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I nostri intervistati ci hanno descritto un quadro complessivo pessimo per chi come loro effettua il servizio di raccolta rifiuti differenziati porta a porta, partendo dall' inquadramento con il contratto delle cooperative sociali che prevede paghe da fame, fino alla gestione dei carichi di lavoro eccessivi, che portano chi appena entrato in cooperativa, all'auto sfruttamento attraverso ore extra lavorate gratuitamente o addirittura arrivando a caricare rifiuti sul proprio mezzo superiori di tre volte nel peso, rispetto al carico consentito dal mezzo stesso (mettendo a rischio se stessi e chiunque circoli per le strade di Torino). Come se non bastasse la cooperativa si macchia di atteggiamenti beceri e anti sindacali, nei confronti di chi sta finalmente iniziando a ribellarsi a questo stato delle cose. Lunedì 28 Ottobre si è svolto uno dei primi scioperi per questa realtà lavorativa, con un presidio chiamato sotto il palazzo del municipio di Torino (la stazione appaltante del servizio), ci siamo fatti raccontare ai nostri microfoni come si è svolta questa mobilitazione e come si intende procedere per smontare questa gestione che viene definita dai lavoratori stessi \"dittatoriale\".\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/F_m_29_10_Marco-e-Giancarlo-cooperativa-Arcobaleno-su-stato-dagitazione.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo approfondimento di oggi lo abbiamo fatto in compagnia di Francesco, lavoratore delle poste dei COBAS , sullo sciopero nazionale delle prestazioni straordinarie dal 26/10/24 al 24/11/24.\r\nLo sciopero, proclamato da COBAS poste, è parte di un processo di lotta politico sindacale che il sindacato ha messo in campo da tempo. Il dunque non è condannare e lottare per la sola privatizzazione di un ente pubblico, in questo caso Poste, ma mettere in campo le azioni e le sinergie per poter contrastare un processo che sin dagli anni '90 si è innescato nel nostro paese.\r\nIn un comunicato del COORDINAMENTO DI BASE LAVORATRICI E LAVORATORI CONTRO LA PRIVATIZZAZIONE E PER IL SERVIZIO PUBBLICO, cui fanno parte COBAS LAVORO\r\nPRIVATO |CUB |ADL COBAS |SGB, si legge che:\r\n\"l’Italia è stato il paese maggiormente sacrificato al nuovo modello economico avendo vissuto una delle più grandi ondate di privatizzazioni al mondo. Infatti, aziende cruciali come Enel, Eni, Telecom, Autostrade, Alitalia, Ferrovie e Poste sono passate da enti pubblici a società per azioni quotate in borsa. L'obiettivo dichiarato era renderle più efficienti, ma i risultati, che hanno tenuto fede ai reali obiettivi, sono stati ben diversi. Tuttavia, oltre a sgonfiare le casse dello stato nel giro di pochi anni, siamo passati dall'avere le bollette più basse d'Europa, come nel caso dell’energia, a essere nella top 5 di quelle più care. Per le autostrade ci sono stati scarsi investimenti e tariffe alle stelle. I trasporti garantiscono efficienza e alti costi per le tratte maggiormente frequentate\r\ne una inefficienza drammatica per i pendolari. La sanità pubblica viene demolita per favorire i privati anche attraverso la destinazione di fondi statali. L’istruzione privata riceve ingenti quantità di danaro pubblico, per far concorrenza alla scuola di tutti, pur chiedendo rette eccessive e livelli di istruzione finalizzate al conseguimento di titoli. In generale, la qualità dei servizi è peggiorata mentre i costi per noi cittadini sono aumentati. Le aziende privatizzate hanno smesso di perseguire l'interesse pubblico per concentrarsi solo sul profitto. 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Lunedì 28 Ottobre si è svolto uno dei primi scioperi per questa realtà lavorativa, con un presidio chiamato sotto il palazzo del municipio di Torino (la stazione appaltante del servizio), ci siamo fatti raccontare ai nostri microfoni come si è svolta questa mobilitazione e come si intende procedere per smontare questa gestione che viene definita dai lavoratori stessi \"dittatoriale\".\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/F_m_29_10_Marco-e-Giancarlo-cooperativa-Arcobaleno-su-stato-dagitazione.