","Le barriere della fortezza Europa: recinzioni e rimpatri","post",1678020638,[63,64,65,66,67,68],"http://radioblackout.org/tag/fortezza-europa/","http://radioblackout.org/tag/migrazioni/","http://radioblackout.org/tag/muri/","http://radioblackout.org/tag/respingimenti/","http://radioblackout.org/tag/ue/","http://radioblackout.org/tag/unione-europea/",[70,71,72,73,74,75],"fortezza europa","migrazioni","muri","respingimenti","UE","Unione Europea",{"post_content":77,"tags":81},{"matched_tokens":78,"snippet":79,"value":80},[72],"vari Stati Europei hanno inalzato \u003Cmark>muri\u003C/mark> lungo i loro confini esterni","“Ogni fortezza e retto confine di pietra\r\n\r\nfu costruito da un fervido imperatore\r\n\r\nper tener fuori i barbari”\r\n\r\nCon questi versi del poeta Daljit Nagra si apre l'ultimo articolo della giornalista freelance Francesca Spinelli, con cui abbiamo avuto il piacere di discorrere, in questo approfondimento, sulla gestione dei cosiddetti migranti irregolari da parte dell'Unione Europea.\r\n\r\nNegli anni vari Stati Europei hanno inalzato \u003Cmark>muri\u003C/mark> lungo i loro confini esterni (in primis la Spagna a Ceuta e Melilla, poi la Grecia e la Bulgaria sul confine turco), invece di implementare i servizi di assistenza alle persone che richiedo asilo all'interno dell'UE. Questa logica difensiva, per non dire militare, nella gestione dei flussi migratori ha trasformato le persone in transito in potenziali nemici da cui proteggersi. Ciò a portato alla creazione della prima forza armata europea, Frontex, e a finanziare un apparato di sorveglianza tecnologica, formato da droni, radar ed altro, che, insieme alle recinzioni, costituiscono la vera barriera della Fortezza Europa.\r\n\r\nUn altro sistema permette una protezione aggiuntiva per coloro che, non dotati di documenti accettati, riescono a varcare i confini europei: i rimpatri. Una volta entrati nella Fortezza infatti esiste il rischio costante di essere rimandati al di fuori dei suoi confini, non necessariamente nello Stato da cui si è partiti. I rimpatri, come sottolineato nell'articolo, sono sempre forzati: a nessuno viene offerta la possibilità di rimanere.\r\n\r\nCosì termina Francesca Spinelli:\r\n\r\n\"Considerazioni legali a parte, una politica di rimpatri fine a sé stessa appare come una degenerazione del diritto di uno stato di controllare il proprio territorio. Cacciare a forza decine di migliaia di persone ogni anno invece di considerarle parte di una comunità non è nell’interesse di nessuno. È solo un abuso di potere da parte di governi incapaci di accettare la realtà in cui viviamo.\"\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/Spinelli-03032023.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nL'articolo, uscito per l'Internazionale:\r\nRimpatri forzati e nuovi \u003Cmark>muri\u003C/mark> finanziati da fondi europei",[82,84,86,89,91,93],{"matched_tokens":83,"snippet":70},[],{"matched_tokens":85,"snippet":71},[],{"matched_tokens":87,"snippet":88},[72],"\u003Cmark>muri\u003C/mark>",{"matched_tokens":90,"snippet":73},[],{"matched_tokens":92,"snippet":74},[],{"matched_tokens":94,"snippet":75},[],[96,102],{"field":37,"indices":97,"matched_tokens":99,"snippets":101},[98],2,[100],[72],[88],{"field":103,"matched_tokens":104,"snippet":79,"value":80},"post_content",[72],578730123365712000,{"best_field_score":107,"best_field_weight":108,"fields_matched":98,"num_tokens_dropped":49,"score":109,"tokens_matched":110,"typo_prefix_score":49},"1108091339008",13,"578730123365711978",1,{"document":112,"highlight":134,"highlights":143,"text_match":149,"text_match_info":150},{"cat_link":113,"category":114,"comment_count":49,"id":115,"is_sticky":49,"permalink":116,"post_author":52,"post_content":117,"post_date":118,"post_excerpt":55,"post_id":115,"post_modified":119,"post_thumbnail":120,"post_thumbnail_html":121,"post_title":122,"post_type":60,"sort_by_date":123,"tag_links":124,"tags":130},[46],[48],"40271","http://radioblackout.org/2017/02/vertice-di-malta-muri-blocchi-campi-di-concentramento/","Venerdì 3 febbraio a Malta si è svolto il vertice Ue sui migranti, con il chiaro obbiettivo di blindare il confine con la Libia, bloccando le partenze.\r\nIn un’Europa divisa su tutto, l’unico accordo è sui muri, pattugliamenti, rastrellamenti, respingimenti. Nel Mediterraneo toccherà alla guardia costiera libica, pagata, attrezzata ed addestrata dall’Italia, il compito di bloccare i migranti.\r\nAl vertice l’UE ha appoggiato l’accordo sottoscritto il giorno precedente tra Italia e il governo di Al Sarraj.\r\n\r\nL’accordo l’Italia – Libia prevede soldi in cambio di polizia, controlli e centri di detenzione in Libia. Sebbene il protocollo siglato confermi gli accordi sottoscritti negli anni precedenti e, in particolare quello del 2008 tra il governo italiano e quello libico, oggi la Libia è divisa in almeno tre fazioni che rivendicano il potere e si spartiscono il paese. Ne consegue che difficilmente verrà bloccata la rotta. Un blocco che, sino al 2011 e alla guerra scatenata da Francia e Gran Bretagna per il controllo della Libia, è costato enormi sofferenze a migliaia di migranti picchiati, stuprati, uccisi, venduti. Un piano architettato a Roma e realizzato nelle prigioni e nei deserti libici. Lo stesso schema, ripetuto nel 2017, probabilmente renderà la strada della gente in viaggio più costosa, più pericolosa, più mortale.