","Il carcere duro e lo sciopero di Anna e Silvia. Elton Kalica, testimone e ricercatore","post",1559323594,[60,61,62,63,64,65,66,67,68,69,70],"http://radioblackout.org/tag/41bis/","http://radioblackout.org/tag/as2/","http://radioblackout.org/tag/carcere-duro/","http://radioblackout.org/tag/cie/","http://radioblackout.org/tag/cpr/","http://radioblackout.org/tag/elton-kalica/","http://radioblackout.org/tag/gom/","http://radioblackout.org/tag/repressione/","http://radioblackout.org/tag/ristretti/","http://radioblackout.org/tag/sciopero-della-fame/","http://radioblackout.org/tag/silvia-e-anna/",[72,17,73,74,75,25,15,76,23,77,78],"41bis","carcere duro","cie","cpr","repressione","sciopero della fame","Silvia e Anna",{"post_content":80,"tags":84},{"matched_tokens":81,"snippet":82,"value":83},[23],"attraverso a quegli stessi corpi \u003Cmark>ristretti\u003C/mark>, che rifiutano il cibo per","Come si evince dalla pagina di Macerie che illustra le modalità con cui Silvia ha annunciato lo sciopero della fame suo e di Anna nel carcere di L'Aquila si cercherà in questi giorni di fare in modo che questo loro esporre i corpi al di là delle sbarre riceva un forte senso di rivendicazione di libertà e condizioni migliori. Dai Cpr alle politiche globali è il titolo di una serie di iniziative in Torino tra il 30 maggio e il 6 giugno che uniscono la gestione feroce del fenomeno migratorio e il suo controllo fatto passare come sicurezza, sotto forma di decreto poliziesco. Ci siamo affidati a Giordana perché ci illustrasse gli interventi di Gianluca Vitale e Laura Martinelli al Campus, di Pietro Basso ai giardini Schiapparelli, la biciclettata da piazza Castello al Cie tornato Cpr (ma stavolta Centro di Permanenza e Rimpatrio) di corso Brunelleschi:\r\n\r\nDai Cpr alle politiche globali\r\nLa lotta contro luoghi infami come i Cie/Cpr si lega a filo doppio con il pugno duro adottato contro l'Asilo sgomberato il 7 febbraio. All'innalzamento del livello di repressione nei confronti di alcune realtà riconosciute dal potere come nemico assoluto ci è sembrato opportuno almeno contrapporre un'analisi e un'apertura ai tentativi di resistenza e di rivendicare e ottenere livelli di sopportabile esistenza e comunque pretendendo libertà e di porre un argine all'arbitrio poliziesco. Dopo questi mesi di lotte a seguito dello sgombero dell'Asilo si è giunti a un tale grado di coercizione, di persecuzione, di kafkiane pieghe di sadismo burocratico che Silvia e Anna, recluse al 41 bis senza che nessun giudice gliel'abbia comminato, hanno dovuto contrapporre un gesto estremo e pericoloso nelle sue conseguenze. Lo sciopero della fame.\r\nDapprima Gabrio ci ha aggiornato sulle condizioni delle due compagne sequestrate dallo stato e ristrette a L'Aquila che richiedono di essere declassificate a forme che spetterebbero loro, in base alle accuse e alle norme e in totale assenza di giudizio, e non arbitrii dovuti all'interpretazione personale dei tanti funzionari che si arrogano ciascuno interventi che sembrano fare a gara a inasprire l'accanimento; analizzando infine la situazione e allargando il discorso alle forme di repressione messe in atto negli ultimi mesi contro il Movimento e in prospettiva futura.\r\n\r\nSilvia e Anna: accanimento e abitudine all'inasprimento\r\n\r\nPoi abbiamo avuto la fortuna di interpellare Elton Kalica, che dapprima ha subito il carcere duro per molti anni e poi lo ha iniziato a studiare e a frequentare con interesse scientifico mai scevro di umanità.\r\n\r\nUna vera eminenza per quel che riguarda il sistema penitenziario e l'umanità ivi compressa, Nonostante la giovane età in materia di carcerazione speciale Elton è l'interlocutore giusto in questi giorni di particolare attenzione ai regimi detentivi e di reazioni a questi attraverso a quegli stessi corpi \u003Cmark>ristretti\u003C/mark>, che rifiutano il cibo per sottrarsi alla tortura e alla vessazione vendicativa, ci è sembrato corretto rivolgerci a questo giovane che ha esperito il carcere duro come vittima e poi come ricercatore per ottenere una schietta e inattaccabile descrizione dei motivi e delle modalità sottese a ogni regola normativa e individuale arbitrio nascosto tra le pieghe dei regimi restrittivi più feroci e punitivi.