","TDOR",1668454333,[106,107,108],"http://radioblackout.org/tag/collettivo-ombre-rosse-milano/","http://radioblackout.org/tag/lgbtqia/","http://radioblackout.org/tag/queer/",[25,17,15],{"post_content":111,"tags":115},{"matched_tokens":112,"snippet":113,"value":114},[69,70],"saranno un sacco di cose \u003Cmark>da\u003C/mark> fare, parlare, \u003Cmark>bere\u003C/mark> e mangiare, per stare insieme","Domenica 20 novembre è il TDOR, Trans Day of Remembrance, che ricorda le persone trans^ che hanno perso la vita in atti di violenza anti-transgender. Il Trans Day of Remembrance (TDoR) venne introdotto in ricordo di Rita Hester, il cui assassinio nel 1998 diede avvio al progetto \"Remembering Our Dead\" in ricordo delle vittime della transfobia. \u003Cmark>Da\u003C/mark> allora l'evento è cresciuto fino a comprendere commemorazioni in centinaia di città in tutto il mondo.\r\n\r\nIl collettivo SeiTrans? invita le persone trans, non binarie e alleatә a passarla insieme, al Gabrio, dedicando il benefit alla cassa di solidarietà di Ombre Rosse.\r\n\r\n‼️Il benefit per Ombre Rosse vuole essere un modo concreto per ribadire che ci vogliamo vivә tuttә insieme, che vogliamo prenderci carico con solidarietà e reti di supporto di tutte le persone trans*, senza il bisogno di giornate stellari in cui poter competere fra noi a chi è \"meglio\", a chi è più \"a norma\" o chi \"passa\" di più.\r\n⚡Il TDoR sarà l'occasione per... Ribaltare, Ribollire, Risottare! Trans Day of Ruspa su salvini-Trans Day of Resurrezione-Recupera! Trans Day of Ristoro-Ricreazione-Resort! Trans Day of Ribaltiamo il genere!\r\nTRANS DAY OMBRE ROSSE!\r\nCi saranno un sacco di cose \u003Cmark>da\u003C/mark> fare, parlare, \u003Cmark>bere\u003C/mark> e mangiare, per stare insieme a partire dalle 12!\r\n\r\nAscoltate e scaricate la diretta, in cui parliamo anche delle carriere alias, in seguito a ripetuti atti di violenza verbale \u003Cmark>da\u003C/mark> parte di un docente nei confronti di uno studente trans al liceo Cavour di Roma, venuti a galla grazie al coraggio dello studente e alla forte solidarietà dellә compagnә di scuola:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/tdor.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nPer infos scrivete a Sei Trans su fb/IG o mail (seitrans@bruttocarattere.org)",[116,119,121],{"matched_tokens":117,"snippet":118},[57],"collettivo Ombre Rosse \u003Cmark>Milano\u003C/mark>",{"matched_tokens":120,"snippet":17},[],{"matched_tokens":122,"snippet":15},[],[124,126],{"field":84,"matched_tokens":125,"snippet":113,"value":114},[69,70],{"field":26,"indices":127,"matched_tokens":128,"snippets":130},[38],[129],[57],[118],1733912223476088800,{"best_field_score":133,"best_field_weight":134,"fields_matched":30,"num_tokens_dropped":38,"score":135,"tokens_matched":90,"typo_prefix_score":38},"2211897737216",14,"1733912223476088946",6646,{"collection_name":47,"first_q":23,"per_page":29,"q":23},{"facet_counts":139,"found":172,"hits":173,"out_of":291,"page":14,"request_params":292,"search_cutoff":27,"search_time_ms":293},[140,148],{"counts":141,"field_name":146,"sampled":27,"stats":147},[142,144],{"count":30,"highlighted":143,"value":143},"anarres",{"count":14,"highlighted":145,"value":145},"la perla di labuan","podcastfilter",{"total_values":30},{"counts":149,"field_name":26,"sampled":27,"stats":170},[150,152,154,156,158,160,162,164,166,168],{"count":14,"highlighted":151,"value":151},"Kinowa",{"count":14,"highlighted":153,"value":153},"no voto",{"count":14,"highlighted":155,"value":155},"elezioni",{"count":14,"highlighted":157,"value":157},"Wakantanka",{"count":14,"highlighted":159,"value":159},"autogoverno",{"count":14,"highlighted":161,"value":161},"Magico Vento",{"count":14,"highlighted":163,"value":163},"Howard Hawks",{"count":14,"highlighted":165,"value":165},"Delmer Daves",{"count":14,"highlighted":167,"value":167},"Cavallo Pazzo",{"count":14,"highlighted":169,"value":169},"George Armstrong Custer",{"total_values":171},12,4,[174,201,231,256],{"document":175,"highlight":189,"highlights":194,"text_match":197,"text_match_info":198},{"comment_count":38,"id":176,"is_sticky":38,"permalink":177,"podcastfilter":178,"post_author":179,"post_content":180,"post_date":181,"post_excerpt":44,"post_id":176,"post_modified":182,"post_thumbnail":183,"post_title":184,"post_type":185,"sort_by_date":186,"tag_links":187,"tags":188},"28737","http://radioblackout.org/podcast/pour-tous-par-tous-avec-tout-e-partout-rpt-destruction-party-e-altre-gioie-di-puro-nichilismo-sperimentale/",[],"outsidermusic","\"Pour tous, par tous, avec tout e partout\"\r\nC'era una volta la musica \"ruock\". Chitarra, basso e batteria. il palco, il pubblico, il pezzo, gli applausi, bene, bravo bis.