","Piazza Fontana. Il tramonto dell’illusione democratica","post",1702466363,[57,58,59,60,61,62,63,64,65],"http://radioblackout.org/tag/12-dicembre-1969/","http://radioblackout.org/tag/banca-dellagricoltura/","http://radioblackout.org/tag/calabresi/","http://radioblackout.org/tag/fascisti/","http://radioblackout.org/tag/ordine-nuovo/","http://radioblackout.org/tag/pinelli/","http://radioblackout.org/tag/servizi-segreti/","http://radioblackout.org/tag/strage-di-stato/","http://radioblackout.org/tag/valpreda/",[67,68,69,70,71,72,73,74,75],"12 dicembre 1969","banca dell'agricoltura","Calabresi","fascisti","ordine nuovo","pinelli","servizi segreti","strage di stato","Valpreda",{"post_content":77},{"matched_tokens":78,"snippet":80,"value":81},[79],"maturazione","un movimento che porta a \u003Cmark>maturazione\u003C/mark> la conflittualità latente. Sul fronte","Il 12 dicembre 1969 una bomba scoppiò nella Banca dell’Agricoltura di piazza Fontana a Milano, uccidendo 16 persone.\r\nLa polizia puntò subito gli anarchici, che vennero rastrellati e portati in questura. Uno di loro, Giuseppe Pinelli, non ne uscirà vivo, perché scaraventato dalla finestra dall’ufficio del commissario Luigi Calabresi.\r\nLe versioni ufficiali parlarono di suicidio: anni dopo un magistrato di sinistra, D’Ambrosio, emesse una sentenza salomonica: “malore attivo”. Né omicidio, né suicidio.\r\nPietro Valpreda venne accusato di essere l’autore della strage. Trascorrerà, con altri compagn* tre anni in carcere in attesa di giudizio, finché non venne modificata la legge che fissava i limiti della carcerazione preventiva. Quella legge, emanata su pressione dei movimenti sociali, venne a lungo chiamata “legge Valpreda”.\r\nDopo 54anni dalla strage, sebbene ormai si sappia tutto, sia sui fascisti che la eseguirono, gli ordinovisti veneti, sia sui mandanti politici, tutti interni al sistema di potere democristiano di stretta osservanza statunitense, non ci sono state verità giudiziarie.\r\nNel 1969 a capo della Questura milanese era Guida, già direttore del confino di Ventotene, un funzionario fascista, passato indenne all’Italia repubblicana. Dietro le quinte, ma presenti negli uffici di via Fatebenefratelli c’erano i capi dei servizi segreti Russomando e D’Amato.\r\nIl Sessantanove fu l’anno dell’autunno caldo e della contestazione studentesca, movimenti radicali e radicati si battevano contro il sistema economico e sociale.\r\nLa strage, che immediatamente, gli anarchici definirono “strage di Stato” rappresentò il tentativo di criminalizzare le lotte, e scatenare la repressione.\r\nIn breve i movimenti sociali reagirono alle fandonie della polizia, smontando dal basso la montatura poliziesca che era stata costruita sugli anarchici.\r\nCosa resta nella memoria dei movimenti di quella strage, che per molti compagni e compagne dell’epoca rappresentò una rottura definitiva di ogni illusione democratica?\r\nNe abbiamo parlato con Massimo Varengo, testimone e protagonista di quella stagione cruciale\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/2023-12-12-varengo-piazza-fontana.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDi seguito un articolo di Varengo uscito su Umanità Nova:\r\n\r\n“Non si capiscono le bombe del 12 dicembre del 1969, se non si analizza il contesto. Al di là delle parole contano i fatti; e vediamoli questi fatti, sia pure succintamente.\r\nGli anni dell'immediato dopoguerra sono caratterizzati da grandi processi di ricostruzione, in primis nei paesi devastati dalla durezza e dalla crudeltà del conflitto, sostenuti dagli effetti dello sviluppo della scienza e della tecnologia, accelerate a loro volta dai risultati della ricerca nel periodo bellico per armi sempre più letali. Tali processi hanno comportato, insieme ad un impetuoso sviluppo delle risorse umane, un aumento della ricchezza complessiva, ovviamente ripartita in modo assolutamente diseguale, con la conseguenza che il divario tra i vari paesi e, in essi, tra le classi sociali è cresciuto a dismisura.\r\nA fronte delle grandi possibilità di trasformazione sociale che il nuovo clima pare prefigurare, sempre più è evidente che la gran parte della popolazione lavoratrice, il proletariato, rimane oggetto e non soggetto della propria storia, alimentando la contraddizione tra sviluppo delle forze produttive e sociali da una parte e l'insieme dei rapporti di proprietà, di controllo e di dominio dall'altra.\r\nIn questo quadro si può capire come sia stato possibile che praticamente in ogni parte del mondo – dagli Stati Uniti al Sud America, dalla Francia all'Italia, dalla Cina al Giappone, dall'Europa del patto di Varsavia alla Germania, dal Messico all'Inghilterra – in un mondo tra l'altro le cui comunicazioni passavano per stampa e televisione, controllate dai governi, sia esplosa quasi contemporaneamente quella che fu definita “contestazione globale”.\r\nUna contestazione alimentata dalla convergenza di differenti culture, dal pacifismo dei figli dei fiori al terzomondismo solidale con le lotte di liberazione nazionale, dal marxismo all'anarchismo, dal cattolicesimo all'ateismo, capace di esprimere caratteristiche comuni, nonostante le profonde differenze esistenti: geografiche, economiche, culturali, sociali, politiche.\r\nUna contestazione che ha abbracciato le varie forme di espressione umana: artistica, musicale, scientifica, tecnica, letteraria, e che ha visto come protagonista principale la generazione del cosiddetto baby boom, dei nati dopo la guerra e che di quella guerra avevano comunque vissuto i cascami.\r\nIl rifiuto della guerra fu un elemento scatenante di tale contestazione; a partire dai campus universitari statunitensi che con manifestazioni, occupazioni e scontri denunciavano il sempre più crescente impegno USA nello sporco conflitto del Vietnam, le proteste si espansero in tutto il mondo. Ma il rifiuto della guerra era anche rifiuto di un mondo diviso in blocchi, ove una cortina di ferro condizionava la vita e i movimenti di una generazione affamata di conoscenza. Era rifiuto della sofferenza inflitta dai dominatori ai popoli colonizzati, rifiuto del razzismo, rifiuto del vecchio mondo fatto di discriminazioni e autoritarismi. Era soprattutto rifiuto di uno sfruttamento e di un'oppressione di classe che, sull'altare del profitto, condannava milioni di esseri umani alla catena, a condizioni di vita infami, ad una nocività crescente. E per la metà del genere umano era rifiuto di un mondo costruito sul patriarcato, che relegava la donna nel solo ruolo di riproduttrice, custode di un focolare domestico sempre più precario e conflittuale.\r\nPer questo non si può dire che sia esistito un solo '68. Sono esistiti una pluralità di '68 intrecciati tra loro, con durata ed intensità diversa, radicalità e prospettive diverse, ma uniti da una critica puntuale dell'autorità.\r\nLe risposte dei governi non si fecero attendere, con caratteristiche diverse secondo i contesti, ma rispettando sempre le rispettive aree di influenza dei blocchi contrapposti. Così in Bolivia nel '67 viene assassinato Che Guevara, il cui tentativo insurrezionale viene vanificato dall'ostilità di Mosca e dei suoi epigoni in zona.\r\nNegli USA la dura repressione dei movimenti studenteschi si accompagna a quella del movimento afro-americano in lotta contro una società razzista e segregazionista. Malcom X e Martin Luther King vengono assassinati, come viene assassinato Robert Kennedy fautore di moderate riforme sociali invise agli oligopoli. A Città del Messico nell'ottobre del '68 l'esercito con blindati circonda la Piazza delle Tre culture sparando ad alzo zero per distruggere il movimento studentesco che da tempo sta manifestando contro il governo e le spese faraoniche per organizzare i Giochi olimpici: sono più di 300 i morti portati via con i camion della spazzatura.