","Composad esternalizzando impera dividendo poveri bianchi contro poveri neri","post",1499432245,[65,66,67,68,69,70],"http://radioblackout.org/tag/adlcobas/","http://radioblackout.org/tag/composad/","http://radioblackout.org/tag/cooperative/","http://radioblackout.org/tag/guerra-tra-poveri/","http://radioblackout.org/tag/logistica/","http://radioblackout.org/tag/mantova/",[72,73,74,33,75,76],"adlCobas","Composad","cooperative","logistica","mantova",{"post_content":78,"post_title":83,"tags":87},{"matched_tokens":79,"snippet":81,"value":82},[80],"tra","i sindacati di base (maggioranaza \u003Cmark>tra\u003C/mark> i facchini) sono stati estromessi","Da un mese il picchetto è presente a Viadana (MN) ai cancelli della Composad fornisce gli oggetti in legno che vengono smerciati in Ikea, Le Roy-Merlin e altre grosse catene della distribuzione, conta 1500 addetti, ha un bilancio di milioni e... esternalizza. Le cooperative sono tante e usano gli stessi metodi: in certe realtà si è arrivati a una forte presenza del sindacato Adl-Cobas e guarda il caso, la cooperativa ha dichiarato fallimento e quei lavoratori sindacalizzati non sono riassunti dalla nuova cooperativa. Altra congiuntura sospetta: molti dei lavoratori sospesi sono stranieri e gli italiani hanno inscenato persino manifestazioni per poter rientrare al lavoro, organizzate dal padrone, ovviamente.\r\n\r\nRicomparse le magliette gialle del sindacato padronale nel momento in cui i sindacati di base (maggioranaza \u003Cmark>tra\u003C/mark> i facchini) sono stati estromessi dalla assemblea pubblica con istituzioni e azienda e sindaclisti concertativi, in cui si chiedeva soltanto il sostegno a famiglie italiane, un unico lavoratore chiedeva di essere solidali con quelli che sono rimasti sul tetto alcuni giorni prima di scendere mercoledì perché sarebbe stato raggiunto un accordo i cui margini non sono chiari. Gli hanno tolto il microfono e riempito di contumelie.\r\n\r\nSi è eretto un apparato mediatico, politico, sindacale per spezzare la lotta che richiedeva il rispetto degli accordi già presi con i lavoratori: per due anni già i lavoratori hanno lavorato in deroga dal contratto nazionale, ma comunque esterni e quindi la Composad come sempre si chiama fuori non avendo rapporti diretti con i lavoratori in lotta.\r\n\r\nSabato ci sarà un corteo a Viadana, piazza Matteotti, ore 15: molto importante per la tenuta della lotta di questi lavoratori della logistica.\r\n\r\nEmanuele che ha seguito la vertenza come associazione territoriale, vicino ai Clash City Workers:\r\n\r\nComposad",{"matched_tokens":84,"snippet":86,"value":86},[85,85],"poveri","Composad esternalizzando impera dividendo \u003Cmark>poveri\u003C/mark> bianchi contro \u003Cmark>poveri\u003C/mark> neri",[88,90,92,94,98,100],{"matched_tokens":89,"snippet":72},[],{"matched_tokens":91,"snippet":73},[],{"matched_tokens":93,"snippet":74},[],{"matched_tokens":95,"snippet":97},[96,80,85],"guerra","\u003Cmark>guerra\u003C/mark> \u003Cmark>tra\u003C/mark> \u003Cmark>poveri\u003C/mark>",{"matched_tokens":99,"snippet":75},[],{"matched_tokens":101,"snippet":76},[],[103,108,111],{"field":39,"indices":104,"matched_tokens":105,"snippets":107},[35],[106],[96,80,85],[97],{"field":109,"matched_tokens":110,"snippet":86,"value":86},"post_title",[85,85],{"field":112,"matched_tokens":113,"snippet":81,"value":82},"post_content",[80],1736172819517538300,{"best_field_score":116,"best_field_weight":14,"fields_matched":35,"num_tokens_dropped":51,"score":117,"tokens_matched":35,"typo_prefix_score":51},"3315704398080","1736172819517538411",{"document":119,"highlight":139,"highlights":160,"text_match":114,"text_match_info":171},{"cat_link":120,"category":121,"comment_count":51,"id":122,"is_sticky":51,"permalink":123,"post_author":54,"post_content":124,"post_date":125,"post_excerpt":57,"post_id":122,"post_modified":126,"post_thumbnail":57,"post_thumbnail_html":57,"post_title":127,"post_type":62,"sort_by_date":128,"tag_links":129,"tags":135},[48],[50],"24296","http://radioblackout.org/2014/07/castel-volturno-guerra-tra-poveri/"," Pescopagano, l'insenatura tra i comuni di Mondragone e Castel Volturno, un pezzo di costa un tempo luogo di villeggiatura delle famiglie borghesi di Napoli, il giorno dopo la rivolta dei neri è scesa in piazza per sfogare rabbia, sete di ordine, e anche livore accumulato per anni. Pescopagano è ridotta a una striscia di degrado e guerre tra poveri, da anni. Ma tutti fingono di accorgersene solo oggi. Quando ormai basta poco, molto poco, per appiccare il fuoco della violenza, delle ritorsioni.\r\n\r\nIn realtà la situazione non è degenerata. Non ci sono state vere violenze interetniche e alla rabbia degli immigrati, dopo il ferimento dei due giovani ivoriani, hanno risposto blocchi stradali dei residenti italiani, dove non si è andato oltre le accese discussioni e gli insulti razzisti e non.\r\n\r\nLa situazione resta tesa però, in un territorio dove ogni conflitto evoca scenari di camorra, anche solo per un riflesso condizionato, finendo col mettere in secondo piano l'evidenza di uno sfruttamento selvaggio richiesto da pochi, che però tutti pagano in termini di degrado: gli immigrati nei termini di condizioni di vita vergognose e i residenti in termini di insicurezza e povertà diffusa.\r\n\r\nCosì spuntano le viglianze private (cui gli sparatori appartengono) e uno stato che non è affatto assente se è vero che, quando le storie di questi luoghi conquistano le prime pagine dei giornali, ha la forza di mandare l'esercito a presidiare il territorio, il riferimento ovviamente è al 18 settembre 2008 quando sei migranti africani furono massacrati da un gruppo affiliato al clan dei Casalesi capeggiato da Giuseppe Setola. I sei immigrati - insieme a un settimo che rimase ferito - si trovavano davanti a una sartoria.\r\n\r\nNe parliamo con Teo, un compagno che conosce bene il contesto e i problemi del casertano.\r\n\r\nteo_volturno","15 Luglio 2014","2014-07-21 14:05:48","Castel Volturno: guerra tra poveri",1405442284,[130,68,131,132,133,134],"http://radioblackout.org/tag/castelvolturno/","http://radioblackout.org/tag/immigrati/","http://radioblackout.org/tag/migranti/","http://radioblackout.org/tag/razzismo/","http://radioblackout.org/tag/volturno/",[136,33,137,31,29,138],"Castelvolturno","immigrati","Volturno",{"post_content":140,"post_title":144,"tags":147},{"matched_tokens":141,"snippet":142,"value":143},[80,85],"striscia di degrado e guerre \u003Cmark>tra\u003C/mark> \u003Cmark>poveri\u003C/mark>, da anni. Ma tutti fingono"," Pescopagano, l'insenatura \u003Cmark>tra\u003C/mark> i comuni di Mondragone e Castel Volturno, un pezzo di costa un tempo luogo di villeggiatura delle famiglie borghesi di Napoli, il giorno dopo la rivolta dei neri è scesa in piazza per sfogare rabbia, sete di ordine, e anche livore accumulato per anni. Pescopagano è ridotta a una striscia di degrado e guerre \u003Cmark>tra\u003C/mark> \u003Cmark>poveri\u003C/mark>, da anni. Ma tutti fingono di accorgersene solo oggi. Quando ormai basta poco, molto poco, per appiccare il fuoco della violenza, delle ritorsioni.\r\n\r\nIn realtà la situazione non è degenerata. Non ci sono state vere violenze interetniche e alla rabbia degli immigrati, dopo il ferimento dei due giovani ivoriani, hanno risposto blocchi stradali dei residenti italiani, dove non si è andato oltre le accese discussioni e gli insulti razzisti e non.\r\n\r\nLa situazione resta tesa però, in un territorio dove ogni conflitto evoca scenari di camorra, anche solo per un riflesso condizionato, finendo col mettere in secondo piano l'evidenza di uno sfruttamento selvaggio richiesto da pochi, che però tutti pagano in termini di degrado: gli immigrati nei termini di condizioni di vita vergognose e i residenti in termini di insicurezza e povertà diffusa.\r\n\r\nCosì spuntano le viglianze private (cui gli sparatori appartengono) e uno stato che non è affatto assente se è vero che, quando le storie di questi luoghi conquistano le prime pagine dei giornali, ha la forza di mandare l'esercito a presidiare il territorio, il riferimento ovviamente è al 18 settembre 2008 quando sei migranti africani furono massacrati da un gruppo affiliato al clan dei Casalesi capeggiato da Giuseppe Setola. I sei immigrati - insieme a un settimo che rimase ferito - si trovavano davanti a una sartoria.\r\n\r\nNe parliamo con Teo, un compagno che conosce bene il contesto e i problemi del casertano.\r\n\r\nteo_volturno",{"matched_tokens":145,"snippet":146,"value":146},[96,80,85],"Castel Volturno: \u003Cmark>guerra\u003C/mark> \u003Cmark>tra\u003C/mark> \u003Cmark>poveri\u003C/mark>",[148,150,152,154,156,158],{"matched_tokens":149,"snippet":136},[],{"matched_tokens":151,"snippet":97},[96,80,85],{"matched_tokens":153,"snippet":137},[],{"matched_tokens":155,"snippet":31},[],{"matched_tokens":157,"snippet":29},[],{"matched_tokens":159,"snippet":138},[],[161,167,169],{"field":39,"indices":162,"matched_tokens":164,"snippets":166},[163],1,[165],[96,80,85],[97],{"field":109,"matched_tokens":168,"snippet":146,"value":146},[96,80,85],{"field":112,"matched_tokens":170,"snippet":142,"value":143},[80,85],{"best_field_score":116,"best_field_weight":14,"fields_matched":35,"num_tokens_dropped":51,"score":117,"tokens_matched":35,"typo_prefix_score":51},{"document":173,"highlight":208,"highlights":239,"text_match":114,"text_match_info":249},{"cat_link":174,"category":175,"comment_count":51,"id":176,"is_sticky":51,"permalink":177,"post_author":54,"post_content":178,"post_date":179,"post_excerpt":57,"post_id":176,"post_modified":180,"post_thumbnail":181,"post_thumbnail_html":182,"post_title":183,"post_type":62,"sort_by_date":184,"tag_links":185,"tags":197},[48],[50],"67886","http://radioblackout.org/2021/03/catania-la-polizia-pesta-le-sex-worker-a-san-berillo/","Il 18 marzo durante un controllo di polizia nel quartiere di San Berillo, scoppia un diverbio tra una ragazza trans e un poliziotto. Subito i tutori dell’ordine chiamano i rinforzi e parte il violento pestaggio della ragazza. I poliziotti fanno irruzione anche nella sua casa e lì continuano a picchiarla. Il telefonino di chi stava provando a documentare l’aggressione viene prontamente sequestrato. La ragazza e altre due persone saranno poi portate questura.\r\nSin qui i fatti.\r\n\r\nMa cosa succede nel quartiere?\r\nDa anni, il quartiere di San Berillo è oggetto di attenzioni ed interessi economici che mirano alla gentrificazione dei suoi spazi.\r\nI quartieri popolari e più poveri di Catania si trovano, storicamente, nel centro cittadino.\r\nTuttavia, nel corso del tempo la dinamica si è invertita.\r\nAttraverso le operazioni di \"riqualificazione\" e \"rigenerazione\" degli spazi urbani si è avviato un processo di turistificazione in alcune aree del centro storico cittadino, con conseguente innalzamento del prezzo degli immobili e degli affitti. Questo ha portato, nei fatti, ad un'espulsione di alcuni pezzi della popolazione verso le aree urbane periferiche (come, per esempio, a Librino e Monte Po)\r\nVia Gemellaro, Via Etnea, Piazza Carlo Alberto, Piazza Teatro, Piazza Università, Via Garibaldi, Via Antonino Coppola, Via San Giuliano, Castello Ursino, la Pescheria: sono le aree che hanno visto spuntare come \"funghi\" numerosi locali quali trattorie, ristorantini a tema e tutto il solito circo che questo tipo di operazioni di solito si porta dietro. Il target è chiaro: il denaro dei facoltosi turisti che visitano la città etnea. Meglio se non italiani, e meglio ancora se impaccati di soldi.\r\n\r\nDa qualche anno a questa parte, con la riqualificazione di Piazza delle Belle (ora rinominata Piazza Goliarda Sapienza), il processo di gentrificazione in corso ha cominciato a lambire il quartiere di San Berillo, riuscendo a penetrare, al momento, nell'area occidentale del suddetto.\r\n\r\nA partire dalla primavera dello scorso anno, in coincidenza con il lockdown nazionale, questo processo si è temporaneamente ed apparentemente fermato.\r\n\r\nEppure già questa estate qualcosa cominciava a ribollire: non mancavano infatti le proteste del solito comitato di residenti stufi del \"degrado\", portato dalla presenza dei gambiani e dei/delle sex workers a ridosso di Corso Sicilia.\r\n\r\nComunità, queste, che insieme alla terza comunità degli emigranti senegalesi, abitano il quartiere da diverso tempo.\r\n\r\nC'è da dire, comunque, che i rapporti tra i gambiani e i/le sex workers non sono certo idilliaci.\r\n\r\nDa tempo, infatti, i/le sex workers lamentano le continue molestie ed aggressioni fisiche da parte dei gambiani.\r\n\r\nTale situazione è resa ancora più problematica dal fatto che quest'ultimi vendano e consumino sostanze stupefacenti – date dai clan mafiosi e, quindi, rendendoli delle vere proprie pedine -, rendendo di fatto impossibili dei rapporti pacifici.\r\n\r\nLa presenza della polizia nel quartiere è dovuta, principalmente, all'attività di spaccio da parte dei gambiani.\r\n\r\nQuesta situazione va a creare un fastidio per i/le sex workers lì presenti in quanto fa desistere i clienti dall'avvicinarsi.\r\n\r\nIn una guerra fra persone emarginate, chi ne approfitta sono quei soggetti che vogliono avviare un processo gentrificativo all'interno del quartiere.