","Alluvione nelle Marche, tra cambiamenti climatici, responsabilità politiche e mancanza di prevenzione","post",1663771325,[63,64,65],"http://radioblackout.org/tag/alluvione/","http://radioblackout.org/tag/cambiamenti-climatici/","http://radioblackout.org/tag/marche/",[67,68,69],"alluvione","cambiamenti climatici","marche",{"post_content":71,"post_title":76,"tags":79},{"matched_tokens":72,"snippet":74,"value":75},[73],"Marche","dispersi al momento. L'alluvione nelle \u003Cmark>Marche\u003C/mark> degli scorsi giorni nella provincia","L'ennesima alluvione, con l'ennesimo esito tragico di 11 vittime e 2 dispersi al momento. L'alluvione nelle \u003Cmark>Marche\u003C/mark> degli scorsi giorni nella provincia di Ancona ha devastato il territorio e i suoi abitanti. Un evento certamente estremo da un punto di vista pluviometrico, a prescindere dagli effetti dell'uomo sul territorio. Ma che avviene comunque in un territorio fragile, urbanizzato e nei contorni di una politica che si basa sulle emergenze e \"sul giorno dopo\", dove ogni stagione contiamo vittime e danni legate a calamità naturali, senza fondamentalmente fare nulla.\r\n\r\nTra allerte meteo ritenute inadeguate e carenze nella macchina gestionale e comunicativa, e una indagine per omicidio e inondazione colposa, l'alluvione nelle \u003Cmark>Marche\u003C/mark> rappresenta un evento torbido, complesso e tragico allo stesso tempo, dove il fiume Misa già esondò a Senigallia nel 2014 causando vittime. Di manutenzione del letto fluviale, di prevenzione, di interventi sul territorio però, annunciate ai tempi, neanche l'ombra. Di nuovo, si ragiona ad emergenza già avvenuta anziché prevenire.\r\n\r\nLo studio del clima ci dice chiaramente che ci sarà, anzi c'è già, un aumento degli eventi meterologici estremi, che da rari diventeranno sempre più comuni, con tempi di ritorno sempre più ridotti. E che diventeranno sempre più intensi. In tutto ciò, in Italia, manca ancora un Piano nazionale di adattamento al cambiamento climatico e ai grandi eventi atmosferici, nonostante la penisola sia un territorio geodinamico, esposto e vulnerabile ai sempre più frequenti fenomeni meteorologici estremi, con un rischio di dissesto idrogeologico molto alto (ma non solo, basti pensare al rischio sismico). L’iter per l’approvazione del documento è partito nel 2016, per poi di fatto arenarsi.\r\n\r\nLa prorità dell'affrontare i rischi naturali, maggiormente intensi in relazione ai cambiamenti climatici, è assolutamente accantonata. Di prevenzione del dissesto idrogeologico, ancora nessuna traccia. Il consumo del suolo continua a galoppare. I soldi ci sono, legati anche al PNRR, ed eppure non si vogliono investire nella manutenzione del territorio e nella gestione del rischio. Le responsabilità quindi, seppure fumose, esistonono e vanno cercate sicuramente nella macchina politica e decisionale dello stato Italiano in tutte le sue propaggini.\r\n\r\nDi tutto ciò ne, e anche dell'importanza di imparare a convivere col rischio e cambiare i pattern educativi ambientali, parliamo con Jacopo Pasotti, geologo, divulgatore e comunicatore scientifico, esperto di cambiamenti climatici:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/09/alluvione.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":77,"snippet":78,"value":78},[73],"Alluvione nelle \u003Cmark>Marche\u003C/mark>, tra cambiamenti climatici, responsabilità politiche e mancanza di prevenzione",[80,82,84],{"matched_tokens":81,"snippet":67},[],{"matched_tokens":83,"snippet":68},[],{"matched_tokens":85,"snippet":86},[69],"\u003Cmark>marche\u003C/mark>",[88,94,97],{"field":37,"indices":89,"matched_tokens":91,"snippets":93},[90],2,[92],[69],[86],{"field":95,"matched_tokens":96,"snippet":78,"value":78},"post_title",[73],{"field":98,"matched_tokens":99,"snippet":74,"value":75},"post_content",[73],578730123365712000,{"best_field_score":102,"best_field_weight":103,"fields_matched":31,"num_tokens_dropped":49,"score":104,"tokens_matched":105,"typo_prefix_score":49},"1108091339008",13,"578730123365711979",1,{"document":107,"highlight":136,"highlights":163,"text_match":100,"text_match_info":174},{"cat_link":108,"category":109,"comment_count":49,"id":110,"is_sticky":49,"permalink":111,"post_author":52,"post_content":112,"post_date":113,"post_excerpt":55,"post_id":110,"post_modified":114,"post_thumbnail":115,"post_thumbnail_html":116,"post_title":117,"post_type":60,"sort_by_date":118,"tag_links":119,"tags":128},[46],[48],"29431","http://radioblackout.org/2015/04/salvini-le-marche-non-ti-vogliono/","Ieri il segretario della Lega Nord Salvini aveva in programma un tour elettorale nelle Marche. Tappe previste: Ancona, Porto Recanati, Macerata. Ovunque è stato respinto da antirazzisti e antifascisti.\r\nLega Nord e Fratelli d'Italia sono stati attivamente contrastati ai movimenti di opposizione sociale.\r\nAd Ancona era previsto un comizio nella centrale piazza Roma. Antirazzisti hanno cercato di impedire che venisse montato il gazebo leghista, difeso dalla polizia in assetto antisommossa. Prima dell'arrivo di Salvini la celere ha caricato a freddo per tentare di sgomberare la piazza. Ma la prova di forza non è riuscita. C'é stato un fitto lancio di uova, bottiglie, e tutto quello che capitava. Salvini è stato obbligato a nascondersi con pochi accoliti in una angolo della piazza, nonostante alla prima carica ne siano seguite altre due.\r\nSalvini ha rinunciato alla visita al Piano, un quartiere dove vivono moltissimi immigrati ed è partito alla volta dell'Hotel House di Porto Recanati, che ospita un migliaio di profughi africani.\r\nAd attenderlo ha trovato un cordone di circa quattrocento persone, in buona parte immigrati, che gli hanno chiuso l'accesso al grattacielo. La polizia ha provato a sfondare senza successo e Salvini si è dovuto ritirare.\r\n\r\nAnche a Macerata gli antirazzisti gli si sono parati di fronte. Dure le cariche della polizia che hanno ferito, tre attivisti. Ad uno hanno spaccato la testa.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Gianfranco, del gruppo Malatesta di Ancona.\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\ngianluca_salvini","28 Aprile 2015","2015-04-29 18:41:30","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/04/Matteo-Salvini-Hotel-House-Porto-Recanati_Foto-LB-10-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/04/Matteo-Salvini-Hotel-House-Porto-Recanati_Foto-LB-10-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/04/Matteo-Salvini-Hotel-House-Porto-Recanati_Foto-LB-10-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/04/Matteo-Salvini-Hotel-House-Porto-Recanati_Foto-LB-10-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/04/Matteo-Salvini-Hotel-House-Porto-Recanati_Foto-LB-10-1024x682.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/04/Matteo-Salvini-Hotel-House-Porto-Recanati_Foto-LB-10.jpg 1280w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Salvini. 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La vittoria di Macron alle presidenziali ha trascinato En Marche ad una netta affermazione al primo turno delle elezioni parlamentari che si sono svolte domenica scorsa.