\r\nIn Cina la “rivoluzione culturale” raggiunge il suo apice, per trasformarsi in poco tempo in uno strumento al servizio della ristrutturazione del potere funzionale al disegno politico di Mao Zedong.\r\nIn Francia alle occupazioni studentesche e ai giganteschi scioperi generali succedutisi per tutto il maggio '68, risponde il generale De Gaulle che recatosi a Baden-baden, base francese in territorio tedesco, minaccia l'intervento militare.\r\nA Praga, nell'agosto, ci vogliono i carri armati sovietici e delle truppe del patto di Varsavia per arrestare il processo riformatore in corso: la burocrazia al Cremlino teme il contagio negli altri paesi di sua competenza, come la Polonia, attraversata da forti mobilitazioni studentesche. In Germania dell'ovest, l'esponente più significativo Rudi Dutschke, viene gravemente ferito da colpi di pistola l'11 aprile.\r\nMa questi sono solo alcuni esempi; come disse la filosofa Hannah Arendt “Nei piccoli paesi, la repressione è dosata e selettiva”. È il caso della Yugoslavia con le proteste studentesche fatte sbollire, per poi colpirne gli esponenti. L'importante è che non vengano messi in discussione i trattati che alla fine della guerra avevano definito le aree di influenza e di potere.\r\nE in Italia? Collocata a ridosso della cortina di ferro, l'Italia è considerata un paese di frontiera per gli USA, un avamposto nella lotta al “comunismo”, aeroporto naturale nel Mediterraneo, proiettato verso le risorse petrolifere del Medio oriente. Un paese che ha però l'enorme difetto di avere il Partito Comunista più grande dell'Occidente, al quale è precluso dal dopoguerra l'ingresso nell'area di governo. Per cautelarsi il governo USA mette in opera i suoi servizi segreti, costruisce reti clandestine armate pronte ad intervenire in caso di bisogno, condiziona le politiche, controlla i sistemi di difesa, stringe alleanze con gruppi nazifascisti. Già in Grecia – altro paese di frontiera - l'anno prima hanno foraggiato il colpo di Stato dei colonnelli a fronte di una possibile vittoria elettorale della sinistra, mentre continuano a sostenere la dittatura di Franco in Spagna e quella di Salazar in Portogallo.\r\nL'Italia ha vissuto nei decenni precedenti una profonda trasformazione sociale ed economica e una grande emigrazione interna dalle campagne venete e del meridione, richiamata al nord-ovest da una industrializzazione crescente. L'accresciuto livello di reddito ha consentito una scolarizzazione significativa e l'ingresso nelle università di ceti finora esclusi (nel '68 sono 500mila gli iscritti, il doppio rispetto a 15 anni prima). Ma le strutture dello Stato sono sempre le stesse: su 369 prefetti e viceprefetti, agli inizi degli anni '60, solo 2 non hanno fatto parte della burocrazia fascista; su 274 questori e vicequestori solo 5 vicequestori hanno avuto rapporti con la resistenza; su 1642 commissari e vicecommissari solo 34 provengono dalle file dell'antifascismo. Inoltre la polizia politica rimane nelle mani di ex-agenti dell'OVRA, la famigerata istituzione al servizio di Mussolini. Per non parlare della magistratura e della burocrazia ministeriale.\r\nLe strutture rimangono autoritarie, nella scuola e nell'università sono incapaci di accogliere la massa di studenti e studentesse che vi si affacciano provocando frustrazione e malcontento.\r\nNelle grandi città del nord la politica abitativa è assolutamente deficitaria, spingendo la popolazione immigrata a soluzioni provvisorie e degradanti. In fabbrica l'organizzazione del lavoro si basa sui reparti confino per i “sovversivi” e l'arbitrio dei capi reparto. Nelle campagne, permane la logica del padronato latifondista. I partiti di sinistra, tutti concentrati sul confronto elettorale, e i sindacati, abituati a logiche rivendicative di basso profilo, sono incapaci di comprendere quanto sta succedendo: lo sviluppo di un movimento che porta a \u003Cmark>maturazione\u003C/mark> la conflittualità latente. Sul fronte delle università e delle scuole superiori partono occupazioni e proteste, nelle campagne si intensificano le lotte del bracciantato agricolo, nelle fabbriche, in un contesto di rinnovo di moltissimi contratti di lavoro giunti a scadenza, iniziano i primi scioperi autonomi che impongono al padronato la trattativa diretta accantonando le burocrazie sindacali e le vecchie commissioni interne, in un quadro di conflittualità tra i vari segmenti padronali che si riverbera su uno scenario politico sempre più instabile, caratterizzato da frequenti cambi di governo.\r\nSe nell'università viene attaccata e messa in crisi la cultura autoritaria e di classe, nelle fabbriche si sviluppa un protagonismo operaio che nella riscoperta dei Consigli di Fabbrica, nelle assemblee all'interno delle aziende, nella costituzione dei Comitati unitari di base, mette in discussione l'organizzazione del lavoro, sanzionando i capi reparto e le dirigenze, e aprendo la discussione sul salario come variabile “indipendente” dalla produttività. Le conquiste sono notevoli: riduzione d'orario, forti aumenti salariali, abolizione delle zone salariali nord-sud, parificazione normativa tra operai e impiegati, scala mobile per i pensionati e altre ancora. E la lotta non si ferma, si profila il vecchio obiettivo anarcosindacalista imperniato sul controllo della produzione in vista dell'esproprio proletario.\r\nIntanto la gioventù esce dalle università, dopo aver ottenuto importanti modifiche sui piani di studio, la libertà di assemblea anche per le scuole medie superiori, l'abolizione dello sbarramento che impedisce ai diplomati degli istituti di accedere alla formazione universitaria. Esce per unirsi al mondo del lavoro salariato in un movimento di contestazione dell'autorità e del capitalismo, mettendo a nudo quella che è la sostanza del potere e delle sue istituzioni e rendendo evidente come lo sfruttamento e l'oppressione siano le sole espressioni dei governi di qualunque colore. Il conflitto si indurisce tra scontri di piazza, scioperi, picchetti, manifestazioni. Cresce il pericolo che il paese vada a sinistra, che il PCI – anche se lontano da propositi rivoluzionari - tramite una vittoria elettorale possa andare al governo.\r\nLe risposte non si fanno attendere. L'apparato politico di sinistra con lo Statuto dei lavoratori cerca di ridare forza al ruolo di intermediazione sindacale, salvando le burocrazie, recuperando e affossando l'azione diretta operaia. Il fronte padronale si ricompatta, ridando fiato alla destra più estrema. Il governo sceglie la strada della repressione aperta: ben 13.903 sono le denunce per fatti connessi con l'autunno caldo del '69. In testa alla graduatoria, lavoratori agricoli, metalmeccanici, ospedalieri. Ma non basta. Ci vuole qualcosa di più forte che consenta la ripresa dello sfruttamento intensivo e quindi del profitto. I servizi segreti, italiani e americani, in combutta con i nazifascisti si mettono all'opera.\r\nScoppiano le prime bombe, prima dimostrative, praticamente inoffensive, poi, via via, più “cattive” che provocano feriti alla Fiera di Milano il 25 aprile e in agosto sui treni. Alla fine dell'anno si conteranno in tutto 145 esplosioni, prevalentemente di marca fascista, ma non mancano quelle di sinistra, comprese alcune anarchiche nei confronti di sedi di rappresentanza della dittatura franchista per solidarietà con le vittime del regime o della Dow Chemical, produttrice del napalm con il quale venivano letteralmente arrostiti i vietnamiti.