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo approfondimento di oggi lo abbiamo fatto in compagnia di Francesco, lavoratore delle poste dei COBAS , sullo sciopero nazionale delle prestazioni straordinarie dal 26/10/24 al 24/11/24.\r\nLo sciopero, proclamato da COBAS poste, è parte di un processo di lotta politico sindacale che il sindacato ha messo in campo da tempo. Il dunque non è condannare e lottare per la sola privatizzazione di un ente pubblico, in questo caso Poste, ma mettere in campo le azioni e le sinergie per poter contrastare un processo che sin dagli anni '90 si è innescato nel nostro paese.\r\nIn un comunicato del COORDINAMENTO DI BASE LAVORATRICI E LAVORATORI CONTRO LA PRIVATIZZAZIONE E PER IL SERVIZIO PUBBLICO, cui fanno parte COBAS LAVORO\r\nPRIVATO |CUB |ADL COBAS |SGB, si legge che:\r\n\"l’Italia è stato il paese maggiormente sacrificato al nuovo modello economico avendo vissuto una delle più grandi ondate di \u003Cmark>privatizzazioni\u003C/mark> al mondo. Infatti, aziende cruciali come Enel, Eni, Telecom, Autostrade, Alitalia, Ferrovie e Poste sono passate da enti pubblici a società per azioni quotate in borsa. L'obiettivo dichiarato era renderle più efficienti, ma i risultati, che hanno tenuto fede ai reali obiettivi, sono stati ben diversi. Tuttavia, oltre a sgonfiare le casse dello stato nel giro di pochi anni, siamo passati dall'avere le bollette più basse d'Europa, come nel caso dell’energia, a essere nella top 5 di quelle più care. Per le autostrade ci sono stati scarsi investimenti e tariffe alle stelle. I trasporti garantiscono efficienza e alti costi per le tratte maggiormente frequentate\r\ne una inefficienza drammatica per i pendolari. La sanità pubblica viene demolita per favorire i privati anche attraverso la destinazione di fondi statali. L’istruzione privata riceve ingenti quantità di danaro pubblico, per far concorrenza alla scuola di tutti, pur chiedendo rette eccessive e livelli di istruzione finalizzate al conseguimento di titoli. In generale, la qualità dei servizi è peggiorata mentre i costi per noi cittadini sono aumentati. Le aziende privatizzate hanno smesso di perseguire l'interesse pubblico per concentrarsi solo sul profitto. Hanno tagliato posti di lavoro, venduto\r\nrami d'azienda, ridotto gli investimenti a lungo termine, tagliato i costi della sicurezza, aumentato il precariato, ridotto l’accesso ai servizi, ridotto la qualità di questi. I manager e gli azionisti guadagnano milioni mentre i lavoratori vengono spremuti e gli utenti pagano sempre di PIÙ. Non lasciamoci ingannare: le \u003Cmark>privatizzazioni\u003C/mark> non sono inevitabili né portano benefici alla collettività. Sono scelte politiche che vanno nella direzione opposta a quella della giustizia sociale nonché dei diritti umani sul modo di vivere libero e dignitoso quale condizione fondamentale di ogni singolo individuo in relazione al contesto generale dell'intera società.\r\nDifendere i beni pubblici significa difendere i nostri diritti, il nostro benessere, il nostro futuro. Significa preservare servizi essenziali accessibili a tutti, non solo a chi può permetterseli.\"\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/F_m_29_10_Francesco-COBAS-Poste-sciopero-prestazioni-straordinarie.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo argomento della puntata lo abbiamo affrontato in compagnia di Alessandro, del Movimento ESP (Educazione Senza Prezzo) sulle motivazioni che hanno portato l'intero comparto del pubblico impiego a scioperare, con focus sul mondo della scuola. Quest'ultimo vedrà ulteriori importanti tagli di finanze e conseguentemente di posti di lavoro, tra personale docente e amministrativo si prevedono infatti circa 8000 unità in meno grazie a quest'ultima finanziaria che andrà a martoriare una scuola che già si regge in piedi con estrema difficoltà.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/F_m_29_10_Alessandro-Movimento-ESP-su-sciopero-scuola.