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Antimilitaristi in corteo",1655832048,[119,120,121,122,123,124,125],"http://radioblackout.org/tag/disertiamolaguerra/","http://radioblackout.org/tag/antimilitarismo/","http://radioblackout.org/tag/aviano/","http://radioblackout.org/tag/corteo-antimilitarista/","http://radioblackout.org/tag/friuli-venezia-giulia/","http://radioblackout.org/tag/inquinamento-da-torio/","http://radioblackout.org/tag/poligoni-di-guerra/",[127,128,20,129,34,32,26],"#disertiamolaguerra","antimilitarismo","corteo antimilitarista",{"post_content":131},{"matched_tokens":132,"snippet":133,"value":134},[78,70],"contro l'Ucraina ma anche del \u003Cmark>nazionalismo\u003C/mark> \u003Cmark>ucraino\u003C/mark> (Zelensky) contro le minoranze russofone,","Domenica 19 giugno ad Aviano un corteo antimilitarista promosso dal Coordinamento regionale libertario.\r\nLa manifestazione contro guerre, riarmo ed eserciti si è mossa da Pagliano-Gori (Aeroporto italiano) a Roveredo in Piano fino ai cancelli della Base USAF di Aviano (Aeroporto USA-NATO).\r\nDal blog di uno dei partecipanti: “Ci siano collegati con compagni dalla Sicilia (No Muos), dalla Sardegna (contro poligoni militari) e dalla Toscana (Coltano e Camp Darby).\r\nSiamo intervenuti sull'aggressione armata dell'imperialismo russo (Putin) contro l'Ucraina ma anche del \u003Cmark>nazionalismo\u003C/mark> \u003Cmark>ucraino\u003C/mark> (Zelensky) contro le minoranze russofone, denunciando la guerra a bassa intensità che gli oligarchi russi e ucraini si stanno facendo da un decennio per accaparrarsi egemonie e risorse in zone strategiche come Donbass e Crimea; contro il sempreverde espansionismo NATO e il portato delle sue guerre devastanti la cui stessa Base che abbiamo in Friuli è espressione di colonialismo militare e fucina di missioni di morte, anche in Italia (Cermis docet).\r\n\r\nCi siamo molto soffermati sul militarismo e la militarizzazione nostrana tornata in pole position sia in ambito NATO (si vedano i bombardamenti in Libia) sia per le mire coloniali in Niger e gli interessi di investimenti ed export d'armi: record storico +22% in soli 3 anni di sindemia!\r\n\r\nE ancora abbiamo fatto il punto sui tanti poligoni militari in regione dove da oltre 60 anni continuano le devastazioni ambientali con l'inquinamento da metalli pesanti e persino sostanze radioattive.”\r\nNe abbiamo parlato con Lino del Coordinamento libertario del Friuli e della Venezia Giulia\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/2021-06-21-aviano-lino.mp3\"][/audio]",[136],{"field":97,"matched_tokens":137,"snippet":133,"value":134},[78,70],1157451471441100800,{"best_field_score":140,"best_field_weight":141,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":47,"score":142,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},"2211897868288",14,"1157451471441100913",{"document":144,"highlight":165,"highlights":170,"text_match":138,"text_match_info":173},{"cat_link":145,"category":146,"comment_count":47,"id":147,"is_sticky":47,"permalink":148,"post_author":50,"post_content":149,"post_date":150,"post_excerpt":53,"post_id":147,"post_modified":151,"post_thumbnail":152,"post_thumbnail_html":153,"post_title":154,"post_type":56,"sort_by_date":155,"tag_links":156,"tags":161},[44],[46],"73870","http://radioblackout.org/2022/03/lurgenza-di-opporsi-alla-guerra/","A partire dall’analizzare alcuni fatti degli ultimi giorni riguardanti la guerra in Ucraina abbiamo provato a ricostruire un quadro in cui si evidenziassero le gravi implicazioni che stanno avendo gli atteggiamenti degli stati non direttamente coinvolti nell’alimentare l’escalation del conflitto. Dalla fornitura di armamenti da parte dell’Italia, alla richiesta di una no fly zone sull’Ucraina, alle conseguenze delle sanzioni sugli aumenti delle materie prime e dell’energia, passando dalla figura di Zelensky come fantoccio che ha contribuito negli ultimi anni nel fomentare il nazionalismo ucraino alle operazioni di censura dell’informazione indipendente in Russia.\r\nNella seconda parte del podcast abbiamo approfondito con Sandro Moiso, redattore di Carmillaonline, alcune questioni centrali nel tentativo di comprendere cosa sta accadendo. Innanzitutto è importante sottolineare come si stanno ponendo gli attori in campo e quanto la nato e l’Europa stiano giocando con il fuoco continuando ad armare l’Ucraina al posto di lavorare ad una risoluzione che non preveda ulteriori conseguenze in termini umani e materiali per la popolazione, in un contesto in cui gli Stati Uniti stanno cercando di nascondere la propria debolezza. Un conflitto che è scoppiato esacerbando i disequilibri, già presenti sottotraccia da anni, del cosidetto ordine mondiale post caduta del muro di Berlino. Ma, come sostiene Sandro Moiso, la guerra cova nel capitalismo e questi decenni sono stati teatro di una disarticolazione su scala mondiale che non poteva che avere come esito un conflitto aperto, dispiegato, a colpi di armi sempre più affinate dal punto di vista tecnologico. In questo tempo l’unica opzione per gli USA, a fronte dell’emergere di nuovi competitor oltre alla Russia, come l’India, la Cina (stati astenuti all’ONU) la Turchia, è stata quella di continuare a forzare a est tramite l’espansione della nato.