","28 giugno. A cinque anni dalla Libera Repubblica i No Tav si ribellano alla repressione","post",1467121354,[54,55,56,57],"http://radioblackout.org/tag/28-giugno-2015/","http://radioblackout.org/tag/no-tav-2/","http://radioblackout.org/tag/repressione/","http://radioblackout.org/tag/rifiuto-delle-misure-cautelari/",[21,15,19,27],{"post_content":60,"tags":66},{"matched_tokens":61,"snippet":64,"value":65},[62,63],"misure","cautelari","decisione di non accettare le \u003Cmark>misure\u003C/mark> \u003Cmark>cautelari\u003C/mark> imposte, affrontandone consapevolmente le conseguenze.","Questa mattina al tribunale di Torino ci sono stati gli interrogatori di garanzia per i No Tav accusati di resistenza aggravata per la giornata di lotta del 28 giugno del 2015. Alcuni di loro hanno già pubblicamente annunciato la decisione di non accettare le \u003Cmark>misure\u003C/mark> \u003Cmark>cautelari\u003C/mark> imposte, affrontandone consapevolmente le conseguenze. Questa mattina si è svolta a Bussoleno una conferenza stampa cui hanno partecipato alcuni dei No Tav che stanno sottraendosi alle firme e ai domiciliari.\r\nAbbiamo fatto il punto della situazione con Gianluca, uno dei “disobbedienti” alla privazione della libertà, nonché redattore di radio Blackout\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2016-06-28-gianlu-28giugno\r\n\r\nDurante la conferenza stampa Nicoletta ha letto la dichiarazione consegnata dal suo avvocato ai giudici.\r\nNe riportiamo qualche stralcio:\r\n\r\n“(...) Il movimento NO TAV lotta ormai da quasi trent’anni non solo contro un’opera inutile, costosissima, devastante per la salute di chi la fa e di chi la subisce, ma contro un modello di vita e di sviluppo fondato sulla guerra all’uomo e alla natura, un potere che “usa la legge e si serve del bastone e sugli altri ha potere di padrone”.\r\nSul filo di questa lotta la mia vita è passata e non invano, perché ho potuto condividere il prodigio di una collettività che si ricostruiva, partendo da storie ed esperienze diverse ed unendosi in una pratica concreta , generosa e limpida , responsabilmente attenta all’esistenza di ognuno ed al futuro di tutti, anche di chi verrà dopo di noi.\r\nE’ questo il legame profondo che ci ha uniti negli anni ed ha consolidato legami intorno a noi, antidoto potente alla società dell’usa e getta, al potere che fa della guerra tra poveri il piedistallo del proprio dominio.“spirito di fraternità” che ci ha sostenuti sempre, nei giorni e nelle notti passati a presidiare il territorio contro l’impianto dei cantieri TAV, a contrastare con i nostri corpi l’esercito di ruspe e uomini in armi che venivano ad imporre con la violenza ciò che il popolo rifiutava.\r\nE’ ancora il senso di fraternità che ha dato vita alla Libera Repubblica della Maddalena e che ci ha permesso di affrontare a testa alta la repressione, sui luoghi della lotta, nelle aule dei tribunali, nelle carceri dove sono stati rinchiusi i nostri figli.\r\nFraternità non solo con gli esseri umani, ma con tutti gli esseri viventi, i grandi castagni secolari sradicati per fa posto al cemento, gli animali del bosco privati di accesso all’acqua, cacciati lontano dall’eterno giorno elettrico dei cantieri.\r\nFraternità che ci fa provare rabbia e pena di fronte agli operai che ogni giorno entrano a testa bassa nel “tunnel geognostico della Clarea, a respirare l’uranio e l’amianto quotidiano.\r\nSete di giustizia sociale che ci fa schierare contro lo spreco di denaro pubblico connaturato alle cosiddette Grandi Opere ci impegna al fianco \u003Cmark>delle\u003C/mark> lotte per la casa, contro le privatizzazioni, per una sanità ed una scuola pubblica e gratuita, per le Piccole Opere utili, rispettose \u003Cmark>delle\u003C/mark> qualità del lavoro e della vita.\r\nIndignazione verso un sistema che garantisce libera circolazione alle merci e ai capitali, ma alza barriere invalicabili contro chi fugge dalle guerre e dalla fame.\r\nQuesti trent’anni li ho condivisi attivamente giorno dopo giorno e ne rivendico ogni minuto, ogni passo, come un tesoro inestimabile di esperienze, di cultura, di affetti, di solidarietà che mi ha permesso di “vivere a questo mondo non come un inquilino o un viaggiatore stagionale, ma come nella casa di mio padre e di mia madre”.\r\n\r\nEro presente anche alla camminata del 28 giugno di un anno fa da Exilles a Chiomonte, per ricordare la libera repubblica della Maddalena e ribadire l’inesausta volontà di liberazione.\r\nUna grande giornata popolare, un serpentone colorato e gioioso di tutte le età, interrotto ad un certo punto da barriere inaccessibili ed inaccettabili , avvelenato dal fumo dei lacrimogeni.\r\nDi quel giorno rivendico ogni passo ed ogni azione, come mio diritto e dovere di resistenza.\r\nPer questo motivo \u003Cmark>rifiuto\u003C/mark> le \u003Cmark>misure\u003C/mark> restrittive che mi sono state o mi saranno comminate: non accetto di far atto di sudditanza con la firma quotidiana, non accetterò di trasformare i luoghi della mia vita in obbligo di residenza né la mia casa in prigione; non sarò la carceriera di me stessa.