","Una prima vittoria dei lavoratori dei mercati generali di Torino","post",1404396090,[63,64,65,66,67],"http://radioblackout.org/tag/logistica/","http://radioblackout.org/tag/mercati-generali/","http://radioblackout.org/tag/migranti-lavoro/","http://radioblackout.org/tag/scioperi/","http://radioblackout.org/tag/si-cobas/",[69,70,71,72,73],"logistica","mercati generali","migranti lavoro","scioperi","si cobas",{"post_content":75,"tags":79},{"matched_tokens":76,"snippet":77,"value":78},[15],"senza nessun ostacolo soprattutto lavoratori \u003Cmark>migranti\u003C/mark>. Lo scorso 23 maggio grazie","Abbiamo parlato questa mattina con Franco dei Si Cobas della lotta dei lavoratori del CAAT di Grugliasco. Molti lavoratori dei mercati generali torinesi lavorano per cooperative che per decenni hanno sfruttato senza nessun ostacolo soprattutto lavoratori \u003Cmark>migranti\u003C/mark>. Lo scorso 23 maggio grazie all'impegno costante del sindacato e dei lavoratori che si sono organizzati, c'è stato un grande sciopero che finalmente ha mandato in pezzi il sistema delle grandi cooperative all'interno del Caat. Già nei giorni immediatamente successivi allo sciopero i lavoratori avevano ottenuto diversi risultati. Ma da ieri - dopo un mese di duro confronto con le cooperative interne al CAAT ed in particolare sotto la pressione di un nuovo sciopero - le più grandi cooperative e aziende, hanno sottoscritto l'impegno ad applicare il contratto nazionale della logistica. E' un importante passo avanti per le condizioni di vita dei lavoratori che, dopo aver conquistato rispetto e dignità, portano a casa significativi miglioramenti economici e normativi.\r\n\r\nGli stessi lavoratori del CAAT sono coscienti che queste importanti conquiste sono un' importantissima esperienza di lotta per tutti quei lavoratori che oggi subiscono il ricatto e hanno difficoltà ad alzare la testa di fronte allo sfruttamento dei padroni. Sabato 5 luglio dalle ore 16,30 ci sarà un'assemblea aperta a tutt* e una conferenza stampa in Via Garibaldi angolo Piazza Castello proprio per raccontare l'esperienza dei lavoratori del CAAT e per coinvolgere sempre più lavoratori e lavoratrici nella lotta contro ogni forma di sfruttamento.\r\n\r\nAscolta il contributo di Franco\r\n\r\nfranco si cobas\r\n\r\n ",[80,82,84,88,90],{"matched_tokens":81,"snippet":69},[],{"matched_tokens":83,"snippet":70},[],{"matched_tokens":85,"snippet":87},[15,86],"lavoro","\u003Cmark>migranti\u003C/mark> \u003Cmark>lavoro\u003C/mark>",{"matched_tokens":89,"snippet":72},[],{"matched_tokens":91,"snippet":73},[],[93,99],{"field":38,"indices":94,"matched_tokens":96,"snippets":98},[95],2,[97],[15,86],[87],{"field":100,"matched_tokens":101,"snippet":77,"value":78},"post_content",[15],1157451471441625000,{"best_field_score":104,"best_field_weight":105,"fields_matched":95,"num_tokens_dropped":50,"score":106,"tokens_matched":95,"typo_prefix_score":50},"2211897868544",13,"1157451471441625194",{"document":108,"highlight":135,"highlights":159,"text_match":102,"text_match_info":171},{"cat_link":109,"category":110,"comment_count":50,"id":111,"is_sticky":50,"permalink":112,"post_author":28,"post_content":113,"post_date":114,"post_excerpt":55,"post_id":111,"post_modified":115,"post_thumbnail":116,"post_thumbnail_html":117,"post_title":118,"post_type":60,"sort_by_date":119,"tag_links":120,"tags":128},[47],[49],"18556","http://radioblackout.org/2013/10/il-padrone-o-ti-sfrutta-o-ti-sfratta/","Un'altra storia di lavoro stagionale, sfruttamento e migrazione tutta piemontese. Abbiamo parlato questa mattina con Lahcen, lavoratore di origine marocchina, che dal 2006 vive e lavora a Castelnuovo Scrivia, in provincia di Alessandria. Lahcen insieme ad altri 40 lavoratori e lavoratrici è in lotta dalla primavera del 2012, da quando l'azienda Lazzaro ha smesso di pagare gli stipendi e, in seguito a scioperi e proteste, ha licenziato tutti coloro che avevano un contratto. Naturalmente nell'azienda - oltre a far lavorare le persone fino a 16 ore al giorno, senza rispettare riposi e giorni festivi con pochissimo tempo per le pause - erano presenti anche lavoratori in nero e i controlli da parte delle autorità venivano comunicati in tempo, in modo da mandare via o far nascondere nei campi i lavoratori non regolari. Ad oggi, degli ex lavoratori Lazzaro, lavorano circa 20 su 40 ( alcuni nella logistica, altri nei campi e diverse donne come badanti). Ma oltre alla causa in corso per il lavoro, alcuni degli ex-dipendenti della Lazzaro senza stipendio da inizio 2012 e senza un'altra occupazione, hanno ricevuto anche le prime notifiche di sfratto. Il padrone quindi, oltre a sfruttare, inizia anche a sfrattare: venerdì 27 settembre il gruppo di ex lavoratori ha risposto con determinazione e, insieme ad altre persone solidali, c'è stato il primo picchetto antisfratto anche a Castelnuovo Scrivia, ottenendo un rinvio per novembre. Sicuramente nelle prossime settimane, altre iniziative daranno supporto ai lavoratori e lavoratrici ora in lotta anche per il diritto all'abitare.\r\n\r\nAscolta l'intervista a Lahcen\r\n\r\nlahcen\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nIl 30 settembre 2013 è iniziato il processo contro l'azienda Lazzaro affinché coloro che hanno lavorato vengano finalmente pagati, ma non solo, dichiara di cercare lavoratori e lavoratrici \"non marocchini\", dato che","7 Ottobre 2013","2013-10-12 14:35:28","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/10/castelnuovo-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"225\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/10/castelnuovo.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/10/castelnuovo.jpg 225w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/10/castelnuovo-150x150.jpg 150w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/10/castelnuovo-170x170.jpg 170w\" sizes=\"auto, (max-width: 225px) 100vw, 225px\" />","Il padrone o ti sfrutta o ti sfratta",1381150459,[121,122,123,65,124,125,126,127],"http://radioblackout.org/tag/braccianti/","http://radioblackout.org/tag/lavoro-stagionale/","http://radioblackout.org/tag/migranti-castelnuovo-scrivia/","http://radioblackout.org/tag/picchetti-antisfratto/","http://radioblackout.org/tag/razzismo/","http://radioblackout.org/tag/sfratti/","http://radioblackout.org/tag/sfruttamento/",[21,129,130,71,131,132,133,134],"lavoro stagionale","migranti Castelnuovo Scrivia","picchetti antisfratto","razzismo","sfratti","sfruttamento",{"post_content":136,"tags":140},{"matched_tokens":137,"snippet":138,"value":139},[86],"Un'altra storia di \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> stagionale, sfruttamento e migrazione tutta","Un'altra storia di \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> stagionale, sfruttamento e migrazione tutta piemontese. Abbiamo parlato questa mattina con Lahcen, lavoratore di origine marocchina, che dal 2006 vive e lavora a Castelnuovo Scrivia, in provincia di Alessandria. Lahcen insieme ad altri 40 lavoratori e lavoratrici è in lotta dalla primavera del 2012, da quando l'azienda Lazzaro ha smesso di pagare gli stipendi e, in seguito a scioperi e proteste, ha licenziato tutti coloro che avevano un contratto. Naturalmente nell'azienda - oltre a far lavorare le persone fino a 16 ore al giorno, senza rispettare riposi e giorni festivi con pochissimo tempo per le pause - erano presenti anche lavoratori in nero e i controlli da parte delle autorità venivano comunicati in tempo, in modo da mandare via o far nascondere nei campi i lavoratori non regolari. Ad oggi, degli ex lavoratori Lazzaro, lavorano circa 20 su 40 ( alcuni nella logistica, altri nei campi e diverse donne come badanti). Ma oltre alla causa in corso per il \u003Cmark>lavoro\u003C/mark>, alcuni degli ex-dipendenti della Lazzaro senza stipendio da inizio 2012 e senza un'altra occupazione, hanno ricevuto anche le prime notifiche di sfratto. Il padrone quindi, oltre a sfruttare, inizia anche a sfrattare: venerdì 27 settembre il gruppo di ex lavoratori ha risposto con determinazione e, insieme ad altre persone solidali, c'è stato il primo picchetto antisfratto anche a Castelnuovo Scrivia, ottenendo un rinvio per novembre. Sicuramente nelle prossime settimane, altre iniziative daranno supporto ai lavoratori e lavoratrici ora in lotta anche per il diritto all'abitare.\r\n\r\nAscolta l'intervista a Lahcen\r\n\r\nlahcen\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nIl 30 settembre 2013 è iniziato il processo contro l'azienda Lazzaro affinché coloro che hanno lavorato vengano finalmente pagati, ma non solo, dichiara di cercare lavoratori e lavoratrici \"non marocchini\", dato che",[141,143,146,149,151,153,155,157],{"matched_tokens":142,"snippet":21},[],{"matched_tokens":144,"snippet":145},[86],"\u003Cmark>lavoro\u003C/mark> stagionale",{"matched_tokens":147,"snippet":148},[15],"\u003Cmark>migranti\u003C/mark> Castelnuovo Scrivia",{"matched_tokens":150,"snippet":87},[15,86],{"matched_tokens":152,"snippet":131},[],{"matched_tokens":154,"snippet":132},[],{"matched_tokens":156,"snippet":133},[],{"matched_tokens":158,"snippet":134},[],[160,169],{"field":38,"indices":161,"matched_tokens":164,"snippets":168},[162,163,95],3,1,[165,166,167],[15,86],[86],[15],[87,145,148],{"field":100,"matched_tokens":170,"snippet":138,"value":139},[86],{"best_field_score":104,"best_field_weight":105,"fields_matched":95,"num_tokens_dropped":50,"score":106,"tokens_matched":95,"typo_prefix_score":50},{"document":173,"highlight":191,"highlights":208,"text_match":102,"text_match_info":217},{"cat_link":174,"category":175,"comment_count":50,"id":176,"is_sticky":50,"permalink":177,"post_author":28,"post_content":178,"post_date":179,"post_excerpt":55,"post_id":176,"post_modified":180,"post_thumbnail":181,"post_thumbnail_html":182,"post_title":183,"post_type":60,"sort_by_date":184,"tag_links":185,"tags":189},[47],[49],"17028","http://radioblackout.org/2013/06/cosa-non-succede-a-saluzzo/","Dopo lo sgombero dell'11 giugno dal Foro Boario di molti braccianti stagionali, arrivati per l'inizio della raccolta della frutta, voluto dal sindaco di Saluzzo con una ordinanza \"ad hoc\", la situazione è di fatto tornata identica al giorno dello sgombero ma senza teli e possibilità di ripararsi, dormire, preparare i pasti in modo minimamente decente. La differenza è invece il notevole aumento di persone arrivate in cerca di lavoro. Il numero di lavoratori giunti negli ultimi giorni per avere qualche ingaggio nella raccolta sono quasi raddoppiati e ora la situazione, definita dall'amministrazione locale di \"emergenza umanitaria\", attenderebbe una risposta dal governo centrale, dato che un comune così piccolo non può più far fronte ad un numero così \"alto\" di persone: queste e altre le ragioni portate dall'amministrazione comunale per giustificare il proprio operato. Molti di questi lavoratori sono rifugiati abbandonati a se stessi dopo la conclusione dell'emergenza Nord Africa ma più in generale sono 250 le persone che vivono senza accesso all'acqua, servizi igianici, teli, materassi e fornelli, portati via nel corso dello sgombero.\r\n\r\nAndrea del Comitato Antirazzista di Saluzzo ci racconta quanto è accaduto ai braccianti negli ultimi 4 anni rispetto ad un'accoglienza costantemente negata e ci aggiorna sulla situazione attuale:\r\n\r\nandrea.saluzzo","24 Giugno 2013","2013-06-29 01:05:46","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/06/saluzzbraccianti-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"259\" height=\"194\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/06/saluzzbraccianti.