\r\nIn questo contesto è urgente porsi la questione di come costruire un punto di vista che sia all’altezza della situazione, consapevole della necessità di porsi sia contro la nato che contro l’impegno militare italiano che contro l’imperialismo degli USA e della Russia, e che possa essere comprensibile. Soprattutto, che possa essere traducibile nella possibilità di costruire un’opposizione di massa nei confronti della guerra ma che rifiuti i caratteri filoatlantisti che ad ora vengono sbandierati da tutti i lati.\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/sandro-moiso-guerra-ucraina-2022_03_03_2022.03.03-10.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDi seguito alcuni link e riferimenti degli articoli citati durante l’approfondimento\r\n\r\nhttps://www.infoaut.org/conflitti-globali/il-nuovo-disordine-mondiale-3-i-discorsi-della-guerra\r\n\r\nhttps://www.carmillaonline.com/2022/02/25/il-nuovo-disordine-mondiale-chi-semina-vento-raccoglie-tempesta/\r\n\r\nhttps://espresso.repubblica.it/mondo/2022/03/01/news/volodymir_zelensky_ha_gia_vinto_la_sua_guerra-339858407/?__vfz=medium%3Dsharebar&fbclid=IwAR2MGB0LBKuSqhXlLQn3VhsT8EwuRehKHXX99f6K-44Ao8TOzcZOfwthpHs\r\n\r\nhttps://commons.com.ua/en/us-plaining-not-enough-on-your-and-our-mistakes/\r\n\r\nhttps://www.aljazeera.com/news/2022/3/2/amid-war-an-independent-russian-radio-station-goes-silent\r\n\r\nhttps://www.aljazeera.com/opinions/2022/2/27/the-world-is-united-on-ukraine-divided-on-america\r\n\r\nhttps://www.infoaut.org/conflitti-globali/il-nuovo-disordine-mondiale-2-tamburi-di-guerra","5 Marzo 2022","2022-03-05 15:00:51","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/pap_20220210_2GX-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/pap_20220210_2GX-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/pap_20220210_2GX-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/pap_20220210_2GX-1024x578.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/pap_20220210_2GX-768x434.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/pap_20220210_2GX.jpg 1240w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","L'urgenza di opporsi alla guerra.",1646492451,[157,158,159,160,63],"http://radioblackout.org/tag/energia/","http://radioblackout.org/tag/est-europa/","http://radioblackout.org/tag/guerra-ucraina/","http://radioblackout.org/tag/nato/",[162,24,163,164,15],"energia","guerra ucraina","nato",{"post_content":166},{"matched_tokens":167,"snippet":168,"value":169},[78,70],"ultimi anni nel fomentare il \u003Cmark>nazionalismo\u003C/mark> \u003Cmark>ucraino\u003C/mark> alle operazioni di censura dell’informazione","A partire dall’analizzare alcuni fatti degli ultimi giorni riguardanti la guerra in Ucraina abbiamo provato a ricostruire un quadro in cui si evidenziassero le gravi implicazioni che stanno avendo gli atteggiamenti degli stati non direttamente coinvolti nell’alimentare l’escalation del conflitto. 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Non li vedete come si sorridono e si stringono la mano nei summit quelli che dovrebbero trovare una soluzione al tragico conflitto in atto? Il fatto è che gli appartenenti alle classi dirigenti si conoscono e si frequentano tra loro e spingono le classi subalterne – che invece non si frequentano e raramente si conoscono – a massacrarsi vicendevolmente.\r\nIl nazionalismo è la coperta identitaria con la quale, anche nel secondo decennio del nuovo secolo, si spingono i poveri a combattere contro altri poveri.\r\nNe abbiamo parlato con Massimo Varengo, autore di un articolo uscito su Umanità Nova\r\n\r\nEconomia di guerra\r\nL’aumento della spesa militare, l’investimento in armi e grandi opere tra peggiorando le condizioni di vita di noi tutti, costrett* a fare i conti con l’aumento dei prezzi, lavori precari e malpagati, fitti alle stelle. Quest’anno la spesa sanitaria è diminuita di 5 miliardi di euro. l’INPS ha recuperato 2 miliardi in questi due anni. 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Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\nriunioni aperiodiche @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",{"matched_tokens":219,"snippet":220,"value":220},[78],"Anarres dell’8 aprile. Guerra e Rainbow washing. Militarismo, \u003Cmark>nazionalismo\u003C/mark>, lotta di classe. 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Anche in streaming.