","Il lavoro secondo Matteo","post",1421782613,[53,54,55,56,57,58,59],"http://radioblackout.org/tag/articolo-18/","http://radioblackout.org/tag/cintratto-a-tutele-crscenti/","http://radioblackout.org/tag/ichino/","http://radioblackout.org/tag/jopb-act/","http://radioblackout.org/tag/licenziamenti/","http://radioblackout.org/tag/matteo-renzi/","http://radioblackout.org/tag/precarieta/",[21,27,15,17,25,23,19],{"post_content":62,"tags":67},{"matched_tokens":63,"snippet":65,"value":66},[64],"act","già fatta». Ma il Job \u003Cmark>act\u003C/mark> è tutt’altro che in vigore.","Matteo Renzi lo cita continuamente come «riforma già fatta». Ma il Job \u003Cmark>act\u003C/mark> è tutt’altro che in vigore. E non lo sarà ancora per mesi.\r\nMilioni di persone vivono nel limbo mentre continuano le meline parlamentari. Come e quando verranno ridotti i 46 tipi di contratti precari? Renzi non ha mai dato una risposta chiara.\r\n\r\nIn compenso le parti che colpiscono più duramente libertà e reddito dei lavoratori sono già pienamente operative. Non per sbaglio gli imprenditori non hanno più parole per lodare il primo ministro.\r\n\r\nIl Manifesto di ieri ha utilizzato come guida il mentore della riforma, il giuslavorista Pietro Ichino, che non senza ragione si è attribuito il merito sia nell'ideazione sia nella stesura dei primi due decreti legislativi.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Cosimo, sindacalista di base ed attento analista delle dinamiche sociali.\r\n\r\nAscolta la diretta con Cosimo:\r\n\r\ncosimo\r\n\r\nIl cuore della riforma renziana è il \"contratto a tutele crescenti\", lo strumento che secondo Renzi doveva «superare l’apartheid nel mondo del lavoro tra garantiti e giovani precari». Nei fatti il solco tra lavoratori giovani e lavoratori più anziani non fa che allargarsi. I neo assunti non hanno diritto all'articolo 18 e sono quindi più esposti al ricatto padronale ulteriormente togliendo l’articolo 18 solo per i neo assunti.\r\n\r\nLa conseguenza di questa scelta è sin troppo prevedibile: qualsiasi impresa sarà tentata di cambiare contratto ai propri dipendenti, applicando quello a tutele crescenti — che sostituisce il contratto a tempo indeterminato — potendoli dunque licenziare quando più aggrada.\r\n\r\nLa dimostrazione viene proprio da Federmeccanica: giusto venerdì il suo presidente — il moderato Fabio Storchi — ha proposto di «eliminare il doppio regime tra i nuovi e i vecchi assunti» chiedendo «coerenza perché tutti questi provvedimenti siano estesi a tutta la platea degli occupati». In una parola: libertà di licenziamento. Cosa che subiranno già tutti i lavoratori degli appalti: la prima volta che passeranno di “padrone” perderanno per sempre l’articolo 18.\r\n\r\nLo stesso Ichino sostiene che in caso di licenziamento «il costo per l’impresa sarà la metà o poco più» di quello previsto con due mesi di indennità l’anno: questo perché ogni lavoratore licenziato «opterà per la conciliazione standard, pari a una mensilità per anno di servizio, con un massimo di 18» in quanto «l’esito del giudizio» a cui si dovrà sottoporre per ottenere l’indennizzo «non è scontato» e perché in caso di conciliazione il governo ha previsto che questa sia «esente da imposizione fiscale». Un ennesimo favore alle imprese.\r\n\r\nIl contratto a tutele crescenti è solo il primo dei decreti previsti. Il 24 dicembre il governo lo ha approvato insieme al secondo sugli ammortizzatori, uscito da palazzo Chigi con la dizione «salvo intese». In questo però — a parte le coperture per la sciarada di nuovi ammortizzatori a partire dal Naspi e al netto della balla sui 24 mesi di copertura: partirà da maggio, sarà di due anni solo se un precario ha lavorato consecutivamente negli ultimi quattro anni e dal 2017 il massimo di copertura calerà a 18 mesi — manca tutta la parte sulla riforma delle varie forme di cassa integrazione, che necessiteranno di un nuovo decreto, e che comunque ridurranno ulteriormente — la cig in deroga è già stata dimezzata, i contratti di solidarietà non sono stati rifinanziati e l’indennità è stata ridotta del 10 per cento — la durata degli ammortizzatori sociali per i milioni che il lavoro lo hanno già perso.