\r\nI Republicans restano il secondo partito ma con un netto distacco, sotto al 10% il Partito Socialista, ridimensionata la France Insumise di Melechon, seccamente perdenti i comunisti, in rapida discesa il Front Nationale.\r\n\r\n \r\n\r\nÉ la fine del bipolarismo francese classico. Macron ne esce trionfatore, ma dovrà fare i conti con l'oltre 51,3% che non hanno votato. Va da se che espressioni come “partito dell'astensione” sono prive di senso, resta tuttavia il fatto che, per ragioni diverse un numero crescente di persone si è sottratto alla scelta sulle elite delegate a governare il paese.\r\n\r\n \r\n\r\nLa partita dei prossimi mesi si giocherà su più fronti.\r\n\r\n \r\n\r\nLo stato di emergenza, che dura dal novembre 2017, potrebbe diventare “normale”. Pare che i provvedimenti eccezionali di quest'anno e mezzo potrebbero essere assunti nella legislazione ordinaria, rendendo definitiva la stretta autoritaria imposta dopo gli attentati di Parigi.\r\n\r\nLa legislazione sul lavoro è uno dei primi temi dell'agenda di Macron, già padre della riforma che porta il nome dell'allora ministro socialista.\r\nIl ricorso alla decretazione d'urgenza, che aveva suscitato tante riserve lo scorso anno, potrebbe diventare inutile, se En Marche riuscirà a far passare una riforma che aumenti i poteri dell'esecutivo, riducendo quelli del parlamento.\r\n\r\nLa parola passa quindi ai movimenti sociali.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Gianni Carrozza di radio Frequence Plurielle di Parigi.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\n2013 06 13 carrozza elezioni","13 Giugno 2017","2017-06-16 12:38:50","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/06/francia-astensione-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"156\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/06/francia-astensione-300x156.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/06/francia-astensione-300x156.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/06/francia-astensione-768x399.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/06/francia-astensione.jpg 878w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Francia. 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Con striscioni e volantini distribuiti ai passanti e agli automobilisti, e una lunga battitura dei cancelli con mestoli e pentole, alcunx antimilitartistx, studentx del Poli e abitantx del quartiere hanno manifestato contro la costruzione di un polo per la ricerca bellica all'interno della fabbrica di morte Leonardo, in cui si progettano e realizzano droni, cacciabombardieri e altre tecnologie destinate agli scenari di guerra. Ci siamo messi in collegamento con il presidio.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/antimiliatristx.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n“Lunedì 10 marzo. A sorpresa un gruppo di antimilitarist* ha vivacemente contestato l’avvio dei lavori di demolizione e scavo preliminari alla costruzione di nuovo polo bellico a Torino.\r\nUn’azione di battitura con fumogeni, cartelli, scritte e interventi diretti ad automobilisti e passanti, si è tenuta in corso Marche, alla ex palazzina 37 della Alenia Aermacchi, in stato di abbandono da lunghi anni.\r\nVecchi abiti, scarpe e oggetti di uso quotidiano insanguinati sono quello che resta dopo la guerra, i bombardamenti, i droni intelligenti.\r\nLe industrie d'armi producono morte. Non dimentichiamolo.\r\nDopo un’ora a mezza di battitura gli/le antimilitarist* si sono spostat* al mercato di corso Brunelleschi per dar vita ad un punto informativo tra gli abitanti del quartiere.\r\nLa Città dell’Aesrospazio non deve decollare! Continueremo a metterci di mezzo.”\r\nQuesto l’incipit del comunicato diffuso dal “Coordinamento contro la guerra e chi la arma”.\r\n\r\nDopo la veloce diretta di ieri abbiamo registrato un’intervista con Marco Meotto, uno dei partecipanti.\r\n\r\nAscolta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/2025-03-10-meotto-città-aerospazio.mp3\"][/audio]","11 Marzo 2025","2025-03-11 20:01:41","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/001-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/001-300x225.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/001-300x225.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/001-1024x768.jpeg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/001-768x576.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/001-1536x1152.jpeg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/001.jpeg 2000w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Città dell’aerospazio: antimilitarist* contestano l’avvio dei lavori / Aggiornato",1741723312,[271,272],"http://radioblackout.org/tag/antimilitarismo/","http://radioblackout.org/tag/guerra/",[20,274],"guerra",{"post_content":276},{"matched_tokens":277,"snippet":278,"value":279},[73],"mattina a Torino, in corso \u003Cmark>Marche\u003C/mark>, davanti alla ex palazzina 37","Questa mattina a Torino, in corso \u003Cmark>Marche\u003C/mark>, davanti alla ex palazzina 37 della Alenia Aermacchi, c'è stata un'iniziativa di protesta contro l'inizio dei lavori preliminari alla costruzione dell'area del Politecnico della Cittadella dell'aerospazio. 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Continueremo a metterci di mezzo.”\r\nQuesto l’incipit del comunicato diffuso dal “Coordinamento contro la guerra e chi la arma”.\r\n\r\nDopo la veloce diretta di ieri abbiamo registrato un’intervista con Marco Meotto, uno dei partecipanti.\r\n\r\nAscolta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/2025-03-10-meotto-città-aerospazio.mp3\"][/audio]",[281],{"field":98,"matched_tokens":282,"snippet":278,"value":279},[73],{"best_field_score":254,"best_field_weight":284,"fields_matched":105,"num_tokens_dropped":49,"score":285,"tokens_matched":105,"typo_prefix_score":49},14,"578730123365187697",{"document":287,"highlight":310,"highlights":315,"text_match":252,"text_match_info":318},{"cat_link":288,"category":289,"comment_count":49,"id":290,"is_sticky":49,"permalink":291,"post_author":52,"post_content":292,"post_date":293,"post_excerpt":55,"post_id":290,"post_modified":294,"post_thumbnail":295,"post_thumbnail_html":296,"post_title":297,"post_type":60,"sort_by_date":298,"tag_links":299,"tags":305},[46],[48],"95955","http://radioblackout.org/2025/02/da-livorno-a-torino-in-piazza-contro-la-guerra-e-il-militarismo/","Per il terzo anniversario della guerra in Ucraina ci sono state iniziative di piazza il 22 a Torino, il 24 a Livorno.\r\nVi proponiamo la cronaca delle due giornate con Patrizia del Coordinamento antimilitarista livornese e con la lettura in studio delle cronache dell’iniziativa promossa a Torino dal Coordinamento contro la guerra e chi la arma.\r\nIeri a Livorno, nonostante la pioggia battente, c’è stata una manifestazione che si è trasformata in assemblea di piazza con tante voci e contributi, anche al di là di quelli degli organizzatori.