\r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/2024-09-20-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nTramandare il fuoco Per un approccio libertario alla questione palestinese. Una critica a essenzialismo e nazionalismo.\r\n“L'immane massacro della popolazione gazawi e i movimenti di appoggio alla \"resistenza\" palestinese sviluppatisi nel nostro paese dopo il 7 ottobre 2023 hanno evidenziato crepe che hanno radici profonde, tutte da indagare e comprendere.\r\nCi muove una necessità forte, perché al di là delle peculiarità della questione palestinese, temi quali il nazionalismo, il declino dell’approccio di classe, l’affermarsi di dinamiche identitarie essenzialiste e di una concezione distorta dei processi decoloniali ci interrogano tutti sulle prospettive di un movimento di emancipazione sociale, individuale, politica capace di trasformare l’esistente all’insegna di un concreto affermarsi di libertà, uguaglianza, solidarietà.”\r\nVenerdì 27 settembre alle 21 presentiamo l’opuscolo da cui sono tratti gli stralci precedenti alla FAT in corso Palermo 46.\r\nNe abbiamo parlato con Stefano, uno dei compagn che hanno partecipato alla stesura del testo\r\n\r\nCome in silenzio torna il fascismo\r\nCosa significhi vivere sotto un governo di fascisti e di leghisti lo disegna l’incredibile mole di decreti leggi, circolari ministeriali e interventi sempre più brutali e apertamente repressivi di polizia e magistratura che di volta in volta colpiscono gli studenti che occupano le scuole, gli attivisti climatici, le Ong che salvano i profughi in mare, i lavoratori che fanno sciopero etc.\r\nL’ultimo e più grave capitolo delle politiche repressive del governo è il disegno di legge n.1660, a firma congiunta dei ministri degli Interni, della giustizia e della Difesa, appena approdato in Senato dopo l’approvazione alla Camera.\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri, autore di un articolo uscito su Umanità Nova\r\n\r\nGuerra in Ucraina tra escalation e diserzione\r\nIl conflitto tra Russia e Ucraina si sta progressivamente allargando con il recente attacco ucraino alla regione russa di Kursk. Se si sceglie la via della guerra non ci sono vie d'uscita, o si perde, o ci si trasforma a propria volta in invasori, occupanti ed oppressori. Noi seguiamo la strada della liberazione sociale, e questa strada non passa dagli eserciti, perché le\r\nguerre sono sempre vinte solo dagli stati e mai dalle sfruttate dalle oppresse.\r\nL’unica possibile uscita da un conflitto che da due anni e mezzo insanguina il cuore dell’Europa è nelle mani e nei piedi di chi, in Ucraina ed in Russia, ha scelto di disertare, opporsi, sabotare la guerra.\r\nPer questo disertori e disfattisti del “nostro” fronte interno siamo a fianco di disertori e disfattisti in ogni dove.\r\nNe abbiamo parlato con Dario dell’Assemblea Antimilitarista\r\n\r\nAppuntamenti: \r\n\r\nVenerdì 27 settembre\r\nore 21\r\nin corso Palermo 46\r\nTramandare il fuoco. Per un approccio libertario alla questione palestinese. 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In mezzo al caos mediatico le voci di cui più abbiamo sentito l’assenza sono quelle di persone, collettivi ed esperienze che si stanno organizzando concretamente per rispondere alla guerra.\r\n\r\nDopo le prime puntate degli scorsi venerdì, vogliamo dare continuità ad un approfondimento controinformativo che metta al centro le voci e le esperienze di solidarietà, mutualismo, diserzione, critica e resistenza varie che si muovono dentro, contro e attorno al conflitto. Abbiamo ricevuto complimenti e critiche, pensiamo di aver innalzato una serie di contraddizioni, ed è proprio questa la motivazione che ci spinge ad andare avanti.\r\n\r\nOggi una puntata diversa dalle solite, in cui andiamo a sentire le voci di chi si è mosso verso l'Ucraina tramite la Carovana Internazionalista partita da Torino per portare solidarietà e per conoscere con i propri occhi sia le realtà colpite dalla guerra, sia le compagne ed i compagni che per settimane abbiamo ascoltato da questi microfoni e che resistono ogni giorno in un contesto difficile, contradditorio e rischioso.\r\n\r\nUn racconto a caldo, che non ha alcuna pretesa di esaustività, ma che vuole servire da primo riscontro di quello che è stato un viaggio solidale ricco, intenso, denso a livello politico e umano, che ha chiarito molti punti e ha alimentato altri dubbi.\r\n\r\nUn modo per provare a dare a tutt* elementi di lettura critica sul conflitto in corso e soprattutto sulle forme di autorganizzazione, solidarietà e autodifesa armata che si sono sviluppate dall'inizio della guerra in Ucraina contro l'aggressione Russa e come scelta di esistenza attuale e futura.