \"Gran \u003Cmark>Ghetto\u003C/mark>\", che sorge tra San Severo","Le fiamme hanno avvolto stanotte centinaia di baracche realizzate in plastica, legno e cartone nel \"Gran \u003Cmark>Ghetto\u003C/mark>\", che sorge tra San Severo e Rignano Garganico e che ospita centinaia di migranti sfruttati nella raccolta dei prodotti agricoli nelle campagne del foggiano e adesso anche bruciati vivi nel rogo che le stesse guardie hanno appiccato alle baracche. Nel giro di pochi minuti il fuoco ha percorso una superficie di circa 5mila metri quadri e distruggendo tutto ciò che era all'interno, mentre numerose bombole di gas – utilizzate per cucinare – sono saltate in aria contribuendo a rendere ancora più pericolosa la situazione.\r\n\r\n \r\n\r\n“Basta sgomberi e ghetti, casa, trasporto, documenti e contratti per tutti”. Con questo slogan ieri mattina centinaia di braccianti avevano camminato in corteo per venti chilometri fino alla Prefettura di Foggia, per protestare contro il maxi-sgombero della baraccopoli disposto dalla Dda di Bari in seguito a un’indagine del 2016 per presunte infiltrazioni criminali, diverse da queste in divisa, e in atto dalla notte del 28 febbraio, senza che venga offerta una reale alternativa immediata e praticabile. Intanto perché i posti disponibili nelle due strutture istituzionali non sono sufficienti per tutte e tutti, e poi perché senza un sistema di trasporto da e per i luoghi di lavoro abbandonare il \u003Cmark>ghetto\u003C/mark> significa perdere qualsiasi possibilità di sostentamento, per quanto misera. Ma a tutti coloro rimasti è stato impedito di accedere alle loro case, anche solo per recuperare gli effetti personali, ed hanno passato notti all’addiaccio, in alcuni casi deportati verso destinazioni sconosciute con la forza o con l’inganno e la falsa promessa di un permesso di soggiorno o di un lavoro. Invece nell'incendio di stanotte l'unica promessa mantenuta è stata quella dei morti annunciati, due ragazzi maliani i cui corpi non erano ancora stati restituiti stamani. Nell'ultimo anno la baraccopoli è stata colpita da due importanti incendi che l'hanno in parte distrutta, salvo venire in seguito ricostruita nel giro di pochi giorni. Dal 2012 a oggi è il settimo incendio e quello dalle conseguenze più gravi. Il tentativo da parte dei vigili del fuoco di ipotizzare un incendio doloso, magari da parte degli abitanti il \u003Cmark>ghetto\u003C/mark> è stigmatizzato in un comunicato di Campagne in Lotta, una cui compagna abbiamo raggiunto questa mattina:\r\n\r\nRoghiGranGhetto\r\n\r\nIndetto un presidio per domani 4 marzo alle 11 in piazza dell'esquilino, per rinfacciare al ministero le gravissime responsabilità degli avvenimenti al \u003Cmark>ghetto\u003C/mark> di Rignano\r\n\r\nhttps://www.facebook.com/events/233700983767045/\r\n\r\n ",{"matched_tokens":76,"snippet":77,"value":77},[72],"Morti e sgomberi di Stato al \"Gran \u003Cmark>Ghetto\u003C/mark>\" di Foggia",[79,81,83,85,88,90,92],{"matched_tokens":80,"snippet":12},[],{"matched_tokens":82,"snippet":67},[],{"matched_tokens":84,"snippet":19},[],{"matched_tokens":86,"snippet":87},[72],"Gran \u003Cmark>Ghetto\u003C/mark>",{"matched_tokens":89,"snippet":30},[],{"matched_tokens":91,"snippet":28},[],{"matched_tokens":93,"snippet":68},[],[95,98,101],{"field":96,"matched_tokens":97,"snippet":77,"value":77},"post_title",[72],{"field":99,"matched_tokens":100,"snippet":73,"value":74},"post_content",[72],{"field":33,"indices":102,"matched_tokens":103,"snippets":105},[11],[104],[72],[87],578730123365187700,{"best_field_score":108,"best_field_weight":109,"fields_matched":11,"num_tokens_dropped":45,"score":110,"tokens_matched":27,"typo_prefix_score":45},"1108091338752",15,"578730123365187707",{"document":112,"highlight":126,"highlights":135,"text_match":106,"text_match_info":140},{"cat_link":113,"category":114,"comment_count":45,"id":115,"is_sticky":45,"permalink":116,"post_author":48,"post_content":117,"post_date":118,"post_excerpt":51,"post_id":115,"post_modified":119,"post_thumbnail":120,"post_thumbnail_html":121,"post_title":122,"post_type":56,"sort_by_date":123,"tag_links":124,"tags":125},[42],[44],"45601","http://radioblackout.org/2018/01/rosarno-brucia-il-ghetto-dei-migranti/","Stamattina abbiamo intervistato una compagna della rete Campagne in Lotta e un abitante del ghetto dei migranti di San Ferdinando, presso Rosarno, teatro nella notte tra venerdi e sabato di un incendio in cui una giovane nigeriana ha perso la vita.