","approfondimento sugli arresti di sabato 27 febbraio a Barcellona","post",1614879489,[62,63,64,65,66,67,68,69,70,71],"http://radioblackout.org/tag/borboni/","http://radioblackout.org/tag/cartalunya/","http://radioblackout.org/tag/indipendentismo/","http://radioblackout.org/tag/monarchia/","http://radioblackout.org/tag/pablo-hasel/","http://radioblackout.org/tag/repressione/","http://radioblackout.org/tag/riots/","http://radioblackout.org/tag/spagna/","http://radioblackout.org/tag/tentato-omicidio/","http://radioblackout.org/tag/violenza-della-polizia/",[73,74,75,76,77,19,78,79,80,81],"borboni","cartalunya","Indipendentismo","monarchia","pablo hasél","riots","Spagna","tentato omicidio","violenza della polizia",{"tags":83},[84,86,88,90,93,95,97,99,101,103],{"matched_tokens":85,"snippet":73},[],{"matched_tokens":87,"snippet":74},[],{"matched_tokens":89,"snippet":75},[],{"matched_tokens":91,"snippet":92},[76],"\u003Cmark>monarchia\u003C/mark>",{"matched_tokens":94,"snippet":77},[],{"matched_tokens":96,"snippet":19},[],{"matched_tokens":98,"snippet":78},[],{"matched_tokens":100,"snippet":79},[],{"matched_tokens":102,"snippet":80},[],{"matched_tokens":104,"snippet":81},[],[106],{"field":36,"indices":107,"matched_tokens":108,"snippets":110},[14],[109],[76],[92],578730123365712000,{"best_field_score":113,"best_field_weight":114,"fields_matched":24,"num_tokens_dropped":48,"score":115,"tokens_matched":24,"typo_prefix_score":48},"1108091339008",13,"578730123365711977",{"document":117,"highlight":138,"highlights":142,"text_match":146,"text_match_info":147},{"cat_link":118,"category":119,"comment_count":48,"id":120,"is_sticky":48,"permalink":121,"post_author":122,"post_content":123,"post_date":124,"post_excerpt":54,"post_id":120,"post_modified":125,"post_thumbnail":126,"post_thumbnail_html":127,"post_title":128,"post_type":59,"sort_by_date":129,"tag_links":130,"tags":135},[45],[47],"31678","http://radioblackout.org/2015/10/il-regime-marocchino-e-una-monarchia-assoluta/","info","Ieri si è interrotta una lunga serie di scioperi dela fame, che accomunano le lotte dalla Palestina (detenuti amministrativi sottoposti alla repressione israeliana) a quelle poco consociute dell'opposizione marocchina al re (giovani oppositori del regime assolutista di Mohamed VI, detenuti anche loro senza che sia ascritto o contestato alcun reato), fatto passare dai media occidentali e non solo come un monarca democratico e illuminato; in realtà scaltro burattinaio di un sistema che gli conferisce ogni potere.\r\n\r\nPer farci spiegare meglio cosa succede in Marocco, quali i temi in discussione, quali soggetti - anche internazionali - sono coinvolti, quali affari e ambiti sono oggetto di interesse da parte del potere finanziario, economico e politico, come funzionano le consultazioni elettorali come l'ultima di nemmeno un mese fa e, fuori dal paese, quali iniziative di resistenza vengono intraprese da chi ha lasciato il paese maghrebino, ci siamo fatti aiutare da Mhamed:\r\n\r\nUnknown\r\n\r\n ","1 Ottobre 2015","2015-10-06 11:07:37","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/10/2015_10_01-mohammed6-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"168\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/10/2015_10_01-mohammed6-300x168.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","Il regime marocchino è una monarchia assoluta",1443700188,[131,132,133,134],"http://radioblackout.org/tag/detenzione-amministrativa/","http://radioblackout.org/tag/marocco/","http://radioblackout.org/tag/mobilitazione-emigrati-marocchini/","http://radioblackout.org/tag/sciopero-della-fame-detenuti/",[136,15,35,137],"detenzione amministrativa","sciopero della fame detenuti",{"post_title":139},{"matched_tokens":140,"snippet":141,"value":141},[76],"Il regime marocchino è una \u003Cmark>monarchia\u003C/mark> assoluta",[143],{"field":144,"matched_tokens":145,"snippet":141,"value":141},"post_title",[76],578730123365187700,{"best_field_score":148,"best_field_weight":40,"fields_matched":24,"num_tokens_dropped":48,"score":149,"tokens_matched":24,"typo_prefix_score":48},"1108091338752","578730123365187705",{"document":151,"highlight":176,"highlights":181,"text_match":146,"text_match_info":185},{"cat_link":152,"category":153,"comment_count":48,"id":154,"is_sticky":48,"permalink":155,"post_author":156,"post_content":157,"post_date":158,"post_excerpt":54,"post_id":154,"post_modified":159,"post_thumbnail":160,"post_thumbnail_html":161,"post_title":162,"post_type":59,"sort_by_date":163,"tag_links":164,"tags":170},[45],[47],"99915","http://radioblackout.org/2025/09/dieci-giorni-di-fuoco-una-cronaca-della-rivolta-in-nepal/","info2","In Nepal, gli ultimi dieci giorni hanno scompaginato lo scenario politico. A quasi vent'anni dalla rivoluzione che aveva deposto la monarchia, il sistema politico nepalese consolidato è entrato in una forte crisi di legittimità. A partire da una sospensione e limitazione all'uso dei social network, è esplosa una rabbia popolare, particolarmente espressa dalle fasce di popolazione più giovani e diretta verso un sistema di corruzione e privilegi di cui il sistema politico è considerato il punto nevralgico. Palazzi del potere assaltati nella capitale e messi in fuga gli esponenti politici principali, si è determinato un momentaneo passaggio di poteri garantito dai militari e con figure istituzionali che ancora godono di fiducia popolare per condurre a nuove elezioni il paese. Con Marco Santopadre, de ilmanifesto e Pagine Esteri, abbiamo provato ad andare in profondità della situazione: leggere le fratture sociali entro cui a preso forza la rivolta, i sentimenti del paese tra voglia di riscatto sociale, nostalgie monarchiche e le strettoie tra attori di scala mondiale, come Cina e India.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/santopadre.mp3\"][/audio]","19 Settembre 2025","2025-09-19 16:59:46","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/sushanta-rokka-bIzfj5RCVJo-unsplash-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/sushanta-rokka-bIzfj5RCVJo-unsplash-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/sushanta-rokka-bIzfj5RCVJo-unsplash-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/sushanta-rokka-bIzfj5RCVJo-unsplash-1024x768.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/sushanta-rokka-bIzfj5RCVJo-unsplash-768x576.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/sushanta-rokka-bIzfj5RCVJo-unsplash-1536x1152.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/sushanta-rokka-bIzfj5RCVJo-unsplash-2048x1536.jpg 2048w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Dieci giorni di fuoco. Una cronaca della rivolta in Nepal",1758298558,[165,166,167,168,169],"http://radioblackout.org/tag/corruzione/","http://radioblackout.org/tag/nepal/","http://radioblackout.org/tag/riot/","http://radioblackout.org/tag/rivolte/","http://radioblackout.org/tag/social-network/",[171,172,173,174,175],"corruzione","Nepal","riot","rivolte","social network",{"post_content":177},{"matched_tokens":178,"snippet":179,"value":180},[76],"rivoluzione che aveva deposto la \u003Cmark>monarchia\u003C/mark>, il sistema politico nepalese consolidato","In Nepal, gli ultimi dieci giorni hanno scompaginato lo scenario politico. A quasi vent'anni dalla rivoluzione che aveva deposto la \u003Cmark>monarchia\u003C/mark>, il sistema politico nepalese consolidato è entrato in una forte crisi di legittimità. 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Manifestazioni di confini selettivi, più che porosi, che lasciano filtrare solo unilateralmente.\r\nMa l'uso di queste forme di ricatto, tenere sotto scacco attraverso il controllo di un elemento considerato invasivo dal mondo opulento, da cosa è dettato in realtà? non può trattarsi solo della presenza del presidente della repubblica araba saharawi democratica (Rasd), gravemente malato, a scatenare una tale furia. In realtà le cause sono nella crisi economica che attraverso tutto il Maghreb: sia l'Algeria – da sempre rivale del Marocco – alle prese con le rivolte dell'Hirak, e la diplomazia algerina era il principale sostegno per gli esuli saharawi in territorio algerina; sia la Tunisia, che dopo 10 anni dalla cacciata di Ben Ali vede acuite le disparità tra classi sociali; la Libia si dibatte ancora in una guerra per procura infinita con divisioni lancinanti; il Marocco è in forti difficoltà economiche, a causa del Covid, e le tensioni interne sono ai massimi dalla morte di Hassan II (2001), un periodo di forti repressioni, che per tradizione scaturiscono innanzitutto nel Rif – vera ispirazione per le rivolte dell'Hirak – e dall'incidente di Guergerat (https://www.spreaker.com/user/ogzero/2020-11-26-karim-saharawi02-stallo-escal) sempre più militanti sono incarcerati.\r\nLe debolezze del Maghreb sono sullo sfondo del bisogno di controllo di territorio, sue risorse, porzioni di Zone esclusive di mare indispensabili per pose di cavi, gasdotti... industria ittica (le acque del Sahara occidentale sono tra le più pescose): la maggioranza delle potenze occidentali si è schierata a favore del colonialismo marocchino, tranne Spagna e Germania; piegando le resistenze soprattutto della prima Mohammed VI è certo di potersi annettere il territorio del popolo saharawi. Ma i legami tra Polisario e Spagna (e Cuba: a L'Havana si è formata l'intellighenzia saharawi) sono forti e questo appoggio è difficile da scardinare per la monarchia alawide, che oltre all'impatto dei migranti sulla frontiera di Ceuta può avvalersi di diritti di passaggio per i gasdotti algerini verso Almeria e infatti il Marocco ha già anticipato che non rinnoverà i diritti del gasdotto \"Maghreb-Europa\" in scadenza, che è vitale per Madrid.\r\nKarim Metref conosce molto bene l'area del Maghreb occidentale e con lui possiamo azzardare un'analisi delle reazioni e delle conseguenze derivanti dalla nuova spallata delle potenze occidentali a favore del Marocco nel contenzioso coloniale del Sahara occidentale, ma soprattutto cercare di individuare quali sono gli autentici motivi e processi riconducibili a costruzioni di gasdotti e sfruttamento di fosfati.\r\n\r\nAscolta \"Cosa celano le pressioni di Rabat sulla UE\" su Spreaker.","30 Maggio 2021","2021-05-30 16:41:49","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/05/medgaz-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/05/medgaz-300x225.