\r\nPoi venne il ventesimo secolo, guerra, confusione, vapori e umori. Masse ineducate iniziano a smontare ogetti elettronici per il puro gusto dell'avventura. E fu il cappotto. Piano piano anche la musica ha posizionato sè stessa su vari gradini della scala sociale. Così quella colta e apprezzata dalle avanguardie più intellettuali ha scalato i primi posti, seguita dal jazz e via via a scalare verso gli inferi, nei gradi più bassi della mimesi performativa. Fuori dalla claustrofobia delle esecuzioni pilotate, dello spartito, del tra-la-la.\r\nVerso l'inizio del XX secolo si inizia a smanettare, modificare, spippolare, rendere anti-convenzionale l'uso di normali apparati per la produzione di suoni. Rpt party è una situazione figlia della Parigi sperimentale ed elettroacustica che si è caricata sulle spalle tutto il fardello delle musiche rumorose, incomprensibili. Rpt party ha limato con la forza di un disco flessibile elettrico la stessa nozione di band: Lo dice il motto: per tutti, da tutti, con tutte e ovunque: Chiunque può combinarsi con chiunque. E quello sarà il gruppo. Questa idea orizzontale e osmotica ha scoperchiato tombini a Copenhagen, fatto bollire pentole sonore Aarhus, distrutto tastiere di plastica a torino. Per non parlare di quando RPT diventa destruction night...\r\n[embed]https://vimeo.com/84856378[/embed]\r\nRPT è un gruppo che nasce a Nancy come laboratorio/collettivo di noisers per poi espandersi a Berlino e Copenhagen e pian piano oltre. Alla sua nascita, si definisce spurio e sempre aperto. 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Sono improbabili esperimenti di non professionisti che oscillano tra il tutto e il niente.\r\nA rpt party puoi venire con il tuo microfono a contatto, infilartelo in gola e sputare via l'anima attraverso un distorsore che ti farà sembrare un growler.\r\nVenerdì 27 marzo, rpt scende in città. per la seconda volta, benefit detenuti all'asilo okkupato.\r\n\r\n\r\nE chi suonerà:\r\n\r\nPASTAFISSAN.. (primitive impro) A me piace l'impro, quella animalesca, giocosa, impossibile. Quella che \"lo saprebbe fare un bambino\", quella che batte, picchia, sbotta, rotola. Musica primitive direttamente da ciò che la musico-terapia non vi ha mai detto.\r\n\r\nBURST..(tritacarne)\r\nun allegro duo torinese direttamente da minus-domine. E' come se giocassero a tennis, solo che la pallina la metti tu che ascolti. E mentre i neuroni arrampicano la ruota cricetica per affacciarsi sul playground alla ricerca di un senso vero, questi due simpaticoni li prendono a schiaffi con una musica che non esiste.\r\nhttps://soundcloud.com/minus-domine/burstottoci\r\n\r\nCRAXI DRIVER..(noise socialista tra hammamet e la discariche umane di torino nord)\r\nBettino muore ad hammamet nel gennaio 2000, in un esilio che puzza di olio per abbronzatura spalmato su un cadavere. Poi si reincarna in un tassista assassino che ha modificato svariate tastiere non funzionanti per farti sentire in pericolo, perchè può resuscitare gli zombie della milano da bere. Ogni volta è la prima volta, unica e irripetibile. Ma poi ci sono tutti i puristi della legalità, quelli che non capiranno mai che bettino è uno specchio deformante e che questa effettivamente non è musica. è rumore. Avete paura della merda??\r\nhttp://siamosolonoiserecords.bandcamp.com/\r\n\r\nGARSON POOLE TRIO..((reverberation oscillation)\r\nuna musica che ti prende a pugni. Te ne da uno a destra e senti il male a sinistra. Il dolore è stereofonico, il dolore è piacere e poi alla fine la testa inizia a girare, girare, girare. L'oscillazione crea allarme, paura.\r\n\r\nROTOR..((tekno against the machine)\r\nAmeneatz: (noise wall)\r\nUn muro di chitarre che sbatte contro le batterie della morte. Utku, lo conoscete??\r\nA seguire, per non farci mancare niente, folle dj set con dj Arkitekture da radio blackout.\r\nBenefit detenuti!","23 Marzo 2015","2018-10-17 22:09:31","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/03/tumblr_nlmh1aVClE1r7fnrqo1_500-200x110.jpg","\"Pour tous, par tous, avec tout e partout\". 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Da allora lo stile del professore è cambiato: messe da parte le vesti del tecnico autorevole e pacato, ha indossato i panni del leader responsabile ma deciso, che ha un percorso proprio e nessuna alleanza precostituita.\r\nCon buona pace del PD che ha finito con il recitare la parte del fidanzato cornuto e geloso che non può fare a meno dell’amata. Un stile che non attira certo i voti. L’esperto di comunicazione di Bersani non è certo all’altezza di quelli di Monti. I manifesti elettorali in stile vecchio apparatnik su sfondo grigio topo portano sfiga solo a vederli.\r\nMeglio, decisamente meglio, Berlusconi, che tira fuori tutto il proprio repertorio di gag, frizzi e lazzi, sparandole sempre più grosse ma toccando in una frase il cuore di tanti. La restituzione dell’IMU è come la lotteria: tutti sanno che vincere è improbabile, ma la sola possibilità fa vendere milioni di biglietti.