\r\nNel testo di lancio scrivevano: “Scendiamo in piazza a Livorno contro tutte le guerre il 24 febbraio, a tre anni dall’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa, che ha trasformato in una guerra totale il conflitto in corso nella regione sin dal 2014. Una guerra che ha già provocato centinaia di migliaia di morti da entrambi i lati del fronte. L’Italia è direttamente coinvolta nella guerra, nel quadro dell’intervento della NATO e dell’UE, ha speso già quasi 20 miliardi tra finanziamenti diretti e contributi al fondo europeo di sostegno al governo di Kiev, inoltre con le missioni all’estero migliaia di militari italiani e centinaia di mezzi sono schierati in Europa orientale.”\r\n\r\nA Torino, il 22 febbraio è stata una lunga giornata di informazione e lotta.\r\nDi seguito alcuni stralci della cronaca:\r\n“In mattinata c’è stato un partecipato presidio informativo al Balon, con interventi, musica volantini, banchetti informativi.\r\nNel pomeriggio, in solidarietà con i disertori e obiettori ucraini e russi gli antimilitaristi si sono ritrovati di fronte al consolato ucraino di corso Massimo D’Azeglio 12 con uno striscione con la scritta “Con i disertori russi e ucraini, contro tutti gli Stati!”\r\nLa tappa successiva è stata all’ingresso dell’ex stabilimento Alenia Aermacchi di corso Marche, ormai abbandonato da decenni. Qui Leonardo, la maggiore industria di guerra italiana, e il Politecnico di Torino intendono costruire un nuovo polo ricerca e sperimentazione bellica.\r\nL’ingresso dell’area della ex palazzina 27, destinata al Politecnico, è stato chiuso con un grosso lucchetto.\r\nAccanto, due striscioni, uno con la scritta: “No alla ricerca e alla produzione bellica” e l’altro con “fancula la guerra, solidarietà con i popoli massacrati. Tanti fumogeni per rendere più visibile la protesta.\r\nIn contemporanea sul limitrofo ponte sulla ciclabile è stato appeso lo striscione “Leonardo Thales-Alenia, eccellenze italiane di morte e distruzione”.\r\nPer la quarta ed ultima tappa della giornata gli antimilitaristi si sono spostati a Caselle Torinese di fronte allo stabilimento dell’Alenia in strada Malanghero.\r\nUno striscione con la scritta “Spezziamo le ali al militarismo!” è stato aperto lungo la strada. \r\nQui, in quest’area militare dell’Aeroporto, si sperimentano i nuovi aerei. Da qui è partita la freccia tricolore che ha colpito un’auto in transito, uccidendo una bambina di nove anni.\r\nAll’Alenia del gruppo Leonardo si producono droni da guerra e i cacciabombardieri eurofighter.\r\nQueste armi hanno ucciso milioni di persone, distrutto città e villaggi, avvelenato irrimediabilmente interi territori.\r\nPresto questo stabilimento verrà riammodernato per produrre i nuovi cacciabombardieri del Global Combat Air Programme, progettati e realizzati da Leonardo, Mitsubishi e BAE Systems, un nuovo più mortale strumento di guerra.\r\nChiudere e riconvertire l’industria bellica è un atto concreto per inceppare le guerre! 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Il fattore scatenante è l’arrivo in Europa della polvere da sparo, che presto viene impiegata per scopi bellici. La tecnologia necessaria all’utilizzo bellico della polvere da sparo richiede studi specifici per poterne valutare le traiettorie, la velocità, la distruttività. Non solo: ingegneri ed architetti (all’epoca le due funzioni non erano distinte) cominciano a progettare e realizzare fortezze in grado di resistere ai cannoni. Nello stesso periodo si affermano gli stati centralizzati, con la connessa necessità di eserciti stabili e controllo militare del territorio.\r\nNell’ambito dell’acampada studentesca del Politecnico di Torino mercoledì scorso c’è stato un dibattito su “buoni e cattivi usi delle scienze”, cui hanno partecipato anche diversi docenti di UniTo e del Politecnico.\r\nTra questi il sociologo della scienza e della tecnologia Alvise Mattozzi che ha illustrato come il rapporto tra i Politecnici e la ricerca militare non sia una novità dei tempi grami che siamo forzati e vivere, ma fattore costitutivo di questi specifici istituti di istruzione universitaria.\r\nLe “Ecoles Politechniques” francesi, il modello di riferimento per tutti i Politecnici, nascono per formare ingegneri capaci di mettersi al servizio della produzione bellica, al punto che ancora oggi dipendono dal ministero delle forze armate.\r\nIl Politecnico di Torino ha stretto un accordo con il colosso armiero italiano “Leonardo” per la “Città dell’aerospazio”, nuovo polo bellico che sorgerà sui ruderi industriali dell’Alenia di corso Marche. Sebbene esista una distinzione formale tra gli spazi del Politecnico, che affitta i terreni da Leonardo, il progetto è unico e vedrà i ricercatori del settore aerospaziale dell’Ateneo lavorare a fianco degli ingegneri di Leonardo.\r\nLa domanda che si pone chi ritiene eticamente e politicamente intollerabile questa “liason dangereuse” tra industria bellica e ricerca universitaria, è facile da formularsi ma più complessa nella realizzazione.\r\nCome sciogliere l’abbraccio mortale tra industria bellica e ricerca universitaria?\r\nLo abbiamo chiesto ad Alvise Mattozzi.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/2024-06-04-mattozzi-scienz-e-mili.mp3\"][/audio]","5 Giugno 2024","2024-06-05 13:12:52","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/GCAP-guerra-israele-palestina-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/GCAP-guerra-israele-palestina-300x225.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/GCAP-guerra-israele-palestina-300x225.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/GCAP-guerra-israele-palestina-768x576.png 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/GCAP-guerra-israele-palestina.png 800w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Il Politecnico e la ricerca militare",1717593172,[272,333],"http://radioblackout.org/tag/politecnico-e-ricerca-militare/",[274,335],"politecnico e ricerca militare",{"post_content":337},{"matched_tokens":338,"snippet":339,"value":340},[73],"ruderi industriali dell’Alenia di corso \u003Cmark>Marche\u003C/mark>. 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Guerre tra potenti che si contendono risorse, potere, indifferenti alla distruzione di città, alla contaminazione dell'ambiente, al futuro negato di tanta parte di chi vive sul pianeta.\r\nLe macerie sono solo buoni affari per un capitalismo vorace e distruttivo che ha una sola logica, quella del profitto ad ogni costo. Uomini, donne, bambine e bambini sono solo pedine sacrificabili in un gioco terribile, che non ha altro limite se non quello imposto dalla forza di oppress e sfruttat, che si ribellano ad un ordine del mondo intollerabile.\r\nLa guerra è a due passi dalle nostre case: fermiamola!\r\n\r\nIl manifesto strappato\r\nL’attacco di Giorgia Meloni al Manifesto di Ventotene nel corso del dibattito alla Camera sul tema del piano di riarmo europeo ha avuto il merito di riportare l’attenzione dell’opinione pubblica su un documento politico che, probabilmente, non sono in molti a conoscere.