","Continua l'occupazione del comune di Paternò da parte degli ex lavoratori Qè","post",1512515334,[45,46,47],"http://radioblackout.org/tag/licenziati/","http://radioblackout.org/tag/occupazione-paterno/","http://radioblackout.org/tag/qe/",[17,19,15],{"post_content":50,"post_title":55,"tags":58},{"matched_tokens":51,"snippet":53,"value":54},[52],"Paternò","2016, occupano il Comune di \u003Cmark>Paternò\u003C/mark> in segno di protesta contro","Da martedì 21 novembre gli ex dipendenti di Qè, un'azienda di call center fallita nel 2016, occupano il Comune di \u003Cmark>Paternò\u003C/mark> in segno di protesta contro la fine degli ammortizzatori sociali prevista per il 6 di dicembre. Da quando la ditta ha dichiarato il fallimento i dipendenti hanno iniziato una lunga e determinata lotta per avere una deroga per le forme di sostegno economico e la garanzia del ritorno ai volumi di lavoro attraverso la restituzione della commessa Inps. 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La realizzazione di tale progetto implica la formazione in ambito scolastico, sia a livello medio che universitario, di personale sempre più specializzato, ed una collaborazione sempre più stretta tra ricerca, università, ed apparato industriale militare.\r\nSostenere un utilizzo sempre più ambivalente dei prodotti sia in campo militare che civile: il cosiddetto dual use. Le invenzioni a doppio uso sono identificate ogni volta che un'innovazione nel campo della difesa trova una successiva applicazione civile, vale a dire quando un brevetto della difesa è citato da almeno un'invenzione non militare.\r\nNe abbiamo parlato con Daniele Ratti\r\n\r\nL’Italia in guerra. I droni di Sigonella guidano l’attacco a Sebastopoli\r\nDomenica 23 giugno alle 12 ora locale, l’Ucraina ha attaccato la Crimea lanciando 5 missili Atacms di produzione statunitense. 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L’astronomica cifra di 20 miliardi di euro da saldare nel giro dei prossimi dieci anni.\r\nRoberto Cingolani, amministratore delegato di Leonardo (che per il 30% è controllata dal Ministero dell’Economia italiano), ha già firmato il memorandum d’intesa con il Ceo del colosso tedesco degli armamenti con sede a Düsseldorf, Armin Papperger, dando così il via alla più consistente commessa mai stipulata tra i due paesi.\r\n\r\nCpr. 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Chi vi è rinchiuso diventa a tutti gli effetti un prigioniero di guerra.\r\n\r\nAppuntamenti: \r\n\r\nDa martedì 3 settembre\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso \u003Cmark>Palermo\u003C/mark> 46\r\nriapre\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro \r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini! \r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso \u003Cmark>Palermo\u003C/mark> 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20 (dal 16 luglio a fine agosto le aperture saranno intermittenti)\r\nper info scrivete a fai_torino@autistici.org\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nTelegram\r\n@senzafrontiere.to/\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",[220],{"field":77,"matched_tokens":221,"snippet":217,"value":218},[63],{"best_field_score":198,"best_field_weight":199,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":31,"score":223,"tokens_matched":84,"typo_prefix_score":103},"1155199534322679921",{"document":225,"highlight":238,"highlights":243,"text_match":196,"text_match_info":246},{"comment_count":31,"id":226,"is_sticky":31,"permalink":227,"podcastfilter":228,"post_author":229,"post_content":230,"post_date":231,"post_excerpt":37,"post_id":226,"post_modified":232,"post_thumbnail":233,"post_title":234,"post_type":139,"sort_by_date":235,"tag_links":236,"tags":237},"81005","http://radioblackout.org/podcast/la-fine-della-fine-della-storia-13-verso-un-nuovo-crack-finanziario-globale/",[100],"cattivipensieri","Venerdì 10 Marzo. Il mondo della finanza resta con il fiato sospeso e sembra rivivere un incubo. La Silicon Valley