\r\nGli accordi promossi dal ministro dell’Interno Minniti e sostenuti dall’Unione Europea faranno migliaia di vittime, senza ottenere il risultato sperato, tuttavia saranno strumenti potenti per i governi di fronte alle tornate elettorali italiane, francesi, tedesche.\r\n\r\n \r\n\r\nUna dura condanna all’accordo arriva dall’Asgi, l’associazione studi giuridici sull’immigrazione che in un comunicato spiega: ” L’Ue e il governo italiano aggirano il dovere di accogliere persone in fuga da persecuzioni e guerre con una politica estera in materia di immigrazione basato in gran parte su accordi stipulati con con governi dittatoriali o incapaci di garantire l’incolumità dei propri cittadini. Con questi accordi, prosegue l’Asgi, l’Ue e l’Italia violano il principio di non refoulement in quanto esigono che paesi terzi blocchino, con l’uso della forza, il passaggio di persone con un chiaro bisogno di protezione internazionale”.\r\nDura anche la posizione del MEDU – Medici per diritti umani. Di seguito qualche stralcio dal loro comunicato:\r\n\r\n“La Libia è oggi per i migranti un grande campo di concentramento, sfruttamento e tortura gestito da una miriade di milizie, gruppi armati e bande criminali di dimensioni e caratteristiche tra le più svariate.\r\n\r\n \r\n\r\nL’accordo è inumano nel suo impianto perché ha palesemente come unico obiettivo quello di “fare muro” nel Canale di Sicilia per bloccare gli sbarchi in Italia senza preoccuparsi della sorte di centinaia di migliaia di donne, uomini e bambini destinati a rimanere intrappolati nell’inferno libico.\r\n\r\n \r\n\r\nI diritti umani, la cui difesa avrebbe dovuto essere l’asse portante dell’accordo, vengono citati solo una volta nel memorandum, nell’articolo 5, e in un modo che li fa apparire niente di più che un orpello di circostanza: “Le Parti si impegnano ad interpretare e applicare il presente Memorandum nel rispetto degli obblighi internazionali e degli accordi sui diritti umani di cui i due Paesi siano parte.”. Non dimentichiamoci che la Libia non ha neppure sottoscritto la Convenzione di Ginevra sui rifugiati del 1951.\r\n\r\n \r\n\r\nL’intensità e l’estensione delle violenze commesse sui migranti in Libia è di una gravità senza precedenti e gli operatori di Medici per i Diritti Umani (MEDU) ne sono quotidianamente testimoni nelle attività di cura e ascolto delle persone appena sbarcate in Italia e assistite nei progetti di riabilitazione delle vittime di tortura in Sicilia e a Roma (vedi ESODI Rotte migratorie dai paesi sub-sahariani verso l’Europa ).\r\n\r\n \r\n\r\nOltre il 90% dei migranti intercettati da MEDU ha subito torture, abusi e violenze ripetute, quasi sempre in Libia. Le pessime condizioni igienico-sanitarie e il disumano sovraffollamento, le quotidiane percosse e altri tipi di traumi contusivi sono le forme più comuni e generalizzate di maltrattamenti nei centri di detenzione e di sequestro .\r\n\r\n \r\n\r\nVi sono poi le percosse ai piedi (falaka); le torture per sospensione e posizioni stressanti (ammanettamento, posizione in piedi per un tempo prolungato, ecc); le ustioni provocate con gli strumenti più svariati; le minacce ai danni propri o delle proprie famiglie; gli stupri e gli oltraggi sessuali; gli oltraggi religiosi e altre forme di trattamenti degradanti; la privazione di cure mediche; il lavoro in condizioni di schiavitù, l’obbligo di assistere a torture e trattamenti crudeli ai danni di altre persone.\r\n\r\n \r\n\r\nNove migranti su dieci hanno dichiarato di aver visto qualcuno morire, essere ucciso, torturato o gravemente percosso. Come ricorda con indelebili parole uno di loro: ‘una volta che arrivi in Libia smetti di essere considerato un essere umano’.”\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nNe abbiamo parlato con Alessandro Dal Lago.\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2017 02 07 malta dal lago","7 Febbraio 2017","2017-02-09 16:17:37","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/02/profughi-evidenza-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"188\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/02/profughi-evidenza-300x188.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/02/profughi-evidenza-300x188.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/02/profughi-evidenza-768x480.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/02/profughi-evidenza-1024x640.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/02/profughi-evidenza.jpg 1600w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Vertice di Malta. 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Seppure ai margini della cd. \"rotta balcanica\", sviluppatasi lungo l'asse Grecia-Macedonia-Serbia-Ungheria- Croazia, la Bulgaria – che svolge anche la funzione di confine esterno dell'Unione Europea – negli ultimi anni ha rappresentato un importante paese di transito per migliaia di persone in fuga da guerra e povertà. 27mila persone nel solo 2015, principalmente provenienti da Siria, Iraq ed Afghanistan e desiderose di raggiungere l'Austria, la Germania o la Svezia.\r\n\r\nIl 25 febbraio di quest'anno il parlamento bulgaro aveva già approvato la possibilità di schierare l'esercito al confine turco-bulgaro per reprimere i migranti, con pratiche di maltrattamenti, violenze, rapine e respingimenti arbitrari più volte denunciate anche da organizzazioni non certo radicali, quali il Belgrade Centre for Human Rights e lo Human Rights Watch. Episodio emblematico quello del 15 ottobre 2015, quando un migrante afgano fu ucciso da un colpo di pistola esploso da un poliziotto di frontiera.