\r\n\r\nMancano dunque la maggior parte dei decreti — tre o quattro almeno — come da delega: riforma dei servizi per il lavoro con la creazione dell’«Agenzia nazionale per l’occupazione», «disposizioni di semplificazioni e razionalizzazioni delle procedure a carico di cittadini e imprese», «un testo organico semplificato delle tipologie contrattuali e dei rapporti di lavoro», «sostegno alla maternità e paternità». 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Decisamente piccante.\r\n\r\nAscolta la chiacchierata con Claudio:\r\n\r\n2014 02 12 strambi bis","19 Febbraio 2014","2018-10-17 22:10:30","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/02/matteo-renzi-200x110.jpg","Il sindaco d'Italia","podcast",1392782583,[149,150,151,152],"http://radioblackout.org/tag/firenze/","http://radioblackout.org/tag/fonzie/","http://radioblackout.org/tag/job-act/","http://radioblackout.org/tag/renzi/",[126,120,124,116],{"post_content":155,"tags":161},{"matched_tokens":156,"snippet":159,"value":160},[157,158],"Job","Act","Renzi.\r\nDulcis in fundo il \u003Cmark>Job\u003C/mark> \u003Cmark>Act\u003C/mark>, per ora poco più di","La corsa al potere di Matteo Renzi ha il sapore della cavalcata tumultuosa, del nuovo che irrompe, della giovinezza che rottama una politica anziana, lenta, immutabile.\r\nIl Fonzie della scena politica nostrana – così lo descrivono i media anglosassoni sedotti dai suoi giubbottini di pelle – ha dalla sua il potere dell’immagine, la capacità seduttiva del nuovismo, della velocità, dell’auto in corsa.\r\nRoba da primo Novecento, che, con abile restilyng, torna nel secondo decennio di questo secolo.\r\nIl nuovo leader del PD ha vinto la sua partita all’interno del proprio partito grazie ad una promessa semplice semplice: avere la faccia giusta per seppellire Berlusconi.\r\n\r\nIl giovanotto, letti i sondaggi, ha rinunciato a giocarsi subito le elezioni e, mandato a casa ormai ingombrante Enrico Letta, si prepara a governare sino al 2018. 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Ernesto ci ha spiegato che alla trattativa di martedì diverse centinaia di opera* si sono concentrati sotto la direzione dove si doveva seguire in diretta dell’incontro a roma con governo e sindacati che non è mai partita. La reazione operaia non ha fatto attenersi infatti tutti i presenti hanno occupato la via appia antistante. Qui potete ascoltare le reazioni concitate operaie registrate durante l'occupazione:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/AUD-20250521-WA0006.mp3\"][/audio]\r\n\r\nL’incontro é stato sospeso e rinviato a questa settimana, mostra le difficoltà evidenti di governo e sindacati su cui pesa anche la mobilitazione che hanno messo in campo a Taranto gli opera* una\r\nricetta/dinamica su cui bisogna insistere e su cui si lavorerà cavalcando il momento di cessione di classe.\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/Intervista1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo approfondimento ha riguardato il referendum dell' 8 e 9 giugno. In particolare abbiamo approfondito i quattro quesiti riguardati il lavoro, grazie all' analisi di Mattia Solari della Cub di Milano. È emersa un'analisi interessante che seppur ponendo la valenza di un avanzamento dei diritti dei lavoratori, pone delle critiche sia nel merito dei quesiti, sia nel metodo contestuale di questo referendum. Il primo quesito, seppur abolendo il job act, non riattiva le tutele dell' art.18, ma quelle delle tutele flessibili della Fornero. Il secondo quesito