Bank, la sedicesima banca per importanza negli USA, fallisce. Le dichiarazioni rassicuranti dei leader delle banche centrali non servono a evitare il panico nei mercati, i listini scendono e milioni di dollari se ne vanno in fumo. Scarsa redditività del settore tecnologico, tensione internazionale legata alla così detta “chip war” e sopratutto il rialzo dei tassi di interesse deciso dalla FED nel tentativo di fermare una spirale inflazionistica resa insostenibile dalla guerra in Ucraina, sono tra le principali cause del tonfo di Wall Street. Geopolitica e finanza indissolubilmente legate anche nell’altro caso che ha tenuto banco in questa settimana ma questa volta alle nostre latitudini: il quasi fallimento del Credit Suisse innescato quando la Saudi National Bank ha rifiutato di sostenere una nuova ricapitalizzazione dell’istituto elvetico. Sarà un caso che proprio in questo momento, in cui la Cina stra dando segnali forti in direzione della costruzione di un ordine multipolare, uno dei principali fondi gestito dall’Arabia Saudita provochi uno scossone sui mercati europei?\r\nPer cercare di analizzare la situazione ed avere un quadro più chiaro abbiamo raggiunto Renato Strumia, componente della Segreteria Cub Torino e redattore della rivista COLLEGAMENTI.\r\n\r\n\r\n...\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nNella seconda parte di trasmissione ci spostiamo nuovamente oltralpe. L’approvazione della legge sulle pensioni e la bocciatura delle due mozioni di sfiducia a Macron (una delle quali “persa” per solamente nove voti) hanno rinvigorito il movimento contro la suddetta riforma. In queste ore sembriamo assistere ad una nuova fase della protesta: blocchi diffusi a raffinerie e strade, abbandono della forma corteo in favore di una strategia “mordi e fuggi”, occupazione di università etc. Perché il presidente Macron ha deciso di tirare dritto in questo progetto di riforma del sistema pensionistico pur sapendo che non potrà essere rieletto alla prossima turnata elettorale? Chi sono i “mandanti” di questo disegno di legge, e sopratutto della sua prima formulazione risalente al 2019?Il tentativo di ridisegnare il sistema pensionistico sembra toccare dei nervi scoperti della struttura economica francese e sta mettendo il paese faccia a faccia con una sfida immensa: ridefinire il ruolo del paese nella “demondializzazione frammentaria”. Con l’aiuto di un articolo uscito qualche giorno fa sul blog de “Il Lato Cattivo” e con il contributo telefonico di un compagno da Parigi, tracciamo un abbozzo di analisi partendo dalla genesi e dalle prospettive che il movimento contro le pensioni si sta dando.\r\n\r\n\r\n...\r\n\r\n\r\n\r\nIn chiusura la terza puntata della rubrica “Il Perno Originario”\r\n\r\n...\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/la-fine-della-fine-21-03.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n...\r\n\r\n\r\nMATERIALI\r\n\r\n\r\n\r\nMichael Roberts - Sul fallimento della Silicon Valley Bank\r\n\r\n\r\n\r\nLa Francia al bivio? - Considerazioni inattuali sulla riforma delle pensioni","22 Marzo 2023","2023-03-22 19:13:03","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/1679493273079-200x110.png","LA FINE DELLA FINE DELLA STORIA #13 - L'Europa tra contagio finanziario e protesta sociale",1679505212,[],[],{"post_content":239},{"matched_tokens":240,"snippet":241,"value":242},[63],"una strategia “mordi e fuggi”, \u003Cmark>occupazione\u003C/mark> di università etc. Perché il","Venerdì 10 Marzo. 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Sanatoria subito!