\r\n\r\nCon la scusa della \"rigenerazione urbana\", tutta una serie di sigle, aziende e associazioni (quali ISTICA, Trame di Quartiere, Cogip Holding etc), hanno in programma una serie di progetti culturali, turistici ed edilizi espressi in una bella conferenzina ad hoc dal suggestivo titolo “Riqualificazione e recupero Rione S. Berillo\", svoltasi il 23 Settembre 2020.\r\n\r\nDa un'intervista rilasciata a Meridionews, il presidente di Trame di Quartiere Lo Re spiega che: \"Una soluzione efficace sarebbe mettere insieme le due questioni: case vuote e persone senza casa. In questo senso, si deve tenere conto del fatto che tutti gli abitanti (non solo i residenti, ma anche chi vive per strada) non sono un problema ma una risorsa. Un secondo aspetto fondamentale è quello della coprogettazione. Non siamo d'accordo a un'ottica competitiva del bando che fa vincere il progetto più bello da calare sul quartiere. Piuttosto, pensiamo che bisognerebbe lavorare ad avvisi di collaborazione tra associazioni, abitanti e professionisti avendo di mira la sostenibilità economica e sociale\".\r\n\r\nDietro tutte queste belle paroline quali \"sostenibilità\", \"coprogettazione\" ed il sempreverde \"risorse\", noi leggiamo una chiara volontà dei partecipanti nel voler spartirsi il quartiere, e un reale disinteresse, quando non vera e propria avversione, verso quella popolazione considerata \"degradata\".\r\n\r\nDi esempi del genere troviamo casi in cui si è fatta intervenire la polizia per scacciare i senzatetto da un palazzo occupato, oppure, la retorica associazionistica che fa passare i/le sex workers del quartiere come “freak” o fenomeni da baraccone.\r\n\r\nLe situazioni che abbiamo descritto, quali gli interventi della polizia, la narrazione tossica massmediatica e gli interessi economici (mascherati da ipocrisia umanitaria) non sono altro che forme di violenza fisica e psicologica contro i/le sex workers e i residenti di un intero quartiere.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Claudio, un compagno di Catania\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/2021-03-23-san-berillo-claudio.mp3\"][/audio]","23 Marzo 2021","2021-03-23 16:47:22","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/san-berillo-1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"220\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/san-berillo-1-300x220.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/san-berillo-1-300x220.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/san-berillo-1-1024x751.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/san-berillo-1-768x564.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/san-berillo-1-1536x1127.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/san-berillo-1.jpg 1600w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Catania. La polizia pesta le sex worker a San Berillo",1616518042,[186,187,188,68,189,190,191,192,193,194,195,196],"http://radioblackout.org/tag/catania/","http://radioblackout.org/tag/gentrification/","http://radioblackout.org/tag/guerra-ai-poveri/","http://radioblackout.org/tag/immigrati-gambiani/","http://radioblackout.org/tag/immigrati-senegalesi/","http://radioblackout.org/tag/pestaggio-sex-workers/","http://radioblackout.org/tag/riqualificazioni-escludenti/","http://radioblackout.org/tag/san-berillo/","http://radioblackout.org/tag/sex-workers/","http://radioblackout.org/tag/turistizzazione/","http://radioblackout.org/tag/violenza-poliziesca/",[198,199,20,33,200,201,202,203,204,205,206,207],"catania","gentrification","immigrati gambiani","immigrati senegalesi","pestaggio sex workers","riqualificazioni escludenti","san berillo","sex workers","turistizzazione","violenza poliziesca",{"post_content":209,"tags":213},{"matched_tokens":210,"snippet":211,"value":212},[80],"San Berillo, scoppia un diverbio \u003Cmark>tra\u003C/mark> una ragazza trans e un","Il 18 marzo durante un controllo di polizia nel quartiere di San Berillo, scoppia un diverbio \u003Cmark>tra\u003C/mark> una ragazza trans e un poliziotto. Subito i tutori dell’ordine chiamano i rinforzi e parte il violento pestaggio della ragazza. I poliziotti fanno irruzione anche nella sua casa e lì continuano a picchiarla. Il telefonino di chi stava provando a documentare l’aggressione viene prontamente sequestrato. La ragazza e altre due persone saranno poi portate questura.\r\nSin qui i fatti.\r\n\r\nMa cosa succede nel quartiere?\r\nDa anni, il quartiere di San Berillo è oggetto di attenzioni ed interessi economici che mirano alla gentrificazione dei suoi spazi.\r\nI quartieri popolari e più \u003Cmark>poveri\u003C/mark> di Catania si trovano, storicamente, nel centro cittadino.\r\nTuttavia, nel corso del tempo la dinamica si è invertita.\r\nAttraverso le operazioni di \"riqualificazione\" e \"rigenerazione\" degli spazi urbani si è avviato un processo di turistificazione in alcune aree del centro storico cittadino, con conseguente innalzamento del prezzo degli immobili e degli affitti. Questo ha portato, nei fatti, ad un'espulsione di alcuni pezzi della popolazione verso le aree urbane periferiche (come, per esempio, a Librino e Monte Po)\r\nVia Gemellaro, Via Etnea, Piazza Carlo Alberto, Piazza Teatro, Piazza Università, Via Garibaldi, Via Antonino Coppola, Via San Giuliano, Castello Ursino, la Pescheria: sono le aree che hanno visto spuntare come \"funghi\" numerosi locali quali trattorie, ristorantini a tema e tutto il solito circo che questo tipo di operazioni di solito si porta dietro. Il target è chiaro: il denaro dei facoltosi turisti che visitano la città etnea. Meglio se non italiani, e meglio ancora se impaccati di soldi.\r\n\r\nDa qualche anno a questa parte, con la riqualificazione di Piazza delle Belle (ora rinominata Piazza Goliarda Sapienza), il processo di gentrificazione in corso ha cominciato a lambire il quartiere di San Berillo, riuscendo a penetrare, al momento, nell'area occidentale del suddetto.\r\n\r\nA partire dalla primavera dello scorso anno, in coincidenza con il lockdown nazionale, questo processo si è temporaneamente ed apparentemente fermato.\r\n\r\nEppure già questa estate qualcosa cominciava a ribollire: non mancavano infatti le proteste del solito comitato di residenti stufi del \"degrado\", portato dalla presenza dei gambiani e dei/delle sex workers a ridosso di Corso Sicilia.\r\n\r\nComunità, queste, che insieme alla terza comunità degli emigranti senegalesi, abitano il quartiere da diverso tempo.\r\n\r\nC'è da dire, comunque, che i rapporti \u003Cmark>tra\u003C/mark> i gambiani e i/le sex workers non sono certo idilliaci.\r\n\r\nDa tempo, infatti, i/le sex workers lamentano le continue molestie ed aggressioni fisiche da parte dei gambiani.\r\n\r\nTale situazione è resa ancora più problematica dal fatto che quest'ultimi vendano e consumino sostanze stupefacenti – date dai clan mafiosi e, quindi, rendendoli delle vere proprie pedine -, rendendo di fatto impossibili dei rapporti pacifici.\r\n\r\nLa presenza della polizia nel quartiere è dovuta, principalmente, all'attività di spaccio da parte dei gambiani.\r\n\r\nQuesta situazione va a creare un fastidio per i/le sex workers lì presenti in quanto fa desistere i clienti dall'avvicinarsi.\r\n\r\nIn una \u003Cmark>guerra\u003C/mark> fra persone emarginate, chi ne approfitta sono quei soggetti che vogliono avviare un processo gentrificativo all'interno del quartiere.\r\n\r\nCon la scusa della \"rigenerazione urbana\", tutta una serie di sigle, aziende e associazioni (quali ISTICA, Trame di Quartiere, Cogip Holding etc), hanno in programma una serie di progetti culturali, turistici ed edilizi espressi in una bella conferenzina ad hoc dal suggestivo titolo “Riqualificazione e recupero Rione S. Berillo\", svoltasi il 23 Settembre 2020.\r\n\r\nDa un'intervista rilasciata a Meridionews, il presidente di Trame di Quartiere Lo Re spiega che: \"Una soluzione efficace sarebbe mettere insieme le due questioni: case vuote e persone senza casa. In questo senso, si deve tenere conto del fatto che tutti gli abitanti (non solo i residenti, ma anche chi vive per strada) non sono un problema ma una risorsa. Un secondo aspetto fondamentale è quello della coprogettazione. Non siamo d'accordo a un'ottica competitiva del bando che fa vincere il progetto più bello da calare sul quartiere. Piuttosto, pensiamo che bisognerebbe lavorare ad avvisi di collaborazione \u003Cmark>tra\u003C/mark> associazioni, abitanti e professionisti avendo di mira la sostenibilità economica e sociale\".\r\n\r\nDietro tutte queste belle paroline quali \"sostenibilità\", \"coprogettazione\" ed il sempreverde \"risorse\", noi leggiamo una chiara volontà dei partecipanti nel voler spartirsi il quartiere, e un reale disinteresse, quando non vera e propria avversione, verso quella popolazione considerata \"degradata\".\r\n\r\nDi esempi del genere troviamo casi in cui si è fatta intervenire la polizia per scacciare i senzatetto da un palazzo occupato, oppure, la retorica associazionistica che fa passare i/le sex workers del quartiere come “freak” o fenomeni da baraccone.\r\n\r\nLe situazioni che abbiamo descritto, quali gli interventi della polizia, la narrazione tossica massmediatica e gli interessi economici (mascherati da ipocrisia umanitaria) non sono altro che forme di violenza fisica e psicologica contro i/le sex workers e i residenti di un intero quartiere.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Claudio, un compagno di Catania\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/2021-03-23-san-berillo-claudio.mp3\"][/audio]",[214,216,218,221,223,225,227,229,231,233,235,237],{"matched_tokens":215,"snippet":198},[],{"matched_tokens":217,"snippet":199},[],{"matched_tokens":219,"snippet":220},[96,85],"\u003Cmark>guerra\u003C/mark> ai \u003Cmark>poveri\u003C/mark>",{"matched_tokens":222,"snippet":97},[96,80,85],{"matched_tokens":224,"snippet":200},[],{"matched_tokens":226,"snippet":201},[],{"matched_tokens":228,"snippet":202},[],{"matched_tokens":230,"snippet":203},[],{"matched_tokens":232,"snippet":204},[],{"matched_tokens":234,"snippet":205},[],{"matched_tokens":236,"snippet":206},[],{"matched_tokens":238,"snippet":207},[],[240,247],{"field":39,"indices":241,"matched_tokens":243,"snippets":246},[35,242],2,[244,245],[96,80,85],[96,85],[97,220],{"field":112,"matched_tokens":248,"snippet":211,"value":212},[80],{"best_field_score":116,"best_field_weight":14,"fields_matched":242,"num_tokens_dropped":51,"score":250,"tokens_matched":35,"typo_prefix_score":51},"1736172819517538410",{"document":252,"highlight":274,"highlights":292,"text_match":114,"text_match_info":300},{"cat_link":253,"category":254,"comment_count":51,"id":255,"is_sticky":51,"permalink":256,"post_author":54,"post_content":257,"post_date":258,"post_excerpt":57,"post_id":255,"post_modified":259,"post_thumbnail":260,"post_thumbnail_html":261,"post_title":262,"post_type":62,"sort_by_date":263,"tag_links":264,"tags":269},[48],[50],"26300","http://radioblackout.org/2014/11/tor-sapienza-discariche-sociali/","Tor Sapienza è una periferia romana come tante. Le case di via Morandi sono l’angolo più bigio del quartiere: grossi casermoni dove c’è poco e nulla, dove ogni angolo vuoto è stato occupato da chi ne aveva bisogno. Anche la biblioteca, chiusa ed abbandonata da tempo, si è riempita di senza casa.\r\nUna discarica sociale. Qui l’unico segno della presenza delle istituzioni è il centro per rifugiati.\r\nI fascisti provano da anni, senza troppo successo, a piantare radici in questa zona.\r\nQuest’angolo di Tor Sapienza ha offerto loro l’occasione cercata a lungo. Le braci sempre ardenti della guerra tra poveri, le leggende razziste sui 35 euro che il Comune darebbe ai rifugiati, le difficoltà di una convivenza che nessuno cerca davvero ed il gioco è fatto.\r\nQuella sera di novembre quelli di Casa Pound erano meno di una decina, molti di più quelli delle case, carichi di rabbia contro gli ultimi.\r\nScoppia la rivolta, i sassi contro ragazzi che credevano che la loro Odissea fosse finita, che il deserto, la paura i mercanti d’uomini fossero ormai alle spalle.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Gianmaria del centro sociale del Quarticciolo, altra periferia ad un tipo di schioppo da Tor Sapienza.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\ngianmaria_torsapienza","19 Novembre 2014","2014-11-25 13:21:03","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/11/tor-sapienza-cassonetti-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"194\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/11/tor-sapienza-cassonetti-300x194.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/11/tor-sapienza-cassonetti-300x194.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/11/tor-sapienza-cassonetti-768x498.