rimette all' arbitrio dei giudici l'indennizzo per l'eventuale licenziamento per le aziende al di sotto dei 15 dipendenti. Il terzo quesito, eliminerebbe il sistema dei contratti a termine “acausali”, ma li rimanda alle fattispecie della CCNL. Ricordiamo che al momento esistono centinaia di contratti \"pirata\" e filo aziendali tali da porre una ulteriore giungla per questa materia. Sul quarto quesito invece ci si trova d'accordo in quanto finalmente estende la responsabilità del committente, appaltante lavori o servizi, per i danni derivanti dagli infortuni e malattie professionali. Infine esiste una questione di metodo politico. In una fase in cui le promesse di rivolta sindacale della CGIL non hanno prodotto nessun reale conflitto nei luoghi di lavoro, questo referendum rischia solo di normalizzare le lotte. La speranza rimane in un uso tattico del referendum per porre ulteriori rivendicazioni nei luoghi di lavoro.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/Intervista2.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl terzo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Alberto Russo dell’ ANLM (Assemblea Nazionale Lavoratori Manutenzione) manutentore che lavora in RFI (Rete Ferroviaria Italiana) sullo sciopero del 3 giugno 2025:\r\nSCIOPERO della Manutenzione Infrastruttura contro l’Accordo del 10 Gennaio e contro la Privatizzazione. In un comunicato dell'assemblea si legge:\r\n\"Dopo l’illusione che il rinnovo del CCNL potesse correggere il tiro rispetto al peso di una riorganizzazione che sta schiacciando i manutentori oramai da un anno, per capirlo basta leggerlo, occorre ribadire che non basterà un pessimo rinnovo contrattuale a normalizzarci. Da tutte le parti ci spiegano in tutti i modi possibili che ci conviene rassegnarci, che accettare questo processo distruttivo è l’unica cosa da fare, e questo sta generando molta confusione. Per questo occorre ripartire dai fatti. Il 3 Giugno, in occasione dello sciopero, anziché un presidio abbiamo\r\nritenuto più utile che i manutentori delle DOIT firmatarie e non, si confrontino sugli effetti della riorganizzazione. Sgomberiamo il campo dalle menzogne che ci rifilano tutti i giorni, perché sarà il modo migliore per farci sentire. Abbiamo ancora molto da fare, e siamo determinati a farlo, convinti che tutti insieme possiamo farcela.\r\nCi vediamo il 3 giugno alle ore 10, alla Sala Gialla del DLF di Bologna. Faremo circolare una piantina (nel PDF da scaricare qui sotto) con tutte le indicazioni necessarie. Sarà un momento importante. 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Con striscione, megafono e volantini sono entrati all'interno del supermercato Billa, aperto tutto il giorno nonostante la Festa, gridando slogan contro il precariato e il lavoro festivo e domenicale. Hanno distribuito volantini, raccogliendo la solidarietà dei lavoratori e dei clienti. Dopo un breve corteo spontaneo, pre-Primo Maggio, i compagni sono tornati al concentramento.\r\n\r\nhttps://www.youtube.com/watch?v=7jDX_ONnC2Q\r\n\r\nPiù di 700 persone hanno preso parte al corteo popolare indetto dall'Usi e sostenuto dal gruppo anarchico Cieri. La composizione era una somma delle lotte sul territorio: gli occupanti dello Spazio Popolare Autogestito Sovescio, sotto sgombero grazie ad un'ordinanza del sindaco grillino Pizzarotti, gli occupanti dell'ex cinema Lux, restituito alla collettività grazie all'azione diretta della Rete Diritti in Casa, i giovani del Kollettivo Autogestito Giovanile, i ragazzi e le ragazze della Mercatiniera, che cercano di sviluppare l'autogestione della produzione alimentare, tanti cittadini e cittadine che non si riconoscono più nell'inganno dei sindacati confederali che hanno dato vita ad un corteo morto, senza partecipazione e rituale.