\". Sono passati infatti più di due mesi da quando alcuni lavoratori immigrati hanno lanciato uno sciopero con presidio davanti all'ufficio immigrazione perchè si ritrovano sempre di fronte allo stesso problema, l'esigenza del permesso di soggiorno. Yassine ci ricorda come per accedere a qualunque servizio pubblico e non, sia necessario questo pezzo di carta e che è assurdo che lui e tanti e tante come lui debbano rimanere irregolari sul terriotorio italiano nonostante di fatto contribuiscano con le tasse prese dai già miseri compensi che ottengono sui posti di lavoro. Oltre ad aver approfittato della sua disponibilità per farci avere una personale testimonianza su come queste politiche sistemiche razziste si ripercuotano sulla sua vita, ci siamo fatti spiegare alcune delle rivendicazioni elencate nel volantino dell'iniziativa:\r\n\r\n- Velocizzazione delle convocazioni per tutte le domande di Sanatoria;\r\n\r\n- Sblocco delle domande interrotte dal datore di lavoro, o bloccate per i motivi di reddito, e rilascio di un permesso di attesa occupazione;\r\n\r\n- Riconoscimento delle prove di presenza provenienti da uffici di utilità pubblica;\r\n\r\n- Regolarizzazione delle persone sprovviste di Permesso di soggiorno, escluse dalla Sanatoria;\r\n\r\n\"Invitiamo i fratelli e le sorelle della comunità di Torino ed unirsi a noi il giorno 16 Maggio, dalle ore 9:30 di fronte alla Prefettura di Piazza Castello. La nostra sola forza è l'unione, partecipiamo numerosi a questa giornata di lotta. Portiamo la nostra voce in piazza\"\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/F_m_10_05-DocumentiPerTuttiSanatoriaSubito_16Maggio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl terzo tema lo abbiamo approfondito con Walter Roncaglia, lavoratore dello spettacolo da circa vent'anni, sull'indennità per la quale lui e tutta una categoria hanno animato le piazze nel periodo pandemico e non solo. Infatti dopo mesi e mesi di lotta e di tavoli istituzionali, si era arrivati alla proposta di due decreti legge per la riforma del settore spettacolo, e il 4 Maggio si è giunti all'approvazione per un'indennità per discontinuità lavorativa.\r\n\r\n\"Le commissioni Cultura e Lavoro congiunte del senato (VII e XI) hanno oggi votato con esito positivo l'emendamento che introduce l' “indennità di discontinuità”.\r\n\r\nOggi, dunque, è una giornata importante perché aggiunge un tassello al quadro generale: il riconoscimento della discontinuità e quindi dell'importanza di un sostegno per mitigare la condizione di eterno precariato che sopporta chi lavora nello Spettacolo.\r\n\r\nIl traguardo è stato tagliato grazie all'azione corale di un intero comparto che ha saputo, forte delle sue differenze e delle sue risorse, mettere a fuoco alcune questioni universalmente individuate come necessarie.\r\n\r\nA ciò hanno concorso in primis migliaia di lavoratrici e lavoratori in questi due lunghissimi anni e mezzo; senza il loro grande sforzo di piazza e di azione politica, profuso da marzo 2020, oggi la Commissione Cultura non avrebbe avuto alcuna manovra da valutare.\r\n\r\nÉ presto però per cantare vittoria: bene il passo in avanti, ma bisogna capire tutto il resto: di “giornate storiche” rivelatesi ciofeche franceschiniane ne abbiamo già viste. È possibile parlare di “vittoria” solo se si sa con chiarezza quanti sono i fondi, quali sono gli investimenti, chi sono i destinatari della misura e tutto il resto.\r\n\r\nAd ora, infatti, nulla si sa circa la copertura finanziaria per questa misura.[...]\"\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/F_m_10_05_Walter-lavoratore-spettacolo-su-reddito-discontinuita.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","14 Maggio 2022","2022-05-14 02:01:30","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/279699578_543532730629728_8431272189781937479_n-200x110.png","frittura mista|radio fabbrica 10/05/2022",1652493690,[],[],{"post_content":262},{"matched_tokens":263,"snippet":264,"value":265},[63],"di un permesso di attesa \u003Cmark>occupazione\u003C/mark>;\r\n\r\n- Riconoscimento delle prove di presenza"," \r\n\r\nIl primo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Anita Cobas scuola sullo sciopero nazionale della scuola del 6 maggio 22.\r\nOltre a fare un bilancio abbiamo snocciolato le motivazioni che hanno portato allo sciopero:\r\n– Contro i quiz Invalsi e il Sistema nazionale di valutazione, che hanno\r\neffetti retroattivi negativi sulla didattica, standardizzano gli\r\ninsegnamenti, trasformano i docenti in “addestratori ai quiz”,\r\ndiscriminano gli studenti con BES.