\r\n\r\nMolti dei migranti che vivono nel ghetto non partecipano al corteo indetto oggi dalla USB perchè non vogliono una nuova tendopoli, ma una sistemazione più dignitosa (come minimo dei container) per chi viene sfruttato a basso prezzo nelle campagne di Gioia Tauro.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\nUnknown","29 Gennaio 2018","2018-01-30 19:50:24","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/01/img800-incendio-nella-tendopoli-di-migranti-1-morto-131630-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"174\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/01/img800-incendio-nella-tendopoli-di-migranti-1-morto-131630-300x174.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/01/img800-incendio-nella-tendopoli-di-migranti-1-morto-131630-300x174.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/01/img800-incendio-nella-tendopoli-di-migranti-1-morto-131630-768x445.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/01/img800-incendio-nella-tendopoli-di-migranti-1-morto-131630.jpg 800w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Rosarno. 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Lavorava in nero, per pochi euro all'ora.\r\n\r\nAscolta l'intervista:\r\n\r\nUnknown","23 Luglio 2015","2015-07-23 21:40:34","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/07/dscn2259-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/07/dscn2259-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/07/dscn2259-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/07/dscn2259-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/07/dscn2259.jpg 945w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Radio Ghetto, voce dei braccianti africani di Rignano Garganico",1437609646,[],[],{"post_content":187,"post_title":191},{"matched_tokens":188,"snippet":189,"value":190},[72],"ripartiranno le trasmissioni di Radio \u003Cmark>Ghetto\u003C/mark>, voce multilingue e multiculturale dei","Anche quest’estate ripartiranno le trasmissioni di Radio \u003Cmark>Ghetto\u003C/mark>, voce multilingue e multiculturale dei braccianti africani del \u003Cmark>Ghetto\u003C/mark> di Rignano Garganico: l’immensa baraccopoli spersa nelle campagne di Foggia dove ogni anno si ritrovano migliaia di migranti, regolari e non, per lavorare nella raccolta dei pomodori. 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Una manifestazione importante, un tentativo forte di portare alla luce le precarie condizioni di vita e di lavoro di chi lavora nelle campagne della zona e non solo.\r\n\r\nI lavoratori e le lavoratrici, in gran parte migranti e rifugiati, vivono nelle vicinanze di Foggia o da anni passano molti mesi dell'anno nel Grand Ghetto, una delle baraccopoli più grandi del Sud Italia, in un territorio che rappresenta il primo comparto nazionale di produzione e raccolta del pomodoro.\r\n\r\nDa qualche tempo il Grand Ghetto è nuovamente sotto attacco, essendo finito nelle mire legalitarie e repressive di politicanti e istituzioni, che periodicamente minacciano sgomberi (\"svuotamenti\"...) e promettono la costruzione di nuove tendopoli finanziate con milioni di euro. Tendopoli, \"campi\" legalizzati, la cui funzione è quella di gestire e controllare una \"popolazione\" di cui non si prendono mai in considerazione i reali problemi, oltre a quella di depoliticizzare il tema dello sfruttamento lavorativo su cui si basano i profitti di caporali, multinazionali e Grande Distribuzione Organizzata all'interno della filiera agroalimentare.\r\n\r\nChi da anni vive e sopravvive con la raccolta dei pomodori nella zona di Rignano non ha conosciuto altro che precarietà lavorativa e di vita. 