\r\nIl corteo dell'Usi invece ha sostenuto l'occupazione del Sovescio e la sua futura difesa, ha contestato Confindustria, casa del palazzinari che cotringono centinaia di migranti a vivere in strada o in cantine umide. Fumogeni, slogan, striscioni e interventi al megafono contro il Job Acts, i sindacati confederali e la precarietà lavorativa. Davanti alla casa dell'Unione Industriali i manifestanti si sono fermati, hanno espresso la loro rabbia e la rabbia dei tanti precari e senza casa che, di quello stesso corteo, hanno voluto far parte in prima persona. Senza deleghe.\r\nPoi da Torino sono arrivate le notizie dei pestaggi della Polizia e delle provocazioni squadriste del Pd: la piazza parmigiana si è fermata per dare massima solidarietà ai feriti e ai fermati. E non mancherà di esprimerla nei prossimi giorni. Per condividere una lotta che non può essere interrotta. Dopo il saluto agli occupanti dell'ex cinema Lux la posa di un mazzo di fiori all'anarchico Antonio Cieri. Poi il corteo è proseguito fino alla Festa al Parco Pellegrini che, nonostante la pioggia del giorno prima, ha retto la festa autogestita che si è svolta per tutto il pomeriggio con la partecipazione di più di mille persone. Una giornata totalmente autogestita per un futuro di lotte sul territorio.\r\nCome anarchici e libertari di Parma da qui ripartiamo.\"\r\nAscolta la diretta realizzata da Anarres con Emilia, una compagna di Parma:\r\n\r\nAscolta la diretta realizzata da Anarres con Emilia, una compagna di Parma \r\n\r\nhttp://www.youtube.com/watch?v=4_1TD6-FTuk&feature=youtu.be\r\n\r\nTrieste. Il tradizionale corteo del primo maggio quest’anno è stato un po’ particolare. Ad organizzare l'evento non è stata la triplice ma, per la prima volta, di malavoglia, la sola Cgil: i tre sindacati di stato avevano dato indicazione di convergere a Pordenone per la manifestazione nazionale alla presenza dei tre leader, mentre sarebbero dovuti saltare tutti gli appuntamenti locali. Ma a Trieste il corteo vede una partecipazione ancora numerosa e sentita (seppur in calo) e la Cgil, su pressione della sua “ala sinistra”, non ha potuto lasciare sguarnita la piazza, per quanto con un impegno davvero minimo nell'organizzazione. A causa anche di questa confusione e incertezza sulle sorti dell'appuntamento, la partecipazione è stata significativamente ridotta rispetto agli anni precedenti; a sfilare sono state comunque tra le due e le tremila persone.\r\n\r\nIl corteo è partito dallo storico quartiere operaio e proletario di San Giacomo, per poi dirigersi verso il centro ingrossandosi man mano. In testa, come sempre, gli spezzoni sindacali ufficiali, quest’anno di fatto limitati ad alcuni federazioni della Cgil, seguiti dalla Rete 28 Aprile, “dissidenza interna” dello stesso sindacato, dall’Anpi e da associazioni di donne. Ad aprire la seconda parte del corteo lo spezzone anarchico, libertario ed anarcosindacalista, poi a seguire Radio Fragola (una piccola radio locale legata al circuito di Popolare network, ma completamente autogestita, che quest’anno ha scelto di mettersi vicino al nostro spezzone), la lista tsipras, i disobbedienti e qualche pezzetto della sinistra ex-parlamentare. Sono stati contestati rumorosamente alcuni grandi negozi e catene del consumo ad ogni costo che, con il solito ricatto occupazionale, avevano costretto i dipendenti a lavorare.\r\n\r\nIl nostro spezzone è stato anche quest’anno molto rumoroso: tamburi, maracas, interventi al microfono, slogan, canti e tantissime bandiere rossonere, della FAI, dell’USI e anche bandiere NOTAV e NOMUOS. Oltre 150 i partecipanti, fra cui alcun* compagn* provenienti dall’Isontino, dal Veneto, dalla Slovenia e dalla Sicilia. Come lo scorso anno il nostro settore di corteo è diventato la “casa” di tanti altri partecipanti senza un settore specifico: sindacati di base, notav, marxisti senza partito e individualità varie, a dimostrazione della radicamento e della credibilità crescente dell’area anarchica e libertaria all’interno del frammentato mondo della sinistra di movimento in città. Tra i numerosi slogan anche il grido di “NOTAV liberi” con il cuore rivolto a Claudio, Mattia, Niccolò e Chiara. Temi centrali dello spezzone erano l'azione diretta e l'autogestione come proposte pratiche di lotta nella vita di ogni giorno.