\r\n\r\nIn un contesto di proliferazione di muri anti-immigrati fisici e simbolici all'interno dello spazio europeo - dall'Ungheria, alla Grecia, alla Spagna, alla Francia, all'Italia - il progetto di costruzione del muro al confine tra Bulgaria e Turchia, dal costo stimato di circa 50 milioni di euro, si inserisce in Bulgaria in un quadro di paura ed ostilità sociale diffusa nei confronti dello \"straniero\", fomentata da retoriche mediatiche e politiche istituzionali di stampo nazionalista. Sul territorio dello Stato si aggirano mercenari a caccia di teste migranti, come Dinko, presentato dai media come nuovo \"super-eroe\" nazionale, in quanto \"combina la guida estrema di quad con la caccia ai rifugiati” e nel giro di qualche mese ha catturato “almeno venti persone, e a mani nude”. Dinko, intervistato da una tv locale, si è espresso in favore della caccia al migrante, sostenendo la sua regolamentazione e retribuzione nella forma di “un premio in denaro, che so, 50 leva (25 euro), per ogni 'capo' catturato”.\r\n\r\nDi questo scenario agghiacciante, che rimanda in maniera lampante a pratiche coloniali, abbiamo parlato questa mattina con Francesco Martino, dell'Osservatorio Balcani e Caucaso:\r\n\r\nmartino","27 Maggio 2016","2016-05-30 12:33:27","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/05/140419161-99250e50-4e8f-4741-ba6c-56b8739bd19d-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"199\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/05/140419161-99250e50-4e8f-4741-ba6c-56b8739bd19d-300x199.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/05/140419161-99250e50-4e8f-4741-ba6c-56b8739bd19d-300x199.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/05/140419161-99250e50-4e8f-4741-ba6c-56b8739bd19d.jpg 480w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","L'Europa dei muri: 146 km di filo spinato tra Bulgaria e Turchia",1464373086,[168,169,170,171,172],"http://radioblackout.org/tag/bulgaria/","http://radioblackout.org/tag/dinko/","http://radioblackout.org/tag/migranti/","http://radioblackout.org/tag/muro/","http://radioblackout.org/tag/nazionalismo/",[174,175,20,176,177],"Bulgaria","Dinko","muro","nazionalismo",{"post_content":179,"post_title":183},{"matched_tokens":180,"snippet":181,"value":182},[72],"un contesto di proliferazione di \u003Cmark>muri\u003C/mark> anti-immigrati fisici e simbolici all'interno","Nei prossimi due mesi il governo bulgaro ha in progetto di costruire un muro di filo spinato lungo 146 chilometri al confine con la Turchia, con lo scopo di respingere l’ingresso di migranti. “I cittadini bulgari si devono sentire al sicuro, la barriera praticamente non lascia opportunità per gli attraversamenti non autorizzati, nemmeno nelle zone più facilmente accessibili”, ha dichiarato il ministro degli Interni, Rumyana Bachvarova. 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Questa legge taglia l’accesso ai sussidi per le persone migranti, introduce una cauzione da versare allo stato da parte degli studenti stranieri che hanno bisogno di un permesso di soggiorno, crea delle quote di immigrazione annuali, reintroduce il reato di “soggiorno illegale”, rende più difficile per i figli nati in Francia da persone straniere diventare francesi e stabilisce che le persone con doppia cittadinanza condannate per gravi reati possano perdere quella francese.\r\nMentre Marine Le Pen la definisce una «indiscutibile vittoria ideologica» per il suo partito, quello di Macron ne esce a pezzi e con le dimissioni del ministro della sanità francese. Si inaugura così una nuova era del macronismo? Il governo francese si sta \"solo\" allineando alle posizioni sempre più dure contro le persone migranti e non bianche che i governi di tutta Europa stanno prendendo?\r\nDi questo e molto altro ne parliamo con Gaia, compagna che vive a Marsiglia:\r\n\r\n[audio wav=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Gaia.wav\"][/audio]\r\n\r\n\r\nCanali per seguire le mobilitazioni contro questa legge:\r\n\r\nhttps://abaslescra.noblogs.org/\r\n\r\nhttps://m.facebook.com/profile.php/?id=100066361251069\r\n\r\nhttps://www.instagram.com/afaparisbanlieue/\r\n\r\nhttps://www.instagram.com/cerveaux_non_disponibles/\r\n\r\nhttps://www.instagram.com/agfeministeparisbanlieue/\r\n\r\nhttps://www.instagram.com/toulouse_vs_darmanin/\r\n\r\n ","24 Dicembre 2023","2023-12-24 18:01:04","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/plusieurs-centaines-de-manifestants-ont-proteste-contre-la-loi-immigration-a-paris-ici-place-de-la-republique-photo-afp-dimitar-dilkoff-1703262704-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/plusieurs-centaines-de-manifestants-ont-proteste-contre-la-loi-immigration-a-paris-ici-place-de-la-republique-photo-afp-dimitar-dilkoff-1703262704-300x200.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/plusieurs-centaines-de-manifestants-ont-proteste-contre-la-loi-immigration-a-paris-ici-place-de-la-republique-photo-afp-dimitar-dilkoff-1703262704-300x200.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/plusieurs-centaines-de-manifestants-ont-proteste-contre-la-loi-immigration-a-paris-ici-place-de-la-republique-photo-afp-dimitar-dilkoff-1703262704-768x512.