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]",[241],{"field":242,"matched_tokens":243,"snippet":238,"value":239},"post_content",[214],{"best_field_score":195,"best_field_weight":245,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":41,"score":246,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":86},14,"578730054645710961",{"document":248,"highlight":263,"highlights":268,"text_match":193,"text_match_info":271},{"comment_count":41,"id":249,"is_sticky":41,"permalink":250,"podcastfilter":251,"post_author":252,"post_content":253,"post_date":254,"post_excerpt":47,"post_id":249,"post_modified":255,"post_thumbnail":256,"post_title":257,"post_type":158,"sort_by_date":258,"tag_links":259,"tags":261},"90357","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-06-062024-piazza-tienanmen-35-anni-dopo-la-rimozione-forzata-nuova-caledonia-la-rivolta-di-chi-non-si-adegua-alla-velocita-della-falsa-modernizzazione-neocoloniale/",[117],"radiokalakuta","Bastioni di Orione in questa puntata ricorda con Ilaria Maria Sala , giornalista e scrittrice che vive a Hong Kong, da dove collabora con “The Guardian”, “The South China Morning Post” e “Hong Kong Free Press”, i 35 anni dalla rivolta di Piazza Tienanmen. Nel giugno del 1989 ci fu la repressione di un movimento studentesco di massa che chiedeva a gran voce di superare le modernizzazioni di Deng che avevano consentito l'ingresso della Cina nella globalizzazione a costo dell'aumento delle disuguaglianze,per immaginare una nuova dinamica fra il partito e la società. Di fronte alla radicalità delle richieste del movimento il partito e le èlite che stavano beneficiando delle privatizzazioni in corso si arroccarono su posizioni oltranziste scatenando una repressione militare brutale. Il ricordo di quegli avvenimenti ,come ci racconta la nostra interlocutrice,è cancellato dalla memoria collettiva dei cinesi , la fedeltà al partito che si rivela un apparato rigido ma al colntempo camaleontico è sostituita dalla retorica nazionalista e all'assertività bellicista sulla questione di Taiwan. Nonostante i disagi dovuti alla crisi immobilare e la crescita esponenziale della disoccupazione giovanile ,il potenziale malcontento è contenuto da una rigida censura sull'informazione e dall'accentramento dei poteri nelle mani di Xi che ha detronizzato anche i potenziali rivali all'interno della nomenklatura del partito nonchè dalla montante mobilitazione nazionalista.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/BASTIONI06062024-CINA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nCon Adriano Favole , antropologo che ha condotto numerose ricerche in Nuova Caledonia, approfondendo i temi della formazione e percezione nel mondo nativo di concetti quali cittadinanza e democrazia, parliamo della situazione in Nuova Caledonia . Approfittando della competenza del nostro interlocutore guardiamo alle componenti sociali della Nuova Caledonia e alla complessità di una società multicomposta dove convivono i Kanak discendenti dei primi abitanti insediati 3000 anni fa nell'isola, che hanno perso circa 80% della popolazione in seguito al disastroso incontro con i bianchi provenienti dall'Europa, i discendenti dei galeotti deportati dal 1860 al 1890 ,gli abitanti degli arcipelaghi vicini che sono migrati circa 40 anni fa, gli asiatici , i primi di origine giapponese ,e infine i francesi ,funzionari dell'amministrazione statale della metropoli che si sono stabiliti nelle isole.\r\n\r\nA questa complessità lo stato francese risponde con la pulsione repressiva ,cercando di mutare un equilibrio delicato fondato sugli accordi di Noumea del 1998 ,con il disgelo del corpo elettorale attraverso la riforma costituzionale che amplierebbe l’accesso al voto e modificherebbe le liste elettorali ma ridurrebbe il peso politico della popolazione indigena locale, i Kanak.\r\n\r\nLa rivolta ,agita sopratutto dai giovani , ha anche una radicalità che risiede nella opposizione ad un modello di sviluppo imposto e che si concentra nella distruzione delle merci ,dei simboli del capitalismo francese di occupazione con la distruzione dell'80% delle struttura commerciali della capitale. Una modernità imposta che non si concilia con i tempi di una società ,come quella kanak, che decide per consenso ,che regola l'ordine senza violenza, ha un tessuto politico organizzato e una società civile articolata .