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","Cosa non succede a Saluzzo",1372075741,[121,186,65,187,188],"http://radioblackout.org/tag/migranti/","http://radioblackout.org/tag/saluzzo/","http://radioblackout.org/tag/sgombero/",[21,15,71,35,190],"sgombero",{"post_content":192,"tags":196},{"matched_tokens":193,"snippet":194,"value":195},[86],"persone arrivate in cerca di \u003Cmark>lavoro\u003C/mark>. Il numero di lavoratori giunti","Dopo lo sgombero dell'11 giugno dal Foro Boario di molti braccianti stagionali, arrivati per l'inizio della raccolta della frutta, voluto dal sindaco di Saluzzo con una ordinanza \"ad hoc\", la situazione è di fatto tornata identica al giorno dello sgombero ma senza teli e possibilità di ripararsi, dormire, preparare i pasti in modo minimamente decente. La differenza è invece il notevole aumento di persone arrivate in cerca di \u003Cmark>lavoro\u003C/mark>. Il numero di lavoratori giunti negli ultimi giorni per avere qualche ingaggio nella raccolta sono quasi raddoppiati e ora la situazione, definita dall'amministrazione locale di \"emergenza umanitaria\", attenderebbe una risposta dal governo centrale, dato che un comune così piccolo non può più far fronte ad un numero così \"alto\" di persone: queste e altre le ragioni portate dall'amministrazione comunale per giustificare il proprio operato. Molti di questi lavoratori sono rifugiati abbandonati a se stessi dopo la conclusione dell'emergenza Nord Africa ma più in generale sono 250 le persone che vivono senza accesso all'acqua, servizi igianici, teli, materassi e fornelli, portati via nel corso dello sgombero.\r\n\r\nAndrea del Comitato Antirazzista di Saluzzo ci racconta quanto è accaduto ai braccianti negli ultimi 4 anni rispetto ad un'accoglienza costantemente negata e ci aggiorna sulla situazione attuale:\r\n\r\nandrea.saluzzo",[197,199,202,204,206],{"matched_tokens":198,"snippet":21},[],{"matched_tokens":200,"snippet":201},[15],"\u003Cmark>migranti\u003C/mark>",{"matched_tokens":203,"snippet":87},[15,86],{"matched_tokens":205,"snippet":35},[],{"matched_tokens":207,"snippet":190},[],[209,215],{"field":38,"indices":210,"matched_tokens":211,"snippets":214},[95,163],[212,213],[15,86],[15],[87,201],{"field":100,"matched_tokens":216,"snippet":194,"value":195},[86],{"best_field_score":104,"best_field_weight":105,"fields_matched":95,"num_tokens_dropped":50,"score":106,"tokens_matched":95,"typo_prefix_score":50},{"document":219,"highlight":234,"highlights":238,"text_match":102,"text_match_info":244},{"cat_link":220,"category":221,"comment_count":50,"id":222,"is_sticky":50,"permalink":223,"post_author":28,"post_content":224,"post_date":225,"post_excerpt":226,"post_id":222,"post_modified":227,"post_thumbnail":228,"post_thumbnail_html":229,"post_title":230,"post_type":60,"sort_by_date":231,"tag_links":232,"tags":233},[47],[49],"9380","http://radioblackout.org/2012/06/migranti-schiavi-nella-campagna-di-alessandria/","Da una settimana i lavoratori di un'azienda agricola nelle campagne tra Tortona e Castelnuovo Scrivia (provincia di Alessandria), in massima parte marocchini, hanno istituito un presidio permanente lungo la strada statale poichè da mesi non vengono pagati. La ditta per la quale lavoravano è stata chiusa dai carabinieri dopo che emerso che molti di questi lavoratori erano in nero. La solidarietà da parte degli abitanti del luogo va pian piano crescendo: questa mattina al mercato di Castelnuovo è in corso una raccolta fondi per permettere a questi lavoratori di proseguire la loro lotta. La maggior parte di essi è senza documenti, c'è la possibilità che grazie a questa mobilitazione ricevano un permesso di soggiorno legato al fatto di avere denunciato la propria condizione di schiavitù.\r\n\r\nascolta la diretta con Antonio, uno dei primi solidali intervenuti: migranticastelnuovo28.6\r\n\r\nscarica l'audio","28 Giugno 2012","Da una settimana i lavoratori di un'azienda agricola nelle campagne tra Tortona e Castelnuovo Scrivia (provincia di Alessandria), in massima parte marocchini, hanno istituito un presidio permanente lungo la strada statale poichè da mesi non vengono pagati. La ditta per la quale lavoravano è stata chiusa dai carabinieri dopo che emerso che molti di questi lavoratori erano in nero. La solidarietà da parte degli abitanti del luogo va pian piano crescendo: questa mattina al mercato di Castelnuovo è in corso una raccolta fondi per permettere a questi lavoratori di proseguire la loro lotta. La maggior parte di essi è senza documenti, c'è la possibilità che grazie a questa mobilitazione ricevano un permesso di soggiorno legato al fatto di avere denunciato la propria condizione di schiavitù.\r\n","2012-06-28 13:26:24","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/06/thumbnail_526_truffa-agricola-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/06/thumbnail_526_truffa-agricola-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/06/thumbnail_526_truffa-agricola-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/06/thumbnail_526_truffa-agricola.jpg 526w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Migranti-schiavi nella campagna di Alessandria",1340889807,[65],[71],{"tags":235},[236],{"matched_tokens":237,"snippet":87},[15,86],[239],{"field":38,"indices":240,"matched_tokens":241,"snippets":243},[50],[242],[15,86],[87],{"best_field_score":104,"best_field_weight":105,"fields_matched":163,"num_tokens_dropped":50,"score":245,"tokens_matched":95,"typo_prefix_score":50},"1157451471441625193",{"document":247,"highlight":275,"highlights":302,"text_match":314,"text_match_info":315},{"cat_link":248,"category":249,"comment_count":50,"id":250,"is_sticky":50,"permalink":251,"post_author":28,"post_content":252,"post_date":253,"post_excerpt":55,"post_id":250,"post_modified":254,"post_thumbnail":255,"post_thumbnail_html":256,"post_title":257,"post_type":60,"sort_by_date":258,"tag_links":259,"tags":268},[47],[49],"41385","http://radioblackout.org/2017/04/approvato-in-via-definitiva-il-decreto-minniti-stretta-repressiva-su-migranti-e-dissenso/","L'aula della Camera ha approvato oggi in via definitiva il decreto Minniti sull'immigrazione, su cui ieri era stata votata la fiducia. I voti favorevoli sono stati 240, quelli contrari 176, le astensioni 12. E' stato quindi convertito definitivamente in legge il pacchetto organico di misure che introduce nuove regole per migranti e richiedenti asilo.\r\n\r\n \r\n\r\nIl provvedimento introduce una serie di misure che inaspriscono ulteriormente la stretta repressiva sui migranti (e non solo): in altri termini una forma di razzismo istituzionalizzato. Tra le nuove disposizioni diventate legge vi è l'istituzione di 6 sezioni specializzate (tante quante le sedi di Corte d'appello) \"in materia di immigrazione, protezione internazionale e libera circolazione dei cittadini dell'Unione europea\"; l’abolizione del secondo grado di giudizio nei procedimenti relativi al riconoscimento della protezione internazionale; la possibilità per i prefetti, d'intesa con i Comuni interessati, di introdurre forme di lavori socialmente utili per i migranti (ovvero lavoro gratuito in cambio di \"accoglienza\"); infine, la trasformazione dei CIE in CPR (Centri di Permanenza per il Rimpatrio), un puro espediente retorico che lascia intatta le caratteristiche di tali strutture.\r\n\r\n \r\n\r\nNe abbiamo parlato con Italo Di Sabato di Osservatorio sulla Repressione:\r\n\r\nUnknown\r\n\r\n ","12 Aprile 2017","2017-04-18 11:11:44","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/04/minniti-gentiloni-510-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"166\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/04/minniti-gentiloni-510-300x166.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/04/minniti-gentiloni-510-300x166.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/04/minniti-gentiloni-510-200x110.jpg 200w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/04/minniti-gentiloni-510.jpg 510w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Approvato in via definitiva il decreto Minniti, stretta repressiva su migranti e dissenso",1491999417,[260,261,262,263,186,264,265,266,267],"http://radioblackout.org/tag/cie/","http://radioblackout.org/tag/cpr/","http://radioblackout.org/tag/decreto-minniti/","http://radioblackout.org/tag/immigrazione/","http://radioblackout.org/tag/minniti/","http://radioblackout.org/tag/repressione/","http://radioblackout.org/tag/rimpatrio/","http://radioblackout.org/tag/sicurezza/",[269,24,270,18,15,271,272,273,274],"cie","decreto minniti","minniti","repressione","rimpatrio","sicurezza",{"post_content":276,"post_title":280,"tags":283},{"matched_tokens":277,"snippet":278,"value":279},[15,86],"lavori socialmente utili per i \u003Cmark>migranti\u003C/mark> (ovvero \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> gratuito in cambio di \"accoglienza\");","L'aula della Camera ha approvato oggi in via definitiva il decreto Minniti sull'immigrazione, su cui ieri era stata votata la fiducia. I voti favorevoli sono stati 240, quelli contrari 176, le astensioni 12. E' stato quindi convertito definitivamente in legge il pacchetto organico di misure che introduce nuove regole per \u003Cmark>migranti\u003C/mark> e richiedenti asilo.\r\n\r\n \r\n\r\nIl provvedimento introduce una serie di misure che inaspriscono ulteriormente la stretta repressiva sui \u003Cmark>migranti\u003C/mark> (e non solo): in altri termini una forma di razzismo istituzionalizzato. Tra le nuove disposizioni diventate legge vi è l'istituzione di 6 sezioni specializzate (tante quante le sedi di Corte d'appello) \"in materia di immigrazione, protezione internazionale e libera circolazione dei cittadini dell'Unione europea\"; l’abolizione del secondo grado di giudizio nei procedimenti relativi al riconoscimento della protezione internazionale; la possibilità per i prefetti, d'intesa con i Comuni interessati, di introdurre forme di lavori socialmente utili per i \u003Cmark>migranti\u003C/mark> (ovvero \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> gratuito in cambio di \"accoglienza\"); infine, la trasformazione dei CIE in CPR (Centri di Permanenza per il Rimpatrio), un puro espediente retorico che lascia intatta le caratteristiche di tali strutture.\r\n\r\n \r\n\r\nNe abbiamo parlato con Italo Di Sabato di Osservatorio sulla Repressione:\r\n\r\nUnknown\r\n\r\n ",{"matched_tokens":281,"snippet":282,"value":282},[15],"Approvato in via definitiva il decreto Minniti, stretta repressiva su \u003Cmark>migranti\u003C/mark> e dissenso",[284,286,288,290,292,294,296,298,300],{"matched_tokens":285,"snippet":269},[],{"matched_tokens":287,"snippet":24},[],{"matched_tokens":289,"snippet":270},[],{"matched_tokens":291,"snippet":18},[],{"matched_tokens":293,"snippet":201},[15],{"matched_tokens":295,"snippet":271},[],{"matched_tokens":297,"snippet":272},[],{"matched_tokens":299,"snippet":273},[],{"matched_tokens":301,"snippet":274},[],[303,305,311],{"field":100,"matched_tokens":304,"snippet":278,"value":279},[15,86],{"field":38,"indices":306,"matched_tokens":308,"snippets":310},[307],4,[309],[15],[201],{"field":312,"matched_tokens":313,"snippet":282,"value":282},"post_title",[15],1157451471306883000,{"best_field_score":316,"best_field_weight":20,"fields_matched":162,"num_tokens_dropped":50,"score":317,"tokens_matched":95,"typo_prefix_score":50},"2211897802752","1157451471306883187",{"document":319,"highlight":343,"highlights":348,"text_match":351,"text_match_info":352},{"cat_link":320,"category":321,"comment_count":50,"id":322,"is_sticky":50,"permalink":323,"post_author":28,"post_content":324,"post_date":325,"post_excerpt":55,"post_id":322,"post_modified":326,"post_thumbnail":55,"post_thumbnail_html":55,"post_title":327,"post_type":60,"sort_by_date":328,"tag_links":329,"tags":336},[47],[49],"24193","http://radioblackout.org/2014/07/10-luglio-da-saluzzo-a-torino-la-lotta-bracciantile-sintreccia-con-quella-per-la-casa/","Come ogni anno, a Saluzzo si creano condizioni di vita e di lavoro intollerabili per i migranti che raggiungono la cittadina cuneese per la raccolta della frutta. Quest'anno le condizioni sono diverse rispetto agli anni scorsi - anche per il cambio della giunta - e forse per certi versi, pur essendo aumentati i posti messi a disposizione della Caritas, in qualche modo si è cambiato anche in senso peggiorativo. Già ora le condizioni nel campo in parte autogestito sono precarie con 150-200 ospiti presenti, se ne attendono altri 3-400... Sulla situazione abbiamo sentito Luca del coordinamenteo bracciantile piemontese, che ci ha anche illustrato l'iniziativa che si terrà questa sera in coda al corteo per la casa il cui concentramento sarà in piazza Sabotino alle 18,30 e che vedrà l'intervento di alcuni compagni che si occupano del bracciantato.