\r\nSento con me le ragioni e la forza collettiva degli oppressi, coloro che non hanno altro da perdere se non le proprie catene, ma hanno un mondo intero da conquistare.”",[67,69,71,73],{"matched_tokens":68,"snippet":21},[],{"matched_tokens":70,"snippet":15},[],{"matched_tokens":72,"snippet":19},[],{"matched_tokens":74,"snippet":77},[75,76,62,63],"rifiuto","delle","\u003Cmark>rifiuto\u003C/mark> \u003Cmark>delle\u003C/mark> \u003Cmark>misure\u003C/mark> \u003Cmark>cautelari\u003C/mark>",[79,85],{"field":28,"indices":80,"matched_tokens":82,"snippets":84},[81],3,[83],[75,76,62,63],[77],{"field":86,"matched_tokens":87,"snippet":64,"value":65},"post_content",[62,63],2314894167593451500,{"best_field_score":90,"best_field_weight":91,"fields_matched":32,"num_tokens_dropped":40,"score":92,"tokens_matched":93,"typo_prefix_score":40},"4419510927616",13,"2314894167593451626",4,{"document":95,"highlight":112,"highlights":117,"text_match":120,"text_match_info":121},{"cat_link":96,"category":97,"comment_count":40,"id":98,"is_sticky":40,"permalink":99,"post_author":43,"post_content":100,"post_date":101,"post_excerpt":46,"post_id":98,"post_modified":102,"post_thumbnail":103,"post_thumbnail_html":104,"post_title":105,"post_type":51,"sort_by_date":106,"tag_links":107,"tags":111},[37],[39],"71637","http://radioblackout.org/2021/11/legge-di-bilancio-cosa-cambia-per-il-reddito-di-cittadinanza/","Revisione dei requisiti di accesso, immediata disponibilità al lavoro, sospensione dal sussidio in caso di misure cautelari o di rifiuto di proposte di lavoro – effettuate dalle agenzie interinali – queste sono solo alcune delle questioni trattate con Eugenio che ci commenta la parte relativa al Reddito di Cittadinanza incluso nella manovra del governo Draghi. Per il momento il sussidio resiste ma i giornali e il governo vanno a caccia dei “furbetti” senza dare alcuna spiegazione approfondita seppur si tratti di un argomento centrale e che va di pari passo con il vertiginoso aumento dell’occupazione precaria a tempo determinato con dei dati pari al periodo precedente la pandemia.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/eugenio-su-rdc.11.04-10.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","4 Novembre 2021","2021-11-04 16:27:15","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/a-draghi-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"188\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/a-draghi-300x188.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/a-draghi-300x188.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/a-draghi.jpg 335w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Legge di bilancio: cosa cambia per il reddito di cittadinanza?",1636043235,[108,109,110],"http://radioblackout.org/tag/economia/","http://radioblackout.org/tag/legge-di-bilancio/","http://radioblackout.org/tag/reddito-di-cittadinanza/",[17,23,25],{"post_content":113},{"matched_tokens":114,"snippet":115,"value":116},[62,63,75],"dal sussidio in caso di \u003Cmark>misure\u003C/mark> \u003Cmark>cautelari\u003C/mark> o di \u003Cmark>rifiuto\u003C/mark> di proposte di lavoro – effettuate","Revisione dei requisiti di accesso, immediata disponibilità al lavoro, sospensione dal sussidio in caso di \u003Cmark>misure\u003C/mark> \u003Cmark>cautelari\u003C/mark> o di \u003Cmark>rifiuto\u003C/mark> di proposte di lavoro – effettuate dalle agenzie interinali – queste sono solo alcune \u003Cmark>delle\u003C/mark> questioni trattate con Eugenio che ci commenta la parte relativa al Reddito di Cittadinanza incluso nella manovra del governo Draghi. 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Quest'ultima reclutava i futuri riders, anche in centri di accoglienza, andando a pescare in un bacino di lavoratori ancora più ricattabili, ma nonostante questo ha trovato pane per i suoi denti. Con determinazione i fattorini si sono informati e hanno raccolto tutte le documentazioni (messaggi, chiamate, comunicazioni dall'azienda) che potevano essere utili da portare ai processi. Domani 18/11 ci sarà la sentenza di primo grado del processo civile e dai nostri microfoni abbiamo rilanciato l'importanza di andare a portare solidarietà a questi ragazzi al presidio che si svolgerà dalle ore 9 davanti al palagiustizia di Torino.\r\n\r\nhttps://www.facebook.com/events/1801102136745320/?ref=newsfeed\r\n\r\nRex ci ha spiegato come è nato tutto questo e dove questo percorso li sta portando, compresa la cena benefit che lui e i suoi colleghi hanno organizzato lunedì 15 all' Edera Squat, che servirà per il viaggio che li porterà a Milano in presidio con gli altri riders alla sentenza del processo penale per caporalato contro la manager di Uber. Un momento importante per l'unione tra le lotte di riders di diverse città contro il nemico comune Uber Eats, che ha permesso che tutto questo succedesse.