","TURCHIA, NON SI FERMANO LE PROTESTE","post",1742841332,[66,67,68],"http://radioblackout.org/tag/erdogan/","http://radioblackout.org/tag/proteste/","http://radioblackout.org/tag/turchia/",[35,15,21],{"post_content":71,"post_title":75,"tags":79},{"matched_tokens":72,"snippet":73,"value":74},[15],"Non si fermano le \u003Cmark>proteste\u003C/mark> in Turchia contro l’arresto del","Non si fermano le \u003Cmark>proteste\u003C/mark> in Turchia contro l’arresto del sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu e l’ennesimo giro di vite autoritario di Erdogan. Ieri, durante quella che l’opposizione ha ribattezzato la “notte per la democrazia”, centinaia di migliaia di manifestanti sono scesi in piazza in tutta la Turchia nonostante il divieto di assembramento imposto dalle autorità nelle principali città. Solo ad Istanbul si sono mobilitate in totale, a detta degli organizzatori, circa 300 mila persone. Nella metropoli sul Bosforo alcune manifestazioni – ad esempio quella che tentava di dirigersi verso la centrale piazza Taksim, da giorni completamente transennata e occupata da centinaia di agenti – sono state attaccate dalla polizia in assetto antisommossa che, come era avvenuto giovedì, hanno utilizzato non solo i manganelli e gli idranti, ma anche gli spray urticanti. Particolarmente brutale è stata la repressione delle manifestazioni di ieri con decine di feriti ed arresti. Erdogan, con questo colpo di mano, vuole eliminare il suo più agguerrito concorrente per le presidenziali previste per il 2028, e al contempo dividere l'opposizione, da una parte dialogando con il partito Dem e i curdi, dall'altra reprimendo il partito repubblicano popolare (CHP), nell'intento di far passare la riforma costituzionale che gli consentirebbe di presentarsi per un terzo mandato.\r\n\r\nAggiornamenti da Murat Cinar, giornalista, capo redattore dell'edizione in lingua turca dell'agenzia di stampa internazionale Pressenza Italia:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/INFO-24032025-MURAT.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":76,"snippet":78,"value":78},[77],"PROTESTE","TURCHIA, NON SI FERMANO LE \u003Cmark>PROTESTE\u003C/mark>",[80,82,85],{"matched_tokens":81,"snippet":35},[],{"matched_tokens":83,"snippet":84},[15],"\u003Cmark>proteste\u003C/mark>",{"matched_tokens":86,"snippet":21},[],[88,94,97],{"field":41,"indices":89,"matched_tokens":91,"snippets":93},[90],1,[92],[15],[84],{"field":95,"matched_tokens":96,"snippet":78,"value":78},"post_title",[77],{"field":98,"matched_tokens":99,"snippet":73,"value":74},"post_content",[15],578730123365712000,{"best_field_score":102,"best_field_weight":103,"fields_matched":104,"num_tokens_dropped":53,"score":105,"tokens_matched":90,"typo_prefix_score":53},"1108091339008",13,3,"578730123365711979",{"document":107,"highlight":127,"highlights":144,"text_match":100,"text_match_info":154},{"cat_link":108,"category":109,"comment_count":53,"id":110,"is_sticky":53,"permalink":111,"post_author":24,"post_content":112,"post_date":113,"post_excerpt":114,"post_id":110,"post_modified":115,"post_thumbnail":116,"post_thumbnail_html":117,"post_title":118,"post_type":63,"sort_by_date":119,"tag_links":120,"tags":124},[50],[52],"95555","http://radioblackout.org/2025/02/grecia-proteste-per-i-ritardi-nelle-indagini-sul-disastro-ferroviario/","Centinaia di migliaia di persone hanno manifestato nelle scorse settimane nel centro di Atene e anche in oltre 100 città del Paese per chiedere giustizia per le 57 persone rimaste uccise nel disastro ferroviario di Tempe del 28 febbraio 2023, quando il treno passeggeri Intercity 62 della Hellenic Train, partito da Atene e diretto a Salonicco, si è scontrato con il treno merci 63503 sempre della Hellenic Train, proveniente da Salonicco e diretto a Larissa. Hellenic Train è la società di trasporto ferroviario greca per passeggeri e merci. Fondata nel 2005 e controllata al 100% da Ose, le ferrovie dello Stato greche, TrainOse dal 2007 prende il controllo di tutte le attività operative e di gestione del trasporto ferroviario del gruppo, operando come una società indipendente. Nel bel mezzo della crisi dei debiti sovrani, il governo greco vara un piano di privatizzazioni da 3 miliardi di euro in cui ricade anche TrainOse. Nel 2013 viene lanciata una gara internazionale per la privatizzazione di TrainOse, che viene acquisita al 100% dal gruppo Ferrovie dello Stato.\r\nI parenti delle vittime dell’incidente ferroviario hanno intrapreso diverse azioni legali per ottenere delle risposte sulle cause della tragedia e chiedere giustizia. Ancora non vi è una ricostruzione ufficiale della collisione e quindi non si spiega perchè, in quella sera di febbraio 2023, un treno viaggiasse a quasi 200 km orari nel binario sbagliato. I tentativi da parte del governo greco di insabbiare l'accaduto e ritardare, o depistare, le indagini sono stati molteplici. Non solo. Pochi giorni prima dell'incidente, il sindacato nazionale dei ferrovieri greci aveva rilasciato un comunicato che denunciava la fatiscenza del sistema ferroviario, dichiarando che «la politica delle privatizzazioni concepita e attuata da tutti i governi, specialmente dalla crisi in poi, ha decisamente peggiorato le condizioni della rete ferroviaria» e denunciando «lo stato di profonda incuria in cui versa tutto il comparto, sia per quanto riguarda i mezzi che il personale».