\r\n\r\nCome sempre, l'introduzione poetica di Nazim Hikmet letta dal nostro tecnico-intellettuale:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/poesia-2.mp3\"][/audio]\r\n\r\nL'introduzione alla puntata:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/intro.mp3\"][/audio]\r\n\r\nIl racconto di come è nata questa carovana, dove è andata, chi ha incontrato, che aiuti ha portato, cosa ha visto e come si è sentita a livello umano e politico. Dal confine Polacco, a Lviv, fino a Kyiv e ai villaggi a nord della capitale devastati dalla guerra:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/racconto.mp3\"][/audio]\r\n\r\nQui un focus sui compagni e compagne della realtà di Operation-Solidarity che abbiamo incontrato a Lviv e a Kyiv, come si strutturano, organizzano e cosa fanno, almeno sulla base di ciò che abbiamo visto e percepito, e cosa ci hanno raccontato in termini di prospettiva politica nel panorama attuale Ucraino:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/opsol.mp3\"][/audio]\r\n\r\nUna spiegazione di chi sono e come si strutturano le milizie di difesa territoriale nell'esercito ucraino in cui diverse compagn* sono entrate e stanno cercando di creare dei battaglioni armati in cui applicare metodi antiautoritari, all'interno comunque di un contesto di guerra con tutte le sue dinamiche e gerarchie:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/military-defense-compagni.mp3\"][/audio]\r\n\r\nQui proviamo a fare un quadro delle spinte nazionalistiche che abbiamo visto con i nostri occhi a livello di propaganda interna da parte dell'Ucraina, dalle bandiere del Partito Nazionalista Ucraina ai cartelloni con frasi che inneggiano all'arruolamento, sino all'utilizzo di qualsiasi elemento storico in chiave anti-russa, e facciamo un paio di riflessioni (a partire da quanto ci hanno raccontato le compagn* ucraine) su quanto a livello sociale e politico questo spinto nazionalismo sia realmente sentito dalla popolazione e quanto significhi adesione ad istanze naziste:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/nazionalismo-contesto-ucraino.mp3\"][/audio]\r\n\r\nQui ci chiedono una domanda fondamentale: partendo da una posizione disfattista maggioritaria in Italia da parte dell* compagn* anarchiche in relazione alle prospettiva di lotta future dei compagni Ucraini, cosa ci portiamo a casa dall'incontro dal vivo con quelle realtà? 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A loro, tutto la nostra solidarietà e un grande abbraccio. \r\n\r\nStay tuned su RadioBlackout 105.250!\r\n\r\n\r\n\r\nContatti, informazioni e riferimenti per sostenere le realtà incontrate in Ucraina e come rimanere in contatto:\r\n\r\nQui una pagina della Carovana Internazionalista con le motivazioni politiche, l'appello iniziale, gli aggiornamenti, le foto e i racconti giorno per giorno:\r\nhttps://gabrio.noblogs.org/carovana-solidale-internazionalista/\r\n\r\nSito di Operation Solidarity\r\nhttps://operation-solidarity.org/\r\ne telegram\r\nhttps://t.me/solidarnistinua\r\n\r\nTelegram del \"Comitato di Resistenza di Kyiv\"\r\nhttps://t.me/theblackheadquarter\r\n\r\nPer sostenere Operation Solidarity tramite la Croce Nera Anarchica di Dresda\r\nhttps://abcdd.org/en/2022/03/23/update-donation-for-solidarity-with-anarchist-and-anti-authoritarian-activist-from-ukraine/\r\n\r\nSito di riferimento politico per Lviv Social Movement (in inglese)\r\nhttps://rev.org.ua/english/\r\n\r\nQui un breve documentario fatto da un compagno greco che spiega le motivazioni e il contesto politico di sottofondo alla scelta di anarchich* di combattere, o sostenere chi combatte, a livello armato contro l'invasione Putiniana.\r\nhttps://www.youtube.com/watch?v=XQxooEmFw-0","22 Aprile 2022","2022-05-03 17:06:28","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/photo_2022-04-20_10-25-25-e1650705315878-200x110.jpg","VOCI DALL’UCRAINA, VOCI DALLA RUSSIA, RACCONTO DELLA CAROVANA SOLIDALE INTERNAZIONALISTA",1650649527,[266,267,64],"http://radioblackout.org/tag/carovana/","http://radioblackout.org/tag/solidarieta/",[194,196,66],{"post_content":270},{"matched_tokens":271,"snippet":273,"value":274},[272],"Ucraino","prospettiva politica nel panorama attuale \u003Cmark>Ucraino\u003C/mark>:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/opsol.mp3\"][/audio]\r\n\r\nUna spiegazione di","Dall’inizio del conflitto in Ucraina siamo sottoposti a un sovraccarico di informazioni e analisi geopolitiche di ogni risma. 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A loro, tutto la nostra solidarietà e un grande abbraccio. \r\n\r\nStay tuned su RadioBlackout 105.250!