\r\nMaroni e i suoi arrancano ma non sono da meno. Hanno riaperto i cassetti e sparato tutte le vecchie cartucce. Promettono di tagliare le tasse e di aumentare le pensioni, rispolverano il federalismo fiscale hard. Fanno una campagna vecchio stile. I consiglieri comunali bolognesi fanno pulizia (etnica) all’ospedale di Bologna, Maroni fa finta di non essere stato al governo sino a ieri.\r\nUn miraggio è meglio del conto dal droghiere, delle bollette da pagare, del lavoro che non c’è, della precarietà che è meglio del nulla.\r\nPer gli ammalati di nuovismo, forse la più grave delle malattie novecentesche, l’offerta varia tra giustizialisti populisti e giustizialisti d’antan.\r\nIl Grillo urlante sogna un Berlusconi/Pinocchio trascinato via dai carabinieri, a Ingroia i panni del giudice stanno sin troppo bene: non deve certo far fatica a entrare nel personaggio.\r\nSin qui il marketing. Ossia il 90% di quello che c’é.\r\n\r\nChi scrive non sa come andranno le elezioni, ma sa già chi è il vincitore morale di questa partita elettorale.\r\nQuando si dimise, poco più di un anno fa, diversi editorialisti scrissero che era finita un’epoca, che il berlusconismo era morto. Un anno dopo, persino se dovesse perdere malamente le elezioni, Berlusconi avrebbe vinto, perché la sua Italia è più viva che mai.\r\nSe la Milano di Craxi era da bere, l’Italia di Berlusconi è da mangiare, digerire, sputare per poi affondare nuovamente i denti nella carne viva.\r\nA tanti anni da tangentopoli, quando gli ingenui pensarono che le inchieste del pool di “mani pulite” avrebbero creato la via giudiziaria al rinnovamento morale, sappiamo che quelle inchieste furono lo strumento per esodare in fretta e furia un blocco politico che, caduto il muro di Berlino, aveva perso ogni ragion d’essere. Il Novecento era finito, i partiti novecenteschi, fatti di grandi apparati, di amici/compagni/camerati, di strutture pesanti e idee che plasmavano di se il mondo non servivano più. La nuova Italia era stata svezzata ed era pronta a fare il salto nell’era del just in time, delle televendite, della libertà fatta di casalinghe che si calavano le mutande in TV, dei sogni confezionati da specialisti dell’immagine e consumati in un minuto.\r\nVolgare, grezzo, ma vitale, Berlusconi inaugurò uno stile politico che si confondeva, a volte persino anticipava l’Italia gridata e scorreggiona che esplose in televisione.\r\nI politici della prima repubblica parlavano e vestivano come mummie in grigio, solo ai sindacalisti era concesso togliere la giacca, gridare, mostrare l’ascella pezzata.\r\nIl corpo, negato, ingessato, smaterializzato, dimenticato fa irruzione nella scena politica mutandola di segno. Persino il papa si adegua, inaugurando l’anno santo del 2000 con una mantellina da arlecchino con gli strass.\r\nNella concretezza dello scontro di classe l’era Berlusconiana porta a termine il regolamento di conti intrapreso da Bettino Craxi, l’unico leader della Prima Repubblica che si lascia alle spalle la questione della mediazione politica tra le “parti sociali”.\r\nGli ammortizzatori servono quando il conflitto sociale è tanto forte da mettere in gioco l’esistenza stessa di un sistema politico e sociale basato sul diritto alla proprietà privata. In un mondo diviso in blocchi, con un partito comunista forte come il PCI, la socialdemocrazia era la miglior garanzia di mantenimento del capitalismo. Ma. La socialdemocrazia costa e ai padroni non piace spendere per\r\ntenere buoni i lavoratori: appena possibile passano all’attacco.\r\n\r\nCome tutti sanno Berlusconi non ha regnato ininterrottamente, perché una legislatura e mezza se l’è fatta anche il centro-sinistra. Peccato che i più non si siano accorti della differenza, al di là dei circoli ristretti dove si spartiscono nomine e benefici.\r\nBerlusconi viene obbligato ad abdicare perché il mantenimento del blocco sociale che lo sostiene non consente la rapida attuazione di politiche di contenimento del debito pubblico, che oltre a colpire i salariati, stringano in una morsa anche la parte bassa del ceto medio. Berlusconi non poteva permettersi di reintrodurre la tassa sulla casa o di toccare ancora le pensioni. Monti, l’uomo delle banche, invece sì. Il partito democratico si accoda nella speranza di poter andare al governo, facendo fare ad altri il lavoro sporco.\r\nNel gioco delle tre carte che ciascuno fa credendo di sapere dove sia quella giusta, esce fuori il Jolly che le scompagina. Mario Monti si butta e prova a scavarsi un proprio ambito di potere, muovendosi con accortezza, per fungere da ago della bilancia.\r\nMonti, come Bersani, Ingroia e, in parte, anche Maroni, sono comunque irretiti dalla tela di ragno di una strategia di marketing politico che ha bisogno del corpo dei leader per poter incarnare i sogni e le favole che vende. Oggi sarebbe impossibile immaginare un manifesto con il simbolo del partito e uno slogan, come ai tempi della prima repubblica.