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/plusieurs-centaines-de-manifestants-ont-proteste-contre-la-loi-immigration-a-paris-ici-place-de-la-republique-photo-afp-dimitar-dilkoff-1703262704.jpeg 918w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Macron alza i muri e Le Pen ringrazia: la nuova legge Darmanin sull'immigrazione",1703440864,[206,207,208,127,209,210],"http://radioblackout.org/tag/darmanin/","http://radioblackout.org/tag/decreto-immigrazione/","http://radioblackout.org/tag/francia/","http://radioblackout.org/tag/macron/","http://radioblackout.org/tag/marine-le-pen/",[212,213,214,22,215,216],"Darmanin","decreto immigrazione","francia","macron","marine le pen",{"post_title":218},{"matched_tokens":219,"snippet":220,"value":220},[72],"Macron alza i \u003Cmark>muri\u003C/mark> e Le Pen ringrazia: la nuova legge Darmanin sull'immigrazione",[222],{"field":145,"matched_tokens":223,"snippet":220,"value":220},[72],{"best_field_score":151,"best_field_weight":152,"fields_matched":110,"num_tokens_dropped":49,"score":225,"tokens_matched":110,"typo_prefix_score":49},"578730123365187705",{"document":227,"highlight":249,"highlights":253,"text_match":149,"text_match_info":256},{"cat_link":228,"category":229,"comment_count":49,"id":230,"is_sticky":49,"permalink":231,"post_author":52,"post_content":232,"post_date":233,"post_excerpt":55,"post_id":230,"post_modified":234,"post_thumbnail":235,"post_thumbnail_html":236,"post_title":237,"post_type":60,"sort_by_date":238,"tag_links":239,"tags":244},[46],[48],"46861","http://radioblackout.org/2018/04/confini-muri-esercito-treni-infernali-e-carovane-di-autodifesa/","Da un lato un presidente che deve mantenere promesse elettorali populiste e razziste,che si inventa invasioni, accusando lo stato messicano di non fare il suo ruolo di cane da guardia e filtro per le merci, al cui blocco è stato preposto con la Guerra alla droga e con la Guerra ai migranti; dall'altro una massa di migranti, sfruttati dai narcos che impongono prezzi da prima classe per viaggi pericolosi durante i quali le donne hanno quasi la certezza di venir stuprate, caricati su \"La Bestia\", il treno che dal Chiapas arriva alle 5 stazioni lungo i 3000 chilometri di muro, eretto da tutti gli ultimi presidenti americani e lungo il quale l'ultimo – il peggiore – ha deciso di schierare l'esercito per respingere i pochi migranti non rimpatriati o bloccati da Peña Nieto.\r\n\r\nOgni anno si compone una carovana in periodo pasquale che quest'anno si è coposta di alcune migliaia di persone dirette negli Usa, che con questa marcia di centinaia di chilometri dal Chiapas percorrono il territorio messicano anche con l'intento simbolico di proteggere i più deboli che subirebbero da soli ogni tipo di violenza. Sfruttando i numeri di quest'anno, l'inquilino della Casa Bianca ha lanciato una campagna di paura che mira a imporre la costruzione del muro, che il Mexico si rifiuta di pagare e il Congresso non vuole finanziare.\r\n\r\nIn questo modo il viaggio del lungo serpentone si è già bloccato a Oaxaca e molti stanno proseguendo a piccoli gruppi. Per comprendere meglio i risvolti di questo fenomeno, se è già stato almeno sufficiente a riportare alal ribalta il dramma della disperata migrazione verso gli Usa, o se invece a ottenere quanto si era prefisso è stato il feroce gringo abbiamo interpelalto Marco Dell'Aguzzo, esperto di questioni inrenti all’America Settentrionale\r\n\r\nConfine messicano, la carovana interrotta","8 Aprile 2018","2018-04-18 12:04:00","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/04/2018-04-06_el-lado-est-suenos-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"199\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/04/2018-04-06_el-lado-est-suenos-300x199.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/04/2018-04-06_el-lado-est-suenos-300x199.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/04/2018-04-06_el-lado-est-suenos-768x510.jpg 768w, 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e della detenzione testate sulla pelle dei palestinesi e presentate al mondo intero come opzione vincente per il XXI secolo.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con uno degli autori, Alfredo Tradardi, anche con riferimento alla situazione politica attuale nella Palestina occupata:\r\n\r\nUnknown\r\n\r\n ","20 Marzo 2017","2017-03-24 13:29:49","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/03/likeidf_h_partb-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"180\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/03/likeidf_h_partb-300x180.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/03/likeidf_h_partb-300x180.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/03/likeidf_h_partb.jpg 638w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Il Modello Israele: guerra, muri, droni, check-point, reticolati 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La nozione di paese “sicuro” è il grimaldello che viene usato per scardinare definitivamente la cassaforte in cui sarebbero custoditi i cosiddetti “diritti universali”. L’universale torna a restringersi senza essere mai stato realmente tale.\r\nIl Nuovo Patto si basa su dieci leggi. C’è una modifica radicale nei percorsi di richiesta di asilo. Ne sono possibili solo due: la procedura tradizionale, che di solito richiede diversi mesi per essere completata, o una procedura accelerata che avviene alla frontiera e che dovrebbe durare al massimo 12 settimane, durante le quali le persone migranti saranno trattenuti in strutture apposite.