\r\n\"Incontro sul tema lavoro bracciantile - dai campi negli anni '50 a oggi\"\r\nPorticato del Museo diffuso della resistenza - Corso Valdocco 4, Torino (dalle ore 21, con interventi di 10-15 min. l'uno):\r\n- Introduzione e presentazione del Coordinamento bracciantile piemontese (Luca la Rocca - Coordinamento bracciantile piemontese)\r\n- Le lotte dei braccianti in italia (Anna Maria Sambuci - Rete Campagne in Lotta)\r\n- Braccianti s Saluzzo, tra sfruttamento lavorativo e disagio abitativo (Cecilia Rubiolo - Coordinamento bracciantile saluzzese)\r\n- Rifugiati e campi (di vita e di lavoro) a Saluzzo (Manuela Cencetti - Coordinamento bracciantile saluzzese)\r\n- Agricoltura contadina e braccianti migranti (Associazione Rurale Italiana)\r\n- Lo scioperò di Nardò (Anna Maria Sambuci - Rete Campagne in Lotta)\r\n- Proiezione del documentario partecipato \"destination de dieu\" (di Andrea Gadaleta Caldarola - 21′, Italia, 2014)\r\n2014.07.10-luca_bracciantile","10 Luglio 2014","2014-07-21 14:06:48","Da Saluzzo a Torino la lotta bracciantile incontra quella per la casa",1404995795,[330,331,332,333,334,335,187],"http://radioblackout.org/tag/braccianti-nel-saluzzese/","http://radioblackout.org/tag/campagne-in-lotta/","http://radioblackout.org/tag/coordinamento-bracciantile-piemontese/","http://radioblackout.org/tag/coordinamento-bracciantile-saluzzese/","http://radioblackout.org/tag/corteo-per-la-casa/","http://radioblackout.org/tag/nardo/",[337,338,339,340,341,342,35],"braccianti nel saluzzese","campagne in lotta","Coordinamento bracciantile piemontese","Coordinamento bracciantile saluzzese","corteo per la casa","Nardò",{"post_content":344},{"matched_tokens":345,"snippet":346,"value":347},[86,15],"condizioni di vita e di \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> intollerabili per i \u003Cmark>migranti\u003C/mark> che raggiungono la cittadina cuneese","Come ogni anno, a Saluzzo si creano condizioni di vita e di \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> intollerabili per i \u003Cmark>migranti\u003C/mark> che raggiungono la cittadina cuneese per la raccolta della frutta. Quest'anno le condizioni sono diverse rispetto agli anni scorsi - anche per il cambio della giunta - e forse per certi versi, pur essendo aumentati i posti messi a disposizione della Caritas, in qualche modo si è cambiato anche in senso peggiorativo. Già ora le condizioni nel campo in parte autogestito sono precarie con 150-200 ospiti presenti, se ne attendono altri 3-400... Sulla situazione abbiamo sentito Luca del coordinamenteo bracciantile piemontese, che ci ha anche illustrato l'iniziativa che si terrà questa sera in coda al corteo per la casa il cui concentramento sarà in piazza Sabotino alle 18,30 e che vedrà l'intervento di alcuni compagni che si occupano del bracciantato.\r\n\"Incontro sul tema \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> bracciantile - dai campi negli anni '50 a oggi\"\r\nPorticato del Museo diffuso della resistenza - Corso Valdocco 4, Torino (dalle ore 21, con interventi di 10-15 min. l'uno):\r\n- Introduzione e presentazione del Coordinamento bracciantile piemontese (Luca la Rocca - Coordinamento bracciantile piemontese)\r\n- Le lotte dei braccianti in italia (Anna Maria Sambuci - Rete Campagne in Lotta)\r\n- Braccianti s Saluzzo, tra sfruttamento lavorativo e disagio abitativo (Cecilia Rubiolo - Coordinamento bracciantile saluzzese)\r\n- Rifugiati e campi (di vita e di \u003Cmark>lavoro\u003C/mark>) a Saluzzo (Manuela Cencetti - Coordinamento bracciantile saluzzese)\r\n- Agricoltura contadina e braccianti \u003Cmark>migranti\u003C/mark> (Associazione Rurale Italiana)\r\n- Lo scioperò di Nardò (Anna Maria Sambuci - Rete Campagne in Lotta)\r\n- Proiezione del documentario partecipato \"destination de dieu\" (di Andrea Gadaleta Caldarola - 21′, Italia, 2014)\r\n2014.07.10-luca_bracciantile",[349],{"field":100,"matched_tokens":350,"snippet":346,"value":347},[86,15],1157451471038447600,{"best_field_score":353,"best_field_weight":20,"fields_matched":163,"num_tokens_dropped":50,"score":354,"tokens_matched":95,"typo_prefix_score":50},"2211897671680","1157451471038447729",6646,{"collection_name":60,"first_q":71,"per_page":357,"q":71},6,5,{"facet_counts":360,"found":411,"hits":412,"out_of":628,"page":163,"request_params":629,"search_cutoff":39,"search_time_ms":357},[361,388],{"counts":362,"field_name":385,"sampled":39,"stats":386},[363,366,368,371,373,375,377,379,381,383],{"count":364,"highlighted":365,"value":365},39,"anarres",{"count":23,"highlighted":367,"value":367},"frittura mista",{"count":369,"highlighted":370,"value":370},7,"Bello come una prigione che brucia",{"count":358,"highlighted":372,"value":372},"I Bastioni di Orione",{"count":307,"highlighted":374,"value":374},"liberation front",{"count":162,"highlighted":376,"value":376},"black holes",{"count":162,"highlighted":378,"value":378},"il colpo del strega",{"count":162,"highlighted":380,"value":380},"Il giornale malandrino",{"count":95,"highlighted":382,"value":382},"arsider",{"count":163,"highlighted":384,"value":384},"la cosa giusta","podcastfilter",{"total_values":387},17,{"counts":389,"field_name":38,"sampled":39,"stats":409},[390,392,395,396,398,400,402,404,405,407],{"count":391,"highlighted":86,"value":86},11,{"count":393,"highlighted":394,"value":394},8,"storia",{"count":393,"highlighted":15,"value":15},{"count":369,"highlighted":397,"value":397},"musica",{"count":369,"highlighted":399,"value":399},"carcere",{"count":369,"highlighted":401,"value":401},"letteratura",{"count":369,"highlighted":403,"value":403},"Radio Blackout",{"count":357,"highlighted":30,"value":30},{"count":357,"highlighted":406,"value":406},"lettura",{"count":357,"highlighted":408,"value":408},"serie podcast",{"total_values":410},744,86,[413,442,485,511,535,582],{"document":414,"highlight":430,"highlights":435,"text_match":438,"text_match_info":439},{"comment_count":50,"id":415,"is_sticky":50,"permalink":416,"podcastfilter":417,"post_author":418,"post_content":419,"post_date":420,"post_excerpt":55,"post_id":415,"post_modified":421,"post_thumbnail":422,"post_title":423,"post_type":424,"sort_by_date":425,"tag_links":426,"tags":428},"84108","http://radioblackout.org/podcast/un-foglio-di-carta-nellera-del-web-21-04-2023/",[380],"giornalemalandrino"," \r\n\r\nbizzòlo è il periodico liberatorio edito dal Lavoratorio dell’associazione More - un laboratorio di idee e spazio di lavoro condiviso. Trimestrale cartaceo di storie meridionali con testi di Tiziana Barillà e fotografie di Fabio Itri.\r\n\r\n«Siamo una giornalista e un fotografo. Siamo meridionali, viviamo a Reggio Calabria e sentiamo l’esigenza di raccontare il Meridione attraverso il nostro immaginario: da un bizzòlo. Con questa espressione reggina viene chiamato lo scalino appena fuori dall’uscio di casa o della bottega. Uno spazio che da secoli è sinonimo di condivisione, scambio di opinioni ed esperienze. Una specie di piccola agorà di periferia, lontana dai palazzi di potere.»\r\n\r\n\r\n\r\nTiziana Barillà (nonseneparla.wordpress.com) Giornalista professionista, reggina, libertaria. Scrive di politica, migranti, lavoro, diritti umani e musica. Come giornalista ha collaborato a lungo con il settimanale Left e con altre testate giornalistiche. Come autrice ha scritto libri e documentari. Il suo blog è nonseneparla.it\r\n\r\nFabio Itri (www.fabioitri.com) Fabio Itri, fotografo documentarista reggino. Lavora a progetti personali, progetti editoriali e collabora con diversi media e magazine. Le sue immagini, i suoi lavori e quelli commissionati sono stati pubblicati su riviste quali: Le Monde, National Geographic, Der Spiegel, Stern, Internazionale, L’Essenziale, L’Espresso, il Venerdì di Repubblica, Left.\r\n\r\n \r\n\r\nTra le tematiche affrontate: il 41bis, la repressione, immigrazione e sfruttamento dei lavoratori stranieri, progetto ponte sullo stretto.\r\n\r\n \r\n\r\nIn chiusura riprendiamo il discorso iniziato mesi fa sul decreto (ormai legge) antirave e sul collettivo Reclaim the street che si riprenderanno le strade questo sabato 22 04 2023 delle h 14:00 per un’altra Street rave parade con partenza da Torino esposizioni.\r\n\r\n \r\n\r\nSelezione musicale a cura di Miss Fra e Mr. Kang, riascoltabile qui\r\n\r\nTutto squat, il giornale malandrino del 21/04/2023\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","21 Aprile 2023","2024-11-22 00:45:55","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/immagine_2023-10-05_162850281-200x110.png","Un foglio di carta nell’era del web - TuttoSquat 21.04.2023","podcast",1682105910,[427],"http://radioblackout.org/tag/tutto-squat-il-giornale-malandrino/",[429],"Tutto squat - Il giornale malandrino",{"post_content":431},{"matched_tokens":432,"snippet":433,"value":434},[15,86],"reggina, libertaria. Scrive di politica, \u003Cmark>migranti\u003C/mark>, \u003Cmark>lavoro\u003C/mark>, diritti umani e musica. Come"," \r\n\r\nbizzòlo è il periodico liberatorio edito dal Lavoratorio dell’associazione More - un laboratorio di idee e spazio di \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> condiviso. Trimestrale cartaceo di storie meridionali con testi di Tiziana Barillà e fotografie di Fabio Itri.\r\n\r\n«Siamo una giornalista e un fotografo. Siamo meridionali, viviamo a Reggio Calabria e sentiamo l’esigenza di raccontare il Meridione attraverso il nostro immaginario: da un bizzòlo. Con questa espressione reggina viene chiamato lo scalino appena fuori dall’uscio di casa o della bottega. Uno spazio che da secoli è sinonimo di condivisione, scambio di opinioni ed esperienze. Una specie di piccola agorà di periferia, lontana dai palazzi di potere.»\r\n\r\n\r\n\r\nTiziana Barillà (nonseneparla.wordpress.com) Giornalista professionista, reggina, libertaria. Scrive di politica, \u003Cmark>migranti\u003C/mark>, \u003Cmark>lavoro\u003C/mark>, diritti umani e musica. Come giornalista ha collaborato a lungo con il settimanale Left e con altre testate giornalistiche. Come autrice ha scritto libri e documentari. Il suo blog è nonseneparla.it\r\n\r\nFabio Itri (www.fabioitri.com) Fabio Itri, fotografo documentarista reggino. Lavora a progetti personali, progetti editoriali e collabora con diversi media e magazine. Le sue immagini, i suoi lavori e quelli commissionati sono stati pubblicati su riviste quali: Le Monde, National Geographic, Der Spiegel, Stern, Internazionale, L’Essenziale, L’Espresso, il Venerdì di Repubblica, Left.