\r\nOggi serve una faccia, un corpo, che riempia di se la scena vuota di un’agire politico che si riproduce eguale da una legislatura all’altra.\r\nÈ il trionfo del berlusconismo, dello spettacolo che si fa politica.\r\nChi poteva interpretare meglio questa parte di un attore? Negli Stati Uniti negli anni ottanta ne scelsero uno serioso e di second’ordine come Ronald Reagan.\r\nIn Italia il ruolo tocca ad un comico. L’unico capace di riempire la scena saturandola di se, facendone un tutt’uno con se stesso. Nei manifesti dell’M5S il suo faccione deborda, il suo grido esplode in faccia a chi guarda.\r\nGrillo è come il vinile, ricercato come i mobili di legno della nonna dopo l’overdose dei ripiani di formica e delle sedie di plastica. Guida spirituale, guru, caudillo, Grillo “ha sempre ragione”, come un padre amoroso che consiglia, incoraggia, sorregge, protegge i suoi figli. Finché obbediscono. Poi sono schiaffoni, e, nei casi estremi, la cacciata dalla famiglia.\r\nGrillo, una sorta di Juan Peron post moderno, rappresenta l’apoteosi della politica post ideologica, mettendo insieme illusione partecipativa e il dirigismo più esasperato, corteggia i movimenti localisti e fa dichiarazioni razziste, vuole moralizzare la politica, tagliando stipendi e privilegi, ma gioca il proprio ruolo di garante per decidere, senza confronto alcuno, la linea politica del “suo” movimento.\r\nQuando parla le piazze si riempiono di spettatori, che vanno via appena prendono la parola i candidati, meri fantocci all’ombra del conducator.\r\nLa sinistra che ama la democrazia partecipativa, il commercio equo, che guevara sulle magliette, la fiom e la mamma ha provato a giocare la carta della costruzione dal basso di un “soggetto politico nuovo” sin dalla scorsa primavera, quando nacque il cartello di A.L.B.A. Lo scopo era contrastare il M5S sul terreno della giustizia e della democrazia dal basso. L’operazione ha mostrato la sua povertà quando dalle chiacchiere si è passati alle liste. L’accozzaglia dei vari Ferrero, Diliberto, Di Pietro ha riproposto sotto altra veste gli stessi partiti che avevano sostenuto le scelte più antipopolari del governo Prodi. Le anime più sensibili di Alba si sono sfilate dall’operazione “Rivoluzione civile”, il gioco delle poltrone è andato avanti.\r\n\r\nPresto la campagna elettorale finirà. Non ci vuole una sfera di cristallo per indovinare che il nuovo governo, chiunque vinca e persino se non vincesse nessuno, metterà in campo altri tagli ai servizi ed un ulteriore affondo sul fronte del lavoro, riaprendo l’agenda nel medesimo punto dove l’ha chiusa Monti.\r\nOggi più che mai la partita vera o si gioca altrove o non si gioca. La scommessa della partecipazione diretta, dell’apertura di spazi politici non statali, si pratica nella materialità delle lotte. Quando il dominio si palesa in tutta la propria crudezza o si fugge o si resiste. Nella resistenza si apre la possibilità di costruire spazi per una ri-appropriazione dal basso della politica. Lì nascono assemblee permanenti, libere repubbliche, zone temporaneamente autonome dove si sperimenta la una sottrazione dall’istituito che non è esodo, né marginalità ma concreta, seppur parziale, secessione simbolica e materiale dal controllo dello Stato e dalla logica feroce del profitto.","20 Febbraio 2013","2018-10-17 23:00:12","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/02/Yo-no-voto-590x400-color-200x110.jpg","Grillo, Pinocchio e gli altri",1361386260,[213,214,215,216],"http://radioblackout.org/tag/autogestione/","http://radioblackout.org/tag/autogoverno/","http://radioblackout.org/tag/elezioni/","http://radioblackout.org/tag/no-voto/",[218,159,155,153],"autogestione",{"post_content":220},{"matched_tokens":221,"snippet":222,"value":223},[57,69,70,69],"viva che mai.\r\nSe la \u003Cmark>Milano\u003C/mark> di Craxi era \u003Cmark>da\u003C/mark> \u003Cmark>bere\u003C/mark>, l’Italia di Berlusconi è \u003Cmark>da\u003C/mark>","Tra lo spettacolo della politica e la politica spettacolo si sta consumando l'ultima campagna elettorale.\r\nAnarres l'ha seguita con tre lunghe chiacchierate realizzate in altrettante puntate della trasmissione.\r\nVe le proponiamo assieme ad un articolo di prossima uscita sul settimanale Umanità Nova.\r\nAscolta l'intervento di Pietro: 2013 01 13 stara elezioni\r\n\r\nQuello di Stefano: 2013 02 08 capello grillo \r\n\r\ne di Francesco: 2013 02 15 elezioni\r\n\r\nMonti ha chiamato l’esperto di immagine di Barack Obama per una consulenza sulla propria campagna elettorale. \u003Cmark>Da\u003C/mark> allora lo stile del professore è cambiato: messe \u003Cmark>da\u003C/mark> parte le vesti del tecnico autorevole e pacato, ha indossato i panni del leader responsabile ma deciso, che ha un percorso proprio e nessuna alleanza precostituita.