\r\nEd è proprio sugli anarchici che si appunta l'attenzione degli organismi repressivi, primo su tutti l'Ufficio affari riservati, diretta emanazione del Ministro degli Interni.\r\nConvinti che il ricordo della strage del Teatro Diana nel 1921 e la continua martellante propaganda durante il ventennio fascista sul pericolo del “terrorismo” anarchico abbia definitivamente marchiato a fuoco l'immagine del movimento anarchico pensano di potersi permettere qualsiasi operazione, qualsiasi violenza. Per le bombe del 25 aprile e dell'agosto sui treni incolpano un gruppo variegato di compagni, mettendo insieme anarchici e due iscritti del PCI, L'obiettivo è ambizioso: arrivare tramite loro all'editore Giangiacomo Feltrinelli, aperto sostenitore della pratica castrista del “fuoco guerrigliero”. Non riuscendoci concentreranno le loro attenzioni sugli anarchici, costruendo teoremi falsi, inventandosi testimoni inattendibili, usando le procedure a loro piacimento. Intanto l'idea che siano esclusivamente gli anarchici a mettere le bombe si fa strada nei media e quindi nella pubblica opinione. Una spinta agli avvenimenti la da la morte di un agente di polizia di 22 anni, Annarumma originario dell'Irpinia, una delle zone più povere del paese, avvenuta nel corso di scontri a Milano il 19 novembre, vittima di un trauma cranico provocato da un tubo di ferro.\r\nIn quel frangente, la polizia caricò come faceva allora con camionette e gipponi un corteo studentesco che si stava dirigendo verso la Statale e che aveva intercettato i lavoratori in sciopero generale che stavano uscendo dal teatro Lirico, luogo di una manifestazione. Studenti e lavoratori si difesero dalle cariche delle camionette che salivano sui marciapiedi, con ogni mezzo a disposizione, ma a distanza di anni non si sa ancora se, a provocarne la morte, sia stato un manifestante o lo scontro di due mezzi della polizia (come parrebbe confermare un video). Fatto sta che questo fatto ebbe una risonanza enorme; nella serata ci fu la rivolta dei poliziotti in due caserme di Milano, per protestare contro le condizioni nelle quali erano tenuti, i turni massacranti, i bassi salari e il fatto di essere carne a macello per “lor signori”. La rivolta fu sedata dai carabinieri; successivamente intervenne la repressione con punizioni, spostamenti, congedi forzati. Il presidente della Repubblica, il socialdemocratico filoamericano Saragat, pronuncia parole di fuoco contro i manifestanti gettando benzina sul clima già arroventato. A Saragat risponderà un operaio che alla manifestazione nazionale dei metalmeccanici del 29 novembre innalzerà un cartello con su scritto “Saragat: Operai 171, Poliziotti 1” per ricordare tutte le vittime proletarie della violenza poliziesca.\r\nDue giorni dopo ai funerali dell'agente si presentano in massa i fascisti, che danno vita alla caccia ai rossi, a chiunque avesse un aspetto di sinistra. Tra gli altri chi ne fece le spese fu anche Mario Capanna, leader del Movimento Studentesco della Statale che venne aggredito, rischiando il linciaggio al quale fu sottratto da agenti della squadra politica. In questo clima il ministro del lavoro Donat-Cattin. della sinistra democristiana, convoca immediatamente i segretari dei sindacati metalmeccanici FIM,FIOM, UILM dicendo loro, per sollecitarli alla chiusura del contratto: “Siamo alla vigilia dell'ora X. Il golpe è alle porte. Bisogna mettere un coperchio sulla pentola che bolle”.\r\nSiamo alla vigilia di Piazza Fontana. Il copione è già scritto. La lista dei colpevoli è già pronta.\r\nCon tutta l'arroganza del potere pensano di manovrare a piacimento gli avvenimenti. Aspettano la risposta della piazza per scatenare disordini, tali da sollecitare misure straordinarie del governo e l'intervento dell'esercito.\r\nMussolini, nell'affiancare Hitler nell'aggressione alla Francia pensava che bastasse un pugno di morti per sedere da vincitore al tavolo delle trattative post-belliche; gli uomini del governo, i loro servizi segreti, gli alleati nazifascisti, pensano che un pugno di morti in una banca basti a far rientrare il movimento di lotta e instaurare un regime autoritario. Non ci riusciranno, anche se il prezzo da pagare sarà alto: l'assassinio di Pinelli, Valpreda, Gargamelli, Borghese, Bagnoli e Mander in carcere per anni, Di Cola in esilio, e i tanti caduti nelle piazze per affermare la libertà di manifestazione e di espressione da Saverio Saltarelli a Carlo Giuliani. E bombe, tante bombe, ancora sui treni, a Brescia, a Bologna, e altri tentativi di colpo di Stato.\r\nCi vorranno anni di lotte, controinformazione, impegno militante per smascherare l'infame provocazione, inchiodare nazifascisti, servizi segreti e politici alle loro responsabilità stragiste, liberare i compagni, ma non sufficienti per ribaltare ciò che ha consentito tutto questo: un sistema democratico rappresentativo solo degli interessi padronali, dei ceti dominanti, delle multinazionali, un sistema di potere basato sull'abuso di potere. Un sistema che non esita a ricorrere al fascismo per ristabilire l'ordine gerarchico.\r\nAnni di piombo? Si, ma del loro.”",[83],{"field":84,"matched_tokens":85,"snippet":80,"value":81},"post_content",[79],578729985926234200,{"best_field_score":88,"best_field_weight":89,"fields_matched":11,"num_tokens_dropped":43,"score":90,"tokens_matched":11,"typo_prefix_score":35},"1108024229888",14,"578729985926234225",{"document":92,"highlight":114,"highlights":119,"text_match":86,"text_match_info":122},{"cat_link":93,"category":94,"comment_count":43,"id":95,"is_sticky":43,"permalink":96,"post_author":46,"post_content":97,"post_date":98,"post_excerpt":49,"post_id":95,"post_modified":99,"post_thumbnail":100,"post_thumbnail_html":101,"post_title":102,"post_type":54,"sort_by_date":103,"tag_links":104,"tags":112},[40],[42],"76492","http://radioblackout.org/2022/07/saluzzo-una-strana-stagione-della-frutta/","Il distretto agroalimentare del saluzzese è noto come la “Rosarno” del nord, per l’impiego massiccio di lavorator* soprattutto africani, cui viene negato un alloggio decente, protagonisti nel recente passato di numerose lotte.\r\nQuest’anno, nonostante siamo ai primi di luglio i luoghi frequentati dai braccianti stranieri sono quasi deserti. Cosa sta succedendo?\r\nPer le strade del saluzzese qualche bracciante africano in bicicletta comincia a vedersi ma sono poche unità, probabilmente già in zona da tempo se non residenti. I giardini di villa Aliberti sono frequentati quasi esclusivamente da bambini e saluzzesi che portano a spasso i cani, là dove gli anni scorsi in questo periodo i braccianti accampati erano una presenza vistosa. Comunque per precauzione la polizia municipale vigila quotidianamente.\r\nTramontato il PAS (effimero Progetto Accoglienza Stagionali) al Foro Boario, ufficialmente per il Covid, erano proprio i giardini il luogo di approdo dei braccianti senza casa: sgomberati a inizio luglio dopo la vibrante protesta di qualche giorno prima nel 2020, ignorati nel 2021, salvo quando hanno provato ad alzare la voce per chiedere una sistemazione.\r\nLe truppe professionali e volontarie messe in campo dai soggetti istituzionali per la cosiddetta accoglienza sono ancora in stand-by causa scarse presenze. Per rendersene conto basta passare davanti allo sportello del progetto FAMI Buona Terra presso la casa del cimitero o in Corso Piemonte, sede della Caritas.