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La strutturazione che il festival da ai dibattiti con lo scopo di fornire nuovi strumenti di riflessione ed elaborazione politica parte da tre domande: come rifiutare la guerra? come demercificare le nostre vite? quali ipotesi di lotta e scommesse future?\r\n\r\nNe parliamo con Ludovica, tra gli organizzator del festival:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/AltriMondi.mp3\"][/audio]\r\n\r\nLa guerra contamina ogni aspetto delle nostre vite e delle nostre menti. La scienza, mai neutrale, viene messa a servizio della produzione bellica, che esige metodologie sempre più raffinate come quelle offerte dall'intelligenza artificiale, giustificate dalla promessa del dual use. Gli scenari di guerra sconvolgono molteplici territori: vediamo popoli oppressi che resistono, mentre attori lontani dal campo di battaglia assumono ruoli centrali. L'apparente declino dell'egemonia statunitense, e con essa la crisi del modello occidentale, aprono faglie di possibilità. Una crisi che si traduce a cascata, producendo violenza dall'alto e dal basso.La guerra interna schiaccia forme di riscatto e nega immaginari futuri. Abbiamo bisogno di una prospettiva credibile per un'ipotesi rivoluzionaria in grado di rompere il nichilismo e l'individualismo che caratterizzano l'oggi. Abbiamo bisogno di una proposta concreta di organizzazione della produzione e della riproduzione sociale. Smantellare la propaganda sulle transizioni dell'oggi, da quella green a quella digitale, è la sfida che abbiamo davanti per poter organizzare e pensare risposte concrete alle crisi del presente. Destrutturare le nuove filiere dell'iper sfruttamento che modellano la società fabbrica in tutti gli ambiti dell'esistente, svelare la trappola dell'automazione, per scompaginare un futuro in cui masse di proletari nelle fantasie dei \"padroni\" dovranno rendersi disponibili alla guerra, sono vie obbligate da percorrere.","11 Aprile 2025","2025-04-11 17:44:37","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/PHOTO-2025-04-11-17-41-59-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"230\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/PHOTO-2025-04-11-17-41-59-300x230.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/PHOTO-2025-04-11-17-41-59-300x230.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/PHOTO-2025-04-11-17-41-59.jpg 750w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Altri Mondi Altri Modi: Weekend di dibattiti e intrattenimento",1744393477,[175,176,71],"http://radioblackout.org/tag/altri-mondi/","http://radioblackout.org/tag/askatasuna/",[178,179,22],"Altri Mondi","Askatasuna",{"post_content":181},{"matched_tokens":182,"snippet":183,"value":184},[80],"sconvolgono molteplici territori: vediamo popoli \u003Cmark>oppressi\u003C/mark> che resistono, mentre attori lontani","Ieri, Giovedì 11 Aprile, è iniziato a Torino, nel giardino dell'Askatasuna il festival Altri Mondi Altri Modi, una quattro giorni di dibattiti, musica live, buon cibo e birrette. 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Questo fine settimana a Roma ci saranno delle iniziative che culmineranno con un presidio sotto l'ambasciata ucraina per sostenere i disertori che rifiutano la guerra.\r\nNe parliamo con una compagna\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/INFO-25112024-IL-FATTORE-UMANO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n ","25 Novembre 2024","Mobilitazione nel fine settimana a Roma a sostegno della diserzione .","2024-11-27 10:53:34","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/varianteumana1-200x110.png","\u003Cimg width=\"212\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/varianteumana1-212x300.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/varianteumana1-212x300.png 212w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/varianteumana1-724x1024.png 724w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/varianteumana1-768x1086.png 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/varianteumana1-1086x1536.png 1086w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/varianteumana1-1448x2048.png 1448w\" sizes=\"auto, (max-width: 212px) 100vw, 212px\" />","LA VARIANTE UMANA.",1732561064,[206,207,208],"http://radioblackout.org/tag/contro-la-guerra/","http://radioblackout.org/tag/diserzione/","http://radioblackout.org/tag/guerra-russo-ucraina/",[32,210,211],"diserzione","GUERRA RUSSO UCRAINA",{"post_content":213},{"matched_tokens":214,"snippet":215,"value":216},[80],"nemico interno e i popoli \u003Cmark>oppressi\u003C/mark>. 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Parlare di resistenza non può avvenire se non in una direzione che permetta di risignificare questo concetto, guardando alle spinte di liberazione attuali e sostanziando un sostegno reale che possa aprire a possibilità di emancipazione dei popoli oppressi in tutto il mondo in un panorama di guerra imperialista generale.\r\n\r\nPer questo abbiamo voluto riempire la mattinata informativa del 25 aprile con un contributo registrato in occasione del Festival Altri Mondi - Altri Modi, tenutosi al centro sociale Askatasuna a inizio aprile, grazie alla preziosa presenza dello storico attivista e militante algerino Said Bouamama.\r\n\r\nAttraverso le sue parole possiamo approfondire un approccio alla lotta decoloniale e antirazzista che permetta di riattualizzare le lotte dell'oggi e fare della Resistenza uno sguardo per una prospettiva di cambiamento radicale a livello sociale largo.\r\n\r\n\r\n\r\nBuon ascolto.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/Info-giovedi-25-aprile.mp3\"][/audio]","26 Aprile 2024","2024-04-26 13:26:05","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/signal-2024-04-26-131934_002-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"224\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/signal-2024-04-26-131934_002-224x300.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/signal-2024-04-26-131934_002-224x300.jpeg 224w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/signal-2024-04-26-131934_002-766x1024.jpeg 766w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/signal-2024-04-26-131934_002-768x1027.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/signal-2024-04-26-131934_002-1149x1536.jpeg 1149w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/signal-2024-04-26-131934_002.jpeg 1197w\" sizes=\"auto, (max-width: 224px) 100vw, 224px\" />","Puntata speciale 25 aprile: resistenze di ieri e di oggi.",1714137913,[235,236,237,206,238,239,240],"http://radioblackout.org/tag/decoloniale/","http://radioblackout.org/tag/25-aprile/","http://radioblackout.org/tag/antirazzismo/","http://radioblackout.org/tag/guerra/","http://radioblackout.org/tag/palestina/","http://radioblackout.org/tag/resistenza/",[242,243,244,32,15,245,246],"#decoloniale","25 aprile","antirazzismo","palestina","resistenza",{"post_content":248},{"matched_tokens":249,"snippet":250,"value":251},[80],"possibilità di emancipazione dei popoli \u003Cmark>oppressi\u003C/mark> in tutto il mondo in","In questa puntata del 25 aprile dell'informazione di Blackout abbiamo voluto sottolineare il legame forte e prioritario che ha la resistenza palestinese oggi con le possibilità che si aprono anche alle nostre latitudini. 