\r\n\r\nL'intervista è formata da più domanda e risposta, ognuna la ascolterete prima in inglese e poi in versione tradotta.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/F_m_16_11_Intervista-a-Rex-rider-Uber-eats.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto con Eddy del Movimento di Lotta Disoccupati 7 Novembre di Napoli, con il quale abbiamo parlato del percorso che li ha portati alla imponente manifestazione tenutasi sabato 13, una piazza ricca di contenuti, tra i quali il rifiuto di misure che minano il diritto stesso a manifestare. Su questa giornata importante per il movimento di classe tutto, i compagni di Napoli così si esprimono dai loro profili social:\r\n\r\n\"[..] Migliaia di persone hanno risposto al nostro appello per stringersi attorno alla lotta ed alla prospettiva che la nostra lotta ha indicato in questi anni: lavoro stabile e sicuro, salario garantito, unità con le lotte dei lavoratori e lavoratrici e tutte le altre lotte sociali contro la repressione. Ma la mobilitazione è andata, come volevamo, ben oltre la solidarietà contro la repressione che colpisce il movimento (ed in generale tutte le lotte) e l'indagine di Associazione a Delinquere che vede coinvolti alcuni nostri portavoce.\r\n\r\n\r\nUn accusa che abbiamo rispedito al mittente come chiariva l'apertura del corteo con i cartonati con scritto \"L'associazione a delinquere siete voi\" ed il chiaro riferimento dei volti di Draghi, il Presidente di Confindustria Bonomi, i rappresentanti dell'Unione Europea, i sindacati confederali.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nBen oltre perche' abbiamo rotto l'isolamento attorno alla nostra vertenza (su cui entreremo nel merito in altri comunicati) ma nello stesso tempo abbiamo rimesso al centro i temi, i bisogni e le parole d'ordine che disoccupati, lavoratori, studenti e proletari hanno portato avanti in questi anni nelle lotte ed abbiamo lanciato un segnale chiaro al Governo Draghi. Un compito non facile per chi lotta tutti i giorni e non ha bisogno di giornate campali. [..] \r\n\r\nCorteo doveva essere, corteo è stato. Il messaggio è stato dunque chiaro: non accettiamo nessun divieto di manifestare ed andiamo ben oltre la vera e propria opera di divisione di massa finalizzata a distrarci dai veri responsabili di questa crisi pandemica e della criminale gestione dell’emergenza sanitaria che ha palesato il vero volto del sistema capitalistico rispetto ai bisogni essenziali della classe lavoratrice e della maggioranza della popolazione.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nLe responsabilità dei governi che hanno subordinato la salute e la sicurezza agli interessi del profitto e del mercato sono chiare dall'inizio: lo smantellamento della sanità, principale alleato del ‘coronavirus’, i diktat di Confindustria, le 132 mila vittime per inadeguatezza e l’irresponsabilità delle misure sanitarie di contenimento dei contagi, dei servizi sanitari devastati, di una politica di privatizzazioni e taglio del personale, dell’attacco alla spesa sociale e ai servizi socio-sanitari sul territorio, un informazione criminale sui vaccini, l'applicazione di misure come il “green pass” dietro cui si nascondono le responsabilità di governo e padroni, in linea con le misure ipocrite, che si inseriscono nel contesto della tendenza crescente dello Stato e dei governi a disimpegnarsi da una gestione pubblica di emergenza sanitaria. [..] \r\n\r\nQuesta mobilitazione è stata un successo anche per quello che ha rappresentato per tutti noi disoccupati: dalla preparazione ed agitazione nei nostri quartieri, alla giornata stessa ed alla crescita di molti nostri militanti disoccupati che hanno acquisito ancor di più coscienza e consapevolezza della propria lotta.\r\n\r\n\r\nNon è un caso che il settore dei disoccupati concludeva con uno striscione che chiariva la prospettiva generale dentro la quale questa vertenza si inserisce e la tendenza politica a cui guarda questa lotta: nessun sfruttato, nessun disoccupato, lavorare meno e lavorare tutti per il lavoro socialmente necessario.\" [..]\r\n\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/F_m_16_11_Movimento-disoccupati-7-novembre-su-loro-piazze.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n ","17 Novembre 2021","2021-11-17 20:32:23","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/eatubereats-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 16/11/2021","podcast",1637181129,[],[],{"post_content":169},{"matched_tokens":170,"snippet":171,"value":172},[76,62],"vittime per inadeguatezza e l’irresponsabilità \u003Cmark>delle\u003C/mark> \u003Cmark>misure\u003C/mark> sanitarie di contenimento dei contagi,","Il primo approfondimento lo abbiamo fatto con Rex, un rider di Uber Eats che si è organizzato con i suoi colleghi per fare causa a chi aveva deciso di guadagnare sulle sue spalle, uno dei tanti caporali del mondo del lavoro contemporaneo, l'azienda individuale FRC. 