\r\n\r\n41 bis e nemico assoluto genera tortura",[85,87,89,91,93,95,97,99,101,104,106],{"matched_tokens":86,"snippet":72},[],{"matched_tokens":88,"snippet":17},[],{"matched_tokens":90,"snippet":73},[],{"matched_tokens":92,"snippet":74},[],{"matched_tokens":94,"snippet":75},[],{"matched_tokens":96,"snippet":25},[],{"matched_tokens":98,"snippet":15},[],{"matched_tokens":100,"snippet":76},[],{"matched_tokens":102,"snippet":103},[23],"\u003Cmark>ristretti\u003C/mark>",{"matched_tokens":105,"snippet":77},[],{"matched_tokens":107,"snippet":78},[],[109,115],{"field":34,"indices":110,"matched_tokens":112,"snippets":114},[111],8,[113],[23],[103],{"field":116,"matched_tokens":117,"snippet":82,"value":83},"post_content",[23],578730123365712000,{"best_field_score":120,"best_field_weight":121,"fields_matched":122,"num_tokens_dropped":46,"score":123,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":46},"1108091339008",13,2,"578730123365711978",{"document":125,"highlight":149,"highlights":154,"text_match":157,"text_match_info":158},{"cat_link":126,"category":127,"comment_count":46,"id":128,"is_sticky":46,"permalink":129,"post_author":49,"post_content":130,"post_date":131,"post_excerpt":52,"post_id":128,"post_modified":132,"post_thumbnail":133,"post_thumbnail_html":134,"post_title":135,"post_type":57,"sort_by_date":136,"tag_links":137,"tags":143},[43],[45],"81747","http://radioblackout.org/2023/04/lollobrigida-la-sostituzione-etnica-e-il-piano-kalergi/","Il ministro dell’agricoltura Lollobrigida il 18 aprile al congresso della Cisal ha sostenuto che “Non possiamo arrenderci all’idea della sostituzione etnica,”\r\nDi fronte alle reazioni indignate per l’esplicito riferimento alla nota teoria razzista, Lollobrigida ha dichiarato “di non sapere”. “Non credo sia corretto definirmi ignorante perché fino a ieri non sapevo chi fosse il signor Kalergi,” ha puntualizzato.\r\nUna toppa peggiore del buco.\r\nLa destra di governo ormai ci ha abituato a queste gag, che con ogni probabilità sono studiate a tavolino. La sparano grossa e poi fanno i tonti. Intanto mezza Italia ha sentito un ministro della Repubblica tuonare contro la “sostituzione etnica” e gli italian* che non fanno figli.\r\nQuesta teoria, un tempo patrimonio di ristretti circoli neonazisti, oggi è ampiamente diffusa.\r\nPer capirne di più di “sostituzione etnica” e “piano Kalergi ne abbiamo parlato con Lorenzo.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/2023-04-25-lollobrigida-lollo-kalergi.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","26 Aprile 2023","2023-04-26 22:58:50","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/prova-1_8vus-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/prova-1_8vus-300x169.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/prova-1_8vus-300x169.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/prova-1_8vus-1024x576.png 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/prova-1_8vus-768x432.png 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/prova-1_8vus-1536x864.png 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/prova-1_8vus.png 1920w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Lollobrigida, la sostituzione etnica e il piano Kalergi",1682549930,[138,139,140,141,142],"http://radioblackout.org/tag/lollobrigida/","http://radioblackout.org/tag/ministro-dellagricoltura/","http://radioblackout.org/tag/piano-kalergi/","http://radioblackout.org/tag/razzismo/","http://radioblackout.org/tag/sostituzione-etnica/",[144,145,146,147,148],"lollobrigida","ministro dell'agricoltura","piano kalergi","razzismo","sostituzione etnica",{"post_content":150},{"matched_tokens":151,"snippet":152,"value":153},[23],"teoria, un tempo patrimonio di \u003Cmark>ristretti\u003C/mark> circoli neonazisti, oggi è ampiamente","Il ministro dell’agricoltura Lollobrigida il 18 aprile al congresso della Cisal ha sostenuto che “Non possiamo arrenderci all’idea della sostituzione etnica,”\r\nDi fronte alle reazioni indignate per l’esplicito riferimento alla nota teoria razzista, Lollobrigida ha dichiarato “di non sapere”. “Non credo sia corretto definirmi ignorante perché fino a ieri non sapevo chi fosse il signor Kalergi,” ha puntualizzato.\r\nUna toppa peggiore del buco.\r\nLa destra di governo ormai ci ha abituato a queste gag, che con ogni probabilità sono studiate a tavolino. 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I ragazzi di quelle università, quelle che preparano sono private, perché si è voluto che le altre non siano allo stesso livello... e comunque si paga sempre, anche quella pubblica, e non in modo commisurato ai salari.\r\n\r\nGià prima la vita è dura, ma diventa durissima dopo la fine del percorso scolastico, quando bisogna onorare il prestito d’onore a tassi d'interesse da strozzino. E lo strozzino è la banca di riferimento statale (Icetex, l'istituto di credito che \"elargisce\" i prestiti d'onore, prendendo i soldi pubblici, girandoli alle università private e pretendendo la restituzione dai ragazzi dopo la laurea) che agisce come esattore. L’incredibile è che i ragazzi stanno chiedendo soltanto che si azzerino gli interessi e non la cancellazione del prestito.\r\n\r\nOra pare che il movimento, ampiamente represso con i soliti modi polizieschi e con prospettive di non riuscire a risolvere la questione in tempi ristretti, stia crescendo anche come consapevolezza e quindi potrebbe rilanciare ed estendersi al resto della società, ma per ora l'unico ambito coinvolto nella mobilitazione è quello della scuola e dell'università.