\r\n\r\n \r\n\r\nTra le tematiche affrontate: il 41bis, la repressione, immigrazione e sfruttamento dei lavoratori stranieri, progetto ponte sullo stretto.\r\n\r\n \r\n\r\nIn chiusura riprendiamo il discorso iniziato mesi fa sul decreto (ormai legge) antirave e sul collettivo Reclaim the street che si riprenderanno le strade questo sabato 22 04 2023 delle h 14:00 per un’altra Street rave parade con partenza da Torino esposizioni.\r\n\r\n \r\n\r\nSelezione musicale a cura di Miss Fra e Mr. Kang, riascoltabile qui\r\n\r\nTutto squat, il giornale malandrino del 21/04/2023\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ",[436],{"field":100,"matched_tokens":437,"snippet":433,"value":434},[15,86],1157451471441100800,{"best_field_score":440,"best_field_weight":20,"fields_matched":163,"num_tokens_dropped":50,"score":441,"tokens_matched":95,"typo_prefix_score":50},"2211897868288","1157451471441100913",{"document":443,"highlight":459,"highlights":473,"text_match":314,"text_match_info":484},{"comment_count":50,"id":444,"is_sticky":50,"permalink":445,"podcastfilter":446,"post_author":365,"post_content":447,"post_date":448,"post_excerpt":55,"post_id":444,"post_modified":449,"post_thumbnail":450,"post_title":451,"post_type":424,"sort_by_date":452,"tag_links":453,"tags":456},"11842","http://radioblackout.org/podcast/il-lavoro-uccide-la-strage-dei-migranti/",[365],"A Torino, nell'anniversario della strage della Thyssen si torna a parlare di lavoro. Di lavoro che uccide, di padroni che lucrano, delle vite operaie che non valgono il costo di un estintore.\r\nLa strage dell'acciaieria torinese divenne storia collettiva perché la lunga agonia degli operai uccisi dall'incuria e dalla sete di profitto, in condizioni di lavoro che parevano storia di altri tempi, restituì alla nostra città la loro umanità. Ne abbiamo visto i volti, ascoltato lo strazio dei parenti, riconosciuto in loro quello che tanti di noi siamo o siamo stati.\r\nMeno note sono le storie migranti, le storie dei lavoratori in nero, senza documenti, senza volto che muoiono più degli altri perché più ricattabili, più soli, più schiacciati dalle leggi che ne fanno mere pedine nel gioco del profitto. Eppure se oggi si vive peggio, se il lavoro è sempre più duro, se il ricatto dell'occupazione ci strangola, se gli omicidi bianchi e le morti nere si moltiplicano dipende anche dal nostro silenzio di fronte alla condizione dei nuovi schiavi, degli immigrati, senza carte e senza tutele, quando si accetta in silenzio la schiavitù di alcuni, si collabora a forgiare le catene per tutti.\r\nAnarres ne ha parlato con Marco Rovelli, autore, tra gli altri, di \"Servi\" e \"Il lavoro uccide\".\r\n\r\nAscolta l'intervista: [audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/12/2012-12-07-marco-Rovelli-lavoro-uccide-migranti.mp3|titles=2012 12 07 marco Rovelli lavoro uccide migranti]\r\n\r\nscarica l'audio","10 Dicembre 2012","2018-10-17 23:00:15","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/12/Photoxpress_2997375-200x110.jpg","Il lavoro uccide. La strage dei migranti",1355166678,[454,455],"http://radioblackout.org/tag/lavoro-migrante/","http://radioblackout.org/tag/morti-bianche/",[457,458],"lavoro migrante","morti bianche",{"post_content":460,"post_title":464,"tags":467},{"matched_tokens":461,"snippet":462,"value":463},[86,15],"audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/12/2012-12-07-marco-Rovelli-lavoro-uccide-migranti.mp3|titles=2012 12 07 marco Rovelli \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> uccide \u003Cmark>migranti\u003C/mark>]\r\n\r\nscarica l'audio","A Torino, nell'anniversario della strage della Thyssen si torna a parlare di \u003Cmark>lavoro\u003C/mark>. Di \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> che uccide, di padroni che lucrano, delle vite operaie che non valgono il costo di un estintore.\r\nLa strage dell'acciaieria torinese divenne storia collettiva perché la lunga agonia degli operai uccisi dall'incuria e dalla sete di profitto, in condizioni di \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> che parevano storia di altri tempi, restituì alla nostra città la loro umanità. Ne abbiamo visto i volti, ascoltato lo strazio dei parenti, riconosciuto in loro quello che tanti di noi siamo o siamo stati.\r\nMeno note sono le storie \u003Cmark>migranti\u003C/mark>, le storie dei lavoratori in nero, senza documenti, senza volto che muoiono più degli altri perché più ricattabili, più soli, più schiacciati dalle leggi che ne fanno mere pedine nel gioco del profitto. Eppure se oggi si vive peggio, se il \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> è sempre più duro, se il ricatto dell'occupazione ci strangola, se gli omicidi bianchi e le morti nere si moltiplicano dipende anche dal nostro silenzio di fronte alla condizione dei nuovi schiavi, degli immigrati, senza carte e senza tutele, quando si accetta in silenzio la schiavitù di alcuni, si collabora a forgiare le catene per tutti.\r\nAnarres ne ha parlato con Marco Rovelli, autore, tra gli altri, di \"Servi\" e \"Il \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> uccide\".\r\n\r\nAscolta l'intervista: [audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/12/2012-12-07-marco-Rovelli-lavoro-uccide-migranti.mp3|titles=2012 12 07 marco Rovelli \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> uccide \u003Cmark>migranti\u003C/mark>]\r\n\r\nscarica l'audio",{"matched_tokens":465,"snippet":466,"value":466},[86,15],"Il \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> uccide. La strage dei \u003Cmark>migranti\u003C/mark>",[468,471],{"matched_tokens":469,"snippet":470,"value":470},[86],"\u003Cmark>lavoro\u003C/mark> migrante",{"matched_tokens":472,"snippet":458,"value":458},[],[474,476,478],{"field":100,"matched_tokens":475,"snippet":462,"value":463},[86,15],{"field":312,"matched_tokens":477,"snippet":466,"value":466},[86,15],{"field":38,"indices":479,"matched_tokens":480,"snippets":482,"values":483},[50],[481],[86],[470],[470],{"best_field_score":316,"best_field_weight":20,"fields_matched":162,"num_tokens_dropped":50,"score":317,"tokens_matched":95,"typo_prefix_score":50},{"document":486,"highlight":499,"highlights":504,"text_match":507,"text_match_info":508},{"comment_count":50,"id":487,"is_sticky":50,"permalink":488,"podcastfilter":489,"post_author":490,"post_content":491,"post_date":492,"post_excerpt":55,"post_id":487,"post_modified":493,"post_thumbnail":494,"post_title":495,"post_type":424,"sort_by_date":496,"tag_links":497,"tags":498},"86050","http://radioblackout.org/podcast/frittura-mistaradio-fabbrica-26-12-2023/",[367],"fritturamista"," \r\n\r\nIl primo argomento della puntata è stao quello del lavoro domestico, infatti abbiamo voluto addentrarci in questo ambito poco trattato dalla stampa e dalla politica, grazie all'articolo \"Il lavoro domestico retribuito nel welfare italiano fai da te\" scritto da Lucia Amorosi per la rivista Officina primo maggio. Abbiamo intervistato Lucia cercando innanzitutto di inquadrare che cosa viene inteso con la definizione \"lavoro domestico\", per poi fare un excursus storico rispetto a come questo settore lavorativo sia stato regolamentato negli anni. Parlare di questa categoria di lavoratrici ci ha ricordato anche perchè si è sempre cercato di marginalizzare le questioni legate al loro lavoro, perlopiù donne nonchè a maggioranza migranti, quindi funzionali allo sfruttamento imposto da un modello sociale capitalistico patriarcale, inserito poi nella peculiare cornice nostrana. Sono stati molti e molto interessanti i vari spunti suggeritici dall'autrice di questo articolo del quale vi consigliamo caldamente la lettura.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/F_m_26_12_Lucia-Amorosi-su-suo-articolo-lavoro-domestico.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Enrico Riboni, che come spesso accade, torna a parlarci di America latina. Questa volta si è parlato di Argentina e del suo nuovo esecutivo presieduto dall' ultra liberista Javier Milei. Nello specifico abbiamo provato ad approfondire gli aspetti legati al lavoro delle sue politiche, ma abbiamo dato anche uno sguardo generale al suo piano di riforme che mira tendenzialmente a privatizzare tutti gli ambiti fino ad ora statali e a soffocare ogni forma di dissenso. Le minacce però non sono servite, un'enorme fetta di popolazione è scesa subito per le strade, mettendo anche in campo i famosi blocchi stradali, che erano stati proprio una pratica verso la quale Milei aveva promesso un'intolleranza ed una repressione assoluta. Il neo presidente mira a rivoltare come un calzino l'Argentina, le forze politiche legate al governo uscente si sono fatte sorprendere da un candidato che hanno evidentemente sottovalutato, ma le intenzioni di Milei avranno effettive possibilità di attuazione?\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/F_m_26_12_Enrico-Riboni-su-primi-provvedimenti-nuovo-governo-argentino.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo argomento della puntata è stato quello della lotta dei lavoratori dello stabilimento piacentino di Leroy Merlin, per trattarlo abbiamo intervistato Arafat del SiCobas Piacenza. Ci erevamo già interessati qualche puntata fa a quello che stava succedendo a Castel San Giovanni, con il colosso francese che da un giorno all'altro decide di chiudere uno stabilimento che impiegava circa 500 lavoratori senza dargli prospettive di reintegro. Un copione purtroppo già noto, ma grazie a due mesi di intense contestazioni da parte dei lavoratori, la cui maggioranza sindacalizzata con il SiCobas, si è riusciti a strappare dei risultati. Con Arafat abbiamo commentato l'importanza degli obiettivi raggiunti (che purtroppo non comprendono la scelta di Leroy Merlin di tornare totalmente sui suoi passi) con la lotta, che potrebbero segnare un'importante precedente di resistenza a questa modalità di vero e proprio sciacallaggio imprenditoriale.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/F_m_26_12_Arafat-su-conquiste-ottenute-nella-lotta-lavoratori-Leroy-Merlin.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","28 Dicembre 2023","2023-12-28 10:47:23","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/domestic-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 26/12/2023",1703760443,[],[],{"post_content":500},{"matched_tokens":501,"snippet":502,"value":503},[86,15],"le questioni legate al loro \u003Cmark>lavoro\u003C/mark>, perlopiù donne nonchè a maggioranza \u003Cmark>migranti\u003C/mark>, quindi funzionali allo sfruttamento imposto"," \r\n\r\nIl primo argomento della puntata è stao quello del \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> domestico, infatti abbiamo voluto addentrarci in questo ambito poco trattato dalla stampa e dalla politica, grazie all'articolo \"Il \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> domestico retribuito nel welfare italiano fai da te\" scritto da Lucia Amorosi per la rivista Officina primo maggio. Abbiamo intervistato Lucia cercando innanzitutto di inquadrare che cosa viene inteso con la definizione \"\u003Cmark>lavoro\u003C/mark> domestico\", per poi fare un excursus storico rispetto a come questo settore lavorativo sia stato regolamentato negli anni. Parlare di questa categoria di lavoratrici ci ha ricordato anche perchè si è sempre cercato di marginalizzare le questioni legate al loro \u003Cmark>lavoro\u003C/mark>, perlopiù donne nonchè a maggioranza \u003Cmark>migranti\u003C/mark>, quindi funzionali allo sfruttamento imposto da un modello sociale capitalistico patriarcale, inserito poi nella peculiare cornice nostrana. Sono stati molti e molto interessanti i vari spunti suggeritici dall'autrice di questo articolo del quale vi consigliamo caldamente la lettura.