\r\nUn altro dato da aggiungere è che dal 2018 al 2020 la Grecia ha avuto il più alto tasso di incidenti ferroviari mortali di tutta l’Europa (sui chilometri percorsi).\r\nNe abbiamo parlato con Anna Giulia, antropologa urbana che vive tra l'Italia e la Grecia, dove si occupa di infrastrutture e processi di turistificazione. La conversazione con lei ci ha restituito un quadro delle proteste in corso, delle loro motivazioni, ed è emersa l'ampiezza delle potenzialità che un discorso critico e di lotta rispetto alle infrastrutture offre. Ascolta e scarica l'interessante approfondimento:\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/tempe.mp3\"][/audio]","11 Febbraio 2025","","2025-02-11 17:31:13","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/photo_2025-02-11-17.24.45-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/photo_2025-02-11-17.24.45-300x200.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/photo_2025-02-11-17.24.45-300x200.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/photo_2025-02-11-17.24.45-1024x682.jpeg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/photo_2025-02-11-17.24.45-768x512.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/photo_2025-02-11-17.24.45.jpeg 1280w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Grecia: proteste per i ritardi nelle indagini sul disastro ferroviario",1739295073,[121,122,123,67],"http://radioblackout.org/tag/austerity/","http://radioblackout.org/tag/grecia/","http://radioblackout.org/tag/infrastrutture/",[125,27,126,15],"austerity","infrastrutture",{"post_content":128,"post_title":132,"tags":135},{"matched_tokens":129,"snippet":130,"value":131},[15],"ha restituito un quadro delle \u003Cmark>proteste\u003C/mark> in corso, delle loro motivazioni,","Centinaia di migliaia di persone hanno manifestato nelle scorse settimane nel centro di Atene e anche in oltre 100 città del Paese per chiedere giustizia per le 57 persone rimaste uccise nel disastro ferroviario di Tempe del 28 febbraio 2023, quando il treno passeggeri Intercity 62 della Hellenic Train, partito da Atene e diretto a Salonicco, si è scontrato con il treno merci 63503 sempre della Hellenic Train, proveniente da Salonicco e diretto a Larissa. 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Il movimento studentesco serbo si è aggiunto alle proteste, occupando tutte le facoltà del paese e dato vita alle più grandi proteste in Serbia dai tempi di Slobodan Milošević del 96-97.\r\n\r\nSi è scritto che quella tettoia è la metafora della Serbia: già da prima della mobilitazione studentesca vi era un forte malcontento popolare nei confronti del governo serbo, represso in quanto non si esprimeva in maniera così massificata. Una massiccia sfiducia dei giovani nei confronti dei partiti di governo, un paese in cui le condizioni di lavoro sono pessime e la precarietà e la disoccupazione sono alle stelle sono tra le cause alla base di questa ondata di proteste, ma il crollo della pensilina - sintomo dello stato in cui versano le infrastrutture del paese - è diventato la metafora di un governo corrotto ed incapace di ascoltare le richieste dei propri cittadini. Adesso che la mobilitazione ha un protagonismo spiccatamente giovanile sembra ben più difficile da silenziare: il governo ha tentato di farlo impiegando, oltre alla repressione di piazza, bande di picchiatori per cercare di intimorire il movimento studentesco e convincerlo a desistere, ma (anche a seguito dell'indignazione seguita ad uno di questi raid) martedì il primo ministro Miloš Vučević si è dovuto dimettere dalla sua carica, dichiarando che lo stesso è il destino di tutto l'esecutivo. Quali sono le richieste dei giovani serbi, come si organizzano e da quale storia di opposizione al governo conservatore prende slancio il massiccio movimento di protesta che adesso è riuscito a rovesciare il governo? Quali possibilità per il futuro della Serbia?\r\n\r\n\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Marco Siragusa, vicedirettore di Meridiano 13:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/MARCOSIRAGUSAinfo.mp3\"][/audio]\r\n\r\nQui alcuni riferimenti per seguire l'attualità delle proteste in Serbia: Meridiano 13 / Osservatorio Balcani-Caucaso / Valigia blu / Balkan Insight / in serbo: Masina / kreni.promeni.ns / moj_beo_grad","31 Gennaio 2025","2025-01-31 14:59:30","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/5559cfae-b03f-4213-ad2e-d6df9c8b4d65_rw_1920-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/5559cfae-b03f-4213-ad2e-d6df9c8b4d65_rw_1920-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/5559cfae-b03f-4213-ad2e-d6df9c8b4d65_rw_1920-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/5559cfae-b03f-4213-ad2e-d6df9c8b4d65_rw_1920-1024x683.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/5559cfae-b03f-4213-ad2e-d6df9c8b4d65_rw_1920-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/5559cfae-b03f-4213-ad2e-d6df9c8b4d65_rw_1920-1536x1024.