","Chimica e rivolta al Casal del Marmo di Roma","post",1673534581,[62,63,64,65,66],"http://radioblackout.org/tag/antipsichiatria/","http://radioblackout.org/tag/carcere-minorile/","http://radioblackout.org/tag/casal-del-marmo/","http://radioblackout.org/tag/psichiatria/","http://radioblackout.org/tag/psicofarmaci/",[17,68,69,22,24],"carcere minorile","Casal del Marmo",{"post_content":71,"tags":75},{"matched_tokens":72,"snippet":73,"value":74},[24],"causati dagli effetti collaterali degli \u003Cmark>psicofarmaci\u003C/mark>, come è successo a Isabella,","I sentieri per la francia sono pieni di scarti di buste di gaviscon. Chi esce in qualche modo da un CPR, dal carcere, o scappa da una delle tante comunità o appartamenti delle cooperative, spesso ha bruciori di stomaco lancinanti provocati dalle dosi massicce di antidepressivi che si porta dietro. Alle volte capita che a qualcuno venga un attacco epilettico mentre attraversa la frontiera. Sono gli effetti collaterali di una brusca interruzione del rivotril, ansiolitico antiepilettico anche detto “eroina dei poveri”[1], somministrato in dosi massicce in tutti i luoghi di reclusione, e spacciato fuori vicino alle stazioni. Ieri 11 Gennaio 2023 al carcere minorile Casal del Marmo di Roma è scoppiata una rivolta e sono andati a fuoco alcuni materassi perché non arrivavano gli ansiolitici della sera[2]. Non ce la facevano più e sono scoppiati, dei ragazzini di 15 anni. Come si dice quando una persona spacca tutto perché non trova una sostanza? Dipendenza, tossicità. Ma tossico è soprattutto lo stato che sceglie di creare decine di migliaia di ragazzi e ragazze dipendenti, che crea marginalità come aveva fatto con l’eroina di stato negli anni 70. Le carceri statali sono una “fabbirca di tossicodipendenza”[3]. Gli stessi medici che lavorano in carcere testimoniano la “responsabilità epidemiologica e la problematica restituzione alla società, a fine pena, di centinaia di soggetti in difficoltà nella gestione di forme di dipendenza problematiche”[4]. Allargando lo sguardo, negli ultimi anni in gran parte degli stati industrializzati, la percentuale delle persone con una diagnosi psichiatrica in cura a carico dei sistemi sanitari è sempre più risicata, mentre sale invece la percentuale di problematiche psichiatriche in persone rinchiuse in carcere. Questo può voler dire più cose: l’inefficacia dei sistemi di cura pubblici e privati da una parte, la rinnovata tensione a custodire e reprimere la follia e la sragione, il cambiamento della popolazione carceraria e delle storie personali che attraversano il carcere, l’utilizzo di diagnosi e contenzione chimica sempre più frequente e massiccio nelle galere.\r\n\r\nIl 43% dei detenuti assume sedativi o ipnotici, mentre il 20% risulta assumere regolarmente stabilizzanti dell’umore, antipsicotici o antidepressivi. Le percentuali schizzano nei cpr[5] dove per contenere il rischio suicidario dei tranquillanti minori si prescrivono insieme gli antidepressivi. Poi c’è il metadone e il subutex per chi una dipendenza già ce l’aveva quando è entrato/a. I farmaci a volte possono salvarti la pelle ma sono sempre e solo l’inizio di un percorso, nelle carceri davanti non hai niente verso cui andare, nel tempo e nello spazio. Nessun futuro in un non-luogo di una soggettività negata. La farmacologia diventa in questo contesto culturale e di rapporti di forza camicia di forza chimica e i manicomi si ricreano in carcere, un po’ come una volta le carceri si ricreavano in manicomio con gli ergastoli bianchi e le sbarre. Non è un caso dunque se i movimenti antipsichiatrici si occupano sempre più spesso di carcere[6][7], che comunque è un esperienza che accomuna gran parte della popolazione psichiatrica in carico ad altri istituti non penali: SPDC, SERT e carcere hanno le porte scorrevoli tra loro. È importante che lo facciano, che i compagni parlino di psichiatria in carcere, perché altrimenti la retorica “neomanicomiale” e la cosiddetta “emergenza psichiatrica” vengono utilizzate dai sindacati di polizia e dal DAP per ottenere trasferimenti dei detenuti, più potere nel governo delle carceri e nuove risorse per la repressione della vita privata della libertà.