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/11/tor-sapienza-cassonetti.jpg 1000w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Tor Sapienza. Discariche sociali",1416424474,[265,266,68,133,267,268],"http://radioblackout.org/tag/discarica-sociale/","http://radioblackout.org/tag/fascisti/","http://radioblackout.org/tag/roma/","http://radioblackout.org/tag/tor-sapienza/",[270,271,33,29,272,273],"discarica sociale","fascisti","Roma","tor sapienza",{"post_content":275,"tags":279},{"matched_tokens":276,"snippet":277,"value":278},[96,80,85],"Le braci sempre ardenti della \u003Cmark>guerra\u003C/mark> \u003Cmark>tra\u003C/mark> \u003Cmark>poveri\u003C/mark>, le leggende razziste sui 35","Tor Sapienza è una periferia romana come tante. Le case di via Morandi sono l’angolo più bigio del quartiere: grossi casermoni dove c’è poco e nulla, dove ogni angolo vuoto è stato occupato da chi ne aveva bisogno. Anche la biblioteca, chiusa ed abbandonata da tempo, si è riempita di senza casa.\r\nUna discarica sociale. Qui l’unico segno della presenza delle istituzioni è il centro per rifugiati.\r\nI fascisti provano da anni, senza troppo successo, a piantare radici in questa zona.\r\nQuest’angolo di Tor Sapienza ha offerto loro l’occasione cercata a lungo. Le braci sempre ardenti della \u003Cmark>guerra\u003C/mark> \u003Cmark>tra\u003C/mark> \u003Cmark>poveri\u003C/mark>, le leggende razziste sui 35 euro che il Comune darebbe ai rifugiati, le difficoltà di una convivenza che nessuno cerca davvero ed il gioco è fatto.\r\nQuella sera di novembre quelli di Casa Pound erano meno di una decina, molti di più quelli delle case, carichi di rabbia contro gli ultimi.\r\nScoppia la rivolta, i sassi contro ragazzi che credevano che la loro Odissea fosse finita, che il deserto, la paura i mercanti d’uomini fossero ormai alle spalle.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Gianmaria del centro sociale del Quarticciolo, altra periferia ad un tipo di schioppo da Tor Sapienza.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\ngianmaria_torsapienza",[280,282,284,286,288,290],{"matched_tokens":281,"snippet":270},[],{"matched_tokens":283,"snippet":271},[],{"matched_tokens":285,"snippet":97},[96,80,85],{"matched_tokens":287,"snippet":29},[],{"matched_tokens":289,"snippet":272},[],{"matched_tokens":291,"snippet":273},[],[293,298],{"field":39,"indices":294,"matched_tokens":295,"snippets":297},[242],[296],[96,80,85],[97],{"field":112,"matched_tokens":299,"snippet":277,"value":278},[96,80,85],{"best_field_score":116,"best_field_weight":14,"fields_matched":242,"num_tokens_dropped":51,"score":250,"tokens_matched":35,"typo_prefix_score":51},{"document":302,"highlight":322,"highlights":339,"text_match":349,"text_match_info":350},{"cat_link":303,"category":304,"comment_count":51,"id":305,"is_sticky":51,"permalink":306,"post_author":54,"post_content":307,"post_date":308,"post_excerpt":57,"post_id":305,"post_modified":309,"post_thumbnail":310,"post_thumbnail_html":311,"post_title":312,"post_type":62,"sort_by_date":313,"tag_links":314,"tags":318},[48],[50],"98121","http://radioblackout.org/2025/05/salari-a-picco-precarieta-guerra-ai-poveri-e-referendum/","I salari reali in Italia sono inferiori di 8,7 punti rispetto a quelli del 2008.\r\nL'Italia si distingue per una dinamica salariale negativa nel lungo periodo con salari reali inferiori a quelli del 2008. La crescita dei salari reali che si è determinata nel 2024 non è stata sufficiente a compensare le perdite salariali subite durante il periodo di alta inflazione.\r\nÈ il risultato peggiore dei Paesi del G20.\r\nQuesti dati dell’llo fotografano relazioni sociali in cui il padronato ottiene un sempre maggiore profitto dalle vite di chi per lavoro è obbligato alla schiavitù salariata.\r\nSe a questo si aggiunge la precarietà strutturale, il peggioramento generale delle condizioni di lavoro e la secca diminuzione quella forma di salario differito rappresentato dai servizi sociali emerge un quadro in cui i padroni continuano a vincere lo scontro di classe. Uno scontro che vede governo e padronato puntare le proprie carte sulla guerra tra poveri, cercando di dividere autoctoni, titolari di alcuni esili diritti e lavoratori e lavoratrici immigrat, costantemente sotto ricatto.\r\nIn questo contesto si inseriscono i 5 referendum promossi dalla CGIL. Referendum che, per il meccanismi che li caratterizzano, rischiano di essere un’arma spuntata, se non addirittura un boomerang. Non ci interessa tanto la questione della partecipazione al sondaggio elettorale, quanto cogliere le dinamiche sottese ad uno strumento che può essere facilmente invalidato o svuotato come accaduto spesso in passato.\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Fricche\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/2025-05-20-salari-referendum-fricche.mp3\"][/audio]","27 Maggio 2025","2025-05-27 15:06:15","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/871748702_f2ff68a9f2_k-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/871748702_f2ff68a9f2_k-300x169.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/871748702_f2ff68a9f2_k-300x169.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/871748702_f2ff68a9f2_k-1024x576.png 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/871748702_f2ff68a9f2_k-768x432.png 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/871748702_f2ff68a9f2_k.png 1200w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Salari a picco, precarietà, guerra ai poveri e referendum",1748358375,[188,315,316,317],"http://radioblackout.org/tag/questione-sociale/","http://radioblackout.org/tag/referendum/","http://radioblackout.org/tag/salari/",[20,319,320,321],"questione sociale","referendum","salari",{"post_content":323,"post_title":327,"tags":330},{"matched_tokens":324,"snippet":325,"value":326},[96,80,85],"puntare le proprie carte sulla \u003Cmark>guerra\u003C/mark> \u003Cmark>tra\u003C/mark> \u003Cmark>poveri\u003C/mark>, cercando di dividere autoctoni, titolari","I salari reali in Italia sono inferiori di 8,7 punti rispetto a quelli del 2008.\r\nL'Italia si distingue per una dinamica salariale negativa nel lungo periodo con salari reali inferiori a quelli del 2008. La crescita dei salari reali che si è determinata nel 2024 non è stata sufficiente a compensare le perdite salariali subite durante il periodo di alta inflazione.\r\nÈ il risultato peggiore dei Paesi del G20.\r\nQuesti dati dell’llo fotografano relazioni sociali in cui il padronato ottiene un sempre maggiore profitto dalle vite di chi per lavoro è obbligato alla schiavitù salariata.\r\nSe a questo si aggiunge la precarietà strutturale, il peggioramento generale delle condizioni di lavoro e la secca diminuzione quella forma di salario differito rappresentato dai servizi sociali emerge un quadro in cui i padroni continuano a vincere lo scontro di classe. Uno scontro che vede governo e padronato puntare le proprie carte sulla \u003Cmark>guerra\u003C/mark> \u003Cmark>tra\u003C/mark> \u003Cmark>poveri\u003C/mark>, cercando di dividere autoctoni, titolari di alcuni esili diritti e lavoratori e lavoratrici immigrat, costantemente sotto ricatto.\r\nIn questo contesto si inseriscono i 5 referendum promossi dalla CGIL. Referendum che, per il meccanismi che li caratterizzano, rischiano di essere un’arma spuntata, se non addirittura un boomerang. Non ci interessa tanto la questione della partecipazione al sondaggio elettorale, quanto cogliere le dinamiche sottese ad uno strumento che può essere facilmente invalidato o svuotato come accaduto spesso in passato.\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Fricche\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/2025-05-20-salari-referendum-fricche.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":328,"snippet":329,"value":329},[96,85],"Salari a picco, precarietà, \u003Cmark>guerra\u003C/mark> ai \u003Cmark>poveri\u003C/mark> e referendum",[331,333,335,337],{"matched_tokens":332,"snippet":220},[96,85],{"matched_tokens":334,"snippet":319},[],{"matched_tokens":336,"snippet":320},[],{"matched_tokens":338,"snippet":321},[],[340,342,347],{"field":112,"matched_tokens":341,"snippet":325,"value":326},[96,80,85],{"field":39,"indices":343,"matched_tokens":344,"snippets":346},[51],[345],[96,85],[220],{"field":109,"matched_tokens":348,"snippet":329,"value":329},[96,85],1736172819517014000,{"best_field_score":351,"best_field_weight":352,"fields_matched":35,"num_tokens_dropped":51,"score":353,"tokens_matched":35,"typo_prefix_score":51},"3315704397824",14,"1736172819517014131",{"document":355,"highlight":377,"highlights":385,"text_match":349,"text_match_info":390},{"cat_link":356,"category":357,"comment_count":51,"id":358,"is_sticky":51,"permalink":359,"post_author":54,"post_content":360,"post_date":361,"post_excerpt":57,"post_id":358,"post_modified":362,"post_thumbnail":363,"post_thumbnail_html":364,"post_title":365,"post_type":62,"sort_by_date":366,"tag_links":367,"tags":372},[48],[50],"57737","http://radioblackout.org/2020/02/guerre-tra-poveri-per-un-servizio-imposto-al-territorio/","A volte erogare un servizio utile in un territorio può irritare perché si incide su un altro degli sporadici esistenti in una zona abbandonata da sempre. Un quartiere con una fama che non merita, come non la meritano i suoi allievi di scuola media con cui nessuno vuole spartire la struttura sottoutilizzata della Turoldo, un quartiere a vocazione migratoria, costruito proprio per ospitare prima gli istriani in fuga e poi i meridionali richiamati dalla fabbrica vorace, che li ha scaricati in un dormitorio (dove poi è stato collocato il carcere, il termovalorizzatore e sono stati soggetti a pogrom i rom che storicamente erano i primi ad abitarlo, per fare spazio al non-luogo stadio juventino, per i business residui della famiglia Agnelli, che lo hanno sconciato definitivamente... poco più in là gli ipermercati, l'inizio della filiera della discarica); per questo l'operazione dei media mainstream per creare un alone di razzismo attorno alla sindrome nimby non dovrebbe essere credibile, eppure l'alzata di scudi contro l'approdo del Cpia1 – che ora opera in un seminterrato della scuola media Saba (sempre all'interno della V circoscrizione), dove è stato rilevato il radon e sono a disposizione due bagni per 700 persone – nella scuola Giannelli delle Vallette, che causerebbe lo spostamento dei bambini alla scuola media Turoldo – vicina e gemella nell'aspetto – insinua il sospetto di rigetto del diverso, perché l'utenza della scuola per adulti è quasi per intero straniera. E su questo si sono subito gettati gli sciacalli delle cronache cittadine.\r\n\r\nIl fatto che la cub si schieri al fianco della protesta dei genitori rispetto alle esigenze della struttura che nasce dall'esperienza delle 150 ore trova una spiegazione nel rifiuto delle scelte non condivise dell'istituzione e nel tentativo di evitare quella guerra tra poveri, trovando una soluzione in quartiere che possa accogliere i migranti che intendono imparare l'italiano per salvarsi dalle trappole di una società non accogliente e contemporaneamente invece accogliere le istanze dei bambini del quartiere che intendono rimanere nella \"loro\" struttura.\r\n\r\nAbbiamo interpellato Marco Meotto, del coordinamento provinciale della Cub di Torino per capire dove si colloca il sindacato di base, dove le istituzioni e dove il quartiere per trovare una soluzione valida per le due scuole... chi rimane fuori sono i Baradel della Turoldo, già additati senza appello come bulli e drop-out senza speranza, ma per il loro destino cercheremo di approfondire nelle prossime puntate.\r\n\r\nIl Comune impone soluzioni divisive alle Vallette, proteste e strumentalizzazioni\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/02/2020_02_27_gianelli.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ","27 Febbraio 2020","2020-02-28 11:16:27","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/02/vallette-flying-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"206\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/02/vallette-flying-300x206.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/02/vallette-flying-300x206.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/02/vallette-flying-768x527.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/02/vallette-flying.jpg 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Guerre tra poveri per un servizio imposto al territorio",1582847212,[368,369,370,371],"http://radioblackout.org/tag/cpia/","http://radioblackout.org/tag/giannelli/","http://radioblackout.org/tag/lucento-vallette/","http://radioblackout.org/tag/scuole/",[373,374,375,376],"Cpia","Giannelli","lucento vallette","scuole",{"post_content":378,"post_title":382},{"matched_tokens":379,"snippet":380,"value":381},[96,80,85],"nel tentativo di evitare quella \u003Cmark>guerra\u003C/mark> \u003Cmark>tra\u003C/mark> \u003Cmark>poveri\u003C/mark>, trovando una soluzione in quartiere","A volte erogare un servizio utile in un territorio può irritare perché si incide su un altro degli sporadici esistenti in una zona abbandonata da sempre. Un quartiere con una fama che non merita, come non la meritano i suoi allievi di scuola media con cui nessuno vuole spartire la struttura sottoutilizzata della Turoldo, un quartiere a vocazione migratoria, costruito proprio per ospitare prima gli istriani in fuga e poi i meridionali richiamati dalla fabbrica vorace, che li ha scaricati in un dormitorio (dove poi è stato collocato il carcere, il termovalorizzatore e sono stati soggetti a pogrom i rom che storicamente erano i primi ad abitarlo, per fare spazio al non-luogo stadio juventino, per i business residui della famiglia Agnelli, che lo hanno sconciato definitivamente... poco più in là gli ipermercati, l'inizio della filiera della discarica); per questo l'operazione dei media mainstream per creare un alone di razzismo attorno alla sindrome nimby non dovrebbe essere credibile, eppure l'alzata di scudi contro l'approdo del Cpia1 – che ora opera in un seminterrato della scuola media Saba (sempre all'interno della V circoscrizione), dove è stato rilevato il radon e sono a disposizione due bagni per 700 persone – nella scuola Giannelli delle Vallette, che causerebbe lo spostamento dei bambini alla scuola media Turoldo – vicina e gemella nell'aspetto – insinua il sospetto di rigetto del diverso, perché l'utenza della scuola per adulti è quasi per intero straniera. E su questo si sono subito gettati gli sciacalli delle cronache cittadine.