\r\nCon buona pace del PD che ha finito con il recitare la parte del fidanzato cornuto e geloso che non può fare a meno dell’amata. Un stile che non attira certo i voti. L’esperto di comunicazione di Bersani non è certo all’altezza di quelli di Monti. I manifesti elettorali in stile vecchio apparatnik su sfondo grigio topo portano sfiga solo a vederli.\r\nMeglio, decisamente meglio, Berlusconi, che tira fuori tutto il proprio repertorio di gag, frizzi e lazzi, sparandole sempre più grosse ma toccando in una frase il cuore di tanti. La restituzione dell’IMU è come la lotteria: tutti sanno che vincere è improbabile, ma la sola possibilità fa vendere milioni di biglietti.\r\nMaroni e i suoi arrancano ma non sono \u003Cmark>da\u003C/mark> meno. Hanno riaperto i cassetti e sparato tutte le vecchie cartucce. Promettono di tagliare le tasse e di aumentare le pensioni, rispolverano il federalismo fiscale hard. Fanno una campagna vecchio stile. I consiglieri comunali bolognesi fanno pulizia (etnica) all’ospedale di Bologna, Maroni fa finta di non essere stato al governo sino a ieri.\r\nUn miraggio è meglio del conto dal droghiere, delle bollette \u003Cmark>da\u003C/mark> pagare, del lavoro che non c’è, della precarietà che è meglio del nulla.\r\nPer gli ammalati di nuovismo, forse la più grave delle malattie novecentesche, l’offerta varia tra giustizialisti populisti e giustizialisti d’antan.\r\nIl Grillo urlante sogna un Berlusconi/Pinocchio trascinato via dai carabinieri, a Ingroia i panni del giudice stanno sin troppo bene: non deve certo far fatica a entrare nel personaggio.\r\nSin qui il marketing. Ossia il 90% di quello che c’é.\r\n\r\nChi scrive non sa come andranno le elezioni, ma sa già chi è il vincitore morale di questa partita elettorale.\r\nQuando si dimise, poco più di un anno fa, diversi editorialisti scrissero che era finita un’epoca, che il berlusconismo era morto. Un anno dopo, persino se dovesse perdere malamente le elezioni, Berlusconi avrebbe vinto, perché la sua Italia è più viva che mai.\r\nSe la \u003Cmark>Milano\u003C/mark> di Craxi era \u003Cmark>da\u003C/mark> \u003Cmark>bere\u003C/mark>, l’Italia di Berlusconi è \u003Cmark>da\u003C/mark> mangiare, digerire, sputare per poi affondare nuovamente i denti nella carne viva.\r\nA tanti anni \u003Cmark>da\u003C/mark> tangentopoli, quando gli ingenui pensarono che le inchieste del pool di “mani pulite” avrebbero creato la via giudiziaria al rinnovamento morale, sappiamo che quelle inchieste furono lo strumento per esodare in fretta e furia un blocco politico che, caduto il muro di Berlino, aveva perso ogni ragion d’essere. Il Novecento era finito, i partiti novecenteschi, fatti di grandi apparati, di amici/compagni/camerati, di strutture pesanti e idee che plasmavano di se il mondo non servivano più. La nuova Italia era stata svezzata ed era pronta a fare il salto nell’era del just in time, delle televendite, della libertà fatta di casalinghe che si calavano le mutande in TV, dei sogni confezionati \u003Cmark>da\u003C/mark> specialisti dell’immagine e consumati in un minuto.\r\nVolgare, grezzo, ma vitale, Berlusconi inaugurò uno stile politico che si confondeva, a volte persino anticipava l’Italia gridata e scorreggiona che esplose in televisione.\r\nI politici della prima repubblica parlavano e vestivano come mummie in grigio, solo ai sindacalisti era concesso togliere la giacca, gridare, mostrare l’ascella pezzata.\r\nIl corpo, negato, ingessato, smaterializzato, dimenticato fa irruzione nella scena politica mutandola di segno. Persino il papa si adegua, inaugurando l’anno santo del 2000 con una mantellina \u003Cmark>da\u003C/mark> arlecchino con gli strass.\r\nNella concretezza dello scontro di classe l’era Berlusconiana porta a termine il regolamento di conti intrapreso \u003Cmark>da\u003C/mark> Bettino Craxi, l’unico leader della Prima Repubblica che si lascia alle spalle la questione della mediazione politica tra le “parti sociali”.\r\nGli ammortizzatori servono quando il conflitto sociale è tanto forte \u003Cmark>da\u003C/mark> mettere in gioco l’esistenza stessa di un sistema politico e sociale basato sul diritto alla proprietà privata. In un mondo diviso in blocchi, con un partito comunista forte come il PCI, la socialdemocrazia era la miglior garanzia di mantenimento del capitalismo. Ma. La socialdemocrazia costa e ai padroni non piace spendere per\r\ntenere buoni i lavoratori: appena possibile passano all’attacco.\r\n\r\nCome tutti sanno Berlusconi non ha regnato ininterrottamente, perché una legislatura e mezza se l’è fatta anche il centro-sinistra. Peccato che i più non si siano accorti della differenza, al di là dei circoli ristretti dove si spartiscono nomine e benefici.