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La politica istituzionale e le varie task force create ad hoc non fanno che confermare la gestione discriminatoria di aperta ghettizzazione nei confronti di chi viene sfruttato nelle campagne, ad ogni latitudine geografica.\r\n\r\nCinque i temi che saranno al centro del corteo del 26 settembre, a Foggia.\r\n\r\n- La possibilità di accedere all’iscrizione anagrafica per i senza fissa dimora (prassi prevista dalla legge, ma applicata in pochissimi comuni italiani) e ottenere la RESIDENZA, requisito fondamentale per rinnovare il permesso di soggiorno e che ad oggi ci viene negata, rendendoci irregolari e dunque ancora più ricattabili.\r\n- Il rispetto da parte della Questura di Foggia dei termini di legge per il rilascio ed il rinnovo delle diverse tipologie di permesso di soggiorno, e la cessazione da parte della Questura stessa di richieste del tutto arbitrarie che contribuiscono a creare irregolarità.\r\n- Controlli effettivi e trasparenti sulle aziende, e garanzie per la tutela dei lavoratori, dal momento che quasi la totalità di noi lavora in modo irregolare, senza effettivo contratto e previdenza, e a paghe infime – soprattutto nel settore agricolo.\r\n- La garanzia di trasporti verso i luoghi di lavoro, che possano eliminare l’intermediazione dei caporali.\r\n- La possibilità di vivere nei centri urbani e avere accesso ad abitazioni normali, rifiutando soluzioni che rispondono a logiche di ghettizzazione.\"\r\n\r\nAscolta il contributo di Irene\r\n\r\nirene tutto",[227,229,231,233,235,237,239,241],{"matched_tokens":228,"snippet":14},[],{"matched_tokens":230,"snippet":12},[],{"matched_tokens":232,"snippet":17},[],{"matched_tokens":234,"snippet":32},[],{"matched_tokens":236,"snippet":23},[],{"matched_tokens":238,"snippet":19},[],{"matched_tokens":240,"snippet":87},[72],{"matched_tokens":242,"snippet":220},[],[244,246],{"field":99,"matched_tokens":245,"snippet":224,"value":225},[72],{"field":33,"indices":247,"matched_tokens":249,"snippets":251},[248],6,[250],[72],[87],{"best_field_score":108,"best_field_weight":253,"fields_matched":16,"num_tokens_dropped":45,"score":254,"tokens_matched":27,"typo_prefix_score":45},14,"578730123365187698",{"document":256,"highlight":288,"highlights":293,"text_match":106,"text_match_info":296},{"cat_link":257,"category":258,"comment_count":45,"id":259,"is_sticky":45,"permalink":260,"post_author":48,"post_content":261,"post_date":262,"post_excerpt":51,"post_id":259,"post_modified":263,"post_thumbnail":264,"post_thumbnail_html":265,"post_title":266,"post_type":56,"sort_by_date":267,"tag_links":268,"tags":278},[42],[44],"67218","http://radioblackout.org/2021/03/gentrification-in-polonia-a-10-anni-dallassassinio-di-jolanta-brzeska/","Il primo marzo del 2011 Jolanta, 64 anni, esce dalla casa dove vive, poco a sud del centro di Varsavia, e non vi fa più ritorno. Non ha con sé il suo telefono cellulare, rintracciarla è impossibile. Il 5 marzo, quattro giorni dopo, la figlia Magdalena denuncia la sua scomparsa alla polizia. Il 7 marzo, mentre passeggia nel boschetto suburbano di Kabaty, un passante si imbatte in un cadavere carbonizzato. L’autopsia rileva come cause del decesso le ustioni su tutto il corpo e l’avvelenamento da monossido di carbonio prodotto dalla combustione. Le analisi del Dna confermano che la donna arsa viva è Jolanta Brzeska.\r\nLe prime ipotesi degli inquirenti parlano di suicidio, ma né i familiari né gli amici e compagni di lotta ci credono, perché Jolanta Brzeska ha qualcosa che normalmente una mite pensionata di periferia non ha: dei nemici potenti.\r\n\r\nQuando viene trovato il suo cadavere, Brzeska è già da anni molto nota in città per la sua lotta per la casa.\r\nLa palazzina in cui viveva era una casa popolare fino al 2006, quando si presenta alla sua porta il rappresentante dei proprietari dello stabile di prima della guerra che lo hanno appena riacquistato dal comune. I nuovi-vecchi proprietari annullano i contratti di affitto vigenti con il comune e ne impongono di nuovi, a quote molto più alte, impossibili da sostenere per la famiglia di Brzeska e di tutti gli altri inquilini.