\r\nI richiedenti asilo non possono scegliere quale dei due percorsi seguire, ma vengono divisi in base al loro profilo, stilato attraverso un nuovo e uniforme regolamento di screening. Questo regolamento esclude l’esame delle singole posizioni, perché prevede che questa “procedura di frontiera” venga usata principalmente per i richiedenti asilo considerati un “pericolo” per i paesi dell’Unione, per coloro che provengono dai paesi considerati “sicuri” e per chi proviene da paesi che, anche per altri motivi, hanno un tasso molto basso (sotto il 20 per cento) di domande d’asilo accolte.\r\nSe la loro richiesta verrà rifiutata, come è molto probabile in questi casi, i migranti dovranno essere espulsi verso il loro paese d’origine o un cosiddetto “paese terzo”, fra cui ci sono anche quelli da cui spesso partono per raggiungere i paesi europei: Tunisia, Libia, Turchia.\r\nI paesi dell’UE hanno due anni per recepire nella loro legislazione le nuove norme UE.\r\nUn nuovo capitolo della guerra ai migranti è stato scritto.\r\nNe abbiamo parlato con Raffaele\r\n\r\nGrecia. Prigione amministrativa ed espulsione per chi lotta\r\nIn questi anni tanti europei si sono trasferiti ad Atene per vivere, studiare, lavorare. Alcuni di loro partecipano attivamente alle lotte politiche e sociali del paese.\r\nDopo lo sgombero delle università occupate per cercare di porre un freno all’invasione di Rafah, una settantina di attivisti sono stati fermati e portati in questura. Tutti gli occupanti sono stati denunciati a piede libero. I greci sono stati tutti rilasciati, 9 compagn* di varie nazionalità europee sono stati rinchiusi in un centro di detenzione per stranieri a 50 chilometri da Atene. Hanno cinque giorni per fare ricorso prima di essere espulsi.\r\nNei loro confronti è stata applicata una misura di carattere amministrativo, in base ad una generica rilevazione di “pericolosità sociale”.\r\nDa qualche tempo, la detenzione amministrativa e l’espulsione degli indesiderabili, non è solo applicata ai non europei, ma si estende anche ai cittadini dell’UE.\r\nEsempi simili si sono registrati di recente in Francia. In Italia nel mirino sono finiti rom con cittadinanza rumena.\r\nL’esclusione dai diritti universali riservati ai “cittadini” progressivamente si sta estendendo anche a chi ha le “carte in regola” per muoversi e risiedere in Europa.\r\nDa decenni assistiamo all’estensione del concetto di nemico, che non è solo il soldato che indossa la divisa di un altro paese, ma è il civile straniero privo di permessi, e, passo dopo passo, anche il cittadino europeo, che si batte contro le regole di un mondo diviso in sommersi e salvati.\r\n\r\nDall'ordine americano al grande caos\r\nScenari di guerra globale: dall'Ucraina a Gaza, dal Sudan all'Armenia, dal mar Rosso a Taiwan\r\nIl prossimo venerdì ci sarà un incontro sugli scenari di guerra globale che rischiano di deflagrare in un conflitto dalle conseguenze devastanti.\r\nAd introdurre l’incontro del 24 maggio ci sarà Stefano Capello, che con cui abbiamo anticipato alcuni dei temi che affronteremo. \r\n\r\nAppuntamenti: \r\n\r\nDall'ordine americano al grande caos\r\nScenari di guerra globale: dall'Ucraina a Gaza, dal Sudan all'Armenia, dal mar Rosso a Taiwan\r\nVenerdì 24 maggio\r\nore 21\r\ncorso Palermo 46\r\nincontro con Stefano Capello\r\nGuerre di portata planetaria ci stanno portando sull'orlo della terza guerra mondiale. La spirale pare inarrestabile: il conflitto Russia Ucraina rischia di deflagrare in tutta Europa.\r\nL'Italia è direttamente coinvolta con le proprie truppe e con il proprio apparato militare industriale. È in prima fila in conflitti in cui gioca in proprio e in varie alleanze a geografia variabile.\r\nLa crisi mondiale, le pericolose convulsioni dell'impero statunitense e della Russia in un pianeta multipolare, le aspirazioni imperialiste concorrenti di potenze regionali come la Turchia, il grande saccheggio dell'Africa, l'imporsi inarrestabile della Cina rendono la china verso il peggio sempre più scivolosa.\r\nL'intersecarsi di pulsioni nazionaliste, guerre di religione e di interesse mira a rendere complici dei massacri le popolazioni più direttamente colpite.\r\nNon solo. Nel nostro paese il governo sta facendo una campagna di arruolamento permanente. 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La compagna Sarah è stata violentata e uccisa.\r\n\r\nSenzapatria \r\nSabato 1 e domenica 2 giugno\r\nGiornate di lotta al militarismo\r\nContro la guerra, l’occupazione militare delle periferie, la produzione bellica, il nazionalismo!\r\nContro tutte le patrie per un mondo senza frontiere!\r\nCon i disertori di tutte le guerre!\r\n\r\nSabato 1 giugno\r\nVia i militari dalle strade!\r\nore 15,30 corso Palermo angolo via Sesia (se piove in piazza Crispi)\r\nDistro, interventi, musica, giri per il quartiere militarizzato.\r\nAlba e Carenza 503 nel canzoniere antimilitarista, la Clown Army pattuglierà l’area per l’intera giornata. \r\n\r\nDomenica 2 giugno\r\nAntimilitaristi per i quartieri di Torino\r\nSmilitarizziamo la città!