\r\nEppure a giudicare dagli appelli di Coldiretti sui giornali, il lavoro non manca…\r\nAbbiamo provato a capirne di più con Lele Odiardo, un compagno attivo nella solidarietà ai braccianti in lotta\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/2022-07-05-lele-saluzzo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nDi seguito il testo scritto da Lele:\r\n\r\n“Eppure a giudicare dagli appelli di Coldiretti sui giornali, il lavoro non manca e la colpa della mancanza di manodopera in questo primo scorcio di stagione è dei flussi che non funzionano: niente affatto una novità visto che se ne parla da sempre ma ben pochi ne hanno fatto uso nel corso degli anni a causa di un sistema rigido e troppo vincolante per i datori di lavoro. Cifre esatte non ce ne sono mai state ma si può ben dire che è sempre stato più conveniente il reclutamento di manodopera “porta a porta”, già presente sul territorio.\r\n“La frutta non aspetta i tempi biblici della burocrazia e in attesa che il Viminale riattivi la piattaforma informatica, mirtilli, pesche e susine, maturano, cadono e marciscono. Così un’annata agricola buona rischia di finire al macero”.\r\nCon queste parole piene di amarezza, Fabiano Porcu - direttore Coldiretti Cuneo - racconta non solo il danno ma anche la beffa che ha travolto gli imprenditori agricoli di tutta Italia e che il Cuneese, per primo, ha segnalato ai vertici della politica per poter trovare una soluzione che sia adeguata e celere…\r\n…In questo momento il settore che patisce maggiormente è quello dei piccoli frutti, giunti ormai a maturazione. Le aziende “si scambiano” i pochi lavoratori disponibili ma la frutta non ritarda la maturazione in attesa che la piattaforma informatica torni ad essere operativa.” (TargatoCN, 10/06/22)\r\nGià l’anno scorso si lamentava la scarsità di manodopera e si faceva “appello agli italiani”: studenti, giovani disoccupati, percettori di reddito di cittadinanza, pensionati, etc… Non si sa come sia andata a finire per quella strana opacità che copre da sempre le cifre relative a chi lavora nell’agroindustria locale: non si sa in quanti hanno lavorato, per quante giornate lavorative, quanto hanno effettivamente percepito all’ora, quanti siano stati ospitati in azienda e via computando.\r\n“Sono indispensabili al più presto misure che riducano il costo del lavoro stagionale e semplifichino radicalmente le procedure di assunzione per garantire flessibilità e tempestività di un lavor legato all’andamento climatico sempre più bizzarro.” dice un comunicato di Coldiretti. Riduzione del costo del lavoro stagionale, “semplificazione radicale” delle procedure di assunzione, flessibilità, le ricette dei padroni sono sempre le stesse.\r\n\r\nMa che succede dunque a Saluzzo, i braccianti non fanno più notizia dopo tanti anni di interminabile emergenza?\r\nUn lavoratore residente a Revello ci dice che “i padroni hanno bisogno e adesso danno un posto per dormire. Quest’anno pagano anche un po’ meglio” ma aggiunge: “Chi non ha i documenti a posto e non è sicuro di lavorare resta al sud, a Foggia, perché là non controllano”.\r\nB. ha iniziato a lavorare già a maggio per i diradamenti nei frutteti e il suo padrone lo ospita come già faceva gli anni scorsi. D. L’autunno scorso ha trovato casa con alcuni connazionali e anche lui lavora già, anche se “non tutti i i giorni”. J. invece è ospite da amici e sta cercando lavoro.\r\nMamadou fa una osservazione interessante: “io so di tanti che sono andati a lavorare in altri posti, dove guadagnano di più. Il lavoro in campagna è duro, adesso le agenzie interinali chiamano più di prima: uno preferisce un contratto di 3 mesi in una fabbrica che raccogliere la frutta.”\r\nUn senegalese, pendolare tra i campi del nord e del sud da tanti anni, in primavera ha trovato lavoro in una fabbrica locale con un contratto da apprendista per 6 mesi: “Appena ho avuto l’occasione me ne sono andato. In campagna è dura e ci vai solo se non trovi altro, anche altri due miei amici non sono più venuti a Saluzzo quest’anno: lavorano dove si guadagna un po’ di più e la vita costa meno che qui.”\r\nIntanto questa mattina (15 giugno) un pick-up davanti ai giardini caricava una bicicletta e una valigia nel bagagliaio e un bracciante con dei fogli in mano saliva a bordo.\r\nDopo i due anni del PAS (2018/2019) e i due del Covid-19 (2020/2021), l’impressione è che qualcosa stia cambiando (non necessariamente in meglio) e un ciclo durato più di 10 anni si sia esaurito.\r\nSicuramente il lavoro di “disciplinamento” svolto dalle istituzioni in questi anni qualche risultato lo sta portando a casa: controllo capillare sul territorio da parte delle forze dell’ordine, sportelli dove i braccianti africani si devono registrare (e quindi dichiarare la loro presenza a Saluzzo), accoglienze diffuse (con finanziamenti pubblici) che hanno aperto in anticipo, sostegno economico (pubblico) e deregolamentazione delle accoglienze in azienda.\r\nRistrutturazione e “ammodernamento” del settore agroindustriale con la differenziazione delle colture (piccoli frutti ad inizio estate, meno pesche e kiwi, mele tardive fino a novembre, varietà super produttive) e potenziamento del settore commerciale e della trasformazione per far fronte alla concorrenza del mercato globalizzato, innovazione tecnologica. Qualcuno la frutta la deve pur raccogliere ma quella della manodopera è una voce sempre più marginale dei costi d’impresa (basta pensare ai costi degli impianti, per i fertilizzanti e i trattamenti chimici, stoccaggio e conservazione, la ricerca, etc…). E anche l’unica voce su cui gli imprenditori possono speculare attraverso il lavoro nero e le irregolarità ben note.\r\nLa basse presenze di questo primo scorcio di stagione sono anche dovute al fatto che la raccolta dei piccoli frutti dura relativamente poco ed è coperta in prevalenza da manodopera già presente sul territorio, poi c’è una paura perché di pesche ce ne sono sempre meno, e ad agosto cominceranno le mele e (con i kiwi9 si andrà avanti fino a fine novembre.\r\nSul versante lavoro, la recente sentenza al “Processo Momo” dovrebbe aver lasciato il segno e portato a galla definitivamente un sistema di irregolarità e sfruttamento diffuso, non certo limitato all’azienda condannata. Molto resta da fare per la conquista dei diritti dei lavoratori agricoli sui quali si sperimentano le condizioni di lavoro peggiori in termini di salario, orario, sicurezza, tutele, etc…certo le accoglienze diffuse e l’assistenzialismo contribuiscono a dividere i braccianti rendendo più complicata la loro auto-organizzazione, necessaria anche dal punto di vista delle rivendicazioni sindacali collettive.”","6 Luglio 2022","2022-07-06 11:21:31","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/155057766-3217100c-b7cb-44b6-a1e0-67c006612e7b-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"170\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/155057766-3217100c-b7cb-44b6-a1e0-67c006612e7b-300x170.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/155057766-3217100c-b7cb-44b6-a1e0-67c006612e7b-300x170.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/155057766-3217100c-b7cb-44b6-a1e0-67c006612e7b-1024x580.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/155057766-3217100c-b7cb-44b6-a1e0-67c006612e7b-768x435.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/155057766-3217100c-b7cb-44b6-a1e0-67c006612e7b-1536x870.