\r\n\r\nQuest’anno abbiamo scelto di non fermarci in piazza Unità, tradizionale punto di arrivo del corteo, ma di proseguire fino alla vicina piazza della Borsa, dando vita ad un’assemblea aperta. E’ stata una prima volta ma è andata bene! All’assemblea hanno partecipato decine di persone fra manifestanti e passanti e ci sono stati vari interventi, la maggior parte di non anarchici, su svariati temi. E' stato rinnovato l’invito a partecipare al corteo del 10 maggio a Torino ed è stata espressa solidarietà ai manifestanti caricati a Torino nella stessa mattinata. Un banchetto informativo con la stampa anarchica, già presente da metà mattina in piazza Unità, ha suscitato l’interesse di parecchie persone.\r\n\r\nIl palco appena montato dal Comune per i prossimi comizi elettorali, ricoperto di bandiere e striscioni, ha fatto da sfondo ai canti sociali e di lotta di un piccolo coro autoorganizzato coinvolgendo i presenti e chiudendo nel migliore dei modi la mattinata. Nel pomeriggio var* compagn* hanno partecipato alla festa dell’USI-AIT sul Carso.\"\r\n(liberamente tratto dal report di un compagno presente in uscita sul settimanale Umanità Nova).\r\n\r\nAscolta la diretta con Federico:\r\n\r\nAscolta la diretta con Federico\r\n\r\nQui trovi alcune foto del primo maggio triestino\r\n\r\nCarrara. Primo Maggio anarchico\r\n\r\nIl Primo Maggio a Carrara è un appuntamento tradizionalmente antiistituzionale.\r\nSin dal 1945, quando le brigate partigiane anarchiche liberarono la città dagli occupanti nazifascisti, il corteo che, ogni primo maggio, attraversa il centro cittadino, con comizi, interventi, canti per concludersi con cibo condiviso e festa, viene organizzato e gestito dagli anarchici.\r\nAnche quest'anno qualche centinaio di anarchici ha partecipato al corteo.\r\n\r\nAscolta il resoconto di Tiziano Antonelli, della CdC della FAI, che ha tenuto il comizio di apertura:\r\n\r\n2014 05 02 primomaggio Tiziano Car","4 Maggio 2014","2018-10-17 22:59:32","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/05/1_maggio_14_trieste_-01-200x110.jpg","Primo Maggio a Parma, Trieste, Carrara",1399209016,[225,226,227,228],"http://radioblackout.org/tag/carrara/","http://radioblackout.org/tag/parma/","http://radioblackout.org/tag/primo-maggio-2014/","http://radioblackout.org/tag/trieste/",[128,118,130,122],{"post_content":231},{"matched_tokens":232,"snippet":233,"value":234},[157,158],"interventi al megafono contro il \u003Cmark>Job\u003C/mark> \u003Cmark>Act\u003C/mark>s, i sindacati confederali e la","A Parma, ormai da qualche anno, si svolge un corteo autorganizzato, fuori dai riti ormai esausti della piazza confederale, che, anno dopo anno, è sempre più vuota.\r\nDi seguito il resoconto degli organizzatori in prossima uscita sul settimanale Umanità Nova.\r\n\r\n\"Primo Maggio, in centinaia a Parma per respirare autogestione e lotta\r\nPrima dell'inizio del corteo, fissato per le ore 10 da piazzale Barbieri, cuore nell'Oltretorrente in rivolta -oggi come ieri - alcuni lavoratori e compagni dell'Usi e del gruppo anarchico Antonio Cieri hanno messo in atto un'altra azione di lotta sulla questione del lavoro domenicale, la terza svoltasi a Parma nel corso degli ultimi mesi. Con striscione, megafono e volantini sono entrati all'interno del supermercato Billa, aperto tutto il giorno nonostante la Festa, gridando slogan contro il precariato e il lavoro festivo e domenicale. Hanno distribuito volantini, raccogliendo la solidarietà dei lavoratori e dei clienti. Dopo un breve corteo spontaneo, pre-Primo Maggio, i compagni sono tornati al concentramento.