\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/BASTIONI-DI-ORIONE-06062024.mp3\"][/audio]","9 Giugno 2024","2024-06-09 15:54:05","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 06/062024- PIAZZA TIENANMEN 35 ANNI DOPO LA RIMOZIONE FORZATA - NUOVA CALEDONIA LA RIVOLTA DI CHI NON SI ADEGUA ALLA VELOCITA' DELLA FALSA MODERNIZZAZIONE NEOCOLONIALE.",1717948343,[260],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[262],"Bastioni di Orione",{"post_content":264},{"matched_tokens":265,"snippet":266,"value":267},[214],"èlite che stavano beneficiando delle \u003Cmark>privatizzazioni\u003C/mark> in corso si arroccarono su","Bastioni di Orione in questa puntata ricorda con Ilaria Maria Sala , giornalista e scrittrice che vive a Hong Kong, da dove collabora con “The Guardian”, “The South China Morning Post” e “Hong Kong Free Press”, i 35 anni dalla rivolta di Piazza Tienanmen. 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Nonostante i disagi dovuti alla crisi immobilare e la crescita esponenziale della disoccupazione giovanile ,il potenziale malcontento è contenuto da una rigida censura sull'informazione e dall'accentramento dei poteri nelle mani di Xi che ha detronizzato anche i potenziali rivali all'interno della nomenklatura del partito nonchè dalla montante mobilitazione nazionalista.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/BASTIONI06062024-CINA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nCon Adriano Favole , antropologo che ha condotto numerose ricerche in Nuova Caledonia, approfondendo i temi della formazione e percezione nel mondo nativo di concetti quali cittadinanza e democrazia, parliamo della situazione in Nuova Caledonia . 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Abbiamo anche potuto ascoltare quali sono state le altre azioni da loro intraprese fino ad ora, concludendo con l'invito a tutte e tutti le/i possibili interessate/i ad unirsi al loro fronte di lotta. Qui trovate tutte le info e le notizie per tenersi aggiornati.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/F_m_23_01_Dobbiamo-Vivere-su-proteste-a-Torino-dei-disoccupati.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo approfondimento della puntata lo abbiamo fatto in compagnia di Andrea Porpiglia, RSU per USB della GTT, riguardo allo sciopero del trasporto pubblico locale del 24_01_24 e le sue rivendicazioni:\r\n\r\n* AUMENTI SALARIALI DIGNITOSI\r\n* MIGLIORI CONDIZIONI DI LAVORO\r\n* BLOCCO DELLE PRIVATIZZAZIONI\r\n* TUTELA DELLA SALUTE E SICUREZZA\r\n\r\nAndrea fa l'autista in GTT ed ha sottolineato che lo sciopero è l'unico strumento efficace per: Rivendicare una piattaforma contrattuale che esige aumenti salariali adeguati, orari di lavoro umani, giusti livelli di sicurezza per i lavoratori e per l'utenza.\r\n\r\nApprofondimento:\r\n\r\nhttps://www.usb.it/leggi-notizia/domani-24-gennaio-e-sciopero-nazionale-del-trasporto-pubblico-locale-0253-1-1.html\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/F_m_23_01_Andrea-Porpiglia-GTT-su-sciopero-TPL.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Enrico Riboni, che come spesso accade, torna a parlarci di America latina a distanza di poco tempo.\r\nDi nuovo SULL'ARGENTINA MA sul primo mese di Milei, perché di fatto c'è una data importante il 24 gennaio: c'è uno sciopero generale. La partecipazione si annuncia epica perché dal basso la popolazione si sta organizzando per impedire che il progetto neocoloniale fascista di Javier Milei vada in porto. Enrico ha anche approfondito la negoziazione fra i partiti per arrivare a un accordo sulle prime riforme.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/F_m_23_01_Enrico-Riboni-aggiornamenti-su-lotte-antigovernative-Argentina.