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/155057766-3217100c-b7cb-44b6-a1e0-67c006612e7b.jpg 1800w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Saluzzo. Una strana stagione della frutta",1657106491,[105,106,107,108,109,110,111],"http://radioblackout.org/tag/accoglienza-diffusa/","http://radioblackout.org/tag/braccianti/","http://radioblackout.org/tag/braccianti-immigrati/","http://radioblackout.org/tag/crisi/","http://radioblackout.org/tag/processo-momo/","http://radioblackout.org/tag/produzione-ortofrutticola/","http://radioblackout.org/tag/saluzzo/",[24,113,26,12,20,28,14],"braccianti",{"post_content":115},{"matched_tokens":116,"snippet":117,"value":118},[79],"piccoli frutti, giunti ormai a \u003Cmark>maturazione\u003C/mark>. Le aziende “si scambiano” i","Il distretto agroalimentare del saluzzese è noto come la “Rosarno” del nord, per l’impiego massiccio di lavorator* soprattutto africani, cui viene negato un alloggio decente, protagonisti nel recente passato di numerose lotte.\r\nQuest’anno, nonostante siamo ai primi di luglio i luoghi frequentati dai braccianti stranieri sono quasi deserti. Cosa sta succedendo?\r\nPer le strade del saluzzese qualche bracciante africano in bicicletta comincia a vedersi ma sono poche unità, probabilmente già in zona da tempo se non residenti. I giardini di villa Aliberti sono frequentati quasi esclusivamente da bambini e saluzzesi che portano a spasso i cani, là dove gli anni scorsi in questo periodo i braccianti accampati erano una presenza vistosa. Comunque per precauzione la polizia municipale vigila quotidianamente.\r\nTramontato il PAS (effimero Progetto Accoglienza Stagionali) al Foro Boario, ufficialmente per il Covid, erano proprio i giardini il luogo di approdo dei braccianti senza casa: sgomberati a inizio luglio dopo la vibrante protesta di qualche giorno prima nel 2020, ignorati nel 2021, salvo quando hanno provato ad alzare la voce per chiedere una sistemazione.\r\nLe truppe professionali e volontarie messe in campo dai soggetti istituzionali per la cosiddetta accoglienza sono ancora in stand-by causa scarse presenze. Per rendersene conto basta passare davanti allo sportello del progetto FAMI Buona Terra presso la casa del cimitero o in Corso Piemonte, sede della Caritas.\r\nEppure a giudicare dagli appelli di Coldiretti sui giornali, il lavoro non manca…\r\nAbbiamo provato a capirne di più con Lele Odiardo, un compagno attivo nella solidarietà ai braccianti in lotta\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/2022-07-05-lele-saluzzo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nDi seguito il testo scritto da Lele:\r\n\r\n“Eppure a giudicare dagli appelli di Coldiretti sui giornali, il lavoro non manca e la colpa della mancanza di manodopera in questo primo scorcio di stagione è dei flussi che non funzionano: niente affatto una novità visto che se ne parla da sempre ma ben pochi ne hanno fatto uso nel corso degli anni a causa di un sistema rigido e troppo vincolante per i datori di lavoro. Cifre esatte non ce ne sono mai state ma si può ben dire che è sempre stato più conveniente il reclutamento di manodopera “porta a porta”, già presente sul territorio.\r\n“La frutta non aspetta i tempi biblici della burocrazia e in attesa che il Viminale riattivi la piattaforma informatica, mirtilli, pesche e susine, maturano, cadono e marciscono. Così un’annata agricola buona rischia di finire al macero”.\r\nCon queste parole piene di amarezza, Fabiano Porcu - direttore Coldiretti Cuneo - racconta non solo il danno ma anche la beffa che ha travolto gli imprenditori agricoli di tutta Italia e che il Cuneese, per primo, ha segnalato ai vertici della politica per poter trovare una soluzione che sia adeguata e celere…\r\n…In questo momento il settore che patisce maggiormente è quello dei piccoli frutti, giunti ormai a \u003Cmark>maturazione\u003C/mark>. Le aziende “si scambiano” i pochi lavoratori disponibili ma la frutta non ritarda la \u003Cmark>maturazione\u003C/mark> in attesa che la piattaforma informatica torni ad essere operativa.” (TargatoCN, 10/06/22)\r\nGià l’anno scorso si lamentava la scarsità di manodopera e si faceva “appello agli italiani”: studenti, giovani disoccupati, percettori di reddito di cittadinanza, pensionati, etc… Non si sa come sia andata a finire per quella strana opacità che copre da sempre le cifre relative a chi lavora nell’agroindustria locale: non si sa in quanti hanno lavorato, per quante giornate lavorative, quanto hanno effettivamente percepito all’ora, quanti siano stati ospitati in azienda e via computando.\r\n“Sono indispensabili al più presto misure che riducano il costo del lavoro stagionale e semplifichino radicalmente le procedure di assunzione per garantire flessibilità e tempestività di un lavor legato all’andamento climatico sempre più bizzarro.” dice un comunicato di Coldiretti. Riduzione del costo del lavoro stagionale, “semplificazione radicale” delle procedure di assunzione, flessibilità, le ricette dei padroni sono sempre le stesse.\r\n\r\nMa che succede dunque a Saluzzo, i braccianti non fanno più notizia dopo tanti anni di interminabile emergenza?\r\nUn lavoratore residente a Revello ci dice che “i padroni hanno bisogno e adesso danno un posto per dormire. Quest’anno pagano anche un po’ meglio” ma aggiunge: “Chi non ha i documenti a posto e non è sicuro di lavorare resta al sud, a Foggia, perché là non controllano”.\r\nB. ha iniziato a lavorare già a maggio per i diradamenti nei frutteti e il suo padrone lo ospita come già faceva gli anni scorsi. D. L’autunno scorso ha trovato casa con alcuni connazionali e anche lui lavora già, anche se “non tutti i i giorni”. J. invece è ospite da amici e sta cercando lavoro.\r\nMamadou fa una osservazione interessante: “io so di tanti che sono andati a lavorare in altri posti, dove guadagnano di più. Il lavoro in campagna è duro, adesso le agenzie interinali chiamano più di prima: uno preferisce un contratto di 3 mesi in una fabbrica che raccogliere la frutta.”\r\nUn senegalese, pendolare tra i campi del nord e del sud da tanti anni, in primavera ha trovato lavoro in una fabbrica locale con un contratto da apprendista per 6 mesi: “Appena ho avuto l’occasione me ne sono andato. In campagna è dura e ci vai solo se non trovi altro, anche altri due miei amici non sono più venuti a Saluzzo quest’anno: lavorano dove si guadagna un po’ di più e la vita costa meno che qui.”\r\nIntanto questa mattina (15 giugno) un pick-up davanti ai giardini caricava una bicicletta e una valigia nel bagagliaio e un bracciante con dei fogli in mano saliva a bordo.\r\nDopo i due anni del PAS (2018/2019) e i due del Covid-19 (2020/2021), l’impressione è che qualcosa stia cambiando (non necessariamente in meglio) e un ciclo durato più di 10 anni si sia esaurito.\r\nSicuramente il lavoro di “disciplinamento” svolto dalle istituzioni in questi anni qualche risultato lo sta portando a casa: controllo capillare sul territorio da parte delle forze dell’ordine, sportelli dove i braccianti africani si devono registrare (e quindi dichiarare la loro presenza a Saluzzo), accoglienze diffuse (con finanziamenti pubblici) che hanno aperto in anticipo, sostegno economico (pubblico) e deregolamentazione delle accoglienze in azienda.\r\nRistrutturazione e “ammodernamento” del settore agroindustriale con la differenziazione delle colture (piccoli frutti ad inizio estate, meno pesche e kiwi, mele tardive fino a novembre, varietà super produttive) e potenziamento del settore commerciale e della trasformazione per far fronte alla concorrenza del mercato globalizzato, innovazione tecnologica. Qualcuno la frutta la deve pur raccogliere ma quella della manodopera è una voce sempre più marginale dei costi d’impresa (basta pensare ai costi degli impianti, per i fertilizzanti e i trattamenti chimici, stoccaggio e conservazione, la ricerca, etc…). E anche l’unica voce su cui gli imprenditori possono speculare attraverso il lavoro nero e le irregolarità ben note.