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Alcuni paesi hanno messo in atto delle rotture vere e proprie delle relazioni diplomatiche, altri si sono spesi in una più timida condanna pubblica. Per quanto la regione latinoamericana sia geograficamente lontana, molte sono le relazioni che storicamente intercorrono tra i paesi di quest'area e lo stato israeliano, soprattutto in ambito militare ed economico.\r\n\r\n\r\nQuello che scrive Jurt Hackabart su Jacobin è che «la simpatia per la causa palestinese in America Latina può essere spiegata da due ragioni fondamentali: una simpatia storica per i popoli oppressi e colonizzati, insieme alla storia stessa di Israele nella regione come rappresentante degli interessi statunitensi».\r\n\r\n\r\nIl raffreddamento delle relazioni con Israele sembra rientrare nella strategia di una netta presa di distanza dalle posizioni atlantiste e di Washington, anche dai paesi della regione storicamente più allineati, come la Colombia. In questo periodo storico, la debolezza internazionale degli Usa sembra consentire un riposizionamento da parte di vari attori nazionali nel contesto globale verso nuove coalizioni e relazioni, come dimostra l'allargamento dei BRICS. \r\n\r\n\r\nTutto questo - e specialmente il caso colombiano - lo approfondiamo con Giacomo Finzi, ricercatore di Scienze Politiche e Relazioni Internazionali all'Universidad Nacional de Colombia.\r\nIn questa prima parte dell'audio, Giacomo ci parla del retroterra delle relazioni internazionali, diplomatiche e commerciali, che determina la posizione nei confronti di Israele e dello sterminio nei confronti della popolazione palestinese:\r\n\r\n\r\n\r\n[audio wav=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Giacomo-Finzi-1.wav\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nIn questa seconda parte, Giacomo si concentra sulla risposta popolare:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio wav=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Giacomo-Finzi-2.wav\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ","5 Dicembre 2023","2023-12-05 15:59:47","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/WhatsApp-Image-2023-11-22-at-1.14.52-PM-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/WhatsApp-Image-2023-11-22-at-1.14.52-PM-300x300.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/WhatsApp-Image-2023-11-22-at-1.14.52-PM-300x300.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/WhatsApp-Image-2023-11-22-at-1.14.52-PM-1024x1021.jpeg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/WhatsApp-Image-2023-11-22-at-1.14.52-PM-150x150.jpeg 150w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/WhatsApp-Image-2023-11-22-at-1.14.52-PM-768x766.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/WhatsApp-Image-2023-11-22-at-1.14.52-PM-690x690.jpeg 690w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/WhatsApp-Image-2023-11-22-at-1.14.52-PM-170x170.jpeg 170w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/WhatsApp-Image-2023-11-22-at-1.14.52-PM.jpeg 1080w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Se l'America latina indica la strada",1701791987,[270,271,272,238,273,274,239,275],"http://radioblackout.org/tag/america-latina/","http://radioblackout.org/tag/colombia/","http://radioblackout.org/tag/conflitto-arabo-israeliano/","http://radioblackout.org/tag/israele/","http://radioblackout.org/tag/medioriente/","http://radioblackout.org/tag/solidarieta-palestina/",[277,278,279,15,280,281,245,282],"America Latina","Colombia","conflitto arabo-israeliano","Israele","medioriente","solidarietà palestina",{"post_content":284},{"matched_tokens":285,"snippet":286,"value":287},[80],"simpatia storica per i popoli \u003Cmark>oppressi\u003C/mark> e colonizzati, insieme alla storia","A partire da un contributo di approfondimento uscito su Jacobin https://jacobin.com/2023/11/latin-america-standing-up-israel-war-gaza-palestine-solidarity ci interroghiamo sulla risposta e il posizionamento dei paesi Latinoamericani nei confronti della causa palestinese. \r\n\r\n\r\nAd un primo sguardo, risulta evidente che in questo continente si trovano i paesi che hanno risposto con più forza all'attacco di Israele, seppur in maniera differenziata. Alcuni paesi hanno messo in atto delle rotture vere e proprie delle relazioni diplomatiche, altri si sono spesi in una più timida condanna pubblica. Per quanto la regione latinoamericana sia geograficamente lontana, molte sono le relazioni che storicamente intercorrono tra i paesi di quest'area e lo stato israeliano, soprattutto in ambito militare ed economico.\r\n\r\n\r\nQuello che scrive Jurt Hackabart su Jacobin è che «la simpatia per la causa palestinese in America Latina può essere spiegata da due ragioni fondamentali: una simpatia storica per i popoli \u003Cmark>oppressi\u003C/mark> e colonizzati, insieme alla storia stessa di Israele nella regione come rappresentante degli interessi statunitensi».\r\n\r\n\r\nIl raffreddamento delle relazioni con Israele sembra rientrare nella strategia di una netta presa di distanza dalle posizioni atlantiste e di Washington, anche dai paesi della regione storicamente più allineati, come la Colombia. In questo periodo storico, la debolezza internazionale degli Usa sembra consentire un riposizionamento da parte di vari attori nazionali nel contesto globale verso nuove coalizioni e relazioni, come dimostra l'allargamento dei BRICS. \r\n\r\n\r\nTutto questo - e specialmente il caso colombiano - lo approfondiamo con Giacomo Finzi, ricercatore di Scienze Politiche e Relazioni Internazionali all'Universidad Nacional de Colombia.\r\nIn questa prima parte dell'audio, Giacomo ci parla del retroterra delle relazioni internazionali, diplomatiche e commerciali, che determina la posizione nei confronti di Israele e dello sterminio nei confronti della popolazione palestinese:\r\n\r\n\r\n\r\n[audio wav=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Giacomo-Finzi-1.wav\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nIn questa seconda parte, Giacomo si concentra sulla risposta popolare:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio wav=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Giacomo-Finzi-2.wav\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ",[289],{"field":126,"matched_tokens":290,"snippet":286,"value":287},[80],{"best_field_score":158,"best_field_weight":189,"fields_matched":133,"num_tokens_dropped":49,"score":190,"tokens_matched":133,"typo_prefix_score":49},6646,{"collection_name":58,"first_q":80,"per_page":14,"q":80},{"facet_counts":295,"found":347,"hits":348,"out_of":500,"page":133,"request_params":501,"search_cutoff":38,"search_time_ms":502},[296,324],{"counts":297,"field_name":321,"sampled":38,"stats":322},[298,301,304,306,308,310,312,315,317,319],{"count":299,"highlighted":300,"value":300},34,"anarres",{"count":302,"highlighted":303,"value":303},19,"liberation front",{"count":21,"highlighted":305,"value":305},"Bello come una prigione che brucia",{"count":27,"highlighted":307,"value":307},"Harraga",{"count":27,"highlighted":309,"value":309},"frittura mista",{"count":27,"highlighted":311,"value":311},"Il giornale malandrino",{"count":313,"highlighted":314,"value":314},2,"black