\r\n«Per un’Europa libera e unita. Progetto d’un manifesto» – questo il titolo originale – è, in realtà, un testo profondamente incompreso. Tanto incompreso quanto strumentalmente utilizzato, nel corso dei decenni, per finalità che poco o nulla hanno a che fare con la visione ideale e politica dei suoi estensori: Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni. Tre antifascisti di diversa estrazione ma tutti e tre accomunati da una postura radicalmente eterodossa e originale rispetto alle grandi narrazioni ideologiche del loro tempo e alle rispettive famiglie politiche di riferimento. È per questo che il loro Manifesto viene spesso definito come un documento visionario: concepire ed elaborare nelle sofferenze del confino, in piena guerra e in un momento in cui le sorti del conflitto sembravano arridere al nazismo e al fascismo, l’idea di un’Europa unita e federale che superasse e archiviasse per sempre la centralità degli stati-nazione, fu un atto estremamente coraggioso e lungimirante. Si voleva scardinare, infatti, tutto quello che fino a quel momento aveva creato i presupposti per l’affermazione dei totalitarismi e della carneficina bellica: il nazionalismo, il militarismo, l’autoritarismo fondato sulla volontà di sopraffazione.\r\nNe abbiamo parlato con Alberto La Via\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 12 aprile\r\nSabotare la guerra\r\nDisarmare l’Europa\r\ngiornata antimilitarista\r\nore 10,30 presidio al Balon\r\nSolo un’umanità internazionale potrà gettare le fondamenta di quel mondo di libere ed uguali che può porre fine alle guerre. \r\nOggi ci vorrebbero tutti arruolati. Noi disertiamo.\r\nNoi non ci arruoliamo a fianco di questo o quello stato imperialista. Rifiutiamo la retorica patriottica come elemento di legittimazione degli Stati e delle loro pretese espansionistiche. In ogni dove. Non ci sono nazionalismi buoni.\r\nNoi siamo al fianco di chi, in ogni angolo della terra, diserta la guerra.\r\nNoi pratichiamo il disfattismo rivoluzionario contro le guerre promosse dai “nostri” governi e sosteniamo chi, in ogni dove, diserta, sabota, inceppa gli ingranaggi della guerra\r\nVogliamo un mondo senza frontiere, eserciti, oppressione, sfruttamento e guerra.\r\n\r\nVenerdì 25 aprile\r\nore 15\r\nalla lapide del partigiano anarchico Ilio Baroni\r\nin corso Giulio Cesare angolo corso Novara\r\ndove Ilio cadde combattendo il 26 aprile 1945.\r\nRicordo, bicchierata, fiori, musica.\r\nE, dal vivo, il Cor’occhio nel canzoniere anarchico e antifascista.\r\n\r\nA-Distro e SeriRiot\r\nogni mercoledì\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20,30\r\nper info scrivete a fai_torino@autistici.org\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFB\r\n@senzafrontiere.to/\r\n\r\nTelegram\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","5 Aprile 2025","2025-05-27 07:30:07","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/02-200x110.jpg","Anarres del 4 aprile. Il punto sui CPR. Disarmiamo la guerra! Ventotene: il manifesto strappato...","podcast",1743836856,[],[],{"post_content":411},{"matched_tokens":412,"snippet":413,"value":414},[73],"della Città dell'Aerospazio in corso \u003Cmark>Marche\u003C/mark>, dove, da circa un mese","ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/2024-04-04-anarrest.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nIl punto sui CPR: da Torino all’Albania da Macomer a Gradisca da Trapani a Bari Palese\r\nI CPR sono uno degli ingranaggi della macchina delle espulsioni. Un ingranaggio che, dal 1998, è stato costantemente inceppato dai reclusi, che hanno dato vita ad infiniti atti di protesta, ribellione, arrivando ripetutamente a distruggere le gabbie in cui venivano imprigionati.\r\nI CPR sono alcuni dei luoghi dove passa il confine tra chi ha pochi diritti e chi non ne ha affatto. Chi nasce nel posto giusto non rischia la libertà se lavora in nero o perde un’occupazione regolare, chi viene dai posti sbagliati – oggi il governo ha anche le liste – rischia ogni momento di restarvi impigliati. Non tutti quelli che finiscono in un centro per il rimpatrio vengono poi deportati, ma sono comunque derubati di un anno e mezzo di vita.\r\nNe abbiamo parlato con Raffaele\r\n\r\nDisarmiamo la guerra! Antimilitaristi contro la Città dell'Aerospazio\r\nIl 23 marzo. Visita a sorpresa al cantiere della Città dell'Aerospazio in corso \u003Cmark>Marche\u003C/mark>, dove, da circa un mese sono cominciati i lavori di demolizione della palazzina 27 della ex Alenia - Aermacchi.\r\nUn manichino insanguinato, scritte, fumogeni, cartelli che ci ricordano le vite rubate dalle bombe, dalle armi, dalle guerre. Guerre tra potenti che si contendono risorse, potere, indifferenti alla distruzione di città, alla contaminazione dell'ambiente, al futuro negato di tanta parte di chi vive sul pianeta.\r\nLe macerie sono solo buoni affari per un capitalismo vorace e distruttivo che ha una sola logica, quella del profitto ad ogni costo. Uomini, donne, bambine e bambini sono solo pedine sacrificabili in un gioco terribile, che non ha altro limite se non quello imposto dalla forza di oppress e sfruttat, che si ribellano ad un ordine del mondo intollerabile.\r\nLa guerra è a due passi dalle nostre case: fermiamola!\r\n\r\nIl manifesto strappato\r\nL’attacco di Giorgia Meloni al Manifesto di Ventotene nel corso del dibattito alla Camera sul tema del piano di riarmo europeo ha avuto il merito di riportare l’attenzione dell’opinione pubblica su un documento politico che, probabilmente, non sono in molti a conoscere.\r\n«Per un’Europa libera e unita. Progetto d’un manifesto» – questo il titolo originale – è, in realtà, un testo profondamente incompreso. Tanto incompreso quanto strumentalmente utilizzato, nel corso dei decenni, per finalità che poco o nulla hanno a che fare con la visione ideale e politica dei suoi estensori: Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni. Tre antifascisti di diversa estrazione ma tutti e tre accomunati da una postura radicalmente eterodossa e originale rispetto alle grandi narrazioni ideologiche del loro tempo e alle rispettive famiglie politiche di riferimento. È per questo che il loro Manifesto viene spesso definito come un documento visionario: concepire ed elaborare nelle sofferenze del confino, in piena guerra e in un momento in cui le sorti del conflitto sembravano arridere al nazismo e al fascismo, l’idea di un’Europa unita e federale che superasse e archiviasse per sempre la centralità degli stati-nazione, fu un atto estremamente coraggioso e lungimirante. Si voleva scardinare, infatti, tutto quello che fino a quel momento aveva creato i presupposti per l’affermazione dei totalitarismi e della carneficina bellica: il nazionalismo, il militarismo, l’autoritarismo fondato sulla volontà di sopraffazione.\r\nNe abbiamo parlato con Alberto La Via\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 12 aprile\r\nSabotare la guerra\r\nDisarmare l’Europa\r\ngiornata antimilitarista\r\nore 10,30 presidio al Balon\r\nSolo un’umanità internazionale potrà gettare le fondamenta di quel mondo di libere ed uguali che può porre fine alle guerre. \r\nOggi ci vorrebbero tutti arruolati. Noi disertiamo.