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Essenziale è il nostro sciopero, essenziale è la nostra lotta!\r\n\r\n\r\nIl primo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Carlotta Guaragna USB Torino sull'adesione allo sciopero femminista dell'8 marzo, facendo: un analisi delle ragioni dell'adesione di tutte le categorie lavorative partendo dalla piattaforma rivendicativa USB; sottolineando l'importanza di aderire all'appello di non una di meno e rivendicando che la copertura c'è per tutt*.\r\nBuon Ascolto\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/F_m_02_03_Usb-su-8-marzo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nil secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Luisa di Non Una Di Meno Torino sullo sciopero femminista e transfemminista dell'8 marzo:\r\nNegli ultimi anni abbiamo vissuto lo sciopero femminista e transfemminista globale come una manifestazione di forza, il grido di chi non accetta di essere vittima della violenza maschile e di genere. Abbiamo riempito le piazze e le strade di tutto il mondo con i nostri corpi e il nostro desiderio di essere vive e libere, abbiamo sfidato la difficoltà di scioperare causata dalla precarietà, dall’isolamento, dal razzismo istituzionale, abbiamo dimostrato che non esiste produzione di ricchezza senza il nostro lavoro quotidiano di cura e riproduzione della vita, abbiamo affermato che non siamo più disposte a subirlo in condizioni di sfruttamento e oppressione.\r\nA un anno dall’esplosione dell’emergenza sanitaria, la pandemia ha travolto tutto, anche il nostro movimento e la nostra lotta, rendendoli ancora più necessari e urgenti. Lo scorso 8 marzo ci siamo ritrovatə allo scoccare del primo lockdown e abbiamo scelto di non scendere in piazza a migliaia e migliaia come gli anni precedenti, per la salute e la sicurezza di tutte. È a partire dalla consapevolezza e dalla fantasia che abbiamo maturato in questi mesi di pandemia, in cui abbiamo iniziato a ripensare le pratiche di lotta di fronte alla necessità della cura collettiva, che sentiamo il bisogno di costruire per il prossimo 8 marzo un nuovo sciopero femminista e transfemminista, della produzione, della riproduzione, del e dal consumo, dei generi e dai generi. Non possiamo permetterci altrimenti. il prossimo 8 marzo sarà sciopero femminista e transfemminista, della produzione, della riproduzione, del e dal consumo, dei generi e dai generi.\r\nDobbiamo creare l’occasione per dare voce a chi sta vivendo sulla propria pelle i violentissimi effetti sociali della pandemia, e per affermare il nostro programma di lotta contro piani di ricostruzione che confermano l’organizzazione patriarcale della società contro la quale da anni stiamo combattendo insieme in tutto il mondo. Non abbiamo bisogno di spiegare l’urgenza di questa lotta. Le tantissime donne che sono state costrette a licenziarsi perché non potevano lavorare e contemporaneamente prendersi cura della propria famiglia sanno che non c’è più tempo da perdere. Lo sanno le migliaia di lavoratrici che hanno dovuto lavorare il doppio per ‘sanificare’ ospedali e fabbriche in cambio di salari bassissimi e nell’indifferenza delle loro condizioni di salute e sicurezza. Lo sanno tutte le donne e persone Lgbt*QIAP+ che sono state segregate dentro alle case in cui si consuma la violenza di mariti, padri, fratelli. Lo sanno coloro che hanno combattuto affinché i centri antiviolenza e i consultori, i reparti IVG, i punti nascita, le sale parto, continuassero a funzionare nonostante la strutturale mancanza di personale e di finanziamenti pubblici aggravata nell’emergenza. continuassero a funzionare nonostante la strutturale mancanza di fondi.\r\nLo sanno le migranti, quelle che lavorano nelle case e all’inizio della pandemia si sono viste negare ogni tipo di sussidio, o quelle che sono costrette ad accettare i nuovi turni impossibili del lavoro pandemico per non perdere il permesso di soggiorno. Lo sanno le insegnanti ridotte a ‘lavoratrici a chiamata’, costrette a fare i salti mortali per garantire la continuità dell’insegnamento mentre magari seguono i propri figli e figlie nella didattica a distanza. Lo sanno lə studenti che si sono vistə abbandonare completamente dalle istituzioni scolastiche, già carenti in materia di educazione sessuale, al piacere, alle diversità e al consenso, sullo sfondo di un vertiginoso aumento delle violenze tra giovanissimə. Lo sanno le persone trans* che hanno perso il lavoro e fanno ancora più fatica a trovarlo perché la loro dissidenza viene punita sul mercato. Lo sanno lə sex workers, invisibilizzatə, criminalizzatə e stigmatizzatə, senza alcun tipo di tutela nè sindacalizzazione, che hanno dovuto affrontare la pandemia e il lockdown da solə.\r\nA tuttə loro, a chi nonostante le difficoltà in questi mesi ha lottato e scioperato, noi rivolgiamo questo appello: l’8 marzo scioperiamo! Abbiamo bisogno di tenere alta la sfida transnazionale dello sciopero femminista e transfemminista perché i piani di ricostruzione postpandemica sono piani patriarcali.