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/05/medgaz-300x225.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/05/medgaz-768x576.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/05/medgaz.jpeg 900w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Cosa celano le pressioni di Rabat sulla UE",1622392909,[202,203,204,205,206,207,208,209,210,211,212,213,214],"http://radioblackout.org/tag/elfarodeceuta/","http://radioblackout.org/tag/janmarot/","http://radioblackout.org/tag/karimetref/","http://radioblackout.org/tag/ceutamelilla/","http://radioblackout.org/tag/frontepolisario/","http://radioblackout.org/tag/mohammedvi/","http://radioblackout.org/tag/rabat/","http://radioblackout.org/tag/rasd/","http://radioblackout.org/tag/saharaoccidentale/","http://radioblackout.org/tag/ceuta/","http://radioblackout.org/tag/hirak/","http://radioblackout.org/tag/rif/","http://radioblackout.org/tag/saharawi/",[216,217,218,219,220,221,222,223,224,225,226,227,22],"#@elfarodeceuta","#@janmarot","#@karimetref","#ceutamelilla","#frontepolisario","#mohammedvi","#rabat","#rasd","#saharaoccidentale","Ceuta","Hirak","rif",{"post_content":229},{"matched_tokens":230,"snippet":231,"value":232},[76],"difficile da scardinare per la \u003Cmark>monarchia\u003C/mark> alawide, che oltre all'impatto dei","Rabat preme sulla UE per proseguire l'occupazione coloniale e lo fa usando anche le bombe umane da riversare come sale sulle ferite razziste della Comunità europea: contiene talmente tanti disperati alle porte delle enclave spagnole in terra africana, vestigia veterocoloniale, che può riversarli come massa critica quando gli serve per rivendicare sovranità su un territorio occupato da quasi 50 anni con una formula neocoloniale e per procura dell'industria francese che ha bisogno di fosfati. 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Dal paragone tra i due monarchi si è sollevata una sorta di Rivoluzione Culturale. Ecco, cominciamo la puntata di oggi 21 gennaio con la condanna per lesa maestà a 43 anni di carcere a una 65enne, Anchan Preelert, rea di aver insultato la famiglia reale su Facebook e YouTube nei giorni del colpo di stato di Prayuth nel 2014; aveva già patito la carcerazione dal 2015 al 2018 per lo stesso reato e la pena a 87 anni di galera è stata dimezzata, perché si è dichiarata colpevole. Quella legge simbolo del retaggio dell'antico regno del Siam, che ci ricorda che la Thailandia è ancora una monarchia assoluta, è tra gli obiettivi del Free Youth Movement che ha portato in piazza migliaia di giovani il cui mondo di riferimento è completamente avulso da quello della monarchia, pur vivendo la cultura e i ritmi tailandesi. Sabrina Moles ce ne parla anche alla luce dell'aumento del numero di arresti e con nelle cuffie i pezzi dei Rap Against Dictatorship.\r\n\r\nSempre sull’onda dei sovrani siamo passati all’impero del sol levante per affrontare la modalità nipponica di reazione al Covid: il ministro incaricato a occuparsi del piano vaccinale non è quello della Sanità, ma quello delle Riforme, Kono Taro, perché è uno di cui i giapponesi si fidano, perché ha un significato relativo alal considerazione della pandemia che evidentemente viene considerata un’occasione per applicare riforme del sistema socio-sanitario e poi soprattutto perché... Kono Taro è un lobbysta con molti agganci all’estero e nella corsa al vaccino innescata tra i paesi più potenti – e l’ingresso prepotente nella competizione per accaparrarsi più vaccini si è inserita l’America di Biden... Dal Giappone proviene anche la questione nucleare e lo studio di fonti rinnovabili sullo sfondo di Fukushima.\r\n\r\nMa anche la politica cinese guarda al proprio vaccino come potenziale Soft Power Vaccine Diplomacy che può far entrare definitivamente nell’orbita cinese molti paesi più poveri che non vengono considerati da Pfizer o Astra Zeneca che intendono trarre il massimo profitto e quindi privilegiano la distribuzione presso chi può pagare. Dunque il vaccino cinese si va diffondendo come profeta di politica e accordi commerciali futuri nei paesi vicini del Sudest asiatico e in Africa; anche sottraendo dosi al fabbisogno interno. Intanto è in corso una campagna di sensibilizzazione dei cittadini cinesi a evitare spostamenti per il Capodanno cinese (la luna nuova tra l’11 e il 12 febbraio) che l’anno scorso aveva contribuito a diffondere il contagio.\r\n\r\n[caption id=\"attachment_66183\" align=\"alignright\" width=\"300\"] A livestreamer promotes personal hygiene products at a livestreaming base during Alibaba Group Holding Ltd.'s annual November 11 Singles' Day online shopping event in Hangzhou, China, on Wednesday, Nov. 11, 2020. Alibaba kicked off the world’s biggest shopping binge on Wednesday, an annual frenzy of consumption for hundreds of millions of people that this year will also serve as the best barometer so far of China’s post-pandemic recovery.[/caption]\r\n\r\nQuando si comincia ad affrontare la politica cinese si deve mettere in relazione al rapporto con gli Usa. L’ultimo gesto dell’amministrazione Trump è stato quello di accusare di “genocidio” i sistemi applicati dal regime di Xi nei confronti delle popolazioni dello Xingiang. Ma anche i primi gesti di Biden sono risultati altrettanto muscolari: Avril Haines, ex vicedirettrice della Cia, candidata alla guida della National Intelligence, ha rilasciato un discorso che lascia presagire il proseguimento di una linea dura nei confronti di Pechino. «Il nostro approccio deve evolvere e sostanzialmente adattarsi alla realtà che oggi vede la Cina particolarmente assertiva e aggressiva», ha inoltre sottolineato la necessità di stanziare più risorse per fronteggiare la superpotenza soprattutto in riferimento agli attacchi informatici. E questo ci porta a riprendere la questione delle piattaforme social così diffuse in Cina e attraverso le quali passa ogni gesto quotidiano: lavoro, svago, spostamenti, informazione, accordi, relazioni... come se si trattasse autenticamente di un paese socialista è stata avanzata la proposta di tassare i proventi pubblicitari dei social e ridistribuirli agli utenti che li producono con il loro uso delle piattaforme. E forse non è un caso che sia riapparso Jack Ma, però anche come testimonial di come e quanto è ammessa l’esposizione pubblica (e quindi politica) di un tycoon a Pechino.\r\n\r\nDa ultimo affrontiamo il fenomeno dell’Hanfu, cioè il recupero dei costumi delal tradizione classica dell’era Han, che al di là del folklore ha un valore nazionalista, di appartenenza etnica han e soprattutto di... business\r\n\r\nQui come sono stati sviluppati questi argomenti da Sabrina Moles:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/OrientePress05.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","24 Gennaio 2021","2021-01-24 23:04:40","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/social-media-tax-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/social-media-tax-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/social-media-tax-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/social-media-tax-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/social-media-tax.jpg 960w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Onde indopacifiche #05",1611513721,[251,252,253,254,255,256,257,258],"http://radioblackout.org/tag/anchan-preelert/","http://radioblackout.org/tag/cina/","http://radioblackout.org/tag/jack-ma/","http://radioblackout.org/tag/lesa-maesta/","http://radioblackout.org/tag/rama-x/","http://radioblackout.org/tag/soft-power-vaccine-diplomacy/","http://radioblackout.org/tag/thailandia/","http://radioblackout.org/tag/xingiang/",[260,261,262,263,264,265,17,266],"Anchan Preelert","cina","Jack Ma","lesa maestà","Rama X","Soft Power Vaccine Diplomacy","Xingiang",{"post_content":268},{"matched_tokens":269,"snippet":270,"value":271},[76],"in discussione è l'istituzione della \u003Cmark>monarchia\u003C/mark>, ma perché una rivoluzione è","In Thailandia in discussione è l'istituzione della \u003Cmark>monarchia\u003C/mark>, ma perché una rivoluzione è già stata compiuta, ma dall'attuale sovrano, che ha preteso di gestire come proprio il tesoro dello stato, poi ha assunto il diritto di nominare le alte cariche religiose e infine ha assunto il controllo delle forze militari di Bangkok. Dal paragone tra i due monarchi si è sollevata una sorta di Rivoluzione Culturale. Ecco, cominciamo la puntata di oggi 21 gennaio con la condanna per lesa maestà a 43 anni di carcere a una 65enne, Anchan Preelert, rea di aver insultato la famiglia reale su Facebook e YouTube nei giorni del colpo di stato di Prayuth nel 2014; aveva già patito la carcerazione dal 2015 al 2018 per lo stesso reato e la pena a 87 anni di galera è stata dimezzata, perché si è dichiarata colpevole. Quella legge simbolo del retaggio dell'antico regno del Siam, che ci ricorda che la Thailandia è ancora una \u003Cmark>monarchia\u003C/mark> assoluta, è tra gli obiettivi del Free Youth Movement che ha portato in piazza migliaia di giovani il cui mondo di riferimento è completamente avulso da quello della \u003Cmark>monarchia\u003C/mark>, pur vivendo la cultura e i ritmi tailandesi. Sabrina Moles ce ne parla anche alla luce dell'aumento del numero di arresti e con nelle cuffie i pezzi dei Rap Against Dictatorship.\r\n\r\nSempre sull’onda dei sovrani siamo passati all’impero del sol levante per affrontare la modalità nipponica di reazione al Covid: il ministro incaricato a occuparsi del piano vaccinale non è quello della Sanità, ma quello delle Riforme, Kono Taro, perché è uno di cui i giapponesi si fidano, perché ha un significato relativo alal considerazione della pandemia che evidentemente viene considerata un’occasione per applicare riforme del sistema socio-sanitario e poi soprattutto perché... Kono Taro è un lobbysta con molti agganci all’estero e nella corsa al vaccino innescata tra i paesi più potenti – e l’ingresso prepotente nella competizione per accaparrarsi più vaccini si è inserita l’America di Biden... Dal Giappone proviene anche la questione nucleare e lo studio di fonti rinnovabili sullo sfondo di Fukushima.