\r\nNoi non ci arruoliamo a fianco di questo o quello stato imperialista. Rifiutiamo la retorica patriottica come elemento di legittimazione degli Stati e delle loro pretese espansionistiche. In ogni dove. Non ci sono nazionalismi buoni.\r\nNoi siamo al fianco di chi, in ogni angolo della terra, diserta la guerra.\r\nNoi pratichiamo il disfattismo rivoluzionario contro le guerre promosse dai “nostri” governi e sosteniamo chi, in ogni dove, diserta, sabota, inceppa gli ingranaggi della guerra\r\nVogliamo un mondo senza frontiere, eserciti, oppressione, sfruttamento e guerra.\r\n\r\nVenerdì 25 aprile\r\nore 15\r\nalla lapide del partigiano anarchico Ilio Baroni\r\nin corso Giulio Cesare angolo corso Novara\r\ndove Ilio cadde combattendo il 26 aprile 1945.\r\nRicordo, bicchierata, fiori, musica.\r\nE, dal vivo, il Cor’occhio nel canzoniere anarchico e antifascista.\r\n\r\nA-Distro e SeriRiot\r\nogni mercoledì\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20,30\r\nper info scrivete a fai_torino@autistici.org\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFB\r\n@senzafrontiere.to/\r\n\r\nTelegram\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",[416],{"field":98,"matched_tokens":417,"snippet":413,"value":414},[73],{"best_field_score":254,"best_field_weight":284,"fields_matched":105,"num_tokens_dropped":49,"score":285,"tokens_matched":105,"typo_prefix_score":49},{"document":420,"highlight":432,"highlights":437,"text_match":252,"text_match_info":440},{"comment_count":49,"id":421,"is_sticky":49,"permalink":422,"podcastfilter":423,"post_author":354,"post_content":424,"post_date":425,"post_excerpt":55,"post_id":421,"post_modified":426,"post_thumbnail":427,"post_title":428,"post_type":406,"sort_by_date":429,"tag_links":430,"tags":431},"98183","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-14-marzo-economia-di-guerra-le-parole-proibite-di-trump-antimilitarist-al-cantiere-della-citta-dellaerospazio/",[354],"ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. 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Ma si tratta di sottigliezze.\r\nLa questione vera è la necessità di una risposta internazionalista e classista alle politiche guerrafondaie che ci stanno sprofondando nel baratro della terza guerra mondiale.\r\nLa miscela di liberismo estremo e warfare potrebbe essere esplosiva. In tempi non troppo lontani.\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Fricche\r\n\r\nLe parole proibite di Trump\r\nDopo l’epurazione dei dipendenti federali scomodi arriviamo alla censura dei termini sgraditi all’amministrazione razzista, omofoba, transfobica, misogina statunitense.\r\nCon effetti tanto paradossali da risultare ridicoli: peccato che ci sia ben poco da ridere.\r\nMolti termini diventeranno parole proibite, da cancellare dai documenti pubblici e dalle policy dei vari uffici federali. Secondo quanto ricostruito negli ultimi giorni dal New York Times, infatti, numerosi atti e raccomandazioni inviati dall'amministrazione Trump a uffici statali e istituzioni pubbliche inviterebbero alla rimozione di una serie di vocaboli e espressioni da siti internet, pubblicazioni rivolte al pubblico, programmi di formazione e persino da alcuni curriculum scolastici. Alcuni documenti parlano di una vera e propria messa al bando, altri sconsigliano caldamente di utilizzare espressioni che rimandino all'orientamento sessuale e all'identità di genere, all'inclusione delle comunità razzializzate, all'attivismo, al mutamento climatico ed alla tutela dell’ambiente e ad altri ambiti considerati dalla destra americana come affini alla cosiddetta cultura woke .\r\nParticolarmente feroce è la censura di genere: per esempio dal sito del New York's Stonewall National Monument, il luogo che ricorda la prima sollevazione del movimento LGBTQ+ contro la repressione delle forze dell'ordine nel 1989, è stato cancellato ogni riferimento alle persone transgender, che pure furono invece fondamentali per lo scoppio della rivolta; in generale, la sigla LGBTQ+ è ridotta sistematicamente in ogni comunicazione ufficiale a LGB: le persone transgender e queer sono cancellate. Per ora dalle carte. In seguito?\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri\r\n\r\nNo alla città dell’aerospazio!\r\nLo scorso 10 marzo, a sorpresa, un gruppo di antimilitarist* ha vivacemente contestato l’avvio dei lavori di demolizione e scavo preliminari alla costruzione di nuovo polo bellico a Torino.\r\nUn’azione di battitura con fumogeni, cartelli, scritte e interventi diretti ad automobilisti e passanti, si è tenuta in corso Marche, alla ex palazzina 37 della Alenia Aermacchi, in stato di abbandono da lunghi anni.\r\nVecchi abiti, scarpe e oggetti di uso quotidiano insanguinati sono quello che resta dopo la guerra, i bombardamenti, i droni intelligenti. Le industrie d'armi producono morte. Non dimentichiamolo.\r\nDopo un’ora a mezza di battitura gli/le antimilitarist* si sono spostat* al mercato di corso Brunelleschi per dar vita ad un punto informativo tra gli abitanti del quartiere.\r\nLa Città dell’Aerospazio non deve decollare! Continueremo a metterci di mezzo.\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 12 aprile\r\nSabotare la guerra\r\nDisarmare l’Europa\r\ngiornata antimilitarista\r\nore 10,30 presidio al Balon\r\nSolo un’umanità internazionale potrà gettare le fondamenta di quel mondo di libere ed uguali che può porre fine alle guerre. \r\nOggi ci vorrebbero tutti arruolati. Noi disertiamo.\r\nNoi non ci arruoliamo a fianco di questo o quello stato imperialista. Rifiutiamo la retorica patriottica come elemento di legittimazione degli Stati e delle loro pretese espansionistiche. In ogni dove. 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Ma si tratta di sottigliezze.\r\nLa questione vera è la necessità di una risposta internazionalista e classista alle politiche guerrafondaie che ci stanno sprofondando nel baratro della terza guerra mondiale.\r\nLa miscela di liberismo estremo e warfare potrebbe essere esplosiva. In tempi non troppo lontani.\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Fricche\r\n\r\nLe parole proibite di Trump\r\nDopo l’epurazione dei dipendenti federali scomodi arriviamo alla censura dei termini sgraditi all’amministrazione razzista, omofoba, transfobica, misogina statunitense.\r\nCon effetti tanto paradossali da risultare ridicoli: peccato che ci sia ben poco da ridere.\r\nMolti termini diventeranno parole proibite, da cancellare dai documenti pubblici e dalle policy dei vari uffici federali. Secondo quanto ricostruito negli ultimi giorni dal New York Times, infatti, numerosi atti e raccomandazioni inviati dall'amministrazione Trump a uffici statali e istituzioni pubbliche inviterebbero alla rimozione di una serie di vocaboli e espressioni da siti internet, pubblicazioni rivolte al pubblico, programmi di formazione e persino da alcuni curriculum scolastici. Alcuni documenti parlano di una vera e propria messa al bando, altri sconsigliano caldamente di utilizzare espressioni che rimandino all'orientamento sessuale e all'identità di genere, all'inclusione delle comunità razzializzate, all'attivismo, al mutamento climatico ed alla tutela dell’ambiente e ad altri ambiti considerati dalla destra americana come affini alla cosiddetta cultura woke .