","Deficit. Il tira e molla del governo","post",1537875573,[61,62,63,64,65,66,67],"http://radioblackout.org/tag/deficit/","http://radioblackout.org/tag/di-maio/","http://radioblackout.org/tag/pareggio-in-bilancio/","http://radioblackout.org/tag/pensioni/","http://radioblackout.org/tag/quota-100/","http://radioblackout.org/tag/reddito-di-cittadinanza/","http://radioblackout.org/tag/tria/",[15,69,70,17,71,19,72],"di maio","pareggio in bilancio","quota 100","tria",{"post_content":74,"tags":80},{"matched_tokens":75,"snippet":78,"value":79},[76,77],"quota","100","saranno abbastanza soldi per finanziare \u003Cmark>quota\u003C/mark> \u003Cmark>100\u003C/mark>, il reddito di cittadinanza, la","Mettere insieme le promesse elettorali di Lega e Cinque Stelle con il pareggio in bilancio non è un’impresa facile. Da settimane va avanti il braccio di ferro tra Tria e Di Maio sul deficit.\r\nIeri notte, dopo un lungo braccio di ferro pare che il compromesso potrebbe essere – il condizionale è d’obbligo – a \u003Cmark>quota\u003C/mark> 1,90, 1,30 punti percentuali in più di quanto fissato da Tria.\r\nNonostante l’aumento del deficit non ci saranno abbastanza soldi per finanziare \u003Cmark>quota\u003C/mark> \u003Cmark>100\u003C/mark>, il reddito di cittadinanza, la flat tax.\r\nCominciano tuttavia a delinearsi meglio i termini della partita.\r\nNe abbiamo parlato con Renato Strumia.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2018 09 25 Strumia deficit",[81,83,85,87,89,92,94],{"matched_tokens":82,"snippet":15},[],{"matched_tokens":84,"snippet":69},[],{"matched_tokens":86,"snippet":70},[],{"matched_tokens":88,"snippet":17},[],{"matched_tokens":90,"snippet":91},[76,77],"\u003Cmark>quota\u003C/mark> \u003Cmark>100\u003C/mark>",{"matched_tokens":93,"snippet":19},[],{"matched_tokens":95,"snippet":72},[],[97,103],{"field":35,"indices":98,"matched_tokens":100,"snippets":102},[99],4,[101],[76,77],[91],{"field":104,"matched_tokens":105,"snippet":78,"value":79},"post_content",[76,77],1157451471441625000,{"best_field_score":108,"best_field_weight":109,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":47,"score":110,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},"2211897868544",13,"1157451471441625194",{"document":112,"highlight":138,"highlights":144,"text_match":147,"text_match_info":148},{"cat_link":113,"category":114,"comment_count":47,"id":115,"is_sticky":47,"permalink":116,"post_author":50,"post_content":117,"post_date":118,"post_excerpt":53,"post_id":115,"post_modified":119,"post_thumbnail":120,"post_thumbnail_html":121,"post_title":122,"post_type":58,"sort_by_date":123,"tag_links":124,"tags":131},[44],[46],"49150","http://radioblackout.org/2018/10/def-il-documento-fantasma/","La nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza è ancora un mistero. Dopo cinque giorni dall’annuncio dell’accordo raggiunto dal governo, il testo non è ancora disponibile. Qualcuno sospetta che il deficit sarà ben più ampio del 2,4% annunciato trionfalmente per la “finanziaria del popolo”.\r\nIl 26 settembre quando si sono affacciati da un balcone i ministri pentastellati hanno rilasciato roboanti dichiarazioni: “aboliremo la povertà”, “faremo la manovra del popolo”.\r\nIl governo aveva appena approvato la Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza in cui portava il rapporto deficit/PIL dall’1,6% al 2,4%.\r\nVediamo di che cosa si tratta.\r\nOgni anno, entro il 10 aprile, il governo deve presentare il Documento di Economia e Finanza che indica quali saranno, negli anni a venire, gli andamenti economici del paese e della finanza pubblica. Lì sono indicate le previsioni per la crescita del PIL (che è quanto produce un paese), quale sarà l’inflazione, quali i tassi d’interesse e a quanto ammonterà il deficit pubblico ossia la differenza tra le entrate e le spese dello stato.\r\nSiccome si tratta di previsioni soggette a variazioni ogni anno, entro il 27 settembre, queste previsioni vengano aggiornate in base a quello che è stato l’andamento reale dell’economia.\r\n\r\nIl governo Gentiloni aveva presentato il DEF ad aprile scorso prevedendo alcuni valori per tutti questi indicatori. Tra questi c’è quello che prevedeva, per il 2019, un rapporto deficit/PIL all’1,6%. Il consiglio dei ministri del governo Conte ha deciso che sarà del 2,4%.\r\n\r\nTanto per inquadrare la “storicità” del momento il 2,4% previsto nel 2019 va paragonato con il 2,5% che c’è stato nel 2016 e il 2,3% del 2017. Anni appena trascorsi in cui non abbiamo memoria di abbondanza e ricchezza diffusa.\r\n\r\nScopo dello spettacolo messo in scena la volontà di smarcarsi da un governo che, finora, ha avuto solo una caratterizzazione razzista e la povertà l’ha combattuta arrestando i poveri o sfrattandoli perché non potevano pagare l’affitto.\r\nUn modo un po’ abborracciato di dare una parvenza “sociale” al governo.\r\nI soldi disponibili saranno quasi sicuramente meno di quelli attesi.\r\nUna parte delle minori risorse è dovuta al fatto che il PIL sarà inferiore alle previsioni per la minor crescita del PIL reale e dell’inflazione: invece del 3,3% sarà del 2,7 %.\r\nLa grossa parte delle minori disponibilità deriva invece dal fatto che nel 2019 si spenderà di più per gli interessi del debito pubblico. Nell’ultimo anno i tassi d’interesse sono saliti di un punto e mezzo (adesso sono al 3%) mentre, nella precedente versione del DEF, ci si aspettava una diminuzione della spesa.\r\nIn più nel 2019 è attesa la fine degli acquisti di titoli di stato da parte della Banca Centrale Europea con ulteriore rialzo dello spread ed una maggiore sensibilità ai giudizi delle agenzie di rating. Per questo motivo il ministro del Tesoro ed alcuni tecnici del MEF (poi accusati sulla stampa di “remare contro”) consideravano opportuno oltre che il rispetto dei parametri di Maastricht (che prevedono un rapporto deficit/PIL inferiore al 3%), anche l’avvicinamento ai parametri previsti da fiscal compact (rapporto deficit/PIL dello 0,5%).\r\nIn ogni caso entro il 15 ottobre il governo dovrà presentare all’Unione Europea il Documento Programmatico di Bilancio e vedremo come avranno deciso di giocarsi la partita dei conti. O metteranno dei dati realistici per le varie poste e si accorgeranno che non ci sono abbastanza soldi per mantenere le promesse fatte o faranno finta di nulla, accusando i “poteri forti” di volerli boicottare.\r\nPoi faranno, nella migliore tradizione democristiana, una manovra aggiuntiva nel corso del 2019.\r\nQuale che sia la scelta propagandistica che utilizzeranno, i provvedimenti che saranno adottati nella legge di bilancio serviranno solo a far finta di aver mantenuto le promesse elettorali cambiando poco e nulla della situazione reale.\r\n\r\nL’attesa riforma delle pensioni con “quota 100” viene presentata in modo diverso a seconda dell’esponente politico intervistato. L’intenzione pubblicitaria è di porre pari a 100 la somma degli anni dei contributi versati e dell’età anagrafica per andare in pensione. Già sul numero minimo di anni di contribuzione le opinioni divergono: c’è chi dice che ci vorranno almeno 38 anni di contributi, chi dice che ne basteranno 36. Su una cosa però sono tutti d’accordo: non verranno modificati i coefficienti di trasformazione utilizzati per il calcolo della pensione effettiva. Questo significa che ci sarà una forte penalizzazione per chi andrà in pensione prima dei 67 anni.\r\nTanto per capirci, lo stipendio su cui si calcola la pensione non è quello realmente percepito: vanno escluse una serie di indennità, i turni, le reperibilità, gli straordinari, le gratifiche, i buoni mensa, ecc. per cui, anche se uno avesse diritto ad una pensione pari al 100% dello stipendio prenderebbe comunque dei soldi in meno (pochi o tanti dipendono dal tipo di lavoro).\r\n\r\nChi va in pensione adesso, a 67 anni con 40 anni di contributi (“quota 107”), grosso modo prende come pensione il 74% dello stipendio depurato dalle poste dette sopra. Chi andrà in pensione con “quota 100” prenderà circa il 60% dello stipendio (cioè, tutto compreso, il 50% dello stipendio che prende ogni mese). E, per disincentivare ulteriormente, vogliono introdurre anche delle ulteriori penalizzazioni per chi andrà in pensione prima dei 67 anni. Salvo casi particolari (lavoratori che hanno iniziato da giovani ed hanno lavorato 40 anni senza interruzioni) è evidente che alla maggior parte delle persone converrà continuare a lavorare per altri 3/4 anni per avere una pensione che non sia pari alla metà dell’ultimo stipendio. C’è anche da verificare cosa succederà a chi fa un lavoro “usurante” (come gli ex-esposti all’amianto) che già oggi vanno in pensione prima e che potrebbero essere coinvolti nella nuova disciplina rimanendo penalizzati.\r\nÈ ancora più inconsistente il “reddito di cittadinanza” proposto dai 5 stelle. In campagna elettorale era stato presentato come un reddito mensile che avrebbe percepito chiunque cercasse un lavoro senza trovarlo. Nelle versioni successive era destinato ai 9 milioni e 368 mila poveri “relativi”. Poi è diventato appannaggio solo dei 5 milioni e 58 mila poveri “assoluti”. Poi solo dei 3 milioni e mezzo di poveri assoluti “italiani”: infatti, indipendentemente dalla propaganda leghista sulla “pacchia” in cui vivono gli immigrati, in Italia un milione e mezzo di immigrati vive in condizione di povertà assoluta. Il fatto, poi, di perderlo dopo tre lavori rifiutati fa pensare che verranno fatte proposte di lavoro senza tener conto delle capacità personali o della residenza degli individui: verosimilmente verranno offerti lavori precari, dequalificati e sottopagati in regioni diverse per ottenere dei rifiuti e diminuire la platea degli aventi diritto.\r\nDato il quotidiano stillicidio degli annunci, dovremo necessariamente aspettare i prossimi mesi per vedere i requisiti effettivi per ottenere il reddito di cittadinanza: per adesso non c’è nulla, tranne il razzismo di cui ammantano questo nulla.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con l’economista Francesco Fricche\r\nAscolta la diretta:\r\n2018 10 02 def fricche\r\n\r\nAggiornamento al 9 ottobre\r\n\r\nVenerdì scorso ad una settimana esatta dall’annuncio della “Finanziaria del popolo” il governo ha fatto davvero uscire il testo della Nota di aggiornamento al Def.\r\nNe abbiamo riparlato con Francesco Fricche\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n2018 10 09 def franc","9 Ottobre 2018","2018-10-10 21:47:20","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/10/pensioni-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/10/pensioni-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/10/pensioni-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/10/pensioni-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/10/pensioni-1024x682.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/10/pensioni.jpg 1280w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","DEF. Il documento fantasma... è arrivato. Aggiornamento",1539090398,[125,126,61,127,64,128,129,66,130],"http://radioblackout.org/tag/5-stelle/","http://radioblackout.org/tag/def/","http://radioblackout.org/tag/finanziaria-del-popolo/","http://radioblackout.org/tag/pil/","http://radioblackout.org/tag/razzismo/","http://radioblackout.org/tag/spread/",[132,133,15,134,17,135,136,19,137],"5 stelle","Def","finanziaria del popolo","pil","razzismo","spread",{"post_content":139},{"matched_tokens":140,"snippet":142,"value":143},[76,141],"100”","L’attesa riforma delle pensioni con “\u003Cmark>quota\u003C/mark> \u003Cmark>100”\u003C/mark> viene presentata in modo diverso","La nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza è ancora un mistero. Dopo cinque giorni dall’annuncio dell’accordo raggiunto dal governo, il testo non è ancora disponibile. Qualcuno sospetta che il deficit sarà ben più ampio del 2,4% annunciato trionfalmente per la “finanziaria del popolo”.\r\nIl 26 settembre quando si sono affacciati da un balcone i ministri pentastellati hanno rilasciato roboanti dichiarazioni: “aboliremo la povertà”, “faremo la manovra del popolo”.\r\nIl governo aveva appena approvato la Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza in cui portava il rapporto deficit/PIL dall’1,6% al 2,4%.\r\nVediamo di che cosa si tratta.\r\nOgni anno, entro il 10 aprile, il governo deve presentare il Documento di Economia e Finanza che indica quali saranno, negli anni a venire, gli andamenti economici del paese e della finanza pubblica. Lì sono indicate le previsioni per la crescita del PIL (che è quanto produce un paese), quale sarà l’inflazione, quali i tassi d’interesse e a quanto ammonterà il deficit pubblico ossia la differenza tra le entrate e le spese dello stato.\r\nSiccome si tratta di previsioni soggette a variazioni ogni anno, entro il 27 settembre, queste previsioni vengano aggiornate in base a quello che è stato l’andamento reale dell’economia.\r\n\r\nIl governo Gentiloni aveva presentato il DEF ad aprile scorso prevedendo alcuni valori per tutti questi indicatori. Tra questi c’è quello che prevedeva, per il 2019, un rapporto deficit/PIL all’1,6%. Il consiglio dei ministri del governo Conte ha deciso che sarà del 2,4%.\r\n\r\nTanto per inquadrare la “storicità” del momento il 2,4% previsto nel 2019 va paragonato con il 2,5% che c’è stato nel 2016 e il 2,3% del 2017. Anni appena trascorsi in cui non abbiamo memoria di abbondanza e ricchezza diffusa.\r\n\r\nScopo dello spettacolo messo in scena la volontà di smarcarsi da un governo che, finora, ha avuto solo una caratterizzazione razzista e la povertà l’ha combattuta arrestando i poveri o sfrattandoli perché non potevano pagare l’affitto.\r\nUn modo un po’ abborracciato di dare una parvenza “sociale” al governo.\r\nI soldi disponibili saranno quasi sicuramente meno di quelli attesi.\r\nUna parte delle minori risorse è dovuta al fatto che il PIL sarà inferiore alle previsioni per la minor crescita del PIL reale e dell’inflazione: invece del 3,3% sarà del 2,7 %.\r\nLa grossa parte delle minori disponibilità deriva invece dal fatto che nel 2019 si spenderà di più per gli interessi del debito pubblico. Nell’ultimo anno i tassi d’interesse sono saliti di un punto e mezzo (adesso sono al 3%) mentre, nella precedente versione del DEF, ci si aspettava una diminuzione della spesa.