\r\n\r\nMa anche la politica cinese guarda al proprio vaccino come potenziale Soft Power Vaccine Diplomacy che può far entrare definitivamente nell’orbita cinese molti paesi più poveri che non vengono considerati da Pfizer o Astra Zeneca che intendono trarre il massimo profitto e quindi privilegiano la distribuzione presso chi può pagare. Dunque il vaccino cinese si va diffondendo come profeta di politica e accordi commerciali futuri nei paesi vicini del Sudest asiatico e in Africa; anche sottraendo dosi al fabbisogno interno. Intanto è in corso una campagna di sensibilizzazione dei cittadini cinesi a evitare spostamenti per il Capodanno cinese (la luna nuova tra l’11 e il 12 febbraio) che l’anno scorso aveva contribuito a diffondere il contagio.\r\n\r\n[caption id=\"attachment_66183\" align=\"alignright\" width=\"300\"] A livestreamer promotes personal hygiene products at a livestreaming base during Alibaba Group Holding Ltd.'s annual November 11 Singles' Day online shopping event in Hangzhou, China, on Wednesday, Nov. 11, 2020. Alibaba kicked off the world’s biggest shopping binge on Wednesday, an annual frenzy of consumption for hundreds of millions of people that this year will also serve as the best barometer so far of China’s post-pandemic recovery.[/caption]\r\n\r\nQuando si comincia ad affrontare la politica cinese si deve mettere in relazione al rapporto con gli Usa. L’ultimo gesto dell’amministrazione Trump è stato quello di accusare di “genocidio” i sistemi applicati dal regime di Xi nei confronti delle popolazioni dello Xingiang. Ma anche i primi gesti di Biden sono risultati altrettanto muscolari: Avril Haines, ex vicedirettrice della Cia, candidata alla guida della National Intelligence, ha rilasciato un discorso che lascia presagire il proseguimento di una linea dura nei confronti di Pechino. «Il nostro approccio deve evolvere e sostanzialmente adattarsi alla realtà che oggi vede la Cina particolarmente assertiva e aggressiva», ha inoltre sottolineato la necessità di stanziare più risorse per fronteggiare la superpotenza soprattutto in riferimento agli attacchi informatici. E questo ci porta a riprendere la questione delle piattaforme social così diffuse in Cina e attraverso le quali passa ogni gesto quotidiano: lavoro, svago, spostamenti, informazione, accordi, relazioni... come se si trattasse autenticamente di un paese socialista è stata avanzata la proposta di tassare i proventi pubblicitari dei social e ridistribuirli agli utenti che li producono con il loro uso delle piattaforme. E forse non è un caso che sia riapparso Jack Ma, però anche come testimonial di come e quanto è ammessa l’esposizione pubblica (e quindi politica) di un tycoon a Pechino.\r\n\r\nDa ultimo affrontiamo il fenomeno dell’Hanfu, cioè il recupero dei costumi delal tradizione classica dell’era Han, che al di là del folklore ha un valore nazionalista, di appartenenza etnica han e soprattutto di... business\r\n\r\nQui come sono stati sviluppati questi argomenti da Sabrina Moles:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/OrientePress05.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",[273],{"field":183,"matched_tokens":274,"snippet":270,"value":271},[76],{"best_field_score":148,"best_field_weight":186,"fields_matched":24,"num_tokens_dropped":48,"score":187,"tokens_matched":24,"typo_prefix_score":48},{"document":277,"highlight":295,"highlights":300,"text_match":146,"text_match_info":303},{"cat_link":278,"category":279,"comment_count":48,"id":280,"is_sticky":48,"permalink":281,"post_author":122,"post_content":282,"post_date":283,"post_excerpt":54,"post_id":280,"post_modified":284,"post_thumbnail":285,"post_thumbnail_html":286,"post_title":287,"post_type":59,"sort_by_date":288,"tag_links":289,"tags":292},[45],[47],"65051","http://radioblackout.org/2020/12/uno-sguardo-sulle-proteste-in-thailandia/","Le recenti mobilitazioni in Thailandia si sono contraddistinte dal largo utilizzo, nelle prime linee, di papere gonfiabili gialle. Le papere hanno avuto il doppio effetto di proteggere dalla polizia e diventare elemento iconico in grado di connotare le proteste thailandesi e farle risaltare nella cronaca internazionale. Oltre all'opposizione ai militari e alla monarchia, quali sono gli obiettivi di questi movimenti? Quali la composizione e le pratiche? Ne abbiamo parlato con Emanuele Giordana, giornalista ed esperto di Sudest Asiatico.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/thai.mp3\"][/audio]","2 Dicembre 2020","2020-12-02 17:39:44","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/thai-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/thai-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/thai-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/thai-1024x683.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/thai-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/thai.jpg 1200w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Uno sguardo sulle proteste in Thailandia",1606930784,[290,291,257],"http://radioblackout.org/tag/papere-gialle-gonfiabili/","http://radioblackout.org/tag/proteste/",[293,294,17],"papere gialle gonfiabili","proteste",{"post_content":296},{"matched_tokens":297,"snippet":298,"value":299},[76],"all'opposizione ai militari e alla \u003Cmark>monarchia\u003C/mark>, quali sono gli obiettivi di","Le recenti mobilitazioni in Thailandia si sono contraddistinte dal largo utilizzo, nelle prime linee, di papere gonfiabili gialle. 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da questo primo spunto si è sviluppata una disamina che ha coinvolto il Pakistan, con il quale l'Arabia Saudita ha stipulato un accordo di reciproco supporto in caso di aggressione, la centralità della spianata nei livelli di provocazione dell'entità ebraica, il dilettantismo trumpiano, finendo con rievocare la distruzione di vestigia e tradizioni culturali perpetrate dall'esercito americano nel recente passato, con lo stesso spregio coloniale e supponente dell'Idf, partendo dal presupposto di detenere il monopolio della cultura di riferimento.\r\nPer contiguità con la regione mediorientale abbiamo proseguito nella carrellata di conflitti che costellano il pianeta, attraversando Bab-al Mandab, ed è toccato a Matteo Palamidesse accompagnarci tra le divisioni armate dell'Africa orientale, dove l'attivazione della diga etiope Gerd sul Nilo Azzurro funge da pretesto per alimentare le divisioni etniche, le rivendicazioni di indipendenza e i campi contrapposti appoggiati da potenze straniere, coinvolgendo il territorio del Corno d'Africa ed estendendosi fino all'assedio di stampo medievale attuato dalle Rsf di Dagalo su Al Fashir nell'Est del Sudan, dove si consumano stragi quotidiane, l'ultima delle quali è avvenuta con un drone su una moschea che ha causato 75 morti poche ore dopo il racconto di Matteo ai nostri microfoni.\r\nL'elenco di conflitti, proteste e insurrezioni è poi proseguito in Sudest asiatico con Emanuele Giordana, che ci ha illustrato gli intrighi, collegati agli interessi delle scam city e del mondo dell'azzardo per quel che riguarda le scaramucce tra Thailandia e Cambogia e che hanno portato a un rivolgimento politico rischioso per la tradizionale suscettibilità dei militari thai, sempre pronti a sciogliere la conduzione democratica del paese, ora in mano a una nuova coalizione anodina condotta da Anutin Charnvirakul con l'appoggio esterno del Partito popolare (ex Move Forward), dopo la destituzione della famiglia Shinawatra; sempre con il reporter esperto delle questioni estremo orientali abbiamo poi raggiunto il Nepal dove si è assistito a un nuovo episodio delle rivolte della macroarea nell'ultimo anno (dopo Bangla Desh e Sri Lanka) che hanno portato alla destituzione del governo corrotto filocinese; senza tralasciare il pugno di ferro di Prabowo che riprende la tradizione repressiva dell'Indonesia.\r\nLa lunga puntata si è conclusa in Latinamerica con Andrea Cegna inseguendo altri venti di guerra, anche questi scatenati dall'Impero americano in declino: le War on Drugs di nixoniana memoria, ripristinate dall'amministrazione Trump come pretesto per colpire i nemici del cortile di casa; così si è parlato di quale sia il significato ancora del regime bolivariano in Venezuela, ma anche del contrasto in Caribe e quale ruolo svolga il Mexico di Scheinbaum, riservandoci di affrontare tra un mese le alterne fortune del neoliberismo nel mondo latinoamericano, in particolare quello incarnato da Milei che ha subito sì una sonora sconfitta a Buenos Aires, ma in ottobre per le elezioni del Parlamento può ambire a un numero maggiore di rappresentanti eletti tra le sue file.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nOil non olet\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/3iOadt0OjeBCBS2wCkHYV6?si=2mNA3bJ4QpaubkOL24hdvg\r\n\r\nSi sono sprecati tutti gli aggettivi più vieti possibili per esprimere indignazione per l’efferatezza delle operazioni militari di Idf agli ordini politici del governo fascista di Netanyahu, sempre rispettando il diritto di Israele a perpetuare un genocidio in quanto popolo eletto, ma di fronte alla sorpresa per il bombardamento della delegazione riunita a valutare proposte di “pace” nel territorio sovrano del Qatar, una nazione filoamericana che ospita la più grossa base statunitense nel Sudovest asiatico e ha regalato l’aereo presidenziale come omaggio al nuovo imperatore, sono venute meno le inani riprovazioni e i vicini sauditi si sono rivolti al Pakistan in cerca di ombrello nucleare e protezione. La credibilità dell’amministrazione Trump è scomparsa del tutto e il volto mascherato di sangue dello Stato ebraico è apparso improvvisamente con i suoi veri connotati al mondo arabo, che ha sempre abbandonato le genti di Palestina al loro destino sacrificale, in cambio di affari.\r\nIl raid israeliano a Doha ha superato il perimetro del conflitto con Hamas: ha squassato regole non scritte, infranto la logica del territorio mediatore, e messo in discussione l’intero schema di alleanze della diplomazia araba, quella stessa che ha permesso al Mossad le peggiori turpitudini e fornito appoggio per operazioni nell'area contro gli avversari di Israele, che con il suo istinto da scorpione ha punto persino il proprio cavallo di Troia nella regione. Il Qatar, lungi dall’essere un bersaglio secondario, entra nella storia come simbolo della frattura tra potenza militare israeliana e coesione regionale arabo-americana, dando spazio a una alleanza di nuovo stampo con una potenza nucleare che fa parte della Belt Road cinese e si approvvigiona da Pechino per i suoi ordigni, come la filosionista India si è accorta nell'ultimo conflitto di pochi mesi fa.