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/5559cfae-b03f-4213-ad2e-d6df9c8b4d65_rw_1920.jpg 1920w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Serbia: le proteste contro il governo costringono alle dimissioni il premier Vučević",1738334813,[169,67,170],"http://radioblackout.org/tag/balcani/","http://radioblackout.org/tag/serbia/",[172,15,173],"Balcani","serbia",{"post_content":175,"post_title":179,"tags":182},{"matched_tokens":176,"snippet":177,"value":178},[15],"data di inizio di massicce \u003Cmark>proteste\u003C/mark> da parte di cittadini serbi che","Il 1° novembre scorso una pensilina della stazione ferroviaria di Novi Sad è crollata, provocando la morte di 15 persone. “Siamo tutti sotto la pensilina“ è una frase che non ha cessato di risuonare dal 1° novembre, data di inizio di massicce \u003Cmark>proteste\u003C/mark> da parte di cittadini serbi che ogni venerdì alle 11:52 bloccano le strade e fermano la circolazione per 15 minuti. 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Uno dei fulcri delle proteste, è ed è stato la questione degli ostaggi israeliani a Gaza da riportare a casa, obiettivo che molti israeliani non ritengono prioritario dall'esecutivo di governo. Tali proteste hanno una composizione sociale e politica varia, da ultraortodossi a forze sioniste liberali fino ad esponenti della sinistra moderata israeliana.\r\n\r\nC'è però un elemento che delinea queste proteste: l'assenza di una critica strutturale verso le politiche di occupazione e coloniali verso i territori palestinesi, e la fine della guerra e del genocidio a Gaza, intesa come fine dello sterminio del popolo palestinese. Paradossale, per esempio, la difesa della Corte Suprema Israeliana da parte dei manifestanti, la stessa che legittima l’espropriazione delle terre palestinesi e le demolizioni delle case, oltre che permettere leggi razziste e sioniste verso la componente palestinese ed araba, anche quella all'interno dello stato Israeliano stesso.\r\n\r\nCi facciamo raccontare le piazze israeliane e le sue contraddizioni estremamente problematiche da Lidia Ginestra Giuffrida, autrice di un reportage sulle manifestazioni degli ultimi mesi. Ascolta la diretta su RadioBlackout:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/proteste_israeliane.mp3\"][/audio]","16 Maggio 2024","2024-05-16 11:19:19","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/israele-benjamin-netanyahu-gerusalemme-protesta-knesset-parlamento-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"171\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/israele-benjamin-netanyahu-gerusalemme-protesta-knesset-parlamento-300x171.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/israele-benjamin-netanyahu-gerusalemme-protesta-knesset-parlamento-300x171.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/israele-benjamin-netanyahu-gerusalemme-protesta-knesset-parlamento-1024x584.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/israele-benjamin-netanyahu-gerusalemme-protesta-knesset-parlamento-768x438.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/israele-benjamin-netanyahu-gerusalemme-protesta-knesset-parlamento.jpg 1217w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Dentro le proteste contro Netanyahu e le loro contraddizioni",1715858273,[214,215,67],"http://radioblackout.org/tag/israele/","http://radioblackout.org/tag/netanyahu/",[40,217,15],"netanyahu",{"post_content":219,"post_title":223,"tags":226},{"matched_tokens":220,"snippet":221,"value":222},[15],"7 Ottobre in poi, le \u003Cmark>proteste\u003C/mark> che da mesi mobilitano migliaia","Dal 7 Ottobre in poi, le \u003Cmark>proteste\u003C/mark> che da mesi mobilitano migliaia di persone cittadine israeliane contro l’esecutivo guidato da Bibi Netanyahu sono state dense, partecipate, continuative e addirittura conflittuali. 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Ascolta la diretta su RadioBlackout:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/proteste_israeliane.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":224,"snippet":225,"value":225},[15],"Dentro le \u003Cmark>proteste\u003C/mark> contro Netanyahu e le loro contraddizioni",[227,229,231],{"matched_tokens":228,"snippet":40},[],{"matched_tokens":230,"snippet":217},[],{"matched_tokens":232,"snippet":84},[15],[234,240,242],{"field":41,"indices":235,"matched_tokens":237,"snippets":239},[236],2,[238],[15],[84],{"field":95,"matched_tokens":241,"snippet":225,"value":225},[15],{"field":98,"matched_tokens":243,"snippet":221,"value":222},[15],{"best_field_score":102,"best_field_weight":103,"fields_matched":104,"num_tokens_dropped":53,"score":105,"tokens_matched":90,"typo_prefix_score":53},{"document":246,"highlight":268,"highlights":288,"text_match":100,"text_match_info":298},{"cat_link":247,"category":248,"comment_count":53,"id":249,"is_sticky":53,"permalink":250,"post_author":24,"post_content":251,"post_date":252,"post_excerpt":114,"post_id":249,"post_modified":253,"post_thumbnail":254,"post_thumbnail_html":255,"post_title":256,"post_type":63,"sort_by_date":257,"tag_links":258,"tags":263},[50],[52],"86604","http://radioblackout.org/2024/01/proteste-degli-agricoltori-e-nuova-pac-dalla-sicilia-alla-germania/","In questi giorni le forti proteste degli agricoltori, rappresentate da lunghissime file di trattori che bloccano le principali arterie stradali, sono salite agli onori della cronaca. Dalla Germania si sono estese in Francia e anche in Italia, in particolare al Sud, nelle isole, e in territori di provincia come alcuni casi meno significativi al centro-nord della penisola italiana.