\r\nA fronte di uno stanziamento di risorse economiche per la ripresa, il Recovery Plan non rompe la disciplina dell’austerità sulle vite e sui corpi delle donne e delle persone LGBT*QIAP+. Da una parte si parla di politiche attive per l’inclusione delle donne al lavoro e di «politiche di conciliazione», dando per scontato che chi deve conciliare due lavori, quello dentro e quello fuori casa, sono le donne. Dall’altra non sono le donne, ma è la famiglia – la stessa dove si consuma la maggior parte della violenza maschile, la stessa che impedisce la libera espressione delle soggettività dissidenti ‒ il soggetto destinatario dei fondi sociali previsti dal Family Act. E da questi fondi sono del tutto escluse le migranti, confermando e mantenendo salde le gerarchie razziste che permettono di sfruttarle duramente in ogni tipo di servizi. Così anche gli investimenti su salute e sanità finiranno per essere basati su forme inaccettabili di sfruttamento razzista e patriarcale. Miliardi di euro sono poi destinati a una riconversione verde dell’economia, che mira soltanto ai profitti e pianifica modalità aggiornate di sfruttamento e distruzione dei corpi tutti, dell’ecosistema e della terra.\r\nPoco o nulla si dice delle misure contro la violenza maschile e di genere, nonostante questa sia aumentata esponenzialmente durante la pandemia, mentre il «reddito di libertà» è una risposta del tutto insufficiente alla nostra rivendicazione dell’autodeterminazione contro la violenza, anche se dimostra che la nostra forza non può essere ignorata. Questo 8 Marzo non sarà facile, ma è necessario. Lo sciopero femminista e transfemminista non è soltanto una tradizionale forma di interruzione del lavoro ma è un processo di lotta che attraversa i confini tra posti di lavoro e società, entra nelle case, invade ogni spazio in cui vogliamo esprimere il nostro rifiuto di subire violenza e di essere oppressə e sfruttatə. Questa è da sempre la nostra forza e oggi lo pensiamo più che mai, perché ogni donna che resiste, che sopravvive, ogni soggettività dissidente che si ribella, ogni migrante afferma la propria libertà fa parte del nostro sciopero.\r\nIl 30 e 31 una prima tappa verso l’8 marzo, nel corso della quale ci siamo incontrat* in gruppi divisi per tematiche per costruire le prime tappe dello sciopero femminista ed il 6 febbraio l’Assemblea per discutere collettivamente e indicare quali sono per noi terreni di lotta nella ricostruzione pandemica.\r\nProprio oggi che il nostro lavoro, dentro e fuori casa, è stato definito «essenziale», e questo ci ha costrette a livelli di sfruttamento, isolamento e costrizione senza precedenti, noi diciamo che “essenziale è il nostro sciopero, essenziale è la nostra lotta!”.\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/F_m_02_03_Non-una-di-meno-su-8-marzo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nil terzo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Elisabetta Petragallo Cub Torino sull'adesione allo sciopero dell' 8 marzo facendo: un analisi delle ragioni dell'adesione di tutte le categorie lavorative partendo dalla piattaforma rivendicativa Cub; l'importanza di aderire all'appello di non una di meno; la questione commissione di garanzia che proibisce lo sciopero della scuola l'8 marzo e tracciando un bilancio ad un'anno di pandemia della condizione lavorativa di genere.\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/F_m_02_03_Cub-su-8-marzo.mp3\"][/audio]","4 Marzo 2021","2021-03-04 19:56:32","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/nudm_-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 02/03/2021",1614887792,[],[],{"post_content":194},{"matched_tokens":195,"snippet":196,"value":197},[76,62],"Poco o nulla si dice \u003Cmark>delle\u003C/mark> \u003Cmark>misure\u003C/mark> contro la violenza maschile e","8 marzo 2021: Sciopero globale femminista e transfemminista. 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Abbiamo riempito le piazze e le strade di tutto il mondo con i nostri corpi e il nostro desiderio di essere vive e libere, abbiamo sfidato la difficoltà di scioperare causata dalla precarietà, dall’isolamento, dal razzismo istituzionale, abbiamo dimostrato che non esiste produzione di ricchezza senza il nostro lavoro quotidiano di cura e riproduzione della vita, abbiamo affermato che non siamo più disposte a subirlo in condizioni di sfruttamento e oppressione.