\r\n\r\n\r\n\r\nContatti, informazioni e riferimenti per sostenere le realtà incontrate in Ucraina e come rimanere in contatto:\r\n\r\nQui una pagina della Carovana Internazionalista con le motivazioni politiche, l'appello iniziale, gli aggiornamenti, le foto e i racconti giorno per giorno:\r\nhttps://gabrio.noblogs.org/carovana-solidale-internazionalista/\r\n\r\nSito di Operation Solidarity\r\nhttps://operation-solidarity.org/\r\ne telegram\r\nhttps://t.me/solidarnistinua\r\n\r\nTelegram del \"Comitato di Resistenza di Kyiv\"\r\nhttps://t.me/theblackheadquarter\r\n\r\nPer sostenere Operation Solidarity tramite la Croce Nera Anarchica di Dresda\r\nhttps://abcdd.org/en/2022/03/23/update-donation-for-solidarity-with-anarchist-and-anti-authoritarian-activist-from-ukraine/\r\n\r\nSito di riferimento politico per Lviv Social Movement (in inglese)\r\nhttps://rev.org.ua/english/\r\n\r\nQui un breve documentario fatto da un compagno greco che spiega le motivazioni e il contesto politico di sottofondo alla scelta di anarchich* di combattere, o sostenere chi combatte, a livello armato contro l'invasione Putiniana.\r\nhttps://www.youtube.com/watch?v=XQxooEmFw-0",[276],{"field":97,"matched_tokens":277,"snippet":273,"value":274},[272],{"best_field_score":229,"best_field_weight":141,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":47,"score":253,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},{"document":280,"highlight":293,"highlights":298,"text_match":227,"text_match_info":301},{"comment_count":47,"id":281,"is_sticky":47,"permalink":282,"podcastfilter":283,"post_author":50,"post_content":284,"post_date":285,"post_excerpt":53,"post_id":281,"post_modified":286,"post_thumbnail":287,"post_title":288,"post_type":209,"sort_by_date":289,"tag_links":290,"tags":292},"74623","http://radioblackout.org/podcast/voci-dallucraina-voci-dalla-russia-voci-dentro-e-contro-la-guerra-2/",[],"Dall’inizio del conflitto in Ucraina siamo sottoposti a un sovraccarico di informazioni e analisi geopolitiche di ogni risma. In mezzo al caos mediatico le voci di cui più abbiamo sentito l’assenza sono quelle di persone, collettivi ed esperienze che si stanno organizzando concretamente per rispondere alla guerra. \r\n\r\nDopo le prime puntate degli scorsi venerdì (ascoltabile qui e qui), vogliamo dare continuità ad un approfondimento controinformativo che metta al centro le voci e le esperienze di solidarietà, mutualismo, critica e resistenza varie che si muovono dentro, contro e attorno al conflitto. Abbiamo ricevuto complimenti e critiche, pensiamo di aver innalzato una serie di contraddizioni, ed è proprio questa la motivazione che ci spinge ad andare avanti. \r\n\r\n\r\nIl conflitto infatti non è concluso e anzi si intensifica sempre più, aprendo scenari drammatici per il presente e il futuro. Seppure si inizi a parlare di eventuali cessate il fuoco, mediazioni e ritirate, la prospettiva di una incerta fine delle ostilità e delle violenze non cambia lo scenario di morte passato e futuro, e soprattutto non fa venire meno il bisogno di mettere al centro narrazioni altre rispetto a quelle propugnate dai media mainstram. Non cambia il clima militaresco, bellicista e nazionalista in cui siamo immersi. Il mondo dell’informazione oggi, è sempre più drammaticamente ostaggio della guerra. Ha colonizzato il loro, quello dei media, e in parte il nostro linguaggio. Occupato un intero immaginario. E semplificato alla velocità della luce la complessità delle situazioni reali, riconducendola all’unico vettore dominante: la “logica delle armi”. Forse, ora più che mai, dove sentiremo parlare magari di eventuali ricostruzioni ed accordi, il successo di un movimento contro la guerra e di una critica antimilitarista dipende dalla nostra capacità di sfuggire alle trappole nazionaliste, di resistere all’inevitabile repressione, e di mettere al centro una narraziona radicalmente altra. Non vogliamo cadere in un appoggio acritico a forme che rischiano di ammiccare ad uno o ad un'altro nazionalismo, ma provare a dare elementi e spunti di lettura aggiuntivi, per una prospettiva libertaria e anti-imperialista sul conflitto che ci aiuti a posizionarci e prendere decisioni basate su una conoscenza più ampia e complessa, come d'altronde la guerra è.\r\n\r\nQuest'oggi la puntata ha avuto tre elementi centrali: abbiamo sentito le esperienze di un progetto di sostegno psicologico dal basso a Kiev per la popolazione ucraina colpita dalla guerra, poi abbiamo chiaccherato a lungo con un gruppo di compagne femministe esiliate dalla Russia, e infine abbiamo affrontato nuovamente il tema dei confini e delle migrazioni, con le odiose contraddizioni di una accoglienza a doppia faccia da parte dell'Unione Europea, che da un lato incarcera in centri di detenzione le persone non Ucraine o con il colore della pelle non bianco, dall'altra accoglie con grandi sorrisi le famiglie con passaporto ucraino. Peccato che tutte queste persone, stiano scappando dalla stessa guerra.\r\n\r\n\r\n\r\nQui, il nostro poetico incipit con una poesia di Bifo:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/poesia.