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n ","7 Febbraio 2024","2024-02-07 10:36:40","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/420104916_882173700574450_2336984496137613324_n-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 23/01/2024",1707302200,[233],[126],{"post_content":286},{"matched_tokens":287,"snippet":288,"value":289},[187],"CONDIZIONI DI LAVORO\r\n* BLOCCO DELLE \u003Cmark>PRIVATIZZAZIONI\u003C/mark>\r\n* TUTELA DELLA SALUTE E SICUREZZA\r"," \r\n\r\nIl primo argomento che abbiamo trattato è stato quello delle lotte dei disoccupati, infatti grazie al collegamento telefonico con Fabio del SiCobas e gli altri esponenti del comitato Dobbiamo vivere - Lavoratori disoccupati e precari, abbiamo raccontato l'ultima loro mobilitazione al palazzo della regione Piemonte. Abbiamo anche potuto ascoltare quali sono state le altre azioni da loro intraprese fino ad ora, concludendo con l'invito a tutte e tutti le/i possibili interessate/i ad unirsi al loro fronte di lotta. 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Ma una volta stabilito il principio si offre subito dopo una scappatoia, la classica riorganizzazione aziendale nell'appalto potrà dimostrare e giustificare il ribasso complessivo dei costi e quindi alla fine determinare anche la riduzione del costo di manodopera che poi si tradurrà in tagli di ore contrattuali e di contributi previdenziali.\r\nDa un lato si stabilisce il principio guida secondo il quale i costi del lavoro nei cambi di appalti non dovrebbero essere soggetti a ribasso ma dall'altra ci si accorge che un intervento troppo invasivo del legislatore aprirebbe la strada a innumerevoli problemi e contraddizioni. Da qui scaturiscono varie interpretazioni della norma che probabilmente è stata scritta in modo tale da poter essere in parte raggirata in nome di una migliore ed efficiente organizzazione aziendale e da qui la possibilità che il concorrente attui e giustifichi il ribasso complessivo sulla offerta complessiva includendo quindi anche il costo della manodopera.\r\nFacciamo alcuni esempi nella consapevolezza di potere essere in parte smentiti da ulteriori interpretazioni.\r\nSe in un museo introduco delle app sarà possibile risparmiare sulle guida, basta scaricarsi dal proprio smartphone una applicazione per ricevere il supporto audio nella visita, se al posto delle biglietterie introduco una macchinetta per erogare i biglietti anche in questo caso potrò riorganizzare il servizio vantando efficienza ed innovazione.\r\nSe in una ditta di pulizie inserisco sui telefonini una app che permetta di individuare le tempistiche del servizio svolto quotidianamente al contempo potrò evitare di ricorrere a una figura aziendale predisposta al controllo dei servizi e al contempo svolgere una invasiva azione di controllo sulla forza lavoro.\r\nSono solo esempi pratici di come la tecnologia al servizio dei padroni possa sancire la sostituzione di personale riducendo al contempo il costo complessivo dell'appalto e della stessa manodopera.\r\nMa torniamo alle varie interpretazioni della norma, il primo ragionamento dovrebbe riguardare proprio l'intento del legislatore che sapendo quanto sia soggetto al ribasso il costo del lavoro negli appalti avrebbe dovuto prevedere un testo blindato e non interpretabile proprio per scongiurare tagli di ore e di personale e al contempo trovare un equo equilibrio tra tecnologia e lavoro vivo.\r\nSe invece si lascia spazio al concorrente di potere dimostrare che il ribasso dell'appalto derivi da una più efficiente organizzazione aziendale , la forza lavoro non sarà tutelata e complessivamente le stazioni appaltanti, pubbliche e private, ne ricaveranno costi minori.\r\nE' un po' quello che accade con il salario minimo, la sua introduzione viene osteggiata non solo dal Governo e dal Cnel ma anche da quello che andrebbe definito il partito unico e trasversale delle privatizzazioni. La Pa nel suo complesso vede la introduzione del salario minimo come una minaccia per i conti pubblici e per la tenuta stessa del sistema degli appalti pubblici.\r\nLa salvaguardia della efficienza dell’organizzazione aziendale secondo i dettami padronali potrebbe allora giustificare il ribasso finendo con includere nella riduzione di spesa anche i costi della manodopera.\r\nQuesta lettura secondo alcuni sarebbe invece in palese contrasto con la nozione dei costi fissi e invariabili rappresentanti dal costo della manodopera ma in questo caso anche un semplice cambio del contratto nazionale applicato nell'appalto sarebbe nefasto per determinare il costo del lavoro e in Italia non esiste una norma che vincoli l'appaltatore ad applicare un determinato CCNL. Accade in molte situazioni soprattutto se nella determinazione del costo della manodopera la stazione appaltante prende in esame un CCNL meno favorevole e alla fine a vincere la gara sarà una cooperativa e magari non una azienda. E ben conosciamo quanto basso sia il costo del lavoro in alcuni CCNL applicati dal mondo cooperativo.