\r\n\r\nDa ieri, dopo questo fortuito sabotaggio dovuto a un ritardo nella consegna dei farmaci, è palese ed autoevidente a cosa serve la psichiatria in carcere: a sedare le rivolte, perchè senza pasticche o gocce le gabbie non sarebbero sostenibili per una popolazione carceraria che è cambiata, che “il carcere non lo sa fare”, che fuori non ha nessuno che aspetta, che chiede con disperazione e insistenza talvolta violenta di chiudere gli occhi almeno di notte, che senza non si dorme, di morire almeno per un attimo, il tempo che dura l’effetto dello xanax. Il dolore vivo che celano le carceri nelle loro varie forme va anestetizzato, legato, ucciso. Nessuna cura è possibile in un luogo nato per provocare dolore. Sedare, reprimere, addormentare e fare in modo che i prigionieri e le prigioniere non si suicidino. Quest’ultimo è il mandato che riesce meno e che ha sulla coscienza ha 83 suicidi nel 2022, a cui andrebbero aggiunti tutti quei decessi causati dagli effetti collaterali degli \u003Cmark>psicofarmaci\u003C/mark>, come è successo a Isabella, morta a Pozzuoli in seguito alle crisi respiratorie causate dagli \u003Cmark>psicofarmaci\u003C/mark>[8]. In breve la psichiatria serve a gestire, con gravi danni di salute, tutte quelle situazioni che sfuggono al auto-controllo e all’amministrazione della premialità e della pena individualizzata[9]. Chi non accetta il bastone e la carota non può che essere matto infondo.\r\n\r\n[1] https://www.psicoattivo.com/rivotril-nuova-sostanza-dabuso-vecchio-ansiolitico-e-antiepilettico/\r\n\r\n[2] https://ilmanifesto.it/carceri-minorili-la-rivolta-dei-farmaci\r\n\r\n[3] http://www.ristretti.it/areestudio/salute/mentale/bartolini/capitolo8.htm\r\n\r\n[4] https://www.rapportoantigone.it/diciassettesimo-rapporto-sulle-condizioni-di-detenzione/la-manica-stretta-ipotesi-di-regolazione-della-somministrazione-di-psicofarmaci-in-carcere/\r\n\r\n[5] https://radioblackout.org/podcast/nessuna-cura-del-18-01-22/\r\n\r\n[6] https://radioblackout.org/podcast/carceri-invisibili-del-20-09-22/\r\n\r\n[7] https://www.osservatoriorepressione.info/carcere-psichiatria-strumenti-controllo/\r\n\r\n[8] https://internapoli.it/isabella-morta-carcere-pozzuoli/\r\n\r\n[9] https://tamulibri.com/negozio/il-carcere-invisibile-etnografia-dei-saperi-medici-e-psichiatrici-nell-arcipelago-carcerario",[76,78,80,82,84],{"matched_tokens":77,"snippet":17},[],{"matched_tokens":79,"snippet":68},[],{"matched_tokens":81,"snippet":69},[],{"matched_tokens":83,"snippet":22},[],{"matched_tokens":85,"snippet":86},[24],"\u003Cmark>psicofarmaci\u003C/mark>",[88,91],{"field":89,"matched_tokens":90,"snippet":73,"value":74},"post_content",[24],{"field":36,"indices":92,"matched_tokens":94,"snippets":96},[93],4,[95],[24],[86],578730123365712000,{"best_field_score":99,"best_field_weight":100,"fields_matched":26,"num_tokens_dropped":48,"score":101,"tokens_matched":102,"typo_prefix_score":48},"1108091339008",13,"578730123365711978",1,{"document":104,"highlight":136,"highlights":160,"text_match":97,"text_match_info":168},{"cat_link":105,"category":107,"comment_count":48,"id":109,"is_sticky":48,"permalink":110,"post_author":111,"post_content":112,"post_date":113,"post_excerpt":54,"post_id":109,"post_modified":114,"post_thumbnail":115,"post_thumbnail_html":116,"post_title":117,"post_type":59,"sort_by_date":118,"tag_links":119,"tags":128},[106],"http://radioblackout.org/category/informazione/",[108],"L'informazione di Blackout","72435","http://radioblackout.org/2021/12/s-confini-di-genere-violenza-psichiatrica-percorsi-di-liberta/","info","Domenica pomeriggio si è tenuto “l’incontro S-confini, dialoghi sul controllo medico-psichiatrico sui corpi trans e froci”, promosso dalle rete Free(k) Pride.