\r\nInquilini che danno vita al primo nucleo del sindacato inquilini di Varsavia (Wsl) di cui Jolanta Brzeska diventa subito una rappresentante di spicco.\r\nDal 2007 in poi sugli abitanti della palazzina piovono notifiche di sfratto e intimidazioni. Porte sprangate, ronde private lungo la via, il plenipotenziario degli eredi che sposta la sua residenza a quell’indirizzo. Ma Jolanta Brzeska resiste, porta le sue istanze in tribunale, discute con il comune fino al primo marzo del 2011 quando, per bloccarla, la uccidono.\r\nChi si sia trattato di omicidio, è una verità anche giuridica dal 2013, dopo le perizie di una commissione di esperti che ha escluso in ogni modo le possibilità del suicidio. I mandanti e gli esecutori materiali dell’assassinio di Jolanta restano sconosciuti.\r\nNon hanno aspettato le sentenze anarchici e movimenti per la casa che ne hanno fatto un loro simbolo di lotta. La donna, da inquilina qualsiasi di un edificio da riqualificare, era diventata il simbolo di una lotta agli interessi di un’affollata terra di nessuno che covava da anni ed è esplosa di recente, quella creata dalla (non) legge sulla reprywatyzacja.\r\n\r\nPochi giorni dopo la sua morte, la palazzina di via Wilcza 30, dove pochi inquilini assediati stavano resistendo, è stata occupata da attivisti per la casa.\r\nLo squat, pur avendo più volte cambiato pelle, è ancora un luogo di autogestione e lotta. Oggi è il centro occupato Syrena.\r\n\r\nNel decimo anniversario della morte i compagni e le compagne della Federazione Anarchica di Cracovia hanno appeso uno striscione in memoria di Jolanta Brzeska in via Dietla 21, una palazzina simbolo della lotta di oggi contro la gentrification.\r\nScrivono i compagni:\r\n“In questo palazzo è in corso la ristrutturazione completa dello stabile, un palazzo che ha “finalmente” trovato il suo proprietario in una ditta edile che lo vuole far bello. Peccato che dentro questo condominio ci vivano ancora quattro famiglie tra le quali una donna sola, molto anziana. Tutti questi inquilini dovranno lasciare lo stabile entro tre anni, ma i lavori non aspettano: così questo spazio abitativo è adesso un cantiere dove muratori e locatari condividono lo stesso ambiente.\r\nLa tensione fa in fretta a salire: i muratori oltre a eseguire lavori parecchio rumorosi svolgono attività molto pericolose: il cortile diventa presto un deposito calcinacci, spesso lanciati direttamente dal tetto. Per non parlare della splendida idea di iniziare i lavori di costruzione di un’ascensore interno, lavori che prevedono l’eliminazione di tutti i balconi, balconi che in realtà sono ballatoi comuni che servono ai condonimi per accedere alla propria casa.\r\nLa tensione fa presto a salire e l’opera di monitoraggio della federazione anarchica di Cracovia e dell’associazione Krakowska Inicjatywa Obrony Praw Lokatorów (Associazione per la difesa dei diritti dei locatari) rileva l’insonstenibilità di questa situazione: a novembre si viene quasi alle mani tra un inquilino e un muratore, allora si decide di intervenire. Una lotta dove tutti hanno ragione e tutti perdono: gli inquilini che vivono una situazione non solo scomoda, ma altamente pericolosa e i muratori che non possono svolgere il proprio lavoro in tempo e che quindi devono rapportarsi agli squali delle imprese edili che li hanno assunti.\r\nDopo l’intervento dei compagni e dell’associazione, la situazione della messa in sicurezza è relativamente migliorata (per quanto possa essere sicuro creare un cantiere con delle persone dentro!) e i lavori per lo smantellamento dei ballatoi sono per il momento fermi. Staremo a vedere.\r\nPer questo si è scelta questa location per lo striscione in ricordo di Jolanta Brzeska, assassinata, affinché gli affitti possano aumentare.”\r\n\r\nLa gentrification in salsa polacca ha caratteristiche peculiari di un paese, in cui la la parola chiave è “reprywatyzacja” ossia riprivatizzazione.\r\nPer capirne di più occorre partire da lontano.