\r\nA un anno dall’esplosione dell’emergenza sanitaria, la pandemia ha travolto tutto, anche il nostro movimento e la nostra lotta, rendendoli ancora più necessari e urgenti. Lo scorso 8 marzo ci siamo ritrovatə allo scoccare del primo lockdown e abbiamo scelto di non scendere in piazza a migliaia e migliaia come gli anni precedenti, per la salute e la sicurezza di tutte. È a partire dalla consapevolezza e dalla fantasia che abbiamo maturato in questi mesi di pandemia, in cui abbiamo iniziato a ripensare le pratiche di lotta di fronte alla necessità della cura collettiva, che sentiamo il bisogno di costruire per il prossimo 8 marzo un nuovo sciopero femminista e transfemminista, della produzione, della riproduzione, del e dal consumo, dei generi e dai generi. Non possiamo permetterci altrimenti. il prossimo 8 marzo sarà sciopero femminista e transfemminista, della produzione, della riproduzione, del e dal consumo, dei generi e dai generi.\r\nDobbiamo creare l’occasione per dare voce a chi sta vivendo sulla propria pelle i violentissimi effetti sociali della pandemia, e per affermare il nostro programma di lotta contro piani di ricostruzione che confermano l’organizzazione patriarcale della società contro la quale da anni stiamo combattendo insieme in tutto il mondo. Non abbiamo bisogno di spiegare l’urgenza di questa lotta. Le tantissime donne che sono state costrette a licenziarsi perché non potevano lavorare e contemporaneamente prendersi cura della propria famiglia sanno che non c’è più tempo da perdere. Lo sanno le migliaia di lavoratrici che hanno dovuto lavorare il doppio per ‘sanificare’ ospedali e fabbriche in cambio di salari bassissimi e nell’indifferenza \u003Cmark>delle\u003C/mark> loro condizioni di salute e sicurezza. Lo sanno tutte le donne e persone Lgbt*QIAP+ che sono state segregate dentro alle case in cui si consuma la violenza di mariti, padri, fratelli. 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Abbiamo bisogno di tenere alta la sfida transnazionale dello sciopero femminista e transfemminista perché i piani di ricostruzione postpandemica sono piani patriarcali.\r\nA fronte di uno stanziamento di risorse economiche per la ripresa, il Recovery Plan non rompe la disciplina dell’austerità sulle vite e sui corpi \u003Cmark>delle\u003C/mark> donne e \u003Cmark>delle\u003C/mark> persone LGBT*QIAP+. Da una parte si parla di politiche attive per l’inclusione \u003Cmark>delle\u003C/mark> donne al lavoro e di «politiche di conciliazione», dando per scontato che chi deve conciliare due lavori, quello dentro e quello fuori casa, sono le donne. Dall’altra non sono le donne, ma è la famiglia – la stessa dove si consuma la maggior parte della violenza maschile, la stessa che impedisce la libera espressione \u003Cmark>delle\u003C/mark> soggettività dissidenti ‒ il soggetto destinatario dei fondi sociali previsti dal Family Act. 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Nella fattispecie abbiamo commentato la notizia del foglio di via da Campi Bisenzio consegnato a Luca, coordinatore del Sicobas Prato, dalla procura di Firenze. Il sindacalista viene infatti definito \"socialmente pericoloso\", questo per aver continuato a fare attività sindacale in un territorio nel quale grandi marchi del tessile e non solo, fanno quotidianamente carta straccia dei diritti base che spettano ai lavoratori. Ovviamente il sindacato conflittuale è avvezzo ad attacchi del genere e come sempre ha deciso di rilanciare con il rifiuto ad applicare tali misure e con il lancio di scioperi in tutta l'area toscana.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/F_m_18_04_Sarah-SiCobas-Prato-su-foglio-di-via-a-coordinatore-provinciale-sindacato.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Fabrizio sulle ragioni dello sciopero che CUB CGIL CISL UIL e CSA hanno indetto il 17 aprile: Le maestre di nidi e materne comunali in piazza, la richiesta è di nuove assunzioni tra educatori e docenti. A far scattare lo sciopero l'aumento delle ore lavorative.\r\n\r\nIl personale educativo della Città di Torino in sciopero si è trovato sotto Palazzo Civico per chiedere più assunzioni di docenti ed educatori. A far scattare la protesta l'aumento delle ore lavorative per gli insegnanti da 26 a 30. Una decisione unilaterale!\r\n\r\nA incrociare le braccia anche i precari degli altri settori comunali: Il nodo è il limite dei 36 mesi massimi di impiego per chi non è stabilizzato.\r\n\r\nA Fabrizio, che lavora a scuola, gli abbiamo chiesto di fare un bilancio politico/partecipativo dello sciopero e le prospettive della lotta.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/F_m_18_04_Fabrizio-su-sciopero-scuole-infanzia.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","22 Aprile 2023","2023-04-22 14:25:56","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/341176279_1409253483143186_4020772906599564070_n-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 18/04/2023",1682173556,[],[],{"post_content":216},{"matched_tokens":217,"snippet":218,"value":219},[75,62],"deciso di rilanciare con il \u003Cmark>rifiuto\u003C/mark> ad applicare tali \u003Cmark>misure\u003C/mark> e con il lancio di"," \r\n\r\nIl primo argomento della puntata lo abbiamo trattato grazie al collegamento telefonico con Sarah del SiCobas sezione Prato e Firenze, ovvero l'attacco costante a chi fa attività sindacale. 