\r\n– Contro il Decreto scuola che introduce inaccettabili modalità per la\r\nstabilizzazione dei precari e una formazione triennale in orario\r\naggiuntivo, che diventerà obbligatoria per i docenti neo-immessi dal\r\n2023-24, con incentivazione salariale e verifiche selettive per creare\r\ngerarchie tra i/le lavoratori/trici, veicolare la logica della\r\nscuola-azienda e restringere pluralismo didattico e libertà di\r\ninsegnamento\r\n-Contro il taglio dello 0,5% del PIL delle spese per l’istruzione\r\nprevisto dal DEF 2022 a fronte di un aumento delle spese per le armi\r\n– Per il rinnovo del CCNL scaduto da più di due anni, con aumenti\r\nsignificativi uguali per tutti/e, per recuperare almeno il 20% del\r\npotere salariale perso negli ultimi anni e difendere i salari reali\r\ndalla ripresa dell’inflazione e del carovita\r\n– Per investire i fondi del PNRR per ridurre a massimo 20 il numero\r\ndegli alunni/e per classe (15 in presenza di disabili), assumere i\r\ndocenti con 3 anni di servizio e gli Ata con 2, investire in modo\r\nsignificativo nell’edilizia scolastica\r\n– Contro la cd didattica delle competenze addestrative, per una scuola\r\npubblica che punti allo sviluppo degli strumenti cognitivi e dello\r\nspirito critico\r\n– Per il potenziamento degli organici docenti ed Ata, l’immissione in\r\nruolo su tutti i posti vacanti, la stabilizzazione dei posti Covid e il\r\nripristino integrale delle sostituzioni con supplenze temporanee\r\n-Per utilizzare i docenti rientrati dalla sospensione senza\r\ndemansionamento né prolungamento d’orario\r\n– Contro il lavoro gratuito degli studenti nei PCTO e negli stage, con\r\nil rischio di morire sul lavoro, come avvenuto recentemente; per\r\nsospendere tali attività e restituire alle scuole la decisione se\r\nsvolgerle o meno e per quante ore\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/F_m_10_05_Anita-Cobas-Scuola-su-sciopero-6-Maggio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto con Yassine, promotore della manifestazione che ci sarà lunedì 16 Maggio alle 9:30 in Piazza Castello a Torino, per richiedere \"Documenti per tutti. 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Anche in streaming\r\n\r\nAscolta e diffondi il podcast:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/2021-11-05-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nIn questa puntata: \r\n\r\nSpese militari e missioni militari all’estero.\r\nLe spese militari quest’anno hanno toccato i 25 miliardi. Vent’anni di guerra e occupazione militare dell’Afganistan sono costati alla sola Italia 8,7 miliardi di euro.\r\nLa scorsa estate il parlamento ha approvato il rifinanziamento delle varie avventure neo-coloniali delle forze armate italiane. 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Interessano a chi governa, ma non hanno nessun significato per chi abita uno o l’altro versante di una montagna, l’una o l’altra riva di un fiume, dove nuotano gli stessi pesci, dove crescono le stesse piante, dove vivono uomini e donne che si riconoscono uguali di fronte ai padroni che si fanno ricchi sul loro lavoro.\r\nLa storia delle rivolte, delle “tregue spontanee”, dell’odio per gli ufficiali, pur ricostruita in numerosi studi, non è mai entrata nei programmi scolastici, perché la propaganda militarista nelle scuole non è mai cessata. Anzi! 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A fine giornata ci si è spostati in mini corteo in piazza Castello, dove un cartello con un gruppo di generali raffigurati da Baj è stato dato alle fiamme. \r\nNei tanti interventi la memoria dei disertori e il rifiuto della retorica patriottica si è saldato alle lotte contro le frontiere, le missioni militari all’estero, la militarizzazione delle città.\r\nNe abbiamo parlato con Stefano dell’assemblea antimilitarista\r\n\r\nKropotkin. Lo scorso fine settimana si è svolto a Massenzatico un convegno sul rivoluzionario e teorico russo a cent’anni della morte.