\r\nUn’occasione per discutere della psichiatria come disciplina di controllo e repressione sociale. La psichiatria medicalizza i comportamenti fuori norma, toglie di mezzo chi non si adatta al ruolo sociale che viene ritenuto appropriato per le diverse categorie di individui, bambin* compres*.\r\nIn passato chi non si adattava alle regole sociali veniva gettato nei manicomi, enormi discariche per umani che, pur non commettendo reati, venivano considerati estranei, folli, inadatti, sbagliati incompleti. I manicomi erano città nelle città, nelle quali venivano imprigionati e torturati con elettroshock, bagni gelati e contenzione fisica uomini, donne e bambini.\r\nLa fine dei manicomi, chiusi formalmente nel 1978 con la legge 180, non è stata né la fine della manicomialità, né l’avvio di un diverso approccio alla salute mentale. La reclusione coatta si è ridotta, sparsa sul territorio, ma non è mai venuta meno. Le gabbie chimiche imposte alle persone considerate folli fanno il paio con i repartini in cui ancora oggi le persone vengono legate ai letti, imbottite di psicofarmaci, spesso sottoposte ad elettroshock. Alcune ci muoiono.\r\nLa psichiatria, che rende ir-responsabili per legge le persone, è stata usata in passato e ancora lo è per sottomettere le persone che non si adattano al ruolo sociale che, anche in base al sesso biologico, si vorrebbe adottassero.\r\nAncora oggi le persone trans vengono obbligate a riconoscersi malate di mente, affette da disforia, per poter accedere ai farmaci e alle operazioni chirurgiche utili alla loro affermazione di genere.\r\nSe la persona trans è anche una persona piccola questo percorso ad ostacoli diventa ancora più difficile, specie se l’ambiente familiare è ostile o comunque incapace di capire.\r\nFortunatamente non è sempre così: molt* bambin* hanno la possibilità di costruire il proprio percorso di vita con l’appoggio dei propri genitori, che li seguono anche nelle difficoltà che possono incontrare a scuola o in altre relazioni sociali.\r\nTra le persone intervenute all’assemblea di domenica c’era anche Cecilia di Genderlens, un’associazione di genitori di bambin* gender creative, di giovani persone trans e alleatu.\r\nCon Cecilia abbiamo provato a capirne di più.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/12/2021-12-14-genderlens-cecilia.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","14 Dicembre 2021","2021-12-14 16:09:40","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/12/crayon-2162075_1920-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/12/crayon-2162075_1920-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/12/crayon-2162075_1920-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/12/crayon-2162075_1920-1024x683.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/12/crayon-2162075_1920-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/12/crayon-2162075_1920-1536x1024.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/12/crayon-2162075_1920.jpg 1920w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","S-confini di genere, violenza psichiatrica, percorsi di libertà",1639498180,[120,121,122,123,124,125,66,126,127],"http://radioblackout.org/tag/gender-fluid/","http://radioblackout.org/tag/genderlens/","http://radioblackout.org/tag/manicomi/","http://radioblackout.org/tag/non-binarie/","http://radioblackout.org/tag/postmanicomialita/","http://radioblackout.org/tag/psichiatria-e-controllo-sociale/","http://radioblackout.org/tag/queer/","http://radioblackout.org/tag/transfemminismo/",[129,130,131,132,133,35,24,134,135],"gender fluid","genderlens","manicomi","non binarie","postmanicomialità","queer","transfemminismo",{"post_content":137,"tags":141},{"matched_tokens":138,"snippet":139,"value":140},[24],"legate ai letti, imbottite di \u003Cmark>psicofarmaci\u003C/mark>, spesso sottoposte ad elettroshock. 