\r\n\r\nhttps://www.youtube.com/watch?v=7jDX_ONnC2Q\r\n\r\nPiù di 700 persone hanno preso parte al corteo popolare indetto dall'Usi e sostenuto dal gruppo anarchico Cieri. La composizione era una somma delle lotte sul territorio: gli occupanti dello Spazio Popolare Autogestito Sovescio, sotto sgombero grazie ad un'ordinanza del sindaco grillino Pizzarotti, gli occupanti dell'ex cinema Lux, restituito alla collettività grazie all'azione diretta della Rete Diritti in Casa, i giovani del Kollettivo Autogestito Giovanile, i ragazzi e le ragazze della Mercatiniera, che cercano di sviluppare l'autogestione della produzione alimentare, tanti cittadini e cittadine che non si riconoscono più nell'inganno dei sindacati confederali che hanno dato vita ad un corteo morto, senza partecipazione e rituale.\r\nIl corteo dell'Usi invece ha sostenuto l'occupazione del Sovescio e la sua futura difesa, ha contestato Confindustria, casa del palazzinari che cotringono centinaia di migranti a vivere in strada o in cantine umide. Fumogeni, slogan, striscioni e interventi al megafono contro il \u003Cmark>Job\u003C/mark> \u003Cmark>Act\u003C/mark>s, i sindacati confederali e la precarietà lavorativa. Davanti alla casa dell'Unione Industriali i manifestanti si sono fermati, hanno espresso la loro rabbia e la rabbia dei tanti precari e senza casa che, di quello stesso corteo, hanno voluto far parte in prima persona. Senza deleghe.\r\nPoi da Torino sono arrivate le notizie dei pestaggi della Polizia e delle provocazioni squadriste del Pd: la piazza parmigiana si è fermata per dare massima solidarietà ai feriti e ai fermati. E non mancherà di esprimerla nei prossimi giorni. Per condividere una lotta che non può essere interrotta. Dopo il saluto agli occupanti dell'ex cinema Lux la posa di un mazzo di fiori all'anarchico Antonio Cieri. Poi il corteo è proseguito fino alla Festa al Parco Pellegrini che, nonostante la pioggia del giorno prima, ha retto la festa autogestita che si è svolta per tutto il pomeriggio con la partecipazione di più di mille persone. Una giornata totalmente autogestita per un futuro di lotte sul territorio.\r\nCome anarchici e libertari di Parma da qui ripartiamo.\"\r\nAscolta la diretta realizzata da Anarres con Emilia, una compagna di Parma:\r\n\r\nAscolta la diretta realizzata da Anarres con Emilia, una compagna di Parma \r\n\r\nhttp://www.youtube.com/watch?v=4_1TD6-FTuk&feature=youtu.be\r\n\r\nTrieste. Il tradizionale corteo del primo maggio quest’anno è stato un po’ particolare. Ad organizzare l'evento non è stata la triplice ma, per la prima volta, di malavoglia, la sola Cgil: i tre sindacati di stato avevano dato indicazione di convergere a Pordenone per la manifestazione nazionale alla presenza dei tre leader, mentre sarebbero dovuti saltare tutti gli appuntamenti locali. Ma a Trieste il corteo vede una partecipazione ancora numerosa e sentita (seppur in calo) e la Cgil, su pressione della sua “ala sinistra”, non ha potuto lasciare sguarnita la piazza, per quanto con un impegno davvero minimo nell'organizzazione. A causa anche di questa confusione e incertezza sulle sorti dell'appuntamento, la partecipazione è stata significativamente ridotta rispetto agli anni precedenti; a sfilare sono state comunque tra le due e le tremila persone.\r\n\r\nIl corteo è partito dallo storico quartiere operaio e proletario di San Giacomo, per poi dirigersi verso il centro ingrossandosi man mano. In testa, come sempre, gli spezzoni sindacali ufficiali, quest’anno di fatto limitati ad alcuni federazioni della Cgil, seguiti dalla Rete 28 Aprile, “dissidenza interna” dello stesso sindacato, dall’Anpi e da associazioni di donne. Ad aprire la seconda parte del corteo lo spezzone anarchico, libertario ed anarcosindacalista, poi a seguire Radio Fragola (una piccola radio locale legata al circuito di Popolare network, ma completamente autogestita, che quest’anno ha scelto di mettersi vicino al nostro spezzone), la lista tsipras, i disobbedienti e qualche pezzetto della sinistra ex-parlamentare. Sono stati contestati rumorosamente alcuni grandi negozi e catene del consumo ad ogni costo che, con il solito ricatto occupazionale, avevano costretto i dipendenti a lavorare.