\r\n\r\nOgni martedì fai un salto da\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro \r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini! \r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\ndalle 18 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\n\r\nContatti:\r\nfai_torino@autistici.org\r\n@senzafrontiere.to/\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","23 Maggio 2024","2024-05-23 19:51:03","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/EUtrippingrefugee-200x110.jpg","Anarres del 17 maggio. Fortezza Europa: muri più alti. Repressione in Grecia. Dall'ordine americano al grande caos: scenari di guerra globale...","podcast",1716493770,[],[],{"post_content":351,"post_title":355},{"matched_tokens":352,"snippet":353,"value":354},[72],"proposte, appuntamenti:\r\n\r\nLa Fortezza Europa: \u003Cmark>muri\u003C/mark> più alti\r\nIl nuovo accordo","ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. 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La nozione di paese “sicuro” è il grimaldello che viene usato per scardinare definitivamente la cassaforte in cui sarebbero custoditi i cosiddetti “diritti universali”. L’universale torna a restringersi senza essere mai stato realmente tale.\r\nIl Nuovo Patto si basa su dieci leggi. C’è una modifica radicale nei percorsi di richiesta di asilo. Ne sono possibili solo due: la procedura tradizionale, che di solito richiede diversi mesi per essere completata, o una procedura accelerata che avviene alla frontiera e che dovrebbe durare al massimo 12 settimane, durante le quali le persone migranti saranno trattenuti in strutture apposite.\r\nI richiedenti asilo non possono scegliere quale dei due percorsi seguire, ma vengono divisi in base al loro profilo, stilato attraverso un nuovo e uniforme regolamento di screening. Questo regolamento esclude l’esame delle singole posizioni, perché prevede che questa “procedura di frontiera” venga usata principalmente per i richiedenti asilo considerati un “pericolo” per i paesi dell’Unione, per coloro che provengono dai paesi considerati “sicuri” e per chi proviene da paesi che, anche per altri motivi, hanno un tasso molto basso (sotto il 20 per cento) di domande d’asilo accolte.\r\nSe la loro richiesta verrà rifiutata, come è molto probabile in questi casi, i migranti dovranno essere espulsi verso il loro paese d’origine o un cosiddetto “paese terzo”, fra cui ci sono anche quelli da cui spesso partono per raggiungere i paesi europei: Tunisia, Libia, Turchia.\r\nI paesi dell’UE hanno due anni per recepire nella loro legislazione le nuove norme UE.\r\nUn nuovo capitolo della guerra ai migranti è stato scritto.\r\nNe abbiamo parlato con Raffaele\r\n\r\nGrecia. Prigione amministrativa ed espulsione per chi lotta\r\nIn questi anni tanti europei si sono trasferiti ad Atene per vivere, studiare, lavorare. Alcuni di loro partecipano attivamente alle lotte politiche e sociali del paese.\r\nDopo lo sgombero delle università occupate per cercare di porre un freno all’invasione di Rafah, una settantina di attivisti sono stati fermati e portati in questura. Tutti gli occupanti sono stati denunciati a piede libero. I greci sono stati tutti rilasciati, 9 compagn* di varie nazionalità europee sono stati rinchiusi in un centro di detenzione per stranieri a 50 chilometri da Atene. Hanno cinque giorni per fare ricorso prima di essere espulsi.\r\nNei loro confronti è stata applicata una misura di carattere amministrativo, in base ad una generica rilevazione di “pericolosità sociale”.\r\nDa qualche tempo, la detenzione amministrativa e l’espulsione degli indesiderabili, non è solo applicata ai non europei, ma si estende anche ai cittadini dell’UE.\r\nEsempi simili si sono registrati di recente in Francia. In Italia nel mirino sono finiti rom con cittadinanza rumena.\r\nL’esclusione dai diritti universali riservati ai “cittadini” progressivamente si sta estendendo anche a chi ha le “carte in regola” per muoversi e risiedere in Europa.\r\nDa decenni assistiamo all’estensione del concetto di nemico, che non è solo il soldato che indossa la divisa di un altro paese, ma è il civile straniero privo di permessi, e, passo dopo passo, anche il cittadino europeo, che si batte contro le regole di un mondo diviso in sommersi e salvati.\r\n\r\nDall'ordine americano al grande caos\r\nScenari di guerra globale: dall'Ucraina a Gaza, dal Sudan all'Armenia, dal mar Rosso a Taiwan\r\nIl prossimo venerdì ci sarà un incontro sugli scenari di guerra globale che rischiano di deflagrare in un conflitto dalle conseguenze devastanti.\r\nAd introdurre l’incontro del 24 maggio ci sarà Stefano Capello, che con cui abbiamo anticipato alcuni dei temi che affronteremo. \r\n\r\nAppuntamenti: \r\n\r\nDall'ordine americano al grande caos\r\nScenari di guerra globale: dall'Ucraina a Gaza, dal Sudan all'Armenia, dal mar Rosso a Taiwan\r\nVenerdì 24 maggio\r\nore 21\r\ncorso Palermo 46\r\nincontro con Stefano Capello\r\nGuerre di portata planetaria ci stanno portando sull'orlo della terza guerra mondiale. La spirale pare inarrestabile: il conflitto Russia Ucraina rischia di deflagrare in tutta Europa.\r\nL'Italia è direttamente coinvolta con le proprie truppe e con il proprio apparato militare industriale. È in prima fila in conflitti in cui gioca in proprio e in varie alleanze a geografia variabile.\r\nLa crisi mondiale, le pericolose convulsioni dell'impero statunitense e della Russia in un pianeta multipolare, le aspirazioni imperialiste concorrenti di potenze regionali come la Turchia, il grande saccheggio dell'Africa, l'imporsi inarrestabile della Cina rendono la china verso il peggio sempre più scivolosa.