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/F_m_26_12_Lucia-Amorosi-su-suo-articolo-lavoro-domestico.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Enrico Riboni, che come spesso accade, torna a parlarci di America latina. Questa volta si è parlato di Argentina e del suo nuovo esecutivo presieduto dall' ultra liberista Javier Milei. Nello specifico abbiamo provato ad approfondire gli aspetti legati al \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> delle sue politiche, ma abbiamo dato anche uno sguardo generale al suo piano di riforme che mira tendenzialmente a privatizzare tutti gli ambiti fino ad ora statali e a soffocare ogni forma di dissenso. Le minacce però non sono servite, un'enorme fetta di popolazione è scesa subito per le strade, mettendo anche in campo i famosi blocchi stradali, che erano stati proprio una pratica verso la quale Milei aveva promesso un'intolleranza ed una repressione assoluta. Il neo presidente mira a rivoltare come un calzino l'Argentina, le forze politiche legate al governo uscente si sono fatte sorprendere da un candidato che hanno evidentemente sottovalutato, ma le intenzioni di Milei avranno effettive possibilità di attuazione?\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/F_m_26_12_Enrico-Riboni-su-primi-provvedimenti-nuovo-governo-argentino.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo argomento della puntata è stato quello della lotta dei lavoratori dello stabilimento piacentino di Leroy Merlin, per trattarlo abbiamo intervistato Arafat del SiCobas Piacenza. Ci erevamo già interessati qualche puntata fa a quello che stava succedendo a Castel San Giovanni, con il colosso francese che da un giorno all'altro decide di chiudere uno stabilimento che impiegava circa 500 lavoratori senza dargli prospettive di reintegro. Un copione purtroppo già noto, ma grazie a due mesi di intense contestazioni da parte dei lavoratori, la cui maggioranza sindacalizzata con il SiCobas, si è riusciti a strappare dei risultati. Con Arafat abbiamo commentato l'importanza degli obiettivi raggiunti (che purtroppo non comprendono la scelta di Leroy Merlin di tornare totalmente sui suoi passi) con la lotta, che potrebbero segnare un'importante precedente di resistenza a questa modalità di vero e proprio sciacallaggio imprenditoriale.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/F_m_26_12_Arafat-su-conquiste-ottenute-nella-lotta-lavoratori-Leroy-Merlin.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]",[505],{"field":100,"matched_tokens":506,"snippet":502,"value":503},[86,15],1157451470770012200,{"best_field_score":509,"best_field_weight":20,"fields_matched":163,"num_tokens_dropped":50,"score":510,"tokens_matched":95,"typo_prefix_score":50},"2211897540608","1157451470770012273",{"document":512,"highlight":526,"highlights":531,"text_match":507,"text_match_info":534},{"comment_count":50,"id":513,"is_sticky":50,"permalink":514,"podcastfilter":515,"post_author":517,"post_content":518,"post_date":519,"post_excerpt":55,"post_id":513,"post_modified":520,"post_thumbnail":521,"post_title":522,"post_type":424,"sort_by_date":523,"tag_links":524,"tags":525},"71471","http://radioblackout.org/podcast/black-in-puntata-26-10-2021/",[516],"black in","ujamaa","Contro le morti di razzismo e il sistema che le genera\r\n\r\nIl 21 ottobre Yaya Yafa , lavoratore precario interinale di 22 anni, muore schiacciato da una piattaforma mobile nell'impianto SDA dell'interporto di Bologna dove lavorava da soli tre giorni. Oggi avrà luogo il tavolo urgente sulla sicurezza nei magazzini della logistica convocato dal sindaco Lepore con cisl, cgil, uil. I sindacati di base SGB – COBAS - USB – USI/CIT- ADLCOBAS, saranno in presidio alla città metropolitana.\r\nDalla frontiera arriva la notizia dell'occupazione della stazione di Briançon, partita il 4 ottobre quando migranti e solidali a seguito della chiusura del rifugio Les Terraces Solidaires. Intanto il Politecnico di Torino chiude un accordo con Frontex e si impegna in diversi progetti cartografici da impiegare nelle operazioni della polizia di frontiera.\r\nA Voghera l'ex assessore alla sicurezza leghista Massimo Adriatici vede scadersi le misure cautelari e ritorna in libertà, la famiglia di Younes lancia un presidio in Piazza Meardi per chiedere giustizia.\r\nDalla frontiera, all'interporto fino all'università, il razzismo in quanto dispositivo di controllo e gestione delle persone migranti e immigrate, viene messo a lavoro per reprimere, sfruttare e uccidere.\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/Appello-Voghera-31-10-2021.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","26 Ottobre 2021","2021-10-27 11:54:29","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/Screen-Shot-2021-10-26-at-4.54.16-PM-200x110.png","Black In Puntata 26-10-2021",1635267301,[],[],{"post_content":527},{"matched_tokens":528,"snippet":529,"value":530},[15,86],"controllo e gestione delle persone \u003Cmark>migranti\u003C/mark> e immigrate, viene messo a \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> per reprimere, sfruttare e uccidere.\r","Contro le morti di razzismo e il sistema che le genera\r\n\r\nIl 21 ottobre Yaya Yafa , lavoratore precario interinale di 22 anni, muore schiacciato da una piattaforma mobile nell'impianto SDA dell'interporto di Bologna dove lavorava da soli tre giorni. Oggi avrà luogo il tavolo urgente sulla sicurezza nei magazzini della logistica convocato dal sindaco Lepore con cisl, cgil, uil. I sindacati di base SGB – COBAS - USB – USI/CIT- ADLCOBAS, saranno in presidio alla città metropolitana.\r\nDalla frontiera arriva la notizia dell'occupazione della stazione di Briançon, partita il 4 ottobre quando \u003Cmark>migranti\u003C/mark> e solidali a seguito della chiusura del rifugio Les Terraces Solidaires. Intanto il Politecnico di Torino chiude un accordo con Frontex e si impegna in diversi progetti cartografici da impiegare nelle operazioni della polizia di frontiera.\r\nA Voghera l'ex assessore alla sicurezza leghista Massimo Adriatici vede scadersi le misure cautelari e ritorna in libertà, la famiglia di Younes lancia un presidio in Piazza Meardi per chiedere giustizia.\r\nDalla frontiera, all'interporto fino all'università, il razzismo in quanto dispositivo di controllo e gestione delle persone \u003Cmark>migranti\u003C/mark> e immigrate, viene messo a \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> per reprimere, sfruttare e uccidere.\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/Appello-Voghera-31-10-2021.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",[532],{"field":100,"matched_tokens":533,"snippet":529,"value":530},[15,86],{"best_field_score":509,"best_field_weight":20,"fields_matched":163,"num_tokens_dropped":50,"score":510,"tokens_matched":95,"typo_prefix_score":50},{"document":536,"highlight":570,"highlights":575,"text_match":578,"text_match_info":579},{"comment_count":50,"id":537,"is_sticky":50,"permalink":538,"podcastfilter":539,"post_author":365,"post_content":540,"post_date":541,"post_excerpt":55,"post_id":537,"post_modified":542,"post_thumbnail":543,"post_title":544,"post_type":424,"sort_by_date":545,"tag_links":546,"tags":559},"36237","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-27-maggio-francia-grecia-le-strade-di-torino-il-corteo-del-2-giugno-e-tanto-altro/",[365],"Ogni venerdì intorno alle 10,45 dalle libere frequenze di Blackout si sbarca su Anarres, pianeta delle utopie concrete.\r\nQui potete (ri)ascoltare la prima parte della puntata del 27 maggio:\r\n\r\n2016-05-27-anarres-primaparte\r\n\r\ne la seconda parte:\r\n\r\n2016-05-27-anarres-secondaparte\r\n\r\nDi seguito gli argomenti trattati oggi:\r\n\r\n* Francia. I blocchi delle raffineria e gli scioperi di ferrovieri e lavoratori di EDF. Nostro corrispondente Gianni Carrozza, corrispondente parigino di Collegamenti e redattore di Vive La Sociale! su radio Frequence Plurielle.\r\nAl di là della cronaca dell'ultima settimana, tra blocchi delle raffinerie, scioperi delle ferrovie e grandi manifestazioni di piazza, con Gianni abbiamo provato a cogliere le prospettive di un movimento che, dopo due mesi, continua ad essere in crescita, nonostante ampi settori del maggiore sindacato, la CGT, abbiano scelto di radicalizzarsi per provare a controllare una situazione che minaccia(va) di non essere più controllabile dalle burocrazie sindacali. In quest'ultima settimana è scesa in campo anche FO, Force Ouvriere, sindacato classicamente padronale, mentre meno rilevante è il ruolo degli studenti. Crepe si aprono nel fronte governativo, dove il partito socialista deve fare i conti con una crescente fronda della sua base sociale e politica.\r\nContinuano le Nouit Debout e tentano – sia pure a fatica - di sbarcare anche nella banlieaue, mentre gli attivisti si spostano dove ci sono blocchi e azioni di picchetto.\r\nUna riflessione particolare è stata dedicata al tema del blocco (delle merci, delle persone, dei flussi di notizie) come strumento per mettere in difficoltà un padronato, molto più libero di agire, vista la leggerezza estrema del sistema produttivo, ancorato al just in time, privo di magazzino, con capannoni e macchine in leasing.\r\nNe è scaturito un dibattito interessante, in cui è emerso, che sebbene la pratica del blocco sia efficace nel mettere in difficoltà la controparte, l'ingovernabilità del territorio, passa, necessariamente da un allargamento del fronte di lotta più radicale. \r\n\r\n* Torino. Anarchici in piazza contro razzisti e polizia. Cronaca della giornata di lotta – corteo e contestazione della fiaccolata di poliziotti e comitati razzisti in sostegno ad un piano “sicurezza” il cui solo obiettivo è la guerra ai poveri.\r\n\r\n* Torino. Giovedì 2 giugno, ore 15,30 in piazza XVIII dicembre, vecchia Porta Susa\r\nQui l'appello per il corteo antimilitarista del 2 giugno a Torino\r\nAscolta e diffondi lo spot del corteo\r\n\r\n* Grecia. Abbiamo parlato dello sgombero di Idomeni con Jannis, anarchico greco, che ci racconta delle centri di detenzione che attendono i profughi deportati dall'accampamento spontaneo al confine tra Grecia e Macedonia.\r\nGrandi capannoni industriali all'estrema periferia di Salonicco, quello che resta delle fabbriche brasate dalla crisi, sono la destinazione “momentanea” per i profughi deportati in questi giorni da Idomeni. Grandi scheletri senza infissi, sanitari, fili elettrici, recuperati e riciclati negli anni da chi ne aveva bisogno.\r\nProbabilmente non c'è neppure l'acqua.\r\nQui, i profughi, isolati in piccoli gruppi, sorvegliati dall'esercito, saranno lontani dagli sguardi e dalla possibilità da rendere visibile, e quindi politicamente rilevante, la loro condizione.\r\nIntorno alle ex fabbriche quartieri di immigrati dall'est, spesso ostili ai profughi, dove Crisi Argi, i nazisti di Alba Dorata, guadagnano terreno. Nelle ultime settimane hanno provato ad alzare la testa, facendo ronde per i quartieri, cosa mai avvenuta a Salonicco ed inquietante, nonostante i nazisti siano stati intercettati e fermati dai compagni.\r\nA Idomeni restano solo più 500 persone, le sole che non paiono disponibili ad andarsene volontariamente. Gli altri 7.900, in parte sono saliti spontaneamente sui pullman dell'esercito, molti altri – forse 3000 - se ne sono andati prima dello sgombero, improvvisando accampamenti in altre località lungo il confine. A Polycastro, in una stazione di servizio, sono accampate oltre duemila persone, in parte provenienti da Idomeni.\r\nSecondo fonti No Border in 700 ce l'avrebbero fatta a bucare il confine macedone.