\r\nPoi ci sono anche altre considerazioni giuslavoriste, una tra tutte merita la nostra attenzione ove si pensa che eventuali limiti imposti al costo del lavoro negli appalti determinerebbero significative limitazioni della libertà imprenditoriali e della libera concorrenza in aperto contrasto con i dettami costituzionali.\r\nDiventa quindi determinante l'operato della stazione appaltante nel determinare i costi della manodopera e nella scrittura del bando salvo poi eventuali contestazioni con il ricorso al Tar.\r\nCi sembra del tutto evidente che una normativa poco chiara porti solo al ribasso del costo della manodopera e alla libertà dell'appaltatore di applicare i contratti a lui più favorevoli oltre a dotarsi di modelli organizzativi che potrà presentare come migliori ed efficienti rispetto a quelli adottati nel passato.\r\nAmmesso ma non concesso che la volontà del legislatore sia stata quella di prevedere una tutela rafforzata per i lavoratori, la riduzione del costo della manodopera è sempre in agguato specie se si applicano contratti previsti nella contrattazione collettiva. E qui subentrano altre considerazioni, la prima tra tutte quella di un sistema della rappresentanza e della contrattazione costruita su misura per giustificare i processi di privatizzazione e il crollo del costo del lavoro e delle retribuzioni\r\nLe scelte autonome sull’organizzazione aziendale potranno a loro volta contrarre il costo del lavoro riducendo salari già da fame negli appalti.\r\nDa una parte si dice di volere sottrarre i costi della manodopera al ribasso ma dall'altra si offrono tutte le vie di uscita necessarie per interpretare la norma a uso e consumo delle aziende e cooperative ma anche delle stazioni appaltanti che alla occorrenza beneficeranno del minor costo investendo il risparmio in altre opere utili magari in chiave elettorale.\r\nSignificativa ma non esaustiva la pronuncia del Consiglio di Stato, Sez. V, 9 giugno 2023, n. 5665 che tuttavia arriva prima della riscrittura del codice degli appalti.\r\nE' significativo Il Pronunciamento del Consiglio di Stato intervenuto per non assoggettare al ribasso i costi della forza lavoro ma al contempo, soprattutto con la riscrittura delle norme, esistono troppe interpretazioni e scappatoie che lasciano campo libero a stazioni appaltanti, pubbliche e private, e agli aggiudicatari.\r\nAd esempio il concorrente potrà sempre dimostrare come la riorganizzazione aziendale rappresenti un miglioramento e da qui procedere con la contrazione del costo del lavoro presentando una offerta al ribasso tale da includere gli stessi costi di manodopera. In tale caso sarà sufficiente salvaguardare i cosiddetti trattamenti salari minimi anche se alla fine a perderci saranno sempre e solo le lavoratrici e i lavoratori degli appalti.\r\n\r\nBuon Ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/F_m_24_10_Federico-Blogger-Pisa-su-nuova-legge-appalti.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n ","27 Ottobre 2023","2023-10-27 10:46:16","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/391678374_714896684002126_3026103693787780650_n-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 24/10/2023",1698403576,[],[],{"post_content":308},{"matched_tokens":309,"snippet":310,"value":311},[214],"partito unico e trasversale delle \u003Cmark>privatizzazioni\u003C/mark>. La Pa nel suo complesso"," \r\n\r\nIl primo approfondimento della puntata lo abbiamo fatto in compagnia di Roberta sul MEETING DELLA PIATTAFORMA TSS che si terrà A BOLOGNA, 27-29 OTTOBRE 2023\r\n\r\nAbbiamo chiesto alla nostra ospite:\r\n- Il transnational social strike quando nasce e quali sono i suoi obbiettivi e sopratutto si può partecipare/aderire\r\n- il collegamento con i lavoratori di Amazon (ed altri lavoratori) e l'internazionalismo delle lotte\r\n- il programma del MEETING annuale DELLA PIATTAFORMA TSS A BOLOGNA, 27-29 OTTOBRE 2023.