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nL'introduzione, immancabimente accompagnata dalla vostra sigla preferita dei Girasoli, in cui spieghiamo il perchè e il percome della puntata:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/Intro.mp3\"][/audio]\r\n\r\nLa prima diretta con Zlata da Kiev, psicologa rimasta in Ucraina per dare supporto psicologico alle personi civili. Ci racconta del progetto in corso e degli effetti psicologici della guerra:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/slata.mp3\"][/audio]\r\n\r\nQuante sono le guerre nel Mondo in questo momento? Vi leggiamo un breve editoriale di Giovanni De Mauro dall'Internazionale, per riflettere su come ogni giorno sul nostro pianeta le armi e le guerre tra stati uccidano:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/editoriale.mp3\"][/audio]\r\n\r\nLa seconda diretta da Istanbul, con un gruppo di compagne femministe originarie russe esiliate dopo le proteste contro la guerra che ci raccontano che natura hanno avuto le proteste, il livello di repressione, la scelta di andarsene dai loro luoghi e come continuano la lotta contro al guerra e il governo Putin anche dall'estero:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/russe.mp3\"][/audio]\r\n\r\nUltima diretta con il fotoreporter Francesco Anselmi che è stato le scorse settimane lungo il confine tra Ucraina e Polonia, e ci racconta le sue considerazioni riguardo l'anomalia che questo confine rappresenta ora se comparato con le politiche di respingimento che l'UE applica ogni giorno lungo i suoi confini interni ed esterni. 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produttiva e di immaginario che gli Stati Uniti hanno imposto, col guanto o col ferro, negli ultimi trent'anni. Il conflitto ucraino pone così lo sguardo anche dei notoriamente meno arguti commentatori nostrani sui nuovi tentativi di egemonia o multipolarizzazione, che vedono Russia e Cina protagoniste. Se anche gli intellettuali del bel paese sono passati dal dissertare su quanto sia essenziale per l'umanità l'implementazione del biologico nella filiera della chianina a parlare di una fine epocale significa proprio che l'impero romano d'occidente è bello che collassato e nicchiare in uno spettacolo andato ben oltre il palcoscenico e la chiusura delle quinte non era più possibile.\r\n\r\nCon collasso non si intende certo la fine del potere di Stati Uniti e dei paesi sotto la loro influenza in una visione prosaicamente geopolitica - pronostico lontano peraltro dal vero, ma è qualcosa di assai più profondo e radicato, da sempre presente come monito in molte teorie rivoluzionarie: è lo stadio finale e marcescente della spinta propulsiva del capitalismo occidentale, impossibilitato per sua natura a riconoscere la catastrofe non solo sociale, ma anche cognitiva e spirituale che gli è consustanziale.\r\n\r\nL'eterno presente, la fine della storia, il mondo ridotto a essere fisicamente il pianeta terra, le persone divenute soggetti e poi corpi, il consumo come unico orizzonte di crescita personale (quantitativa - va da sé) e come riproduzione sociale, la fine dei riti e dei momenti di festa collettiva realmente sentita, non sono solo spunti che raccontano quello che abbiamo vissuto e stiamo vivendo ma segni chiari di una crisi di civilizzazione, di un declino che l'occidente trascina e che ormai non si può nascondere.\r\n\r\nE poi ancora: l'egoismo assoluto come paradigma psicologico, l'analfabetismo funzionale, l'incapacità di concepire una dimensione collettiva e ampia del vivere, non sono bias cognitivi come vuole la deprecabile diagnosi delle neuroscienze, ma i figli legittimi di un \"mondo\" i cui gli unici punti di riferimento solidi non sono che la competizione e la merce, figuriamoci una verità condivisa.\r\n\r\nNegli ultimi anni mentre a queste latitudini nei centri di fabbricazione del sapere venivano assemblati concetti indegni come bias, resilienza e altre linguistiche di giustificazione del piccolo esistente circostante, altrove non solo veniva cambiata la preferenza delle mappe del mondo in pacific centered map, indicazione plastica di dove debba stare l'Europa, ma ci si poneva il problema fondamentale di come non cadere nell'impasse di civilizzazione occidentale, del suo nichilismo, nella sua concezione della tecnologia in chiave evoluzionistica e senza scampo (dall'ominazione data per certa col primo utensile al metaverso).\r\n\r\nPer costruire un dominio che funzioni e che non sia la continua governance dell'entropia, in altre parti del mondo guardano proprio all'Occidente come esempio negativo, cercando di emarciparsi e non cadere negli stessi errori.