\r\nForse ora tutti si accorgeranno che la volontà di cancellazione di ogni traccia di vita e cultura araba dal territorio della Israele biblica coinvolge anche le vestigia e le tradizioni mondiali, ma questo risultato è stato possibile perché tutto ciò che stanno perpetrando i sionisti è già stato sperimentato dai governi di Washington, per esempio in Iraq, dove sono state ridotte in briciole dallo spregio dell’esercito americano testimonianze artistiche e culturali millenarie. Questo è reso possibile dalla presunzione che l’unica vera cultura sia quella ebraico-cristiana e tutti gli altri sono semplici colonizzati senza cultura propria.\r\nQuesti sono i prodromi perché quando gli invasati come Smotrich e Ben Gvir picconeranno la moschea di Gerusalemme, come già hanno cominciato a fare, Al-Aqsa sarà la soglia oltre alla quale la hybris ebraica renderà conto dei suoi abusi, perché la rivolta a quel punto non coinvolgerà solo i milioni di palestinesi, ma i miliardi di musulmani. E gli accordi finanziari, gli interessi per i resort progettati su una Striscia di concentramento e sterminio nulla potranno di fronte alla rivendicazione culturale delle masse oltraggiate dall’impunità israeliana.\r\nGià la trasferta di Rubio a Doha si è risolta in un fallimento: nonostante il giorno prima la riunione dei paesi coinvolti avesse balbettato, come una qualunque Unione europea, L’emiro Tamim ha chiesto i risarcimenti per i danni causati nel bombardamento israeliano su Doha, le scuse ufficiali e l’impegno di Netanyahu a non ripetere più la sua prepotenza e soprattutto di bloccare le uccisioni di innocenti a Gaza.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/Oil-non-olet-in-Qatar.mp3\"][/audio]\r\n\r\nAltri temi inerenti all'aggressione colonialista israeliana degli ultimi 80 anni si trovano qui\r\n\r\n\r\n\r\nIrresolubili contrasti che trovano nell'acqua del Nilo pretesti per perpetuarsi\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/dalla-diga-sul-nilo-all-assedio-di-al-fashir-conflitti-in-africa-orientale--67835929\r\n\r\nFinalmente a inizio settembre si è inaugurata Gerd, la grande diga sul Nilo Azzurro voluta da Ahmed e che non solo approvvigionerebbe Etiopia, Sudan, Kenya e Gibuti di energia elettrica, ma coprirebbe il 20% dei consumi dell’Africa orientale. In questo anno in cui il bacino idrico si è andato riempiendo i dati dimostrano che questo non è avvenuto a detrimento dei paesi a valle, eppure i motivi di attrito con l’Egitto non scemano e anzi si dispiegano truppe del Cairo in Somalia, evidenziando alleanze e divisioni legate ad altri dossier, quali lo sbocco al mare in Somaliland (proprio la regione che per essere riconosciuta da Usa e Israele è disposta a ospitare i gazawi deportati) per Addis Abeba, o gli scontri interetnici sia a Nord in Puntland, che nel Jubbaland a Sud. Matteo Palamidesse ci aiuta a districarci ancora una volta in mezzo a queste dispute, ma ci apre anche una finestra sull’orrore attorno ad Al Fashir, città nel Sudan occidentale con 300.000 abitanti assediati dalle milizie delle Forze di intervento rapido di Hemedti; le sue parole a questo proposito vengono registrate qualche ora prima che un attacco contro una moschea proprio nei dintorni della città del Darfur ai confini con il Ciad il 19 settembre producesse 75 morti.\r\nNon poteva mancare anche uno sguardo al Sud Sudan nel giorno in cui è stato reso noto il rapporto della Commissione delle Nazioni Unite per i diritti umani in Sud Sudan, frutto di due anni di indagini e analisi indipendenti che hanno evidenziato il Saccheggio di una nazione, come riporta il titolo del dossier stesso.\r\n\r\n \r\n\r\nIl dossier africano che racchiude i podcast precedenti si trova qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/Infiniti-squilibri-distopici-in-Africa-orientale.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\nIl capillare cambio di paradigma sistemico in Sudest asiatico\r\n\r\nCon Emanuele Giordana parliamo dei venti di rivolta giovanile che stanno scuotendo alcuni paesi asiatici, un'onda lunga partita dalle rivolte in Sri Lanka nel 2022 e Bangladesh nel 2024 che hanno defenestrato le dinastie al potere reclamando un cambiamento sostanziale . Le cause delle crisi che stanno attraversando alcuni paesi asiatici hanno le loro radici in un sistema di potere autoritario che nega le legittime aspirazioni delle nuove generazioni a una partecipazione concreta alle scelte che condizionano il loro futuro. La crisi economica, le distorsioni nello sviluppo eredità del colonialismo, l'iniqua distribuzione delle risorse, la corruzione imperante, le smodate ricchezze esibite da élite predatorie, l'ingombrante presenza dei militari nella vita politica ed economica, la disoccupazione giovanile e la mancanza di prospettive sono tratti comuni in paesi come la Thailandia, l'Indonesia e con caratteristiche più peculiari il Nepal. Sono paesi dove i giovani sono la maggioranza ma le loro richieste di cambiamento sono state compresse e represse per molto tempo e dove hanno trovato uno sbocco elettorale come in Thailandia i poteri conservatori e legati alla monarchia hanno invalidato l'esito elettorale. La chiamano la generazione \"z\" ma a prescindere dalle definizioni queste rivolte sono il sintomo di una forte richiesta di cambiamento del modello di accumulazione che ha contraddistinto la tumultuosa crescita dei paesi asiatici. Questa spinta generazionale ancora non riesce a trasformarsi in un articolato progetto politico ma sta mettendo in discussione fortemente un modello di società che ormai non garantisce né crescita né uguaglianza, le rivolte si stanno espandendo e chissà che dall'Asia arrivi anche in Europa questo virus benefico.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/i-giovani-scuotono-l-asia-dalla-crisi-politica-thai-alle-rivolte-in-nepal-ed-indonesia--67824026\r\n\r\nAltri temi inerenti alla geopolitica estremorientale si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/BASTIONI-GIORDANA-18092025.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nTrump ringhia contro il Venezuela agitando lo spettro della guerra alla droga.\r\n\r\nTrump si rivolge verso il \" patio trasero\" yankee con molta più frequenza ed aggressività delle precedenti amministrazioni anche repubblicane. L'impero declinante ha perso importanti posizioni in America Latina nel confronto con il competitor cinese e quindi ora Washington si atteggia a \" terminator\" nella strategia della lotta antidroga ,alibi per eccellenza fin dai tempi di Nixon per mascherare le ingerenze nordamericane. Il target è il Venezuela, irriducibilmente chavista nonostante Maduro, comunque eccezione pur con le sue contraddizioni a causa di un modello economico redistributivo verso il basso che non trova più seguaci nella regione . Rimasto prigioniero delle logiche di capitalismo estrattivo il Venezuela di Maduro resiste anche per l'inefficacia di un'opposizione poco credibile ed asservita agli interessi statunitensi, preda ambita per le sue riserve petrolifere.\r\nIl narcotraffico costituisce la copertura per l'interventismo nordamericano che ricorda la versione 2.0 della dottrina Monroe, ma il destino manifesto è duro da affermare in un continente sempre più autonomo dai legami con l'ingombrante vicino e legato ad interessi economici ed investimenti cinesi.\r\n\r\nNe parliamo con Andrea Cegna, giornalista e conoscitore dell'America Latina\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/trump-ringhia-contro-il-venezuela-agitando-lo-spettro-della-guerra-alla-droga--67855661\r\n\r\nPer ripercorrere i sentieri fin qui percorsi con i popoli latinos, si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/BASTIONI-18092025-CEGNA.mp3\"][/audio]","20 Settembre 2025","2025-09-22 23:43:33","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 18/09/2025 - LA SVOLTA DELL'ATTACCO SIONISTA A DOHA; RIVOLTE E INTRIGHI NELLA CONTORTA ESTATE IN SUDEST ASIATICO; IL GERD ETIOPE, ALLEANZE IN CORNO D'AFRICA E L'ASSEDIO MEDIEVALE SUDANESE; WAR ON DRUGS CONTRO CARACAS, CARIBE E MEXICO","podcast",1758374559,[361,362],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/","http://radioblackout.org/tag/bastioniorione/",[327,339],{"post_content":365},{"matched_tokens":366,"snippet":367,"value":368},[76],"poteri conservatori e legati alla \u003Cmark>monarchia\u003C/mark> hanno invalidato l'esito elettorale. La","Nel 43esimo anniversario di Sabra e Chatila iniziamo la trasmissione con Laura Silvia Battaglia per analizzare quali strade si aprono al mondo arabo e in particolare ai paesi del Golfo dopo il proditorio attacco del fascistissimo governo israeliano contro la delegazione di Hamas chiamata a Doha a valutare le proposte di tregua; da questo primo spunto si è sviluppata una disamina che ha coinvolto il Pakistan, con il quale l'Arabia Saudita ha stipulato un accordo di reciproco supporto in caso di aggressione, la centralità della spianata nei livelli di provocazione dell'entità ebraica, il dilettantismo trumpiano, finendo con rievocare la distruzione di vestigia e tradizioni culturali perpetrate dall'esercito americano nel recente passato, con lo stesso spregio coloniale e supponente dell'Idf, partendo dal presupposto di detenere il monopolio della cultura di riferimento.\r\nPer contiguità con la regione mediorientale abbiamo proseguito nella carrellata di conflitti che costellano il pianeta, attraversando Bab-al Mandab, ed è toccato a Matteo Palamidesse accompagnarci tra le divisioni armate dell'Africa orientale, dove l'attivazione della diga etiope Gerd sul Nilo Azzurro funge da pretesto per alimentare le divisioni etniche, le rivendicazioni di indipendenza e i campi contrapposti appoggiati da potenze straniere, coinvolgendo il territorio del Corno d'Africa ed estendendosi fino all'assedio di stampo medievale attuato dalle Rsf di Dagalo su Al Fashir nell'Est del Sudan, dove si consumano stragi quotidiane, l'ultima delle quali è avvenuta con un drone su una moschea che ha causato 75 morti poche ore dopo il racconto di Matteo ai nostri microfoni.