in",{"count":313,"highlighted":316,"value":316},"congiunzioni",{"count":313,"highlighted":318,"value":318},"il colpo del strega",{"count":313,"highlighted":320,"value":320},"I Bastioni di Orione","podcastfilter",{"total_values":323},33,{"counts":325,"field_name":37,"sampled":38,"stats":345},[326,328,330,332,334,336,338,339,341,343],{"count":14,"highlighted":327,"value":327},"repressione",{"count":24,"highlighted":329,"value":329},"controllo",{"count":27,"highlighted":331,"value":331},"carcere",{"count":27,"highlighted":333,"value":333},"brasile",{"count":27,"highlighted":335,"value":335},"vivisezione",{"count":27,"highlighted":337,"value":337},"antisessismo",{"count":27,"highlighted":244,"value":244},{"count":27,"highlighted":340,"value":340},"antifascismo",{"count":27,"highlighted":342,"value":342},"Tutto squat - Il giornale malandrino",{"count":313,"highlighted":344,"value":344},"liberazione animale",{"total_values":346},362,95,[349,381,406,433,455,477],{"document":350,"highlight":365,"highlights":374,"text_match":156,"text_match_info":379},{"comment_count":49,"id":351,"is_sticky":49,"permalink":352,"podcastfilter":353,"post_author":354,"post_content":355,"post_date":356,"post_excerpt":55,"post_id":351,"post_modified":357,"post_thumbnail":358,"post_title":359,"post_type":360,"sort_by_date":361,"tag_links":362,"tags":364},"79549","http://radioblackout.org/podcast/pedagogia-degli-oppressi-e-degli-oppressori/",[311],"giornalemalandrino"," \r\n\r\nIn studio oggi con noi Aloualid Maher, uno studente di scienze dell’educazione a Torino, un ragazzo di origine marocchina venuto in Italia nel '99 e che ha vissuto una Torino ricca di proposte libertarie e di complessità, incontrando realtà e persone di ambienti diversi, che gli hanno trasmesso i loro valori anche contraddittori.\r\n\r\nOggi ci racconterà cosa è stato ed è per lui un rivoluzionario, appoggiandosi alla teoria pedagogica descritta nel libro “Pedagogia degli oppressi” del pedagogista brasiliano Paulo Freire.\r\n\r\n\r\n\r\nIniziamo col chiedergli cosa voglia comunicare. Prova a comunicare ai compagni rivoluzionari animati da un forte sentimento di libertà e di amore per la giustizia, il desiderio di disobbedienza e non di trasgressione fondata su una rivendicazione, inteso come uno stravolgimento dell’ordine oppressivo.\r\n\r\nPer quale motivo la rivendicazione può essere considerata un atto di trasgressione. Perché, secondo Freire, la rivendicazione può essere frutto di una rivoluzione privata, quindi fatta solo da alcuni e può riportare una ideologia che è il fondamento delle élite dominanti che cercano per sé all’avere di più, che Freire individua nella corsa verso il potere.\r\n\r\nChe cosa s’intende invece per disobbedienza? La disobbedienza è la creazione di un ordine che ha come finalità la liberazione degli uomini quindi la loro umanizzazione.\r\n\r\nla disobbedienza non è fatta di un atto che scade come la trasgressione che è un po’ fine a se stessa ma è una costruzione di un nuovo mondo trasformato da una coscienza e problematizzazione delle situazione limite che il mondo odierno ci pone e un cammino faticoso e coraggioso verso quell’immagine di mondo che rivoluzionario culturale vuole portare.\r\n\r\nInfine gli chiediamo come sia possibile questo stravolgimento. È possibile solo se noi rivoluzionari siamo capaci di grande umiltà perché l’umiltà rende possibile la comunione con l’altro e la collaborazione; se siamo capaci di una azione rivoluzionaria umana perciò simpatica amorosa comunicante per essere liberatrice e trasformatrice.\r\n\r\nSi è poi discusso su un concetto basilare della teoria freirana ovvero la possibilità che l’essere umano ha di individuarsi nell’oppressore e nell’oppresso, queste due possibilità iniziano processi diversi che però si incontrano formando una contraddizione. I due processi sono legati, uno non esclude l’altro e sono: processo disumanizzante il cui attore è l’oppressore che è un essere umano che abbraccia una visione sadica centrata sul avere di più e dalla falsa generosità; dall’altra parte abbiamo il processo umanizzante che è caratterizzato da un essere che è più profondo perché raggiunge la consapevolezza di essere una contraddizione e per questo che l’attore principale è l’oppresso perché solo lui può liberare il mondo liberandosi perché solo lui nonostante tutte le situazioni limite è riuscito ad animarsi di speranza verso il futuro.\r\n\r\n \r\n\r\nAll'intervista segue una diretta con Skizzo che si trova a Roma, in quel di Torre Maura, per la presentazione del libro su Esenin \"Il paese dei malfattori\" un’autoproduzione Fenix.\r\n\r\n \r\n\r\nSelezione musicale di Mr. Kang, riascoltabile qui\r\n\r\nTutto Squat, il giornale malandrino del 20 gennaio 2023","20 Gennaio 2023","2024-11-22 00:47:03","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/01/Aloualid-20012023-200x110.png","Pedagogia degli oppressi e degli oppressori - TuttoSquat 20.01.2023","podcast",1674241491,[363],"http://radioblackout.org/tag/tutto-squat-il-giornale-malandrino/",[342],{"post_content":366,"post_title":371},{"matched_tokens":367,"snippet":369,"value":370},[368],"oppressi”","descritta nel libro “Pedagogia degli \u003Cmark>oppressi”\u003C/mark> del pedagogista brasiliano Paulo Freire.\r"," \r\n\r\nIn studio oggi con noi Aloualid Maher, uno studente di scienze dell’educazione a Torino, un ragazzo di origine marocchina venuto in Italia nel '99 e che ha vissuto una Torino ricca di proposte libertarie e di complessità, incontrando realtà e persone di ambienti diversi, che gli hanno trasmesso i loro valori anche contraddittori.\r\n\r\nOggi ci racconterà cosa è stato ed è per lui un rivoluzionario, appoggiandosi alla teoria pedagogica descritta nel libro “Pedagogia degli \u003Cmark>oppressi”\u003C/mark> del pedagogista brasiliano Paulo Freire.\r\n\r\n\r\n\r\nIniziamo col chiedergli cosa voglia comunicare. 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Meg ci ha spiegato come attraverso le assemblee aperte a tutt* nelle università si è organizzata la costruzione politica dello spezzone di quest'anno\": \"lo spezzone sociale del primo maggio 2025 incarna l’unica alternativa reale allo scenario di guerra che sta venendo costruito scientificamente per imporre il ricatto della precarietà e un impoverimento progressivo in tutte le sfere della vita con l’obiettivo della disponibilità alla guerra\"\r\nAPPUNTAMENTO PER TUTT* ALLE 9.00 IN PIAZZA VITTORIO\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/F_m_29_04_Studentessa-presenta-spezzone-sociale-1-maggio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Salvatore, compagno di Taranto storico e coordinatore provinciale COBAS che ci ha spiegato come quest'anno in Puglia si terranno in piedi sia il primo maggio a Bari unitario regionale che quello a Taranto. Questa decisione è stata concordata e condivisa durante le assemblee di preparazione ed ha convinto tutt*: \"non è un segnale di separazione/divisione delle realtà di base coinvolte ma un riconoscere da parte di tutt* che la specificità di Taranto, dove si riscontra il ricatto salute/lavoro/ambiente da sempre, và a tracciare/riprendere e confermare un percorso politico che diventa riappropriazione del protagonismo della classe operaia pronta a riprendersi la piazza, il concerto popolare (che fin dalla sua prima edizione, l’evento si proponeva essere come un’alternativa alle celebrazioni istituzionali del Primo Maggio), la salute, il territorio, etc.