\r\nNel 1945 Varsavia è un cumulo di macerie. L’invasione nazista nel ’39, la liquidazione del ghetto nel ’43, l’insurrezione del ’44 e la successiva rivalsa nazista hanno portato la città a perdere più dell’ottanta per cento dei suoi edifici di prima della guerra.\r\nÈ in questo contesto che opera il Consiglio nazionale di Stato (Krajowa Rada Narodowa), l’autoproclamato parlamento che avrebbe aperto le porte alla costituzione della Polonia socialista. A suo capo c’è Bolesław Bierut, futuro presidente della Repubblica, primo ministro e segretario generale del Partito operaio polacco unificato (Pzpr). Nel novembre del ’45 Bierut firma un decreto che porta il suo nome e che cancella la proprietà privata sui terreni della capitale. È un esproprio a tutti gli effetti, parzialmente contestato, ma che porta i suoi frutti: con uno sforzo collettivo impressionante, Varsavia viene ricostruita.\r\nNel 1989 la fine del socialismo e il passaggio a un’economia di mercato portano con sé molte matasse da sbrogliare, una su tutte è la legittima proprietà dei terreni e degli edifici di Varsavia. Il tema resta sul tavolo del consiglio dei ministri e nelle aule parlamentari per anni, senza che però qualcuno se ne occupi davvero, fino al 1996, quando il Comune di Varsavia decide di procedere in autonomia iniziando ad accogliere le istanze di chi, già nel dopoguerra, aveva chiesto un risarcimento blandamente previsto dal decreto Bierut.\r\nScatta un procedimento amministrativo abnorme, che riguarda 24mila immobili in tutta la città e spesso coinvolge eredi dei vecchi proprietari stabiliti ormai da tempo fuori dalla Polonia.\r\nSi apre così lo spazio per un caravanserraglio di professionisti della restituzione, avvocati, notai o semplici cittadini che fiutano un buon affare e che fanno da mediatori per conto dei proprietari lontani o acquistano da loro il diritto alla rivendicazione per specularci sopra.\r\nUno di questi è Marek Mossakowski, di mestiere antiquario di libri e oggi proprietario formale di quattordici palazzi a Varsavia riscattati dal 1999 in poi nella cornice della reprywatyzacja. Uno di questi edifici, riscattato nel 2003, è la palazzina di via Nabielaka 9 dove vive la famiglia di Jolanta Brzeska.\r\nQueste le dimensioni dell’affare di via Nabielaka per Mossakowski: 800 złoty (circa 200 euro) spesi per ottenere il diritto alla restituzione, 3 milioni di złoty (circa 750mila euro) richiesti al comune di Varsavia come indennizzo per i guadagni mancati per lo sfruttamento precedente dell’edificio e le quote di affitto maggiorato pretese dagli inquilini. Mossakowski, negli ambienti della sinistra radicale è considerato l’unico possibile mandante dell’omicidio di Brzeska. Viene raffigurato su alcuni muri di Varsavia armato di un fiammifero e di una tanica di benzina: la scritta recita in polacco “Varsavia è facilmente infiammabile”, ma lui - nonostante le evidenze giuridiche - quando interpellato sulla questione continua a farvi riferimento come a un tragico suicidio.\r\nNel 2016 sulle pagine del quotidiano Gazeta Wyborcza inizia a uscire una serie di articoli firmati da Iwona Szpala e Małgorzata Zubik, poi raccolti in un libro di un certo successo, che svelano con quanta scarsa trasparenza, e a volte vera e propria commistione, il comune di Varsavia abbia condotto la reprywatyzacja. Intere palazzine acquistate per cifre simboliche, edifici rivendicati nonostante i proprietari avessero già ottenuto i fondi di indennizzo ma soprattutto rapporti di collaborazione tra alti funzionari dell’amministrazione cittadina e avvocati rappresentanti di eredi o presunti tali. Lo scandalo che ne esplode mina seriamente la credibilità dell’ex sindaco di Varsavia Hanna Gronkiewicz-Waltz e del suo partito Piattaforma Civica (Po), la cui linea economica neoliberista è per altro del tutto coerente con il senso profondo della reprywatyzacja.\r\n\r\nLa lotta per la casa non si arresta\r\n\r\nIl sindacato degli inquilini che Jolanta Brzeska aveva fondato oggi porta il suo nome, e il volto della donna compare su volantini, striscioni, manifesti e materiale informativo di ogni sorta prodotto dalla galassia per il movimento per la casa.