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Nella capitale gli scontri sono andati avanti per ore, mentre la popolazione in lotta applaudiva gli anarchici che rispondevano con forza agli attacchi della polizia. In quella giornata ci sono stati oltre cento arresti con accuse molto gravi come resistenza, attacco incendiario, lesioni.\r\nMolto intenso è anche il dibattito sulle prospettive per l’immediato futuro, poiché in tanti sta crescendo la consapevolezza della necessità di un esodo conflittuale dall’istituito. I primi segni ci sono: dal rifiuto dei lavoratori dell’azienda elettrica a staccare la luce ai morosi, all’autogestione di un ospedale a Kirkis.\r\n\r\nAscolta l'intervista rilasciata a radio Blackout da un compagno greco, Georgios: [audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/02/2012-02-19-grecia-Georgios.mp3|titles=2012 02 19 grecia Georgios]\r\n\r\nscarica il file\r\n\r\nAscolta l'intervista della scorsa settimana a Massimo Varengo sulla situazione politica e sociale in Grecia\r\n\r\nDi seguito un documento sulla giornata del 12 febbraio del gruppo comunista libertario di Atene, di cui Georgios fa parte:\r\nSiamo stati “misurati” ancora una volta... e le nuove misure di austerità sono ormai un fatto.\r\nIeri sera (domenica 12 febbraio, NdR), un ex presidente del parlamento, ha elencato tutti i mali che avrebbero colpito il popolo greco se non fosse stata approvata la nuova legge: fame, miseria e freddo. Secondo lui non ci saranno i soldi per importare cibo e petrolio, guerra (con la Turchia), “flagellum dei”.\r\nUn giornalista ha scritto che l'unica cosa che non hanno annunciato è l'alba dei morti viventi.\r\nUn’altra cosa che non hanno annunciato sono le botte ed i lacrimogeni, perche quelli ci sarebbero stati comunque, approvata o no la legge.\r\nSolo che, stavolta, la gente ha reagito.\r\nE per la prima volta, il bilancio dei feriti, almeno quello “ufficiale” e quasi alla pari.\r\nMerito anche della polizia; nella manifestazione di ieri sera c’era tantissima gente per strada (forse più di 250.000 persone) e la polizia ha cercato prestissimo di evacuare piazza Syntagma con il risultato di “imbottigliare” la gente nel centro di Atene gomito a gomito e quindi forzarla a reagire dato che non poteva ritirarsi, cosa che ha creato scontri in più di 20 fronti contemporaneamente.\r\nOrmai qua la gente è abituata agli scontri con la polizia durante le manifestazioni: la reazione è stata molto tenace. Anche la tecnica degli scontri sta facendo grandi passi avanti: In un caso 5 moto della polizia che caricavano i manifestanti sono andate contro una corda tirata tra due pali a mo’ di trappola. Naturalmente i motociclisti sono caduti, e le hanno prese di santa ragione.\r\nNaturalmente, grazie ai mass media (che nulla dicevano delle cariche della polizia e della gente, ma che ripetevano continuamente un delirio sulla povera Atene distrutta dai vandali), oggi di nuovo si sentono cori di vari idioti “indignati” per via delle 50 banche bruciate (stronzate del tipo “chissà quanta povera gente che lavorava in quei negozi - nessuno parla di banche - ha perso il lavoro”, senza pero dire che con le nuove misure di austerità il lavoro lo perderà comunque tantissima gente).\r\nMa la realtà, trova la sua strada spontaneamente, si sa: nel mezzo del dilemma “memorandum” o “non memorandum”, “prestito” o “fallimento”, nascono da sole le vere alternative. I problemi veri, quelli della gente, e non i falsi ideologici dei politici che secondo l'orientamento politico vorrebbero fare della Grecia un paradiso speculativo oppure una Cuba del mediterraneo, costringono la gente ad organizzare la sua vita in un altro modo.\r\n\r\nPer la prima volta nella storia della Grecia moderna, l'autogestione non è una novità. Nessuno si stupisce ormai di niente:\r\n“- L΄emittente radio della chiesa ortodossa per poco non veniva occupata…\r\n- Sai che novità... l'emittente televisiva ALTER è occupata e autogestita dai lavoratori. L'ospedale di Kilkis è occupato e sotto il diretto controllo dei lavoratori., nessuno sa quante aziende si trovano in sciopero oppure sono state occupate.”\r\nDal sito dei comunisti libertari di Atene\r\n\r\n ","21 Febbraio 2012","In Grecia continuano le iniziative di lotta contro le misure del governo Papademos, approvate dal parlamento il 12 febbraio, mentre ad Atene e in numerose altre città greche scoppiava la rivolta popolare. Nella capitale gli scontri sono andati avanti per ore, mentre la popolazione in lotta applaudiva gli anarchici che rispondevano con forza agli attacchi della polizia. In quella giornata ci sono stati oltre cento arresti con accuse molto gravi come resistenza, attacco incendiario, lesioni.\r\nMolto intenso è anche il dibattito sulle prospettive per l’immediato futuro, poiché in tanti sta crescendo la consapevolezza della necessità di un esodo conflittuale dall’istituito. I primi segni ci sono: dal rifiuto dei lavoratori dell’azienda elettrica a staccare la luce ai morosi, all’autogestione di un ospedale a Kirkis.