\r\nIn più nel 2019 è attesa la fine degli acquisti di titoli di stato da parte della Banca Centrale Europea con ulteriore rialzo dello spread ed una maggiore sensibilità ai giudizi delle agenzie di rating. Per questo motivo il ministro del Tesoro ed alcuni tecnici del MEF (poi accusati sulla stampa di “remare contro”) consideravano opportuno oltre che il rispetto dei parametri di Maastricht (che prevedono un rapporto deficit/PIL inferiore al 3%), anche l’avvicinamento ai parametri previsti da fiscal compact (rapporto deficit/PIL dello 0,5%).\r\nIn ogni caso entro il 15 ottobre il governo dovrà presentare all’Unione Europea il Documento Programmatico di Bilancio e vedremo come avranno deciso di giocarsi la partita dei conti. O metteranno dei dati realistici per le varie poste e si accorgeranno che non ci sono abbastanza soldi per mantenere le promesse fatte o faranno finta di nulla, accusando i “poteri forti” di volerli boicottare.\r\nPoi faranno, nella migliore tradizione democristiana, una manovra aggiuntiva nel corso del 2019.\r\nQuale che sia la scelta propagandistica che utilizzeranno, i provvedimenti che saranno adottati nella legge di bilancio serviranno solo a far finta di aver mantenuto le promesse elettorali cambiando poco e nulla della situazione reale.\r\n\r\nL’attesa riforma delle pensioni con “\u003Cmark>quota\u003C/mark> \u003Cmark>100”\u003C/mark> viene presentata in modo diverso a seconda dell’esponente politico intervistato. L’intenzione pubblicitaria è di porre pari a \u003Cmark>100\u003C/mark> la somma degli anni dei contributi versati e dell’età anagrafica per andare in pensione. Già sul numero minimo di anni di contribuzione le opinioni divergono: c’è chi dice che ci vorranno almeno 38 anni di contributi, chi dice che ne basteranno 36. Su una cosa però sono tutti d’accordo: non verranno modificati i coefficienti di trasformazione utilizzati per il calcolo della pensione effettiva. Questo significa che ci sarà una forte penalizzazione per chi andrà in pensione prima dei 67 anni.\r\nTanto per capirci, lo stipendio su cui si calcola la pensione non è quello realmente percepito: vanno escluse una serie di indennità, i turni, le reperibilità, gli straordinari, le gratifiche, i buoni mensa, ecc. per cui, anche se uno avesse diritto ad una pensione pari al \u003Cmark>100\u003C/mark>% dello stipendio prenderebbe comunque dei soldi in meno (pochi o tanti dipendono dal tipo di lavoro).\r\n\r\nChi va in pensione adesso, a 67 anni con 40 anni di contributi (“\u003Cmark>quota\u003C/mark> 107”), grosso modo prende come pensione il 74% dello stipendio depurato dalle poste dette sopra. Chi andrà in pensione con “\u003Cmark>quota\u003C/mark> \u003Cmark>100”\u003C/mark> prenderà circa il 60% dello stipendio (cioè, tutto compreso, il 50% dello stipendio che prende ogni mese). E, per disincentivare ulteriormente, vogliono introdurre anche delle ulteriori penalizzazioni per chi andrà in pensione prima dei 67 anni. Salvo casi particolari (lavoratori che hanno iniziato da giovani ed hanno lavorato 40 anni senza interruzioni) è evidente che alla maggior parte delle persone converrà continuare a lavorare per altri 3/4 anni per avere una pensione che non sia pari alla metà dell’ultimo stipendio. C’è anche da verificare cosa succederà a chi fa un lavoro “usurante” (come gli ex-esposti all’amianto) che già oggi vanno in pensione prima e che potrebbero essere coinvolti nella nuova disciplina rimanendo penalizzati.\r\nÈ ancora più inconsistente il “reddito di cittadinanza” proposto dai 5 stelle. In campagna elettorale era stato presentato come un reddito mensile che avrebbe percepito chiunque cercasse un lavoro senza trovarlo. Nelle versioni successive era destinato ai 9 milioni e 368 mila poveri “relativi”. Poi è diventato appannaggio solo dei 5 milioni e 58 mila poveri “assoluti”. Poi solo dei 3 milioni e mezzo di poveri assoluti “italiani”: infatti, indipendentemente dalla propaganda leghista sulla “pacchia” in cui vivono gli immigrati, in Italia un milione e mezzo di immigrati vive in condizione di povertà assoluta. Il fatto, poi, di perderlo dopo tre lavori rifiutati fa pensare che verranno fatte proposte di lavoro senza tener conto delle capacità personali o della residenza degli individui: verosimilmente verranno offerti lavori precari, dequalificati e sottopagati in regioni diverse per ottenere dei rifiuti e diminuire la platea degli aventi diritto.\r\nDato il quotidiano stillicidio degli annunci, dovremo necessariamente aspettare i prossimi mesi per vedere i requisiti effettivi per ottenere il reddito di cittadinanza: per adesso non c’è nulla, tranne il razzismo di cui ammantano questo nulla.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con l’economista Francesco Fricche\r\nAscolta la diretta:\r\n2018 10 02 def fricche\r\n\r\nAggiornamento al 9 ottobre\r\n\r\nVenerdì scorso ad una settimana esatta dall’annuncio della “Finanziaria del popolo” il governo ha fatto davvero uscire il testo della Nota di aggiornamento al Def.\r\nNe abbiamo riparlato con Francesco Fricche\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n2018 10 09 def franc",[145],{"field":104,"matched_tokens":146,"snippet":142,"value":143},[76,141],1157451471441100800,{"best_field_score":149,"best_field_weight":150,"fields_matched":21,"num_tokens_dropped":47,"score":151,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},"2211897868288",14,"1157451471441100913",{"document":153,"highlight":176,"highlights":181,"text_match":184,"text_match_info":185},{"cat_link":154,"category":155,"comment_count":47,"id":156,"is_sticky":47,"permalink":157,"post_author":50,"post_content":158,"post_date":159,"post_excerpt":53,"post_id":156,"post_modified":160,"post_thumbnail":161,"post_thumbnail_html":162,"post_title":163,"post_type":58,"sort_by_date":164,"tag_links":165,"tags":172},[44],[46],"33424","http://radioblackout.org/2016/01/produrre-rifiuti-da-smaltire-o-recuperarli-riciclando/","Giusto alla vigilia di Natale, quando l'attenzione è ridotta, IREN ha annunciato la riduzione della raccolta differenziata a Torino con la sostituzione di un impianto di differenziazione a freddo di dimensioni imponenti – anche per investimenti –, aumentando così anche il pattume generico, evidenziando il reale interesse dietro all'annuncio: continuare e incrementare gli affari con l'inceneritore. Un non ancora ben descritto sistema dovrebbe permettere il riconoscimento dei rifiuti (si conosce soltanto il costo: 50 milioni); nei racconti fumosi di Profumo, ex rettore del Poli, ex ministro – sempre in quota poteri forti locali – e ora presidente di Iren, si prevedono altri impianti, potenziamenti e conferimenti inferiori al termovalorizzatore – che dunque dovrebbe ridimensionarsi? improbabile – con altri 100 milioni di stanziamenti.\r\n\r\nQuello che dall'intervento qui riportato con Claudio Cavallari, risulta inquietante è il ridimensionamento del porta-a-porta, riconosciuto come il più efficace, per esempio nel sistema Cartesio; ma i dubbi sono anche sul processo della plastica, ma soprattutto gli annunci sono a tal punto generici e degli impianti a livello scientifico non si è ancora in possesso di specifiche su cui ragionare; senza contare il potenziamento della discarica Wastend di Chivasso, un'altra nocività intollerabile, mentre è dimostrato da Vercelli (o, se si vuole, San Francisco) che, cancellando gli interessi imposti dalla presenza di inceneritori, è possibile passare da 28% a più di 70% di raccolta differenziata... ma queste e tante altre informazioni, queste e tante altre contraddizioni, ci sono state fornite da questa chiacchierata con Claudio di Pro Natura\r\n\r\n \r\n\r\n2016.01.07-iren\r\n\r\n ","8 Gennaio 2016","2016-01-15 13:20:50","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/01/iren.jpg","\u003Cimg width=\"98\" height=\"74\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/01/iren.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","Produrre rifiuti da smaltire, o recuperarli riciclando?",1452242165,[166,167,168,169,170,171],"http://radioblackout.org/tag/chivasso/","http://radioblackout.org/tag/discariche/","http://radioblackout.org/tag/inceneritori/","http://radioblackout.org/tag/iren/","http://radioblackout.org/tag/rifiuti/","http://radioblackout.org/tag/trattamento-meccanico-biologico/",[24,173,174,175,22,34],"discariche","inceneritori","Iren",{"post_content":177},{"matched_tokens":178,"snippet":179,"value":180},[76],"del Poli, ex ministro – sempre in \u003Cmark>quota\u003C/mark> poteri forti locali – e ora","Giusto alla vigilia di Natale, quando l'attenzione è ridotta, IREN ha annunciato la riduzione della raccolta differenziata a Torino con la sostituzione di un impianto di differenziazione a freddo di dimensioni imponenti – anche per investimenti –, aumentando così anche il pattume generico, evidenziando il reale interesse dietro all'annuncio: continuare e incrementare gli affari con l'inceneritore. Un non ancora ben descritto sistema dovrebbe permettere il riconoscimento dei rifiuti (si conosce soltanto il costo: 50 milioni); nei racconti fumosi di Profumo, ex rettore del Poli, ex ministro – sempre in \u003Cmark>quota\u003C/mark> poteri forti locali – e ora presidente di Iren, si prevedono altri impianti, potenziamenti e conferimenti inferiori al termovalorizzatore – che dunque dovrebbe ridimensionarsi? improbabile – con altri \u003Cmark>100\u003C/mark> milioni di stanziamenti.\r\n\r\nQuello che dall'intervento qui riportato con Claudio Cavallari, risulta inquietante è il ridimensionamento del porta-a-porta, riconosciuto come il più efficace, per esempio nel sistema Cartesio; ma i dubbi sono anche sul processo della plastica, ma soprattutto gli annunci sono a tal punto generici e degli impianti a livello scientifico non si è ancora in possesso di specifiche su cui ragionare; senza contare il potenziamento della discarica Wastend di Chivasso, un'altra nocività intollerabile, mentre è dimostrato da Vercelli (o, se si vuole, San Francisco) che, cancellando gli interessi imposti dalla presenza di inceneritori, è possibile passare da 28% a più di 70% di raccolta differenziata... ma queste e tante altre informazioni, queste e tante altre contraddizioni, ci sono state fornite da questa chiacchierata con Claudio di Pro Natura\r\n\r\n \r\n\r\n2016.01.07-iren\r\n\r\n ",[182],{"field":104,"matched_tokens":183,"snippet":179,"value":180},[76],1155199671761633300,{"best_field_score":186,"best_field_weight":150,"fields_matched":21,"num_tokens_dropped":47,"score":187,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},"1112386306048","1155199671761633393",{"document":189,"highlight":211,"highlights":216,"text_match":184,"text_match_info":219},{"cat_link":190,"category":191,"comment_count":47,"id":192,"is_sticky":47,"permalink":193,"post_author":50,"post_content":194,"post_date":195,"post_excerpt":53,"post_id":192,"post_modified":196,"post_thumbnail":197,"post_thumbnail_html":198,"post_title":199,"post_type":58,"sort_by_date":200,"tag_links":201,"tags":207},[44],[46],"31887","http://radioblackout.org/2015/10/che-cosa-nasconde-lo-scandalo-volkswagen/","Qualche settimana fa i titoli dei Tg, i portali di informazione on-line e le prime pagine dei quotidiani aprivano con la grande notizia della scoperta statunitense dell truffa operata dalla Volkswagen ai danni di centinaia di migliaia (forse milioni) di clienti sul suolo statunitense cui sarebbe stato venduto un motore diesel molto più inquinante dell'annunciato e delle regole che ne permettono la vendita. L'America si scopre infine ecologista (mentre Obama inizia le trivellazioni in Alaska) .\r\nI più accorti han subito sospettato che sotto sotto ci fosse qualcosa di ben più consistente, visto che il target dello scandalo annunciato (scoperta dell'acqua calda per la magguiornaza degli addetti ai lavori) era una delle più grandi produttrici di auto al mondo. Parlare dello scandalo Volkswagen vuol allora dire parlare della guerra commerciale in atto (e forse qualcosa di più) in atto tra stati Uniti e l'Europa a guida tedesca.\r\nNe abbiamo parlato con Sandro Moiso autore di numerosi articoli (qui una raccolta) sul portale Carmilla online e che recentemente si è soffermato su questa vicenda (vedi infra)\r\n\r\nmoiso_wolkswagen\r\nVae Victis Germania / 2: Car Wars\r\ndi Sandro Moiso (http://www.carmillaonline.com)\r\n\r\nQuando l’unica nazione occidentale a non aver ratificato il protocollo di Kyoto sul riscaldamento ambientale denuncia con tanta veemenza i danni per la salute e l’ambiente derivanti dal mancato (e truffaldino) rispetto dei regolamenti USA sull’emissione di gas da parte dei veicoli circolanti c’è da porsi più di una domanda. Si sta parlando, evidentemente, dell’enorme tegola caduta sulla testa di una delle più importanti industrie automobilistiche mondiali, la Volkswagen, dopo la scoperta del raffinatissimo trucco messo in atto da quella azienda per beffare i controlli sugli scarichi delle auto diesel negli Stati Uniti e in Europa.\r\nLo scandalo si è rapidamente propagato nei paesi dell’Unione Europea e tocca, attualmente, la bellezza di 11 milioni di veicoli circolanti. La ditta tedesca ha reagito sostituendo l’AD e scaricando le colpe su un ristretto gruppo (“un piccolo gruppo” come è stato definito) di responsabili tecnici ed amministrativi, mentre Angela Merkel, per allontanare da sé e dal proprio governo qualsiasi ombra di sospetto o connivenza, ha promesso un’inchiesta rigorosa .\r\nFilm già visti ed ampiamente prevedibili, soprattutto da parte di chi sa che i motori che ci vengono presentati, quasi quotidianamente, come innovativi, non inquinanti e a basso consumo non sono altro che una continua riproduzione del vecchio motore a scoppio messo a punto, sul finire dell’Ottocento tra il 1876 e il 1892, da tre tecnici tedeschi (guarda caso la continuità): Otto, Benz e Diesel. Motori che sono cambiati da allora ben poco, mantenendo quasi intatte le loro caratteristiche di alto spreco energetico, elevati consumi, scarso rendimento ed elevate capacità di inquinamento.