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Formalmente, pur essendo strutture chiuse, le REMS non sono più carceri, perché la competenza è passata dal ministero di giustizia a quello della sanità.\r\nLa chiusura degli OPG e la nascita delle REMS non ha tuttavia reciso il legame tra psichiatria e reclusione. Anzi.\r\nI prigionieri delle REMS sono sedati chimicamente, non possono uscire, spesso sono legati ai letti.\r\nIn carcere, già prima della nascita delle REMS, sono stati aperti repartini dedicati alle persone psichiatrizzate. Veri e propri manicomi all’interno delle carceri. Come i vecchi manicomi criminali sono luoghi dove, ancor più che nei reparti “normali”, vige l’arbitrio e la violenza delle guardie. Celle buie, materassi marci, gabinetti intasati, persone incapaci di muoversi e parlare perché sedate con dosi massicce di psicofarmaci. La gabbia chimica e quella di mattoni si uniscono in questi nuovi manicomi. Il manicomio si è polverizzato in tante e diverse strutture più piccole, ma la reclusione psichiatrica resta l’orizzonte concreto per moltissime persone.\r\nOggi un detenuto su quattro è in terapia psichiatrica, nel 2020 c’erano 174 persone rinchiuse in carcere in attesa di venire imprigionate in una REMS.\r\nLa contenzione fisica, dentro e fuori dal carcere è aumentata, mentre si allunga l’elenco delle persone morte, dopo essere rimaste legate mani, piedi e spalle al letto. L’ultimo morto di cui si ha notizia è rimasto per quasi tre settimane crocefisso alla sua branda nel repartino dell’ospedale di Livorno. Due anni fa Elena Casetto, inchiodata da legacci al suo letto, morì atrocemente, bruciata viva, prima che qualcuno intervenisse. Per questa vicenda atroce sono indagati i vigili del fuoco: gli psichiatri non sono mai entrati nell’inchiesta.\r\nLa contenzione fisica, che, assieme alla gabbia chimica, è una vera forma di tortura, è stata abolita in numerosi paesi europei. In Italia solo 17 ospedali su 320 hanno deciso di buttare legacci e corde.\r\nNe abbiamo parlato con Alberto del Collettivo antipsichiatrico “Antonin Artaud” di Pisa\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/2021-11-23-carcere-manicomio-alb.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","23 Novembre 2021","2021-11-23 15:40:53","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/carcere-torino-sestante-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/carcere-torino-sestante-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/carcere-torino-sestante-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/carcere-torino-sestante-768x576.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/carcere-torino-sestante.jpg 800w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Il Sestante. 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La gabbia chimica e quella","La recente denuncia dell’associazione Antigone sulle condizioni inumane di detenzione al Sestante, il repartino psichiatrico del carcere delle Vallette, ha riaperto la questione dei manicomi criminali, poi ospedali psichiatrici giudiziari, chiusi per far posto alle REMS – residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza. Formalmente, pur essendo strutture chiuse, le REMS non sono più carceri, perché la competenza è passata dal ministero di giustizia a quello della sanità.\r\nLa chiusura degli OPG e la nascita delle REMS non ha tuttavia reciso il legame tra psichiatria e reclusione. Anzi.\r\nI prigionieri delle REMS sono sedati chimicamente, non possono uscire, spesso sono legati ai letti.\r\nIn carcere, già prima della nascita delle REMS, sono stati aperti repartini dedicati alle persone psichiatrizzate. Veri e propri manicomi all’interno delle carceri. 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In quello di Torino questa gestione è costata la vita a Fathi, Feisal e Musa.