\r\nParticolarmente feroce è la censura di genere: per esempio dal sito del New York's Stonewall National Monument, il luogo che ricorda la prima sollevazione del movimento LGBTQ+ contro la repressione delle forze dell'ordine nel 1989, è stato cancellato ogni riferimento alle persone transgender, che pure furono invece fondamentali per lo scoppio della rivolta; in generale, la sigla LGBTQ+ è ridotta sistematicamente in ogni comunicazione ufficiale a LGB: le persone transgender e queer sono cancellate. Per ora dalle carte. 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Continueremo a metterci di mezzo.\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 12 aprile\r\nSabotare la guerra\r\nDisarmare l’Europa\r\ngiornata antimilitarista\r\nore 10,30 presidio al Balon\r\nSolo un’umanità internazionale potrà gettare le fondamenta di quel mondo di libere ed uguali che può porre fine alle guerre. \r\nOggi ci vorrebbero tutti arruolati. Noi disertiamo.\r\nNoi non ci arruoliamo a fianco di questo o quello stato imperialista. Rifiutiamo la retorica patriottica come elemento di legittimazione degli Stati e delle loro pretese espansionistiche. In ogni dove. 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Pillole sintetiche dal mondo-guerra.\r\n1.3 (24.02.25)\r\n\"Torino, l’Ai cerca spazio in città: in arrivo altri 5 data center. Appena inaugurato quello di Rai way in via Verdi, la Cittadella dell’Aerospazio di corso Marche ipotizza un grande server in tandem con Leonardo. Ma altri sono in (probabile) arrivo targati Avio, Bbbell, Enel e, soprattutto, Hines, che prepara un maxi progetto con la costruzione di sei edifici alti 30 metri a due passi dall’aeroporto di Caselle\".\r\n\r\nDalla rassegna stampa delle ultime settimane lo spunto per provare ad interrogare un'industria, in larga parte urbana, centrale per alimentare il mondo-guerra e quanto mai \"nebulosa\". Non soltanto in quanto sostrato materiale della \"nuvola\" (il cloud), ma piuttosto perchè le infrastrutture raggruppate sotto il termine di \"Datacenter\" sono estremamente varie e i luoghi in cui sorgono securizzati e poco inclini alla visibilità. Spazio fisico di archiviazione e di analisi in tempo reale di dati - la cantina di Internet e dell'AI - e al contempo tecnologia della memoria funzionale alla governamentalità algoritmica, il Datacenter è un apparato centrale del tecno-capitalismo e delle sue guerre.\r\nQui gli indirizzi dei datacenter a Torino.\r\n\r\n \r\n\r\n[caption id=\"attachment_95926\" align=\"aligncenter\" width=\"696\"] Un pezzo di internet andato a fuoco, il datacenter OVH a Strasburgo, marzo 2021.[/caption]\r\n\r\n \r\n\r\nOltre al comparto bellico, al ruolo del Politecnico, di Leonardo, dell'aerospazio, uno dei fronti interni a noi prossimi su cui affinare lo sguardo sarà il nesso tra Datacenter e agroindustria. Il 31 gennaio 2024 è stato approvato un protocollo di intesa relativo all’agricoltura di precisione, o agricoltura 4.0, tra il Politecnico di Torino e il Comune di Saluzzo, che da 78 anni ospita la \"Mostra della Meccanica Agricola\", dove oggi vengono esposti enormi trattori e macchine per lavorare la terra sempre più \"smart\" e costosi. Dopo lo sradicamento dell'agricoltura contadina, di fronte alla possibile conflittualità dei braccianti sfruttati, la pax capitalista sancita dall'alleanza tra grande capitale agroindustriale, politica, polizia e cooperative trova nel Datacenter un fondamentale alleato. I droni con AI per la raccolta delle mele fabbricati dall'israeliana Tevel e sperimentati a Saluzzo dall'azienda Rivoira possono lavorare 24 ore su 24, svolgendo la loro mansione con efficienza e soprattutto senza protestare.\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nContro la sacralizzazione della tecnologia, apriamo la scatola nera del Datacenter con un compagno con cui in passato abbiamo già abbozzato alcune riflessioni sull'endiadi guerra e tecnica.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/datacenterfin.mp3\"][/audio]\r\n\r\n00:00:00 - Aprire la scatola nera: cos'è un datacenter?\r\n00:07:37 - Storia sociale del datacenter (I): centralizzazione e guerra di classe\r\n00:14:13 - Storia sociale del datacenter (II): un'industria urbana\r\n00:19:00 - Guerra esterna e interna, agricoltura di precisione, telemedicina, e-governance, fintech: il boom dell'AI e dei data center\r\n00:28:11 - Spazialità (I): Starlink, Armada, la \"nuova frontiera\" dello spazio e la centralità dello Stato nei processi di accumulazione del capitalismo digitale\r\n00:38:42 - Spazialità (II): datacenter e \"città dei varchi\"\r\n00:45:10 - Torino e i datacenter: spazi industriali dismessi, vicinanza a Milano e ruolo di Politecnico, Leonardo e comparto militare dell'Aerospazio\r\n00:53:46 - Italia, perno digitale nel Mediterraneo?\r\n00:55:58 - Tecnologia della memoria e vita umana: il datacenter come oracolo\r\n01:02:47 - La macchina che si emancipa dall'uomo, il cervello come macchina. Contro il millenarismo tecnologico tecno-utopico e tecno-distopico, contro il mito dell'equivalenza tra umano e tecnica, l'impensato della sacralizzazione della tecnologia\r\n01:13:43 - Datacenter e regimi di visibilità (I): il mito della sostenibilità ambientale, tra nucleare e geoingegneria\r\n01:17:39 - Datacenter e regimi di visibilità (II): il mito dell'automazione, l'addestramento alla vergogna prometeica\r\n01:20:22 - Vampirizzazione dell'ecosistema e rimosso delle miniere\r\n01:25:58 - \"Se Google diventa il mio vicino, ci sarà ancora acqua?\": ambiguità delle proteste contro i datacenter, indicazioni per una lotta fondamentale\r\n\r\n \r\n\r\n\"Come possiamo attaccare una realtà che ci è nemica, senza conoscerla a fondo? Ecco, a ben riflettere, la risposta non era difficile. In effetti, ad esempio, ci piace molto attaccare la polizia, ma nessuno di noi si fa poliziotto per questo. Ci si documenta: la polizia che cosa fa? che tipo di randello usa? Si mettono insieme quel poco di conoscenze che permettono ad occhio e croce di individuare il poliziotto. In altre parole, se dobbiamo attaccare il poliziotto, che è una cosa che ci piace moltissimo, non ci facciamo poliziotti per questo, ci limitiamo ad acquisire alcune conoscenze in merito alla polizia. Per attaccare la nuova tecnologia, allo stesso modo, non è necessario essere ingegneri, ma possiamo acquisire delle conoscenze abbastanza facili, tutte quelle indicazioni pratiche che ci permettono di poterla attaccare. Ma da questo problema viene fuori un altro problema, molto più importante: la nuova tecnologia non è un fantasma astratto, è una cosa concreta. Ad esempio, il sistema internazionale delle comunicazioni è un fatto concreto. Per riuscire a costruirci immagini astratte nella testa, deve distribuirsi nel territorio. È in questo campo che vengono usati i nuovi materiali, poniamo nella costruzione dei cavi di trasmissione, ed è in questo campo che diventa importante conoscere la tecnologia, non come funziona nel suo aspetto produttivo, ma come si distribuisce realmente nel territorio. Cioè dove sono i centri di gestione (che sono sempre molteplici), dove sono i canali di comunicazione, tutte cose che non sono idee astratte, ma cose fisiche, oggetti che corrono nello spazio e che garantiscono il controllo. Intervenire con un sabotaggio in queste strutture, è facilissimo, difficile è sapere dove sono collocati i cavi. Ad un certo punto diventa indispensabile conoscere la distribuzione della tecnologia. Questo, pensiamo, sarà sicuramente il problema rivoluzionario più importante dei prossimi anni\". (Nuove svolte del capitalismo)\r\n\r\n[caption id=\"attachment_95929\" align=\"aligncenter\" width=\"1024\"] A Saluzzo, i droni dell'israeliana Tevel raccolgono la frutta per l'azienda Rivoira.