\r\nCiò che è cambiato fra gli anni ’80 del XIX secolo ed oggi, migliorando rendimento e prestazioni degli autoveicoli, sono le linee aerodinamiche, l’alleggerimento dei materiali e delle strutture portanti, freni, sospensioni e, conseguente, tenuta su strada. Il resto affonda le sue radici negli albori del mezzo di trasporto meno conveniente (e più diffuso) che sia mai stato messo a punto dalla tecnica umana. Si tratta di autentiche carrette, i cui attuali ed “evolutissimi” software non servono ad altro che a truccare i dati e a rendere schiavi dei concessionari gli acquirenti.\r\nQuesto ci può far immaginare che ciò che viene attualmente denunciato a carico della Volkswagen e di altre sue consociate (Audi e Skoda) potrebbe tranquillamente ricadere sulle spalle dell’intero comparto automobilistico mondiale (così come le paurose discese in borsa dei titoli automobilistici, anche non tedeschi, e il rifiuto inglese di varare nuovi tipi di controllo sui motori diesel farebbero pensare)1. Allora, perché tutto questo baccano? Tutte queste “pelose” denunce?\r\nForse il “green capitalism” ha deciso di puntare su un rinnovamento, su scala mondiale, del parco macchine destinato alle classi medio/alte? Forse che i prototipi attualmente circolanti e, guarda caso spesso di origine teutonica, di auto ibride (in a carburanti, in parte elettriche) diverranno il trend dominante nella produzione automobilistica planetaria, così come anche i cinesi cominciano a promettere? O si tratta, più prosaicamente ancora, di qualcosa d’altro?\r\n“Follow the money!” è la formula che funziona sempre e particolarmente in questo caso.\r\nNel 2014 a livello globale sono state prodotti 89,75 milioni di veicoli, il 2,6% in più rispetto al 2013. Di questi, 67,53 milioni erano automobili. La produzione di veicoli a motore nell’ultimo decennio è cresciuta del 34%. Ma, nel 2014, le vendite sono state inferiori alla produzione: sia complessiva (88,16 milioni) sia delle sole auto (64,96 milioni, comunque sempre quasi due milioni in più rispetto all’anno precedente).\r\nLa Cina si è confermata come il primo produttore al mondo a quota 19,9 milioni, mentre l’Asia da sola vale oltre la metà della produzione con più di 39 milioni di auto. Il Giappone supera gli 8,27 milioni, la Corea del Sud i 4,12, l’India i 3,16, l’Indonesia il milione e l’Iran, con un balzo del 46,8%, arriva a 926.000.2 La Germania è il terzo produttore globale dopo Cina e Giappone e naturalmente di gran lunga il primo del Vecchio Continente con 5,6 milioni di autoveicoli.\r\nL’Italia, con 401.317 vetture, è ormai tra i piccoli produttori. Sfornano più auto non solo Regno Unito e Francia, ma anche nazioni come Repubblica Ceca (trascinata dalla crescita di Skoda, altra industria indagata poiché appartenente al gruppo Volkswagen), Slovacchia, Polonia e Belgio. Mentre negli Stati Uniti la produzione copre appena il 55% della domanda, cioè 4,2 milioni a fronte di quasi 7,7 milioni di immatricolazioni. E a tutto ciò va aggiunto che nello stesso anno Toyota (10.230.000 veicoli venduti) è risultata essere al primo posto nella classifica delle vendite, mentre il gruppo Volkswagen (10.140.000) si è aggiudicato il secondo posto.\r\nVogliamo allora parlare di guerra, più ancora che di concorrenza commerciale ed industriale, su scala planetaria? “Guerra” perché, soprattutto nel caso della Germania, attaccare frontalmente, come si è fatto in questi giorni sui mercati e sui media internazionali, un settore fondamentale dell’industria tedesca significa non solo “fare concorrenza” ad un avversario commerciale, ma cercare di ridimensionare il ruolo politico ed economico della Germania in Europa e nel mondo. Il PIL della prima economia industriale d’Europa è il quarto al mondo dopo USA, Cina e Giappone e, nel 2011, l’export tedesco equivaleva al 50% dello stesso e al 7,7% dell’intero export mondiale.\r\nPotenza economica, industriale e scientifica troppo forte e grande per i suoi confini geografici e troppo piccola per il mondo, la Germania si trova ancora una volta a fare i conti con un potenziale produttivo ed economico (il suo) che spaventa, intimorisce ed incanaglisce i suoi più diretti concorrenti in Europa e su scala planetaria. Ai tempi del primo conflitto mondiale la produzione siderurgica tedesca superava quella di Francia e Gran Bretagna messe insieme, oggi quella dell’auto (prodotto di punta, ci piaccia o meno, dell’industria mondiale) domina la produzione occidentale di autoveicoli.\r\nChiusa tra le grandi pianure centro-europee ed asiatiche ad Oriente, il Mar Baltico e del Nord, le Alpi a sud e l’area renana ad ovest, sembra sempre costituire una sorta di nuovo Heartland3 europeo, sempre alla ricerca di espansione politica ed economica, sempre alla ricerca di un mai sopito lebensraum, di cui le esportazioni restano l’anima, la motivazione e il motore che la spingono a superare i propri limiti geografici, economici e politici.\r\nIn quest’area, compresa grosso modo tra l’asse renano ad ovest (il territorio industriale che si sviluppa dalle Alpi svizzere fino al porto di Rotterdam) e l’asse padano a sud (la pianura padana nella sua interezza), vi era all’inizio degli anni ’90 del XX secolo, una delle più grandi concentrazioni di aree urbane e di investimenti capitalistici del mondo. Si fa riferimento agli anni ’90 poiché in quel momento avviene la riunificazione della Germani dell’Ovest con la Germania dell’Est (ottobre 1990) che spingerà, da un lato, verso un maggiore accentramento in chiave tedesca del capitalismo europeo e, dall’altro, ad un risorgere della conflittualità e dello scontro militare sul territorio europeo (le guerre balcaniche che avranno inizio nella primavera-estate del 1991).\r\nLe sei regioni urbane di Londra, Parigi, Anversa-Bruxelles, Ramstadt-Holland, Colonia-Ruhr e Milano costituivano allora i vertici dell’organizzazione territoriale europea con 51 milioni di abitanti e una estensione di 53.000 chilometri quadrati (quasi 1000 abitanti per kmq). Il resto di quell’area forte era costituito da un tessuto connettivo di metropoli minori, regioni di industria diffusa, zone di agricoltura intensiva e zone turistiche con 135 milioni di abitanti.\r\nNelle regioni urbane d’Europa si arrivava ad una concentrazione, dal punto di vista della densità economica,4 di 21 milioni e 200mila dollari per chilometro quadrato, mentre nelle regioni di area a forte tessuto connettivo (meno densamente popolate) si arrivava a 3 milioni e 200mila dollari per kmq. In quello stesso periodo nell’area corrispondente degli Stati Uniti 5 si arrivava nelle grandi regioni urbane ad una densità economica media di 11 milioni e 600mila dollari per kmq e nelle aree forti a tessuto connettivo a 1 milione e 700mila dollari, sempre per kmq.\r\nIn quegli stessi anni l’Europa si classificava al primo posto per la ricchezza prodotta con una media di 6818 miliardi di dollari annui contro i 5900 del Nord America e i 4136 dell’Asia Orientale. Nello stesso tempo l’Europa rappresentava il massimo polo commerciale con ii 28% delle esportazioni mondiali, contro il 20% dell’Area del Pacifico (Giappone, Asia del Sud-Est e Australia) e il 15,5% del Nord America.6\r\nOra, anche se la crisi degli ultimi anni e lo sviluppo cinese hanno fatto sì che rimanessero molti “morti” sul campo di battaglia e che una parte di quel “tesoro” andasse al macero,7 certo è che ci si trovava e, probabilmente, ci si trova tutt’ora, dal punto di vista della ricchezza concentrata, in uno dei cuori del capitalismo mondiale. L’unica area che all’epoca superava la densità economica europea era quella di Tokio-Osaka, dove si arrivava a 39 milioni per chilometro quadrato. Ma questa è un area molto più ridotta, un po’ come se per gli Stati Uniti si prendesse in considerazione la sola New York dove la densità raggiungeva, sempre all’epoca, i 100 milioni di dollari per kmq. Mentre l’attuale “crisi” cinese dimostra, forse, che l’Area del Pacifico o i Brics non sono ancora riusciti a sostituire l’Europa nella capacità di assorbimento delle merci.\r\nUna certa parte di quella ricchezza, negli ultimi 7 – 8 anni è sicuramente transitata di mano e, in particolare, in Europa una parte è passata dalle mani dei privati cittadini alle banche attraverso le politiche di taglio e riduzione della spesa pubblica e del debito oppure grazie all’esplodere dell’autentica bolla speculativa rappresentata dal mercato (gonfiato precedentemente a dismisura) immobiliare, ma certo decidere chi debba organizzare, ristrutturare e re-indirizzare quella ricchezza non è mai stata, tanto meno ora, cosa da poco. Soprattutto, come affermo da tempo proprio qui su Carmilla,8 nella competizione tra imperialismi finanziari e non.\r\nDovrebbe risultare chiaro quindi, anche al lettore distratto, che lo scontro in atto da tempo in Europa riguarda proprio due differenti concezioni dell’utilizzo del capitale della manodopera, unite soltanto dalla comune volontà di soffocare e ridurre al silenzio qualsiasi tentativo di migliorare o anche solo salvaguardare i diritti dei lavoratori e le loro rappresentanze politiche o sindacali (ammesso e non concesso che esistano ancora) oppure di recuperare violentemente i risparmi di milioni di cittadini non “adeguatamente” messi a profitto.\r\nDue modalità cui si è accennato già nella prima puntata di questa serie di articoli: una più disinibita, per così dire, e più avvoltoiesca nel colpire, spostare, re-indirizzare e reinvestire anche con grandi rischi i capitali presenti nelle banche, nelle tasche dei cittadini oppure investiti precedentemente nella spesa pubblica e nello Stato sociale, per affrettare i tempi di rotazione degli stessi cercando di passare sempre meno attraverso l’investimento industriale diretto. Il modello finanziario anglo-americano per intenderci.\r\nL’altra, più ferrea e determinata nel sua volontà di controllo, ma più “vecchia” nella forma (la sostanza non cambia poiché si tratta di incrementare convenientemente il capitale investito o riutilizzato) che attraverso il controllo delle banche, del mercato del lavoro e delle leggi che lo regolamentano e della spesa pubblica cerca di rilanciare costantemente la produzione e il consumo delle merci, impadronendosi di aziende,9 occupando spazi di mercato e, talvolta, giocando sui prestiti come strumento per incrementare le esportazioni verso paesi “debitori”.\r\nE questo potrebbe spiegare anche la diversità di strategie tra Germania e Fondo Monetario Internazionale, per esempio nei confronti della Grecia: mentre il secondo gioca essnzialmente sul debito pubblico e sui titoli pubblici come fonte di rendita-capestro di carattere finaziario e può transigere su un allungamento dei tempi di rientro dei prestiti (semplificando: più a lungo i debitori pagano gli interessi sul prestito, anche se bassi , meglio è), la prima tende a voler recuperare un prestito che se non è utilizzato per finanziare produzione e commercio è ai suoi occhi sostanzialmente inutile e pernicioso.\r\nDa qui lo scontro con Draghi della Banca centrale tedesco e l’autoritarismo di Wolfang Schäuble, il Ministro delle finanze di questo secondo governo Merkel. Ma da qui anche l’attacco alle esportazioni tedesche, vera anima del capitalismo prussiano, attraverso l’attacco al gruppo Volkswagen. Di cui si è fatto simbolicamente protagonista anche Papa Francesco attraverso l’uso, tutt’altro che umile e dimesso, di una 500L prodotta dal gruppo Fiat – Chrysler, durante il recente viaggio negli Stati Uniti. Quel FCA Group che sembra essere un po’ il capofila dell’attacco alla Germania, mentre la crisi dei trattati di Maastricht, dell’euro e dell’Unione Europea stanno aprendo le porte a nuovi conflitti su chi debba comandare in questa parte del mondo.\r\nNOTE\r\n\r\n\r\n\t\r\nSi veda a tal proposito l’articolo comparso su Repubblica in data 29 settembre 2015 ”http://www.repubblica.it/economia/2015/09/29/news/european_federation_for_transport_and_environment_aisbl-123861973/?ref=HRER1-1″\r\n\r\n\t\r\nDati tratti da Mattia Eccheli, Produzione auto 2014, il nuovo record. Ecco come cambia il mappamondo industriale, il Fatto Quotidiano 15 aprile 2015\r\n\r\n\t\r\nSi veda la prima puntata di Vae Victis Germania, Sulla loro pelle, Carmillaonline del 16 settembre 2015\r\n\r\n\t\r\nIl gradiente di intensità economica mette in relazione il reddito pro-capite per abitante con la densità di popolazione di una certa area e le aree non sono costituite da “nazioni”, ma da regioni particolari di un continente o di un singolo stato. Possiamo così andare da meno di 100 dollari per kmq nelle regioni più povere o meno popolate (1 abitante per kmq) fino a più di 100 milioni di dollari per kmq nelle grandi regioni urbane egemoni\r\n\r\n\t\r\nCosta Atlantica, Valle dell’Ohio, Grandi Laghi e Florida: il 13% del territori statunitense sul quale si addensava il 58% della popolazione ei 2/3 delle attività industriali e terziarie\r\n\r\n\t\r\nTutti i dati economico-geografici fin qui esposti sono stati tratti o dedotti, nel corso di ricerche condotte negli anni ’90, dalle opere di Roberto Mainardi, allora docente di Geografia umana presso la Facoltà di Lettere dell’Università Statale di Milano e Geografia economica all’Istituto per la formazione al giornalismo della Regione Lombardia: L’Europa germanica. Una prospettiva geopolitica, La Nuova Italia Scientifica 1992; Geografia regionale, La Nuova Italia Scientifica 1994; Geografia generale, la Nuova Italia Scientifica 1995; L’Italia delle regioni. Il Nord e la Padania, Bruno Mondadori 1998\r\n\r\n\t\r\nCome ben dimostrano le ”macerie“ ambientali, ideologiche, architettoniche ed industriali di una larga parte della Pianura Padana, così come è ben documentato nel magnifico Atlante dei classici padani di Filippo Minelli e Emanuele Galesi, Krisis Publishing, Brescia 2015 ( di prossima recensione su Carmillaonline)\r\n\r\n\t\r\nAd esempio in Bollicine, Carmillaonline del 21 novembre 2011\r\n\r\n\t\r\nNon è certo un caso che sia stato proprio il capitale tedesco ad impadronirsi di una parte significativa di “gioielli” dismessi dell’industria italiana. Non a caso dal 2010 a oggi il 55% delle circa 50 operazioni “Germania su Italia” ha riguardato il settore industriale.","14 Ottobre 2015","2015-10-16 12:03:05","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/10/papa-car-wars-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"256\" height=\"183\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/10/papa-car-wars.