\r\n\r\nLe questioni prese in causa sono gli aumenti sul prezzo del gasolio e le nuove linee della politica agricola comune, accusata di non andare a vantaggio della categoria ma di privilegiare interessi altri. In Sicilia, sono state organizzate delle proteste che hanno visto il blocco della Palermo-Sciacca e diversi presidi che indicano la responsabilità anche nella gestione regionale del settore agricolo.\r\n\r\nGli agricoltori tedeschi protestano da settimane contro i tagli ai sussidi previsti dal governo, affermando che la decisione creerebbe notevoli difficoltà finanziarie. 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Di questa situazione ingarbugliata abbiamo parlato prima con Antonella De Biasi a partire dalla condizione del popolo curdo e armeno; e successivamente ci è sembrato utile approfondire con Murat Cinar la situazione interna, di crisi economica e repressione di ogni opposizione, e il peso della strategia geopolitica di Ankara. Da ultimo uno sguardo alla Cina con Sabrina Moles dopo l’evento estivo dello Sco e la successiva esibizione muscolare a Pechino, ma anche il multilateralismo teorizzato da Xi e le dichiarazioni ambientaliste contrapposte a quelle del rivale americano nella stessa sede newyorkese del Palazzo di Vetro. \n\n\n\nNecropolitica e narcostato ecuadoriano\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/ecuador-en-paro-contra-noboa-y-fmi--67915787\n\n\n\n\nAbbiamo parlato della situazione in Ecuador con Eduardo Meneses ricercatore politico, attivista, reporter alternativo .\n\n\n\nNegli ultimi giorni l’Ecuador è scosso da un’ondata di proteste esplose dopo la decisione del presidente Daniel Noboa di abolire il sussidio sul diesel, in vigore dal 1974. La misura, che ha fatto impennare il prezzo del carburante da 1,80 a 2,80 dollari al gallone, ha innescato il conflitto sociale con manifestazioni che attraversano il Paese, dalle grandi città alle province rurali. Contadini, trasportatori, pescatori, studenti e comunità indigene denunciano un provvedimento che incide pesantemente sul costo della vita e lo considerano l’ennesima espressione di un modello neoliberista responsabile di profonde disuguaglianze. A guidare la risposta è la CONAIE, la storica Confederazione delle Nazionalità Indigene, che ha proclamato uno sciopero nazionale a oltranza.Il tema dei sussidi per il diesel è una problema storico ogni volta che si è tentato di cancellare i sussidi sul diesel c’è stata una risposta popolare .Non è una protesta isolata ma storica ci sono state proteste popolari ne 2019 e nel 2022 ,l’economia del paese è dollarizzata e non sostenibile ,al governo è costato trovare le risorse per pagare gli stipendi pubblici ,per questo sta ricorrendo al FMI che impone tagli ai sussidi e allo stato sociale. Di fronte a questa situazione economica la soluzione di Noboa è un regime autoritario per controllare il malcontento , una narco economia in cui il neoliberalismo si trasforma in una gestione della morte e questo nuovo modello si sta sviluppando ,e la gente si sta organizzando per dire no a questo processo che costituirebbe un arretramento dal punto vista sociale ed economico .\n\n\n\n\n\n\n\nTrump spariglia e la sfiducia serpeggia anche in Medio Oriente\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/la-sfiducia-negli-imperi-technomedievali-provocata-da-personaggi-distopici--67932142\n\n\n\n\nI curdi possono sperare di essere tra i pochi che traggono qualche vantaggio dalla feroce rimappatura violenta del Sudovest asiatico che sta andando in scena sul palcoscenico del Palazzo di Vetro newyorkese? \n\n\n\n Vigilanza curda: diversa per ciascun paese della loro frammentazioneA partire da questa domanda Antonella De Biasi, giornalista ed esperta della regione mediorientale, ha restituito un disegno del Sudovest asiatico a partire dal Federalismo democratico del Rojava come unica realtà di rispetto dei diritti e di un’amministrazione aperta a tutte le comunità che abitano il territorio; all’interno di Israele ci sono stati molteplici sostegni alla lotta curda (anche in funzione antiturca). Ma attualmente al-Jolani – come si faceva chiamare il tagliagole ora chiamato al-Shara, quando Antonella nel 2022 ne aveva tracciato la figura nel suo libro Astana e i 7 mari – è il padrone di quella che era buona parte della nazione governata fino a un anno fa dalla famiglia Assad, e probabilmente in questi giorni la volubilità di Trump sembra attribuire a Erdoğan il protettorato su una Siria governata da una sua creatura, in virtù delle promesse di stabilità profuse dal presidente turco, un’investitura conferita nonostante le milizie di modello ottomano: predoni che imperversano lungo le coste del Mediterraneo orientale. \n\n\n\nSpaesamento e impotenza armena: revisionismo entitàPoi si è affrontata la diversa strategia dei curdi siriani rispetto all’apertura di Ocalan, che ha invitato il Pkk a deporre le armi, come altra situazione è ancora quella dei curdi iraniani. Ma la problematicità insita nell’egemonia turca su quell’area travolge anche e maggiormente la comunità armena alla mercé dei fratelli azeri dei turchi; e furono le prime vittime di un genocidio del Secolo breve. Ora gli armeni hanno ancor meno alleati e sostenitori del solito, visto che il gas di Baku fa gola a tutti; e gli viene sottratta pezzo per pezzo identità, terra, riferimenti culturali. Oltre alla diaspora. La