\r\nL'elenco di conflitti, proteste e insurrezioni è poi proseguito in Sudest asiatico con Emanuele Giordana, che ci ha illustrato gli intrighi, collegati agli interessi delle scam city e del mondo dell'azzardo per quel che riguarda le scaramucce tra Thailandia e Cambogia e che hanno portato a un rivolgimento politico rischioso per la tradizionale suscettibilità dei militari thai, sempre pronti a sciogliere la conduzione democratica del paese, ora in mano a una nuova coalizione anodina condotta da Anutin Charnvirakul con l'appoggio esterno del Partito popolare (ex Move Forward), dopo la destituzione della famiglia Shinawatra; sempre con il reporter esperto delle questioni estremo orientali abbiamo poi raggiunto il Nepal dove si è assistito a un nuovo episodio delle rivolte della macroarea nell'ultimo anno (dopo Bangla Desh e Sri Lanka) che hanno portato alla destituzione del governo corrotto filocinese; senza tralasciare il pugno di ferro di Prabowo che riprende la tradizione repressiva dell'Indonesia.\r\nLa lunga puntata si è conclusa in Latinamerica con Andrea Cegna inseguendo altri venti di guerra, anche questi scatenati dall'Impero americano in declino: le War on Drugs di nixoniana memoria, ripristinate dall'amministrazione Trump come pretesto per colpire i nemici del cortile di casa; così si è parlato di quale sia il significato ancora del regime bolivariano in Venezuela, ma anche del contrasto in Caribe e quale ruolo svolga il Mexico di Scheinbaum, riservandoci di affrontare tra un mese le alterne fortune del neoliberismo nel mondo latinoamericano, in particolare quello incarnato da Milei che ha subito sì una sonora sconfitta a Buenos Aires, ma in ottobre per le elezioni del Parlamento può ambire a un numero maggiore di rappresentanti eletti tra le sue file.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nOil non olet\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/3iOadt0OjeBCBS2wCkHYV6?si=2mNA3bJ4QpaubkOL24hdvg\r\n\r\nSi sono sprecati tutti gli aggettivi più vieti possibili per esprimere indignazione per l’efferatezza delle operazioni militari di Idf agli ordini politici del governo fascista di Netanyahu, sempre rispettando il diritto di Israele a perpetuare un genocidio in quanto popolo eletto, ma di fronte alla sorpresa per il bombardamento della delegazione riunita a valutare proposte di “pace” nel territorio sovrano del Qatar, una nazione filoamericana che ospita la più grossa base statunitense nel Sudovest asiatico e ha regalato l’aereo presidenziale come omaggio al nuovo imperatore, sono venute meno le inani riprovazioni e i vicini sauditi si sono rivolti al Pakistan in cerca di ombrello nucleare e protezione. La credibilità dell’amministrazione Trump è scomparsa del tutto e il volto mascherato di sangue dello Stato ebraico è apparso improvvisamente con i suoi veri connotati al mondo arabo, che ha sempre abbandonato le genti di Palestina al loro destino sacrificale, in cambio di affari.\r\nIl raid israeliano a Doha ha superato il perimetro del conflitto con Hamas: ha squassato regole non scritte, infranto la logica del territorio mediatore, e messo in discussione l’intero schema di alleanze della diplomazia araba, quella stessa che ha permesso al Mossad le peggiori turpitudini e fornito appoggio per operazioni nell'area contro gli avversari di Israele, che con il suo istinto da scorpione ha punto persino il proprio cavallo di Troia nella regione. Il Qatar, lungi dall’essere un bersaglio secondario, entra nella storia come simbolo della frattura tra potenza militare israeliana e coesione regionale arabo-americana, dando spazio a una alleanza di nuovo stampo con una potenza nucleare che fa parte della Belt Road cinese e si approvvigiona da Pechino per i suoi ordigni, come la filosionista India si è accorta nell'ultimo conflitto di pochi mesi fa.\r\nForse ora tutti si accorgeranno che la volontà di cancellazione di ogni traccia di vita e cultura araba dal territorio della Israele biblica coinvolge anche le vestigia e le tradizioni mondiali, ma questo risultato è stato possibile perché tutto ciò che stanno perpetrando i sionisti è già stato sperimentato dai governi di Washington, per esempio in Iraq, dove sono state ridotte in briciole dallo spregio dell’esercito americano testimonianze artistiche e culturali millenarie. Questo è reso possibile dalla presunzione che l’unica vera cultura sia quella ebraico-cristiana e tutti gli altri sono semplici colonizzati senza cultura propria.\r\nQuesti sono i prodromi perché quando gli invasati come Smotrich e Ben Gvir picconeranno la moschea di Gerusalemme, come già hanno cominciato a fare, Al-Aqsa sarà la soglia oltre alla quale la hybris ebraica renderà conto dei suoi abusi, perché la rivolta a quel punto non coinvolgerà solo i milioni di palestinesi, ma i miliardi di musulmani. E gli accordi finanziari, gli interessi per i resort progettati su una Striscia di concentramento e sterminio nulla potranno di fronte alla rivendicazione culturale delle masse oltraggiate dall’impunità israeliana.\r\nGià la trasferta di Rubio a Doha si è risolta in un fallimento: nonostante il giorno prima la riunione dei paesi coinvolti avesse balbettato, come una qualunque Unione europea, L’emiro Tamim ha chiesto i risarcimenti per i danni causati nel bombardamento israeliano su Doha, le scuse ufficiali e l’impegno di Netanyahu a non ripetere più la sua prepotenza e soprattutto di bloccare le uccisioni di innocenti a Gaza.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/Oil-non-olet-in-Qatar.mp3\"][/audio]\r\n\r\nAltri temi inerenti all'aggressione colonialista israeliana degli ultimi 80 anni si trovano qui\r\n\r\n\r\n\r\nIrresolubili contrasti che trovano nell'acqua del Nilo pretesti per perpetuarsi\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/dalla-diga-sul-nilo-all-assedio-di-al-fashir-conflitti-in-africa-orientale--67835929\r\n\r\nFinalmente a inizio settembre si è inaugurata Gerd, la grande diga sul Nilo Azzurro voluta da Ahmed e che non solo approvvigionerebbe Etiopia, Sudan, Kenya e Gibuti di energia elettrica, ma coprirebbe il 20% dei consumi dell’Africa orientale. In questo anno in cui il bacino idrico si è andato riempiendo i dati dimostrano che questo non è avvenuto a detrimento dei paesi a valle, eppure i motivi di attrito con l’Egitto non scemano e anzi si dispiegano truppe del Cairo in Somalia, evidenziando alleanze e divisioni legate ad altri dossier, quali lo sbocco al mare in Somaliland (proprio la regione che per essere riconosciuta da Usa e Israele è disposta a ospitare i gazawi deportati) per Addis Abeba, o gli scontri interetnici sia a Nord in Puntland, che nel Jubbaland a Sud. Matteo Palamidesse ci aiuta a districarci ancora una volta in mezzo a queste dispute, ma ci apre anche una finestra sull’orrore attorno ad Al Fashir, città nel Sudan occidentale con 300.000 abitanti assediati dalle milizie delle Forze di intervento rapido di Hemedti; le sue parole a questo proposito vengono registrate qualche ora prima che un attacco contro una moschea proprio nei dintorni della città del Darfur ai confini con il Ciad il 19 settembre producesse 75 morti.\r\nNon poteva mancare anche uno sguardo al Sud Sudan nel giorno in cui è stato reso noto il rapporto della Commissione delle Nazioni Unite per i diritti umani in Sud Sudan, frutto di due anni di indagini e analisi indipendenti che hanno evidenziato il Saccheggio di una nazione, come riporta il titolo del dossier stesso.\r\n\r\n \r\n\r\nIl dossier africano che racchiude i podcast precedenti si trova qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/Infiniti-squilibri-distopici-in-Africa-orientale.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\nIl capillare cambio di paradigma sistemico in Sudest asiatico\r\n\r\nCon Emanuele Giordana parliamo dei venti di rivolta giovanile che stanno scuotendo alcuni paesi asiatici, un'onda lunga partita dalle rivolte in Sri Lanka nel 2022 e Bangladesh nel 2024 che hanno defenestrato le dinastie al potere reclamando un cambiamento sostanziale . Le cause delle crisi che stanno attraversando alcuni paesi asiatici hanno le loro radici in un sistema di potere autoritario che nega le legittime aspirazioni delle nuove generazioni a una partecipazione concreta alle scelte che condizionano il loro futuro. La crisi economica, le distorsioni nello sviluppo eredità del colonialismo, l'iniqua distribuzione delle risorse, la corruzione imperante, le smodate ricchezze esibite da élite predatorie, l'ingombrante presenza dei militari nella vita politica ed economica, la disoccupazione giovanile e la mancanza di prospettive sono tratti comuni in paesi come la Thailandia, l'Indonesia e con caratteristiche più peculiari il Nepal. Sono paesi dove i giovani sono la maggioranza ma le loro richieste di cambiamento sono state compresse e represse per molto tempo e dove hanno trovato uno sbocco elettorale come in Thailandia i poteri conservatori e legati alla \u003Cmark>monarchia\u003C/mark> hanno invalidato l'esito elettorale. La chiamano la generazione \"z\" ma a prescindere dalle definizioni queste rivolte sono il sintomo di una forte richiesta di cambiamento del modello di accumulazione che ha contraddistinto la tumultuosa crescita dei paesi asiatici. Questa spinta generazionale ancora non riesce a trasformarsi in un articolato progetto politico ma sta mettendo in discussione fortemente un modello di società che ormai non garantisce né crescita né uguaglianza, le rivolte si stanno espandendo e chissà che dall'Asia arrivi anche in Europa questo virus benefico.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/i-giovani-scuotono-l-asia-dalla-crisi-politica-thai-alle-rivolte-in-nepal-ed-indonesia--67824026\r\n\r\nAltri temi inerenti alla geopolitica estremorientale si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/BASTIONI-GIORDANA-18092025.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nTrump ringhia contro il Venezuela agitando lo spettro della guerra alla droga.