\r\nLa basse presenze di questo primo scorcio di stagione sono anche dovute al fatto che la raccolta dei piccoli frutti dura relativamente poco ed è coperta in prevalenza da manodopera già presente sul territorio, poi c’è una paura perché di pesche ce ne sono sempre meno, e ad agosto cominceranno le mele e (con i kiwi9 si andrà avanti fino a fine novembre.\r\nSul versante lavoro, la recente sentenza al “Processo Momo” dovrebbe aver lasciato il segno e portato a galla definitivamente un sistema di irregolarità e sfruttamento diffuso, non certo limitato all’azienda condannata. Molto resta da fare per la conquista dei diritti dei lavoratori agricoli sui quali si sperimentano le condizioni di lavoro peggiori in termini di salario, orario, sicurezza, tutele, etc…certo le accoglienze diffuse e l’assistenzialismo contribuiscono a dividere i braccianti rendendo più complicata la loro auto-organizzazione, necessaria anche dal punto di vista delle rivendicazioni sindacali collettive.”",[120],{"field":84,"matched_tokens":121,"snippet":117,"value":118},[79],{"best_field_score":88,"best_field_weight":89,"fields_matched":11,"num_tokens_dropped":43,"score":90,"tokens_matched":11,"typo_prefix_score":35},{"document":124,"highlight":145,"highlights":150,"text_match":86,"text_match_info":153},{"cat_link":125,"category":126,"comment_count":43,"id":127,"is_sticky":43,"permalink":128,"post_author":46,"post_content":129,"post_date":130,"post_excerpt":49,"post_id":127,"post_modified":131,"post_thumbnail":132,"post_thumbnail_html":133,"post_title":134,"post_type":54,"sort_by_date":135,"tag_links":136,"tags":141},[40],[42],"38951","http://radioblackout.org/2016/11/femminismi-la-scommessa-di-una-piazza-plurale-per-il-26n/","Il 26 novembre si svolgerà a Roma una manifestazione nazionale contro la violenza maschile sulle donne, il giorno successivo si terrà un'assemblea con nove tavole tematiche, che dovrebbero raccogliere oltre mille persone.\r\n\r\nLa manifestazione di Roma sarà il punto di approdo di un percorso che è cresciuto nei vari territori, mostrando la maturazione di sensibilità femministe nuove, mobili, erranti, capaci di rifuggere vittimismi e tentazioni gerarchiche, che, intorno al tema della violenza maschile sulle donne, hanno intrecciato reti forti e messo in modo processi partecipativi trasversali alle identità e alle culture.\r\n\r\nLa riflessione e la pratica di oltrepassamento delle gabbie di genere pone sul terreno una scommessa forte, che da ipotesi sperimentale di poche, è divenuta patrimonio condiviso.\r\n\r\nIl corteo romano sarà aperto dalle donne, ma attraversato da tutt*.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Bia delle Rete “Non una di meno” di Torino\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2016-11-22-bia-corteofem","23 Novembre 2016","2016-11-28 11:45:12","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/guerriglierafem-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"296\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/guerriglierafem-296x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/guerriglierafem-296x300.jpg 296w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/guerriglierafem.jpg 403w\" sizes=\"auto, (max-width: 296px) 100vw, 296px\" />","Femminismi. La scommessa di una piazza plurale per il 26N",1479928971,[137,138,139,140],"http://radioblackout.org/tag/26-novembre-roma-corteo-contro-la-violenza-maschile-sulle-donne/","http://radioblackout.org/tag/femminismi/","http://radioblackout.org/tag/non-una-di-meno/","http://radioblackout.org/tag/roma/",[30,142,143,144],"femminismi","non una di meno","Roma",{"post_content":146},{"matched_tokens":147,"snippet":148,"value":149},[79],"nei vari territori, mostrando la \u003Cmark>maturazione\u003C/mark> di sensibilità femministe nuove, mobili,","Il 26 novembre si svolgerà a Roma una manifestazione nazionale contro la violenza maschile sulle donne, il giorno successivo si terrà un'assemblea con nove tavole tematiche, che dovrebbero raccogliere oltre mille persone.\r\n\r\nLa manifestazione di Roma sarà il punto di approdo di un percorso che è cresciuto nei vari territori, mostrando la \u003Cmark>maturazione\u003C/mark> di sensibilità femministe nuove, mobili, erranti, capaci di rifuggere vittimismi e tentazioni gerarchiche, che, intorno al tema della violenza maschile sulle donne, hanno intrecciato reti forti e messo in modo processi partecipativi trasversali alle identità e alle culture.\r\n\r\nLa riflessione e la pratica di oltrepassamento delle gabbie di genere pone sul terreno una scommessa forte, che da ipotesi sperimentale di poche, è divenuta patrimonio condiviso.\r\n\r\nIl corteo romano sarà aperto dalle donne, ma attraversato da tutt*.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Bia delle Rete “Non una di meno” di Torino\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2016-11-22-bia-corteofem",[151],{"field":84,"matched_tokens":152,"snippet":148,"value":149},[79],{"best_field_score":88,"best_field_weight":89,"fields_matched":11,"num_tokens_dropped":43,"score":90,"tokens_matched":11,"typo_prefix_score":35},{"document":155,"highlight":174,"highlights":179,"text_match":86,"text_match_info":182},{"cat_link":156,"category":157,"comment_count":43,"id":158,"is_sticky":43,"permalink":159,"post_author":46,"post_content":160,"post_date":161,"post_excerpt":49,"post_id":158,"post_modified":162,"post_thumbnail":163,"post_thumbnail_html":164,"post_title":165,"post_type":54,"sort_by_date":166,"tag_links":167,"tags":172},[40],[42],"13186","http://radioblackout.org/2013/02/tunisia-una-lunga-primavera/","Dopo l'assassinio di Belaid sono venuti a maturazione processi che si erano già manifestati nell'immediata fase post rivoluzionaria. Da una parte le forze laiche della sinistra storica tunisina, i sindacati, le associazioni e soprattutto le masse di giovani disoccupati, più o meno istruiti, che vogliono andare fino in fondo e portare a termine i compiti che la rivoluzione si è data, ben conscia che il regime di Ben Alì non moriva con la sua destituzione ma che andava attaccato in tutti i suoi elementi fondanti, costituzionali e no. Dall'altra parte il composito universo islamista che si raccoglie all'interno di Ennadha. Che per semplicità consideriamo diviso in due aree: una parte più liberal, più attenta al business e più disposta ad annacquare la sua matrice religiosa, convinta che oggi in Tunisia debba ripartire innanzitutto l'economia, anche attraverso un governo tecnico. Un'altra parte più intransigente, wahabita diremmo, che aspetta il momento per portare una \"guerra lampo\" all'interno delle istituzioni e impossessarsene per imprimere una definitiva svolta confessionale alla Tunisia. In tutto questo la piazza torna continuamente a rimettere in discussione i giochi, ricordando al potere, qualunque sembianze assuma, che per troppo tempo ha fatto da spettatrice e ora vuole essere protagonista.