\r\nBerlusconi viene obbligato ad abdicare perché il mantenimento del blocco sociale che lo sostiene non consente la rapida attuazione di politiche di contenimento del debito pubblico, che oltre a colpire i salariati, stringano in una morsa anche la parte bassa del ceto medio. Berlusconi non poteva permettersi di reintrodurre la tassa sulla casa o di toccare ancora le pensioni. Monti, l’uomo delle banche, invece sì. Il partito democratico si accoda nella speranza di poter andare al governo, facendo fare ad altri il lavoro sporco.\r\nNel gioco delle tre carte che ciascuno fa credendo di sapere dove sia quella giusta, esce fuori il Jolly che le scompagina. Mario Monti si butta e prova a scavarsi un proprio ambito di potere, muovendosi con accortezza, per fungere \u003Cmark>da\u003C/mark> ago della bilancia.\r\nMonti, come Bersani, Ingroia e, in parte, anche Maroni, sono comunque irretiti dalla tela di ragno di una strategia di marketing politico che ha bisogno del corpo dei leader per poter incarnare i sogni e le favole che vende. Oggi sarebbe impossibile immaginare un manifesto con il simbolo del partito e uno slogan, come ai tempi della prima repubblica.\r\nOggi serve una faccia, un corpo, che riempia di se la scena vuota di un’agire politico che si riproduce eguale \u003Cmark>da\u003C/mark> una legislatura all’altra.\r\nÈ il trionfo del berlusconismo, dello spettacolo che si fa politica.\r\nChi poteva interpretare meglio questa parte di un attore? Negli Stati Uniti negli anni ottanta ne scelsero uno serioso e di second’ordine come Ronald Reagan.\r\nIn Italia il ruolo tocca ad un comico. L’unico capace di riempire la scena saturandola di se, facendone un tutt’uno con se stesso. Nei manifesti dell’M5S il suo faccione deborda, il suo grido esplode in faccia a chi guarda.\r\nGrillo è come il vinile, ricercato come i mobili di legno della nonna dopo l’overdose dei ripiani di formica e delle sedie di plastica. Guida spirituale, guru, caudillo, Grillo “ha sempre ragione”, come un padre amoroso che consiglia, incoraggia, sorregge, protegge i suoi figli. Finché obbediscono. Poi sono schiaffoni, e, nei casi estremi, la cacciata dalla famiglia.\r\nGrillo, una sorta di Juan Peron post moderno, rappresenta l’apoteosi della politica post ideologica, mettendo insieme illusione partecipativa e il dirigismo più esasperato, corteggia i movimenti localisti e fa dichiarazioni razziste, vuole moralizzare la politica, tagliando stipendi e privilegi, ma gioca il proprio ruolo di garante per decidere, senza confronto alcuno, la linea politica del “suo” movimento.\r\nQuando parla le piazze si riempiono di spettatori, che vanno via appena prendono la parola i candidati, meri fantocci all’ombra del conducator.\r\nLa sinistra che ama la democrazia partecipativa, il commercio equo, che guevara sulle magliette, la fiom e la mamma ha provato a giocare la carta della costruzione dal basso di un “soggetto politico nuovo” sin dalla scorsa primavera, quando nacque il cartello di A.L.B.A. Lo scopo era contrastare il M5S sul terreno della giustizia e della democrazia dal basso. L’operazione ha mostrato la sua povertà quando dalle chiacchiere si è passati alle liste. L’accozzaglia dei vari Ferrero, Diliberto, Di Pietro ha riproposto sotto altra veste gli stessi partiti che avevano sostenuto le scelte più antipopolari del governo Prodi. Le anime più sensibili di Alba si sono sfilate dall’operazione “Rivoluzione civile”, il gioco delle poltrone è andato avanti.\r\n\r\nPresto la campagna elettorale finirà. Non ci vuole una sfera di cristallo per indovinare che il nuovo governo, chiunque vinca e persino se non vincesse nessuno, metterà in campo altri tagli ai servizi ed un ulteriore affondo sul fronte del lavoro, riaprendo l’agenda nel medesimo punto dove l’ha chiusa Monti.\r\nOggi più che mai la partita vera o si gioca altrove o non si gioca. La scommessa della partecipazione diretta, dell’apertura di spazi politici non statali, si pratica nella materialità delle lotte. Quando il dominio si palesa in tutta la propria crudezza o si fugge o si resiste. Nella resistenza si apre la possibilità di costruire spazi per una ri-appropriazione dal basso della politica. Lì nascono assemblee permanenti, libere repubbliche, zone temporaneamente autonome dove si sperimenta la una sottrazione dall’istituito che non è esodo, né marginalità ma concreta, seppur parziale, secessione simbolica e materiale dal controllo dello Stato e dalla logica feroce del profitto.",[225],{"field":84,"matched_tokens":226,"snippet":222,"value":223},[57,69,70,69],1736172819114360800,{"best_field_score":229,"best_field_weight":134,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":38,"score":230,"tokens_matched":90,"typo_prefix_score":38},"3315704201216","1736172819114360945",{"document":232,"highlight":244,"highlights":249,"text_match":252,"text_match_info":253},{"comment_count":38,"id":233,"is_sticky":38,"permalink":234,"podcastfilter":235,"post_author":143,"post_content":236,"post_date":237,"post_excerpt":44,"post_id":233,"post_modified":238,"post_thumbnail":239,"post_title":240,"post_type":185,"sort_by_date":241,"tag_links":242,"tags":243},"64260","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-23-ottobre-ma-la-notte-no-rossobruni-stragi-di-polizia-nel-biennio-rosso-polonia-vietato-laborto/",[143],"Il nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming\r\n\r\nAscolta e diffondi l’escopost:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/2020-10-23-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n2020 10 23 anarres\r\n\r\n \r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nMa la notte, no. I folli mesi di quest’anno bisesto e funesto ci hanno abituato a tutto. O quasi. La fantasia di chi ci governa è tuttavia senza freni. L’ultima trovata è trasformare la “guerra” al covid in “guerra” alle birrette e ai cicchetti. Coprifuoco notturni ad orario variabile da regione a regione, divieto di bere alcolici in piedi, chiusure anticipate per bar, pub e ristoranti. Il governo criminalizza la notte per non affrontare le proprie responsabilità nella gestione della pandemia. Di giorno, quando i bus caricano studenti e lavoratori sino a scoppiare. Di giorno, quando in fabbrica e nei magazzini della logistica si corre come formiche nel formicaio. Di giorno quando nelle classi pollaio si allunga la lista dei contagiati. Di giorno, quando negli ospedali mancano medici, infermieri, oss, medicine, posti letto.\r\nBen poco è stato fatto, nonostante ci siano stati regalati alcuni mesi di tregua prima che la curva dei contagi si impennasse bruscamente. \r\n\r\nRossobruni. Una multiforme e pulviscolare corrente politica attraversa l’estrema destra, in differenti versioni, ma con una indubbia capacità di riemergere dalle nebbie della storia, mutuando stili e pratiche dalla sinistra, in un tentativo di rincorsa e possibile osmosi. \r\nNe parliamo con David Bernardini, autore di Nazionalbolscevismo, breve storia del rossobrunismo in Europa\r\n\r\nLe stragi di polizia durante il biennio rosso\r\nNe parliamo con Daniele Ratti dell’Ateneo Libertario di Milano, autore di “Modena 7 aprile 1920, le stragi di stato durante il biennio rosso”.\r\n\r\nPolonia. Vietato (quasi) del tutto l'aborto\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nLe domenica 1 – 8 – 15 novembre “Birrette, chiacchiere e libreria”. Dalle 18 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nGiornate antimilitariste\r\n\r\nLunedì 2 novembre. 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Me no cuore!\" Con queste parole lo scrittore Robert Montgomery Bird fissò per molto tempo il modo di parlare dei primi abitanti del continente americano. Nel giorno della memoria del genocidio degli Indiani d'America proviamo a ripercorrere l'immagine di questo popolo nella letteratura, nel cinema e nei fumetti. Leggeremo alcune testimonianze di uomini, donne e ragazzi Ojibwa, Shoshone, Creek, Arapaho, Sauk e Pequod che giocano, conciano le pelli, litigano, si sposano, piangono i morti e curano i malati. Si tratta di storie raccolte e trascritte da missionari, giornalisti e ricercatori. Ma venne il tempo in cui alcuni uomini e donne nativi amerindi cominciarono a scrivere in prima persona, senza intermediari, la prima fu Tochmentory (Fiore di Conchiglia), una giovane donna Paiute che andò al college e nel 1883 scrisse la sua autobiografia. Negli \"indian movies\" per molto tempo i pellirosse non parlavano nemmeno, si limitavano al grido di guerra, nel loro villaggio il \"viso pallido\" non entrava se non prigioniero ed era un percorso in una sola direzione, eccetto che per il trafficante rinnegato. Ma ci furono interessanti eccezioni come \"L'amante indiana\" di Delmer Daves del 1950 e \"Il grande cielo\" di Howard Hawks del 1952, il cui protagonista sposa una donna Piedi Neri e resta a vivere con lei nella tribù. Poi ci furono i movimenti degli anni 60, gli americani (almeno alcuni) pensarono di pagare alcuni debiti con i loro primi nemici e arrivò il western critico crepuscolare. Ripercorreremo gli antefatti e lo svolgimento della battaglia di Little Big Horne dove il 25 giugno 1876 i Sioux e i Cheyenne guidati da Cavallo Pazzo sconfissero i soldati del 7° cavalleria comandati del tenente colonnello George Armstrong Custer. Nonostante la modesta entità dell'evento rispetto alle grandi battaglie della storia, Little Big Horne destò enorme scalpore perché fino a quel momento si era ritenuto impossibile che i pellirosse potessero superare in tattica e strategia un esercito moderno in campo aperto, e a lungo si preferì parlare di \"massacro\". Anche nel fumetto molta strada é stata fatta dal giustiziere mascherato Kinowa del 1950 per arrivare a Wakantanka di Hector Oesterheld e Magico Vento di Gianfranco Manfredi. \"Quello che Tex non sa sugli indiani si potrebbe scrivere sul retro di un francobollo!\" . Buon ascolto.