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","Che cosa nasconde lo scandalo Volkswagen?",1444867113,[202,203,204,205,206],"http://radioblackout.org/tag/crisi/","http://radioblackout.org/tag/germania/","http://radioblackout.org/tag/guerra-commerciale/","http://radioblackout.org/tag/stati-uniti/","http://radioblackout.org/tag/volkswagen/",[208,209,32,210,28],"crisi","germania","Stati Uniti",{"post_content":212},{"matched_tokens":213,"snippet":214,"value":215},[76],"primo produttore al mondo a \u003Cmark>quota\u003C/mark> 19,9 milioni, mentre l’Asia da","Qualche settimana fa i titoli dei Tg, i portali di informazione on-line e le prime pagine dei quotidiani aprivano con la grande notizia della scoperta statunitense dell truffa operata dalla Volkswagen ai danni di centinaia di migliaia (forse milioni) di clienti sul suolo statunitense cui sarebbe stato venduto un motore diesel molto più inquinante dell'annunciato e delle regole che ne permettono la vendita. L'America si scopre infine ecologista (mentre Obama inizia le trivellazioni in Alaska) .\r\nI più accorti han subito sospettato che sotto sotto ci fosse qualcosa di ben più consistente, visto che il target dello scandalo annunciato (scoperta dell'acqua calda per la magguiornaza degli addetti ai lavori) era una delle più grandi produttrici di auto al mondo. Parlare dello scandalo Volkswagen vuol allora dire parlare della guerra commerciale in atto (e forse qualcosa di più) in atto tra stati Uniti e l'Europa a guida tedesca.\r\nNe abbiamo parlato con Sandro Moiso autore di numerosi articoli (qui una raccolta) sul portale Carmilla online e che recentemente si è soffermato su questa vicenda (vedi infra)\r\n\r\nmoiso_wolkswagen\r\nVae Victis Germania / 2: Car Wars\r\ndi Sandro Moiso (http://www.carmillaonline.com)\r\n\r\nQuando l’unica nazione occidentale a non aver ratificato il protocollo di Kyoto sul riscaldamento ambientale denuncia con tanta veemenza i danni per la salute e l’ambiente derivanti dal mancato (e truffaldino) rispetto dei regolamenti USA sull’emissione di gas da parte dei veicoli circolanti c’è da porsi più di una domanda. Si sta parlando, evidentemente, dell’enorme tegola caduta sulla testa di una delle più importanti industrie automobilistiche mondiali, la Volkswagen, dopo la scoperta del raffinatissimo trucco messo in atto da quella azienda per beffare i controlli sugli scarichi delle auto diesel negli Stati Uniti e in Europa.\r\nLo scandalo si è rapidamente propagato nei paesi dell’Unione Europea e tocca, attualmente, la bellezza di 11 milioni di veicoli circolanti. La ditta tedesca ha reagito sostituendo l’AD e scaricando le colpe su un ristretto gruppo (“un piccolo gruppo” come è stato definito) di responsabili tecnici ed amministrativi, mentre Angela Merkel, per allontanare da sé e dal proprio governo qualsiasi ombra di sospetto o connivenza, ha promesso un’inchiesta rigorosa .\r\nFilm già visti ed ampiamente prevedibili, soprattutto da parte di chi sa che i motori che ci vengono presentati, quasi quotidianamente, come innovativi, non inquinanti e a basso consumo non sono altro che una continua riproduzione del vecchio motore a scoppio messo a punto, sul finire dell’Ottocento tra il 1876 e il 1892, da tre tecnici tedeschi (guarda caso la continuità): Otto, Benz e Diesel. Motori che sono cambiati da allora ben poco, mantenendo quasi intatte le loro caratteristiche di alto spreco energetico, elevati consumi, scarso rendimento ed elevate capacità di inquinamento.\r\nCiò che è cambiato fra gli anni ’80 del XIX secolo ed oggi, migliorando rendimento e prestazioni degli autoveicoli, sono le linee aerodinamiche, l’alleggerimento dei materiali e delle strutture portanti, freni, sospensioni e, conseguente, tenuta su strada. Il resto affonda le sue radici negli albori del mezzo di trasporto meno conveniente (e più diffuso) che sia mai stato messo a punto dalla tecnica umana. Si tratta di autentiche carrette, i cui attuali ed “evolutissimi” software non servono ad altro che a truccare i dati e a rendere schiavi dei concessionari gli acquirenti.\r\nQuesto ci può far immaginare che ciò che viene attualmente denunciato a carico della Volkswagen e di altre sue consociate (Audi e Skoda) potrebbe tranquillamente ricadere sulle spalle dell’intero comparto automobilistico mondiale (così come le paurose discese in borsa dei titoli automobilistici, anche non tedeschi, e il rifiuto inglese di varare nuovi tipi di controllo sui motori diesel farebbero pensare)1. Allora, perché tutto questo baccano? Tutte queste “pelose” denunce?\r\nForse il “green capitalism” ha deciso di puntare su un rinnovamento, su scala mondiale, del parco macchine destinato alle classi medio/alte? Forse che i prototipi attualmente circolanti e, guarda caso spesso di origine teutonica, di auto ibride (in a carburanti, in parte elettriche) diverranno il trend dominante nella produzione automobilistica planetaria, così come anche i cinesi cominciano a promettere? O si tratta, più prosaicamente ancora, di qualcosa d’altro?\r\n“Follow the money!” è la formula che funziona sempre e particolarmente in questo caso.\r\nNel 2014 a livello globale sono state prodotti 89,75 milioni di veicoli, il 2,6% in più rispetto al 2013. Di questi, 67,53 milioni erano automobili. La produzione di veicoli a motore nell’ultimo decennio è cresciuta del 34%. Ma, nel 2014, le vendite sono state inferiori alla produzione: sia complessiva (88,16 milioni) sia delle sole auto (64,96 milioni, comunque sempre quasi due milioni in più rispetto all’anno precedente).\r\nLa Cina si è confermata come il primo produttore al mondo a \u003Cmark>quota\u003C/mark> 19,9 milioni, mentre l’Asia da sola vale oltre la metà della produzione con più di 39 milioni di auto. Il Giappone supera gli 8,27 milioni, la Corea del Sud i 4,12, l’India i 3,16, l’Indonesia il milione e l’Iran, con un balzo del 46,8%, arriva a 926.000.2 La Germania è il terzo produttore globale dopo Cina e Giappone e naturalmente di gran lunga il primo del Vecchio Continente con 5,6 milioni di autoveicoli.\r\nL’Italia, con 401.317 vetture, è ormai tra i piccoli produttori. Sfornano più auto non solo Regno Unito e Francia, ma anche nazioni come Repubblica Ceca (trascinata dalla crescita di Skoda, altra industria indagata poiché appartenente al gruppo Volkswagen), Slovacchia, Polonia e Belgio. Mentre negli Stati Uniti la produzione copre appena il 55% della domanda, cioè 4,2 milioni a fronte di quasi 7,7 milioni di immatricolazioni. E a tutto ciò va aggiunto che nello stesso anno Toyota (10.230.000 veicoli venduti) è risultata essere al primo posto nella classifica delle vendite, mentre il gruppo Volkswagen (10.140.000) si è aggiudicato il secondo posto.\r\nVogliamo allora parlare di guerra, più ancora che di concorrenza commerciale ed industriale, su scala planetaria? “Guerra” perché, soprattutto nel caso della Germania, attaccare frontalmente, come si è fatto in questi giorni sui mercati e sui media internazionali, un settore fondamentale dell’industria tedesca significa non solo “fare concorrenza” ad un avversario commerciale, ma cercare di ridimensionare il ruolo politico ed economico della Germania in Europa e nel mondo. Il PIL della prima economia industriale d’Europa è il quarto al mondo dopo USA, Cina e Giappone e, nel 2011, l’export tedesco equivaleva al 50% dello stesso e al 7,7% dell’intero export mondiale.\r\nPotenza economica, industriale e scientifica troppo forte e grande per i suoi confini geografici e troppo piccola per il mondo, la Germania si trova ancora una volta a fare i conti con un potenziale produttivo ed economico (il suo) che spaventa, intimorisce ed incanaglisce i suoi più diretti concorrenti in Europa e su scala planetaria. Ai tempi del primo conflitto mondiale la produzione siderurgica tedesca superava quella di Francia e Gran Bretagna messe insieme, oggi quella dell’auto (prodotto di punta, ci piaccia o meno, dell’industria mondiale) domina la produzione occidentale di autoveicoli.\r\nChiusa tra le grandi pianure centro-europee ed asiatiche ad Oriente, il Mar Baltico e del Nord, le Alpi a sud e l’area renana ad ovest, sembra sempre costituire una sorta di nuovo Heartland3 europeo, sempre alla ricerca di espansione politica ed economica, sempre alla ricerca di un mai sopito lebensraum, di cui le esportazioni restano l’anima, la motivazione e il motore che la spingono a superare i propri limiti geografici, economici e politici.\r\nIn quest’area, compresa grosso modo tra l’asse renano ad ovest (il territorio industriale che si sviluppa dalle Alpi svizzere fino al porto di Rotterdam) e l’asse padano a sud (la pianura padana nella sua interezza), vi era all’inizio degli anni ’90 del XX secolo, una delle più grandi concentrazioni di aree urbane e di investimenti capitalistici del mondo. Si fa riferimento agli anni ’90 poiché in quel momento avviene la riunificazione della Germani dell’Ovest con la Germania dell’Est (ottobre 1990) che spingerà, da un lato, verso un maggiore accentramento in chiave tedesca del capitalismo europeo e, dall’altro, ad un risorgere della conflittualità e dello scontro militare sul territorio europeo (le guerre balcaniche che avranno inizio nella primavera-estate del 1991).\r\nLe sei regioni urbane di Londra, Parigi, Anversa-Bruxelles, Ramstadt-Holland, Colonia-Ruhr e Milano costituivano allora i vertici dell’organizzazione territoriale europea con 51 milioni di abitanti e una estensione di 53.000 chilometri quadrati (quasi \u003Cmark>100\u003C/mark>0 abitanti per kmq). Il resto di quell’area forte era costituito da un tessuto connettivo di metropoli minori, regioni di industria diffusa, zone di agricoltura intensiva e zone turistiche con 135 milioni di abitanti.\r\nNelle regioni urbane d’Europa si arrivava ad una concentrazione, dal punto di vista della densità economica,4 di 21 milioni e 200mila dollari per chilometro quadrato, mentre nelle regioni di area a forte tessuto connettivo (meno densamente popolate) si arrivava a 3 milioni e 200mila dollari per kmq. In quello stesso periodo nell’area corrispondente degli Stati Uniti 5 si arrivava nelle grandi regioni urbane ad una densità economica media di 11 milioni e 600mila dollari per kmq e nelle aree forti a tessuto connettivo a 1 milione e 700mila dollari, sempre per kmq.\r\nIn quegli stessi anni l’Europa si classificava al primo posto per la ricchezza prodotta con una media di 6818 miliardi di dollari annui contro i 5900 del Nord America e i 4136 dell’Asia Orientale. Nello stesso tempo l’Europa rappresentava il massimo polo commerciale con ii 28% delle esportazioni mondiali, contro il 20% dell’Area del Pacifico (Giappone, Asia del Sud-Est e Australia) e il 15,5% del Nord America.6\r\nOra, anche se la crisi degli ultimi anni e lo sviluppo cinese hanno fatto sì che rimanessero molti “morti” sul campo di battaglia e che una parte di quel “tesoro” andasse al macero,7 certo è che ci si trovava e, probabilmente, ci si trova tutt’ora, dal punto di vista della ricchezza concentrata, in uno dei cuori del capitalismo mondiale. L’unica area che all’epoca superava la densità economica europea era quella di Tokio-Osaka, dove si arrivava a 39 milioni per chilometro quadrato. Ma questa è un area molto più ridotta, un po’ come se per gli Stati Uniti si prendesse in considerazione la sola New York dove la densità raggiungeva, sempre all’epoca, i \u003Cmark>100\u003C/mark> milioni di dollari per kmq. Mentre l’attuale “crisi” cinese dimostra, forse, che l’Area del Pacifico o i Brics non sono ancora riusciti a sostituire l’Europa nella capacità di assorbimento delle merci.\r\nUna certa parte di quella ricchezza, negli ultimi 7 – 8 anni è sicuramente transitata di mano e, in particolare, in Europa una parte è passata dalle mani dei privati cittadini alle banche attraverso le politiche di taglio e riduzione della spesa pubblica e del debito oppure grazie all’esplodere dell’autentica bolla speculativa rappresentata dal mercato (gonfiato precedentemente a dismisura) immobiliare, ma certo decidere chi debba organizzare, ristrutturare e re-indirizzare quella ricchezza non è mai stata, tanto meno ora, cosa da poco. Soprattutto, come affermo da tempo proprio qui su Carmilla,8 nella competizione tra imperialismi finanziari e non.\r\nDovrebbe risultare chiaro quindi, anche al lettore distratto, che lo scontro in atto da tempo in Europa riguarda proprio due differenti concezioni dell’utilizzo del capitale della manodopera, unite soltanto dalla comune volontà di soffocare e ridurre al silenzio qualsiasi tentativo di migliorare o anche solo salvaguardare i diritti dei lavoratori e le loro rappresentanze politiche o sindacali (ammesso e non concesso che esistano ancora) oppure di recuperare violentemente i risparmi di milioni di cittadini non “adeguatamente” messi a profitto.\r\nDue modalità cui si è accennato già nella prima puntata di questa serie di articoli: una più disinibita, per così dire, e più avvoltoiesca nel colpire, spostare, re-indirizzare e reinvestire anche con grandi rischi i capitali presenti nelle banche, nelle tasche dei cittadini oppure investiti precedentemente nella spesa pubblica e nello Stato sociale, per affrettare i tempi di rotazione degli stessi cercando di passare sempre meno attraverso l’investimento industriale diretto. Il modello finanziario anglo-americano per intenderci.\r\nL’altra, più ferrea e determinata nel sua volontà di controllo, ma più “vecchia” nella forma (la sostanza non cambia poiché si tratta di incrementare convenientemente il capitale investito o riutilizzato) che attraverso il controllo delle banche, del mercato del lavoro e delle leggi che lo regolamentano e della spesa pubblica cerca di rilanciare costantemente la produzione e il consumo delle merci, impadronendosi di aziende,9 occupando spazi di mercato e, talvolta, giocando sui prestiti come strumento per incrementare le esportazioni verso paesi “debitori”.