\r\n\r\nIl fatto che la cub si schieri al fianco della protesta dei genitori rispetto alle esigenze della struttura che nasce dall'esperienza delle 150 ore trova una spiegazione nel rifiuto delle scelte non condivise dell'istituzione e nel tentativo di evitare quella \u003Cmark>guerra\u003C/mark> \u003Cmark>tra\u003C/mark> \u003Cmark>poveri\u003C/mark>, trovando una soluzione in quartiere che possa accogliere i migranti che intendono imparare l'italiano per salvarsi dalle trappole di una società non accogliente e contemporaneamente invece accogliere le istanze dei bambini del quartiere che intendono rimanere nella \"loro\" struttura.\r\n\r\nAbbiamo interpellato Marco Meotto, del coordinamento provinciale della Cub di Torino per capire dove si colloca il sindacato di base, dove le istituzioni e dove il quartiere per trovare una soluzione valida per le due scuole... chi rimane fuori sono i Baradel della Turoldo, già additati senza appello come bulli e drop-out senza speranza, ma per il loro destino cercheremo di approfondire nelle prossime puntate.\r\n\r\nIl Comune impone soluzioni divisive alle Vallette, proteste e strumentalizzazioni\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/02/2020_02_27_gianelli.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ",{"matched_tokens":383,"snippet":384,"value":384},[80,85],"Guerre \u003Cmark>tra\u003C/mark> \u003Cmark>poveri\u003C/mark> per un servizio imposto al territorio",[386,388],{"field":112,"matched_tokens":387,"snippet":380,"value":381},[96,80,85],{"field":109,"matched_tokens":389,"snippet":384,"value":384},[80,85],{"best_field_score":351,"best_field_weight":352,"fields_matched":242,"num_tokens_dropped":51,"score":391,"tokens_matched":35,"typo_prefix_score":51},"1736172819517014130",6646,{"collection_name":62,"first_q":33,"per_page":22,"q":33},8,{"facet_counts":396,"found":441,"hits":442,"out_of":637,"page":163,"request_params":638,"search_cutoff":40,"search_time_ms":22},[397,423],{"counts":398,"field_name":420,"sampled":40,"stats":421},[399,402,404,406,408,410,412,414,416,418],{"count":400,"highlighted":401,"value":401},99,"anarres",{"count":242,"highlighted":403,"value":403},"frittura mista",{"count":242,"highlighted":405,"value":405},"liberation front",{"count":242,"highlighted":407,"value":407},"I Bastioni di Orione",{"count":163,"highlighted":409,"value":409},"ACAB",{"count":163,"highlighted":411,"value":411},"19e59",{"count":163,"highlighted":413,"value":413},"No Trip For Cats",{"count":163,"highlighted":415,"value":415},"la perla di labuan",{"count":163,"highlighted":417,"value":417},"Macerie su macerie",{"count":163,"highlighted":419,"value":419},"La fine della Fine della storia","podcastfilter",{"total_values":422},12,{"counts":424,"field_name":39,"sampled":40,"stats":439},[425,427,428,429,430,432,433,435,437,438],{"count":426,"highlighted":23,"value":23},9,{"count":17,"highlighted":401,"value":401},{"count":22,"highlighted":15,"value":15},{"count":22,"highlighted":29,"value":29},{"count":25,"highlighted":431,"value":431},"no tav",{"count":25,"highlighted":96,"value":96},{"count":25,"highlighted":434,"value":434},"grecia",{"count":25,"highlighted":436,"value":436},"francia",{"count":25,"highlighted":20,"value":20},{"count":28,"highlighted":18,"value":18},{"total_values":440},319,118,[443,492,519,549,592,614],{"document":444,"highlight":463,"highlights":480,"text_match":114,"text_match_info":491},{"comment_count":51,"id":445,"is_sticky":51,"permalink":446,"podcastfilter":447,"post_author":401,"post_content":448,"post_date":449,"post_excerpt":450,"post_id":445,"post_modified":451,"post_thumbnail":452,"post_title":453,"post_type":454,"sort_by_date":455,"tag_links":456,"tags":460},"8128","http://radioblackout.org/podcast/grecia-il-muro-di-evros-e-la-guerra-allimmigrazione/",[],"La Grecia ha deciso: il muro lungo il confine con la Turchia si farà. Lo ha annunciato il ministro \"per la protezione dei cittadini\" Michalis Chrisochoidis. L'Unione Europea non finanzierà il progetto, peraltro caldeggiato da Sarkozy, ma non si opporrà a quello che l'incaricata UE Cecilia Malmström, ha definito un \"affare interno\".\r\nLa pressione dell’estrema destra xenofoba, che i sondaggi danno in crescita, il tentativo di spezzare il fronte della lotta di classe giocando la carta della guerra tra poveri, sono all’origine della scelta di dare una ulteriore svolta disciplinare all’immigrazione nel paese ellenico.\r\nMolti immigrati sono afgani, spesso minorenni, cui è negato l’asilo politico o il riconoscimento dello status di profughi, perché provengono da una paese “democratico” e non hanno “motivo” di fuggire.\r\nTanti si ammassano in campi di fortuna alle spalle di Patrasso, nella speranza di guadagnare un passaggio clandestino verso l’Italia. Nel nostro paese se ne parla solo quando qualcuno muore schiacciato dalle ruote di un camion cui si era aggrappato.\r\nIl muro di Evros è solo uno dei tasselli – forse solo il più visibile – di una politica di repressione dell’immigrazione clandestina, che nei prossimi mesi porterà alla costruzione di 30 centri di detenzione da mille posti l’uno.\r\nNei quartieri periferici di Atene, la grande città dove si concentrano gran parte degli immigrati che provano, attraverso la Grecia, ad approdare nell’Europa più ricca, si moltiplicano le aggressioni fasciste.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Georgios del gruppo di comunisti libertari di Atene.\r\n\r\nAscolta l’intervista a radio Blackout: [audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/04/2012-04-08-georghios-fasci-immigrazione.mp3|titles=2012 04 08 georghios fasci immigrazione]\r\n\r\nScarica l'audio","14 Aprile 2012","La Grecia ha deciso: il muro lungo il confine con la Turchia si farà. Lo ha annunciato il ministro \"per la protezione dei cittadini\" Michalis Chrisochoidis. L'Unione Europea non finanzierà il progetto, peraltro caldeggiato da Sarkozy, ma non si opporrà a quello che l'incaricata UE Cecilia Malmström, ha definito un \"affare interno\".\r\nLa pressione dell’estrema destra xenofoba, che i sondaggi danno in crescita, il tentativo di spezzare il fronte della lotta di classe giocando la carta della guerra tra poveri, sono all’origine della scelta di dare una ulteriore svolta disciplinare all’immigrazione nel paese ellenico.\r\nMolti immigrati sono afgani, spesso minorenni, cui è negato l’asilo politico o il riconoscimento dello status di profughi, perché provengono da una paese “democratico” e non hanno “motivo” di fuggire.\r\nTanti si ammassano in campi di fortuna alle spalle di Patrasso, nella speranza di guadagnare un passaggio clandestino verso l’Italia. Nel nostro paese se ne parla solo quando qualcuno muore schiacciato dalle ruote di un camion cui si era aggrappato.\r\nIl muro di Evros è solo uno dei tasselli – forse solo il più visibile – di una politica di repressione dell’immigrazione clandestina, che nei prossimi mesi porterà alla costruzione di 30 centri di detenzione da mille posti l’uno.\r\nNei quartieri periferici di Atene, la grande città dove si concentrano gran parte degli immigrati che provano, attraverso la Grecia, ad approdare nell’Europa più ricca, si moltiplicano le aggressioni fasciste.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Georgios del gruppo di comunisti libertari di Atene. \r\n","2018-10-17 22:11:14","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/04/muro-200x110.jpg","Grecia. Il muro di Evros e la guerra all’immigrazione","podcast",1334395220,[457,68,458,459],"http://radioblackout.org/tag/grecia/","http://radioblackout.org/tag/immigrazione/","http://radioblackout.org/tag/muro-di-evros/",[434,33,461,462],"immigrazione","muro di evros",{"post_content":464,"post_title":468,"tags":471},{"matched_tokens":465,"snippet":466,"value":467},[96,80,85],"classe giocando la carta della \u003Cmark>guerra\u003C/mark> \u003Cmark>tra\u003C/mark> \u003Cmark>poveri\u003C/mark>, sono all’origine della scelta di","La Grecia ha deciso: il muro lungo il confine con la Turchia si farà. Lo ha annunciato il ministro \"per la protezione dei cittadini\" Michalis Chrisochoidis. L'Unione Europea non finanzierà il progetto, peraltro caldeggiato da Sarkozy, ma non si opporrà a quello che l'incaricata UE Cecilia Malmström, ha definito un \"affare interno\".\r\nLa pressione dell’estrema destra xenofoba, che i sondaggi danno in crescita, il tentativo di spezzare il fronte della lotta di classe giocando la carta della \u003Cmark>guerra\u003C/mark> \u003Cmark>tra\u003C/mark> \u003Cmark>poveri\u003C/mark>, sono all’origine della scelta di dare una ulteriore svolta disciplinare all’immigrazione nel paese ellenico.\r\nMolti immigrati sono afgani, spesso minorenni, cui è negato l’asilo politico o il riconoscimento dello status di profughi, perché provengono da una paese “democratico” e non hanno “motivo” di fuggire.\r\nTanti si ammassano in campi di fortuna alle spalle di Patrasso, nella speranza di guadagnare un passaggio clandestino verso l’Italia. Nel nostro paese se ne parla solo quando qualcuno muore schiacciato dalle ruote di un camion cui si era aggrappato.\r\nIl muro di Evros è solo uno dei tasselli – forse solo il più visibile – di una politica di repressione dell’immigrazione clandestina, che nei prossimi mesi porterà alla costruzione di 30 centri di detenzione da mille posti l’uno.\r\nNei quartieri periferici di Atene, la grande città dove si concentrano gran parte degli immigrati che provano, attraverso la Grecia, ad approdare nell’Europa più ricca, si moltiplicano le aggressioni fasciste.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Georgios del gruppo di comunisti libertari di Atene.\r\n\r\nAscolta l’intervista a radio Blackout: [audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/04/2012-04-08-georghios-fasci-immigrazione.mp3|titles=2012 04 08 georghios fasci immigrazione]\r\n\r\nScarica l'audio",{"matched_tokens":469,"snippet":470,"value":470},[96],"Grecia. Il muro di Evros e la \u003Cmark>guerra\u003C/mark> all’immigrazione",[472,474,476,478],{"matched_tokens":473,"snippet":434,"value":434},[],{"matched_tokens":475,"snippet":97,"value":97},[96,80,85],{"matched_tokens":477,"snippet":461,"value":461},[],{"matched_tokens":479,"snippet":462,"value":462},[],[481,487,489],{"field":39,"indices":482,"matched_tokens":483,"snippets":485,"values":486},[163],[484],[96,80,85],[97],[97],{"field":112,"matched_tokens":488,"snippet":466,"value":467},[96,80,85],{"field":109,"matched_tokens":490,"snippet":470,"value":470},[96],{"best_field_score":116,"best_field_weight":14,"fields_matched":35,"num_tokens_dropped":51,"score":117,"tokens_matched":35,"typo_prefix_score":51},{"document":493,"highlight":505,"highlights":513,"text_match":349,"text_match_info":518},{"comment_count":51,"id":494,"is_sticky":51,"permalink":495,"podcastfilter":496,"post_author":401,"post_content":497,"post_date":498,"post_excerpt":57,"post_id":494,"post_modified":499,"post_thumbnail":500,"post_title":501,"post_type":454,"sort_by_date":502,"tag_links":503,"tags":504},"90246","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-31-maggio-la-repubblica-in-guerra-acampade-riflessioni-a-margine-naja-obbligatoria-militarizzazione-delle-periferie/",[401],"ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/2024-05-31-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\n2 giugno. La Repubblica del militarismo e della guerra\r\nOgni 2 giugno la Repubblica celebra sé stessa con esibizioni militari, parate e commemorazioni. Una “festa” nazionalista e militarista.\r\nIl governo di estrema destra alimenta la retorica identitaria, i “sacri” confini, l’esaltazione della guerra.\r\nGuerre di portata planetaria ci stanno portando sull'orlo della terza guerra mondiale. La spirale pare inarrestabile: il conflitto Russia Ucraina rischia di deflagrare in tutta Europa.\r\nL'Italia è direttamente coinvolta con le proprie truppe e con il proprio apparato militare industriale. È in prima fila in conflitti in cui gioca in proprio e in varie alleanze a geografia variabile.\r\nUn processo di militarizzazione investe le nostre città, le nostre scuole, i principali mezzi di comunicazione e le istituzioni culturali.