\r\n\r\nTrump si rivolge verso il \" patio trasero\" yankee con molta più frequenza ed aggressività delle precedenti amministrazioni anche repubblicane. L'impero declinante ha perso importanti posizioni in America Latina nel confronto con il competitor cinese e quindi ora Washington si atteggia a \" terminator\" nella strategia della lotta antidroga ,alibi per eccellenza fin dai tempi di Nixon per mascherare le ingerenze nordamericane. Il target è il Venezuela, irriducibilmente chavista nonostante Maduro, comunque eccezione pur con le sue contraddizioni a causa di un modello economico redistributivo verso il basso che non trova più seguaci nella regione . Rimasto prigioniero delle logiche di capitalismo estrattivo il Venezuela di Maduro resiste anche per l'inefficacia di un'opposizione poco credibile ed asservita agli interessi statunitensi, preda ambita per le sue riserve petrolifere.\r\nIl narcotraffico costituisce la copertura per l'interventismo nordamericano che ricorda la versione 2.0 della dottrina Monroe, ma il destino manifesto è duro da affermare in un continente sempre più autonomo dai legami con l'ingombrante vicino e legato ad interessi economici ed investimenti cinesi.\r\n\r\nNe parliamo con Andrea Cegna, giornalista e conoscitore dell'America Latina\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/trump-ringhia-contro-il-venezuela-agitando-lo-spettro-della-guerra-alla-droga--67855661\r\n\r\nPer ripercorrere i sentieri fin qui percorsi con i popoli latinos, si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/BASTIONI-18092025-CEGNA.mp3\"][/audio]",[370],{"field":183,"matched_tokens":371,"snippet":367,"value":368},[76],{"best_field_score":148,"best_field_weight":186,"fields_matched":24,"num_tokens_dropped":48,"score":187,"tokens_matched":24,"typo_prefix_score":48},{"document":374,"highlight":387,"highlights":392,"text_match":146,"text_match_info":395},{"comment_count":48,"id":375,"is_sticky":48,"permalink":376,"podcastfilter":377,"post_author":378,"post_content":379,"post_date":380,"post_excerpt":54,"post_id":375,"post_modified":381,"post_thumbnail":382,"post_title":383,"post_type":358,"sort_by_date":384,"tag_links":385,"tags":386},"91825","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-12-09-2024-thailandia-fuorilegge-il-partito-vincitore-delle-elezioni-ritorna-la-dinastia-degli-shinawatra-argentinael-ajustedi-milei-colpisce-i-pensionati-anche-con-le-manganell/",[314],"radiokalakuta","Bastioni di Orione comincia questa quarta stagione parlando della situazione in Thailandia con Massimo Morello gran conoscitore della regione ed esperto giornalista free lance . L'esito delle elezioni del maggio 2023 in cui ha conquistato la maggioranza il partito progressista \"Move forward\", rappresentate dei ceti urbani e giovanili con aspirazioni di riforma della vecchia monarchia, è stato cancellato dal \"deep state\" thai .Prima la Corte costituzionale in combutta con l'Assemblea legislativa composta da parlamentari scelti dai militari e dal re ,fa decadere il leader del partito arancione Pita Limjaroenrat ,candidato naturale a formare il nuovo governo in quanto vincitore delle elezioni estromettendolo dalla carica di parlamentare ,poi il 7 agosto dissolve lo stesso partito \"More forward\".\r\n\r\nIl ritorno del vecchio Thaksin Shinawatra ,tycoon fondatore del partito populista Pheu Tahi , che era in esilio e le manovre di palazzo che hanno portato la figlia Paetongtarn “Ung Ing” Shinawatra a diventare primo ministro a soli 37 anni ,sigillano l'accordo fra i militari ,la monarchia ,la dinastia Shinawatra e la Thailandia profonda,rurale e conservatrice . Ma sussiste un elemento di potenziale instabilità ,il More Forward messo al bando e rifondato con il nome di \"People's party\". Piace alla classe media urbana, ai giovani e ai progressisti che non amano troppo il nuovo re e le prerogative esagerate della monarchia ,e potrebbe essere l'elemento di rottura del quadro sociale apparentemente pacificato .\r\n\r\nBrani : The Die Hards - Civil War scena punk thai\r\n\r\n'Kotha Ko' è diventato l'inno degli studenti del Bangladesh durante le manifestazioni di protesta contro il regime di Sheikh Hasina .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/BASTIONI-DI-ORIONE-12092024-MORELLO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nCon Federico Larsen giornalista argentino ,parliamo della situazione del paese in preda alle politiche ultraliberiste di Milei che punta ora contro i pensionati ,bloccando la legge votata dall'Assemblea che prevede un adeguamento di 8 punti percentuali delle pensioni minime .Di fronte alle proteste dei sindacati e dei pensionati la polizia ha caricato con brutalità a dimostrazione dello sprezzo del governo nei confronti delle fasce di popolazione che subiscono l'effetto delle politiche neoliberali del \"loco\". Sul piano economico l'inflazione galoppante ,la caduta della produzione industriale,l'aumento della povertà, il deterioramento del potere d'acquisto anche della classe media ,la carenza di valuta estera dimostrano il fallimento dei tentativi di \"ajuste \"di Milei e l'improponibilità delle sue ricette economiche, mentre l'opposizione latita aspettando la prossima occasione elettorale senza rappresentare un alternativa credibile .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/BASTIONI-DI-ORIONE-120924-ARGENTINA.mp3\"][/audio]","14 Settembre 2024","2024-09-14 15:51:15","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 12/09/2024-THAILANDIA FUORILEGGE IL PARTITO VINCITORE DELLE ELEZIONI RITORNA LA DINASTIA DEGLI SHINAWATRA-ARGENTINA\"EL AJUSTE\"DI MILEI COLPISCE I PENSIONATI ANCHE CON LE MANGANELLATE POLIZIESCHE.",1726329075,[361],[327],{"post_content":388},{"matched_tokens":389,"snippet":390,"value":391},[76],"aspirazioni di riforma della vecchia \u003Cmark>monarchia\u003C/mark>, è stato cancellato dal \"deep","Bastioni di Orione comincia questa quarta stagione parlando della situazione in Thailandia con Massimo Morello gran conoscitore della regione ed esperto giornalista free lance . 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Ma sussiste un elemento di potenziale instabilità ,il More Forward messo al bando e rifondato con il nome di \"People's party\". 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Sul piano economico l'inflazione galoppante ,la caduta della produzione industriale,l'aumento della povertà, il deterioramento del potere d'acquisto anche della classe media ,la carenza di valuta estera dimostrano il fallimento dei tentativi di \"ajuste \"di Milei e l'improponibilità delle sue ricette economiche, mentre l'opposizione latita aspettando la prossima occasione elettorale senza rappresentare un alternativa credibile .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/BASTIONI-DI-ORIONE-120924-ARGENTINA.mp3\"][/audio]",[393],{"field":183,"matched_tokens":394,"snippet":390,"value":391},[76],{"best_field_score":148,"best_field_weight":186,"fields_matched":24,"num_tokens_dropped":48,"score":187,"tokens_matched":24,"typo_prefix_score":48},{"document":397,"highlight":408,"highlights":413,"text_match":146,"text_match_info":416},{"comment_count":48,"id":398,"is_sticky":48,"permalink":399,"podcastfilter":400,"post_author":378,"post_content":401,"post_date":402,"post_excerpt":54,"post_id":398,"post_modified":403,"post_thumbnail":356,"post_title":404,"post_type":358,"sort_by_date":405,"tag_links":406,"tags":407},"89277","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-25-04-2024-la-resistenza-del-popolo-sahrawi-e-la-solidarieta-in-bicicletta/",[314],"Bastioni di Orione ha incontrato Sanna Ghotbi e Benjamin Ladraa, due ciclisti svedesi simpatizzanti per la lotta del popolo sahrawi che sono partiti il 15 maggio 2022 da Goteborg a cavallo di due bici pesanti 40 chili e contano di arrivare in Sahara occidentale nel 2025, dopo aver percorso 30.000 chilometri dedicati alla sensibilizzazione dell'ingiustizia che il popolo sahrawi subisce da mezzo secolo, costretto a vivere in campi profughi , ospiti nel Sud dell'Algeria a Tindouf.\r\n\r\nI due giovani ciclisti militanti hanno dapprima inquadrato quali risorse sono al centro degli interessi coloniali che impediscono l'indipendenza della popolazione del Sahara occidentale, i giacimenti di fosfati che vengono sfruttati dalle compagnie multinazionali e arrichiscono la monarchia marocchina .Ci hanno parlato del muro lungo 2700 km innalzato dal Marocco per mantenere il controllo sul territorio, dell'invasione dei coloni marocchini iniziata con la cosidetta \"marcia verde\" nel 1975 ,del referendum fantasma per l'autodeterminazione richiesto a gran voce dal Fronte Polisario e mai svolto ,della vita nei campi profughi e del ruolo delle donne.\r\n\r\nIntanto si sta creando un embrione di stato saharawi organizzato in modo autonomo nel territorio algerino grazie alla autonomia data dall'Algeria. Nei campi profughi si sono attivate le scuole con un buon successo per l'istruzione nel Polisario e questo, come le strutture ospedaliere di Tindouf sono in gran parte ascrivibili all'impegno femminile.\r\n\r\nSi prosegue così paragonando popolo saharawi, curdi e palestinesi, trovando similarità e differenze nella comune condizione di occupazione. Approfondendo però anche la condizione di estrema povertà e l'assenza di una classe media o di possibilità di permettersi un'istruzione universitaria in Europa. E la chiacchierata si conclude ad anello tornando sulla questione risorse e loro saccheggio che coinvolge anche imprese italiane. E di nuovo emerge l'ingombrante figura della monarchia pigliatutto che riduce i marocchini a sudditi di un sovrano coloniale, che possiede le terre e quindi anche lo sfruttamento delle miniere finanzia la sua campagna di occupazione e repressione del popolo saharawi.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/BASTIONI-250424-SAHRAWI.mp3\"][/audio]","2 Maggio 2024","2024-05-02 23:52:58","BASTIONI DI ORIONE 25/04/2024- LA RESISTENZA DEL POPOLO SAHRAWI E LA SOLIDARIETA' IN BICICLETTA .",1714693759,[361],[327],{"post_content":409},{"matched_tokens":410,"snippet":411,"value":412},[76],"compagnie multinazionali e arrichiscono la \u003Cmark>monarchia\u003C/mark> marocchina .Ci hanno parlato del","Bastioni di Orione ha incontrato Sanna Ghotbi e Benjamin Ladraa, due ciclisti svedesi simpatizzanti per la lotta del popolo sahrawi che sono partiti il 15 maggio 2022 da Goteborg a cavallo di due bici pesanti 40 chili e contano di arrivare in Sahara occidentale nel 2025, dopo aver percorso 30.000 chilometri dedicati alla sensibilizzazione dell'ingiustizia che il popolo sahrawi subisce da mezzo secolo, costretto a vivere in campi profughi , ospiti nel Sud dell'Algeria a Tindouf.