\"\r\nQui di seguito pubblichiamo comunicato stampa del primo maggio regionale di Bari:\r\n\r\n\"Chiudiamo il consolato onorario israeliano di Bari, luogo di guerra e politiche di orrore!!!\r\nIl Tavolo regionale per la Palestina ,contro le guerre ed il riarmo UE, contro il governo della Meloni, organizza a Bari il 1 Maggio con partenza alle ore 9,30 da Piazza Diaz un corteo internazionalista a sostegno della Palestina e di tutti i popoli oppressi.\r\nAlla fine del corteo,affianco al teatro Petruzzelli, ci saranno interventi di lavoratori, studenti , associazioni, per un 1 Maggio solidale e contro il governo meloni .\r\nIl tavolo regionale ha sempre sostenuto nelle manifestazioni per la Palestina che israele non è solo quella entità che vediamo ;\r\nisraele vive soprattutto , come quello che vediamo in Puglia, grazie a quelle fitte relazioni sui territori fatte di produzione militare e civile ,di esercitazioni militari in comune,di cosiddetti rapporti culturali,di accordi con Enti ed Istituzioni come Regione Puglia ed Università.\r\nBasta vedere cosa riporta il sito facebook del consolato onorario di Puglia ,che comprende anche la regione Basilicata e Molise; il consolato è retto da luigi de santis, unico console onorario in Italia riconosciuto dallo stato di israele proprio per la sua importanza.\r\nIl console onorario Luigi de santis ha ricevuto a Dicembre dalla prefettura di Bari il mantenimento della scorta.\r\nUn esempio di questa proficua attività è rappresentato dall’incontro realizzato il 18 marzo2025 tra il presidente della nuova fiera del levante(proprietà regione Puglia),Gaetano Frulli,e il decano del corpo consolare della Puglia, Basilicata e Molise, ioania Gherorghias.\r\nIn questa occasione è stato firmato un protocollo d’intesa per promuovere le imprese del territorio sui mercati internazionali.\r\nOppure l’incontro svolto il 14 Gennaio 2025con il ministro degli affari esteri di israele, gideon moshe sa’ar.\r\nUnitamente ai rapporti di collaborazione con la Regione Puglia ,con le Università,di scuole di droni per quello che significa, di costruzione di pezzi di aereo od elicottero per uso militare a volte in piccoli paesi,di esercitazioni militari come quella avvenuta presso l’aeroporto militare di Amendola ,vicino Foggia , l’11 Febbraio 2025.\r\nProprio lì davanti abbiamo manifestato lo scorso giugno per il G7 ascoltando negli incontri svolti in quella occasione il Vescovo di Manfredonia Moscone;oggi il Vescovo viene messo all’indice dall’Ambasciata israeliana di Roma che si è recata presso la Santa Sede dove lo ha accusato di antisemitismo.\r\nIl ruolo di informatore qualcuno lo avrà certamente svolto…. ed il dubbio ci viene.\r\nPer non dimenticare tutte le apparecchiature di sicurezza e di comunicazione comprate dai militari italiani,nell’ultimo periodo il governo italiano ha comprato centinaia di missili anti/carro proprio come quelli usati a Gaza in questi anni.\r\nRicordiamo anche il tentativo di costruire un villaggio turistico per riccastri in località Mogale (Ostuni) da una società Israeliana; caso strano il console onorario è il responsabile regionale dei giovani costruttori edili.\r\nBisogna chiudere questo consolato barese ormai diventato luogo di guerra e di terrore ; così come sul finire degli anni ’80 ,nelle lotte di sostegno alle Intifada Palestinesi, contrastammo in tanti duramente la istituita camera di commercio italo-israeliana fino alla sua chiusura.\r\nRealizzammo una doppia incursione all’interno della Fiera del Levante; la prima togliendo dal pennone la bandiera di israele ,buttandola nel cassonetto della spazzatura ed esponendo una enorme bandiera Palestina con la scritta “Palestina Libera”.\r\nLa seconda incursione avvenne all’interno di uno stand a loro dedicato , all’esterno della “galleria delle nazioni”.\r\nIn quella occasione furono trovati, ben occultati, degli opuscoli dedicata agli operatori commerciali.\r\nQuesti opuscoli parlavano della possibilità di non pagare tasse attraverso la triangolazione Italia-israele-Sudafrica dell’allora Apartheid.\r\nOggi più che mai è necessaria la lotta contro israele , a sostegno della Palestina.\r\nBisogna chiudere il consolato onorario di Bari che sostiene israele attraverso relazioni con “sinceri democratici” pugliesi.\r\nE’ ora di dire basta, la misura è più che colma.\r\nBari 27.04.2025\"\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/F_m_29_04_Salvatore-COBAS-su-1-maggio-a-Bari-e-Taranto.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl terzo approfondimento della serata lo abbiamo fatto in compagnia di Leo dell'Assemblea Pecaria Universitaria. Partendo dall'assemblea che ha visto ricercat* e lavorat* dell'università sempre più unit* nella lotta contro i forti tagli imposti dalla scorsa finanziaria e dalla riforma Bernini (per quanto momentaneamente \"stoppata), ci siamo fatti poi descrivere i prossimi appuntamenti che coinvolgeranno l'assemblea pecaria, il primo maggio in corteo all'interno dello spezzone sociale e il 12 maggio verso uno sciopero del precariato universitario, creato dall'unione delle diverse realtà italiane.\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/F_m_29_04_Leo-assemblea-universitaria-precaria-su-sciopero-nazionale-12-maggio-.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl quarto argomento della puntata è stato quello dei reiterati comportamenti a dir poco anti-sindacali, messi in atto dalla cooperativa sociale Arcobaleno, ne abbiamo parlato con Giancarlo secondo lavoratore da poco licenziato dalla cooperativa stessa. Abbiamo parlato più volte di questa realtà, che tra gli altri ambiti si occupa di fornire servizi di raccolta rifiuti per il comune di Torino, che da quando ha visto l'interesse attivo da parte di Marco e Giancarlo, delegati USB all'interno della cooperativa, nel tutelare i lavoratori e la loro paga, ha inaugurato una vera e propria guerra contro chi osa dissentire.\r\n\r\nPrima i richiami a Marco per gli attacchinaggi in sede (tramite il cavillo che la bacheca sindacale era ad uso esclusivo dell'altro sindacato interno alla cooperativa, la CGIL), seguiti dal licenziamento per danno di immagine alla cooperativa. (ne abbiamo parlato in passato in questa intervista). Per poi arrivare al licenziamento di una persona con un'invalidità del 75%, seguita dai servizi sociali di più di 50 anni, da parte di quelle realtà che dovrebbero agire esattamente per non permettere che queste cose avvengano. Ci siamo fatti raccontare da Giancarlo i dettagli di questa vicenda, il quale ci ha anche invitati al presidio del 13 maggio, all'interno dello sciopero delle cooperative sociali davanti al comune, per richiedere il commissariamento della cooperativa.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/F_m_29_04_Giancarlo-su-licenziamento-cooperativa-arcobaleno.