\r\nE questo potrebbe spiegare anche la diversità di strategie tra Germania e Fondo Monetario Internazionale, per esempio nei confronti della Grecia: mentre il secondo gioca essnzialmente sul debito pubblico e sui titoli pubblici come fonte di rendita-capestro di carattere finaziario e può transigere su un allungamento dei tempi di rientro dei prestiti (semplificando: più a lungo i debitori pagano gli interessi sul prestito, anche se bassi , meglio è), la prima tende a voler recuperare un prestito che se non è utilizzato per finanziare produzione e commercio è ai suoi occhi sostanzialmente inutile e pernicioso.\r\nDa qui lo scontro con Draghi della Banca centrale tedesco e l’autoritarismo di Wolfang Schäuble, il Ministro delle finanze di questo secondo governo Merkel. Ma da qui anche l’attacco alle esportazioni tedesche, vera anima del capitalismo prussiano, attraverso l’attacco al gruppo Volkswagen. Di cui si è fatto simbolicamente protagonista anche Papa Francesco attraverso l’uso, tutt’altro che umile e dimesso, di una 500L prodotta dal gruppo Fiat – Chrysler, durante il recente viaggio negli Stati Uniti. Quel FCA Group che sembra essere un po’ il capofila dell’attacco alla Germania, mentre la crisi dei trattati di Maastricht, dell’euro e dell’Unione Europea stanno aprendo le porte a nuovi conflitti su chi debba comandare in questa parte del mondo.\r\nNOTE\r\n\r\n\r\n\t\r\nSi veda a tal proposito l’articolo comparso su Repubblica in data 29 settembre 2015 ”http://www.repubblica.it/economia/2015/09/29/news/european_federation_for_transport_and_environment_aisbl-123861973/?ref=HRER1-1″\r\n\r\n\t\r\nDati tratti da Mattia Eccheli, Produzione auto 2014, il nuovo record. Ecco come cambia il mappamondo industriale, il Fatto Quotidiano 15 aprile 2015\r\n\r\n\t\r\nSi veda la prima puntata di Vae Victis Germania, Sulla loro pelle, Carmillaonline del 16 settembre 2015\r\n\r\n\t\r\nIl gradiente di intensità economica mette in relazione il reddito pro-capite per abitante con la densità di popolazione di una certa area e le aree non sono costituite da “nazioni”, ma da regioni particolari di un continente o di un singolo stato. Possiamo così andare da meno di \u003Cmark>100\u003C/mark> dollari per kmq nelle regioni più povere o meno popolate (1 abitante per kmq) fino a più di \u003Cmark>100\u003C/mark> milioni di dollari per kmq nelle grandi regioni urbane egemoni\r\n\r\n\t\r\nCosta Atlantica, Valle dell’Ohio, Grandi Laghi e Florida: il 13% del territori statunitense sul quale si addensava il 58% della popolazione ei 2/3 delle attività industriali e terziarie\r\n\r\n\t\r\nTutti i dati economico-geografici fin qui esposti sono stati tratti o dedotti, nel corso di ricerche condotte negli anni ’90, dalle opere di Roberto Mainardi, allora docente di Geografia umana presso la Facoltà di Lettere dell’Università Statale di Milano e Geografia economica all’Istituto per la formazione al giornalismo della Regione Lombardia: L’Europa germanica. Una prospettiva geopolitica, La Nuova Italia Scientifica 1992; Geografia regionale, La Nuova Italia Scientifica 1994; Geografia generale, la Nuova Italia Scientifica 1995; L’Italia delle regioni. Il Nord e la Padania, Bruno Mondadori 1998\r\n\r\n\t\r\nCome ben dimostrano le ”macerie“ ambientali, ideologiche, architettoniche ed industriali di una larga parte della Pianura Padana, così come è ben documentato nel magnifico Atlante dei classici padani di Filippo Minelli e Emanuele Galesi, Krisis Publishing, Brescia 2015 ( di prossima recensione su Carmillaonline)\r\n\r\n\t\r\nAd esempio in Bollicine, Carmillaonline del 21 novembre 2011\r\n\r\n\t\r\nNon è certo un caso che sia stato proprio il capitale tedesco ad impadronirsi di una parte significativa di “gioielli” dismessi dell’industria italiana. Non a caso dal 2010 a oggi il 55% delle circa 50 operazioni “Germania su Italia” ha riguardato il settore industriale.",[217],{"field":104,"matched_tokens":218,"snippet":214,"value":215},[76],{"best_field_score":186,"best_field_weight":150,"fields_matched":21,"num_tokens_dropped":47,"score":187,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},{"document":221,"highlight":243,"highlights":249,"text_match":252,"text_match_info":253},{"cat_link":222,"category":223,"comment_count":47,"id":224,"is_sticky":47,"permalink":225,"post_author":50,"post_content":226,"post_date":227,"post_excerpt":53,"post_id":224,"post_modified":228,"post_thumbnail":229,"post_thumbnail_html":230,"post_title":231,"post_type":58,"sort_by_date":232,"tag_links":233,"tags":239},[44],[46],"34393","http://radioblackout.org/2016/03/garanzia-giovani-iper-lavoro-e-mancati-pagamenti/","\"Andavo a lavoro in macchina quindi dovevo pagare la benzina, ho fatto anche volantinaggio nel parcheggio del centro commerciale perché lo chiedeva il mio capo\". \"Lavoro con Garanzia giovani da 3 mesi, aspetto 1.000 euro ma non vedo ancora niente, intanto pago i mezzi pubblici per andare in ufficio\". \"Mi hanno presa come barista, in realtà faccio la donna delle pulizie\". \"Lavoro da cinque mesi e sto ancora aspettando il primo stipendio\". \"Mi hanno offerto un tirocinio formativo: pulire i tavoli e friggere le patatine\".\r\nQueste sono solo alcune delle centinaie di testimonianze raccolte dal portale rassegna.it (prima e seconda parte) sull'esperienza formativo-lavorativa di \"Garanzia giovani\", declinazione italiana del piano europeo di Youth Guarantee, programma di avviamento al lavoro per ragazzi e ragazze tra 15 e 29 anni. Se il contratto europeo è già di per sé una truffa - 35 ore di lavoro settimanali in cambio di 140 euro al mese - l'applicazione che se ne è fatta nel nostro paese riserva oltre al danno, la beffa. Nella maggioranza dei casi, si tratta di lavori di mera esecuzione, di orari arbitrariamente prolungati e di ritardi o mancati pagamenti.\r\nL'inchiesta ha scoperachiato un vaso di pandora, rivelando in fondo la condizione quotidiana e ordinaria di una vasta quota di forza-lavoro giovanile. Che si tratti di \"garanzia giovani \" o di voucher, il lavoro stagizzato, non-pagato, a chiamata tende sempre più a diventare la norma, nascosta dietro la retorica della formazione e del \"prendere quello che c'è\".\r\nPiù in profondità, la vicenda mostra una volta di più, quanto con l'automazione e macchinizzazione del lavoro, il lavoro socialmente necessario diminuisca in proporzione e l'offerta di lavoro si riduca a impieghi di bassissima esecuzione.\r\n\r\nAscolta l'intervista con Emanuele Di Nicola, redattore di rassegna.it\r\n\r\ninchiesta_garanzia_giovani_9_marzo16","9 Marzo 2016","2016-03-11 12:18:51","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/03/index-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"166\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/03/index-300x166.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/03/index-300x166.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/03/index-200x110.jpeg 200w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/03/index.jpeg 301w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","\"Garanzia giovani\": iper-lavoro e mancati pagamenti",1457541687,[234,235,236,237,238],"http://radioblackout.org/tag/garanzia-giovani/","http://radioblackout.org/tag/inchiesta/","http://radioblackout.org/tag/italia/","http://radioblackout.org/tag/lavoro/","http://radioblackout.org/tag/precarieta/",[30,26,240,241,242],"italia","lavoro","precarietà",{"post_content":244},{"matched_tokens":245,"snippet":247,"value":248},[246],"1.00","giovani da 3 mesi, aspetto \u003Cmark>1.00\u003C/mark>0 euro ma non vedo ancora","\"Andavo a lavoro in macchina quindi dovevo pagare la benzina, ho fatto anche volantinaggio nel parcheggio del centro commerciale perché lo chiedeva il mio capo\". \"Lavoro con Garanzia giovani da 3 mesi, aspetto \u003Cmark>1.00\u003C/mark>0 euro ma non vedo ancora niente, intanto pago i mezzi pubblici per andare in ufficio\". \"Mi hanno presa come barista, in realtà faccio la donna delle pulizie\". \"Lavoro da cinque mesi e sto ancora aspettando il primo stipendio\". \"Mi hanno offerto un tirocinio formativo: pulire i tavoli e friggere le patatine\".\r\nQueste sono solo alcune delle centinaie di testimonianze raccolte dal portale rassegna.it (prima e seconda parte) sull'esperienza formativo-lavorativa di \"Garanzia giovani\", declinazione italiana del piano europeo di Youth Guarantee, programma di avviamento al lavoro per ragazzi e ragazze tra 15 e 29 anni. Se il contratto europeo è già di per sé una truffa - 35 ore di lavoro settimanali in cambio di 140 euro al mese - l'applicazione che se ne è fatta nel nostro paese riserva oltre al danno, la beffa. Nella maggioranza dei casi, si tratta di lavori di mera esecuzione, di orari arbitrariamente prolungati e di ritardi o mancati pagamenti.\r\nL'inchiesta ha scoperachiato un vaso di pandora, rivelando in fondo la condizione quotidiana e ordinaria di una vasta \u003Cmark>quota\u003C/mark> di forza-lavoro giovanile. Che si tratti di \"garanzia giovani \" o di voucher, il lavoro stagizzato, non-pagato, a chiamata tende sempre più a diventare la norma, nascosta dietro la retorica della formazione e del \"prendere quello che c'è\".\r\nPiù in profondità, la vicenda mostra una volta di più, quanto con l'automazione e macchinizzazione del lavoro, il lavoro socialmente necessario diminuisca in proporzione e l'offerta di lavoro si riduca a impieghi di bassissima esecuzione.\r\n\r\nAscolta l'intervista con Emanuele Di Nicola, redattore di rassegna.it\r\n\r\ninchiesta_garanzia_giovani_9_marzo16",[250],{"field":104,"matched_tokens":251,"snippet":247,"value":248},[246],1155199637401895000,{"best_field_score":254,"best_field_weight":150,"fields_matched":21,"num_tokens_dropped":47,"score":255,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":21},"1112369528832","1155199637401895025",6646,{"collection_name":58,"first_q":71,"per_page":258,"q":71},6,8,{"facet_counts":261,"found":297,"hits":298,"out_of":437,"page":21,"request_params":438,"search_cutoff":36,"search_time_ms":259},[262,273],{"counts":263,"field_name":270,"sampled":36,"stats":271},[264,266,268],{"count":109,"highlighted":265,"value":265},"anarres",{"count":21,"highlighted":267,"value":267},"frittura mista",{"count":21,"highlighted":269,"value":269},"Voci dall'antropocene","podcastfilter",{"total_values":272},3,{"counts":274,"field_name":35,"sampled":36,"stats":295},[275,277,279,281,283,285,287,289,291,293],{"count":14,"highlighted":276,"value":276},"torino",{"count":14,"highlighted":278,"value":278},"femminismo",{"count":21,"highlighted":280,"value":280},"wild cat",{"count":21,"highlighted":282,"value":282},"periferie",{"count":21,"highlighted":284,"value":284},"25 aprile",{"count":21,"highlighted":286,"value":286},"pistole fumanti",{"count":21,"highlighted":288,"value":288},"voci antropocene",{"count":21,"highlighted":290,"value":290},"anticlericalismo",{"count":21,"highlighted":292,"value":292},"anarres antimilitarismo",{"count":21,"highlighted":294,"value":294},"anarres anarcofemminismo",{"total_values":296},16,15,[299,322,345,368,391,413],{"document":300,"highlight":313,"highlights":318,"text_match":147,"text_match_info":321},{"comment_count":47,"id":301,"is_sticky":47,"permalink":302,"podcastfilter":303,"post_author":265,"post_content":304,"post_date":305,"post_excerpt":53,"post_id":301,"post_modified":306,"post_thumbnail":307,"post_title":308,"post_type":309,"sort_by_date":310,"tag_links":311,"tags":312},"54044","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-10-maggio-fiera-del-libro-il-dito-e-la-luna-lega-e-casa-pound-berneri-un-anarchico-anomalo-la-paura-come-cifra-del-presente-identita-erranti-il-primitivista-e-il-prete-intro-al-30/",[265],"Come ogni venerdì abbiamo fatto fatto il nostro viaggio settimanale su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/2019-05-10-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, appuntamenti:\r\nFiera del Libro. Ossia il dito e la luna, considerazioni inattuali su cultura, merce, antifascismo\r\nLa Lega e Casa Pound\r\n\r\nCamillo Berneri. Un anarchico anomalo: il 5 maggio del 1937 veniva assassinato dagli stalinisti a Barcellona, dove era accorso in sostegno alla rivoluzione anarchica\r\n\r\nPrimitivismo. La paura come cifra del presente. Il satana tecnologico e l'onnipotenza del capitale\r\n\r\nIdentità erranti, il primitivista e il prete\r\n\r\nIl 30° congresso della Federazione Anarchica. Documenti e riflessioni: prima puntata\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 11 maggio\r\nore 10\r\nal mercato di Porta Palazzo\r\npunto info\r\nsu pacchetto sicurezza e leggi truffa “quota 100 e reddito di cittadinanza”\r\n\r\nSabato 18 maggio\r\nore 16 piazza Carlo Felice\r\nUna libertà senza confini\r\nLa violenza sulle donne è un fatto politico. Portiamo in piazza una libertà che non chiede tutele, ma si arma della forza del mutuo appoggio e dell’azione diretta\r\npunto info, giochi antisessisti, mostra e tanto altro…\r\nWild C.A.T – Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\n\r\nVenerdì 24 maggio\r\nore 21\r\nalla FAT in corso Palermo 46\r\nGeografie della rivoluzione sociale\r\nlo spazio non è un luogo neutro: le mappe tracciate sulla carta, sono la rappresentazione a colori e righe di un dominio che si incide nei corpi e nelle vite di tutti. Lo spazio del dominio e lo spazio di libertà emergono nella loro irriducibile differenza grazie alla geografia sociale.\r\nFederico Ferretti, docente di geografia all’università di Dublino, ci aiuterà a comprendere la narrazione spaziale sulle periferie del mondo e le migrazioni in un intreccio tra sociologia ed antropologia. Con uno sguardo ai geografi anarchici.\r\n\r\nDomenica 26 maggio\r\nNon votare fai festa!\r\nPic Nic autogestito ai Giardini IrReali\r\n\r\nOgni giorno in giro per la città…\r\nSalta il Tornello!\r\nAppendino fa la guerra ai poveri. Il biglietto di tram, bus e metro aumenta, diminuiscono le corse, aumentano i controlli.\r\nI nuovi tornelli che stanno montando sui mezzi lasciano a piedi tanta gente che non ce la fa a campare la vita tra disoccupazione, pensioni da fame, precarietà e lavoro nero.\r\nÈ la città a 5Stelle, che attua riqualificazioni escludenti, caccia i senza casa, i senza reddito, i senza documenti ai margini della metropoli.\r\nBus e tram devono essere gratuiti per tutti. I soldi ci sono: li hanno i ricchi che vivono sulle spalle dei poveri, i padroni che sfruttano il nostro lavoro.