\r\nL'intersecarsi di pulsioni nazionaliste, guerre di religione e di interesse mira a rendere complici dei massacri le popolazioni più direttamente colpite.\r\nNon solo. Nel nostro paese il governo sta facendo una campagna di arruolamento permanente. Di fronte all'escalation bellica vogliono gente assuefatta e disponibile alla concreta possibilità di un coinvolgimento diretto sempre maggiore.\r\nNon per caso il processo di militarizzazione investe le nostre città, le nostre scuole, i principali mezzi di comunicazione e le istituzioni culturali.\r\nGuerra interna e guerra esterna sono le due facce della stessa medaglia, quella della guerra ai poveri per il controllo delle risorse, delle coscienze, delle vie di approvvigionamento e dei flussi informativi.\r\nComprendere le dinamiche della guerra globale, cogliere gli elementi di resistenza, disfattismo, diserzione è necessario per rinforzare le reti antimilitariste ed internazionaliste di opposizione alla guerra.\r\n\r\nIn occasione della serata verrà fatta una raccolta fondi per sostenere gli anarchici sudanesi. In un anno di guerra civile quest* compagn*, oppositor* del passato regime e dei due signori della guerra che si contendono il paese, hanno attuato numerose iniziative di lotta e di solidarietà con la popolazione stremata dalla guerra. Oggi stanno subendo una durissima repressione. Alcuni sono stati arrestat* e torturat*. La compagna Sarah è stata violentata e uccisa.\r\n\r\nSenzapatria \r\nSabato 1 e domenica 2 giugno\r\nGiornate di lotta al militarismo\r\nContro la guerra, l’occupazione militare delle periferie, la produzione bellica, il nazionalismo!\r\nContro tutte le patrie per un mondo senza frontiere!\r\nCon i disertori di tutte le guerre!\r\n\r\nSabato 1 giugno\r\nVia i militari dalle strade!\r\nore 15,30 corso Palermo angolo via Sesia (se piove in piazza Crispi)\r\nDistro, interventi, musica, giri per il quartiere militarizzato.\r\nAlba e Carenza 503 nel canzoniere antimilitarista, la Clown Army pattuglierà l’area per l’intera giornata. \r\n\r\nDomenica 2 giugno\r\nAntimilitaristi per i quartieri di Torino\r\nSmilitarizziamo la città!\r\n\r\nOgni martedì fai un salto da\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro \r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini! \r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\ndalle 18 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\n\r\nContatti:\r\nfai_torino@autistici.org\r\n@senzafrontiere.to/\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",{"matched_tokens":356,"snippet":357,"value":357},[72],"Anarres del 17 maggio. 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Da dieci giorni, ogni giorno a Parigi scende in piazza il blocco dei gendarmi. Cosa vogliono? La licenza di uccidere!\r\nNe parliamo con Gianni Carrozza della redazione parigina di Collegamenti e di “Vive la Sociale!”trasmissione su radio Frequence Plurielle\r\n\r\nStefano Capello ci presenta l’incontro del 2 novembre “Bombe, muri e frontiere.\r\nGiochi di potenza dal Mediterraneo all’Eufrate. Dal nuovo secolo americano al tutti contro tutti\r\n\r\nUngheria 1956: la rivoluzione dei consigli, la repressione staliniana sessant’anni dopo. Ne parliamo con Cosimo Scarinzi \r\n\r\nIniziative:\r\n\r\n29 ott – 2 nov – 4 nov. Nessuna pace per chi fa guerra. Settimana antimilitarista\r\nSabato 29 ottobre ore 10,30/13,30\r\npresidio antimilitarista itinerante al Balon \r\ncon performance sulle fabbriche d’armi\r\n\r\nMercoledì 2 novembre ore 21\r\nalla FAT, in corso Palermo 46\r\n“Bombe, muri e frontiere.\r\nGiochi di potenza dal Mediterraneo all’Eufrate. 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Ing. Sollazzi & Dj Post Pony continuano il loro viaggio a orecchie tappate, mixando con guanti di silicone sui fader bollenti della Blackout House. To Be Continued il 3 e 4 luglio 2025 dalle 7am alle 8:30am sui canonici centocinquedueecinquanta. 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Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/2025-01-24-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nCrisi climatica e azione diretta\r\nStrumenti di ricerca, misurazione, analisi e lotta\r\nChe sia in atto un cambiamento climatico con un’accelerazione senza precedenti, da quando il pianeta è abitato da forme di vita strutturate in comunità è un dato ormai privo di dimostrazioni opposte. Le estese analisi e i risultati cui è pervenuto il lungo lavoro della comunità climatologica portano a una conclusione unica: il clima sta cambiando a una velocità tale per cui le forme di vita vegetali e animali (inclusa quella umana) vengono poste in seria difficoltà di adattamento. Adattamento fisico, chimico, biologico, sociale e migratorio sono a rischio, sottoposti a forzanti indotte dalla produzione industriale, alimentare e trasportistica sempre più energivora. (…)\r\nUn problema di origine capitalista non può avere una soluzione capitalista.\r\nIl riscaldamento globale e la sua accelerazione sono causati principalmente dalle emissioni collegate alle attività umane: industriali, di trasporto e alimentari.\r\nCon Andrea Merlone, Dirigente di ricerca all’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (INRiM) e ricercatore associato all’Istituto di Scienze Polari del CNR, abbiamo anticipato alcuni dei temi di cui parleremo venerdì 31 gennaio alle 21 alla FAT\r\n\r\nZone rosse ed aree a sorveglianza rinforzata\r\nIl governo sperimenta nuovi meccanismi di esclusione e controllo degli indesiderabili. Muri invisibili ma concreti segmentano le città, separando chi può accedere liberamente nelle aree più pregiate e chi deve esserne tenuto fuori.