\r\nLo sgombero sinora “pacifico” dell'accampamento di Idomeni è frutto del lungo lavorio fatto da ONG, volontari e funzionari statali. I profughi sono stati privati dell'acqua, ogni giorno il cibo non bastava per tutti, l'accesso ad internet per tentare la domanda di ricollocazione in un altro paese europeo non era altro che una chimera.\r\nPrivati della loro dignità, minacciati ed umiliati, metà dei profughi hanno finito con accettare senza proteste la deportazione, un'altra metà hanno deciso di fuggire, prima dello sgombero, nella notte del 24 maggio.\r\nIl divieto ai giornalisti di raccontare lo sgombero era parte della strategia di isolamento delle persone. Se nessuno vede e racconta quello che succede, anche la protesta sembra diventare inutile.\r\nUn risultato che il governo Tsipras non dava certo per scontato, viste le migliaia di agenti in assetto antisommossa mandati a Idomeni da ogni parte della Grecia.\r\n\r\n* Zitto e mangia la minestra. É il titolo del contributo di Benjamin Julian sul blog refugeestrail. Mostra in modo efficace il ruolo dei volontari apolitici nell'assistenza e controllo dei migranti in viaggio a Chios e Idomeni. nel fiaccare la resistenza, umiliando le persone che si aiutano, riducendole a tubi digerenti, minori da assistere, inferiori cui mostrare il modo giusto di vivere. Uno sguardo colonialista e complice delle politiche repressive del governo.\r\n\r\nSotto trovate la traduzione fatta dal blog Hurriya, che abbiamo letto ad Anarres\r\n\r\nOggi le autorità greche hanno dato l’avvio a quello che minacciavano da tempo: lo sgombero dell’accampamento di Idomeni. Il portavoce del ministro dell’immigrazione ha detto che tutti sapevano che “le condizioni di vita” sarebbero state migliori nei campi in cui le persone saranno ricollocate e aveva promesso che “non sarebbe stata usata la forza”, ma anche che si aspettava che le 8000 persone che hanno vissuto lì per mesi sarebbero state spostate in meno di una settimana. Per garantire che nessuno potesse vedere il modo pacifico con cui Idomeni sarebbe stata sgomberata, a giornalisti e attivisti è stato precluso l’accesso all’area.\r\n\r\nUna spiegazione di come questo paradosso dello spostamento non violento di migliaia di persone, che non avevano intenzione di spostarsi, potesse essere risolto, è stata data da un rappresentante di MSF, secondo il quale la gestione del campo da parte della polizia ha “reso complicata la fornitura di cibo e l’assistenza sanitaria”.\r\n\r\nSi tratta di una mossa simile a quella riportata dai/dalle migranti di Vial a Chios, quando venne detto loro che avrebbero dovuto lasciare il campo per trasferirsi nell’altro hotspot di Kos: “Non avevamo l’acqua per poter usare i bagni o poter farci una doccia”, ha detto un migrante. “Avevamo giusto l’acqua potabile da bere. La polizia ha tagliato l’acqua perché, ci hanno detto, dobbiamo spostarci su un’altra isola”.\r\n\r\nQueste tattiche vengono solitamente definite assedi di guerra, intimidazioni, abusi o, per ultimo, atti antiumanitari. Ma negli ultimi tempi sembra essersi affermata la scuola di pensiero che ritiene queste pratiche non sostanzialmente sbagliate, trattandosi solo di una questione di procedure. Il lavoro umanitario consiste nel trovare “un buon posto”, identificato dai volontari o dalle autorità, dove poter trasferire i/le migranti. I desideri e le richieste dei/delle migranti sono semplicemente ignorati. Questo approccio cresce naturalmente nel contesto della politica di confine europea, e dovremmo cominciare a resistere e opporci ad essa.\r\n\r\nRimani in fila\r\nNon è solo il consueto sentimento europeo di superiorità che nutre questo atteggiamento. Durante il lavoro che ho svolto nelle mense questo inverno, mi ha colpito quanto velocemente una mentalità paternalista, o peggio autoritaria, si possa sviluppare tra i volontari.\r\nNoi, per lo più ventenni bianchi/e, eravamo donatori e loro riceventi. Noi avevamo cose che la maggior parte dei/delle migranti non aveva. Potevamo viaggiare, prendere in affitto case, guidare auto, mentre loro non potevano. Eravamo noi che l* facevamo mettere in fila, che decidevamo le loro porzioni, che decidevamo se una persona poteva ricevere una, due o nessuna porzione di zuppa, che l* facevamo allineare in fila, che facevamo rispettare la coda a chi la saltava e così via. Questa posizione di superiorità può facilmente sfociare nella prepotenza, e ho visto spesso e in diversi luoghi volontari urlare contro i/le migranti che erano in attesa in fila per ottenere un paio di mutande o una carta di registrazione. Si tratta di uno spettacolo che non vorrei vedere mai più.\r\n\r\nQuesta denigrazione è divenuta a volte sistematica quando le ONG e i distributori di cibo hanno marcato le unghie o distribuito braccialetti identificativi ai/alle migranti in modo da poter assegnare loro la “quota giusta”. La motivazioni sono candide, la pratica repellente. Ma quando le condizioni sono come erano quest’inverno in Grecia, la dignità dei migranti deve essere anteposta alle pratiche del lavoro umanitario. Le condizioni in cui sono stati portati dalla guerra a casa loro e dalla chiusura delle frontiere ci lascia pochissimi spazi di manovra.\r\n\r\nLo sfortunato risultato di questo schema è che “‘umanitarismo” è diventata una parola molto flessibile. Il trasferimento di migranti dall’hotspot sovraffollato di Vial a quello sull’isola di Kos potrebbe essere descritto come guidato da uno scopo “umanitario”, perché essi avrebbero avuto molto più spazio a Kos. Il fatto che essi fossero chiusi dentro, mentre a Vial erano liberi di uscire, mi è stato spiegato da un volontario come un piccolo e temporaneo inconveniente – non un abuso fondamentale dei diritti dei detenuti e un diniego della loro autonomia. Che i/le migranti detenute negli hotspot dicessero di subire trattamenti “da animali”, per molti vuol dire dar loro più zuppa, più spazio, più coperte piuttosto che una questione di dignità.\r\n\r\nApolitici\r\nÈ questa ridefinizione della parola “umanitario” come semplice fornitore di “comfort” che permette alle autorità greche di presentare l’evacuazione dei residenti di Idomeni verso i campi “più umanitari”, come un aiuto ai poveri ignoranti spaventati migranti ad effettuare la scelta più saggia. (Questo si chiama agire come un “salvatore bianco”). Ma è semplicemente irrilevante quanto buoni siano i campi militari. Il punto è che ai migranti non è lasciata scelta. Quello che manca qui è quello che dovrebbe essere un principio fondamentale dell’umanitarismo: non opporsi alla volontà e desideri di chi vi è soggetto. Trascinare adulti come se fossero bestie da un luogo a un altro non è mai un aiuto, non importa quanto gradevole sia il luogo dove verranno sistemati.\r\n\r\nQuando i/le migranti hanno occupato il porto di Chios, ne è nata una discussione simile. Avevano trovato un posto dove non potevano essere ignorati, dove i media hanno parlato con loro, dove le loro proteste sono state viste. Ma i volontari e le ONG li hanno supplicati di andare in campi “migliori” perché dotati di docce e letti caldi. Come se ciò importasse! Hanno scelto di dormire sul cemento, non perché fossero stupidi o privi di buon senso, ma perché volevano fare una dichiarazione politica. Ma che è caduta nel vuoto a causa di quei volontari che hanno lavorato “apoliticamente”; che volevano migliorare il comfort, non cambiare la società.\r\n\r\nLe radici del volontariato apolitico meritano un approfondimento a parte, che non voglio fare in questa sede, ma più o meno significa lavorare all’interno del sistema, registrarti (farti accreditare) quando ti dicono di farlo e non andare dove non ti è permesso. A volte le persone in buona fede seguono questa semplice idea: trovare persone in difficoltà e fornire loro tutto ciò che li fa sentire meglio.\r\n\r\nMantieni la calma e mangia la minestra\r\nIl rischio che i volontari non politicizzati corrono è quello di diventare strumenti pratici di una disumana politica statale, finendo col lavorare in condizioni che, a lungo andare, distruggono le speranze dei migranti – e che potrebbero col tempo eliminare ogni traccia di umanitarismo nel trattamento che ricevono.\r\n\r\nIl caso più evidente di questo atteggiamento è quando i volontari dicono ai migranti di mantenere la calma. Si tratta di una strategia tipicamente non politica: se VOI mantenete la calma, NOI saremo meglio in grado di portarvi la zuppa. Manca completamente uno sguardo più ampio: i/le migranti vengono violentemente perseguitati dalla UE, e vogliono esporre la loro situazione al pubblico europeo. Non possono farlo senza l’attenzione dei media, e i media non si presentano senza che vi sia un “incidente”. I migranti devono piangere, morire di fame, gridare o annegare per rappresentare una storia. Non appena “l’umanitarismo” li avvolge nel suo abbraccio soffocante, vengono buttati fuori dalle prime pagine – e possono aspettare in silenzio la deportazione. (È anche opportuno ricordare che i migranti nell’hotspot di Vial hanno notevolmente migliorato le loro condizioni evadendo letteralmente dal carcere, dopo che i volontari gli avevano detto che sarebbe stato meglio “tacere”.)\r\n\r\nE così, l’umanitarismo non politico raggiunge l’ obiettivo opposto. Rimuovendo i/le migranti dalla scena politica e dei media presso il porto di Chios, sgomberandoli da Idomeni, dalle piazze e dai parchi, dando loro quel tanto che basta di cibo per scongiurare la fame, le autorità sono riuscite a farli tacere.","27 Maggio 2016","2018-10-17 22:58:58","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/05/2016-05-20-manif-antimili-2-giu-200x110.jpg","Anarres del 27 maggio. Francia, Grecia, le strade di Torino, il corteo del 2 giugno e tanto altro...",1464374004,[547,548,549,550,551,552,553,554,555,556,557,558],"http://radioblackout.org/tag/2-giugno-antimilitarista/","http://radioblackout.org/tag/anarres/","http://radioblackout.org/tag/anarres-27-maggio-2016/","http://radioblackout.org/tag/blocco-raffinerie/","http://radioblackout.org/tag/corteo-anarchico/","http://radioblackout.org/tag/deportazione-profughi/","http://radioblackout.org/tag/fiaccolata-dei-poliziotti/","http://radioblackout.org/tag/francia/","http://radioblackout.org/tag/grecia/","http://radioblackout.org/tag/idomeni/","http://radioblackout.org/tag/loi-travail/","http://radioblackout.org/tag/torino/",[560,365,561,562,563,564,565,566,567,568,569,30],"2 giugno antimilitarista","anarres 27 maggio 2016","blocco raffinerie","corteo anarchico","deportazione profughi","fiaccolata dei poliziotti","francia","grecia","idomeni","Loi Travail",{"post_content":571},{"matched_tokens":572,"snippet":573,"value":574},[15,86],"in Grecia, la dignità dei \u003Cmark>migranti\u003C/mark> deve essere anteposta alle pratiche del \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> umanitario. Le condizioni in cui","Ogni venerdì intorno alle 10,45 dalle libere frequenze di Blackout si sbarca su Anarres, pianeta delle utopie concrete.\r\nQui potete (ri)ascoltare la prima parte della puntata del 27 maggio:\r\n\r\n2016-05-27-anarres-primaparte\r\n\r\ne la seconda parte:\r\n\r\n2016-05-27-anarres-secondaparte\r\n\r\nDi seguito gli argomenti trattati oggi:\r\n\r\n* Francia. I blocchi delle raffineria e gli scioperi di ferrovieri e lavoratori di EDF. Nostro corrispondente Gianni Carrozza, corrispondente parigino di Collegamenti e redattore di Vive La Sociale! su radio Frequence Plurielle.