\r\n\r\nI due giovani ciclisti militanti hanno dapprima inquadrato quali risorse sono al centro degli interessi coloniali che impediscono l'indipendenza della popolazione del Sahara occidentale, i giacimenti di fosfati che vengono sfruttati dalle compagnie multinazionali e arrichiscono la \u003Cmark>monarchia\u003C/mark> marocchina .Ci hanno parlato del muro lungo 2700 km innalzato dal Marocco per mantenere il controllo sul territorio, dell'invasione dei coloni marocchini iniziata con la cosidetta \"marcia verde\" nel 1975 ,del referendum fantasma per l'autodeterminazione richiesto a gran voce dal Fronte Polisario e mai svolto ,della vita nei campi profughi e del ruolo delle donne.\r\n\r\nIntanto si sta creando un embrione di stato saharawi organizzato in modo autonomo nel territorio algerino grazie alla autonomia data dall'Algeria. Nei campi profughi si sono attivate le scuole con un buon successo per l'istruzione nel Polisario e questo, come le strutture ospedaliere di Tindouf sono in gran parte ascrivibili all'impegno femminile.\r\n\r\nSi prosegue così paragonando popolo saharawi, curdi e palestinesi, trovando similarità e differenze nella comune condizione di occupazione. Approfondendo però anche la condizione di estrema povertà e l'assenza di una classe media o di possibilità di permettersi un'istruzione universitaria in Europa. E la chiacchierata si conclude ad anello tornando sulla questione risorse e loro saccheggio che coinvolge anche imprese italiane. E di nuovo emerge l'ingombrante figura della \u003Cmark>monarchia\u003C/mark> pigliatutto che riduce i marocchini a sudditi di un sovrano coloniale, che possiede le terre e quindi anche lo sfruttamento delle miniere finanzia la sua campagna di occupazione e repressione del popolo saharawi.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/BASTIONI-250424-SAHRAWI.mp3\"][/audio]",[414],{"field":183,"matched_tokens":415,"snippet":411,"value":412},[76],{"best_field_score":148,"best_field_weight":186,"fields_matched":24,"num_tokens_dropped":48,"score":187,"tokens_matched":24,"typo_prefix_score":48},{"document":418,"highlight":429,"highlights":434,"text_match":146,"text_match_info":437},{"comment_count":48,"id":419,"is_sticky":48,"permalink":420,"podcastfilter":421,"post_author":378,"post_content":422,"post_date":423,"post_excerpt":54,"post_id":419,"post_modified":424,"post_thumbnail":356,"post_title":425,"post_type":358,"sort_by_date":426,"tag_links":427,"tags":428},"81071","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-23-03-2023-iran-la-rivolta-continua-le-opposizioni-divergono-sul-futuro-del-paese-africa-fra-potenziale-sviluppo-e-venti-di-guerra/",[314],"Bastioni di Orione in questa puntata fa il punto sullo stato dell'opposizione in Iran ,in particolare su quella della diaspora con Giulia della Michelina studiosa e conoscitrice della regione . Parliamo della figura del figlio dello sha Pahlevi che cerca di egemonizzare l'opposizione al di fuori del paese con un progetto neomonarchico ,che trova il sostegno e il riconoscimento degli Stati Uniti e dell'occidente ,ma esiste anche un altra piattaforma di opposizione formata da sindacati ,lavoratori ,studenti ,femministe che prefigura una altro Iran.Ci si chiede quanto sianmo distanti i giovani iraniani dalle suggestioni della monarchia e del riformismo ,si fa strada una soluzione radicale che mette in discussione la repubblica islamica ,affrontiamo il ruolo dei Pasdaran e il loro controllo su ampie fette dell'economia del paese e la sistuazione delle centinaia di giovani rinchiusi nelle carceri del regime.\r\n\r\nl 16 febbraio una ventina di sindacati, associazioni studentesche e gruppi femministi hanno pubblicato un documento contenente le richieste minime per «costruire una nuova, moderna e più umana società». Tra queste ci sono il rilascio incondizionato dei prigionieri politici, la separazione della religione dalla sfera pubblica, la libertà d’opinione e di espressione, la parità tra uomini e donne, il rispetto dei diritti della comunità Lgbtqia + e delle minoranze etniche e religiose.\r\n\r\nhttps://iranwire.com/en/politics/113866-iranian-trade-unions-civic-groups-issue-charter-of-minimum-demands/\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/BASTIONI-230323-IRAN.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nCon Massimo Zaurrini direttore di Africa e affari facciamo un giro d'orizzonte in particolare sull'area del Kenya,Tanzania,Uganda e Congo ,valutando le potenzialità economiche della Tanzania ,l'influenza cinese e la storica presenza russa nel paese retaggio del regime di Nyerere , la legge contro gli omosessuali approvata dal parlamento ugandese e la pervicace resistenza dell'attitudine omofoba frutto di un vero e proprio tabu' diffuso anche fra gli strati popolari,gli effetti dello sblocco dei lavori per le dighe dopo il viaggio di Mattarella in Kenya, progetto che era stato bloccato in seguito a elargizioni poco chiare di denaro ,la situazione in Congo dove si sono dispiegati anche i soldati angolani ,con un rischio sempre piu' alto di ripetizione di uno scenario drammatico che il nord del Congo ha già vissuto.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/BASTIONI-23032023-ZAURRINI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","25 Marzo 2023","2023-03-25 12:19:33","BASTIONI DI ORIONE 23/03/2023- IRAN LA RIVOLTA CONTINUA , LE OPPOSIZIONI DIVERGONO SUL FUTURO DEL PAESE- AFRICA FRA POTENZIALE SVILUPPO E VENTI DI GUERRA .",1679746773,[361],[327],{"post_content":430},{"matched_tokens":431,"snippet":432,"value":433},[76],"giovani iraniani dalle suggestioni della \u003Cmark>monarchia\u003C/mark> e del riformismo ,si fa","Bastioni di Orione in questa puntata fa il punto sullo stato dell'opposizione in Iran ,in particolare su quella della diaspora con Giulia della Michelina studiosa e conoscitrice della regione . 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Anche in streaming. \r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/2023-03-10-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nCPR. Tra rivolte e stretta repressiva \r\nA Torino il CPR è chiuso di fatto: le rivolte di febbraio lo hanno completamente distrutto. Per la prima volta dal 1999 questa galera per migranti ha smesso di funzionare.\r\nQuella di Torino è una delle quattro prigioni amministrative che non hanno mai chiuso i battenti, anche quando l’infuriare delle rivolte portò alla quasi totale paralisi questo ingranaggio della macchina delle espulsioni.\r\nLe lotte di questo mese sono state un momento importante di un conflitto durissimo, costato carcere, spostamenti punitivi, botte e deportazione a tantissimi reclusi nell’arco di 25 anni. \r\nIl governo tuttavia non molla e già si profila all’orizzonte un provvedimento che riporterebbe a sei mesi il tempo di trattenimento massimo all’interno del CPR. Una vera e propria condanna detentiva.\r\nNel 1998, quando vennero aperti, la durata massima di detenzione era fissata a 30 giorni, per poi aumentare progressivamente. Nel 2002 con la legge Bossi-Fini, raddoppiò. Nel 2011 venne fissata a 180 giorni. Dopo una riduzione a 3 mesi stabilita dalla legge europea 2013 bis, il periodo è stato poi nuovamente esteso fino a 180 giorni, con l’entrata in vigore del decreto sicurezza nel 2018. Un decreto del 2020 ha riportato la detenzione a 90 giorni, con la possibilità di estenderla fino ad un massimo di 120.\r\nOggi Meloni intende reintrodurre i sei mesi. Quando uno scenario simile si ripropose una decina d’anni orsono si scatenarono rivolte in tutte le prigioni per migranti. \r\n\r\nI fascisti al governo / seconda puntata\r\nGià la scorsa settimana vi abbiamo proposto una riflessione su come, passo dopo passo, i fascisti al governo stiano entrando a gamba tesa nella scuola, nella cultura, attaccando la libertà delle soggettività non conformi, difendendo gli autori di un pestaggio fascista in un liceo, per non dire delle leggi repressive contro le ONG e le feste libere. E già si profila all’orizzonte il reato di “terrorismo di piazza”. Una svolta autoritaria che si allarga su più fronti ed interroga i movimenti di opposizione sociale sull’enorme difficoltà del momento e sulla necessità di raccogliere le forze per affrontarlo. Negli anni Venti del secolo scorso l’emergere del fascismo fu la risposta alle classi sfruttate ed oppresse che avevano tentato, senza riuscirci, di fare la rivoluzione. Quella attuata dai padroni, con la complicità della monarchia e l’immobilismo dei socialisti fu, nella felice definizione di Luigi Fabbri, una controrivoluzione preventiva.\r\nOggi la situazione è completamente diversa. I fascisti arrivano al potere dopo cinquant’anni dalla stagione di lotta che ha segnato gli anni Sessanta e Settanta, dopo il declino dei movimenti di controglobalizzazione dal basso, dopo la distruzione di ogni sistema di tutele e garanzie che le classi sfruttate avevano ottenuto con le lotte. Lotte vincenti anche perché aspiravano ad andare ben oltre il recinto della sinistra riformista. \r\nOggi i fascisti al governo rappresentano la risposta reattiva e reazionaria alla grande paura che ha investito la classe media e le parti alte dalla classe lavoratrice di fronte a processi di finanziarizzazione e globalizzazione che non lasciano più spazio per la tutela di nessuno. Neppure di chi, per scelta e per condizione sociale, si è sempre trovato a proprio agio nell’ordine sociale liberale e capitalista.\r\nI fascisti al governo non possono e non vogliono rispondere a quelle paure: non gli resta che giocare le uniche carte a loro disposizione. La prima è l’attacco alla modernità attraverso la riaffermazione di una feroce logica patriarcale, quella dei figli per la patria, quella che nega il lungo processo di emersione delle soggettività non conformi, quella che punta ad affermare una logica essenzialista. La seconda è l’attacco a testa bassa contro i movimenti di opposizione sociale, i migranti, le culture non mercificate. Oggi l’ampio consenso di cui gode il governo potrà essere scalfito se salterà il tappo che tiene compressa da ormai troppo tempo la questione sociale, se ci sarà convergenza tra le soggettività sotto attacco, se si riuscirà, con processi di solidarietà e mutuo appoggio a rompere la fascinazione per la folle corsa del capitalismo verso la distruzione. \r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri\r\n\r\nLa strage di Cutro e il pacchetto Meloni\r\nA ricordarci la violenza delle frontiere e di chi le custodisce sono i morti che a volte finiscono sul bagnasciuga del nostro paese. I corpi dei bambini e delle bambine, degli uomini e delle donne.