\r\n\r\nAscolta l'approfondimento con Fulvio Massarelli, curatore del libro \"La collera della Casbah\" FULVIO_TUNISIA","12 Febbraio 2013","2013-02-16 09:45:51","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/02/TUNISIA-07-02-13-BELAID-WIDOW-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"225\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/02/TUNISIA-07-02-13-BELAID-WIDOW-225x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/02/TUNISIA-07-02-13-BELAID-WIDOW-225x300.jpg 225w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/02/TUNISIA-07-02-13-BELAID-WIDOW.jpg 480w\" sizes=\"auto, (max-width: 225px) 100vw, 225px\" />","Tunisia: una lunga primavera",1360681828,[168,169,170,171],"http://radioblackout.org/tag/insorgenze/","http://radioblackout.org/tag/primavere-arabe/","http://radioblackout.org/tag/rivoluzioni/","http://radioblackout.org/tag/tunisia/",[16,22,18,173],"tunisia",{"post_content":175},{"matched_tokens":176,"snippet":177,"value":178},[79],"di Belaid sono venuti a \u003Cmark>maturazione\u003C/mark> processi che si erano già","Dopo l'assassinio di Belaid sono venuti a \u003Cmark>maturazione\u003C/mark> processi che si erano già manifestati nell'immediata fase post rivoluzionaria. Da una parte le forze laiche della sinistra storica tunisina, i sindacati, le associazioni e soprattutto le masse di giovani disoccupati, più o meno istruiti, che vogliono andare fino in fondo e portare a termine i compiti che la rivoluzione si è data, ben conscia che il regime di Ben Alì non moriva con la sua destituzione ma che andava attaccato in tutti i suoi elementi fondanti, costituzionali e no. Dall'altra parte il composito universo islamista che si raccoglie all'interno di Ennadha. Che per semplicità consideriamo diviso in due aree: una parte più liberal, più attenta al business e più disposta ad annacquare la sua matrice religiosa, convinta che oggi in Tunisia debba ripartire innanzitutto l'economia, anche attraverso un governo tecnico. Un'altra parte più intransigente, wahabita diremmo, che aspetta il momento per portare una \"guerra lampo\" all'interno delle istituzioni e impossessarsene per imprimere una definitiva svolta confessionale alla Tunisia. In tutto questo la piazza torna continuamente a rimettere in discussione i giochi, ricordando al potere, qualunque sembianze assuma, che per troppo tempo ha fatto da spettatrice e ora vuole essere protagonista.\r\n\r\nAscolta l'approfondimento con Fulvio Massarelli, curatore del libro \"La collera della Casbah\" FULVIO_TUNISIA",[180],{"field":84,"matched_tokens":181,"snippet":177,"value":178},[79],{"best_field_score":88,"best_field_weight":89,"fields_matched":11,"num_tokens_dropped":43,"score":90,"tokens_matched":11,"typo_prefix_score":35},6681,{"collection_name":54,"first_q":185,"per_page":186,"q":185},"masturbazione",6,19,{"facet_counts":189,"found":35,"hits":224,"out_of":376,"page":11,"request_params":377,"search_cutoff":32,"search_time_ms":201},[190,202],{"counts":191,"field_name":199,"sampled":32,"stats":200},[192,195,197],{"count":193,"highlighted":194,"value":194},2,"malormone",{"count":11,"highlighted":196,"value":196},"arsider",{"count":11,"highlighted":198,"value":198},"il colpo del strega","podcastfilter",{"total_values":201},3,{"counts":203,"field_name":31,"sampled":32,"stats":222},[204,205,207,208,210,212,214,216,218,220],{"count":193,"highlighted":185,"value":185},{"count":11,"highlighted":206,"value":206},"sex toys",{"count":11,"highlighted":194,"value":194},{"count":11,"highlighted":209,"value":209},"sesso anale",{"count":11,"highlighted":211,"value":211},"sesso sicuro",{"count":11,"highlighted":213,"value":213},"falegnameria",{"count":11,"highlighted":215,"value":215},"anatomia anale",{"count":11,"highlighted":217,"value":217},"salute sessuale",{"count":11,"highlighted":219,"value":219},"tristan taormino",{"count":11,"highlighted":221,"value":221},"valentine aka fluida wolf",{"total_values":223},16,[225,278,314,340],{"document":226,"highlight":246,"highlights":263,"text_match":273,"text_match_info":274},{"comment_count":43,"id":227,"is_sticky":43,"permalink":228,"podcastfilter":229,"post_author":194,"post_content":230,"post_date":231,"post_excerpt":49,"post_id":227,"post_modified":232,"post_thumbnail":233,"post_title":234,"post_type":235,"sort_by_date":236,"tag_links":237,"tags":242},"30316","http://radioblackout.org/podcast/il-podcast-di-malormone-del-1-giugno/",[194],"Forse i bagni dell'Università non sono il luogo più comodo per masturbarsi ma...\r\n\r\nQuello che andremo a dimostrare è che masturbarsi insieme, nei luoghi che ci paiono più consoni, parlarne, guardarsi e scoprirsi è tutto buono e giusto.\r\n\r\nE non solo a Maggio, mese della Masturbazione!\r\n\r\nChi ci ascolta con orecchie più educate penserà: \"Ma certo, è scontato...!\". Beh... Non proprio per tutti!\r\n\r\n(A partire dall'Università di St. Andrews)\r\n\r\nBuon ascolto!\r\n\r\n2015.06.01-1\r\n\r\n2015.06.01-2\r\n\r\n2015.06.01-3","5 Giugno 2015","2018-10-24 17:30:06","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/06/79Tup-200x110.jpg","Il Podcast di Malormone del 1 Giugno","podcast",1433545587,[238,239,240,241],"http://radioblackout.org/tag/maggio-mese-della-masturbazione/","http://radioblackout.org/tag/masturbazione/","http://radioblackout.org/tag/st-andrews/","http://radioblackout.org/tag/vizio-non-solitario/",[243,185,244,245],"maggio mese della masturbazione","st. Andrews","vizio non solitario",{"post_content":247,"tags":252},{"matched_tokens":248,"snippet":250,"value":251},[249],"Masturbazione","solo a Maggio, mese della \u003Cmark>Masturbazione\u003C/mark>!\r\n\r\nChi ci ascolta con orecchie","Forse i bagni dell'Università non sono il luogo più comodo per masturbarsi ma...\r\n\r\nQuello che andremo a dimostrare è che masturbarsi insieme, nei luoghi che ci paiono più consoni, parlarne, guardarsi e scoprirsi è tutto buono e giusto.\r\n\r\nE non solo a Maggio, mese della \u003Cmark>Masturbazione\u003C/mark>!\r\n\r\nChi ci ascolta con orecchie più educate penserà: \"Ma certo, è scontato...!\". Beh... Non proprio per tutti!\r\n\r\n(A partire dall'Università di St. Andrews)\r\n\r\nBuon ascolto!\r\n\r\n2015.06.01-1\r\n\r\n2015.06.01-2\r\n\r\n2015.06.01-3",[253,256,259,261],{"matched_tokens":254,"snippet":255,"value":255},[185],"maggio mese della \u003Cmark>masturbazione\u003C/mark>",{"matched_tokens":257,"snippet":258,"value":258},[185],"\u003Cmark>masturbazione\u003C/mark>",{"matched_tokens":260,"snippet":244,"value":244},[],{"matched_tokens":262,"snippet":245,"value":245},[],[264,271],{"field":31,"indices":265,"matched_tokens":266,"snippets":269,"values":270},[11,43],[267,268],[185],[185],[258,255],[258,255],{"field":84,"matched_tokens":272,"snippet":250,"value":251},[249],578730123365712000,{"best_field_score":275,"best_field_weight":276,"fields_matched":193,"num_tokens_dropped":43,"score":277,"tokens_matched":11,"typo_prefix_score":43},"1108091339008",13,"578730123365711978",{"document":279,"highlight":293,"highlights":304,"text_match":273,"text_match_info":313},{"comment_count":43,"id":280,"is_sticky":43,"permalink":281,"podcastfilter":282,"post_author":194,"post_content":283,"post_date":284,"post_excerpt":49,"post_id":280,"post_modified":285,"post_thumbnail":286,"post_title":287,"post_type":235,"sort_by_date":288,"tag_links":289,"tags":292},"25695","http://radioblackout.org/podcast/i-podcast-di-malormone-20-ottobre/",[194]," \r\n\r\n2010prima\r\n\r\n2010seconda\r\n\r\n \r\n\r\nPuntata sulla masturbazione\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","22 Ottobre 2014","2018-10-24 17:31:15","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/10/schiuma-200x110.jpg","I Podcast di Malormone 20 ottobre",1414013487,[290,291,239],"http://radioblackout.org/tag/falegnameria/","http://radioblackout.org/tag/malormone/",[213,194,185],{"post_content":294,"tags":297},{"matched_tokens":295,"snippet":296,"value":296},[185]," \r\n\r\n2010prima\r\n\r\n2010seconda\r\n\r\n \r\n\r\nPuntata