\r\nGuerra interna e guerra esterna sono le due facce della stessa medaglia, quella della guerra ai poveri per il controllo delle risorse, delle coscienze, delle vie di approvvigionamento e dei flussi informativi. \r\nIniziative di lotta in varie città\r\nFederico dell’assemblea antimilitarista ha presentato la giornata\r\n\r\nFermare le guerre. Una prima riflessione a margine delle acampade studentesche\r\nI movimenti che si sono sviluppati negli ultimi mesi soprattutto nelle università hanno il merito di aver colto il nesso fondamentale tra ricerca accademica ed industria bellica, in un intrecciarsi di interessi che pongono al centro la logica del dominio e quella del profitto, fuori e contro ogni supposta neutralità di un’indagine scientifica che si muove seguendo gli indirizzi dei committenti di turno. Hanno tuttavia un forte limite sia nella definizione degli obiettivi che nelle modalità nel perseguirli.\r\nL’enorme emozione che accompagna l’immane massacro con finalità genocide della popolazione gazawi, finisce con il porre in primo piano solo la critica e il boicottaggio verso lo Stato di Israele, dimenticando che il nostro paese (e le sue università) sono in prima fila in numerosi teatri di guerra, che restano sullo sfondo, avvolti in un oblio pericoloso, che rischia di renderci complici di infiniti orrori. Basti pensare all’Artsakh e al Sudan, due tra le tante guerre cui l’Italia ha contribuito direttamente, fornendo armi e addestratori nel silenzio dei più.\r\n\r\nUna critica reale delle collusioni tra Università e ricerca bellica dovrebbe avere l’obiettivo minimo della cancellazione di accordi di cooperazione con tutte le industrie belliche e tutti gli Stati in guerra. Una critica radicale si dovrebbe interrogare sul ruolo delle Università e sulla necessità di espropriazione permanente di ambiti di studio e ricerca al servizio dell’imperialismo e della logica capitalista. \r\n\r\nLe guerre moderne, non ultima quella cominciata il 7 ottobre tra Israele e Gaza, hanno come principali vittime le popolazioni civili, massacrate per fiaccare il nemico, per indurlo alla resa o alla fuga. \r\nOpporsi alla guerra senza opporsi al militarismo è una prospettiva miope, perché alimenta l’opinione che vi siano eserciti buoni. E non basta mettere la parola “resistenza” al posto di “esercito” per modificare il senso di guerre combattute per assicurarsi il controllo esclusivo di questa o quell’area geografica. Solo l’alleanza transnazionale degli oppressi e degli sfruttati spezza le frontiere, frantuma la logica statalista e patriottica, fa saltare il tappo identitario legato al luogo, alla religione, alla tradizione per aprire uno spazio simbolico e reale al non luogo, all’utopia, che non è l’irrealizzabile ma solo l’irrealizzato. \r\n\r\nVerso il ritorno della naja obbligatoria?\r\nNel nostro paese la naja obbligatoria non è mai stata abolita, perché la legge n. 226 del 23 agosto 2004 prevede solo la sospensione delle chiamate.\r\nIn qualsiasi momento il governo può decidere la riattivazione del servizio militare.\r\nIn Italia l’alfiere della proposta è la Lega di Salvini, che ha annunciato un progetto di legge che prevede la reintroduzione di «sei mesi di servizio civile o militare per i ragazzi tra i 18 e 26 anni, su base regionale e da svolgere esclusivamente in Italia». In base a questo progetto le ragazze, che non erano sottoposte all’obbligo, lo sarebbero al pari dei ragazzi.\r\nNei fatti questa leva in salsa leghista, su base regionale, sarebbe una sorta di servizio civile militarizzato. Salvini disegna un quadro di soldati impegnati in corsi di salvataggio, protezione civile, primo soccorso, protezione dei boschi e un gran numero di altre varie attività. \r\nNel nostro paese il ministro della Difesa Crosetto si è detto nettamente contrario. Crosetto sostiene che una simile ipotesi mai comunque potrebbe riguardare le forze armate, \"che non possono essere pensate come un luogo per educare i giovani, cosa che deve essere fatta dalla famiglia e dalla scuola\".\r\nLe forze armate sono oggi costituite da professionisti altamente specializzati, necessari per le guerre ultratecnologiche che si combattono in ogni dove. La carne da cannone, quando servisse, la si addestrerebbe in fretta, reintroducendo la chiamata obbligatoria.\r\nIn realtà, al di là della propaganda elettorale che contrappone i due alleati in competizione, il compromesso tra le due posizioni è già contenuto nella proposta di Salvini, una proposta che mette a disposizione manodopera gratuita e, insieme, inserisce un nuovo modulo educativo improntato sulla disciplina militare. Facile immaginare uno spazio intermedio tra scuola/lavoro e naja. Un altro orizzonte di militarizzazione dei corpi e delle coscienze.\r\n\r\nContro la militarizzazione delle periferie\r\nBarriera di Milano, ormai da anni, è divenuta un laboratorio dove sperimentare tecniche di controllo sociale prima impensabili, pur di non spendere un soldo per la casa, la sanità, i trasporti, le scuole. In questi anni la spesa militare è costantemente aumentata, le missioni all’estero delle forze armate italiane si sono moltiplicate.\r\nIl governo e i fascisti soffiano sul fuoco della guerra tra poveri italiani e poveri immigrati, per avere mano libera a fare la guerra a noi tutti.\r\nNei quartieri poveri il controllo militare è diventato normale. Anzi! Ogni giorno è peggio.\r\nIntere aree del quartiere vengono messe sotto assedio, con continue retate di persone senza documenti o che vivono grazie ad un’economia informale.\r\nTorino da città dell’auto si sta trasformando in città dei bombardieri e vetrina per turisti.\r\nPresentazione dell’iniziativa antimilitarista che si è tenuta in Barriera il primo giugno.\r\n\r\nAppuntamenti: \r\n\r\nOgni martedì fai un salto da\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro \r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini! \r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\ndalle 18 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\nContatti:\r\nfai_torino@autistici.org\r\n@senzafrontiere.to/\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","3 Giugno 2024","2024-06-03 12:41:42","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/oops-715x480-1-200x110.jpg","Anarres del 31 maggio. La Repubblica in guerra. Acampade: riflessioni a margine. Naja obbligatoria? Militarizzazione delle periferie…",1717418502,[],[],{"post_content":506,"post_title":510},{"matched_tokens":507,"snippet":508,"value":509},[96,80,85,85],"fascisti soffiano sul fuoco della \u003Cmark>guerra\u003C/mark> \u003Cmark>tra\u003C/mark> \u003Cmark>poveri\u003C/mark> italiani e \u003Cmark>poveri\u003C/mark> immigrati, per","ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/2024-05-31-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\n2 giugno. La Repubblica del militarismo e della \u003Cmark>guerra\u003C/mark>\r\nOgni 2 giugno la Repubblica celebra sé stessa con esibizioni militari, parate e commemorazioni. Una “festa” nazionalista e militarista.\r\nIl governo di estrema destra alimenta la retorica identitaria, i “sacri” confini, l’esaltazione della \u003Cmark>guerra\u003C/mark>.\r\nGuerre di portata planetaria ci stanno portando sull'orlo della terza \u003Cmark>guerra\u003C/mark> mondiale. La spirale pare inarrestabile: il conflitto Russia Ucraina rischia di deflagrare in tutta Europa.\r\nL'Italia è direttamente coinvolta con le proprie truppe e con il proprio apparato militare industriale. È in prima fila in conflitti in cui gioca in proprio e in varie alleanze a geografia variabile.\r\nUn processo di militarizzazione investe le nostre città, le nostre scuole, i principali mezzi di comunicazione e le istituzioni culturali.\r\n\u003Cmark>Guerra\u003C/mark> interna e \u003Cmark>guerra\u003C/mark> esterna sono le due facce della stessa medaglia, quella della \u003Cmark>guerra\u003C/mark> ai \u003Cmark>poveri\u003C/mark> per il controllo delle risorse, delle coscienze, delle vie di approvvigionamento e dei flussi informativi. \r\nIniziative di lotta in varie città\r\nFederico dell’assemblea antimilitarista ha presentato la giornata\r\n\r\nFermare le guerre. Una prima riflessione a margine delle acampade studentesche\r\nI movimenti che si sono sviluppati negli ultimi mesi soprattutto nelle università hanno il merito di aver colto il nesso fondamentale \u003Cmark>tra\u003C/mark> ricerca accademica ed industria bellica, in un intrecciarsi di interessi che pongono al centro la logica del dominio e quella del profitto, fuori e contro ogni supposta neutralità di un’indagine scientifica che si muove seguendo gli indirizzi dei committenti di turno. Hanno tuttavia un forte limite sia nella definizione degli obiettivi che nelle modalità nel perseguirli.\r\nL’enorme emozione che accompagna l’immane massacro con finalità genocide della popolazione gazawi, finisce con il porre in primo piano solo la critica e il boicottaggio verso lo Stato di Israele, dimenticando che il nostro paese (e le sue università) sono in prima fila in numerosi teatri di \u003Cmark>guerra\u003C/mark>, che restano sullo sfondo, avvolti in un oblio pericoloso, che rischia di renderci complici di infiniti orrori. Basti pensare all’Artsakh e al Sudan, due \u003Cmark>tra\u003C/mark> le tante guerre cui l’Italia ha contribuito direttamente, fornendo armi e addestratori nel silenzio dei più.\r\n\r\nUna critica reale delle collusioni \u003Cmark>tra\u003C/mark> Università e ricerca bellica dovrebbe avere l’obiettivo minimo della cancellazione di accordi di cooperazione con tutte le industrie belliche e tutti gli Stati in \u003Cmark>guerra\u003C/mark>. Una critica radicale si dovrebbe interrogare sul ruolo delle Università e sulla necessità di espropriazione permanente di ambiti di studio e ricerca al servizio dell’imperialismo e della logica capitalista. \r\n\r\nLe guerre moderne, non ultima quella cominciata il 7 ottobre \u003Cmark>tra\u003C/mark> Israele e Gaza, hanno come principali vittime le popolazioni civili, massacrate per fiaccare il nemico, per indurlo alla resa o alla fuga. \r\nOpporsi alla \u003Cmark>guerra\u003C/mark> senza opporsi al militarismo è una prospettiva miope, perché alimenta l’opinione che vi siano eserciti buoni. E non basta mettere la parola “resistenza” al posto di “esercito” per modificare il senso di guerre combattute per assicurarsi il controllo esclusivo di questa o quell’area geografica. Solo l’alleanza transnazionale degli oppressi e degli sfruttati spezza le frontiere, frantuma la logica statalista e patriottica, fa saltare il tappo identitario legato al luogo, alla religione, alla tradizione per aprire uno spazio simbolico e reale al non luogo, all’utopia, che non è l’irrealizzabile ma solo l’irrealizzato. \r\n\r\nVerso il ritorno della naja obbligatoria?\r\nNel nostro paese la naja obbligatoria non è mai stata abolita, perché la legge n. 226 del 23 agosto 2004 prevede solo la sospensione delle chiamate.\r\nIn qualsiasi momento il governo può decidere la riattivazione del servizio militare.\r\nIn Italia l’alfiere della proposta è la Lega di Salvini, che ha annunciato un progetto di legge che prevede la reintroduzione di «sei mesi di servizio civile o militare per i ragazzi \u003Cmark>tra\u003C/mark> i 18 e 26 anni, su base regionale e da svolgere esclusivamente in Italia». In base a questo progetto le ragazze, che non erano sottoposte all’obbligo, lo sarebbero al pari dei ragazzi.\r\nNei fatti questa leva in salsa leghista, su base regionale, sarebbe una sorta di servizio civile militarizzato. Salvini disegna un quadro di soldati impegnati in corsi di salvataggio, protezione civile, primo soccorso, protezione dei boschi e un gran numero di altre varie attività. \r\nNel nostro paese il ministro della Difesa Crosetto si è detto nettamente contrario. Crosetto sostiene che una simile ipotesi mai comunque potrebbe riguardare le forze armate, \"che non possono essere pensate come un luogo per educare i giovani, cosa che deve essere fatta dalla famiglia e dalla scuola\".\r\nLe forze armate sono oggi costituite da professionisti altamente specializzati, necessari per le guerre ultratecnologiche che si combattono in ogni dove. La carne da cannone, quando servisse, la si addestrerebbe in fretta, reintroducendo la chiamata obbligatoria.\r\nIn realtà, al di là della propaganda elettorale che contrappone i due alleati in competizione, il compromesso \u003Cmark>tra\u003C/mark> le due posizioni è già contenuto nella proposta di Salvini, una proposta che mette a disposizione manodopera gratuita e, insieme, inserisce un nuovo modulo educativo improntato sulla disciplina militare. Facile immaginare uno spazio intermedio \u003Cmark>tra\u003C/mark> scuola/lavoro e naja. Un altro orizzonte di militarizzazione dei corpi e delle coscienze.\r\n\r\nContro la militarizzazione delle periferie\r\nBarriera di Milano, ormai da anni, è divenuta un laboratorio dove sperimentare tecniche di controllo sociale prima impensabili, pur di non spendere un soldo per la casa, la sanità, i trasporti, le scuole. In questi anni la spesa militare è costantemente aumentata, le missioni all’estero delle forze armate italiane si sono moltiplicate.\r\nIl governo e i fascisti soffiano sul fuoco della \u003Cmark>guerra\u003C/mark> \u003Cmark>tra\u003C/mark> \u003Cmark>poveri\u003C/mark> italiani e \u003Cmark>poveri\u003C/mark> immigrati, per avere mano libera a fare la \u003Cmark>guerra\u003C/mark> a noi tutti.