speranza di accoglienza europea è a metà con l’alleanza con i russi, disattesa da Putin, ma ancora valida. E Pashinyan non ha alcuna idea o autorevolezza per rappresentare gli armeni. \n\n\n\nRelazioni tra Israele e TurchiaUn’ipotesi di Al-Jazeera vede la Turchia nel mirino israeliano per assicurare l’impunità di Netanyahu che si fonda sul costante stato di guerra, ma anche perché è l’ultima potenza regionale non ancora ridimensionata dall’aggressività sionista. Peraltro la rivalità risale a decenni fa e in questo periodo di Global Sudum Flottilla si ricorda la Mavi Marmara assaltata dai pirati del Mossad uccidendo 10 persone a bordo, mentre cercava di forzare il blocco navale di Gaza. Fino a che punto può essere credibile una guerra scatenata da Israele contro la Turchia? Secondo Antonella De Biasi è difficile che possa avvenire, non solo perché Erdoğan è più abile di Netanyahu (al rientro da Tianjin ha chiesto a Trump gli F-35, dimenticando i sistemi antiaerei comprati da Mosca), ma perché gli affari anche di ordigni militari non si sono mai interrotti, inoltre a livello regionale l’alleanza con Al-Thani dovrebbe mettere al riparo la Turchia da attacchi sconsiderati e senza pretesti validi… certo, con il terrore di Netanyahu non si può mai sapere. \n\n\n\nCosa rimane del sistema di Astana?Facile interpretare la presenza a Tianjin dei leader che erano soliti incontrarsi sotto l’ombrello di Astana come confluenza di interessi, meno semplice capire fino a che punto ciascuno di loro e gli altri protagonisti del Shangai cooperation organization siano posizionati in più o meno consolidate alleanze. Sentiamo Antonella De Biasi e sugli stessi argomenti poi anche Murat Cinar in questo spreaker che abbiamo registrato subito dopo aver sentito Antonella: Trump incontra Erdoğan.\n\n\n\n\n\n\n\nL’Internazionale nera passa anche da Ankara\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/trump-incontra-erdogan-lui-ha-bisogno-di-cose-io-di-altre-ci-mettiamo-d-accordo--67923007\n\n\n\n\nPiù la situazione risulta nebulosa, intricata e sul bordo del precipizio bellico e maggiore è il potere in mano a Erdoğan\n\n\n\nLo scollamento giovanile (da Gezi Park), la censura (Murat Cinar ci ha proposto l’ultima in ordine di tempo delle proibizioni musicali in Turchia), l’asservimento e la concentrazione dei poteri (gli interventi della magistratura a ingabbiare l’opposizione con pretesti), le centrali mediatiche ridotte a megafono del potere… tutti aspetti che caratterizzano il ventennio del Sultano al potere, ma se si guarda bene all’involuzione del paesaggio globale, si nota che la cancellazione dello Stato di diritto non è una prerogativa turca, ma riduce Ankara a una delle tappe dell’Internazionale nera che parte da Washington, passa per Roma, Tel Aviv, Budapest…L’economia in crisi, tranne la produzione bellica in mano alla famiglia che per il resto saccheggia la finanza statale da 20 anni a questa parte e ora la condiscendenza alle richieste di Trump dissangueranno ulteriormente il bilancio, già falcidiato dal 90% di inflazione, con svalutazione della Lira dal 2008 in poi e con una disoccupazione altissima. Ma anche a livello internazionale la diplomazia turca è agevolata dalla sua collocazione ambigua, dai suoi affari agevolati dagli errori europei, dal suo mantenersi all’interno della Nato ma sempre partecipe di ogni centro di potere: uditore della centralità multilaterale di Tianjin con il Sud del mondo e contemporaneamente presente alla riunione con paesi arabi sul piano di pace per Gaza alla corte di Trump, che vede in Erdoğan un potenziale risolutore a cui delegare la questione ucraina, perché «unico leader apprezzato da Zelensky e da Putin»; mentre il fantasma degli Accordi di Astana potrebbe sembrare confluire nello Sco, dove c’erano tutt’e tre i protagonisti, in realtà Murat ritiene chiuso il percorso degli Astana Files, perché la Turchia non fa effettivamente parte di Shangai Files. 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Ma questo non significa che la repubblica turca sia contraria a Tel Aviv: infatti Murat ci spiega come ci siano manifestazioni propal che vengono pesantemente caricate dalla polizia indette da forze conservatrici della destra islamista, perché gli interessi dell’industria bellica sono tutti a favore di Israele e gli affari vedono la famiglia del presidente tra i beneficiari degli scambi e dell’uso di armi a Gaza; anche il Chp organizza proteste","29 Settembre 2025","Abbiamo sentito Eduardo Meneses, dopo i primi giorni di paro nacional in Ecuador che ci ha indicato priorità, lotte, situazioni diverse nel paese in lotta contro le ricette neoliberiste di Daniel Noboa e prima che gli scontri producessero i primi morti; il popolo è sceso in piazza nella Cuenca per i diritti dei contadini, ma […]","2025-09-29 14:27:35","https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 25/09/2025 – ECUADOR IN PIAZZA CONTRO NOBOA E IL TRUMPISMO IN SALSA LATINA; SUDOVEST ASIATICO IN SUBBUGLIO, RIPERCUSSIONI DELLE GUERRE SIONISTE; CINA DOPO SHANGAI COOPERATION ORGANIZATION E XI ALL’ONU CON LA CASACCA