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","13 Maggio 2025","2025-05-13 23:17:02","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/spezzone-social-200x110.jpeg","frittura mista|radio fabbrica 29/04/2025",1747178222,[394],"http://radioblackout.org/tag/frittura-mista-radio-fabbrica/",[396],"frittura mista radio fabbrica",{"post_content":398},{"matched_tokens":399,"snippet":400,"value":401},[80],"e di tutti i popoli \u003Cmark>oppressi\u003C/mark>.\r\nAlla fine del corteo,affianco al","Il primo approfondimento della puntata lo abbiamo fatto in compagnia di Meg studentessa universitaria a Torino sulla partecipazione al corteo del primo maggio 2025 dello spezzone sociale. Meg ci ha spiegato come attraverso le assemblee aperte a tutt* nelle università si è organizzata la costruzione politica dello spezzone di quest'anno\": \"lo spezzone sociale del primo maggio 2025 incarna l’unica alternativa reale allo scenario di guerra che sta venendo costruito scientificamente per imporre il ricatto della precarietà e un impoverimento progressivo in tutte le sfere della vita con l’obiettivo della disponibilità alla guerra\"\r\nAPPUNTAMENTO PER TUTT* ALLE 9.00 IN PIAZZA VITTORIO\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/F_m_29_04_Studentessa-presenta-spezzone-sociale-1-maggio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Salvatore, compagno di Taranto storico e coordinatore provinciale COBAS che ci ha spiegato come quest'anno in Puglia si terranno in piedi sia il primo maggio a Bari unitario regionale che quello a Taranto. Questa decisione è stata concordata e condivisa durante le assemblee di preparazione ed ha convinto tutt*: \"non è un segnale di separazione/divisione delle realtà di base coinvolte ma un riconoscere da parte di tutt* che la specificità di Taranto, dove si riscontra il ricatto salute/lavoro/ambiente da sempre, và a tracciare/riprendere e confermare un percorso politico che diventa riappropriazione del protagonismo della classe operaia pronta a riprendersi la piazza, il concerto popolare (che fin dalla sua prima edizione, l’evento si proponeva essere come un’alternativa alle celebrazioni istituzionali del Primo Maggio), la salute, il territorio, etc.\"\r\nQui di seguito pubblichiamo comunicato stampa del primo maggio regionale di Bari:\r\n\r\n\"Chiudiamo il consolato onorario israeliano di Bari, luogo di guerra e politiche di orrore!!!\r\nIl Tavolo regionale per la Palestina ,contro le guerre ed il riarmo UE, contro il governo della Meloni, organizza a Bari il 1 Maggio con partenza alle ore 9,30 da Piazza Diaz un corteo internazionalista a sostegno della Palestina e di tutti i popoli \u003Cmark>oppressi\u003C/mark>.\r\nAlla fine del corteo,affianco al teatro Petruzzelli, ci saranno interventi di lavoratori, studenti , associazioni, per un 1 Maggio solidale e contro il governo meloni .\r\nIl tavolo regionale ha sempre sostenuto nelle manifestazioni per la Palestina che israele non è solo quella entità che vediamo ;\r\nisraele vive soprattutto , come quello che vediamo in Puglia, grazie a quelle fitte relazioni sui territori fatte di produzione militare e civile ,di esercitazioni militari in comune,di cosiddetti rapporti culturali,di accordi con Enti ed Istituzioni come Regione Puglia ed Università.\r\nBasta vedere cosa riporta il sito facebook del consolato onorario di Puglia ,che comprende anche la regione Basilicata e Molise; il consolato è retto da luigi de santis, unico console onorario in Italia riconosciuto dallo stato di israele proprio per la sua importanza.\r\nIl console onorario Luigi de santis ha ricevuto a Dicembre dalla prefettura di Bari il mantenimento della scorta.\r\nUn esempio di questa proficua attività è rappresentato dall’incontro realizzato il 18 marzo2025 tra il presidente della nuova fiera del levante(proprietà regione Puglia),Gaetano Frulli,e il decano del corpo consolare della Puglia, Basilicata e Molise, ioania Gherorghias.\r\nIn questa occasione è stato firmato un protocollo d’intesa per promuovere le imprese del territorio sui mercati internazionali.\r\nOppure l’incontro svolto il 14 Gennaio 2025con il ministro degli affari esteri di israele, gideon moshe sa’ar.\r\nUnitamente ai rapporti di collaborazione con la Regione Puglia ,con le Università,di scuole di droni per quello che significa, di costruzione di pezzi di aereo od elicottero per uso militare a volte in piccoli paesi,di esercitazioni militari come quella avvenuta presso l’aeroporto militare di Amendola ,vicino Foggia , l’11 Febbraio 2025.\r\nProprio lì davanti abbiamo manifestato lo scorso giugno per il G7 ascoltando negli incontri svolti in quella occasione il Vescovo di Manfredonia Moscone;oggi il Vescovo viene messo all’indice dall’Ambasciata israeliana di Roma che si è recata presso la Santa Sede dove lo ha accusato di antisemitismo.\r\nIl ruolo di informatore qualcuno lo avrà certamente svolto…. ed il dubbio ci viene.\r\nPer non dimenticare tutte le apparecchiature di sicurezza e di comunicazione comprate dai militari italiani,nell’ultimo periodo il governo italiano ha comprato centinaia di missili anti/carro proprio come quelli usati a Gaza in questi anni.\r\nRicordiamo anche il tentativo di costruire un villaggio turistico per riccastri in località Mogale (Ostuni) da una società Israeliana; caso strano il console onorario è il responsabile regionale dei giovani costruttori edili.\r\nBisogna chiudere questo consolato barese ormai diventato luogo di guerra e di terrore ; così come sul finire degli anni ’80 ,nelle lotte di sostegno alle Intifada Palestinesi, contrastammo in tanti duramente la istituita camera di commercio italo-israeliana fino alla sua chiusura.\r\nRealizzammo una doppia incursione all’interno della Fiera del Levante; la prima togliendo dal pennone la bandiera di israele ,buttandola nel cassonetto della spazzatura ed esponendo una enorme bandiera Palestina con la scritta “Palestina Libera”.\r\nLa seconda incursione avvenne all’interno di uno stand a loro dedicato , all’esterno della “galleria delle nazioni”.\r\nIn quella occasione furono trovati, ben occultati, degli opuscoli dedicata agli operatori commerciali.\r\nQuesti opuscoli parlavano della possibilità di non pagare tasse attraverso la triangolazione Italia-israele-Sudafrica dell’allora Apartheid.\r\nOggi più che mai è necessaria la lotta contro israele , a sostegno della Palestina.\r\nBisogna chiudere il consolato onorario di Bari che sostiene israele attraverso relazioni con “sinceri democratici” pugliesi.\r\nE’ ora di dire basta, la misura è più che colma.\r\nBari 27.04.2025\"\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/F_m_29_04_Salvatore-COBAS-su-1-maggio-a-Bari-e-Taranto.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl terzo approfondimento della serata lo abbiamo fatto in compagnia di Leo dell'Assemblea Pecaria Universitaria. Partendo dall'assemblea che ha visto ricercat* e lavorat* dell'università sempre più unit* nella lotta contro i forti tagli imposti dalla scorsa finanziaria e dalla riforma Bernini (per quanto momentaneamente \"stoppata), ci siamo fatti poi descrivere i prossimi appuntamenti che coinvolgeranno l'assemblea pecaria, il primo maggio in corteo all'interno dello spezzone sociale e il 12 maggio verso uno sciopero del precariato universitario, creato dall'unione delle diverse realtà italiane.\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/F_m_29_04_Leo-assemblea-universitaria-precaria-su-sciopero-nazionale-12-maggio-.