\r\nCon le zone rosse e il daspo urbano il ministro dell’Interno ha arricchito la cassetta degli attrezzi della polizia di nuovi strumenti, che le forze del disordine statale possono utilizzare senza neppure scomodare un magistrato.\r\nLa stretta securitaria, collaudata inizialmente a Bologna e Firenze, a dicembre si è estesa a Milano e Napoli, e con l’anno nuovo ha investito Roma, dove la morsa poliziesca durante il giubileo è imponente. A Torino il sindaco annuncia un approccio più “morbido”: niente zone rosse ma aree a “sorveglianza rinforzata”, come a Roma. Difficile cogliere le sfumature di fronte alla declinazione sabauda delle direttive governative. Intanto, dal 27 gennaio al 30 aprile, saranno zone rosse Porta Nuova, San Salvario, Torino centro, Aurora e Barriera di Milano.\r\nNei fatti le forze di polizia possono allontanare con la forza chiunque, assuma “atteggiamenti aggressivi, minacciosi o insistentemente molesti”. Va da se che gli “atteggiamenti” non sono atti e, quindi gli uomini e le donne in divisa mandano via le persone il cui modo di stare in strada sia considerato, a loro arbitrio, indesiderabile.\r\n\r\nStati Uniti. Una corte di miliardari e l’America profonda\r\nDonald Trump si è insediato lunedì. I sostenitori che quattro anni fa avevano fatto irruzione a Capitol Hill, in questo 20 gennaio hanno sostato composti all’esterno. L’imperatore li ha arringati firmando immediatamente la grazia per i golpisti condannati, deportazioni di massa dei clandestini che vivono negli States, la fine della guerra e il ritorno dell’età dell’oro. 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Appena insediato Trump ha firmato una serie di misure e di ordini esecutivi.\r\nQuesti gli i principali ordini esecutivi firmati dal neopresidente:\r\n- Uscita degli Stati Uniti dall'accordo di Parigi sul clima.\r\n- Stop al lavoro da casa per i dipendenti federali.\r\n- Revocato l'ordine esecutivo di Joe Biden che fissa il target del 50% delle vendite di nuovi veicoli elettrici entro il 2030\r\n- Revocato l'ordine esecutivo di Joe Biden sull'intelligenza artificiale, mossa che spiana la strada al business miliardario del settore, eliminando i già scarsi guard-rail previsti.\r\n- Dichiarata l'emergenza nazionale al confine sud degli Stati Uniti.\r\n- Fine dello ius soli, il diritto di cittadinanza per nascita stabilito dalla Costituzione americana.\r\n- Gli Usa escono dall'Organizzazione mondiale della Sanità\r\n- Revocate le sanzioni sui coloni israeliani in Cisgiordania.\r\nIl presidente che si è insediato il 20 gennaio è molto più forte di quello che prese il potere nel 2016: allora era un outsider inviso alla maggioranza del suo partito, oggi è il cavallo vincente, che ha conquistato il Gop riuscendo a mettere insieme le anime sparse della destra statunitense.\r\nTrump, si è esibito accanto ad una manciata di suoi pari: i miliardari che affollano la sua corte e hanno in mano il vero potere, quello dei social media, il cui controllo è cruciale nella costruzione del consenso. \r\nSul tappeto numerose domande: quanto reggerà il suo blocco sociale, specie quello della Rust Belt, che tanto contribuì al suo precedente successo?\r\nL’unica europea alla sua corte era Giorgia Meloni, che tenta di accreditarsi come ponte tra l’America Trumpiana e un’Europa schiacciata dal ricatto del Friend Shoring imposto in questi anni e cardine delle politiche protezioniste statunitensi.\r\nA Davos Trump ha dettato le regole all’Europa, prima tra tutte un investimento del 5% del Pil in spese militari.\r\nIl programma di Trump è spaventoso. 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Rinchiusi in una prigione per senza documenti potrebbero essere deportati in qualsiasi momento o passarvi un anno e mezzo, prima di essere liberati con un foglio di via.\r\nGiovedì 16 gennaio un recluso è caduto dal tetto della struttura nel tentativo di allontanarsi dal Cpr e far disperdere le proprie tracce. Nella caduta si è fratturato gravemente gli arti ed è stato trasportato in elisoccorso in ospedale. Il clima si è fatto più incandescente la sera di domenica 19 gennaio, quando anche un migrante di origine maghrebina è scivolato dal tetto. Fortunatamente, le ferite riportate non sono state gravi. É frequente che chi tenta la fuga saltando le mura alte dell’ex caserma Polonio si ferisca anche in modo serio. Una decina di anni fa un migrante, finito in coma in seguito alla caduta, perse la vita dopo mesi di agonia in ospedale.\r\nLunedì 20 gennaio un gruppo di una trentina di persone è salito sul tetto dell'ex caserma Polonio, causando ingenti danni agli impianti idraulici ed elettrici e praticando sette varchi nella struttura. Non ci sono stati, diversamente da altre volte, tentativi di fuga. Il giorno successivo è stata incendiata la zona rossa e sono stati creati dei varchi nel plexiglass che delimita le “vasche” che dividono le camerate. La zona rossa, una delle tre in cui è divisa la prigione di Gradisca, è completamente inagibile, così come alcune aree comuni.\r\nMercoledì 22 sono iniziati arresti e deportazioni punitive. 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