sulla \u003Cmark>masturbazione\u003C/mark>\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ",[298,300,302],{"matched_tokens":299,"snippet":213,"value":213},[],{"matched_tokens":301,"snippet":194,"value":194},[],{"matched_tokens":303,"snippet":258,"value":258},[185],[305,311],{"field":31,"indices":306,"matched_tokens":307,"snippets":309,"values":310},[193],[308],[185],[258],[258],{"field":84,"matched_tokens":312,"snippet":296,"value":296},[185],{"best_field_score":275,"best_field_weight":276,"fields_matched":193,"num_tokens_dropped":43,"score":277,"tokens_matched":11,"typo_prefix_score":43},{"document":315,"highlight":328,"highlights":333,"text_match":336,"text_match_info":337},{"comment_count":43,"id":316,"is_sticky":43,"permalink":317,"podcastfilter":318,"post_author":319,"post_content":320,"post_date":321,"post_excerpt":49,"post_id":316,"post_modified":322,"post_thumbnail":323,"post_title":324,"post_type":235,"sort_by_date":325,"tag_links":326,"tags":327},"60917","http://radioblackout.org/podcast/23-04-2020-radio-ministero-premium/",[196],"outsidermusic","Con l'accusa di riciclaggio indebito di podcast passati, offesa del decoro e della pubblica decenza, continua l'arbitraria interruzione dell'emittenza radiofonica denominata Arsaider Nait.\r\nBenvenuto nell'area. riservata PREMIUM, di RADIO MINISTERO.\r\nSeleziona ora la modalità di godimento acustico.\r\npremi 1 per.\r\nMassaggio auricolare delicato.\r\npremi 2 per.\r\ntitillamento dell'ipofisi tramite onde binaurali inverse.\r\npremi 3 per.\r\nmasturbazione micro orgasmatica auricolare.\r\npremi 4 per.\r\nterapia d'urto con bombardamento sonoro ad alta pressione.\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/Arsider-2020_04_23-Radio-Ministero-Premium.mp3\"][/audio]","27 Maggio 2020","2020-05-27 14:51:36","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/premium-200x110.png","23/04/2020 | Radio Ministero Premium",1590589445,[],[],{"post_content":329},{"matched_tokens":330,"snippet":331,"value":332},[185],"binaurali inverse.\r\npremi 3 per.\r\n\u003Cmark>masturbazione\u003C/mark> micro orgasmatica auricolare.\r\npremi 4","Con l'accusa di riciclaggio indebito di podcast passati, offesa del decoro e della pubblica decenza, continua l'arbitraria interruzione dell'emittenza radiofonica denominata Arsaider Nait.\r\nBenvenuto nell'area. riservata PREMIUM, di RADIO MINISTERO.\r\nSeleziona ora la modalità di godimento acustico.\r\npremi 1 per.\r\nMassaggio auricolare delicato.\r\npremi 2 per.\r\ntitillamento dell'ipofisi tramite onde binaurali inverse.\r\npremi 3 per.\r\n\u003Cmark>masturbazione\u003C/mark> micro orgasmatica auricolare.\r\npremi 4 per.\r\nterapia d'urto con bombardamento sonoro ad alta pressione.\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/Arsider-2020_04_23-Radio-Ministero-Premium.mp3\"][/audio]",[334],{"field":84,"matched_tokens":335,"snippet":331,"value":332},[185],578730123365187700,{"best_field_score":338,"best_field_weight":89,"fields_matched":11,"num_tokens_dropped":43,"score":339,"tokens_matched":11,"typo_prefix_score":43},"1108091338752","578730123365187697",{"document":341,"highlight":367,"highlights":372,"text_match":336,"text_match_info":375},{"comment_count":43,"id":342,"is_sticky":43,"permalink":343,"podcastfilter":344,"post_author":345,"post_content":346,"post_date":347,"post_excerpt":49,"post_id":342,"post_modified":348,"post_thumbnail":349,"post_title":350,"post_type":235,"sort_by_date":351,"tag_links":352,"tags":363},"43732","http://radioblackout.org/podcast/i-podcast-de-il-colpo-della-strega-guida-al-piacere-anale-per-lei-di-tristan-taormino-16ott2017/",[198],"dj","Una lunga chiaccherata con Valentine Aka Fluida Wolf, traduttrice militante, curatrice della prefazione e della traduzione del testo. Attraverso un approccio sex positive e non giudicante, questo libro libera il sesso anale dall'immaginario in cui è stato costretto da sempre. Una guida precisa su tanti aspetti che riguardano il piacere, la salute, il gioco e l'autodeterminazione. Dai tabù e i miti sul sesso anale alla masturbazione, dall'anatomia ai sex toys, passando per la preparazione al piacere e i consigli per un sesso sicuro alle Mst e i racconti dei vissuti di chi si è avvicinata/o a questa pratica ancora tanto stigmatizzata e poco esplorata.\r\n\r\n\"Il culo ci parla\"...buon ascolto e buon godimento a tutte e tutti!\r\n\r\n \r\n\r\nPer riascoltare la puntata:\r\n\r\nil colpo della strega_16ott017_primaparte\r\n\r\nil colpo della strega_16ott017_secondaparte","18 Ottobre 2017","2018-11-01 17:29:22","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/tristan-1-200x110.jpg","I podcast de Il colpo della strega: Guida al piacere anale per lei di Tristan Taormino (16ott2017)",1508352311,[353,354,355,356,357,358,359,360,361,362],"http://radioblackout.org/tag/anatomia-anale/","http://radioblackout.org/tag/autodeterminazione/","http://radioblackout.org/tag/mst/","http://radioblackout.org/tag/salute-sessuale/","http://radioblackout.org/tag/sesso-anale/","http://radioblackout.org/tag/sesso-sicuro/","http://radioblackout.org/tag/sex-positive/","http://radioblackout.org/tag/sex-toys/","http://radioblackout.org/tag/tristan-taormino/","http://radioblackout.org/tag/valentine-aka-fluida-wolf/",[215,364,365,217,209,211,366,206,219,221],"autodeterminazione","mst","sex positive",{"post_content":368},{"matched_tokens":369,"snippet":370,"value":371},[185],"miti sul sesso anale alla \u003Cmark>masturbazione\u003C/mark>, dall'anatomia ai sex toys, passando","Una lunga chiaccherata con Valentine Aka Fluida Wolf, traduttrice militante, curatrice della prefazione e della traduzione del testo. Attraverso un approccio sex positive e non giudicante, questo libro libera il sesso anale dall'immaginario in cui è stato costretto da sempre. Una guida precisa su tanti aspetti che riguardano il piacere, la salute, il gioco e l'autodeterminazione. Dai tabù e i miti sul sesso anale alla \u003Cmark>masturbazione\u003C/mark>, dall'anatomia ai sex toys, passando per la preparazione al piacere e i consigli per un sesso sicuro alle Mst e i racconti dei vissuti di chi si è avvicinata/o a questa pratica ancora tanto stigmatizzata e poco esplorata.\r\n\r\n\"Il culo ci parla\"...buon ascolto e buon godimento a tutte e tutti!\r\n\r\n \r\n\r\nPer riascoltare la puntata:\r\n\r\nil colpo della strega_16ott017_primaparte\r\n\r\nil colpo della strega_16ott017_secondaparte",[373],{"field":84,"matched_tokens":374,"snippet":370,"value":371},[185],{"best_field_score":338,"best_field_weight":89,"fields_matched":11,"num_tokens_dropped":43,"score":339,"tokens_matched":11,"typo_prefix_score":43},6680,{"collection_name":235,"first_q":185,"per_page":186,"q":185},{"title":379,"slug":380,"exerpt":381,"link":382,"featured_media":383,"slot":384},"MUSICK TO PLAY IN THE DARK","musick-to-play-in-the-dark"," Musick To Play In The Dark è la trasmissione condotta da Maurizio a.k.a. Gerstein, Noisebrigade, Dr. Cancer, etc. che va in onda su Radio Blackout 105.250 il martedì dalle 23 fino a mezzanotte. Per un’ora verrete condotti attraverso un percorso trasversale fatto da sonorità che non si fermano ad un genere: si può passare […]","https://radioblackout.org/shows/musick-to-play-in-the-dark/","https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/08/MusickToPlayInTheDark.jpg",{"day":385,"start":386,"end":387},"martedi","23:00","00:00",["Reactive",389],{},["Set"],["ShallowReactive",392],{"$f_gHogzgsXwyL7KBO1jhzKvSrPuXuDt76udnDdqtTLrs":-1,"$fCLj4A2Bvhyp4c2RBxsBm7DsuHKfauUA6ECD2WLbjSk8":-1},true,"/search?query=masturbazione"]