\r\nTanti gli spunti e le suggestioni emerse sull’anarchico e geografo in un ritratto in piedi a tutto tondo, dalla formazione alla galera, al lungo esilio, sino al ritorno nella Russia dove presto la rivoluzione si volse in dittatura. Il suo funerale fu l’ultima grande manifestazione anarchica in Russia, mentre calava il buio del totalitarismo bolscevico. \r\nCe ne ha parlato Simone Ruini\r\n\r\nNo border. 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Nella neolingua di Guerini occorre rinforzare l’apparato bellico per poter gestire al meglio la sanità. Una sanità intesa come macchina da guerra, che come in ogni guerra, non bada agli effetti collaterali, come ben dimostrano la scelta governativa di usare il green pass per garantire che le attività produttive funzionino a pieno ritmo. Costi quel che costi a chi, per vivere, è costretto a lavorare.\r\nVa da se che di investimenti per la sicurezza vera sui posti di lavoro non si parla.\r\nSe a questo si aggiungono le scelte più squisitamente militari di rinforzare l’industria bellica anche in vista di una ulteriore modernizzazione dei vari settori delle forze armate. Una su tutte? La scelta di armare i droni italiani, sinora utilizzati solo per la ricognizione. La guerra come videogame sbarca anche nella nostra penisola.\r\nNe abbiamo parlato con Daniele Ratti, antimilitarista\r\n\r\n11 settembre. Sono passati 20 anni dall’attacco Jhadista agli Stati Uniti, il cui simbolo è il crollo alle Torri gemelle, ma che investi il cuore militare dell’impero colpendo anche il Pentagono. Poco dopo partirà l’occupazione dell’Afganistan, che si è conclusa con un ritiro quasi senza condizioni della NATO, che ha riconsegnato il potere ai talebani. Ma l’11 settembre è anche il giorno del colpo di stato militare in Cile del 1973, un golpe sostenuto e voluto dagli Stati Uniti nell’ambito del Plan Condor, una macchinazione per garantire a Washington il controllo del Sudamerica, tramite governi amici. Oggi anche in quello che per il governo statunitense era il “giardino di casa” la maggiore potenza militare del globo perde colpi.\r\nL'imperialismo statunitense è in declino? Il ritiro dall'Iraq e dall'Afganistan sono il segno di una sconfitta militare e politica o un cambio di rotta calcolato?\r\nCe ne ha parlato Massimo Varengo dell’Ateneo Libertario di Milano\r\n\r\nAfganistan. Il Grande Gioco.\r\nIn un contesto multipolare il gioco delle alleanze è ormai una partita a geografia variabile, che manda in soffitta il bipolarismo che ha segnato la seconda parte del Novecento.\r\nUno sguardo al quadro geopolitico, agli equilibri e agli interessi politici ed economici sul territorio, all'indomani della devastante guerra di occupazione condotta dalle truppe NATO e la firma degli accordi che hanno sancito la fuga indecorosa del governo fantoccio e il ritorno dei talebani al potere.\r\nLa vita e la libertà delle donne afgane è stato l'alibi con il quale giustificare vent'anni di conflitti armati in veste umanitaria.\r\nAllo sfruttamento e all'oppressione della popolazione afgana, al fondamentalismo religioso e al patriarcato, si oppone la lotta condotta contro i padroni di ieri e di oggi.\r\nNe abbiamo parlato con Stefano Capello, che ha introdotto alcuni temi dell’incontro che si terrà ai giardini (ir)reali venerdì 24 settembre alle 18. \r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nVenerdì 24 settembre\r\nAfganistan. 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Nella neolingua di Guerini occorre rinforzare l’apparato bellico per poter gestire al meglio la sanità. Una sanità intesa come macchina da guerra, che come in ogni guerra, non bada agli effetti collaterali, come ben dimostrano la scelta governativa di usare il green pass per garantire che le attività produttive funzionino a pieno ritmo. Costi quel che costi a chi, per vivere, è costretto a lavorare.\r\nVa da se che di investimenti per la sicurezza vera sui posti di lavoro non si parla.