\r\n\r\nA Varsavia, secondo dati riferiti al 2017, il costo medio di un appartamento superava gli 8000 złoty al metro quadro (circa 2000 euro) mentre quello per l’affitto va sui 50 złoty al metro quadro (circa 12 euro). In una città dove lo stipendio medio lordo nel settore privato (numeri dell’Istituto Centrale di Statistica Gus) si aggira sui 4800 złoty (1200 euro circa), dà la dimensione del problema abitativo.\r\nSecondo le stime del sindacato inquilini, manca alloggio per un milione di persone in tutta la Polonia, e nonostante il settore edilizio sia in continua crescita (+7% nel 2017) non si tratta di edilizia popolare, ma esclusivamente di iniziativa privata che ha interessi commerciali distanti da quelli abitativi pubblici. A Varsavia palazzi moderni e deserti, si ergono poco lontano da edifici fatiscenti, abbandonati a se stessi, spesso privi di riscaldamento e di servizi igienici privati, e sempre più spesso sospesi sotto la spada di Damocle della reprywatyzacja incombente.\r\nL’omicidio di Jolanta Brzeska non ha fermato le istanze di chi lotta in un contesto politico e sociale molto difficile, anzi le ha probabilmente infuocate. Sotto l’egida di questa signora con gli occhiali, così lontana dalle icone rivoluzionarie classiche, si riconoscono anarchici, autonomi, sindacalisti di base, sfrattati e sfruttati.\r\n\r\nCe ne ha parlato Marco, della Federazione Anarchica di Cracovia.\r\n\r\nAscolta l’approfondimento che abbiamo registrato ieri:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/jolanta.mp3\"][/audio]","2 Marzo 2021","2021-03-02 22:24:25","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/iolanta-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/iolanta-300x225.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/iolanta-300x225.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/iolanta-1024x768.jpeg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/iolanta-768x576.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/iolanta-1536x1152.jpeg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/iolanta.jpeg 1600w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Gentrification in Polonia. 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Lo scandalo che ne esplode mina seriamente la credibilità dell’ex sindaco di Varsavia Hanna Gronkiewicz-Waltz e del suo partito Piattaforma Civica (Po), la cui linea economica neoliberista è per altro del tutto coerente con il senso profondo della reprywatyzacja.\r\n\r\nLa lotta per la casa non si arresta\r\n\r\nIl sindacato degli inquilini che Jolanta Brzeska aveva fondato oggi porta il suo nome, e il volto della donna compare su volantini, striscioni, manifesti e materiale informativo di ogni sorta prodotto dalla galassia per il movimento per la casa.\r\n\r\nA Varsavia, secondo dati riferiti al 2017, il costo medio di un appartamento superava gli 8000 złoty al metro quadro (circa 2000 euro) mentre quello per l’affitto va sui 50 złoty al metro quadro (circa 12 euro). In una città dove lo stipendio medio lordo nel settore privato (numeri dell’Istituto Centrale di Statistica Gus) si aggira sui 4800 złoty (1200 euro circa), dà la dimensione del problema abitativo.\r\nSecondo le stime del sindacato inquilini, manca alloggio per un milione di persone in tutta la Polonia, e nonostante il settore edilizio sia in continua crescita (+7% nel 2017) non si tratta di edilizia popolare, ma esclusivamente di iniziativa privata che ha interessi commerciali distanti da quelli abitativi pubblici. A Varsavia palazzi moderni e deserti, si ergono poco lontano da edifici fatiscenti, abbandonati a se stessi, spesso privi di riscaldamento e di servizi igienici privati, e sempre più spesso sospesi sotto la spada di Damocle della reprywatyzacja incombente.\r\nL’omicidio di Jolanta Brzeska non ha fermato le istanze di chi lotta in un contesto politico e sociale molto difficile, anzi le ha probabilmente infuocate. Sotto l’egida di questa signora con gli occhiali, così lontana dalle icone rivoluzionarie classiche, si riconoscono anarchici, autonomi, sindacalisti di base, sfrattati e sfruttati.