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl quarto argomento della puntata è stato quello dei reiterati comportamenti a dir poco anti-sindacali, messi in atto dalla cooperativa sociale Arcobaleno, ne abbiamo parlato con Giancarlo secondo lavoratore da poco licenziato dalla cooperativa stessa. Abbiamo parlato più volte di questa realtà, che tra gli altri ambiti si occupa di fornire servizi di raccolta rifiuti per il comune di Torino, che da quando ha visto l'interesse attivo da parte di Marco e Giancarlo, delegati USB all'interno della cooperativa, nel tutelare i lavoratori e la loro paga, ha inaugurato una vera e propria guerra contro chi osa dissentire.\r\n\r\nPrima i richiami a Marco per gli attacchinaggi in sede (tramite il cavillo che la bacheca sindacale era ad uso esclusivo dell'altro sindacato interno alla cooperativa, la CGIL), seguiti dal licenziamento per danno di immagine alla cooperativa. (ne abbiamo parlato in passato in questa intervista). Per poi arrivare al licenziamento di una persona con un'invalidità del 75%, seguita dai servizi sociali di più di 50 anni, da parte di quelle realtà che dovrebbero agire esattamente per non permettere che queste cose avvengano. Ci siamo fatti raccontare da Giancarlo i dettagli di questa vicenda, il quale ci ha anche invitati al presidio del 13 maggio, all'interno dello sciopero delle cooperative sociali davanti al comune, per richiedere il commissariamento della cooperativa.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/F_m_29_04_Giancarlo-su-licenziamento-cooperativa-arcobaleno.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]",[403],{"field":126,"matched_tokens":404,"snippet":400,"value":401},[80],{"best_field_score":158,"best_field_weight":189,"fields_matched":133,"num_tokens_dropped":49,"score":190,"tokens_matched":133,"typo_prefix_score":49},{"document":407,"highlight":424,"highlights":429,"text_match":156,"text_match_info":432},{"comment_count":49,"id":408,"is_sticky":49,"permalink":409,"podcastfilter":410,"post_author":412,"post_content":413,"post_date":414,"post_excerpt":55,"post_id":408,"post_modified":415,"post_thumbnail":416,"post_title":417,"post_type":360,"sort_by_date":418,"tag_links":419,"tags":422},"90970","http://radioblackout.org/podcast/da-barriera-a-gaza-blackout-live-in-piazza-montanaro-su-colonialismo-dinsediamento-e-resistenza-palestinese/",[411],"Aria","macerie su macerie","Dal cuore di Barriera di Milano, in piazza Montanaro, si propagano le libere frequenze di Blackout per portare in strada la necessità di parlare di resistenza palestinese. Lo facciamo con una compagna che, non solo per il suo retroterra culturale, segue da sempre la questione del genocidio attuato da Israele e le forme di contrattacco e vita a Gaza e nei territori occupati. Una storia di lungo corso, di cui il 7 ottobre rappresenta solo l'ultimo passaggio. Ci addentriamo con cautela in questioni complesse come il colonialismo d’insediamento, l’utilizzo dello spazio e dell'architettura come modalità di governo e repressione, la costruzione di un certo regime di discorso in Occidente che restituisce la questione palestinese come un’oscillazione tra terrorismo e umanitarismo.\r\nCiò che emerge chiaramente, e che rappresenta il punto osceno per i governanti occidentali, è la volontà di resistenza e ribellione che, dopo decenni lunghissimi di guerra senza limiti, anima i gazawi e i palestinesi tutti.\r\nUn richiamo di libertà che fulgidamente comunica a tutti gli oppressi del mondo, che non si arrende, che cresce di generazione in generazione.\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/piazzamontanaro7luglio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","9 Luglio 2024","2024-07-14 09:19:06","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/piazza-montanaro-per-palestina-7-luglio-200x110.jpg","Da Barriera a Gaza: Blackout live in Piazza Montanaro su colonialismo d'insediamento e resistenza palestinese",1720519994,[420,421],"http://radioblackout.org/tag/harraga/","http://radioblackout.org/tag/macerie-su-macerie/",[307,423],"macerie-su-macerie",{"post_content":425},{"matched_tokens":426,"snippet":427,"value":428},[80],"fulgidamente comunica a tutti gli \u003Cmark>oppressi\u003C/mark> del mondo, che non si","Dal cuore di Barriera di Milano, in piazza Montanaro, si propagano le libere frequenze di Blackout per portare in strada la necessità di parlare di resistenza palestinese. 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Anche in streaming.\r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/2024-05-31-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\n2 giugno. La Repubblica del militarismo e della guerra\r\nOgni 2 giugno la Repubblica celebra sé stessa con esibizioni militari, parate e commemorazioni. Una “festa” nazionalista e militarista.\r\nIl governo di estrema destra alimenta la retorica identitaria, i “sacri” confini, l’esaltazione della guerra.\r\nGuerre di portata planetaria ci stanno portando sull'orlo della terza guerra mondiale. La spirale pare inarrestabile: il conflitto Russia Ucraina rischia di deflagrare in tutta Europa.\r\nL'Italia è direttamente coinvolta con le proprie truppe e con il proprio apparato militare industriale. È in prima fila in conflitti in cui gioca in proprio e in varie alleanze a geografia variabile.\r\nUn processo di militarizzazione investe le nostre città, le nostre scuole, i principali mezzi di comunicazione e le istituzioni culturali.\r\nGuerra interna e guerra esterna sono le due facce della stessa medaglia, quella della guerra ai poveri per il controllo delle risorse, delle coscienze, delle vie di approvvigionamento e dei flussi informativi. \r\nIniziative di lotta in varie città\r\nFederico dell’assemblea antimilitarista ha presentato la giornata\r\n\r\nFermare le guerre. 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Basti pensare all’Artsakh e al Sudan, due tra le tante guerre cui l’Italia ha contribuito direttamente, fornendo armi e addestratori nel silenzio dei più.\r\n\r\nUna critica reale delle collusioni tra Università e ricerca bellica dovrebbe avere l’obiettivo minimo della cancellazione di accordi di cooperazione con tutte le industrie belliche e tutti gli Stati in guerra. Una critica radicale si dovrebbe interrogare sul ruolo delle Università e sulla necessità di espropriazione permanente di ambiti di studio e ricerca al servizio dell’imperialismo e della logica capitalista. \r\n\r\nLe guerre moderne, non ultima quella cominciata il 7 ottobre tra Israele e Gaza, hanno come principali vittime le popolazioni civili, massacrate per fiaccare il nemico, per indurlo alla resa o alla fuga. \r\nOpporsi alla guerra senza opporsi al militarismo è una prospettiva miope, perché alimenta l’opinione che vi siano eserciti buoni. E non basta mettere la parola “resistenza” al posto di “esercito” per modificare il senso di guerre combattute per assicurarsi il controllo esclusivo di questa o quell’area geografica. Solo l’alleanza transnazionale degli oppressi e degli sfruttati spezza le frontiere, frantuma la logica statalista e patriottica, fa saltare il tappo identitario legato al luogo, alla religione, alla tradizione per aprire uno spazio simbolico e reale al non luogo, all’utopia, che non è l’irrealizzabile ma solo l’irrealizzato. \r\n\r\nVerso il ritorno della naja obbligatoria?