\r\nNei quartieri \u003Cmark>poveri\u003C/mark> il controllo militare è diventato normale. Anzi! Ogni giorno è peggio.\r\nIntere aree del quartiere vengono messe sotto assedio, con continue retate di persone senza documenti o che vivono grazie ad un’economia informale.\r\nTorino da città dell’auto si sta trasformando in città dei bombardieri e vetrina per turisti.\r\nPresentazione dell’iniziativa antimilitarista che si è tenuta in Barriera il primo giugno.\r\n\r\nAppuntamenti: \r\n\r\nOgni martedì fai un salto da\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro \r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare \u003Cmark>tra\u003C/mark> i libri e le riviste, le magliette e i volantini! \r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\ndalle 18 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\nContatti:\r\nfai_torino@autistici.org\r\n@senzafrontiere.to/\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",{"matched_tokens":511,"snippet":512,"value":512},[96],"Anarres del 31 maggio. La Repubblica in \u003Cmark>guerra\u003C/mark>. Acampade: riflessioni a margine. Naja obbligatoria? Militarizzazione delle periferie…",[514,516],{"field":112,"matched_tokens":515,"snippet":508,"value":509},[96,80,85,85],{"field":109,"matched_tokens":517,"snippet":512,"value":512},[96],{"best_field_score":351,"best_field_weight":352,"fields_matched":242,"num_tokens_dropped":51,"score":391,"tokens_matched":35,"typo_prefix_score":51},{"document":520,"highlight":535,"highlights":543,"text_match":349,"text_match_info":548},{"comment_count":51,"id":521,"is_sticky":51,"permalink":522,"podcastfilter":523,"post_author":401,"post_content":524,"post_date":525,"post_excerpt":57,"post_id":521,"post_modified":526,"post_thumbnail":527,"post_title":528,"post_type":454,"sort_by_date":529,"tag_links":530,"tags":533},"54394","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-31-maggio-le-periferie-nella-morsa-della-lega-2-giugno-parata-degli-assassini-missioni-di-guerra-portaerei-e-altri-giocattoli/",[401],"Come ogni venerdì abbiamo fatto fatto il nostro viaggio settimanale su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/2019-05-31-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, appuntamenti:\r\n\r\nDa Torino a Roma. Le periferie nella morsa della Lega\r\nUn’analisi dei voto che tenga conto delle questioni sociali ci consegna una mappa dei territori dove si sono affermati i sovranisti, che ci narra della grande paura sociale che sta scuotendo l’Europa e che trova sbocco nel mito dell’identità nazionale, religiosa, che individua “l’altro” come nemico interno su cui riversare il proprio disagio sociale.\r\nA Roma le quartiere dove si campa male la vita, dove i fascisti soffiano sul fuoco della guerra tra poveri, la Lega ha fatto man bassa.\r\nLa Lega a Torino vince in tutta la periferia nord della città, quella dove è concentrata la maggior parte della popolazione immigrata nel capoluogo subalpino. Nei quartieri dove la lotta di classe ha, almeno in parte, ceduto il passo alla guerra all’immigrazione.\r\nNei quartieri dove la logica securitaria è la cura di ogni male, specie di quello di cui nessuno si cura: la povertà, il declino di ogni forma di mobilità sociale, la precarietà come orizzonte esistenziale “normale”.\r\nLa debacle dei 5 Stelle che hanno visto dimezzare i propri consensi in poco più di un anno è tutta nell’ambiguità costitutiva di un movimento che nasce dall’invettiva grillina, ma non riesce a costruire, a mantenere i legami con i movimenti che ne avevano garantito parte del successo. I pentastellati pagano il prezzo di essere una sorta di peronismo in salsa italiana, né di destra, né di sinistra, un populismo anomalo alle nostre latitudini, che un partito nettamente di destra come la Lega ha azzannato alla gola.\r\nNelle urne vince la paura, ma i più, specie in Italia, non votano.\r\n\r\nNe abbiamo discusso con Giovanni Semi, che insegna sociologia a Torino e con Francesco Fricche, economista romano.\r\n\r\n2 giugno. Parata degli assassini\r\n\r\nAntimilitarismo. Missioni di guerra, nuova portaerei e altri giocattoli\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nBlackout Fest dal 7 al 9 giugno allo Spazio 211 – Ci saremo con distro, SeriRiot, punto info e tanto altro...\r\n\r\nVenerdì 14 giugno \r\nore 16\r\nin via Po 16\r\nPunto info sul pacchetto sicurezza bis del governo\r\nIl nuovo pacchetto sicurezza annunciato dal governo stabilisca che chi presta soccorso ai naufraghi, rischia multe salatissime e il ritiro della patente. La gente di mare dovrà scegliere se diventare complice degli assassini di Stato o perdere la barca e il lavoro.\r\nQuesto nuovo decreto legge è un altro tassello di un puzzle repressivo che mette in seria discussione la possibilità di manifestare. Le nuove norme trasformano in comportamenti criminali accendere un fumogeno o fare fuochi d’artificio. La responsabilità individuale, che richiede ai PM l’onere della prova, cede il passo alla responsabilità collettiva, dove alcune condotte possono essere addebitate a chiunque partecipi, senza necessità di dimostrare altro che la presenza. L’oltraggio a pubblico ufficiale, un mero reato d’opinione, può essere sanzionato con quattro anni di carcere.\r\nVogliono seminare la paura: spetta ai movimenti sociali far si che cambi di campo.\r\n\r\nOgni giorno in giro per la città…\r\nSalta il Tornello!\r\nAppendino fa la guerra ai poveri. Il biglietto di tram, bus e metro aumenta, diminuiscono le corse, aumentano i controlli.\r\nI nuovi tornelli che stanno montando sui mezzi lasciano a piedi tanta gente che non ce la fa a campare la vita tra disoccupazione, pensioni da fame, precarietà e lavoro nero.\r\nÈ la città a 5Stelle, che attua riqualificazioni escludenti, caccia i senza casa, i senza reddito, i senza documenti ai margini della metropoli.\r\nBus e tram devono essere gratuiti per tutti. I soldi ci sono: li hanno i ricchi che vivono sulle spalle dei poveri, i padroni che sfruttano il nostro lavoro.\r\nRiprendiamoci la città, costruiamo esperienze di autogestione, cacciamo padroni e governanti, creiamo assemblee in ogni quartiere. \r\nCon la lotta, il mutuo appoggio e la solidarietà rendiamo gratuiti sin da ora i trasporti pubblici.\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\nRiunioni ogni giovedì alle 18 presso la FAT in corso Palermo 46\r\nFB https://www.facebook.com/Wild.C.A.T.anarcofem/\r\n\r\nLe riunioni della Federazione Anarchica Torinese, aperte a tutti gli interessati, sono ogni giovedì dalle 21 in corso Palermo 46","4 Giugno 2019","2019-06-10 17:14:44","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/IMG_20190602_182738-200x110.jpg","Anarres del 31 maggio. Le periferie nella morsa della Lega. 2 giugno. Parata degli assassini. Missioni di guerra, portaerei e altri giocattoli...",1559648217,[531,532],"http://radioblackout.org/tag/anares/","http://radioblackout.org/tag/antimilitarismo/",[534,23],"anares",{"post_content":536,"post_title":540},{"matched_tokens":537,"snippet":538,"value":539},[96,80,85],"fascisti soffiano sul fuoco della \u003Cmark>guerra\u003C/mark> \u003Cmark>tra\u003C/mark> \u003Cmark>poveri\u003C/mark>, la Lega ha fatto man","Come ogni venerdì abbiamo fatto fatto il nostro viaggio settimanale su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/2019-05-31-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, appuntamenti:\r\n\r\nDa Torino a Roma. Le periferie nella morsa della Lega\r\nUn’analisi dei voto che tenga conto delle questioni sociali ci consegna una mappa dei territori dove si sono affermati i sovranisti, che ci narra della grande paura sociale che sta scuotendo l’Europa e che trova sbocco nel mito dell’identità nazionale, religiosa, che individua “l’altro” come nemico interno su cui riversare il proprio disagio sociale.\r\nA Roma le quartiere dove si campa male la vita, dove i fascisti soffiano sul fuoco della \u003Cmark>guerra\u003C/mark> \u003Cmark>tra\u003C/mark> \u003Cmark>poveri\u003C/mark>, la Lega ha fatto man bassa.\r\nLa Lega a Torino vince in tutta la periferia nord della città, quella dove è concentrata la maggior parte della popolazione immigrata nel capoluogo subalpino. Nei quartieri dove la lotta di classe ha, almeno in parte, ceduto il passo alla \u003Cmark>guerra\u003C/mark> all’immigrazione.\r\nNei quartieri dove la logica securitaria è la cura di ogni male, specie di quello di cui nessuno si cura: la povertà, il declino di ogni forma di mobilità sociale, la precarietà come orizzonte esistenziale “normale”.\r\nLa debacle dei 5 Stelle che hanno visto dimezzare i propri consensi in poco più di un anno è tutta nell’ambiguità costitutiva di un movimento che nasce dall’invettiva grillina, ma non riesce a costruire, a mantenere i legami con i movimenti che ne avevano garantito parte del successo. I pentastellati pagano il prezzo di essere una sorta di peronismo in salsa italiana, né di destra, né di sinistra, un populismo anomalo alle nostre latitudini, che un partito nettamente di destra come la Lega ha azzannato alla gola.\r\nNelle urne vince la paura, ma i più, specie in Italia, non votano.\r\n\r\nNe abbiamo discusso con Giovanni Semi, che insegna sociologia a Torino e con Francesco Fricche, economista romano.\r\n\r\n2 giugno. Parata degli assassini\r\n\r\nAntimilitarismo. Missioni di \u003Cmark>guerra\u003C/mark>, nuova portaerei e altri giocattoli\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nBlackout Fest dal 7 al 9 giugno allo Spazio 211 – Ci saremo con distro, SeriRiot, punto info e tanto altro...\r\n\r\nVenerdì 14 giugno \r\nore 16\r\nin via Po 16\r\nPunto info sul pacchetto sicurezza bis del governo\r\nIl nuovo pacchetto sicurezza annunciato dal governo stabilisca che chi presta soccorso ai naufraghi, rischia multe salatissime e il ritiro della patente. La gente di mare dovrà scegliere se diventare complice degli assassini di Stato o perdere la barca e il lavoro.\r\nQuesto nuovo decreto legge è un altro tassello di un puzzle repressivo che mette in seria discussione la possibilità di manifestare. Le nuove norme trasformano in comportamenti criminali accendere un fumogeno o fare fuochi d’artificio. La responsabilità individuale, che richiede ai PM l’onere della prova, cede il passo alla responsabilità collettiva, dove alcune condotte possono essere addebitate a chiunque partecipi, senza necessità di dimostrare altro che la presenza. L’oltraggio a pubblico ufficiale, un mero reato d’opinione, può essere sanzionato con quattro anni di carcere.\r\nVogliono seminare la paura: spetta ai movimenti sociali far si che cambi di campo.\r\n\r\nOgni giorno in giro per la città…\r\nSalta il Tornello!\r\nAppendino fa la \u003Cmark>guerra\u003C/mark> ai \u003Cmark>poveri\u003C/mark>. Il biglietto di tram, bus e metro aumenta, diminuiscono le corse, aumentano i controlli.\r\nI nuovi tornelli che stanno montando sui mezzi lasciano a piedi tanta gente che non ce la fa a campare la vita \u003Cmark>tra\u003C/mark> disoccupazione, pensioni da fame, precarietà e lavoro nero.\r\nÈ la città a 5Stelle, che attua riqualificazioni escludenti, caccia i senza casa, i senza reddito, i senza documenti ai margini della metropoli.\r\nBus e tram devono essere gratuiti per tutti. I soldi ci sono: li hanno i ricchi che vivono sulle spalle dei \u003Cmark>poveri\u003C/mark>, i padroni che sfruttano il nostro lavoro.\r\nRiprendiamoci la città, costruiamo esperienze di autogestione, cacciamo padroni e governanti, creiamo assemblee in ogni quartiere. \r\nCon la lotta, il mutuo appoggio e la solidarietà rendiamo gratuiti sin da ora i trasporti pubblici.\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\nRiunioni ogni giovedì alle 18 presso la FAT in corso Palermo 46\r\nFB https://www.facebook.com/Wild.C.A.T.anarcofem/\r\n\r\nLe riunioni della Federazione Anarchica Torinese, aperte a tutti gli interessati, sono ogni giovedì dalle 21 in corso Palermo 46",{"matched_tokens":541,"snippet":542,"value":542},[96],"Anarres del 31 maggio. Le periferie nella morsa della Lega. 2 giugno. Parata degli assassini. Missioni di \u003Cmark>guerra\u003C/mark>, portaerei e altri giocattoli...",[544,546],{"field":112,"matched_tokens":545,"snippet":538,"value":539},[96,80,85],{"field":109,"matched_tokens":547,"snippet":542,"value":542},[96],{"best_field_score":351,"best_field_weight":352,"fields_matched":242,"num_tokens_dropped":51,"score":391,"tokens_matched":35,"typo_prefix_score":51},{"document":550,"highlight":568,"highlights":582,"text_match":349,"text_match_info":591},{"comment_count":51,"id":551,"is_sticky":51,"permalink":552,"podcastfilter":553,"post_author":401,"post_content":554,"post_date":555,"post_excerpt":57,"post_id":551,"post_modified":556,"post_thumbnail":557,"post_title":558,"post_type":454,"sort_by_date":559,"tag_links":560,"tags":564},"12682","http://radioblackout.org/podcast/fabbrica-leggera-e-lavoro-pesante-dieci-anni-dopo-la-morte-del-padrone/",[],"Dieci anni dopo la sua morte, Gianni Agnelli, che pure ha segnato la transizione al post capitalismo, è oggi l’emblema di un modello ormai scomparso. Il modello della fabbrica pesante, della fabbrica che si fa città e modella intorno a se lo sviluppo urbano: basta guardare la pianta di Torino per rendersene conto. L’area che delinea gli stabilimenti di Mirafiori è enorme, un gigantesco quadrato che ci racconta una storia con la sola arroganza del proprio esserci.