\r\n\r\nNel primo pomeriggio di venerdì scorso un gruppo di attivisti contro il CPR è entrato negli uffici dell’ASL di via San Secondo, responsabile per la sanità all’interno del Centro di corso Brunelleschi, per porre alcune domande ai responsabili, che hanno dato risposte evasive, cercando di scaricare altrove la responsabilità della mancanza di cure nelle prigioni per migranti.\r\nGli uomini e le donne che vi sono rinchiusi sono vuoti a perdere, che vanno smaltiti rapidamente, dopo essere stati rinchiusi in queste discariche sociali, uno dei tanti tasselli della macchina delle espulsioni, una frontiera in mezzo alle nostre città, estensione di quelle che in mare e sui monti fanno centinaia di morti. Uccisi dallo Stato, come Fathi, Feisal e Musa, uccisi da una linea fatta di nulla, che solo uomini in armi rendono reale.\r\n\r\nLeggiamo in un comunicato diffuso dall’assemblea contro il CPR in questi giorni:\r\n\r\n“Nel 2014 la Prefettura e l’ASL hanno stipulato dei protocolli di intesa e collaborazione, redatti secondo lo schema allegato nel Regolamento unico dei CIE (nome che avevamo fino al 2017 i CPR) che prende il nome di “Bozza d’intesa tra la Prefettura e l’ASL”.\r\nIn base a questi accordi le persone recluse accedono al Centro previa visita medica effettuata da un medico dell’ASL o dell’azienda ospedaliera competente. La visita serve ad accertare l’assenza di patologie che renderebbero incompatibile la reclusione all’interno del Centro: malattie infettive, contagiose o pericolose per la comunità, stati psichiatrici, patologie croniche o degenerative, quadri clinici che non possono ricevere le cure adeguate nei Centri stessi. Eppure, questa visita secondo le testimonianze dirette delle persone recluse non è mai stata effettuata. L’ASL non si è mai occupata delle questioni sanitarie all’interno del Centro.\r\n\r\nQuindi, (per) avere delle risposte alla domanda se la ASL si occupasse o meno delle persone recluse, nella giornata di venerdì 4 un gruppo di persone è entrato nella sede centrale della ASL “Città di Torino” in via San Secondo. Volevamo parlare con il direttore generale dell’azienda Carlo Picco, di modo tale da fermare il solito scaricabarile verso l’alto ben noto all’interno delle pubbliche amministrazioni (più in su della direzione generale non si può scaricare la responsabilità), consapevoli dell’importanza di dare un volto e un nome a chi ha delle grosse responsabilità rispetto alla situazione sanitaria del CPR. Apparentemente, il direttore non era presente in sede né era raggiungibile.\r\n\r\nAbbiamo però avuto un lungo colloquio con il direttore sanitario dell’ASL, Stefano Taraglio, al quale abbiamo posto diverse questioni che riguardano la mancanza di cure all'interno del CPR e l’assenza della visita medica iniziale che l'ASL dovrebbe effettuare per verificare eventuali incompatibilità con la detenzione. In particolare abbiamo ricordato la storia di Musa Balde, il ragazzo della Guinea morto in una cella di isolamento nella notte tra il 22 e il 23 maggio, entrato nel CPR di Torino con gravi lesioni sul corpo e un trauma facciale il giorno dopo aver subito a Ventimiglia un violento pestaggio, evidenziando la responsabilità dell'ASL che avrebbe dovuto verificare le sue condizioni di salute. Abbiamo inoltre preteso di avere notizie di Salim Hussin, il ragazzo egiziano che un paio di settimane fa per protesta si è arrampicato su una cancellata che delimita l'area del CPR dove era recluso quando all'improvviso è scivolato cadendo da circa quattro metri di altezza e sbattendo violentemente la testa. Rimasto per circa 45 minuti per terra privo di conoscenza, con un'evidente emorragia cerebrale, senza ricevere alcun soccorso da parte del personale medico nonostante le richieste di intervento, è stato poi portato via in ambulanza e da allora non se ne è più saputo nulla, nemmeno in quale ospedale sia stato ricoverato. Riguardo a quest’ultima vicenda il direttore sanitario si è rifiutato categoricamente di cercare una soluzione.