\r\nNel nostro paese la naja obbligatoria non è mai stata abolita, perché la legge n. 226 del 23 agosto 2004 prevede solo la sospensione delle chiamate.\r\nIn qualsiasi momento il governo può decidere la riattivazione del servizio militare.\r\nIn Italia l’alfiere della proposta è la Lega di Salvini, che ha annunciato un progetto di legge che prevede la reintroduzione di «sei mesi di servizio civile o militare per i ragazzi tra i 18 e 26 anni, su base regionale e da svolgere esclusivamente in Italia». In base a questo progetto le ragazze, che non erano sottoposte all’obbligo, lo sarebbero al pari dei ragazzi.\r\nNei fatti questa leva in salsa leghista, su base regionale, sarebbe una sorta di servizio civile militarizzato. Salvini disegna un quadro di soldati impegnati in corsi di salvataggio, protezione civile, primo soccorso, protezione dei boschi e un gran numero di altre varie attività. \r\nNel nostro paese il ministro della Difesa Crosetto si è detto nettamente contrario. Crosetto sostiene che una simile ipotesi mai comunque potrebbe riguardare le forze armate, \"che non possono essere pensate come un luogo per educare i giovani, cosa che deve essere fatta dalla famiglia e dalla scuola\".\r\nLe forze armate sono oggi costituite da professionisti altamente specializzati, necessari per le guerre ultratecnologiche che si combattono in ogni dove. La carne da cannone, quando servisse, la si addestrerebbe in fretta, reintroducendo la chiamata obbligatoria.\r\nIn realtà, al di là della propaganda elettorale che contrappone i due alleati in competizione, il compromesso tra le due posizioni è già contenuto nella proposta di Salvini, una proposta che mette a disposizione manodopera gratuita e, insieme, inserisce un nuovo modulo educativo improntato sulla disciplina militare. Facile immaginare uno spazio intermedio tra scuola/lavoro e naja. Un altro orizzonte di militarizzazione dei corpi e delle coscienze.\r\n\r\nContro la militarizzazione delle periferie\r\nBarriera di Milano, ormai da anni, è divenuta un laboratorio dove sperimentare tecniche di controllo sociale prima impensabili, pur di non spendere un soldo per la casa, la sanità, i trasporti, le scuole. In questi anni la spesa militare è costantemente aumentata, le missioni all’estero delle forze armate italiane si sono moltiplicate.\r\nIl governo e i fascisti soffiano sul fuoco della guerra tra poveri italiani e poveri immigrati, per avere mano libera a fare la guerra a noi tutti.\r\nNei quartieri poveri il controllo militare è diventato normale. Anzi! Ogni giorno è peggio.\r\nIntere aree del quartiere vengono messe sotto assedio, con continue retate di persone senza documenti o che vivono grazie ad un’economia informale.\r\nTorino da città dell’auto si sta trasformando in città dei bombardieri e vetrina per turisti.\r\nPresentazione dell’iniziativa antimilitarista che si è tenuta in Barriera il primo giugno.\r\n\r\nAppuntamenti: \r\n\r\nOgni martedì fai un salto da\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro \r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini! \r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\ndalle 18 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\nContatti:\r\nfai_torino@autistici.org\r\n@senzafrontiere.to/\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","3 Giugno 2024","2024-06-03 12:41:42","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/oops-715x480-1-200x110.jpg","Anarres del 31 maggio. La Repubblica in guerra. Acampade: riflessioni a margine. Naja obbligatoria? Militarizzazione delle periferie…",1717418502,[],[],{"post_content":447},{"matched_tokens":448,"snippet":449,"value":450},[80],"geografica. Solo l’alleanza transnazionale degli \u003Cmark>oppressi\u003C/mark> e degli sfruttati spezza le","ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/2024-05-31-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\n2 giugno. La Repubblica del militarismo e della guerra\r\nOgni 2 giugno la Repubblica celebra sé stessa con esibizioni militari, parate e commemorazioni. 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Solo l’alleanza transnazionale degli \u003Cmark>oppressi\u003C/mark> e degli sfruttati spezza le frontiere, frantuma la logica statalista e patriottica, fa saltare il tappo identitario legato al luogo, alla religione, alla tradizione per aprire uno spazio simbolico e reale al non luogo, all’utopia, che non è l’irrealizzabile ma solo l’irrealizzato. \r\n\r\nVerso il ritorno della naja obbligatoria?\r\nNel nostro paese la naja obbligatoria non è mai stata abolita, perché la legge n. 226 del 23 agosto 2004 prevede solo la sospensione delle chiamate.\r\nIn qualsiasi momento il governo può decidere la riattivazione del servizio militare.\r\nIn Italia l’alfiere della proposta è la Lega di Salvini, che ha annunciato un progetto di legge che prevede la reintroduzione di «sei mesi di servizio civile o militare per i ragazzi tra i 18 e 26 anni, su base regionale e da svolgere esclusivamente in Italia». In base a questo progetto le ragazze, che non erano sottoposte all’obbligo, lo sarebbero al pari dei ragazzi.\r\nNei fatti questa leva in salsa leghista, su base regionale, sarebbe una sorta di servizio civile militarizzato. Salvini disegna un quadro di soldati impegnati in corsi di salvataggio, protezione civile, primo soccorso, protezione dei boschi e un gran numero di altre varie attività. \r\nNel nostro paese il ministro della Difesa Crosetto si è detto nettamente contrario. Crosetto sostiene che una simile ipotesi mai comunque potrebbe riguardare le forze armate, \"che non possono essere pensate come un luogo per educare i giovani, cosa che deve essere fatta dalla famiglia e dalla scuola\".\r\nLe forze armate sono oggi costituite da professionisti altamente specializzati, necessari per le guerre ultratecnologiche che si combattono in ogni dove. La carne da cannone, quando servisse, la si addestrerebbe in fretta, reintroducendo la chiamata obbligatoria.\r\nIn realtà, al di là della propaganda elettorale che contrappone i due alleati in competizione, il compromesso tra le due posizioni è già contenuto nella proposta di Salvini, una proposta che mette a disposizione manodopera gratuita e, insieme, inserisce un nuovo modulo educativo improntato sulla disciplina militare. Facile immaginare uno spazio intermedio tra scuola/lavoro e naja. Un altro orizzonte di militarizzazione dei corpi e delle coscienze.\r\n\r\nContro la militarizzazione delle periferie\r\nBarriera di Milano, ormai da anni, è divenuta un laboratorio dove sperimentare tecniche di controllo sociale prima impensabili, pur di non spendere un soldo per la casa, la sanità, i trasporti, le scuole. In questi anni la spesa militare è costantemente aumentata, le missioni all’estero delle forze armate italiane si sono moltiplicate.\r\nIl governo e i fascisti soffiano sul fuoco della guerra tra poveri italiani e poveri immigrati, per avere mano libera a fare la guerra a noi tutti.\r\nNei quartieri poveri il controllo militare è diventato normale. Anzi! Ogni giorno è peggio.