\r\nÈ venuto il presidente della Repubblica, il post comunista Napolitano, il vescovo Nosiglia ha celebrato la messa, il tristo Fassino ha benedetto la giornata, poi, con il laborioso rituale di una Torino che ha elevato il proprio provincialismo a vezzo sottilmente intellettuale, la visita al quotidiano del padrone e il pranzo al Cambio, simbolo decisamente retrò, tra agnolotti e decori un po’ appassiti.\r\nOggi i ricchi mangiano altrove. Tra gelatine e frullati, odori e suggestioni anche il cibo si smaterializza, si fa gioco di inganni, esperienza estetica. \r\nNon poteva mancare la commozione dell’operaio che ricorda la stretta di mano nel giorno della pensione, il ringraziamento per i 40 anni di vita rubata, la memoria di un giorno indimenticabile.\r\nLa “nuova” Torino, quella del Lingotto trasformato in centro commerciale, del grattacielo della Banca, di una Mirafiori ridotta a cinquemila cassaintegrati, scatola vuotata, mero simbolo di un potere la cui materialità è altrove, resta sullo sfondo, impalpabile.\r\nLa Fiat si è lasciata Torino alle spalle ma ha ancora bisogno del fantasma della Fabbrica pesante, della fabbrica che incide il territorio, per portare a termine la transizione. E per celebrare la propria vittoria. Ci sono voluti tren’anni per piegare la classe operaia di questa città, quella che tante volte ha fatto tremare i padroni.\r\nOggi nelle periferie schiacciate dalle ricette contro la crisi il ricatto del lavoro è una cappa pesante. Il disciplinamento dei lavoratori immigrati ha fatto da modello per il disciplinamento di tutti i lavoratori, scommettendo sulla guerra tra poveri e sulla paura.\r\nMa proprio nelle periferie dove campare la vita è più difficile comincia a sentirsi un’aria nuova. Per ora è solo un borbottio, una lieve effervescenza, un’invettiva lanciata tra i banchi del mercato di piazza Cerignola, tra i vecchi dell’immigrazione di ieri e i ragazzi di quella di oggi. Domani chi sa?\r\nQui, in un sabato di gennaio, con una mostra montata su trabiccolo di cassette per la frutta, che raccontava delle baracche di Rosarno, del cottimo, dei caporali, della rivolta, qui abbiamo incontrato gente capace di memoria, la memoria delle lotte dei propri padri braccianti, del proprio lavoro nella città della Fiat, gente consapevole che cambiare si può solo con la lotta.\r\nAscolta la lunga chiacchierata radiofonica con Simone, avvocato del lavoro e anarchico. Una chiacchierata su questa città, dove il futuro che non è più quello di una volta: 2013 01 25 simone africani come noi","27 Gennaio 2013","2018-10-17 22:11:08","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/01/giorgio-napolitano-200x110.jpg","Fabbrica leggera e lavoro pesante. Dieci anni dopo la morte del padrone",1359283604,[561,188,562,563],"http://radioblackout.org/tag/fiat/","http://radioblackout.org/tag/periferie/","http://radioblackout.org/tag/postcapitalismo/",[565,20,566,567],"fiat","periferie","postcapitalismo",{"post_content":569,"tags":573},{"matched_tokens":570,"snippet":571,"value":572},[96,80,85],"tutti i lavoratori, scommettendo sulla \u003Cmark>guerra\u003C/mark> \u003Cmark>tra\u003C/mark> \u003Cmark>poveri\u003C/mark> e sulla paura.\r\nMa proprio","Dieci anni dopo la sua morte, Gianni Agnelli, che pure ha segnato la transizione al post capitalismo, è oggi l’emblema di un modello ormai scomparso. Il modello della fabbrica pesante, della fabbrica che si fa città e modella intorno a se lo sviluppo urbano: basta guardare la pianta di Torino per rendersene conto. L’area che delinea gli stabilimenti di Mirafiori è enorme, un gigantesco quadrato che ci racconta una storia con la sola arroganza del proprio esserci.\r\nÈ venuto il presidente della Repubblica, il post comunista Napolitano, il vescovo Nosiglia ha celebrato la messa, il tristo Fassino ha benedetto la giornata, poi, con il laborioso rituale di una Torino che ha elevato il proprio provincialismo a vezzo sottilmente intellettuale, la visita al quotidiano del padrone e il pranzo al Cambio, simbolo decisamente retrò, \u003Cmark>tra\u003C/mark> agnolotti e decori un po’ appassiti.\r\nOggi i ricchi mangiano altrove. \u003Cmark>Tra\u003C/mark> gelatine e frullati, odori e suggestioni anche il cibo si smaterializza, si fa gioco di inganni, esperienza estetica. \r\nNon poteva mancare la commozione dell’operaio che ricorda la stretta di mano nel giorno della pensione, il ringraziamento per i 40 anni di vita rubata, la memoria di un giorno indimenticabile.\r\nLa “nuova” Torino, quella del Lingotto trasformato in centro commerciale, del grattacielo della Banca, di una Mirafiori ridotta a cinquemila cassaintegrati, scatola vuotata, mero simbolo di un potere la cui materialità è altrove, resta sullo sfondo, impalpabile.\r\nLa Fiat si è lasciata Torino alle spalle ma ha ancora bisogno del fantasma della Fabbrica pesante, della fabbrica che incide il territorio, per portare a termine la transizione. E per celebrare la propria vittoria. Ci sono voluti tren’anni per piegare la classe operaia di questa città, quella che tante volte ha fatto tremare i padroni.\r\nOggi nelle periferie schiacciate dalle ricette contro la crisi il ricatto del lavoro è una cappa pesante. Il disciplinamento dei lavoratori immigrati ha fatto da modello per il disciplinamento di tutti i lavoratori, scommettendo sulla \u003Cmark>guerra\u003C/mark> \u003Cmark>tra\u003C/mark> \u003Cmark>poveri\u003C/mark> e sulla paura.\r\nMa proprio nelle periferie dove campare la vita è più difficile comincia a sentirsi un’aria nuova. Per ora è solo un borbottio, una lieve effervescenza, un’invettiva lanciata \u003Cmark>tra\u003C/mark> i banchi del mercato di piazza Cerignola, \u003Cmark>tra\u003C/mark> i vecchi dell’immigrazione di ieri e i ragazzi di quella di oggi. Domani chi sa?\r\nQui, in un sabato di gennaio, con una mostra montata su trabiccolo di cassette per la frutta, che raccontava delle baracche di Rosarno, del cottimo, dei caporali, della rivolta, qui abbiamo incontrato gente capace di memoria, la memoria delle lotte dei propri padri braccianti, del proprio lavoro nella città della Fiat, gente consapevole che cambiare si può solo con la lotta.\r\nAscolta la lunga chiacchierata radiofonica con Simone, avvocato del lavoro e anarchico. Una chiacchierata su questa città, dove il futuro che non è più quello di una volta: 2013 01 25 simone africani come noi",[574,576,578,580],{"matched_tokens":575,"snippet":565,"value":565},[],{"matched_tokens":577,"snippet":220,"value":220},[96,85],{"matched_tokens":579,"snippet":566,"value":566},[],{"matched_tokens":581,"snippet":567,"value":567},[],[583,585],{"field":112,"matched_tokens":584,"snippet":571,"value":572},[96,80,85],{"field":39,"indices":586,"matched_tokens":587,"snippets":589,"values":590},[163],[588],[96,85],[220],[220],{"best_field_score":351,"best_field_weight":352,"fields_matched":242,"num_tokens_dropped":51,"score":391,"tokens_matched":35,"typo_prefix_score":51},{"document":593,"highlight":605,"highlights":609,"text_match":349,"text_match_info":612},{"comment_count":51,"id":594,"is_sticky":51,"permalink":595,"podcastfilter":596,"post_author":401,"post_content":597,"post_date":598,"post_excerpt":57,"post_id":594,"post_modified":599,"post_thumbnail":600,"post_title":601,"post_type":454,"sort_by_date":602,"tag_links":603,"tags":604},"88290","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-15-marzo-diritto-del-lavoro-un-gioco-a-carte-truccate-cpr-e-frontiere-anarchismo-e-filosofia-radicale-recinzioni-e-privatizzazioni-e-la-retorica-dei-beni-comuni/",[401],"ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/2023-03-15-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nDiritto del lavoro: un gioco a carte truccate\r\nLa precarietà strutturale che caratterizza il lavoro nella terza decade di questo secolo è inscritta in una serie di leggi, che hanno sancito lo smantellamento del sistema di tutele e garanzie, frutto di un compromesso tra capitale e lavoro, derivante da importanti stagioni di lotta delle lavoratrici e dei lavoratori.\r\nUn processo lungo ma inesorabile che vale la pena ricostruire, nella consapevolezza che le leggi sono solo il precipitato normativo dei rapporti di forza tra sfruttati e sfruttatori e che un parziale aggiustamento se non una significativa inversione di tendenza passano dalla concretezza delle lotte. Quando si finisce in tribunale è segno che si tenta di salvare il salvabile non di girare il tavolo di un gioco truccato sin dall’origine.\r\nNe abbiamo parlato con Simone Bisacca, avvocato del lavoro ed autore di un articolo comparso sull’ultimo numero di Collegamenti.\r\n\r\nNo CPR, No frontiere, No deportazioni, No militari per le strade!\r\nNelle prigioni per migranti, i CPR, da mesi si susseguono le rivolte.\r\nLa decisione di prolungare la detenzione amministrativa a 18 mesi, nei fatti una vera pena detentiva comminata senza processo, è stata il detonatore che ha fatto divampare ovunque le proteste.\r\nDa Gradisca d’Isonzo a Milano, da Macomer a Ponte Galeria, da Trapani Milo a Caltanissetta ci sono state ribellioni, fughe e durissima repressione.\r\nNel frattempo si esternalizza il sistema concentrazionario con due CPR in Albania.\r\nIl CPR di Torino è chiuso da un anno. Per la prima volta dal lontano 1999, quando i senza documenti erano rinchiusi in container gelidi d’inverno e bollenti d’estate, le rivolte scoppiate in febbraio hanno reso del tutto inagibile una struttura raddoppiata e costruita in muratura nel 2008. Quella di Torino era una delle quattro prigioni amministrative che non avevano mai chiuso i battenti, anche quando l’infuriare delle rivolte portò alla paralisi quasi totale la rete dei Centri.\r\nLe lotte dello scorso inverno sono state un momento importante di un conflitto durissimo, costato carcere, spostamenti punitivi, botte e deportazione a tantissimi reclusi nell’arco di 25 anni.\r\nA Torino governo e i fascisti soffiano sul fuoco della guerra tra poveri italiani e poveri immigrati, per avere mano libera a fare la guerra a noi tutti.\r\nPrima in Barriera poi in altri quartieri sono arrivati i militari dell’operazione “Strade Sicure”, sei mesi in missioni militari all’estero, sei mesi per le strade della nostra città.\r\n\r\nAnarchismo e filosofia radicale\r\nIn occasione della seconda edizione di “Pensare altrimenti”, antologia di scritti curata da Salvo Vaccaro, vogliamo ragionare sulle intersezioni tra l’anarchismo ed le teorie radicali dei giorni nostri. Nulla di nuovo ma molto su cui riflettere. L’anarchismo è un corpus di riflessioni costituitosi a partire dalle lotte e dai movimenti sociali. In ogni epoca di una storia che ha ormai più di 150 anni c’è stata osmosi tra anarchismo e la riflessione filosofica dei tempi che attraversava.\r\nNe abbiamo parlato con Salvo Vaccaro, docente di filosofia politica all’Università di Palermo\r\n\r\nBeni comuni come nuove recinzioni a Torino. Lettura dell’articolo di Francesco Migliaccio su Monitor\r\n\r\nProssime iniziative:\r\n\r\nVenerdì 5 aprile\r\nCena antipasquale\r\nmenù vegan\r\nore 20 corso Palermo 46\r\nbenefit lotte\r\nQuanto costa? Tanto da chi a tanto, meno da chi ha meno. Quanto potete, più che potete\r\nper prenotazioni: antimilitarista.to@gmail.com \r\n\r\nVenerdì 12 aprile\r\nEmma Goldman\r\nanarchica, femminista, antimilitarista\r\nOre 21 corso Palermo 46\r\nNe parliamo con Selva Varengo e Luisa Dell'Acqua curatrice e traduttrice della nuova edizione di \"Vivendo la mia vita\", l'autobiografia di Emma Goldman.\r\n\r\nSabato 20 aprile\r\nore 17 in corso Palermo 46\r\nL’anarchia in 100 canti\r\ndi e con Alessio Lega \r\npresentazione del libro e concerto\r\na seguire pastasciutta, spritz e birrette\r\n\r\nGiovedì 25 aprile ore 15\r\nalla lapide del partigiano anarchico Ilio Baroni, in corso Giulio Cesare angolo corso Novara dove Ilio cadde combattendo il 26 aprile 1945.\r\nRicordo, bicchierata, fiori, musica. Il canzoniere anarchico e antifascista di Alba e carenza503 e il Cor'occhio. \r\n\r\nOgni martedì fai un salto da\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro \r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini! \r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\ndalle 18 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\nContatti:\r\nfai_torino@autistici.org\r\n@senzafrontiere.to/\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","27 Marzo 2024","2024-03-27 18:36:52","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/2023-08-16-11-32-43-1344x753-1-200x110.jpg","Anarres del 15 marzo. Diritto del lavoro: un gioco a carte truccate. Cpr e frontiere. Anarchismo e filosofia radicale. Recinzioni e privatizzazioni e la retorica dei beni comuni…",1711564612,[],[],{"post_content":606},{"matched_tokens":607,"snippet":508,"value":608},[96,80,85,85],"ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/2023-03-15-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nDiritto del lavoro: un gioco a carte truccate\r\nLa precarietà strutturale che caratterizza il lavoro nella terza decade di questo secolo è inscritta in una serie di leggi, che hanno sancito lo smantellamento del sistema di tutele e garanzie, frutto di un compromesso \u003Cmark>tra\u003C/mark> capitale e lavoro, derivante da importanti stagioni di lotta delle lavoratrici e dei lavoratori.