\r\nPiuttosto, ha dapprima descritto questa situazione come “un’occasione propizia” al fine di rimettere in discussione gli accordi pregressi e la collaborazione con la Prefettura per quanto riguarda la sanità nel CPR, successivamente ha affermato che “che tutti i compiti che aveva l’ASL li ha sempre espletati”, e infine ha negato che l’ASL avesse mai avuto il compito di effettuare delle visite all’interno del Centro. A sua detta, quando una persona entra nel CPR “non è compito dell’ASL garantire la visita medica” ed “è in discussione il fatto che ASL “Città di Torino” la debba fare”. Anche per quanto concerne il Regolamento unico ha confessato di “doverselo andare a rivedere” dimostrando di non essere minimamente a conoscenza di quelli che sono i compiti e i doveri dell’azienda per cui lavora. L’arrampicata sugli specchi si é conclusa con il generico impegno di recepire la situazione e provare ad interpellare il direttore generale e tutti gli altri soggetti coinvolti nella gestione dell’assistenza sanitaria del CPR: Prefettura e GEPSA, l’ente che gestisce il Centro. Come a dire che quando non si può più scaricare le colpe più in alto, ci si inizia a guardare attorno e ci si nasconde e sparisce in quella opaca rete istituzionale e burocratica che finisce sempre e solo in vicoli ciechi.\r\n\r\nNon ci aspettavamo grandi risposte né ci fidiamo delle promesse del direttore. La storia pesa molto più delle parole di un burocrate. La realtà dei fatti è che il Centro di Permanenza per il Rimpatrio non è che una questione residuale, ritenuta insignificante dalla pubblica amministrazione, in particolare se si tratta delle condizioni di salute delle persone che vengono rinchiuse li dentro. Il motivo principale è che queste persone dovrebbero essere rimpatriate e fatte sparire in fretta. Che senso può avere curarle.\r\nNoi, dal canto nostro, continueremo a lottare contro questo sistema di detenzione amministrativa e contro tutti i suoi strumenti di dominio quotidiano. Sempre complici e solidali con chi lotta nei Centri di Permanenza per il Rimpatrio.”\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Andrea dell’assemblea No CPR\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/2021-06-08-asl-cpr-andrea.mp3\"][/audio]","8 Giugno 2021","2021-06-08 17:06:30","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/asl-cpr-bis-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"127\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/asl-cpr-bis-300x127.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/asl-cpr-bis-300x127.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/asl-cpr-bis-1024x434.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/asl-cpr-bis-768x326.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/asl-cpr-bis-1536x651.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/asl-cpr-bis.jpg 1585w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Cure negate al CPR: azione diretta alla ASL",1623171875,[254,255,256,257,258,259,260],"http://radioblackout.org/tag/asl/","http://radioblackout.org/tag/asl-via-san-secondo/","http://radioblackout.org/tag/cpr/","http://radioblackout.org/tag/cpr-di-corso-brunelleschi/","http://radioblackout.org/tag/gepsa/","http://radioblackout.org/tag/mua-balde/","http://radioblackout.org/tag/psicofarmaci-nel-cibo/",[262,263,15,264,265,266,267],"asl","asl via san secondo","cpr di corso brunelleschi","gepsa","mua balde","psicofarmaci nel cibo",{"post_content":269,"tags":273},{"matched_tokens":270,"snippet":271,"value":272},[24],"di cure, visite negate, sbrigative, \u003Cmark>psicofarmaci\u003C/mark> nel cibo e sonniferi a","La tutela della salute dei reclusi nei CPR non è, e mai è stata, la prima preoccupazione né di chi li gestisce, né dei governi che si sono susseguiti.\r\nMancanza di cure, visite negate, sbrigative, \u003Cmark>psicofarmaci\u003C/mark> nel cibo e sonniferi a go go sono il segno distintivo della sanità nei CPR. 