\r\nNe abbiamo parlato con un compagno greco, Georgios\r\n","2018-10-17 23:00:22","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/02/Grecia1-200x110.jpg","Rivolta sociale in Grecia",1329845317,[240,241,242,243,244],"http://radioblackout.org/tag/anarchici/","http://radioblackout.org/tag/arresti/","http://radioblackout.org/tag/autogestione/","http://radioblackout.org/tag/grecia/","http://radioblackout.org/tag/rivolta-sociale/",[145,143,147,141,149],{"post_content":247},{"matched_tokens":248,"snippet":249,"value":250},[62],"iniziative di lotta contro le \u003Cmark>misure\u003C/mark> del governo Papademos, approvate dal","In Grecia continuano le iniziative di lotta contro le \u003Cmark>misure\u003C/mark> del governo Papademos, approvate dal parlamento il 12 febbraio, mentre ad Atene e in numerose altre città greche scoppiava la rivolta popolare. Nella capitale gli scontri sono andati avanti per ore, mentre la popolazione in lotta applaudiva gli anarchici che rispondevano con forza agli attacchi della polizia. In quella giornata ci sono stati oltre cento arresti con accuse molto gravi come resistenza, attacco incendiario, lesioni.\r\nMolto intenso è anche il dibattito sulle prospettive per l’immediato futuro, poiché in tanti sta crescendo la consapevolezza della necessità di un esodo conflittuale dall’istituito. I primi segni ci sono: dal \u003Cmark>rifiuto\u003C/mark> dei lavoratori dell’azienda elettrica a staccare la luce ai morosi, all’autogestione di un ospedale a Kirkis.\r\n\r\nAscolta l'intervista rilasciata a radio Blackout da un compagno greco, Georgios: [audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/02/2012-02-19-grecia-Georgios.mp3|titles=2012 02 19 grecia Georgios]\r\n\r\nscarica il file\r\n\r\nAscolta l'intervista della scorsa settimana a Massimo Varengo sulla situazione politica e sociale in Grecia\r\n\r\nDi seguito un documento sulla giornata del 12 febbraio del gruppo comunista libertario di Atene, di cui Georgios fa parte:\r\nSiamo stati “misurati” ancora una volta... e le nuove \u003Cmark>misure\u003C/mark> di austerità sono ormai un fatto.\r\nIeri sera (domenica 12 febbraio, NdR), un ex presidente del parlamento, ha elencato tutti i mali che avrebbero colpito il popolo greco se non fosse stata approvata la nuova legge: fame, miseria e freddo. Secondo lui non ci saranno i soldi per importare cibo e petrolio, guerra (con la Turchia), “flagellum dei”.\r\nUn giornalista ha scritto che l'unica cosa che non hanno annunciato è l'alba dei morti viventi.\r\nUn’altra cosa che non hanno annunciato sono le botte ed i lacrimogeni, perche quelli ci sarebbero stati comunque, approvata o no la legge.\r\nSolo che, stavolta, la gente ha reagito.\r\nE per la prima volta, il bilancio dei feriti, almeno quello “ufficiale” e quasi alla pari.\r\nMerito anche della polizia; nella manifestazione di ieri sera c’era tantissima gente per strada (forse più di 250.000 persone) e la polizia ha cercato prestissimo di evacuare piazza Syntagma con il risultato di “imbottigliare” la gente nel centro di Atene gomito a gomito e quindi forzarla a reagire dato che non poteva ritirarsi, cosa che ha creato scontri in più di 20 fronti contemporaneamente.\r\nOrmai qua la gente è abituata agli scontri con la polizia durante le manifestazioni: la reazione è stata molto tenace. Anche la tecnica degli scontri sta facendo grandi passi avanti: In un caso 5 moto della polizia che caricavano i manifestanti sono andate contro una corda tirata tra due pali a mo’ di trappola. Naturalmente i motociclisti sono caduti, e le hanno prese di santa ragione.\r\nNaturalmente, grazie ai mass media (che nulla dicevano \u003Cmark>delle\u003C/mark> cariche della polizia e della gente, ma che ripetevano continuamente un delirio sulla povera Atene distrutta dai vandali), oggi di nuovo si sentono cori di vari idioti “indignati” per via \u003Cmark>delle\u003C/mark> 50 banche bruciate (stronzate del tipo “chissà quanta povera gente che lavorava in quei negozi - nessuno parla di banche - ha perso il lavoro”, senza pero dire che con le nuove \u003Cmark>misure\u003C/mark> di austerità il lavoro lo perderà comunque tantissima gente).\r\nMa la realtà, trova la sua strada spontaneamente, si sa: nel mezzo del dilemma “memorandum” o “non memorandum”, “prestito” o “fallimento”, nascono da sole le vere alternative. I problemi veri, quelli della gente, e non i falsi ideologici dei politici che secondo l'orientamento politico vorrebbero fare della Grecia un paradiso speculativo oppure una Cuba del mediterraneo, costringono la gente ad organizzare la sua vita in un altro modo.\r\n\r\nPer la prima volta nella storia della Grecia moderna, l'autogestione non è una novità. Nessuno si stupisce ormai di niente:\r\n“- L΄emittente radio della chiesa ortodossa per poco non veniva occupata…\r\n- Sai che novità... l'emittente televisiva ALTER è occupata e autogestita dai lavoratori. 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