\r\nUn processo lungo ma inesorabile che vale la pena ricostruire, nella consapevolezza che le leggi sono solo il precipitato normativo dei rapporti di forza \u003Cmark>tra\u003C/mark> sfruttati e sfruttatori e che un parziale aggiustamento se non una significativa inversione di tendenza passano dalla concretezza delle lotte. Quando si finisce in tribunale è segno che si tenta di salvare il salvabile non di girare il tavolo di un gioco truccato sin dall’origine.\r\nNe abbiamo parlato con Simone Bisacca, avvocato del lavoro ed autore di un articolo comparso sull’ultimo numero di Collegamenti.\r\n\r\nNo CPR, No frontiere, No deportazioni, No militari per le strade!\r\nNelle prigioni per migranti, i CPR, da mesi si susseguono le rivolte.\r\nLa decisione di prolungare la detenzione amministrativa a 18 mesi, nei fatti una vera pena detentiva comminata senza processo, è stata il detonatore che ha fatto divampare ovunque le proteste.\r\nDa Gradisca d’Isonzo a Milano, da Macomer a Ponte Galeria, da Trapani Milo a Caltanissetta ci sono state ribellioni, fughe e durissima repressione.\r\nNel frattempo si esternalizza il sistema concentrazionario con due CPR in Albania.\r\nIl CPR di Torino è chiuso da un anno. Per la prima volta dal lontano 1999, quando i senza documenti erano rinchiusi in container gelidi d’inverno e bollenti d’estate, le rivolte scoppiate in febbraio hanno reso del tutto inagibile una struttura raddoppiata e costruita in muratura nel 2008. Quella di Torino era una delle quattro prigioni amministrative che non avevano mai chiuso i battenti, anche quando l’infuriare delle rivolte portò alla paralisi quasi totale la rete dei Centri.\r\nLe lotte dello scorso inverno sono state un momento importante di un conflitto durissimo, costato carcere, spostamenti punitivi, botte e deportazione a tantissimi reclusi nell’arco di 25 anni.\r\nA Torino governo e i fascisti soffiano sul fuoco della \u003Cmark>guerra\u003C/mark> \u003Cmark>tra\u003C/mark> \u003Cmark>poveri\u003C/mark> italiani e \u003Cmark>poveri\u003C/mark> immigrati, per avere mano libera a fare la \u003Cmark>guerra\u003C/mark> a noi tutti.\r\nPrima in Barriera poi in altri quartieri sono arrivati i militari dell’operazione “Strade Sicure”, sei mesi in missioni militari all’estero, sei mesi per le strade della nostra città.\r\n\r\nAnarchismo e filosofia radicale\r\nIn occasione della seconda edizione di “Pensare altrimenti”, antologia di scritti curata da Salvo Vaccaro, vogliamo ragionare sulle intersezioni \u003Cmark>tra\u003C/mark> l’anarchismo ed le teorie radicali dei giorni nostri. Nulla di nuovo ma molto su cui riflettere. L’anarchismo è un corpus di riflessioni costituitosi a partire dalle lotte e dai movimenti sociali. In ogni epoca di una storia che ha ormai più di 150 anni c’è stata osmosi \u003Cmark>tra\u003C/mark> anarchismo e la riflessione filosofica dei tempi che attraversava.\r\nNe abbiamo parlato con Salvo Vaccaro, docente di filosofia politica all’Università di Palermo\r\n\r\nBeni comuni come nuove recinzioni a Torino. Lettura dell’articolo di Francesco Migliaccio su Monitor\r\n\r\nProssime iniziative:\r\n\r\nVenerdì 5 aprile\r\nCena antipasquale\r\nmenù vegan\r\nore 20 corso Palermo 46\r\nbenefit lotte\r\nQuanto costa? Tanto da chi a tanto, meno da chi ha meno. Quanto potete, più che potete\r\nper prenotazioni: antimilitarista.to@gmail.com \r\n\r\nVenerdì 12 aprile\r\nEmma Goldman\r\nanarchica, femminista, antimilitarista\r\nOre 21 corso Palermo 46\r\nNe parliamo con Selva Varengo e Luisa Dell'Acqua curatrice e traduttrice della nuova edizione di \"Vivendo la mia vita\", l'autobiografia di Emma Goldman.\r\n\r\nSabato 20 aprile\r\nore 17 in corso Palermo 46\r\nL’anarchia in 100 canti\r\ndi e con Alessio Lega \r\npresentazione del libro e concerto\r\na seguire pastasciutta, spritz e birrette\r\n\r\nGiovedì 25 aprile ore 15\r\nalla lapide del partigiano anarchico Ilio Baroni, in corso Giulio Cesare angolo corso Novara dove Ilio cadde combattendo il 26 aprile 1945.\r\nRicordo, bicchierata, fiori, musica. Il canzoniere anarchico e antifascista di Alba e carenza503 e il Cor'occhio. \r\n\r\nOgni martedì fai un salto da\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro \r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare \u003Cmark>tra\u003C/mark> i libri e le riviste, le magliette e i volantini! \r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\ndalle 18 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\nContatti:\r\nfai_torino@autistici.org\r\n@senzafrontiere.to/\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",[610],{"field":112,"matched_tokens":611,"snippet":508,"value":608},[96,80,85,85],{"best_field_score":351,"best_field_weight":352,"fields_matched":163,"num_tokens_dropped":51,"score":613,"tokens_matched":35,"typo_prefix_score":51},"1736172819517014129",{"document":615,"highlight":628,"highlights":633,"text_match":349,"text_match_info":636},{"comment_count":51,"id":616,"is_sticky":51,"permalink":617,"podcastfilter":618,"post_author":619,"post_content":620,"post_date":621,"post_excerpt":57,"post_id":616,"post_modified":622,"post_thumbnail":623,"post_title":624,"post_type":454,"sort_by_date":625,"tag_links":626,"tags":627},"78706","http://radioblackout.org/podcast/frittura-mistaradio-fabbrica-29-11-2022/",[403],"fritturamista"," \r\n\r\nIl primo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Lorenzo Montanari dell'USB sullo sciopero generale del 2 Dicembre 2022 e la manifestazione nazionale a Roma il giorno dopo: DOPO LO SCIOPERO GENERALE, IL 3 DICEMBRE TUTTE/I A ROMA! CONTRO LA GUERRA E IL CAROVITA: GIÙ LE ARMI, SU I SALARI.\r\nLo sciopero generale del 2 Dicembre indetto da USB e altri sindacati conflittuali per rivendicare una politica economica diversa, che tuteli il potere di acquisto degli stipendi e delle pensioni e non le spese per la guerra, che garantisca la sanità pubblica, la scuola e tutta l’economia pubblica invece di dirottare risorse verso la grande impresa ed il capitale, rappresenta, insieme alla grande manifestazione nazionale del 3 Dicembre a Roma, l’occasione giusta per le lavoratrici e i lavoratori della sanità per trasformare la delusione e la frustrazione in rabbia e aderire convintamente a queste due giornate di lotta e mobilitazione.\r\n\r\n\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/F_m_29_11_Lorenzo-USB-su-Sciopero-Generale-sindacati-di-base.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo argomento della puntata lo abbiamo trattato con Lucrezia della testata giornalistica China Files, ovvero le proteste da parte degli operai della Foxconn in Cina, nella \"I-Phone city\" Zhengzhou. Infatti nelle settimane scorse abbiamo letto notizie riguardo a questi avvenimenti e visto filmati sul web, rappresentanti lo scoppio della rabbia di una massa di 200mila persone esplodere nei confronti delle forze dell'ordine e delle guardie del mega stabilimento (il maggiore centro di assemblaggio di I-Phone al mondo). Queste mobilitazioni hanno dato il via ad una serie di altre proteste contro la gestione da parte del governo cinese della nuova ondata di Covid-19 in tutto il paese. Grazie al prezioso contributo della nostra ospite abbiamo sviscerato nel dettaglio i motivi e le conseguenze dietro a queste mobilitazioni di massa che stanno scuotendo la Cina.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/F_m_29_11_Lucrezia-China-Files-su-proteste-Foxconn-e-contro-politica-zero-contagi.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Eddy del Movimento di Lotta - Disoccupati \"7 Novembre\" scesi in piazza più volte a Napoli contro le modifiche al reddito di cittadinanza volute dal governo Meloni. Si è discusso di quanto la manovra del governo regala qualche migliaio di euro con la flat tax al 2% più ricco della popolazione e scarica nella povertà assoluta un milione e mezzo di persone, levandogli 500 euro al mese. Pensare che la priorità economica e sociale è l'attacco al reddito di cittadinanza in un Paese che ha raggiunto picchi di povertà e lavoro povero come il nostro, è chiaramente una visione classista. Un attacco palese, ma che cresce nel tempo anche da parte di altre forze politiche, come dimostra il taglio già esistente per chi ha scontato anche solo una condanna negli ultimi 10 anni. Il tentativo di contrapporre \"occupabili e non occupabili\", \"lavoratori e disoccupati\" per alimentare la guerra tra poveri è evidente\".\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/F_m_29_11_Movimento-disoccupati-7-Novembre-su-taglio-RDC.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n ","2 Dicembre 2022","2022-12-02 11:05:14","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/sciopero-2-dicembre-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 29/11/2022",1669979114,[],[],{"post_content":629},{"matched_tokens":630,"snippet":631,"value":632},[96,80,85],"e disoccupati\" per alimentare la \u003Cmark>guerra\u003C/mark> \u003Cmark>tra\u003C/mark> \u003Cmark>poveri\u003C/mark> è evidente\".\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/F_m_29_11_Movimento-disoccupati-7-Novembre-su-taglio-RDC.mp3\"][/audio]\r"," \r\n\r\nIl primo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Lorenzo Montanari dell'USB sullo sciopero generale del 2 Dicembre 2022 e la manifestazione nazionale a Roma il giorno dopo: DOPO LO SCIOPERO GENERALE, IL 3 DICEMBRE TUTTE/I A ROMA! CONTRO LA \u003Cmark>GUERRA\u003C/mark> E IL CAROVITA: GIÙ LE ARMI, SU I SALARI.\r\nLo sciopero generale del 2 Dicembre indetto da USB e altri sindacati conflittuali per rivendicare una politica economica diversa, che tuteli il potere di acquisto degli stipendi e delle pensioni e non le spese per la \u003Cmark>guerra\u003C/mark>, che garantisca la sanità pubblica, la scuola e tutta l’economia pubblica invece di dirottare risorse verso la grande impresa ed il capitale, rappresenta, insieme alla grande manifestazione nazionale del 3 Dicembre a Roma, l’occasione giusta per le lavoratrici e i lavoratori della sanità per trasformare la delusione e la frustrazione in rabbia e aderire convintamente a queste due giornate di lotta e mobilitazione.\r\n\r\n\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/F_m_29_11_Lorenzo-USB-su-Sciopero-Generale-sindacati-di-base.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo argomento della puntata lo abbiamo trattato con Lucrezia della testata giornalistica China Files, ovvero le proteste da parte degli operai della Foxconn in Cina, nella \"I-Phone city\" Zhengzhou. Infatti nelle settimane scorse abbiamo letto notizie riguardo a questi avvenimenti e visto filmati sul web, rappresentanti lo scoppio della rabbia di una massa di 200mila persone esplodere nei confronti delle forze dell'ordine e delle guardie del mega stabilimento (il maggiore centro di assemblaggio di I-Phone al mondo). Queste mobilitazioni hanno dato il via ad una serie di altre proteste contro la gestione da parte del governo cinese della nuova ondata di Covid-19 in tutto il paese. Grazie al prezioso contributo della nostra ospite abbiamo sviscerato nel dettaglio i motivi e le conseguenze dietro a queste mobilitazioni di massa che stanno scuotendo la Cina.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/F_m_29_11_Lucrezia-China-Files-su-proteste-Foxconn-e-contro-politica-zero-contagi.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Eddy del Movimento di Lotta - Disoccupati \"7 Novembre\" scesi in piazza più volte a Napoli contro le modifiche al reddito di cittadinanza volute dal governo Meloni. Si è discusso di quanto la manovra del governo regala qualche migliaio di euro con la flat tax al 2% più ricco della popolazione e scarica nella povertà assoluta un milione e mezzo di persone, levandogli 500 euro al mese. Pensare che la priorità economica e sociale è l'attacco al reddito di cittadinanza in un Paese che ha raggiunto picchi di povertà e lavoro povero come il nostro, è chiaramente una visione classista. Un attacco palese, ma che cresce nel tempo anche da parte di altre forze politiche, come dimostra il taglio già esistente per chi ha scontato anche solo una condanna negli ultimi 10 anni. Il tentativo di contrapporre \"occupabili e non occupabili\", \"lavoratori e disoccupati\" per alimentare la \u003Cmark>guerra\u003C/mark> \u003Cmark>tra\u003C/mark> \u003Cmark>poveri\u003C/mark> è evidente\".\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/F_m_29_11_Movimento-disoccupati-7-Novembre-su-taglio-RDC.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n ",[634],{"field":112,"matched_tokens":635,"snippet":631,"value":632},[96,80,85],{"best_field_score":351,"best_field_weight":352,"fields_matched":163,"num_tokens_dropped":51,"score":613,"tokens_matched":35,"typo_prefix_score":51},6637,{"collection_name":454,"first_q":33,"per_page":22,"q":33},["Reactive",640],{},["Set"],["ShallowReactive",643],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fn74UtPoSRkQz2vkmb7lA37EvDe4PCYvMZHXErxARNw4":-1},true,"/search?query=guerra+tra+poveri"]