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Ad oggi, a meno di due mesi dalla riapertura del centro, le rivolte dei reclusi hanno di fatto reso inagibili due terzi della struttura attualmente in uso. A seguito della prima rivolta del 30 Aprile, che ha reso inutilizzabile l'area viola, sappiamo che 7 persone sono state denunciate per danneggiamento aggravato.\r\nLa giornata di venerdì è stata animata da vari momenti di protesta in un crescendo di rabbia e insofferenza: a pranzo, i reclusi dell'area blu hanno rifiutato collettivamente il pasto fornito dalla cooperativa Sanitalia, e nel pomeriggio, un materasso è stato incendiato. Il cibo scarso, di pessima qualità e condito di psicofarmaci, unitamente all'assenza di un telefono personale, sono state le ragioni che hanno scaturito questi primi momenti di insubordinazione.\r\n\r\nLa rivolta nell'area bianca, invece, si è scatenata quando, dopo l'orario di consegna della terapia, due reclusi hanno tentato la fuga arrampicandosi sulla rete del cortile. Uno di loro, è stato velocemente raggiunto dalla guardie di finanza che lo hanno manganellato facendolo cadere per poi colpirlo violentemente lasciandolo a terra. La persona ferita è rimasta ore in attesa di soccorsi, mentre nell'area divampavano le fiamme e varie persone recluse raggiungevano il tetto. Polizia, carabinieri e guardia di finanza sono rimasti in assetto antisommossa all'esterno dell'area bianca e nel frattempo i vigili del fuoco intervenivano con l'idrante.\r\n\r\nFuori, un gruppo di persone solidali ha raggiunto il centro. Attraverso il muro che separa i reclusi dall'esterno, le fiamme erano facilmente visibili, il fumo era alto e l'odore dei lacrimogeni impregnava l'area. Il coraggio di chi era salito sul tetto ha reso semplice comunicare direttamente, così come è accaduto anche domenica, durante il presidio in solidarietà con i reclusi di Corso Brunelleschi.\r\n\r\nLa notte tra venerdì e sabato è stata lunga e gli animi non si sono placati. L'ambulanza è intervenuta sul posto solo molte ore dopo (era già passata la mezzanotte), in seguito a varie sollecitazioni. Durante tutto questo tempo, le persone sul tetto intonavano cori e canti, denunciando le condizioni terribili di reclusione all'interno dei lager di stato e la violenza della repressione.\r\n\r\nAttualmente, non si hanno notizie della persona uscita a bordo dell'ambulanza ieri notte, mentre un altro recluso dell'area bianca è stato trasportato in pronto soccorso stamattina a seguito di atti di autolesionismo.\r\n\r\nI reclusi dell'area bianca hanno passato la notte all'aperto, dormendo nel cortile sui materassi anneriti dalla fuliggine e in parte si trovano ancora lì, visto che le altre aree non sono ancora state completamente ristrutturate, a seguito delle rivolte del 2023. Sembra che i lavori siano attualmente in corso nell'area rossa. Una parte invece dei rivoltosi ha subito trasferimenti verso altri centri di detenzione della Penisola.\r\n\r\nAbbiamo chiesto a una compagna dell'assemblea torinese contro i Cpr di fare il punto della situazione dopo questa ennesima protesta all'interno del Centro di Corso Brunelleschi.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/rivolta_maggio2025.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","19 Maggio 2025","2025-05-19 12:38:38","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/IMG_1349-1024x594-1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"174\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/IMG_1349-1024x594-1-300x174.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/IMG_1349-1024x594-1-300x174.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/IMG_1349-1024x594-1-768x446.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/IMG_1349-1024x594-1.jpg 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Nuova rivolta al CPR di Torino",1747658139,[256,316,317],"http://radioblackout.org/tag/italia/","http://radioblackout.org/tag/rivolte/",[15,319,320],"italia","rivolte",{"post_content":322},{"matched_tokens":323,"snippet":324,"value":325},[24],"pessima qualità e condito di \u003Cmark>psicofarmaci\u003C/mark>, unitamente all'assenza di un telefono","Venerdì sera una potente rivolta è scoppiata nell'area bianca del CPR di Torino: le fiamme hanno divampato all'interno della struttura fino a raggiungere il tetto. 