\r\nRiprendiamoci la città, costruiamo esperienze di autogestione, cacciamo padroni e governanti, creiamo assemblee in ogni quartiere.\r\nCon la lotta, il mutuo appoggio e la solidarietà rendiamo gratuiti sin da ora i trasporti pubblici.\r\n\r\nLe riunioni della Federazione Anarchica Torinese, aperte a tutti gli interessati, sono ogni giovedì dalle 21 in corso Palermo 46\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org","10 Maggio 2019","2019-05-10 20:54:47","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/luna-bulbo-200x110.jpg","Anarres del 10 maggio. Fiera del Libro: il dito e la luna. Lega e Casa Pound. Berneri: un anarchico anomalo. La paura come cifra del presente. Identità erranti: il primitivista e il prete. Intro al 30° congresso della FAI…","podcast",1557521687,[],[],{"post_content":314},{"matched_tokens":315,"snippet":316,"value":317},[76,77],"pacchetto sicurezza e leggi truffa “\u003Cmark>quota\u003C/mark> \u003Cmark>100\u003C/mark> e reddito di cittadinanza”\r\n\r\nSabato","Come ogni venerdì abbiamo fatto fatto il nostro viaggio settimanale su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/2019-05-10-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, appuntamenti:\r\nFiera del Libro. Ossia il dito e la luna, considerazioni inattuali su cultura, merce, antifascismo\r\nLa Lega e Casa Pound\r\n\r\nCamillo Berneri. Un anarchico anomalo: il 5 maggio del 1937 veniva assassinato dagli stalinisti a Barcellona, dove era accorso in sostegno alla rivoluzione anarchica\r\n\r\nPrimitivismo. La paura come cifra del presente. Il satana tecnologico e l'onnipotenza del capitale\r\n\r\nIdentità erranti, il primitivista e il prete\r\n\r\nIl 30° congresso della Federazione Anarchica. Documenti e riflessioni: prima puntata\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 11 maggio\r\nore 10\r\nal mercato di Porta Palazzo\r\npunto info\r\nsu pacchetto sicurezza e leggi truffa “\u003Cmark>quota\u003C/mark> \u003Cmark>100\u003C/mark> e reddito di cittadinanza”\r\n\r\nSabato 18 maggio\r\nore 16 piazza Carlo Felice\r\nUna libertà senza confini\r\nLa violenza sulle donne è un fatto politico. Portiamo in piazza una libertà che non chiede tutele, ma si arma della forza del mutuo appoggio e dell’azione diretta\r\npunto info, giochi antisessisti, mostra e tanto altro…\r\nWild C.A.T – Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\n\r\nVenerdì 24 maggio\r\nore 21\r\nalla FAT in corso Palermo 46\r\nGeografie della rivoluzione sociale\r\nlo spazio non è un luogo neutro: le mappe tracciate sulla carta, sono la rappresentazione a colori e righe di un dominio che si incide nei corpi e nelle vite di tutti. Lo spazio del dominio e lo spazio di libertà emergono nella loro irriducibile differenza grazie alla geografia sociale.\r\nFederico Ferretti, docente di geografia all’università di Dublino, ci aiuterà a comprendere la narrazione spaziale sulle periferie del mondo e le migrazioni in un intreccio tra sociologia ed antropologia. Con uno sguardo ai geografi anarchici.\r\n\r\nDomenica 26 maggio\r\nNon votare fai festa!\r\nPic Nic autogestito ai Giardini IrReali\r\n\r\nOgni giorno in giro per la città…\r\nSalta il Tornello!\r\nAppendino fa la guerra ai poveri. Il biglietto di tram, bus e metro aumenta, diminuiscono le corse, aumentano i controlli.\r\nI nuovi tornelli che stanno montando sui mezzi lasciano a piedi tanta gente che non ce la fa a campare la vita tra disoccupazione, pensioni da fame, precarietà e lavoro nero.\r\nÈ la città a 5Stelle, che attua riqualificazioni escludenti, caccia i senza casa, i senza reddito, i senza documenti ai margini della metropoli.\r\nBus e tram devono essere gratuiti per tutti. I soldi ci sono: li hanno i ricchi che vivono sulle spalle dei poveri, i padroni che sfruttano il nostro lavoro.\r\nRiprendiamoci la città, costruiamo esperienze di autogestione, cacciamo padroni e governanti, creiamo assemblee in ogni quartiere.\r\nCon la lotta, il mutuo appoggio e la solidarietà rendiamo gratuiti sin da ora i trasporti pubblici.\r\n\r\nLe riunioni della Federazione Anarchica Torinese, aperte a tutti gli interessati, sono ogni giovedì dalle 21 in corso Palermo 46\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org",[319],{"field":104,"matched_tokens":320,"snippet":316,"value":317},[76,77],{"best_field_score":149,"best_field_weight":150,"fields_matched":21,"num_tokens_dropped":47,"score":151,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},{"document":323,"highlight":337,"highlights":341,"text_match":147,"text_match_info":344},{"comment_count":47,"id":324,"is_sticky":47,"permalink":325,"podcastfilter":326,"post_author":265,"post_content":327,"post_date":328,"post_excerpt":53,"post_id":324,"post_modified":329,"post_thumbnail":330,"post_title":331,"post_type":309,"sort_by_date":332,"tag_links":333,"tags":335},"53886","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-3-maggio-primo-maggio-di-lotta-carrara-parigi-istanbul-torino-lavoro-precario-pericoloso-assassino-liberarsi-dalla-schiavitu-salariata/",[265],"Come ogni venerdì abbiamo fatto fatto il nostro viaggio settimanale su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/2019-05-03-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, appuntamenti:\r\n\r\nPrimo Maggio. Giornata di lotta: il focus su Carrara, Parigi, Istanbul, Torino…\r\nNe abbiamo parlato con Federico e Dario\r\n\r\nPrecario, pericoloso, assassino. Il lavoro a tutte le latitudini, ma in maniera più feroce, nel sud del mondo è l’emblema della guerra di classe che i padroni combattono senza esclusione di colpi. All’indomani del Primo Maggio, giornata di lotta dei lavoratori, trasformata in festa rituale da quel pezzo di apparato statale che sono diventati i maggiori sindacati italiani, ne abbiamo parlato con Stefano Capello.\r\nLiberarsi dalla schiavitù del lavoro salariato è più che mai urgente. La pratica dell’autogestione nella sottrazione conflittuale dall’istituito. La rotazione delle attività, la scelta collettiva della attività che servono, il rifiuto di essere merce e di consumare merci.\r\nNe abbiamo discusso con Stefano Boni, docente di antropologia all’Università di Modena e Reggio, autore, tra gli altri, di Homo Confort\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 11 maggio\r\nore 10\r\nal mercato di Porta Palazzo\r\npunto info\r\nsu pacchetto sicurezza e leggi truffa “quota 100 e reddito di cittadinanza”\r\n\r\nSabato 18 maggio\r\nore 16 piazza Carlo Felice\r\nUna libertà senza confini\r\nLa violenza sulle donne è un fatto politico. Portiamo in piazza una libertà che non chiede tutele, ma si arma della forza del mutuo appoggio e dell’azione diretta\r\npunto info, giochi antisessisti, mostra e tanto altro…\r\nWild C.A.T – Collettivo Anarco-FemminTorineseista\r\n\r\nVenerdì 24 maggio\r\nore 21\r\nalla FAT in corso Palermo 46\r\nGeografie della rivoluzione sociale \r\nlo spazio non è un luogo neutro: le mappe tracciate sulla carta, sono la rappresentazione a colori e righe di un dominio che si incide nei corpi e nelle vite di tutti. Lo spazio del dominio e lo spazio di libertà emergono nella loro irriducibile differenza grazie alla geografia sociale.\r\nFederico Ferretti, docente di geografia all’università di Dublino, ci aiuterà a comprendere la narrazione spaziale sulle periferie del mondo e le migrazioni in un intreccio tra sociologia ed antropologia. Con uno sguardo ai geografi anarchici.\r\n\r\nDomenica 26 maggio\r\nNon votare fai festa!\r\nPic Nic autogestito ai Giardini IrReali\r\n\r\nOgni giorno in giro per la città…\r\nSalta il Tornello!\r\nAppendino fa la guerra ai poveri. Il biglietto di tram, bus e metro aumenta, diminuiscono le corse, aumentano i controlli.\r\nI nuovi tornelli che stanno montando sui mezzi lasciano a piedi tanta gente che non ce la fa a campare la vita tra disoccupazione, pensioni da fame, precarietà e lavoro nero.\r\nÈ la città a 5Stelle, che attua riqualificazioni escludenti, caccia i senza casa, i senza reddito, i senza documenti ai margini della metropoli.\r\nBus e tram devono essere gratuiti per tutti. I soldi ci sono: li hanno i ricchi che vivono sulle spalle dei poveri, i padroni che sfruttano il nostro lavoro.\r\nRiprendiamoci la città, costruiamo esperienze di autogestione, cacciamo padroni e governanti, creiamo assemblee in ogni quartiere. \r\nCon la lotta, il mutuo appoggio e la solidarietà rendiamo gratuiti sin da ora i trasporti pubblici.\r\n\r\nLe riunioni della Federazione Anarchica Torinese, aperte a tutti gli interessati, sono ogni giovedì dalle 21 in corso Palermo 46\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org","3 Maggio 2019","2019-05-03 20:40:03","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/IMG_20190501_102239-200x110.jpg","Anarres del 3 maggio. Primo Maggio di lotta: Carrara, Parigi, Istanbul, Torino. Lavoro: precario pericoloso, assassino. Liberarsi dalla schiavitù salariata...",1556915892,[334],"http://radioblackout.org/tag/primo-maggio/",[336],"primo maggio",{"post_content":338},{"matched_tokens":339,"snippet":316,"value":340},[76,77],"Come ogni venerdì abbiamo fatto fatto il nostro viaggio settimanale su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/2019-05-03-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, appuntamenti:\r\n\r\nPrimo Maggio. Giornata di lotta: il focus su Carrara, Parigi, Istanbul, Torino…\r\nNe abbiamo parlato con Federico e Dario\r\n\r\nPrecario, pericoloso, assassino. Il lavoro a tutte le latitudini, ma in maniera più feroce, nel sud del mondo è l’emblema della guerra di classe che i padroni combattono senza esclusione di colpi. All’indomani del Primo Maggio, giornata di lotta dei lavoratori, trasformata in festa rituale da quel pezzo di apparato statale che sono diventati i maggiori sindacati italiani, ne abbiamo parlato con Stefano Capello.\r\nLiberarsi dalla schiavitù del lavoro salariato è più che mai urgente. La pratica dell’autogestione nella sottrazione conflittuale dall’istituito. La rotazione delle attività, la scelta collettiva della attività che servono, il rifiuto di essere merce e di consumare merci.\r\nNe abbiamo discusso con Stefano Boni, docente di antropologia all’Università di Modena e Reggio, autore, tra gli altri, di Homo Confort\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 11 maggio\r\nore 10\r\nal mercato di Porta Palazzo\r\npunto info\r\nsu pacchetto sicurezza e leggi truffa “\u003Cmark>quota\u003C/mark> \u003Cmark>100\u003C/mark> e reddito di cittadinanza”\r\n\r\nSabato 18 maggio\r\nore 16 piazza Carlo Felice\r\nUna libertà senza confini\r\nLa violenza sulle donne è un fatto politico. Portiamo in piazza una libertà che non chiede tutele, ma si arma della forza del mutuo appoggio e dell’azione diretta\r\npunto info, giochi antisessisti, mostra e tanto altro…\r\nWild C.A.T – Collettivo Anarco-FemminTorineseista\r\n\r\nVenerdì 24 maggio\r\nore 21\r\nalla FAT in corso Palermo 46\r\nGeografie della rivoluzione sociale \r\nlo spazio non è un luogo neutro: le mappe tracciate sulla carta, sono la rappresentazione a colori e righe di un dominio che si incide nei corpi e nelle vite di tutti. Lo spazio del dominio e lo spazio di libertà emergono nella loro irriducibile differenza grazie alla geografia sociale.\r\nFederico Ferretti, docente di geografia all’università di Dublino, ci aiuterà a comprendere la narrazione spaziale sulle periferie del mondo e le migrazioni in un intreccio tra sociologia ed antropologia. Con uno sguardo ai geografi anarchici.\r\n\r\nDomenica 26 maggio\r\nNon votare fai festa!\r\nPic Nic autogestito ai Giardini IrReali\r\n\r\nOgni giorno in giro per la città…\r\nSalta il Tornello!\r\nAppendino fa la guerra ai poveri. Il biglietto di tram, bus e metro aumenta, diminuiscono le corse, aumentano i controlli.\r\nI nuovi tornelli che stanno montando sui mezzi lasciano a piedi tanta gente che non ce la fa a campare la vita tra disoccupazione, pensioni da fame, precarietà e lavoro nero.\r\nÈ la città a 5Stelle, che attua riqualificazioni escludenti, caccia i senza casa, i senza reddito, i senza documenti ai margini della metropoli.\r\nBus e tram devono essere gratuiti per tutti. I soldi ci sono: li hanno i ricchi che vivono sulle spalle dei poveri, i padroni che sfruttano il nostro lavoro.\r\nRiprendiamoci la città, costruiamo esperienze di autogestione, cacciamo padroni e governanti, creiamo assemblee in ogni quartiere. \r\nCon la lotta, il mutuo appoggio e la solidarietà rendiamo gratuiti sin da ora i trasporti pubblici.\r\n\r\nLe riunioni della Federazione Anarchica Torinese, aperte a tutti gli interessati, sono ogni giovedì dalle 21 in corso Palermo 46\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org",[342],{"field":104,"matched_tokens":343,"snippet":316,"value":340},[76,77],{"best_field_score":149,"best_field_weight":150,"fields_matched":21,"num_tokens_dropped":47,"score":151,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},{"document":346,"highlight":359,"highlights":364,"text_match":147,"text_match_info":367},{"comment_count":47,"id":347,"is_sticky":47,"permalink":348,"podcastfilter":349,"post_author":265,"post_content":350,"post_date":351,"post_excerpt":53,"post_id":347,"post_modified":352,"post_thumbnail":353,"post_title":354,"post_type":309,"sort_by_date":355,"tag_links":356,"tags":358},"53813","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-26-aprile-far-west-leghista-e-violenza-di-stato-25-aprile-la-memoria-spezzata-fascismo-ieri-e-oggi-la-cassetta-degli-attrezzi-per-capirlo-e-combatterlo-torino-aria-daprile/",[265],"Come ogni venerdì abbiamo fatto fatto il nostro viaggio settimanale su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/04/2019-04-26-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, appuntamenti:\r\n\r\nLegittima difesa e monopolio statale dell’uso delle armi, il far west in salsa leghista e la violenza di stato.