\r\n\r\nCe ne ha parlato Marco, della Federazione Anarchica di Cracovia.\r\n\r\nAscolta l’approfondimento che abbiamo registrato ieri:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/jolanta.mp3\"][/audio]",[294],{"field":99,"matched_tokens":295,"snippet":291,"value":292},[129],{"best_field_score":108,"best_field_weight":253,"fields_matched":27,"num_tokens_dropped":45,"score":297,"tokens_matched":27,"typo_prefix_score":45},"578730123365187697",6686,{"collection_name":56,"first_q":129,"per_page":248,"q":129},8,{"facet_counts":302,"found":351,"hits":352,"out_of":559,"page":27,"request_params":560,"search_cutoff":34,"search_time_ms":561},[303,328],{"counts":304,"field_name":326,"sampled":34,"stats":327},[305,308,310,312,314,316,318,320,322,324],{"count":306,"highlighted":307,"value":307},13,"OverJoy",{"count":16,"highlighted":309,"value":309},"matinée xxl",{"count":16,"highlighted":311,"value":311},"FLIP THE BEAT",{"count":16,"highlighted":313,"value":313},"la perla di labuan",{"count":16,"highlighted":315,"value":315},"Healing frequencies",{"count":16,"highlighted":317,"value":317},"Imballata w bubble wrap",{"count":16,"highlighted":319,"value":319},"Bello come una prigione che brucia",{"count":27,"highlighted":321,"value":321},"La Zona",{"count":27,"highlighted":323,"value":323},"a-scuppuluni",{"count":27,"highlighted":325,"value":325},"I Bastioni di Orione","podcastfilter",{"total_values":109},{"counts":329,"field_name":33,"sampled":34,"stats":349},[330,332,334,336,338,340,341,343,345,347],{"count":306,"highlighted":331,"value":331},"dub",{"count":306,"highlighted":333,"value":333},"roots",{"count":306,"highlighted":335,"value":335},"reggae",{"count":16,"highlighted":337,"value":337},"rap",{"count":16,"highlighted":339,"value":339},"jazz",{"count":16,"highlighted":129,"value":129},{"count":16,"highlighted":342,"value":342},"HIPHOP",{"count":16,"highlighted":344,"value":344},"Imballata",{"count":27,"highlighted":346,"value":346},"social housing",{"count":27,"highlighted":348,"value":348},"chi specula sui rom?",{"total_values":350},44,33,[353,402,457,483,505,536],{"document":354,"highlight":374,"highlights":389,"text_match":398,"text_match_info":399},{"comment_count":45,"id":355,"is_sticky":45,"permalink":356,"podcastfilter":357,"post_author":358,"post_content":359,"post_date":360,"post_excerpt":51,"post_id":355,"post_modified":361,"post_thumbnail":362,"post_title":363,"post_type":364,"sort_by_date":365,"tag_links":366,"tags":371},"92931","http://radioblackout.org/podcast/imballata-djset-ep-07/",[317],"Gigi Eugenia","? 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Risveglio traumatico che la redazione di Matinée prova ad accompagnare con alcune tracce fornite da dj Thurston Mourad sull'asse roma-strasbourg.\r\n\r\ntracklist\r\n\r\ngetatchew mekuria & the ex - aynotche terabu\r\nsonic youth - teen age riot\r\nsun ra - strange worlds\r\njay glass dubs vs guerrilla toss - can i get the real dub\r\nimpuros fanaticos - fumaca preta\r\nkinlaw & franco franco - CGI World\r\ndas ding - intermission\r\nBKV cadavre - fire in the mind\r\nlunatic copia - la lettre\r\nne-fast, ghetto prodige feat doom doom,creek,ekoué - libre di style\r\nmeyhem lauren feat west side gunn & daringer - trigger point therapy","4 Novembre 2024","2024-11-04 16:53:54","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/IMG-20240122-WA0015-200x110.jpg","MatinéeXXL #56 04.11.2024",1730719918,[],[],{"post_content":551},{"matched_tokens":552,"snippet":553,"value":554},[129],"lunatic copia - la lettre\r\nne-fast, \u003Cmark>ghetto\u003C/mark> prodige feat doom doom,creek,ekoué - libre","[audio ogg=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/MatinéeXXL-4-11-2024.ogg\"][/audio]\r\n\r\nLunedì mattina bello peso in una blackout house presa d'assedio con djs aggrediti e barricati in studio a schivare le sassate sui vetri poche ore prima. 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