\r\n- Quali azioni porta avanti il transnational social strike\r\n\r\nSe volete informazioni sulla manifestazione, trovate tutti i materiali necessari qui.\r\n\r\nBuon Ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/F_m_24_10_Roberta-presenta-TSS-e-il-relativo-meeting-a-Bologna.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Federico, curatore del BLOG delegati e lavoratori indipendenti Pisa, su un articolo pubblicato sul Quotidiano Enti locali de Il Sole 24 Ore: parliamo di un testo che analizza le nuove disposizioni del Dlgs 36/2023 (nuovo codice degli appalti) relative ai costi della manodopera negli appalti.\r\nIn particolare si fa riferimento all’articolo 41, comma 14 per il quale tanto i costi della manodopera quanto quelli per la sicurezza dovrebbero essere esclusi dall’importo assoggettato a ribasso. Ma una volta stabilito il principio si offre subito dopo una scappatoia, la classica riorganizzazione aziendale nell'appalto potrà dimostrare e giustificare il ribasso complessivo dei costi e quindi alla fine determinare anche la riduzione del costo di manodopera che poi si tradurrà in tagli di ore contrattuali e di contributi previdenziali.\r\nDa un lato si stabilisce il principio guida secondo il quale i costi del lavoro nei cambi di appalti non dovrebbero essere soggetti a ribasso ma dall'altra ci si accorge che un intervento troppo invasivo del legislatore aprirebbe la strada a innumerevoli problemi e contraddizioni. Da qui scaturiscono varie interpretazioni della norma che probabilmente è stata scritta in modo tale da poter essere in parte raggirata in nome di una migliore ed efficiente organizzazione aziendale e da qui la possibilità che il concorrente attui e giustifichi il ribasso complessivo sulla offerta complessiva includendo quindi anche il costo della manodopera.\r\nFacciamo alcuni esempi nella consapevolezza di potere essere in parte smentiti da ulteriori interpretazioni.\r\nSe in un museo introduco delle app sarà possibile risparmiare sulle guida, basta scaricarsi dal proprio smartphone una applicazione per ricevere il supporto audio nella visita, se al posto delle biglietterie introduco una macchinetta per erogare i biglietti anche in questo caso potrò riorganizzare il servizio vantando efficienza ed innovazione.\r\nSe in una ditta di pulizie inserisco sui telefonini una app che permetta di individuare le tempistiche del servizio svolto quotidianamente al contempo potrò evitare di ricorrere a una figura aziendale predisposta al controllo dei servizi e al contempo svolgere una invasiva azione di controllo sulla forza lavoro.\r\nSono solo esempi pratici di come la tecnologia al servizio dei padroni possa sancire la sostituzione di personale riducendo al contempo il costo complessivo dell'appalto e della stessa manodopera.\r\nMa torniamo alle varie interpretazioni della norma, il primo ragionamento dovrebbe riguardare proprio l'intento del legislatore che sapendo quanto sia soggetto al ribasso il costo del lavoro negli appalti avrebbe dovuto prevedere un testo blindato e non interpretabile proprio per scongiurare tagli di ore e di personale e al contempo trovare un equo equilibrio tra tecnologia e lavoro vivo.\r\nSe invece si lascia spazio al concorrente di potere dimostrare che il ribasso dell'appalto derivi da una più efficiente organizzazione aziendale , la forza lavoro non sarà tutelata e complessivamente le stazioni appaltanti, pubbliche e private, ne ricaveranno costi minori.\r\nE' un po' quello che accade con il salario minimo, la sua introduzione viene osteggiata non solo dal Governo e dal Cnel ma anche da quello che andrebbe definito il partito unico e trasversale delle \u003Cmark>privatizzazioni\u003C/mark>. La Pa nel suo complesso vede la introduzione del salario minimo come una minaccia per i conti pubblici e per la tenuta stessa del sistema degli appalti pubblici.\r\nLa salvaguardia della efficienza dell’organizzazione aziendale secondo i dettami padronali potrebbe allora giustificare il ribasso finendo con includere nella riduzione di spesa anche i costi della manodopera.