[/caption]","2025-06-01 18:36:23","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/incendie-ovh-1-696x435-1-200x110.jpg","Datacenter, il lato sommerso dell'AI-ceberg. Tecnica, guerra, sacralità.",1740515886,[272],[274],{"post_content":455},{"matched_tokens":456,"snippet":457,"value":458},[73],"la Cittadella dell’Aerospazio di corso \u003Cmark>Marche\u003C/mark> ipotizza un grande server in","Happy Hour. Pillole sintetiche dal mondo-guerra.\r\n1.3 (24.02.25)\r\n\"Torino, l’Ai cerca spazio in città: in arrivo altri 5 data center. Appena inaugurato quello di Rai way in via Verdi, la Cittadella dell’Aerospazio di corso \u003Cmark>Marche\u003C/mark> ipotizza un grande server in tandem con Leonardo. Ma altri sono in (probabile) arrivo targati Avio, Bbbell, Enel e, soprattutto, Hines, che prepara un maxi progetto con la costruzione di sei edifici alti 30 metri a due passi dall’aeroporto di Caselle\".\r\n\r\nDalla rassegna stampa delle ultime settimane lo spunto per provare ad interrogare un'industria, in larga parte urbana, centrale per alimentare il mondo-guerra e quanto mai \"nebulosa\". Non soltanto in quanto sostrato materiale della \"nuvola\" (il cloud), ma piuttosto perchè le infrastrutture raggruppate sotto il termine di \"Datacenter\" sono estremamente varie e i luoghi in cui sorgono securizzati e poco inclini alla visibilità. Spazio fisico di archiviazione e di analisi in tempo reale di dati - la cantina di Internet e dell'AI - e al contempo tecnologia della memoria funzionale alla governamentalità algoritmica, il Datacenter è un apparato centrale del tecno-capitalismo e delle sue guerre.\r\nQui gli indirizzi dei datacenter a Torino.\r\n\r\n \r\n\r\n[caption id=\"attachment_95926\" align=\"aligncenter\" width=\"696\"] Un pezzo di internet andato a fuoco, il datacenter OVH a Strasburgo, marzo 2021.[/caption]\r\n\r\n \r\n\r\nOltre al comparto bellico, al ruolo del Politecnico, di Leonardo, dell'aerospazio, uno dei fronti interni a noi prossimi su cui affinare lo sguardo sarà il nesso tra Datacenter e agroindustria. Il 31 gennaio 2024 è stato approvato un protocollo di intesa relativo all’agricoltura di precisione, o agricoltura 4.0, tra il Politecnico di Torino e il Comune di Saluzzo, che da 78 anni ospita la \"Mostra della Meccanica Agricola\", dove oggi vengono esposti enormi trattori e macchine per lavorare la terra sempre più \"smart\" e costosi. Dopo lo sradicamento dell'agricoltura contadina, di fronte alla possibile conflittualità dei braccianti sfruttati, la pax capitalista sancita dall'alleanza tra grande capitale agroindustriale, politica, polizia e cooperative trova nel Datacenter un fondamentale alleato. I droni con AI per la raccolta delle mele fabbricati dall'israeliana Tevel e sperimentati a Saluzzo dall'azienda Rivoira possono lavorare 24 ore su 24, svolgendo la loro mansione con efficienza e soprattutto senza protestare.\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nContro la sacralizzazione della tecnologia, apriamo la scatola nera del Datacenter con un compagno con cui in passato abbiamo già abbozzato alcune riflessioni sull'endiadi guerra e tecnica.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/datacenterfin.mp3\"][/audio]\r\n\r\n00:00:00 - Aprire la scatola nera: cos'è un datacenter?\r\n00:07:37 - Storia sociale del datacenter (I): centralizzazione e guerra di classe\r\n00:14:13 - Storia sociale del datacenter (II): un'industria urbana\r\n00:19:00 - Guerra esterna e interna, agricoltura di precisione, telemedicina, e-governance, fintech: il boom dell'AI e dei data center\r\n00:28:11 - Spazialità (I): Starlink, Armada, la \"nuova frontiera\" dello spazio e la centralità dello Stato nei processi di accumulazione del capitalismo digitale\r\n00:38:42 - Spazialità (II): datacenter e \"città dei varchi\"\r\n00:45:10 - Torino e i datacenter: spazi industriali dismessi, vicinanza a Milano e ruolo di Politecnico, Leonardo e comparto militare dell'Aerospazio\r\n00:53:46 - Italia, perno digitale nel Mediterraneo?\r\n00:55:58 - Tecnologia della memoria e vita umana: il datacenter come oracolo\r\n01:02:47 - La macchina che si emancipa dall'uomo, il cervello come macchina. 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Anche in streaming.\r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/2024-11-22-anarres-cut.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n(l’ultima mezz’ora di trasmissione non è stata registrata nell’escopost per motivi tecnici)\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nAntropologia Anarchica\r\nFrancesco Spagna, antropologo e docente all’università di Padova ne ha scritto sull’ultimo numero di “Semi sotto la neve”. L’incontro o l’intreccio tra antropologia culturale e anarchismo è il focus di questo testo che ci aiuta ad introdurre una tematica cruciale per comprendere il nostro sguardo sul mondo e per destrutturare la narrazione che considera ineluttabili il dominio e la gerarchia.\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Spagna\r\n\r\nAlways on the move. Torino: vetrina per turisti e città delle armi\r\nEra la capitale dell’auto. Oggi Torino è attraversata da due processi trasformativi paralleli: la città vetrina e la città delle armi.\r\nLa lenta ma inesorabile fuga della Fiat ha decretato la decadenza e l’impoverimento della città. Sulle macerie di quella storia le amministrazioni comunali degli ultimi vent’anni hanno provato a costruire, con alterna fortuna, “la città vetrina per i grandi eventi”, una scelta dalle conseguenze politiche e sociali devastanti, perché basata su violente strategie di controllo sociale ed interventi di riqualificazione escludenti: una sempre più netta dinamica di gentrification.\r\nGiovedì 28 novembre ne parleremo con Francesco Migliaccio, presentando l’opuscolo, “Always on the move. Torino: vetrina per turisti e città delle armi” \r\n\r\nGiovedì parleremo anche di Torino come città della ricerca, progettazione, e produzione bellica, che troverà uno dei suoi centri propulsori nella “città dell’aerospazio”, polo bellico che sorgerà sulle rovine dell’ex Alenia di corso Marche, con una partecipazione diretta e complice del Politecnico di Torino.