\r\nIntere aree del quartiere vengono messe sotto assedio, con continue retate di persone senza documenti o che vivono grazie ad un’economia informale.\r\nTorino da città dell’auto si sta trasformando in città dei bombardieri e vetrina per turisti.\r\nPresentazione dell’iniziativa antimilitarista che si è tenuta in Barriera il primo giugno.\r\n\r\nAppuntamenti: \r\n\r\nOgni martedì fai un salto da\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro \r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini! \r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\ndalle 18 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\nContatti:\r\nfai_torino@autistici.org\r\n@senzafrontiere.to/\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",[452],{"field":126,"matched_tokens":453,"snippet":449,"value":450},[80],{"best_field_score":158,"best_field_weight":189,"fields_matched":133,"num_tokens_dropped":49,"score":190,"tokens_matched":133,"typo_prefix_score":49},{"document":456,"highlight":468,"highlights":473,"text_match":156,"text_match_info":476},{"comment_count":49,"id":457,"is_sticky":49,"permalink":458,"podcastfilter":459,"post_author":300,"post_content":460,"post_date":461,"post_excerpt":55,"post_id":457,"post_modified":462,"post_thumbnail":463,"post_title":464,"post_type":360,"sort_by_date":465,"tag_links":466,"tags":467},"89259","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-26-aprile-leni-le-missioni-militari-il-neocolonialismo-una-barriera-antifascista-il-governo-e-la-chiesa-contro-la-liberta-delle-donne-25-aprile-ad-asti/",[300],"ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/2024-04-26-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nMissioni militari all’estero tra gas, petrolio e uranio: il ruolo dell’ENI\r\nLa diplomazia in armi del governo per garantire i profitti della multinazionale petrolifera va dalla Libia al Sahel al Golfo di Guinea. Queste aree hanno un’importanza strategica per gli interessi dell’ENI, perché vi si trovano i maggiori produttori africani di gas e petrolio. L’obiettivo è la protezione delle piattaforme offshore e degli impianti di estrazione.\r\nL’ENI rappresenta oggi la punta di diamante del colonialismo italiano in Africa.\r\nLa bandiera con il cane a sei zampe dell'ENI sventola a fianco di quella tricolore in luoghi in cui la desertificazione e la predazione delle risorse macinano le vite di tanta parte di chi ci vive.\r\nAlla guerra neocoloniale per il controllo delle risorse energetiche si accompagna l’offensiva contro le persone in viaggio, per ricacciare i migranti nelle galere libiche, dove torture, stupri e omicidi sono fatti normali. Le migrazioni verso i paesi ricchi sono frutto della ferocia predatoria delle politiche neocoloniali.\r\nNe abbiamo parlato con Daniele Ratti\r\n\r\nUna Barriera antifascista\r\nCome ogni anno ci siamo ritrovati alla lapide che ricorda Ilio Baroni, partigiano anarchico.\r\nOggi più che mai ritrovarci in quell’angolo di periferia, dove cadde combattendo Baroni, non è mero esercizio di memoria, ma occasione per intrecciare i fili delle lotte, perché il testimone lasciato da chi non c’è più è ora nelle nostre mani.\r\nIn un clima di guerra e revisionismo quello di quest’anno è stato un 25 aprile molto importante, un momento di raccolta della vasta comunità resistente di Barriera di Milano.\r\n\r\nAffondo del governo e della chiesa alla libertà delle donne\r\nCon un emendamento al decreto sui fondi del Pnrr, su cui ha posto e ottenuto la fiducia tre giorni fa, il governo ha previsto che nei consultori pubblici possano entrare associazioni nel terzo settore “che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità”. Nel linguaggio della destra, ciò equivale alle associazioni antiabortiste, che sono già presenti nei consultori e nelle strutture sanitarie pubbliche, ma che con questo emendamento hanno ricevuto un’ulteriore legittimazione.\r\nAncora una volta la legge 194 dimostra di essere un dispositivo pensato per impedire la libertà delle donne.\r\n\r\n25 aprile ad Asti\r\nUn lungo corteo, aperto dallo striscione “Contro guerra, repressione e fascismo” ha attraversato Asti il 25 aprile.\r\nCe ne ha parlato Werther del CdL Felix\r\n\r\nAppuntamenti: \r\n\r\nContro tutte le patrie per un mondo senza frontiere!\r\nMercoledì 1 maggio\r\nore 9 piazza Vittorio \r\nSpezzone rosso e nero\r\nPace tra gli oppressi, guerra agli oppressori!\r\n\r\nOgni martedì fai un salto da\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro \r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini! \r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\ndalle 18 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20 \r\nContatti: \r\nfai_torino@autistici.org\r\n@senzafrontiere.to/\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","1 Maggio 2024","2024-05-01 00:03:29","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/rosa-primo-maggio-02-200x110.jpg","Anarres del 26 aprile. 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Non si può che sottolineare infatti quanto il CPR di via Corelli sia la controprova tangibile della tanto ripetuta, quanto vera, costatazione che: i CPR si chiudono da dentro, e con il fuoco.\r\n\r\nMilano é forse la città in cui più l'approccio di una sinistra pacata ha spinto vistosamente per riformare e/o chiudere da fuori il CPR, smuovendo opinione pubblica, bravi cittadini finanche la magistratura. Niente di troppo problematico in sé, lo scuotere le coscienze addormentate di chi passeggia indifferente a due passi da un lager, se non fosse che la scivolata nella pozzanghera fangosa di una pacificazione della potenza rivoluzionaria degli oppressi in rivolta, appare, forse, dietro l' angolo. Il dubbio sulle forme di solidarietà da mettere in campo rimane nell'aria, ciò che é evidente é che il commissariamento del CPR di via Corelli nulla ha cambiato rispetto alla quotidiana violenza detentiva ed espulsiva.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/Corelli8.3.24Harraga.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","7 Aprile 2024","2024-04-07 11:01:31","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/rivolta-gradisc1-200x110.png","APPROFONDIMENTO SUL CPR DI VIA CORELLI A MILANO",1712487691,[],[],{"post_content":492},{"matched_tokens":493,"snippet":494,"value":495},[80],"pacificazione della potenza rivoluzionaria degli \u003Cmark>oppressi\u003C/mark> in rivolta, appare, forse, dietro","Estratto della puntata del 8 Marzo 2024 di Harraga\r\n\r\n \r\n\r\nDa quando, nel Marzo 2023, il CPR di Torino ha chiuso, le possibilità detentive amministrative del Nord Italia si riducono alla capienza (periodicamente ridotta grazie al fuoco dei ribelli) delle prigioni per persone senza documenti europei di Gradisca d'Isonzo e Milano via Corelli.\r\n\r\nÈ probabilmente il caso di andare nel profondo di una conoscenza storica e urbanistica di questi due CPR con il fine di poter immaginare prospettive di lotta reali indirizzate verso una solidarietà il più possibile contundente.\r\n\r\nCon questo proposito abbiamo fatto una diretta con una compagna che, oltre a ricostruire la storia del CPR di Milano e la sua posizione in città, si é soffermata con noi ad analizzare il rapporto tra questa prigione e gli equilibri politici cittadini. 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