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Le cause del decesso non sono state rese note. L'uomo lavorava come bracciante in Puglia nelle campagne dove lo sfruttamento della manodopera straniera alimenta l'industria alimentare del tanto celebrato made in Italy. Aveva la busta paga e un permesso di soggiorno appena scaduto, si era recato in questura per regolarizzare la sua posizione. L'invito a presentarsi in questura era una vera e propria trappola, visto che, da lì, è stato portato nel lager di Brindisi, dove è morto. Abel, così si chiamava, lavorava come bracciante e aveva un datore di lavoro disponibile ad assumerlo. Il suo precedente avvocato era morto mentre stava depositando il ricorso dopo il diniego della Commissione territoriale alla richiesta di asilo, e così il suo permesso di soggiorno era scaduto. Come è stato possibile che un Giudice di Pace abbia convalidato il trattenimento sulla base di questi elementi? Chi ha accertato le condizioni di salute per definire idoneo il trattenimento? Che tipo di assistenza sanitaria ha ricevuto durante il periodo della detenzione? Hai mai avuto accesso ad un medico curante all’interno del CPR? Gli sono stati somministrati farmaci o psicofarmaci? Per chi conosce la realtà di abusi e arbitrarietà dei CPR è l’ennesima morte annunciata: un’altra vita stroncata dal razzismo istituzionale che si incarna nei CPR, veri e propri non-luoghi di tortura amministrativa, dove i diritti cessano di esistere e la dignità umana viene quotidianamente calpestata.\r\n\r\nIntanto nel Cpr di Torino, appena riaperto dopo che era stato reso inutilizzabile dai migranti ivi rinchiusi ormai 2 anni fa, una rivolta scoppiata tra il 30 aprile e il 1 maggio ha reso già inagibile una parte della struttura. Stando ai racconti dei residenti e solidali accorsi sul posto, dall'area \"viola\" si è alzata una lunga colonna di fumo. Un ragazzo trasferito all'ospedale è riuscito a fuggire. L'unica soluzione possibile è che questi lager vengano chiusi da dentro e con il fuoco della rivolta, come è successo nel Febbraio 2023. 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Inoltre, particolarmente ricco è il sito depriscribing, ripreso anche da una pagina sul sito dell’AUSL Emilia-Romagna che riporta alcune schede per la deprescrizione degli antipsicotici e degli ansiolitici, soprattutto per professionisti.",{"matched_tokens":624,"snippet":625,"value":625},[431],"SMETTERE GLI \u003Cmark>PSICOFARMACI\u003C/mark> del 28/11/23",[627,629,631],{"matched_tokens":628,"snippet":390,"value":390},[],{"matched_tokens":630,"snippet":86,"value":86},[24],{"matched_tokens":632,"snippet":398,"value":398},[],[634,640,642],{"field":36,"indices":635,"matched_tokens":636,"snippets":638,"values":639},[102],[637],[24],[86],[86],{"field":448,"matched_tokens":641,"snippet":625,"value":625},[431],{"field":89,"matched_tokens":643,"snippet":621,"value":622},[24],{"best_field_score":99,"best_field_weight":100,"fields_matched":19,"num_tokens_dropped":48,"score":453,"tokens_matched":102,"typo_prefix_score":48},{"document":646,"highlight":660,"highlights":675,"text_match":97,"text_match_info":686},{"comment_count":48,"id":647,"is_sticky":48,"permalink":648,"podcastfilter":649,"post_author":51,"post_content":650,"post_date":651,"post_excerpt":54,"post_id":647,"post_modified":652,"post_thumbnail":653,"post_title":654,"post_type":417,"sort_by_date":655,"tag_links":656,"tags":658},"84883","http://radioblackout.org/podcast/cosa-sono-gli-psicofarmaci-del-08-11-2023/",[369],"In questa puntata una breve guida radiofonica per conoscere gli psicofarmaci. 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