AMBIENTALISTA",1759108934,[469,470,471,472,473,474,475,476,477,478,479,480,481,482,483,484,485,486,487,488],"https://radioblackout.org/tag/armenia/","https://radioblackout.org/tag/azerbaijan/","https://radioblackout.org/tag/chp/","https://radioblackout.org/tag/conaie/","https://radioblackout.org/tag/cuenca/","https://radioblackout.org/tag/curdi/","https://radioblackout.org/tag/erdogan/","https://radioblackout.org/tag/israele/","https://radioblackout.org/tag/nato/","https://radioblackout.org/tag/netanyahu/","https://radioblackout.org/tag/noboa/","https://radioblackout.org/tag/ocalan/","https://radioblackout.org/tag/pkk/","https://radioblackout.org/tag/proteste/","https://radioblackout.org/tag/qatar/","https://radioblackout.org/tag/quito/","https://radioblackout.org/tag/sco/","https://radioblackout.org/tag/siria/","https://radioblackout.org/tag/trump/","https://radioblackout.org/tag/turchia/",[490,491,492,493,494,495,35,40,496,217,497,498,499,15,500,501,502,503,504,21],"armenia","azerbaijan","chp","Conaie","cuenca","curdi","nato","noboa","Ocalan","pkk","qatar","quito","Sco","Siria","Trump",{"post_content":506,"tags":510},{"matched_tokens":507,"snippet":508,"value":509},[15],"è scosso da un’ondata di \u003Cmark>proteste\u003C/mark> esplose dopo la decisione del","Abbiamo sentito Eduardo Meneses, dopo i primi giorni di paro nacional in Ecuador che ci ha indicato priorità, lotte, situazioni diverse nel paese in lotta contro le ricette neoliberiste di Daniel Noboa e prima che gli scontri producessero i primi morti; il popolo è sceso in piazza nella Cuenca per i diritti dei contadini, ma allo stesso modo a Quito gli studenti si sono mobilitati, come gli autotrasportatori per la sospensione dell’articolo 126: cioè la cancellazione del sussidio sul diesel in vigore da decenni, ma sotto le ceneri ribolliva il fuoco della ribellione… Ci siamo poi mossi verso il Sudovest asiatico, rimescolato dall’aggressione sionista intenta a sfruttare l’occasione di creare Eretz Israel, ridimensionando con la forza impunita le potenze regionali; ma Erdoğan pare sia apprezzato e investito da Trump come Vicerè del Middle East. Di questa situazione ingarbugliata abbiamo parlato prima con Antonella De Biasi a partire dalla condizione del popolo curdo e armeno; e successivamente ci è sembrato utile approfondire con Murat Cinar la situazione interna, di crisi economica e repressione di ogni opposizione, e il peso della strategia geopolitica di Ankara. Da ultimo uno sguardo alla Cina con Sabrina Moles dopo l’evento estivo dello Sco e la successiva esibizione muscolare a Pechino, ma anche il multilateralismo teorizzato da Xi e le dichiarazioni ambientaliste contrapposte a quelle del rivale americano nella stessa sede newyorkese del Palazzo di Vetro. \n\n\n\nNecropolitica e narcostato ecuadoriano\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/ecuador-en-paro-contra-noboa-y-fmi--67915787\n\n\n\n\nAbbiamo parlato della situazione in Ecuador con Eduardo Meneses ricercatore politico, attivista, reporter alternativo .\n\n\n\nNegli ultimi giorni l’Ecuador è scosso da un’ondata di \u003Cmark>proteste\u003C/mark> esplose dopo la decisione del presidente Daniel Noboa di abolire il sussidio sul diesel, in vigore dal 1974. La misura, che ha fatto impennare il prezzo del carburante da 1,80 a 2,80 dollari al gallone, ha innescato il conflitto sociale con manifestazioni che attraversano il Paese, dalle grandi città alle province rurali. Contadini, trasportatori, pescatori, studenti e comunità indigene denunciano un provvedimento che incide pesantemente sul costo della vita e lo considerano l’ennesima espressione di un modello neoliberista responsabile di profonde disuguaglianze. A guidare la risposta è la CONAIE, la storica Confederazione delle Nazionalità Indigene, che ha proclamato uno sciopero nazionale a oltranza.Il tema dei sussidi per il diesel è una problema storico ogni volta che si è tentato di cancellare i sussidi sul diesel c’è stata una risposta popolare .Non è una protesta isolata ma storica ci sono state \u003Cmark>proteste\u003C/mark> popolari ne 2019 e nel 2022 ,l’economia del paese è dollarizzata e non sostenibile ,al governo è costato trovare le risorse per pagare gli stipendi pubblici ,per questo sta ricorrendo al FMI che impone tagli ai sussidi e allo stato sociale. 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Ma attualmente al-Jolani – come si faceva chiamare il tagliagole ora chiamato al-Shara, quando Antonella nel 2022 ne aveva tracciato la figura nel suo libro Astana e i 7 mari – è il padrone di quella che era buona parte della nazione governata fino a un anno fa dalla famiglia Assad, e probabilmente in questi giorni la volubilità di Trump sembra attribuire a Erdoğan il protettorato su una Siria governata da una sua creatura, in virtù delle promesse di stabilità profuse dal presidente turco, un’investitura conferita nonostante le milizie di modello ottomano: predoni che imperversano lungo le coste del Mediterraneo orientale. \n\n\n\nSpaesamento e impotenza armena: revisionismo entitàPoi si è affrontata la diversa strategia dei curdi siriani rispetto all’apertura di Ocalan, che ha invitato il Pkk a deporre le armi, come altra situazione è ancora quella dei curdi iraniani. Ma la problematicità insita nell’egemonia turca su quell’area travolge anche e maggiormente la comunità armena alla mercé dei fratelli azeri dei turchi; e furono le prime vittime di un genocidio del Secolo breve. Ora gli armeni hanno ancor meno alleati e sostenitori del solito, visto che il gas di Baku fa gola a tutti; e gli