\r\n\r\nPer chi vuole saperne di più:\r\n\r\nStephen E. Ambrose \"Cavallo Pazzo e Custer - Il dramma e l'epica nelle vite parallele di due guerrieri americani\" Rizzoli, Milano 1975;\r\n\r\nVine Deloria jr. \"Custer é morto per i vostri peccati - Manifesto indiano \" Jaca Book, Milano 1969;\r\n\r\nDee Brown \"Seppellite il mio cuore a Wounded Knee\" Mondadori, Milano 1970;\r\n\r\nCharles Hamilton (a cura di) \"Sul sentiero guerra - Scritti e testimonianze degli indiani d'America\" Feltrinelli, Milano 1956.\r\n\r\nUnknown\r\n\r\nUnknown","10 Febbraio 2018","2021-07-27 17:02:17","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/02/CAVALLO_PAZZO-200x110.jpg","CAVALLO PAZZO CONTRO CUSTER - LA PERLA DI LABUAN 7/2/2018",1518267619,[269,270,271,272,273,274,275,276],"http://radioblackout.org/tag/cavallo-pazzo/","http://radioblackout.org/tag/delmer-daves/","http://radioblackout.org/tag/george-armstrong-custer/","http://radioblackout.org/tag/howard-hawks/","http://radioblackout.org/tag/kinowa/","http://radioblackout.org/tag/magico-vento/","http://radioblackout.org/tag/tex/","http://radioblackout.org/tag/wakantanka/",[167,165,169,163,151,161,278,157],"Tex",{"post_content":280},{"matched_tokens":281,"snippet":282,"value":283},[70],"uccidere tutti bianchi uomini! Me \u003Cmark>bere\u003C/mark> sangue di bianco uomo! Me","\"Me indiano! Me uccidere tutti bianchi uomini! Me \u003Cmark>bere\u003C/mark> sangue di bianco uomo! Me no cuore!\" Con queste parole lo scrittore Robert Montgomery Bird fissò per molto tempo il modo di parlare dei primi abitanti del continente americano. Nel giorno della memoria del genocidio degli Indiani d'America proviamo a ripercorrere l'immagine di questo popolo nella letteratura, nel cinema e nei fumetti. Leggeremo alcune testimonianze di uomini, donne e ragazzi Ojibwa, Shoshone, Creek, Arapaho, Sauk e Pequod che giocano, conciano le pelli, litigano, si sposano, piangono i morti e curano i malati. Si tratta di storie raccolte e trascritte \u003Cmark>da\u003C/mark> missionari, giornalisti e ricercatori. Ma venne il tempo in cui alcuni uomini e donne nativi amerindi cominciarono a scrivere in prima persona, senza intermediari, la prima fu Tochmentory (Fiore di Conchiglia), una giovane donna Paiute che andò al college e nel 1883 scrisse la sua autobiografia. Negli \"indian movies\" per molto tempo i pellirosse non parlavano nemmeno, si limitavano al grido di guerra, nel loro villaggio il \"viso pallido\" non entrava se non prigioniero ed era un percorso in una sola direzione, eccetto che per il trafficante rinnegato. Ma ci furono interessanti eccezioni come \"L'amante indiana\" di Delmer Daves del 1950 e \"Il grande cielo\" di Howard Hawks del 1952, il cui protagonista sposa una donna Piedi Neri e resta a vivere con lei nella tribù. Poi ci furono i movimenti degli anni 60, gli americani (almeno alcuni) pensarono di pagare alcuni debiti con i loro primi nemici e arrivò il western critico crepuscolare. Ripercorreremo gli antefatti e lo svolgimento della battaglia di Little Big Horne dove il 25 giugno 1876 i Sioux e i Cheyenne guidati \u003Cmark>da\u003C/mark> Cavallo Pazzo sconfissero i soldati del 7° cavalleria comandati del tenente colonnello George Armstrong Custer. Nonostante la modesta entità dell'evento rispetto alle grandi battaglie della storia, Little Big Horne destò enorme scalpore perché fino a quel momento si era ritenuto impossibile che i pellirosse potessero superare in tattica e strategia un esercito moderno in campo aperto, e a lungo si preferì parlare di \"massacro\". Anche nel fumetto molta strada é stata fatta dal giustiziere mascherato Kinowa del 1950 per arrivare a Wakantanka di Hector Oesterheld e Magico Vento di Gianfranco Manfredi. \"Quello che Tex non sa sugli indiani si potrebbe scrivere sul retro di un francobollo!\" . Buon ascolto.\r\n\r\nPer chi vuole saperne di più:\r\n\r\nStephen E. Ambrose \"Cavallo Pazzo e Custer - Il dramma e l'epica nelle vite parallele di due guerrieri americani\" Rizzoli, \u003Cmark>Milano\u003C/mark> 1975;\r\n\r\nVine Deloria jr. \"Custer é morto per i vostri peccati - Manifesto indiano \" Jaca Book, \u003Cmark>Milano\u003C/mark> 1969;\r\n\r\nDee Brown \"Seppellite il mio cuore a Wounded Knee\" Mondadori, \u003Cmark>Milano\u003C/mark> 1970;\r\n\r\nCharles Hamilton (a cura di) \"Sul sentiero guerra - Scritti e testimonianze degli indiani d'America\" Feltrinelli, \u003Cmark>Milano\u003C/mark> 1956.\r\n\r\nUnknown\r\n\r\nUnknown",[285],{"field":84,"matched_tokens":286,"snippet":282,"value":283},[70],1731669220158079000,{"best_field_score":289,"best_field_weight":134,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":38,"score":290,"tokens_matched":90,"typo_prefix_score":38},"1116681273344","1731669220158079089",6637,{"collection_name":185,"first_q":23,"per_page":29,"q":23},5,["Reactive",295],{},["Set"],["ShallowReactive",298],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fmEJzYlVGIxsPlUwzkDakRJ5YneQHyWZTcsmvfsZAmyw":-1},true,"/search?query=milano+da+bere"]