\r\nContrastare la nascita del nuovo polo bellico a Torino non è mera opposizione etica alle guerre capitaliste ed imperialiste, ma anche un passaggio necessario a ripensare lo spazio urbano e chi ci vive, come luogo di negazione delle dinamiche gerarchiche sottese all’opaca città dell’aerospazio ed alla scintillante vetrina dei grandi eventi.\r\nCon Francesco abbiamo anticipato alcuni temi di cui discuteremo giovedì 28 novembre. \r\n\r\nValditara. Dio, patria, famiglia\r\nIl ministro dell’istruzione e del merito ha le idee chiare. I ragazzi e le ragazze devono avere una formazione all’insegna dell’esaltazione della guerra, delle forze armate e della Patria.\r\nNon solo.\r\nPer Valditara il patriarcato non esiste perché è mera ideologia: la violenza di genere è colpa degli altri, degli uomini neri che vengono da lontano. In barba ai dati che ci raccontano che il nemico ha le chiavi di casa, che i ragazzi italiani ammazzano come i ragazzi nati in altri luoghi del mondo. \r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nAlways on the move\r\nTorino: vetrina per turisti e città delle armi\r\nGiovedì 28 novembre\r\nore 21 in corso Palermo 46\r\nPresentazione dell’opuscolo\r\nDialogheranno Francesco Migliaccio e Maria Matteo\r\n\r\nContinuano le presentazioni di “Tramandare il fuoco. Per un approccio libertario alla questione Palestinese”. Dopo Torino, Trieste e Carrara, Reggio Emilia venerdì 29 saremo a Pordenone.\r\n\r\nSabato 30 novembre\r\nBasta guerre! Basta militarismo!\r\nCorteo antimilitarista a Malnisio (PN)\r\nore 13,30 in piazza Trieste angolo via Manzoni\r\nComitato contro il poligono di Cao Malnisio\r\n\r\nDomenica 8 dicembre\r\nCorteo No Tav a Susa\r\nOre 13 piazza d’armi\r\n\r\nSabato 14 dicembre\r\ncena antinatalizia\r\nMenù vegan\r\nBenefit lotte\r\nore 20 \r\ncorso Palermo 46\r\nQuanto costa? Tantissimo per chi ne ha, meno per chi ha meno, poco per chi ha poco. Sosteniamo le lotte qui e in ogni dove, diamo solidarietà a chi è colpito dalla repressione, mettiamo un mattone nella direzione di una società libera, autogestita, solidale. \r\nPer prenotazioni scrivere a antimilitarista.to@gmail.com \r\n\r\nOgni martedì\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro \r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini! \r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20 (per info scrivete a fai_torino@autistici.org)\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFB\r\n@senzafrontiere.to/\r\n\r\nTelegram\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","26 Novembre 2024","2024-11-26 15:53:35","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/2024-11-19-manif-always-on-the-move-color-verde-200x110.jpg","Anarres del 22 novembre. 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Basta militarismo!\r\nCorteo antimilitarista a Malnisio (PN)\r\nore 13,30 in piazza Trieste angolo via Manzoni\r\nComitato contro il poligono di Cao Malnisio\r\n\r\nDomenica 8 dicembre\r\nCorteo No Tav a Susa\r\nOre 13 piazza d’armi\r\n\r\nSabato 14 dicembre\r\ncena antinatalizia\r\nMenù vegan\r\nBenefit lotte\r\nore 20 \r\ncorso Palermo 46\r\nQuanto costa? Tantissimo per chi ne ha, meno per chi ha meno, poco per chi ha poco. Sosteniamo le lotte qui e in ogni dove, diamo solidarietà a chi è colpito dalla repressione, mettiamo un mattone nella direzione di una società libera, autogestita, solidale. \r\nPer prenotazioni scrivere a antimilitarista.to@gmail.com \r\n\r\nOgni martedì\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro \r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini! \r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20 (per info scrivete a fai_torino@autistici.org)\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFB\r\n@senzafrontiere.to/\r\n\r\nTelegram\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",[482],{"field":98,"matched_tokens":483,"snippet":479,"value":480},[73],{"best_field_score":254,"best_field_weight":284,"fields_matched":105,"num_tokens_dropped":49,"score":285,"tokens_matched":105,"typo_prefix_score":49},{"document":486,"highlight":504,"highlights":509,"text_match":252,"text_match_info":512},{"comment_count":49,"id":487,"is_sticky":49,"permalink":488,"podcastfilter":489,"post_author":490,"post_content":491,"post_date":492,"post_excerpt":55,"post_id":487,"post_modified":493,"post_thumbnail":494,"post_title":495,"post_type":406,"sort_by_date":496,"tag_links":497,"tags":501},"86451","http://radioblackout.org/podcast/letalita-carceri-autopsia-stefano-dal-corso/",[368],"bellocome","Estratti dalla puntata del 15 gennaio 2024 di Bello Come Una Prigione Che Brucia\r\n\r\n \r\n\r\nIniziamo la puntata approfondendo alcuni contributi dello Sportello di supporto psicologico per i familiari delle persone uccise dal carcere. Partiamo con un aggiornamento sulla situazione di Marco Leandro Bondavalli, detenuto con gravi problemi sanitari che, grazie alle pressioni dei sanitari e alla visibilizzazione della sua situazione, è riuscito a ottenere la detenzione (in regime domiciliare) all’interno dell’ospedale di Parma.\r\n\r\nPassiamo quindi a qualche riflessione sul suicidio annunciato e indotto di Matteo Concetti, ricordando il presidio tenutosi sotto l’ufficio del Garante delle persone private della libertà della Regione Marche, chiedendone le dimissioni.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/BCUPCB_matteo-marco-audio.mp3\"][/audio]\r\n\r\nNel corso della puntata sopraggiunge un nuovo aggiornamento dalla sorella di Marco Bondavalli:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/BCUPCB_bondavalli-update2.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nAUTOPSIA SUL CORPO DI STEFANO DAL CORSO: PRIME CONSIDERAZIONI\r\n\r\nDopo circa 15 mesi è stata effettuata l’autopsia sul corpo di Stefano Dal Corso: un risultato non certo dovuto alla Giustizia, al Coraggio della Magistratura, alla Democrazia, ma alla tenacia di una sorella.\r\n\r\nInsieme a Marisa cerchiamo di capire cosa emerga da un primo esame macroscopico del corpo di Stefano: le falsità contenute nel rapporto sul decesso in carcere, gli indumenti sostituiti e piegati all’interno della bara, le scarpe di un’altra persona.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/BCUPCB_dalcorso-autopsia-prima.mp3\"][/audio]","18 Gennaio 2024","2024-01-18 09:32:35","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/bcupcb_autopsia1-200x110.jpg","LETALITA' CARCERI - AUTOPSIA STEFANO DAL CORSO",1705570355,[498,499,500],"http://radioblackout.org/tag/carcere/","http://radioblackout.org/tag/stefano-dal-corso/","http://radioblackout.org/tag/suicidi-in-carcere/",[502,386,503],"carcere","suicidi in carcere",{"post_content":505},{"matched_tokens":506,"snippet":507,"value":508},[73],"private della libertà della Regione \u003Cmark>Marche\u003C/mark>, chiedendone le dimissioni.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/BCUPCB_matteo-marco-audio.mp3\"][/audio]\r","Estratti dalla puntata del 15 gennaio 2024 di Bello Come Una Prigione Che Brucia\r\n\r\n \r\n\r\nIniziamo la puntata approfondendo alcuni contributi dello Sportello di supporto psicologico per i familiari delle persone uccise dal carcere. 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