\r\nSe a questo si aggiungono le scelte più squisitamente militari di rinforzare l’industria bellica anche in vista di una ulteriore modernizzazione dei vari settori delle forze armate. Una su tutte? La scelta di armare i droni italiani, sinora utilizzati solo per la ricognizione. La guerra come videogame sbarca anche nella nostra penisola.\r\nNe abbiamo parlato con Daniele Ratti, antimilitarista\r\n\r\n11 settembre. Sono passati 20 anni dall’attacco Jhadista agli Stati Uniti, il cui simbolo è il crollo alle Torri gemelle, ma che investi il cuore militare dell’impero colpendo anche il Pentagono. Poco dopo partirà l’occupazione dell’Afganistan, che si è conclusa con un ritiro quasi senza condizioni della NATO, che ha riconsegnato il potere ai talebani. Ma l’11 settembre è anche il giorno del colpo di stato militare in Cile del 1973, un golpe sostenuto e voluto dagli Stati Uniti nell’ambito del Plan Condor, una macchinazione per garantire a Washington il controllo del Sudamerica, tramite governi amici. Oggi anche in quello che per il governo statunitense era il “giardino di casa” la maggiore potenza militare del globo perde colpi.\r\nL'imperialismo statunitense è in declino? Il ritiro dall'Iraq e dall'Afganistan sono il segno di una sconfitta militare e politica o un cambio di rotta calcolato?\r\nCe ne ha parlato Massimo Varengo dell’Ateneo Libertario di Milano\r\n\r\nAfganistan. Il Grande Gioco.\r\nIn un contesto multipolare il gioco delle alleanze è ormai una partita a geografia variabile, che manda in soffitta il bipolarismo che ha segnato la seconda parte del Novecento.\r\nUno sguardo al quadro geopolitico, agli equilibri e agli interessi politici ed economici sul territorio, all'indomani della devastante guerra di \u003Cmark>occupazione\u003C/mark> condotta dalle truppe NATO e la firma degli accordi che hanno sancito la fuga indecorosa del governo fantoccio e il ritorno dei talebani al potere.\r\nLa vita e la libertà delle donne afgane è stato l'alibi con il quale giustificare vent'anni di conflitti armati in veste umanitaria.\r\nAllo sfruttamento e all'oppressione della popolazione afgana, al fondamentalismo religioso e al patriarcato, si oppone la lotta condotta contro i padroni di ieri e di oggi.\r\nNe abbiamo parlato con Stefano Capello, che ha introdotto alcuni temi dell’incontro che si terrà ai giardini (ir)reali venerdì 24 settembre alle 18. \r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nVenerdì 24 settembre\r\nAfganistan. Il grande gioco: orizzonti geopolitici tra oppio, terre rare e violenza patriarcale\r\nore 18 ai Giardini (ir)Reali corso san Maurizio angolo via Rossini (se piove o minaccia pioggia si fa a Porta Palazzo alla Tettoia dei Contadini)\r\nAscolta lo spot:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/09/2021-09-24-Spot-Afganistan.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nSabato 25 settembre. In giro per la città: giornata di solidarietà con le donne afgane in lotta\r\n\r\nSabato 9 ottobre\r\nAssemblea antimilitarista a Milano\r\nappuntamento ore 10 presso il Kasciavit in via san Faustino 64\r\nhttps://www.anarresinfo.org/milano-9-ottobre-assemblea-antimilitarista/ \r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso \u003Cmark>Palermo\u003C/mark> 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 20,30\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\ncorso \u003Cmark>Palermo\u003C/mark> 46 – @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org\r\n\r\nfb: @anarresinfo",[311],{"field":77,"matched_tokens":312,"snippet":308,"value":309},[63],{"best_field_score":198,"best_field_weight":199,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":31,"score":223,"tokens_matched":84,"typo_prefix_score":103},6637,{"collection_name":139,"first_q":19,"per_page":87,"q":19},11,["Reactive",318],{},["Set"],["ShallowReactive",321],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fXxout8CYQ3xvE4Ma9CQ0bJsBO8PKTtVnpr9ULKu6wsg":-1},true,"/search?query=occupazione+Patern%C3%B2"]