\r\n\r\nIl nostro spezzone è stato anche quest’anno molto rumoroso: tamburi, maracas, interventi al microfono, slogan, canti e tantissime bandiere rossonere, della FAI, dell’USI e anche bandiere NOTAV e NOMUOS. Oltre 150 i partecipanti, fra cui alcun* compagn* provenienti dall’Isontino, dal Veneto, dalla Slovenia e dalla Sicilia. Come lo scorso anno il nostro settore di corteo è diventato la “casa” di tanti altri partecipanti senza un settore specifico: sindacati di base, notav, marxisti senza partito e individualità varie, a dimostrazione della radicamento e della credibilità crescente dell’area anarchica e libertaria all’interno del frammentato mondo della sinistra di movimento in città. Tra i numerosi slogan anche il grido di “NOTAV liberi” con il cuore rivolto a Claudio, Mattia, Niccolò e Chiara. Temi centrali dello spezzone erano l'azione diretta e l'autogestione come proposte pratiche di lotta nella vita di ogni giorno.\r\n\r\nQuest’anno abbiamo scelto di non fermarci in piazza Unità, tradizionale punto di arrivo del corteo, ma di proseguire fino alla vicina piazza della Borsa, dando vita ad un’assemblea aperta. E’ stata una prima volta ma è andata bene! All’assemblea hanno partecipato decine di persone fra manifestanti e passanti e ci sono stati vari interventi, la maggior parte di non anarchici, su svariati temi. E' stato rinnovato l’invito a partecipare al corteo del 10 maggio a Torino ed è stata espressa solidarietà ai manifestanti caricati a Torino nella stessa mattinata. Un banchetto informativo con la stampa anarchica, già presente da metà mattina in piazza Unità, ha suscitato l’interesse di parecchie persone.\r\n\r\nIl palco appena montato dal Comune per i prossimi comizi elettorali, ricoperto di bandiere e striscioni, ha fatto da sfondo ai canti sociali e di lotta di un piccolo coro autoorganizzato coinvolgendo i presenti e chiudendo nel migliore dei modi la mattinata. Nel pomeriggio var* compagn* hanno partecipato alla festa dell’USI-AIT sul Carso.\"\r\n(liberamente tratto dal report di un compagno presente in uscita sul settimanale Umanità Nova).\r\n\r\nAscolta la diretta con Federico:\r\n\r\nAscolta la diretta con Federico\r\n\r\nQui trovi alcune foto del primo maggio triestino\r\n\r\nCarrara. Primo Maggio anarchico\r\n\r\nIl Primo Maggio a Carrara è un appuntamento tradizionalmente antiistituzionale.\r\nSin dal 1945, quando le brigate partigiane anarchiche liberarono la città dagli occupanti nazifascisti, il corteo che, ogni primo maggio, attraversa il centro cittadino, con comizi, interventi, canti per concludersi con cibo condiviso e festa, viene organizzato e gestito dagli anarchici.\r\nAnche quest'anno qualche centinaio di anarchici ha partecipato al corteo.\r\n\r\nAscolta il resoconto di Tiziano Antonelli, della CdC della FAI, che ha tenuto il comizio di apertura:\r\n\r\n2014 05 02 primomaggio Tiziano Car",[236],{"field":92,"matched_tokens":237,"snippet":233,"value":234},[157,158],1157451368361885700,{"best_field_score":240,"best_field_weight":211,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":39,"score":241,"tokens_matched":98,"typo_prefix_score":87},"2211847536640","1157451368361885809",6637,{"collection_name":146,"first_q":17,"per_page":102,"q":17},["Reactive",245],{},["Set"],["ShallowReactive",248],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fA7uyFqm6HEREzlFTeCkW9f-yzLa_yfBjh3bv37zBuKU":-1},true,"/search?query=jopb+act"]