\r\nAl di là della cronaca dell'ultima settimana, tra blocchi delle raffinerie, scioperi delle ferrovie e grandi manifestazioni di piazza, con Gianni abbiamo provato a cogliere le prospettive di un movimento che, dopo due mesi, continua ad essere in crescita, nonostante ampi settori del maggiore sindacato, la CGT, abbiano scelto di radicalizzarsi per provare a controllare una situazione che minaccia(va) di non essere più controllabile dalle burocrazie sindacali. In quest'ultima settimana è scesa in campo anche FO, Force Ouvriere, sindacato classicamente padronale, mentre meno rilevante è il ruolo degli studenti. Crepe si aprono nel fronte governativo, dove il partito socialista deve fare i conti con una crescente fronda della sua base sociale e politica.\r\nContinuano le Nouit Debout e tentano – sia pure a fatica - di sbarcare anche nella banlieaue, mentre gli attivisti si spostano dove ci sono blocchi e azioni di picchetto.\r\nUna riflessione particolare è stata dedicata al tema del blocco (delle merci, delle persone, dei flussi di notizie) come strumento per mettere in difficoltà un padronato, molto più libero di agire, vista la leggerezza estrema del sistema produttivo, ancorato al just in time, privo di magazzino, con capannoni e macchine in leasing.\r\nNe è scaturito un dibattito interessante, in cui è emerso, che sebbene la pratica del blocco sia efficace nel mettere in difficoltà la controparte, l'ingovernabilità del territorio, passa, necessariamente da un allargamento del fronte di lotta più radicale. \r\n\r\n* Torino. Anarchici in piazza contro razzisti e polizia. Cronaca della giornata di lotta – corteo e contestazione della fiaccolata di poliziotti e comitati razzisti in sostegno ad un piano “sicurezza” il cui solo obiettivo è la guerra ai poveri.\r\n\r\n* Torino. Giovedì 2 giugno, ore 15,30 in piazza XVIII dicembre, vecchia Porta Susa\r\nQui l'appello per il corteo antimilitarista del 2 giugno a Torino\r\nAscolta e diffondi lo spot del corteo\r\n\r\n* Grecia. Abbiamo parlato dello sgombero di Idomeni con Jannis, anarchico greco, che ci racconta delle centri di detenzione che attendono i profughi deportati dall'accampamento spontaneo al confine tra Grecia e Macedonia.\r\nGrandi capannoni industriali all'estrema periferia di Salonicco, quello che resta delle fabbriche brasate dalla crisi, sono la destinazione “momentanea” per i profughi deportati in questi giorni da Idomeni. Grandi scheletri senza infissi, sanitari, fili elettrici, recuperati e riciclati negli anni da chi ne aveva bisogno.\r\nProbabilmente non c'è neppure l'acqua.\r\nQui, i profughi, isolati in piccoli gruppi, sorvegliati dall'esercito, saranno lontani dagli sguardi e dalla possibilità da rendere visibile, e quindi politicamente rilevante, la loro condizione.\r\nIntorno alle ex fabbriche quartieri di immigrati dall'est, spesso ostili ai profughi, dove Crisi Argi, i nazisti di Alba Dorata, guadagnano terreno. Nelle ultime settimane hanno provato ad alzare la testa, facendo ronde per i quartieri, cosa mai avvenuta a Salonicco ed inquietante, nonostante i nazisti siano stati intercettati e fermati dai compagni.\r\nA Idomeni restano solo più 500 persone, le sole che non paiono disponibili ad andarsene volontariamente. Gli altri 7.900, in parte sono saliti spontaneamente sui pullman dell'esercito, molti altri – forse 3000 - se ne sono andati prima dello sgombero, improvvisando accampamenti in altre località lungo il confine. A Polycastro, in una stazione di servizio, sono accampate oltre duemila persone, in parte provenienti da Idomeni.\r\nSecondo fonti No Border in 700 ce l'avrebbero fatta a bucare il confine macedone.\r\nLo sgombero sinora “pacifico” dell'accampamento di Idomeni è frutto del lungo lavorio fatto da ONG, volontari e funzionari statali. I profughi sono stati privati dell'acqua, ogni giorno il cibo non bastava per tutti, l'accesso ad internet per tentare la domanda di ricollocazione in un altro paese europeo non era altro che una chimera.\r\nPrivati della loro dignità, minacciati ed umiliati, metà dei profughi hanno finito con accettare senza proteste la deportazione, un'altra metà hanno deciso di fuggire, prima dello sgombero, nella notte del 24 maggio.\r\nIl divieto ai giornalisti di raccontare lo sgombero era parte della strategia di isolamento delle persone. Se nessuno vede e racconta quello che succede, anche la protesta sembra diventare inutile.\r\nUn risultato che il governo Tsipras non dava certo per scontato, viste le migliaia di agenti in assetto antisommossa mandati a Idomeni da ogni parte della Grecia.\r\n\r\n* Zitto e mangia la minestra. É il titolo del contributo di Benjamin Julian sul blog refugeestrail. Mostra in modo efficace il ruolo dei volontari apolitici nell'assistenza e controllo dei \u003Cmark>migranti\u003C/mark> in viaggio a Chios e Idomeni. nel fiaccare la resistenza, umiliando le persone che si aiutano, riducendole a tubi digerenti, minori da assistere, inferiori cui mostrare il modo giusto di vivere. Uno sguardo colonialista e complice delle politiche repressive del governo.\r\n\r\nSotto trovate la traduzione fatta dal blog Hurriya, che abbiamo letto ad Anarres\r\n\r\nOggi le autorità greche hanno dato l’avvio a quello che minacciavano da tempo: lo sgombero dell’accampamento di Idomeni. Il portavoce del ministro dell’immigrazione ha detto che tutti sapevano che “le condizioni di vita” sarebbero state migliori nei campi in cui le persone saranno ricollocate e aveva promesso che “non sarebbe stata usata la forza”, ma anche che si aspettava che le 8000 persone che hanno vissuto lì per mesi sarebbero state spostate in meno di una settimana. Per garantire che nessuno potesse vedere il modo pacifico con cui Idomeni sarebbe stata sgomberata, a giornalisti e attivisti è stato precluso l’accesso all’area.\r\n\r\nUna spiegazione di come questo paradosso dello spostamento non violento di migliaia di persone, che non avevano intenzione di spostarsi, potesse essere risolto, è stata data da un rappresentante di MSF, secondo il quale la gestione del campo da parte della polizia ha “reso complicata la fornitura di cibo e l’assistenza sanitaria”.\r\n\r\nSi tratta di una mossa simile a quella riportata dai/dalle \u003Cmark>migranti\u003C/mark> di Vial a Chios, quando venne detto loro che avrebbero dovuto lasciare il campo per trasferirsi nell’altro hotspot di Kos: “Non avevamo l’acqua per poter usare i bagni o poter farci una doccia”, ha detto un migrante. “Avevamo giusto l’acqua potabile da bere. La polizia ha tagliato l’acqua perché, ci hanno detto, dobbiamo spostarci su un’altra isola”.\r\n\r\nQueste tattiche vengono solitamente definite assedi di guerra, intimidazioni, abusi o, per ultimo, atti antiumanitari. Ma negli ultimi tempi sembra essersi affermata la scuola di pensiero che ritiene queste pratiche non sostanzialmente sbagliate, trattandosi solo di una questione di procedure. Il \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> umanitario consiste nel trovare “un buon posto”, identificato dai volontari o dalle autorità, dove poter trasferire i/le \u003Cmark>migranti\u003C/mark>. I desideri e le richieste dei/delle \u003Cmark>migranti\u003C/mark> sono semplicemente ignorati. Questo approccio cresce naturalmente nel contesto della politica di confine europea, e dovremmo cominciare a resistere e opporci ad essa.\r\n\r\nRimani in fila\r\nNon è solo il consueto sentimento europeo di superiorità che nutre questo atteggiamento. Durante il \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> che ho svolto nelle mense questo inverno, mi ha colpito quanto velocemente una mentalità paternalista, o peggio autoritaria, si possa sviluppare tra i volontari.\r\nNoi, per lo più ventenni bianchi/e, eravamo donatori e loro riceventi. Noi avevamo cose che la maggior parte dei/delle \u003Cmark>migranti\u003C/mark> non aveva. Potevamo viaggiare, prendere in affitto case, guidare auto, mentre loro non potevano. Eravamo noi che l* facevamo mettere in fila, che decidevamo le loro porzioni, che decidevamo se una persona poteva ricevere una, due o nessuna porzione di zuppa, che l* facevamo allineare in fila, che facevamo rispettare la coda a chi la saltava e così via. Questa posizione di superiorità può facilmente sfociare nella prepotenza, e ho visto spesso e in diversi luoghi volontari urlare contro i/le \u003Cmark>migranti\u003C/mark> che erano in attesa in fila per ottenere un paio di mutande o una carta di registrazione. Si tratta di uno spettacolo che non vorrei vedere mai più.\r\n\r\nQuesta denigrazione è divenuta a volte sistematica quando le ONG e i distributori di cibo hanno marcato le unghie o distribuito braccialetti identificativi ai/alle \u003Cmark>migranti\u003C/mark> in modo da poter assegnare loro la “quota giusta”. La motivazioni sono candide, la pratica repellente. Ma quando le condizioni sono come erano quest’inverno in Grecia, la dignità dei \u003Cmark>migranti\u003C/mark> deve essere anteposta alle pratiche del \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> umanitario. Le condizioni in cui sono stati portati dalla guerra a casa loro e dalla chiusura delle frontiere ci lascia pochissimi spazi di manovra.\r\n\r\nLo sfortunato risultato di questo schema è che “‘umanitarismo” è diventata una parola molto flessibile. Il trasferimento di \u003Cmark>migranti\u003C/mark> dall’hotspot sovraffollato di Vial a quello sull’isola di Kos potrebbe essere descritto come guidato da uno scopo “umanitario”, perché essi avrebbero avuto molto più spazio a Kos. Il fatto che essi fossero chiusi dentro, mentre a Vial erano liberi di uscire, mi è stato spiegato da un volontario come un piccolo e temporaneo inconveniente – non un abuso fondamentale dei diritti dei detenuti e un diniego della loro autonomia. Che i/le \u003Cmark>migranti\u003C/mark> detenute negli hotspot dicessero di subire trattamenti “da animali”, per molti vuol dire dar loro più zuppa, più spazio, più coperte piuttosto che una questione di dignità.\r\n\r\nApolitici\r\nÈ questa ridefinizione della parola “umanitario” come semplice fornitore di “comfort” che permette alle autorità greche di presentare l’evacuazione dei residenti di Idomeni verso i campi “più umanitari”, come un aiuto ai poveri ignoranti spaventati \u003Cmark>migranti\u003C/mark> ad effettuare la scelta più saggia. (Questo si chiama agire come un “salvatore bianco”). Ma è semplicemente irrilevante quanto buoni siano i campi militari. Il punto è che ai \u003Cmark>migranti\u003C/mark> non è lasciata scelta. Quello che manca qui è quello che dovrebbe essere un principio fondamentale dell’umanitarismo: non opporsi alla volontà e desideri di chi vi è soggetto. Trascinare adulti come se fossero bestie da un luogo a un altro non è mai un aiuto, non importa quanto gradevole sia il luogo dove verranno sistemati.\r\n\r\nQuando i/le \u003Cmark>migranti\u003C/mark> hanno occupato il porto di Chios, ne è nata una discussione simile. Avevano trovato un posto dove non potevano essere ignorati, dove i media hanno parlato con loro, dove le loro proteste sono state viste. Ma i volontari e le ONG li hanno supplicati di andare in campi “migliori” perché dotati di docce e letti caldi. Come se ciò importasse! Hanno scelto di dormire sul cemento, non perché fossero stupidi o privi di buon senso, ma perché volevano fare una dichiarazione politica. Ma che è caduta nel vuoto a causa di quei volontari che hanno lavorato “apoliticamente”; che volevano migliorare il comfort, non cambiare la società.\r\n\r\nLe radici del volontariato apolitico meritano un approfondimento a parte, che non voglio fare in questa sede, ma più o meno significa lavorare all’interno del sistema, registrarti (farti accreditare) quando ti dicono di farlo e non andare dove non ti è permesso. A volte le persone in buona fede seguono questa semplice idea: trovare persone in difficoltà e fornire loro tutto ciò che li fa sentire meglio.