\r\nQuesta lettura secondo alcuni sarebbe invece in palese contrasto con la nozione dei costi fissi e invariabili rappresentanti dal costo della manodopera ma in questo caso anche un semplice cambio del contratto nazionale applicato nell'appalto sarebbe nefasto per determinare il costo del lavoro e in Italia non esiste una norma che vincoli l'appaltatore ad applicare un determinato CCNL. Accade in molte situazioni soprattutto se nella determinazione del costo della manodopera la stazione appaltante prende in esame un CCNL meno favorevole e alla fine a vincere la gara sarà una cooperativa e magari non una azienda. E ben conosciamo quanto basso sia il costo del lavoro in alcuni CCNL applicati dal mondo cooperativo.\r\nPoi ci sono anche altre considerazioni giuslavoriste, una tra tutte merita la nostra attenzione ove si pensa che eventuali limiti imposti al costo del lavoro negli appalti determinerebbero significative limitazioni della libertà imprenditoriali e della libera concorrenza in aperto contrasto con i dettami costituzionali.\r\nDiventa quindi determinante l'operato della stazione appaltante nel determinare i costi della manodopera e nella scrittura del bando salvo poi eventuali contestazioni con il ricorso al Tar.\r\nCi sembra del tutto evidente che una normativa poco chiara porti solo al ribasso del costo della manodopera e alla libertà dell'appaltatore di applicare i contratti a lui più favorevoli oltre a dotarsi di modelli organizzativi che potrà presentare come migliori ed efficienti rispetto a quelli adottati nel passato.\r\nAmmesso ma non concesso che la volontà del legislatore sia stata quella di prevedere una tutela rafforzata per i lavoratori, la riduzione del costo della manodopera è sempre in agguato specie se si applicano contratti previsti nella contrattazione collettiva. E qui subentrano altre considerazioni, la prima tra tutte quella di un sistema della rappresentanza e della contrattazione costruita su misura per giustificare i processi di privatizzazione e il crollo del costo del lavoro e delle retribuzioni\r\nLe scelte autonome sull’organizzazione aziendale potranno a loro volta contrarre il costo del lavoro riducendo salari già da fame negli appalti.\r\nDa una parte si dice di volere sottrarre i costi della manodopera al ribasso ma dall'altra si offrono tutte le vie di uscita necessarie per interpretare la norma a uso e consumo delle aziende e cooperative ma anche delle stazioni appaltanti che alla occorrenza beneficeranno del minor costo investendo il risparmio in altre opere utili magari in chiave elettorale.\r\nSignificativa ma non esaustiva la pronuncia del Consiglio di Stato, Sez. V, 9 giugno 2023, n. 5665 che tuttavia arriva prima della riscrittura del codice degli appalti.\r\nE' significativo Il Pronunciamento del Consiglio di Stato intervenuto per non assoggettare al ribasso i costi della forza lavoro ma al contempo, soprattutto con la riscrittura delle norme, esistono troppe interpretazioni e scappatoie che lasciano campo libero a stazioni appaltanti, pubbliche e private, e agli aggiudicatari.\r\nAd esempio il concorrente potrà sempre dimostrare come la riorganizzazione aziendale rappresenti un miglioramento e da qui procedere con la contrazione del costo del lavoro presentando una offerta al ribasso tale da includere gli stessi costi di manodopera. In tale caso sarà sufficiente salvaguardare i cosiddetti trattamenti salari minimi anche se alla fine a perderci saranno sempre e solo le lavoratrici e i lavoratori degli appalti.\r\n\r\nBuon Ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/F_m_24_10_Federico-Blogger-Pisa-su-nuova-legge-appalti.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n ",[313],{"field":242,"matched_tokens":314,"snippet":310,"value":311},[214],{"best_field_score":195,"best_field_weight":245,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":41,"score":246,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":86},6637,{"collection_name":158,"first_q":27,"per_page":97,"q":27},["Reactive",319],{},["Set"],["ShallowReactive",322],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fyTQg8guLzOPDDhlNFp2WS7DeYT0po-Nnb_NiOZOJYUI":-1},true,"/search?query=prvatizzazioni"]