viene sottratta pezzo per pezzo identità, terra, riferimenti culturali. Oltre alla diaspora. La speranza di accoglienza europea è a metà con l’alleanza con i russi, disattesa da Putin, ma ancora valida. E Pashinyan non ha alcuna idea o autorevolezza per rappresentare gli armeni. \n\n\n\nRelazioni tra Israele e TurchiaUn’ipotesi di Al-Jazeera vede la Turchia nel mirino israeliano per assicurare l’impunità di Netanyahu che si fonda sul costante stato di guerra, ma anche perché è l’ultima potenza regionale non ancora ridimensionata dall’aggressività sionista. Peraltro la rivalità risale a decenni fa e in questo periodo di Global Sudum Flottilla si ricorda la Mavi Marmara assaltata dai pirati del Mossad uccidendo 10 persone a bordo, mentre cercava di forzare il blocco navale di Gaza. Fino a che punto può essere credibile una guerra scatenata da Israele contro la Turchia? Secondo Antonella De Biasi è difficile che possa avvenire, non solo perché Erdoğan è più abile di Netanyahu (al rientro da Tianjin ha chiesto a Trump gli F-35, dimenticando i sistemi antiaerei comprati da Mosca), ma perché gli affari anche di ordigni militari non si sono mai interrotti, inoltre a livello regionale l’alleanza con Al-Thani dovrebbe mettere al riparo la Turchia da attacchi sconsiderati e senza pretesti validi… certo, con il terrore di Netanyahu non si può mai sapere. \n\n\n\nCosa rimane del sistema di Astana?Facile interpretare la presenza a Tianjin dei leader che erano soliti incontrarsi sotto l’ombrello di Astana come confluenza di interessi, meno semplice capire fino a che punto ciascuno di loro e gli altri protagonisti del Shangai cooperation organization siano posizionati in più o meno consolidate alleanze. Sentiamo Antonella De Biasi e sugli stessi argomenti poi anche Murat Cinar in questo spreaker che abbiamo registrato subito dopo aver sentito Antonella: Trump incontra Erdoğan.\n\n\n\n\n\n\n\nL’Internazionale nera passa anche da Ankara\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/trump-incontra-erdogan-lui-ha-bisogno-di-cose-io-di-altre-ci-mettiamo-d-accordo--67923007\n\n\n\n\nPiù la situazione risulta nebulosa, intricata e sul bordo del precipizio bellico e maggiore è il potere in mano a Erdoğan\n\n\n\nLo scollamento giovanile (da Gezi Park), la censura (Murat Cinar ci ha proposto l’ultima in ordine di tempo delle proibizioni musicali in Turchia), l’asservimento e la concentrazione dei poteri (gli interventi della magistratura a ingabbiare l’opposizione con pretesti), le centrali mediatiche ridotte a megafono del potere… tutti aspetti che caratterizzano il ventennio del Sultano al potere, ma se si guarda bene all’involuzione del paesaggio globale, si nota che la cancellazione dello Stato di diritto non è una prerogativa turca, ma riduce Ankara a una delle tappe dell’Internazionale nera che parte da Washington, passa per Roma, Tel Aviv, Budapest…L’economia in crisi, tranne la produzione bellica in mano alla famiglia che per il resto saccheggia la finanza statale da 20 anni a questa parte e ora la condiscendenza alle richieste di Trump dissangueranno ulteriormente il bilancio, già falcidiato dal 90% di inflazione, con svalutazione della Lira dal 2008 in poi e con una disoccupazione altissima. 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Unione di lavoratori e sindacati, che a difesa del popolo palestinese contro gli attacchi militari israeliani, organizza blocchi di armi in partenza o transito dai porti australiani verso Israele, oltre a vari eventi di informazione e protesta.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/Trade-unionists-for-Palestine_18.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 4 ore 8,30 - Alfredo Bandelli 27 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nUn approfondimento musicato sulla vita e le opere di un cantautore che con la sua voce e la sua chitarra ha raccontato dall’interno, un mondo fatto di militanza, contestazioni del periodo d’oro della lotta di classe in Italia.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Alfredo-Bandelli-vibrazioni-sonore.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 5 ore 9,30 - Non siamo razzisti sono loro che sono neomelodici 5/3/2024 46 minuti [Radio Neanderthal]:\r\n\r\nPuntata del 5 marzo 2024 del programma \"Non siamo razzisti sono loro che sono neomelodici\" con approfondimenti sul teatro di Enzo Moscato e sul chitarrista funk Peppino Brio\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/Non-siamo-razzisti-sono-loro-che-sono-neomelodici-5marzo24_46.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 5 ore 20 - Migrazione e intolleranze U.Eco, musicata 59 minuti [Radio Blackout, Penny kella]:\r\n\r\nUna lettura musicata di una piccola raccolta di scritti e interventi di umberto eco. alcuni risalgono a piu’ di vent’anni fa ma ci invitano a riflettere su temi ancora piu’ che mai attuali al giorno d’oggi\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/Migrazione-e-intolleranze-U.Eco-musicata_59.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 5 ore 23,30 - Dan Hekate - Short sets benefit RBO 97 minuti [Dan Hekate, Radio Blackout]:\r\n\r\nQui sopra trovate i migliori mixati di Dan Hekate a sostegno di Radio Blackout.\r\nDan è un incredibile personaggio che ha legato le sorti della “scena” rave diy allo sviluppo di una cultura anti-istituzionale legata all’autoproduzione musicale ed all’autogestione degli spazi liberati.