\r\nNe parliamo con Lorenzo Coniglione, autore di Difensori della Sacra Proprietà e Hoplofobici – Il noioso teatrino della legittima difesa\r\n\r\n25 aprile. Le piazze di Milano e l’uso strumentale della memoria. Ne parliamo con Massimo Varengo della Federazione Anarchica Milanese\r\nLa cassetta degli attrezzi per l’analisi e la lotta contro l’autoritarismo odierno nel confronto con il fascismo e il nazismo storici. Ne parliamo con Francesco Codello che su questo argomento ha scritto un pezzo per il dossier antifa di Arivista\r\n25 aprile a Torino. La memoria di ieri vive nelle lotte di oggi\r\nAppuntamenti:\r\nLunedì 29 aprile\r\nore 11\r\nal mercato di via Porpora\r\npunto info\r\nsu pacchetto sicurezza e leggi truffa “quota 100 e reddito di cittadinanza”\r\n\r\n1 maggio. Spezzone anarchico al corteo contro stato, confini e padroni\r\nOre 8,30 piazza Vittorio Veneto\r\nOre 13 pranzo per la liberazione dai padroni – benefit lotte sociali – alla FAT, in corso Palermo 46\r\npranzo veg-vegan - prenotazioni: fai_torino@autistici.org\r\n\r\n\r\nSabato 11 maggio\r\nore 16 piazza Carlo Felice\r\nLa violenza sulle donne è un fatto politico. Portiamo in piazza una libertà che non chiede tutele, ma si arma della forza del mutuo appoggio e dell’azione diretta\r\npunto info, giochi antisessisti, mostra e tanto altro…\r\n\r\nOgni giorno in giro per la città…\r\nSalta il Tornello!\r\nAppendino fa la guerra ai poveri. Il biglietto di tram, bus e metro aumenta, diminuiscono le corse, aumentano i controlli.\r\nI nuovi tornelli che stanno montando sui mezzi lasciano a piedi tanta gente che non ce la fa a campare la vita tra disoccupazione, pensioni da fame, precarietà e lavoro nero.\r\nÈ la città a 5Stelle, che attua riqualificazioni escludenti, caccia i senza casa, i senza reddito, i senza documenti ai margini della metropoli.\r\nBus e tram devono essere gratuiti per tutti. I soldi ci sono: li hanno i ricchi che vivono sulle spalle dei poveri, i padroni che sfruttano il nostro lavoro.\r\nRiprendiamoci la città, costruiamo esperienze di autogestione, cacciamo padroni e governanti, creiamo assemblee in ogni quartiere.\r\nCon la lotta, il mutuo appoggio e la solidarietà rendiamo gratuiti sin da ora i trasporti pubblici.\r\n\r\nLe riunioni della Federazione Anarchica Torinese, aperte a tutti gli interessati, sono ogni giovedì dalle 21 in corso Palermo 46\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org","28 Aprile 2019","2019-04-28 13:44:00","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/04/18118971_10211012866350373_486379076910090790_n-200x110.jpg","Anarres del 26 aprile. Far west leghista e violenza di Stato. 25 aprile, la memoria spezzata. Fascismo ieri e oggi: la cassetta degli attrezzi per capirlo e combatterlo. Torino: aria d’aprile in Barriera...",1556456956,[357],"http://radioblackout.org/tag/25-aprile/",[284],{"post_content":360},{"matched_tokens":361,"snippet":362,"value":363},[76,77],"pacchetto sicurezza e leggi truffa “\u003Cmark>quota\u003C/mark> \u003Cmark>100\u003C/mark> e reddito di cittadinanza”\r\n\r\n1","Come ogni venerdì abbiamo fatto fatto il nostro viaggio settimanale su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/04/2019-04-26-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, appuntamenti:\r\n\r\nLegittima difesa e monopolio statale dell’uso delle armi, il far west in salsa leghista e la violenza di stato.\r\nNe parliamo con Lorenzo Coniglione, autore di Difensori della Sacra Proprietà e Hoplofobici – Il noioso teatrino della legittima difesa\r\n\r\n25 aprile. Le piazze di Milano e l’uso strumentale della memoria. Ne parliamo con Massimo Varengo della Federazione Anarchica Milanese\r\nLa cassetta degli attrezzi per l’analisi e la lotta contro l’autoritarismo odierno nel confronto con il fascismo e il nazismo storici. Ne parliamo con Francesco Codello che su questo argomento ha scritto un pezzo per il dossier antifa di Arivista\r\n25 aprile a Torino. La memoria di ieri vive nelle lotte di oggi\r\nAppuntamenti:\r\nLunedì 29 aprile\r\nore 11\r\nal mercato di via Porpora\r\npunto info\r\nsu pacchetto sicurezza e leggi truffa “\u003Cmark>quota\u003C/mark> \u003Cmark>100\u003C/mark> e reddito di cittadinanza”\r\n\r\n1 maggio. Spezzone anarchico al corteo contro stato, confini e padroni\r\nOre 8,30 piazza Vittorio Veneto\r\nOre 13 pranzo per la liberazione dai padroni – benefit lotte sociali – alla FAT, in corso Palermo 46\r\npranzo veg-vegan - prenotazioni: fai_torino@autistici.org\r\n\r\n\r\nSabato 11 maggio\r\nore 16 piazza Carlo Felice\r\nLa violenza sulle donne è un fatto politico. Portiamo in piazza una libertà che non chiede tutele, ma si arma della forza del mutuo appoggio e dell’azione diretta\r\npunto info, giochi antisessisti, mostra e tanto altro…\r\n\r\nOgni giorno in giro per la città…\r\nSalta il Tornello!\r\nAppendino fa la guerra ai poveri. Il biglietto di tram, bus e metro aumenta, diminuiscono le corse, aumentano i controlli.\r\nI nuovi tornelli che stanno montando sui mezzi lasciano a piedi tanta gente che non ce la fa a campare la vita tra disoccupazione, pensioni da fame, precarietà e lavoro nero.\r\nÈ la città a 5Stelle, che attua riqualificazioni escludenti, caccia i senza casa, i senza reddito, i senza documenti ai margini della metropoli.\r\nBus e tram devono essere gratuiti per tutti. I soldi ci sono: li hanno i ricchi che vivono sulle spalle dei poveri, i padroni che sfruttano il nostro lavoro.\r\nRiprendiamoci la città, costruiamo esperienze di autogestione, cacciamo padroni e governanti, creiamo assemblee in ogni quartiere.\r\nCon la lotta, il mutuo appoggio e la solidarietà rendiamo gratuiti sin da ora i trasporti pubblici.\r\n\r\nLe riunioni della Federazione Anarchica Torinese, aperte a tutti gli interessati, sono ogni giovedì dalle 21 in corso Palermo 46\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org",[365],{"field":104,"matched_tokens":366,"snippet":362,"value":363},[76,77],{"best_field_score":149,"best_field_weight":150,"fields_matched":21,"num_tokens_dropped":47,"score":151,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},{"document":369,"highlight":382,"highlights":387,"text_match":147,"text_match_info":390},{"comment_count":47,"id":370,"is_sticky":47,"permalink":371,"podcastfilter":372,"post_author":265,"post_content":373,"post_date":374,"post_excerpt":53,"post_id":370,"post_modified":375,"post_thumbnail":376,"post_title":377,"post_type":309,"sort_by_date":378,"tag_links":379,"tags":381},"53539","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-5-aprile-la-crociata-di-verona-e-la-marea-femminista-stranieri-braccianti-ribelli-gaza-la-popolazione-tra-tre-fuochi/",[265],"Come ogni venerdì abbiamo fatto fatto il nostro viaggio settimanale su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/04/2019-04-05-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, appuntamenti:\r\n\r\nIn questa puntata:\r\n\r\nLa crociata contro donne, omosessuali, trans, queer e la marea femminista. Riflessioni a margine del Congresso delle famiglie e della tre giorni transfemminista a Verona.\r\nNe parliamo Massimo Prearo, ricercatore all’Università di Verona e con Patrizia Nesti femminista e anarchica.\r\n\r\nStranieri, braccianti e ribelli. Un approfondimento di Antonello Mangano\r\n\r\nGaza. La popolazione tra tre fuochi. Un articolo di Muhammad Shehada\r\n\r\nProssimi appuntamenti:\r\n\r\nVenerdì 5 aprile\r\nCena sovversiva veg-vegan\r\nbenefit lotte sociali\r\nore 20 alla FAT in corso Palermo 46\r\n\r\nLunedì 8 aprile\r\nore 11/13\r\npunto info\r\nsu pacchetto sicurezza, leggi di guerra e truffa di quota 100 e reddito di schiavitù\r\nal mercato di corso Palestro (angolo via Cernaia)\r\n\r\nMercoledì 10 aprile\r\nL’assemblea antimilitarista presenta: \r\nIl dottor Stranamore di Stanley Kubrick \r\nSatira politica e terrificante sguardo sulla guerra fredda. Gli scenari bellici sono mutati ma la follia di allora segna nuovamente il nostro tempo\r\nore 21 corso Palermo 46\r\n\r\nSabato 13 aprile \r\ndalle 16 giornata senza famiglia \r\nin via Montebello di fronte alla Mole. Con “Ruoli in gioco. Rappresentazione de-genere”, tirassegno antisessista, interventi, musica… etc \r\nE’ un’iniziativa di Wild C.A.T – Collettivo Anarcofemminista Torinese\r\n\r\nMercoledì 17 aprile\r\nL’assemblea antimilitarista presenta: \r\nFull metal jacket di Stanley Kubrick \r\nL’addestramento feroce ed umiliante dei Marine statunitensi li trasforma in strumenti perfetti per gli orrori della guerra in Vietnam. La fotografia di un mondo dove la violenza di stato si incide a ferro e fuoco sui corpi e le coscienze dei soldati destinati a bruciare villaggi, torturare e stuprare.\r\nore 21 corso Palermo 46\r\n\r\nGiovedì 25 aprile\r\nore 15\r\nricordo, fiori, bicchierata, info antifascista e distro alla lapide del partigiano anarchico Ilio Baroni\r\nin corso Giulio Cesare angolo corso Novara\r\n\r\nSabato 27 aprile\r\nSalta il Tornello!\r\nGiornata di informazione e lotta per trasporti gratuiti per tutti\r\nOre 11 al Balon, poi in piazza della Repubblica\r\nAppendino fa la guerra ai poveri. Il biglietto di tram, bus e metro aumenta, diminuiscono le corse, aumentano i controlli.\r\nI nuovi tornelli che stanno montando sui mezzi lasciano a piedi tanta gente che non ce la fa a campare la vita tra disoccupazione, pensioni da fame, precarietà e lavoro nero.\r\nÈ la città a 5Stelle, che attua riqualificazioni escludenti, caccia i senza casa, i senza reddito, i senza documenti ai margini della metropoli.\r\nBus e tram devono essere gratuiti per tutti. I soldi ci sono: li hanno i ricchi che vivono sulle spalle dei poveri, i padroni che sfruttano il nostro lavoro.\r\nRiprendiamoci la città, costruiamo esperienze di autogestione, cacciamo padroni e governanti, creiamo assemblee in ogni quartiere.\r\nCon la lotta, il mutuo appoggio e la solidarietà rendiamo gratuiti sin da ora i trasporti pubblici.\r\n\r\nLe riunioni della Federazione Anarchica Torinese, aperte a tutti gli interessati, sono ogni giovedì dalle 21 in corso Palermo 46\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org","5 Aprile 2019","2019-04-05 16:38:05","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/04/mujerlibre1-col-200x110.jpg","Anarres del 5 aprile. La crociata di Verona e la marea femminista. Stranieri, braccianti, ribelli. Gaza: la popolazione tra tre fuochi…",1554482161,[380],"http://radioblackout.org/tag/femminismo/",[278],{"post_content":383},{"matched_tokens":384,"snippet":385,"value":386},[76,77],"di guerra e truffa di \u003Cmark>quota\u003C/mark> \u003Cmark>100\u003C/mark> e reddito di schiavitù\r\nal","Come ogni venerdì abbiamo fatto fatto il nostro viaggio settimanale su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/04/2019-04-05-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, appuntamenti:\r\n\r\nIn questa puntata:\r\n\r\nLa crociata contro donne, omosessuali, trans, queer e la marea femminista. Riflessioni a margine del Congresso delle famiglie e della tre giorni transfemminista a Verona.\r\nNe parliamo Massimo Prearo, ricercatore all’Università di Verona e con Patrizia Nesti femminista e anarchica.\r\n\r\nStranieri, braccianti e ribelli. Un approfondimento di Antonello Mangano\r\n\r\nGaza. La popolazione tra tre fuochi. Un articolo di Muhammad Shehada\r\n\r\nProssimi appuntamenti:\r\n\r\nVenerdì 5 aprile\r\nCena sovversiva veg-vegan\r\nbenefit lotte sociali\r\nore 20 alla FAT in corso Palermo 46\r\n\r\nLunedì 8 aprile\r\nore 11/13\r\npunto info\r\nsu pacchetto sicurezza, leggi di guerra e truffa di \u003Cmark>quota\u003C/mark> \u003Cmark>100\u003C/mark> e reddito di schiavitù\r\nal mercato di corso Palestro (angolo via Cernaia)\r\n\r\nMercoledì 10 aprile\r\nL’assemblea antimilitarista presenta: \r\nIl dottor Stranamore di Stanley Kubrick \r\nSatira politica e terrificante sguardo sulla guerra fredda. Gli scenari bellici sono mutati ma la follia di allora segna nuovamente il nostro tempo\r\nore 21 corso Palermo 46\r\n\r\nSabato 13 aprile \r\ndalle 16 giornata senza famiglia \r\nin via Montebello di fronte alla Mole. Con “Ruoli in gioco. Rappresentazione de-genere”, tirassegno antisessista, interventi, musica… etc \r\nE’ un’iniziativa di Wild C.A.T – Collettivo Anarcofemminista Torinese\r\n\r\nMercoledì 17 aprile\r\nL’assemblea antimilitarista presenta: \r\nFull metal jacket di Stanley Kubrick \r\nL’addestramento feroce ed umiliante dei Marine statunitensi li trasforma in strumenti perfetti per gli orrori della guerra in Vietnam. La fotografia di un mondo dove la violenza di stato si incide a ferro e fuoco sui corpi e le coscienze dei soldati destinati a bruciare villaggi, torturare e stuprare.\r\nore 21 corso Palermo 46\r\n\r\nGiovedì 25 aprile\r\nore 15\r\nricordo, fiori, bicchierata, info antifascista e distro alla lapide del partigiano anarchico Ilio Baroni\r\nin corso Giulio Cesare angolo corso Novara\r\n\r\nSabato 27 aprile\r\nSalta il Tornello!\r\nGiornata di informazione e lotta per trasporti gratuiti per tutti\r\nOre 11 al Balon, poi in piazza della Repubblica\r\nAppendino fa la guerra ai poveri. Il biglietto di tram, bus e metro aumenta, diminuiscono le corse, aumentano i controlli.\r\nI nuovi tornelli che stanno montando sui mezzi lasciano a piedi tanta gente che non ce la fa a campare la vita tra disoccupazione, pensioni da fame, precarietà e lavoro nero.\r\nÈ la città a 5Stelle, che attua riqualificazioni escludenti, caccia i senza casa, i senza reddito, i senza documenti ai margini della metropoli.\r\nBus e tram devono essere gratuiti per tutti. I soldi ci sono: li hanno i ricchi che vivono sulle spalle dei poveri, i padroni che sfruttano il nostro lavoro.\r\nRiprendiamoci la città, costruiamo esperienze di autogestione, cacciamo padroni e governanti, creiamo assemblee in ogni quartiere.\r\nCon la lotta, il mutuo appoggio e la solidarietà rendiamo gratuiti sin da ora i trasporti pubblici.