\r\n\r\nIl caso più fulgido e allo stesso tempo terrificante è quello della Cina in cui esistono influenti studiosi come Yuk Hui, ingegnere e filosofo, che passano al vaglio tutta la storia del pensiero occidentale, ne studiano attentamente gli autori e cercano di capire come far funzionare una società altamente tecnologizzata in maniera da dare una prospettiva appagante ai propri concittadini, non nella visione banalizzante di una crescita economica, ma nella consapevolezza che l'essere umano non può essere ridotto alla sola dimensione materiale e che il dominio per funzionare deve essere in grado di offrire una cosmologia che sia allo stesso tempo attuale e spirituale, che concepisca le questioni più profonde dell'umanità e la tecnica del XXI secolo:\r\n\r\n \r\n\r\n«Lasciatemi innanzitutto dare una definizione preliminare di ciò che chiamo cosmotecnica: l'unificazione dell'ordine cosmico e dell'ordine morale attraverso attività tecniche. Uso questo concetto per riaprire la questione della tecnica, e volevo mostrare che la technē greca è solo un tipo di cosmotecnica - ce ne sono molte. Se oggi in Occidente non esiste più il concetto di cosmotecnica è perché non esiste più la cosmologia ma solo l'astrofisica.\r\n[...] Fino agli anni '90, discipline come gli studi scientifici e tecnologici e la filosofia della tecnologia non esistevano in Cina, erano tutte inserite in una \"dialettica della natura\", che è il titolo di un manoscritto di Engels. Tuttavia, questa lettura antropo-logica della tecnologia che si può trovare nel capitolo \"La parte giocata dal lavoro nella transizione dalla scimmia all'uomo\" impedisce un'ulteriore riflessione poiché presuppone un concetto universale di tecnologia. Marx stesso avrebbe potuto ammettere che la sua teoria è molto europea, che è il prodotto storico della tradizione giudeocristiana, ma i marxiani tendono a cercare nel suo pensiero una soluzione universale alla realizzazione della storia mondiale. C'è un'enorme differenza tra applicare il pensiero di Marx a una cultura non europea e considerare il pensiero di Marx come una tappa del Geist.\r\n[...] L'analisi di Heidegger sulla tecnologia è allo stesso tempo fondamentale e polemica. È fondamentale perché Heidegger ha potuto analizzare la relazione tra la tecnologia moderna e la storia della metafisica occidentale. Questo eleva la questione della tecnologia da un livello sociale ed economico a un livello metafisico. È poetico perché il concetto di tecnica è limitato alla nozione greca di technē (poiesis, hervorbringen) e perché la tecnica è uscita dalla modernità europea, la cui essenza non è più technē ma Gestell. Il quadro che Heidegger ha costruito prepara i futuri dialoghi con altri sistemi filosofici.\r\n\r\n[...] Liberare la filosofia orientale significa riattivarla, darle le ali affinché possa superare l'emarginazione della tecnologia (metafisica) occidentale e comprendere quest'ultima da un nuovo punto di vista. Penso che solo così si possa sviluppare una \"teoria critica\" o \"filosofia critica\" orientale. Riaprire la questione della tecnologia è una tale liberazione e reinvenzione.\r\n\r\n[...]La ricerca di modernità in Asia in nome della decolonizzazione risulta essere una sorta di neocolonizzazione di se stessa. Rifiuto quindi il concetto di una modernità non europea per ripensare la questione della storia che non risiede più sullo stesso asse temporale definito da pre-moderno, moderno, post-moderno. 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[...] La domanda decisiva è: sarà possibile desostanzializzare la tradizione per liberarla dal nazionalismo e dal consumismo, in modo che possa ritrovare la sua forza per impegnarsi con la tecnologia, l'urbanistica e l'immaginazione sociale in modo nuovo? »1\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nA Macerie su Macerie la lettura di alcune parti dell'introduzione francese di \"Cosmotecnica, la questione della tecnologia in Cina\" di Yuk Hui:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/maceriecosmotecnica21.3.22.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ","22 Marzo 2022","2022-03-22 23:53:41","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/6a00d83452a98069e200e54f2a9b5c8834-640wi-200x110.jpg","Macerie su Macerie - 21.03.22, Intorno alla questione \"tecnologica\" in Cina",1647974921,[],[],{"post_content":317},{"matched_tokens":318,"snippet":319,"value":320},[70],"negli ultimi trent'anni. 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Se anche gli intellettuali del bel paese sono passati dal dissertare su quanto sia essenziale per l'umanità l'implementazione del biologico nella filiera della chianina a parlare di una fine epocale significa proprio che l'impero romano d'occidente è bello che collassato e nicchiare in uno spettacolo andato ben oltre il palcoscenico e la chiusura delle quinte non era più possibile.\r\n\r\nCon collasso non si intende certo la fine del potere di Stati Uniti e dei paesi sotto la loro influenza in una visione prosaicamente geopolitica - pronostico lontano peraltro dal vero, ma è qualcosa di assai più profondo e radicato, da sempre presente come monito in molte teorie rivoluzionarie: è lo stadio finale e marcescente della spinta propulsiva del capitalismo occidentale, impossibilitato per sua natura a riconoscere la catastrofe non solo sociale, ma anche cognitiva e spirituale che gli è consustanziale.