\r\nProduce una musica elettronica deviata, spezzata e talvolta rumorosa che deriva da versioni alterate della techno, della jungle e della d’n’b ma le influenze di questo suono multistrato lambiscono spesso territori industrial e noise.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/Dan-Hekate-Shorts-sets-benefit-RBO_97.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 29 ore 9 - Pasta Fissan - White Bantu benefit RBO 50 minuti [Pasta Fisan, Radio Blackout]:\r\n\r\nPasta Fissan è una combinazione di menti avariate che portano la verità al livello della brutale percussione.\r\n\r\nReleased October 9, 3048\r\n\r\n[audio 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il 27 aprile e il 14 maggio 2024 come Frittura mista alias Radio Fabbrica, abbiamo intervistato il coordinamento australiano Trade Unionists for Palestine, dopo aver saputo degli arresti e le cariche che avevano colpito alcun* de* attivist* dopo una giornata di blocco dei porti a Melbourne e a Sidney a fine Marzo. Oltre ad interessarci ovviamente la loro lotta nel tentativo di bloccare le navi cargo cariche di materiale bellico della compagnia israeliana ZIM, abbiamo voluto approfondire in che modo si era formata questa unione di sindacati interessati alla causa palestinese e a come intendesse affrontare queste lotte in un'ottica internazionalista. Ci siamo fatti raccontare questi aspetti ed altri da Paddy Gibson, attivista di questa realtà, accompagnati da musiche in sottofondo di gruppi australiani.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/Intervisa-a-Trade-unionists-for-palestine.mp3\r\n\r\n[download]","28 Giugno 2024","2024-06-28 16:25:42","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/432983341_122146711016087425_7222080843644391532_n-200x110.jpg","intervista trade unionists for palestine australia",1719591877,[639,643,1074,665,669,214,680,681,682,696,697,67,715,716,717,722],"http://radioblackout.org/tag/boicottaggio/",[745,749,1076,38,773,40,784,785,786,800,801,15,818,819,820,825],"boicottaggio",{"tags":1078},[1079,1081,1083,1085,1087,1089,1091,1093,1095,1097,1099,1101,1103,1105,1107,1109],{"matched_tokens":1080,"snippet":745,"value":745},[],{"matched_tokens":1082,"snippet":749,"value":749},[],{"matched_tokens":1084,"snippet":1076,"value":1076},[],{"matched_tokens":1086,"snippet":38,"value":38},[],{"matched_tokens":1088,"snippet":773,"value":773},[],{"matched_tokens":1090,"snippet":40,"value":40},[],{"matched_tokens":1092,"snippet":784,"value":784},[],{"matched_tokens":1094,"snippet":785,"value":785},[],{"matched_tokens":1096,"snippet":786,"value":786},[],{"matched_tokens":1098,"snippet":800,"value":800},[],{"matched_tokens":1100,"snippet":801,"value":801},[],{"matched_tokens":1102,"snippet":84,"value":84},[15],{"matched_tokens":1104,"snippet":818,"value":818},[],{"matched_tokens":1106,"snippet":819,"value":819},[],{"matched_tokens":1108,"snippet":820,"value":820},[],{"matched_tokens":1110,"snippet":825,"value":825},[],[1112],{"field":41,"indices":1113,"matched_tokens":1115,"snippets":1117,"values":1118},[1114],11,[1116],[15],[84],[84],{"best_field_score":102,"best_field_weight":103,"fields_matched":90,"num_tokens_dropped":53,"score":614,"tokens_matched":90,"typo_prefix_score":53},{"document":1121,"highlight":1140,"highlights":1150,"text_match":100,"text_match_info":1157},{"comment_count":53,"id":1122,"is_sticky":53,"permalink":1123,"podcastfilter":1124,"post_author":1125,"post_content":1126,"post_date":1127,"post_excerpt":114,"post_id":1122,"post_modified":1128,"post_thumbnail":1129,"post_title":1130,"post_type":421,"sort_by_date":1131,"tag_links":1132,"tags":1136},"83513","http://radioblackout.org/podcast/memorandum-e-paesi-terzi-frontiere-sciopero-braccianti/",[370],"harraga","La Tunisia, superando la Libia, è ormai il primo paese per numero di partenze dall’Africa verso l’Europa.\r\nIl regime del presidente Saied tenta di affrontare la dilagante crisi economica, da un lato, promuovendo politiche xenofobe – le stesse che hanno creato violente tensioni nelle periferie di Sfax – dall’altro, attirando i finanziamenti dell’UE e del FMI prendendo in “appalto” il controllo delle frontiere e i respingimenti.\r\nUn tentativo di inquadrare la situazione attraverso un contributo da Sfax.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/harraga-tunisiamemorandum.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \tSe la Tunisia non ho accettato di fare da campo profughi per conto dell’Europa, diversamente è andata con il memorandum tra Regno Unito e Ruanda.\r\nLa chiatta di detenzione amministrativa, Bibby Stockholm, approdata nel porto di Portland, infatti, rappresenta uno dei tasselli della new plan immigration agenda, che mira a scoraggiare gli arrivi nel Regno Unito e a deportare le persone considerate irregolari.\r\nEppure finora ogni rimpatrio legato al memorandum nel paese africano considerato sicuro è stato bloccato e mobilitazioni sono nate contro la nave di detenzione.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/granbretagna-rwanda.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \tLa rotta balcanica rappresenta uno dei luoghi di frontiera che gode di minor attenzione mediatica. 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