\r\n\r\nLe riunioni della Federazione Anarchica Torinese, aperte a tutti gli interessati, sono ogni giovedì dalle 21 in corso Palermo 46\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org",[388],{"field":104,"matched_tokens":389,"snippet":385,"value":386},[76,77],{"best_field_score":149,"best_field_weight":150,"fields_matched":21,"num_tokens_dropped":47,"score":151,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},{"document":392,"highlight":405,"highlights":409,"text_match":147,"text_match_info":412},{"comment_count":47,"id":393,"is_sticky":47,"permalink":394,"podcastfilter":395,"post_author":265,"post_content":396,"post_date":397,"post_excerpt":53,"post_id":393,"post_modified":398,"post_thumbnail":399,"post_title":400,"post_type":309,"sort_by_date":401,"tag_links":402,"tags":404},"53490","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-29-marzo-la-guerra-santa-contro-le-donne-verso-la-mini-naja-squadracce-a-milano-copyright-la-posta-in-gioco/",[265],"Come ogni venerdì abbiamo fatto fatto il nostro viaggio settimanale sul pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/04/2019-03-29-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, appuntamenti:\r\n\r\nNella puntata di oggi:\r\n\r\nVerona. La guerra santa contro le donne\r\n\r\nVerso la mini naja. Un mezzo per educare i giovani alla disciplina, al nazionalismo, all’amor patrio, alle competenze militari. Un viatico per fare punti all’università, presentarsi per un posto di lavoro, diventare ufficiale dell’esercito. Per un nuovo arruolamento del corpi e delle coscienze.\r\n\r\nSi chiamava Teresa Galli, era una giovane operaia sovversiva. Venne uccisa dai fascisti, che il 15 aprile del 1919, attaccarono un corteo anarchico. Erano passate poche settimane dalla fondazione dei fasci di combattimento oggi liberamente celebrata dai fascisti dei nostri giorni nelle piazze d’Italia. Le vicende di momento cruciale della nostra storia sono il fulcro di un libro di Marco Rossi appena uscito per Zero in condotta “Morire non si può in aprile. L'assassinio di Teresa Galli e l'assalto fascista all'Avanti! Milano 15 aprile 1919”.\r\nNe abbiamo parlato con Massimo Varengo delle edizioni Zero in Condotta.\r\n\r\nLa nuova normativa sul copyright lancia una pesante ipoteca sulla libertà di internet. Ce ne ha parlato Pepsy\r\n\r\nProssimi appuntamenti:\r\n\r\nVenerdì 5 aprile\r\nCena sovversiva veg-vegan\r\nbenefit lotte sociali\r\nore 20 alla FAT in corso Palermo 46\r\n\r\nMercoledì 10 aprile\r\nL’assemblea antimilitarista presenta:\r\nIl dottor Stranamore di Stanley Kubrick \r\nSatira politica e terrificante sguardo sulla guerra fredda. Gli scenari bellici sono mutati ma la follia di allora segna nuovamente il nostro tempo\r\nore 21 corso Palermo 46\r\n\r\nSabato 13 aprile \r\ndalle 16 giornata senza famiglia \r\nin via Montebello di fronte alla Mole. Con “Ruoli in gioco. Rappresentazione de-genere”, tirassegno antisessista, interventi, musica… etc \r\nE’ un’iniziativa di Wild C.A.T – Collettivo Anarcofemminista Torinese\r\nMercoledì 17 aprile\r\nL’assemblea antimilitarista presenta:\r\nFull metal jacket di Stanley Kubrick \r\nL’addestramento feroce ed umiliante dei Marine statunitensi li trasforma in strumenti perfetti per gli orrori della guerra in Vietnam. La fotografia di un mondo dove la violenza di stato si incide a ferro e fuoco sui corpi e le coscienze dei soldati destinati a bruciare villaggi, torturare e stuprare. \r\nore 21 corso Palermo 46\r\n\r\nLunedì 8 aprile\r\nore 10,30/13\r\npunto info\r\nsu pacchetto sicurezza, leggi di guerra e truffa di quota 100 e reddito di schiavitù\r\nal mercato di corso Palestro (angolo via Cernaia)\r\n\r\nGiovedì 25 aprile 25 aprile\r\nore 15\r\nricordo, fiori, bicchierata, info antifascista e distro alla lapide del partigiano anarchico Ilio Baroni\r\nin corso Giulio Cesare angolo corso Novara\r\n\r\nLe riunioni della Federazione Anarchica Torinese, aperte a tutti gli interessati, sono ogni giovedì dalle 21 in corso Palermo 46\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org\r\n\r\n\r\n ","3 Aprile 2019","2019-04-03 13:15:28","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/04/firenze-raspa1-200x110.jpg","Anarres del 29 marzo. La guerra santa contro le donne. Verso la mini naja. Squadracce a Milano. Copyright: la posta in gioco...",1554294827,[403],"http://radioblackout.org/tag/anarres-antimilitarismo/",[292],{"post_content":406},{"matched_tokens":407,"snippet":385,"value":408},[76,77],"Come ogni venerdì abbiamo fatto fatto il nostro viaggio settimanale sul pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/04/2019-03-29-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, appuntamenti:\r\n\r\nNella puntata di oggi:\r\n\r\nVerona. La guerra santa contro le donne\r\n\r\nVerso la mini naja. Un mezzo per educare i giovani alla disciplina, al nazionalismo, all’amor patrio, alle competenze militari. Un viatico per fare punti all’università, presentarsi per un posto di lavoro, diventare ufficiale dell’esercito. Per un nuovo arruolamento del corpi e delle coscienze.\r\n\r\nSi chiamava Teresa Galli, era una giovane operaia sovversiva. Venne uccisa dai fascisti, che il 15 aprile del 1919, attaccarono un corteo anarchico. Erano passate poche settimane dalla fondazione dei fasci di combattimento oggi liberamente celebrata dai fascisti dei nostri giorni nelle piazze d’Italia. Le vicende di momento cruciale della nostra storia sono il fulcro di un libro di Marco Rossi appena uscito per Zero in condotta “Morire non si può in aprile. L'assassinio di Teresa Galli e l'assalto fascista all'Avanti! Milano 15 aprile 1919”.\r\nNe abbiamo parlato con Massimo Varengo delle edizioni Zero in Condotta.\r\n\r\nLa nuova normativa sul copyright lancia una pesante ipoteca sulla libertà di internet. Ce ne ha parlato Pepsy\r\n\r\nProssimi appuntamenti:\r\n\r\nVenerdì 5 aprile\r\nCena sovversiva veg-vegan\r\nbenefit lotte sociali\r\nore 20 alla FAT in corso Palermo 46\r\n\r\nMercoledì 10 aprile\r\nL’assemblea antimilitarista presenta:\r\nIl dottor Stranamore di Stanley Kubrick \r\nSatira politica e terrificante sguardo sulla guerra fredda. Gli scenari bellici sono mutati ma la follia di allora segna nuovamente il nostro tempo\r\nore 21 corso Palermo 46\r\n\r\nSabato 13 aprile \r\ndalle 16 giornata senza famiglia \r\nin via Montebello di fronte alla Mole. Con “Ruoli in gioco. Rappresentazione de-genere”, tirassegno antisessista, interventi, musica… etc \r\nE’ un’iniziativa di Wild C.A.T – Collettivo Anarcofemminista Torinese\r\nMercoledì 17 aprile\r\nL’assemblea antimilitarista presenta:\r\nFull metal jacket di Stanley Kubrick \r\nL’addestramento feroce ed umiliante dei Marine statunitensi li trasforma in strumenti perfetti per gli orrori della guerra in Vietnam. La fotografia di un mondo dove la violenza di stato si incide a ferro e fuoco sui corpi e le coscienze dei soldati destinati a bruciare villaggi, torturare e stuprare. \r\nore 21 corso Palermo 46\r\n\r\nLunedì 8 aprile\r\nore 10,30/13\r\npunto info\r\nsu pacchetto sicurezza, leggi di guerra e truffa di \u003Cmark>quota\u003C/mark> \u003Cmark>100\u003C/mark> e reddito di schiavitù\r\nal mercato di corso Palestro (angolo via Cernaia)\r\n\r\nGiovedì 25 aprile 25 aprile\r\nore 15\r\nricordo, fiori, bicchierata, info antifascista e distro alla lapide del partigiano anarchico Ilio Baroni\r\nin corso Giulio Cesare angolo corso Novara\r\n\r\nLe riunioni della Federazione Anarchica Torinese, aperte a tutti gli interessati, sono ogni giovedì dalle 21 in corso Palermo 46\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org\r\n\r\n\r\n ",[410],{"field":104,"matched_tokens":411,"snippet":385,"value":408},[76,77],{"best_field_score":149,"best_field_weight":150,"fields_matched":21,"num_tokens_dropped":47,"score":151,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},{"document":414,"highlight":429,"highlights":433,"text_match":147,"text_match_info":436},{"comment_count":47,"id":415,"is_sticky":47,"permalink":416,"podcastfilter":417,"post_author":418,"post_content":419,"post_date":420,"post_excerpt":53,"post_id":415,"post_modified":421,"post_thumbnail":422,"post_title":423,"post_type":309,"sort_by_date":424,"tag_links":425,"tags":427},"53355","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-22-marzo-montanelli-stupratore-razzista-braccianti-marocchine-verona-crocevia-nero-le-ragioni-economiche-della-paura-gentrification-e-politiche-securitarie-tra-europa-e-brasile/",[265],"info2","Come ogni venerdì abbiamo fatto fatto il nostro viaggio settimanale sul pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/2019-03-22-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, appuntamenti:\r\n\r\nMontanelli, stupratore razzista perfettamente nel contesto\r\n\r\nViolenza di genere, violenza di classe, violenza razzista. Nelle scorse settimane vi avevamo parlato delle braccianti marocchine di\r\nHuelva che si erano ribellate alle violenze e ai ricatti sessuali. Il giudice ha dato ragione allo stupratore.\r\n\r\nIl congresso delle famiglie a Verona. Misogini, omofobi, razzisti a congresso con la benedizione del ministro della famiglia Fontana\r\n\r\nLe ragioni economiche della paura. La fabbrica dei clandestini, ossia il pacchetto sicurezza del governo nella lente di chi lucra sulle vite dei lavoratori immigrati.\r\nNe parliamo con Daniele Ratti dell’Ateneo Libertario di Milano\r\n\r\nGestione del territorio, gentrification, politiche securitarie tra Europa e Brasile. Ne parliamo con Simone Ruini, urbanista\r\n\r\nProssimi appuntamenti:\r\n\r\nLunedì 1 aprile\r\nore 10,30/13\r\npunto info\r\nsu pacchetto sicurezza, leggi di guerra e truffa di quota 100 e reddito di schiavitù\r\nal mercato di corso Palestro (angolo via Cernaia)\r\n\r\nVenerdì 5 aprile\r\nCena sovversiva veg-vegan\r\nbenefit lotte sociali\r\nore 20 alla FAT in corso Palermo 46\r\n\r\nMercoledì 10 aprile\r\nL’assemblea antimilitarista presenta:\r\nIl dottor Stranamore di Stanley Kubrick\r\nSatira politica e terrificante sguardo sulla guerra fredda. Gli scenari bellici sono mutati ma la follia di allora segna nuovamente il nostro tempo\r\nore 21 corso Palermo 46\r\nSabato 13 aprile dalle 16 giornata senza famiglia di fronte alla Mole. Con “Ruoli in gioco. Rappresentazione de-genere”, tirassegno antisessista, interventi, musica… etc\r\nE’ un’iniziativa di Wild C.A.T – Collettivo Anarcofemminista Torinese\r\nMercoledì 17 aprile\r\nL’assemblea antimilitarista presenta\r\nFull metal jacket di Stanley Kubrick\r\nL’addestramento feroce ed umiliante dei Marine statunitensi li trasforma in strumenti perfetti per gli orrori della guerra in Vietnam. La fotografia di un mondo dove la violenza di stato si incide a ferro e fuoco sui corpi e le coscienze dei soldati destinati a bruciare villaggi, torturare e stuprare.\r\nore 21 corso Palermo 46\r\n\r\nGiovedì 25 aprile 25 aprile\r\nore 15\r\nricordo, fiori, bicchierata, info antifascista e distro alla lapide del partigiano anarchico Ilio Baroni\r\nin corso Giulio Cesare angolo corso Novara\r\n\r\nLe riunioni della Federazione Anarchica Torinese, aperte a tutti gli interessati, sono ogni giovedì dalle 21 in corso Palermo 46\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org","28 Marzo 2019","2019-03-28 16:45:47","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/hambourg-années-1980-hafenstrasse-200x110.jpg","Anarres del 22 marzo. Montanelli, stupratore razzista. Braccianti marocchine. Verona, crocevia nero. Le ragioni economiche della paura. Gentrification e politiche securitarie tra Europa e Brasile...",1553777372,[426],"http://radioblackout.org/tag/anarchia/",[428],"anarchia",{"post_content":430},{"matched_tokens":431,"snippet":385,"value":432},[76,77],"Come ogni venerdì abbiamo fatto fatto il nostro viaggio settimanale sul pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/2019-03-22-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, appuntamenti:\r\n\r\nMontanelli, stupratore razzista perfettamente nel contesto\r\n\r\nViolenza di genere, violenza di classe, violenza razzista. Nelle scorse settimane vi avevamo parlato delle braccianti marocchine di\r\nHuelva che si erano ribellate alle violenze e ai ricatti sessuali. Il giudice ha dato ragione allo stupratore.\r\n\r\nIl congresso delle famiglie a Verona. Misogini, omofobi, razzisti a congresso con la benedizione del ministro della famiglia Fontana\r\n\r\nLe ragioni economiche della paura. La fabbrica dei clandestini, ossia il pacchetto sicurezza del governo nella lente di chi lucra sulle vite dei lavoratori immigrati.\r\nNe parliamo con Daniele Ratti dell’Ateneo Libertario di Milano\r\n\r\nGestione del territorio, gentrification, politiche securitarie tra Europa e Brasile. Ne parliamo con Simone Ruini, urbanista\r\n\r\nProssimi appuntamenti:\r\n\r\nLunedì 1 aprile\r\nore 10,30/13\r\npunto info\r\nsu pacchetto sicurezza, leggi di guerra e truffa di \u003Cmark>quota\u003C/mark> \u003Cmark>100\u003C/mark> e reddito di schiavitù\r\nal mercato di corso Palestro (angolo via Cernaia)\r\n\r\nVenerdì 5 aprile\r\nCena sovversiva veg-vegan\r\nbenefit lotte sociali\r\nore 20 alla FAT in corso Palermo 46\r\n\r\nMercoledì 10 aprile\r\nL’assemblea antimilitarista presenta:\r\nIl dottor Stranamore di Stanley Kubrick\r\nSatira politica e terrificante sguardo sulla guerra fredda. Gli scenari bellici sono mutati ma la follia di allora segna nuovamente il nostro tempo\r\nore 21 corso Palermo 46\r\nSabato 13 aprile dalle 16 giornata senza famiglia di fronte alla Mole. Con “Ruoli in gioco. Rappresentazione de-genere”, tirassegno antisessista, interventi, musica… etc\r\nE’ un’iniziativa di Wild C.A.T – Collettivo Anarcofemminista Torinese\r\nMercoledì 17 aprile\r\nL’assemblea antimilitarista presenta\r\nFull metal jacket di Stanley Kubrick\r\nL’addestramento feroce ed umiliante dei Marine statunitensi li trasforma in strumenti perfetti per gli orrori della guerra in Vietnam. La fotografia di un mondo dove la violenza di stato si incide a ferro e fuoco sui corpi e le coscienze dei soldati destinati a bruciare villaggi, torturare e stuprare.\r\nore 21 corso Palermo 46\r\n\r\nGiovedì 25 aprile 25 aprile\r\nore 15\r\nricordo, fiori, bicchierata, info antifascista e distro alla lapide del partigiano anarchico Ilio Baroni\r\nin corso Giulio Cesare angolo corso Novara\r\n\r\nLe riunioni della Federazione Anarchica Torinese, aperte a tutti gli interessati, sono ogni giovedì dalle 21 in corso Palermo 46\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org",[434],{"field":104,"matched_tokens":435,"snippet":385,"value":432},[76,77],{"best_field_score":149,"best_field_weight":150,"fields_matched":21,"num_tokens_dropped":47,"score":151,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},6637,{"collection_name":309,"first_q":71,"per_page":258,"q":71},["Reactive",440],{},["Set"],["ShallowReactive",443],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fS3SZNvN74Z39eRsXw8i7g08hIZHz4JAegZViKd0zb1E":-1},true,"/search?query=quota+100"]