\r\nÉ successo a Cutro, sulla costa calabrese. \r\nPer giorni il mare ha continuato a restituire i cadaveri di persone annegate perché nessuno le ha soccorse quando la loro nave stracarica si è spezzata in due. \r\nPoi la gang Meloni è sbarcata a Cutro ed ha estratto il coniglio dal cappello: più galera per gli scafisti. Da 20 a 30 anni se qualcuno annega. Trovati i cattivi si procede come locomotive impazzite verso nuove stragi. Poco importa che spesso lo “scafista” sia a sua volta un migrante cooptato con ricatti e minacce. \r\nNon solo. Nel decreto approvato dal governo nella scenografia di una strage di Stato c’è molto di più. Si torna al piano Minniti di costruire un CPR in ogni regione, raddoppiando il numero delle prigioni per migranti sul territorio. I nuovi CPR potranno essere costruiti aggirando i percorsi autorizzativi.\r\nChi esce di prigione non godrà dell’esile garanzia della convalida del giudice di pace ma passerà direttamente dalla galera al CPR, o, più probabilmente, verrà deportato immediatamente. Se la gestione dei CPR, oggi affidata a privati in appalto, fosse considerata inadeguata, potrebbe scattare il commissariamento e la prigione verrebbe controllata direttamente dallo stato. Il governo interviene anche sul decreto flussi, che diviene triennale e privilegia i paesi che fanno accordi di rimpatrio e promuovono politiche attive contro l’emigrazione. Dulcis in fundo, la decisione di ridurre sensibilmente le possibilità di accesso allo status di rifugiato per motivi umanitari. \r\nNe abbiamo parlato con Raffaele, un compagno da sempre in prima fila nelle lotte ai CPR e alle frontiere.\r\n\r\nSabato 18 marzo\r\nCena dei comunardi\r\nore 20 alla FAT in corso Palermo 46\r\nMenù vegan\r\nBenefit lotte antimilitariste\r\nQuanto costa? Tanto per chi può tanto, meno per chi può meno, il più possibile per sostenere le lotte\r\nper prenotazioni:\r\nantimilitarista.to@gmail.com\r\n\r\nVenerdì 24 marzo\r\nLa società della sorveglianza\r\nIl controllo totale insito nel trionfante paradigma digitale non viene più percepito come una minaccia alla libertà, ma come un servizio volto a migliorare la vita e realizzare i desideri dell'utente-cittadino. Una presa di potere tanto nel pubblico quanto nel privato che si fonda su un'inedita servitù volontaria in cui siamo noi stessi a dare all'algoritmo-padrone i dati per meglio profilarci. E manipolarci.\r\nore 21 alla FAT in corso Palermo 46\r\nInterverrà Salvo Vaccaro, docente di filosofia politica all’Università di Palermo e autore, per i tipi di Eleuthera, di “Gli algoritmi della politica”\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 21\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","12 Marzo 2023","2023-03-12 08:52:07","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/Tempo-200x110.jpg","Anarres del 10 marzo. CPR tra rivolte e repressione. I fascisti al governo. 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Una svolta autoritaria che si allarga su più fronti ed interroga i movimenti di opposizione sociale sull’enorme difficoltà del momento e sulla necessità di raccogliere le forze per affrontarlo. Negli anni Venti del secolo scorso l’emergere del fascismo fu la risposta alle classi sfruttate ed oppresse che avevano tentato, senza riuscirci, di fare la rivoluzione. Quella attuata dai padroni, con la complicità della \u003Cmark>monarchia\u003C/mark> e l’immobilismo dei socialisti fu, nella felice definizione di Luigi Fabbri, una controrivoluzione preventiva.\r\nOggi la situazione è completamente diversa. I fascisti arrivano al potere dopo cinquant’anni dalla stagione di lotta che ha segnato gli anni Sessanta e Settanta, dopo il declino dei movimenti di controglobalizzazione dal basso, dopo la distruzione di ogni sistema di tutele e garanzie che le classi sfruttate avevano ottenuto con le lotte. Lotte vincenti anche perché aspiravano ad andare ben oltre il recinto della sinistra riformista. \r\nOggi i fascisti al governo rappresentano la risposta reattiva e reazionaria alla grande paura che ha investito la classe media e le parti alte dalla classe lavoratrice di fronte a processi di finanziarizzazione e globalizzazione che non lasciano più spazio per la tutela di nessuno. Neppure di chi, per scelta e per condizione sociale, si è sempre trovato a proprio agio nell’ordine sociale liberale e capitalista.\r\nI fascisti al governo non possono e non vogliono rispondere a quelle paure: non gli resta che giocare le uniche carte a loro disposizione. La prima è l’attacco alla modernità attraverso la riaffermazione di una feroce logica patriarcale, quella dei figli per la patria, quella che nega il lungo processo di emersione delle soggettività non conformi, quella che punta ad affermare una logica essenzialista. La seconda è l’attacco a testa bassa contro i movimenti di opposizione sociale, i migranti, le culture non mercificate. Oggi l’ampio consenso di cui gode il governo potrà essere scalfito se salterà il tappo che tiene compressa da ormai troppo tempo la questione sociale, se ci sarà convergenza tra le soggettività sotto attacco, se si riuscirà, con processi di solidarietà e mutuo appoggio a rompere la fascinazione per la folle corsa del capitalismo verso la distruzione. \r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri\r\n\r\nLa strage di Cutro e il pacchetto Meloni\r\nA ricordarci la violenza delle frontiere e di chi le custodisce sono i morti che a volte finiscono sul bagnasciuga del nostro paese. 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I nuovi CPR potranno essere costruiti aggirando i percorsi autorizzativi.\r\nChi esce di prigione non godrà dell’esile garanzia della convalida del giudice di pace ma passerà direttamente dalla galera al CPR, o, più probabilmente, verrà deportato immediatamente. Se la gestione dei CPR, oggi affidata a privati in appalto, fosse considerata inadeguata, potrebbe scattare il commissariamento e la prigione verrebbe controllata direttamente dallo stato. Il governo interviene anche sul decreto flussi, che diviene triennale e privilegia i paesi che fanno accordi di rimpatrio e promuovono politiche attive contro l’emigrazione. 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E manipolarci.\r\nore 21 alla FAT in corso Palermo 46\r\nInterverrà Salvo Vaccaro, docente di filosofia politica all’Università di Palermo e autore, per i tipi di Eleuthera, di “Gli algoritmi della politica”\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 21\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",[457],{"field":183,"matched_tokens":458,"snippet":454,"value":455},[76],{"best_field_score":148,"best_field_weight":186,"fields_matched":24,"num_tokens_dropped":48,"score":187,"tokens_matched":24,"typo_prefix_score":48},{"document":461,"highlight":473,"highlights":477,"text_match":146,"text_match_info":480},{"comment_count":48,"id":462,"is_sticky":48,"permalink":463,"podcastfilter":464,"post_author":316,"post_content":465,"post_date":466,"post_excerpt":54,"post_id":462,"post_modified":467,"post_thumbnail":468,"post_title":469,"post_type":358,"sort_by_date":470,"tag_links":471,"tags":472},"80539","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-3-marzo-anarchici-tedeschi-contro-il-nazismo-la-gang-meloni-allattacco-alle-radici-delle-guerre-lopacita-del-carcere-discarica-sociale-e-la-lotta-di-cospito/",[316],"ll podcast del nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. 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È in queste condizioni che gli anarchici tedeschi iniziano ad affrontare la sempre più brutale e preoccupante ascesa del Partito nazista di Adolf Hitler.\r\nDalle file della FAUD emerge sul finire del 1929 l’esperienza delle Schwarze Scharen (Schiere nere) una delle espressioni più eclatanti e dirompenti dell’antifascismo anarchico degli anni precedenti all’inizio del regime nazista. Le Schiere nere sono una rete di gruppi diffusi in alcune parti della Germania (Alta Slesia, Berlino, Assia, Turingia, Renania Settentrionale-Vestfalia) che praticano l’autodifesa militante in chiave antifascista, riconoscendosi come organizzazione integrativa ma indipendente della FAUD. Questi gruppi praticano l’antifascismo con la propaganda, anche attraverso giornali come Die proletarische Front di Kassel o Die Schwarze Horde (L’orda nera), e con l’azione militante.\r\nDopo l’avvento del nazismo, la Faud si scioglie e si ricompone informalmente, continuando clandestinamente la resistenza al fascismo sino al 1938, quando le reti vengono definitivamente scompaginate, tanti vengono arrestati e scompaiono nei lager. Molti fuggono sin dal 1932 e vanno in Spagna dove partecipano alla rivoluzione. Piccoli gruppi sopravvivono al nazismo e alla guerra e nel dopoguerra ricostruiranno il movimento anarchico di lingua tedesca. \r\nNe abbiamo parlato con David Bernardini, anarchico e storico, autore, tra gli altri, di “Il barometro segna tempesta. 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Una riflessione sulla sempre maggiore pervasività della propaganda nazionalista e militarista nella scuola e nella società. \r\n\r\nLa gang Meloni attacca a testa bassa\r\nVogliamo proporvi una riflessione su come, passo dopo passo, i fascisti al governo stiano entrando a gamba tesa nella scuola, nella cultura, attaccando la libertà delle soggettività non conformi, minacciando la preside che ha difeso i ragazzi vittime di un pestaggio fascista, per non dire delle leggi repressive contro le ONG e i ravers. E già si profila all’orizzonte reato di “terrorismo di piazza”. Una svolta autoritaria che si allarga su più fronti ed interroga i movimenti di opposizione sociale sull’enorme difficoltà del momento e sulla necessità di raccogliere le forze necessarie a raggrupparlo. Negli anni Venti del secolo scorso l’emergere del fascismo fu la risposta alle classi sfruttate ed oppresse che avevano tentato, senza riuscirci, di fare la rivoluzione. 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