\r\n\r\nL'eterno presente, la fine della storia, il mondo ridotto a essere fisicamente il pianeta terra, le persone divenute soggetti e poi corpi, il consumo come unico orizzonte di crescita personale (quantitativa - va da sé) e come riproduzione sociale, la fine dei riti e dei momenti di festa collettiva realmente sentita, non sono solo spunti che raccontano quello che abbiamo vissuto e stiamo vivendo ma segni chiari di una crisi di civilizzazione, di un declino che l'occidente trascina e che ormai non si può nascondere.\r\n\r\nE poi ancora: l'egoismo assoluto come paradigma psicologico, l'analfabetismo funzionale, l'incapacità di concepire una dimensione collettiva e ampia del vivere, non sono bias cognitivi come vuole la deprecabile diagnosi delle neuroscienze, ma i figli legittimi di un \"mondo\" i cui gli unici punti di riferimento solidi non sono che la competizione e la merce, figuriamoci una verità condivisa.\r\n\r\nNegli ultimi anni mentre a queste latitudini nei centri di fabbricazione del sapere venivano assemblati concetti indegni come bias, resilienza e altre linguistiche di giustificazione del piccolo esistente circostante, altrove non solo veniva cambiata la preferenza delle mappe del mondo in pacific centered map, indicazione plastica di dove debba stare l'Europa, ma ci si poneva il problema fondamentale di come non cadere nell'impasse di civilizzazione occidentale, del suo nichilismo, nella sua concezione della tecnologia in chiave evoluzionistica e senza scampo (dall'ominazione data per certa col primo utensile al metaverso).\r\n\r\nPer costruire un dominio che funzioni e che non sia la continua governance dell'entropia, in altre parti del mondo guardano proprio all'Occidente come esempio negativo, cercando di emarciparsi e non cadere negli stessi errori.\r\n\r\nIl caso più fulgido e allo stesso tempo terrificante è quello della Cina in cui esistono influenti studiosi come Yuk Hui, ingegnere e filosofo, che passano al vaglio tutta la storia del pensiero occidentale, ne studiano attentamente gli autori e cercano di capire come far funzionare una società altamente tecnologizzata in maniera da dare una prospettiva appagante ai propri concittadini, non nella visione banalizzante di una crescita economica, ma nella consapevolezza che l'essere umano non può essere ridotto alla sola dimensione materiale e che il dominio per funzionare deve essere in grado di offrire una cosmologia che sia allo stesso tempo attuale e spirituale, che concepisca le questioni più profonde dell'umanità e la tecnica del XXI secolo:\r\n\r\n \r\n\r\n«Lasciatemi innanzitutto dare una definizione preliminare di ciò che chiamo cosmotecnica: l'unificazione dell'ordine cosmico e dell'ordine morale attraverso attività tecniche. 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Allo scontro interno alla classe dirigente ucraina infatti si sovrappone la contesa tra le potenze imperialiste.\r\nPer capirlo non c'è bisogno di ascoltare i deliri e le minacce del potente di turno, che sia Tusk, Putin o Poroshenko.\r\nCon la strage del 2 maggio scorso nella Casa dei Sindacati di Odessa, la situazione in Ucraina è precipitata in una vera e propria guerra. Una guerra che non è altro che la tragica prosecuzione dello scontro tra Russia, Unione Europea e USA in atto da quasi un ventennio in quella regione.\r\nL'Ucraina ha avuto negli ultimi anni un ruolo chiave nelle relazioni tra Russia e Unione Europea, importanti relazioni economiche dalle quali ovviamente ciascuna delle due parti ha sempre tentato di trarre il massimo profitto; relazioni che hanno attraversato numerose crisi, anche molto gravi, spesso segnate dall'intervento del Fondo Monetario Internazionale, della NATO o da quello diretto degli USA.\r\nUno scontro tra imperialismi diretto ed evidente, in cui sono in ballo grossi interessi.\r\nGli interessi per gli importanti gasdotti ucraini che permettono alla Russia di rifornire l'Europa; gli interessi strategici per il controllo del Mar Nero e della nuova frontiera che si verrebbe a creare in Ucraina tra Russia e Unione Europea; gli interessi delle aziende straniere che operano in quel paese, tra cui molte italiane; l'importanza delle regioni industrializzate dell'est ucraino, che negli scorsi anni avevano conosciuto una forte crescita produttiva, e che pesano molto sia sul mercato estero delle esportazioni che su quello interno ucraino; gli interessi coloniali e di influenza della Nato del FMI e della Russia.\r\nCi troviamo di fronte all'ennesima guerra tra forze imperialiste. 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