\r\n\r\nMantieni la calma e mangia la minestra\r\nIl rischio che i volontari non politicizzati corrono è quello di diventare strumenti pratici di una disumana politica statale, finendo col lavorare in condizioni che, a lungo andare, distruggono le speranze dei \u003Cmark>migranti\u003C/mark> – e che potrebbero col tempo eliminare ogni traccia di umanitarismo nel trattamento che ricevono.\r\n\r\nIl caso più evidente di questo atteggiamento è quando i volontari dicono ai \u003Cmark>migranti\u003C/mark> di mantenere la calma. Si tratta di una strategia tipicamente non politica: se VOI mantenete la calma, NOI saremo meglio in grado di portarvi la zuppa. Manca completamente uno sguardo più ampio: i/le \u003Cmark>migranti\u003C/mark> vengono violentemente perseguitati dalla UE, e vogliono esporre la loro situazione al pubblico europeo. Non possono farlo senza l’attenzione dei media, e i media non si presentano senza che vi sia un “incidente”. I \u003Cmark>migranti\u003C/mark> devono piangere, morire di fame, gridare o annegare per rappresentare una storia. Non appena “l’umanitarismo” li avvolge nel suo abbraccio soffocante, vengono buttati fuori dalle prime pagine – e possono aspettare in silenzio la deportazione. (È anche opportuno ricordare che i \u003Cmark>migranti\u003C/mark> nell’hotspot di Vial hanno notevolmente migliorato le loro condizioni evadendo letteralmente dal carcere, dopo che i volontari gli avevano detto che sarebbe stato meglio “tacere”.)\r\n\r\nE così, l’umanitarismo non politico raggiunge l’ obiettivo opposto. Rimuovendo i/le \u003Cmark>migranti\u003C/mark> dalla scena politica e dei media presso il porto di Chios, sgomberandoli da Idomeni, dalle piazze e dai parchi, dando loro quel tanto che basta di cibo per scongiurare la fame, le autorità sono riuscite a farli tacere.",[576],{"field":100,"matched_tokens":577,"snippet":573,"value":574},[15,86],1157451470635794400,{"best_field_score":580,"best_field_weight":20,"fields_matched":163,"num_tokens_dropped":50,"score":581,"tokens_matched":95,"typo_prefix_score":50},"2211897475072","1157451470635794545",{"document":583,"highlight":616,"highlights":621,"text_match":624,"text_match_info":625},{"comment_count":50,"id":584,"is_sticky":50,"permalink":585,"podcastfilter":586,"post_author":587,"post_content":588,"post_date":589,"post_excerpt":55,"post_id":584,"post_modified":590,"post_thumbnail":591,"post_title":592,"post_type":424,"sort_by_date":593,"tag_links":594,"tags":605},"95362","http://radioblackout.org/podcast/nuovi-droni-sul-mediterraneo-microsoft-e-la-macchina-sionista-war-on-migrants/",[370],"bellocome","Estratti dalla puntata del 3 febbraio 2025 di Bello Come Una Prigione Che Brucia\r\n\r\n \r\n\r\nDRONI A DECOLLO VERTICALE PER LA GUARDIA DI FINANZA\r\n\r\nRiccardo Coluccini e Paolo Riva hanno pubblicato un’interessante inchiesta su IrpiMedia riguardante l’acquisto di droni VTOL (a decollo e atterraggio verticali) da parte della Guardia di Finanza.\r\n\r\nGrazie al contributo di Riccardo, partendo da alcune riflessioni sul ruolo assunto dai droni nella War on Migrants, estendiamo il discorso agli attori coinvolti in questo fenomeno: vecchi capisaldi dell’industria bellica-sorvegliante come Leonardo e protagonisti della new-wave basata su sistemi d’arma autonomi come Shield AI.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/BCUPCB_riccardoDroniGDF.mp3\"][/audio]\r\n\r\nLINK: https://irpimedia.irpi.eu/sorveglianze-droni-migranti-mediterraneo-guardia-di-finanza/\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nMICROSOFT E L’APPARATO TECNOMILITARE SIONISTA\r\n\r\nDopo aver parlato del Defense Tech di Tel Aviv e del coinvolgimento di Palantir nei programmi di AI dell’esercito israeliano, grazie a un’inchiesta pubblicata da +972 Magazine (insieme a Drop Site News e Local Call) ci concentriamo sul ruolo di Microsoft all’interno dell’apparato tecno-militare sionista, senza dimenticare il supporto fornito da questo colosso dell’informatica a programmi repressivi, di sorveglianza sul posto di lavoro (Sentinel e Purview) e di rastrellamento di migranti in giro per il mondo.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/BCUPCB_microsoft-972.mp3\"][/audio]\r\n\r\nLINK:\r\n\r\nhttps://www.972mag.com/microsoft-azure-openai-israeli-army-cloud/\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nWAR ON MIGRANTS\r\n\r\nAnche se in Italia lo sguardo dei media di regime si posa sui CPR in Albania e sulla liberazione del torturatore libico Al Masri, senza mettere minimamente in discussione l’esternalizzazione delle frontiere e le sue conseguenze strutturali che riverberano sia sui paesi “gendarmificati” (potenziando i regimi arruolati) sia sulle nostre società (che progressivamente accettano e normalizzano livelli crescenti di violenza, autoritarismo e letalità), ci sembra importante segnalare alcune rilevanti informazioni che riguardano la War on Migrants.\r\n\r\n/ / /\r\n\r\nLa prima fa riferimento all’avvio del processo per la causa intentata contro Frontex da una famiglia siriana: nonostante la loro richiesta di asilo presentata in territorio greco, vennero prelevati e deportati in Turchia, separando addirittura i genitori dai bambini lungo il tragitto.\r\n\r\nQui maggiori info:\r\n\r\nhttps://www.prakkendoliveira.nl/en/news/2025/grand-chamber-hearing-at-the-eu-court-of-justice-on-frontexs-role-in-illegal-pushbacks\r\n\r\nQui per seguire aggiornamenti sulle udienze:\r\n\r\nhttps://bsky.app/profile/ourborderwatch.bsky.social\r\n\r\n/ / /\r\n\r\nLa seconda riguarda un articolo di Statewatch.org sul MOCADEM: organo del Consiglio Europeo che sovradetermina le politiche di esternalizzazione delle frontiere.\r\n\r\nhttps://www.statewatch.org/news/2025/january/eu-outsourcing-borders-and-migration-control-no-parliamentary-scrutiny-in-sight/\r\n\r\n/ / /\r\n\r\nInfine, un’importante inchiesta sul traffico di esseri umani messa in atto dalle forze di sicurezza tunisine: il rapporto State Trafficking raccoglie testimonianze di persone migranti rastrellate, condotte nel deserto e vendute ai gangster libici. Ecco cosa producono gli accordi promossi in primis da Meloni e Von Der Leyen:\r\n\r\nQui il rapporto: https://statetrafficking.net/","5 Febbraio 2025","2025-02-05 11:49:20","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/bcupcb_droni-riccardoGDF-200x110.png","NUOVI DRONI SUL MEDITERRANEO - MICROSOFT E LA MACCHINA SIONISTA - WAR ON MIGRANTS",1738756160,[595,596,597,598,599,600,601,602,603,604],"http://radioblackout.org/tag/droni/","http://radioblackout.org/tag/frontex/","http://radioblackout.org/tag/gaza/","http://radioblackout.org/tag/israelificazione/","http://radioblackout.org/tag/killer-robots/","http://radioblackout.org/tag/microsoft/","http://radioblackout.org/tag/palantir/","http://radioblackout.org/tag/palestina/","http://radioblackout.org/tag/shield-ai/","http://radioblackout.org/tag/war-on-migrants/",[606,607,608,609,610,611,612,613,614,615],"droni","frontex","Gaza","israelificazione","killer robots","microsoft","Palantir","palestina","Shield AI","war on migrants",{"post_content":617},{"matched_tokens":618,"snippet":619,"value":620},[86,15],"di sorveglianza sul posto di \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> (Sentinel e Purview) e di rastrellamento di \u003Cmark>migranti\u003C/mark> in giro per il mondo.\r","Estratti dalla puntata del 3 febbraio 2025 di Bello Come Una Prigione Che Brucia\r\n\r\n \r\n\r\nDRONI A DECOLLO VERTICALE PER LA GUARDIA DI FINANZA\r\n\r\nRiccardo Coluccini e Paolo Riva hanno pubblicato un’interessante inchiesta su IrpiMedia riguardante l’acquisto di droni VTOL (a decollo e atterraggio verticali) da parte della Guardia di Finanza.\r\n\r\nGrazie al contributo di Riccardo, partendo da alcune riflessioni sul ruolo assunto dai droni nella War on Migrants, estendiamo il discorso agli attori coinvolti in questo fenomeno: vecchi capisaldi dell’industria bellica-sorvegliante come Leonardo e protagonisti della new-wave basata su sistemi d’arma autonomi come Shield AI.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/BCUPCB_riccardoDroniGDF.mp3\"][/audio]\r\n\r\nLINK: https://irpimedia.irpi.eu/sorveglianze-droni-migranti-mediterraneo-guardia-di-finanza/\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nMICROSOFT E L’APPARATO TECNOMILITARE SIONISTA\r\n\r\nDopo aver parlato del Defense Tech di Tel Aviv e del coinvolgimento di Palantir nei programmi di AI dell’esercito israeliano, grazie a un’inchiesta pubblicata da +972 Magazine (insieme a Drop Site News e Local Call) ci concentriamo sul ruolo di Microsoft all’interno dell’apparato tecno-militare sionista, senza dimenticare il supporto fornito da questo colosso dell’informatica a programmi repressivi, di sorveglianza sul posto di \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> (Sentinel e Purview) e di rastrellamento di \u003Cmark>migranti\u003C/mark> in giro per il mondo.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/BCUPCB_microsoft-972.mp3\"][/audio]\r\n\r\nLINK:\r\n\r\nhttps://www.972mag.com/microsoft-azure-openai-israeli-army-cloud/\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nWAR ON MIGRANTS\r\n\r\nAnche se in Italia lo sguardo dei media di regime si posa sui CPR in Albania e sulla liberazione del torturatore libico Al Masri, senza mettere minimamente in discussione l’esternalizzazione delle frontiere e le sue conseguenze strutturali che riverberano sia sui paesi “gendarmificati” (potenziando i regimi arruolati) sia sulle nostre società (che progressivamente accettano e normalizzano livelli crescenti di violenza, autoritarismo e letalità), ci sembra importante segnalare alcune rilevanti informazioni che riguardano la War on Migrants.\r\n\r\n/ / /\r\n\r\nLa prima fa riferimento all’avvio del processo per la causa intentata contro Frontex da una famiglia siriana: nonostante la loro richiesta di asilo presentata in territorio greco, vennero prelevati e deportati in Turchia, separando addirittura i genitori dai bambini lungo il tragitto.\r\n\r\nQui maggiori info:\r\n\r\nhttps://www.prakkendoliveira.nl/en/news/2025/grand-chamber-hearing-at-the-eu-court-of-justice-on-frontexs-role-in-illegal-pushbacks\r\n\r\nQui per seguire aggiornamenti sulle udienze:\r\n\r\nhttps://bsky.app/profile/ourborderwatch.bsky.social\r\n\r\n/ / /\r\n\r\nLa seconda riguarda un articolo di Statewatch.org sul MOCADEM: organo del Consiglio Europeo che sovradetermina le politiche di esternalizzazione delle frontiere.\r\n\r\nhttps://www.statewatch.org/news/2025/january/eu-outsourcing-borders-and-migration-control-no-parliamentary-scrutiny-in-sight/\r\n\r\n/ / /\r\n\r\nInfine, un’importante inchiesta sul traffico di esseri umani messa in atto dalle forze di sicurezza tunisine: il rapporto State Trafficking raccoglie testimonianze di persone \u003Cmark>migranti\u003C/mark> rastrellate, condotte nel deserto e vendute ai gangster libici. Ecco cosa producono gli accordi promossi in primis da Meloni e Von Der Leyen:\r\n\r\nQui il rapporto: https://statetrafficking.net/",[622],{"field":100,"matched_tokens":623,"snippet":619,"value":620},[86,15],1157451470501576700,{"best_field_score":626,"best_field_weight":20,"fields_matched":163,"num_tokens_dropped":50,"score":627,"tokens_matched":95,"typo_prefix_score":50},"2211897409536","1157451470501576817",6637,{"collection_name":424,"first_q":71,"per_page":357,"q":71},["Reactive",631],{},["Set"],["ShallowReactive",634],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fGJdHeY2FYkKnWKWWi6lc9mZItaIEOnMlF9emxVRz-FM":-1},true,"/search?query=migranti+lavoro"]