\r\n\r\nI fatti sono stati raccontati da alcune testate molte attente e che hanno documentato le lotte studentesche, abbiamo cercato di capire meglio come funziona il sistema colombiano dell'istruzione e della ricerca e di inserirlo nel contesto in cui ha potuto crescere questa che si spera non sia solo una fiammata.\r\n\r\nE abbiamo pensato – e ce lo ha confermato in questo intervento – che Cristina Vargas potesse essere la persona più adatta per analizzare la situazione e spiegarcela al di qua dell’Atlantico\r\n\r\nRibellione degli studenti colombiani","26 Ottobre 2018","2018-10-30 09:42:26","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/10/ICETEX-Foto-dantesca-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"151\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/10/ICETEX-Foto-dantesca-300x151.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/10/ICETEX-Foto-dantesca-300x151.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/10/ICETEX-Foto-dantesca-768x387.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/10/ICETEX-Foto-dantesca.jpg 800w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","L’istruzione strozzina in Colombia",1540598082,[176,177,178,179],"http://radioblackout.org/tag/colombia-studenti/","http://radioblackout.org/tag/icetex/","http://radioblackout.org/tag/prestito-donore/","http://radioblackout.org/tag/scuola/",[181,182,183,184],"Colombia studenti","Icetex","prestito d'onore","scuola",{"post_content":186},{"matched_tokens":187,"snippet":188,"value":189},[23],"risolvere la questione in tempi \u003Cmark>ristretti\u003C/mark>, stia crescendo anche come consapevolezza","Un ottobre infuocato quello della scuola colombiana, che non riesce più a trovare il modo di sostener un meccanismo perverso: quello riassunto genialmente nel cartello che correda questo articolo. 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I ciclisti delle Alpi libere hanno unito questa lotta con la resistenza dei migranti a Ventimiglia e sono riusciti a tal punto nell'intento che una trentina di partecipanti italiani sono stati reclusi nel Cra di Nizza insieme ai sans papier della struttura detentiva nei pressi della Gare routiere nizzarda. Sono ristretti in attesa di venire riaccompagnati in Italia con il divieto per un anno di rientrare in Francia.\r\n\r\nAbbiamo parlato con due di loro che ci hanno raccontato della condizione detentiva nel Cra di Nizza, dei motivi per cui sono lì rinchiusi e delle ultime notizie che arrivano da Ventimiglia:\r\n\r\ncienizza","24 Giugno 2016","2016-06-27 13:28:14","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/06/noborder-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/06/noborder-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/06/noborder-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/06/noborder.jpg 604w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Dalla valle Roja al Cra di Nizza: il racconto dei compas rinchiusi nella struttura francese",1466789167,[],[],{"post_content":210},{"matched_tokens":211,"snippet":212,"value":213},[23],"della Gare routiere nizzarda. 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Rimangono impuniti per l'apparato di insabbiamento e promozione che subito si attiva, per i costi che si dovrebbero affrontare da soli e famiglie coraggiose come quella di Stefano Cucchi non sono tante. Ma l'Associazione contro gli abusi in divisa fornisce supporto legale e indicazioni per cercare di ottenere giustizia.\r\nL'associazione nasce dopo l'omicidio di Michele Ferrulli, perpetrato con una tecnica che persino la polizia americana giudica esiziale e che è stata fatale anche per Andrea Soldi ultimamente, coinvolgendo l'ambito del Tso, che fa parte anche della copertura assicurata dall'Associazione, ma l'idea cominciò a farsi strada nell'indignazione degli spiriti più sensibili di alcuni compagni all'indomani dei fatti di Genova 2001.\r\nCi siamo rivolti a Luca in seguito all'assassinio di Ciro Lo Muscio, eseguito da due pirati della strada in divisa su un'auto civetta che a folle velocità lo ha travolto in corso Grossetto a Torino, di notte, mentre rincasava sobrio discendendo dal bus della linea 2; l'assenza di lampeggianti e sirene ha fatto pensare a criminali e quindi le persone del quartiere circondarono l'auto anonima per impedire la fuga, poi operata con l'intervento di altri uomini in divisa che li hanno prelevati... ora sembra che si riesca a fare luce sull'“increscioso incidente” e comunque la famiglia non ha intenzione di farsi intimidire: è annunciata una fiaccolata in corso Grosseto allo scadere di un mese dall'omicidio, avvenuto il 29 dicembre.\r\nAcad può aiutare quando c'è questa volontà di giustizia e forse – nonostante i tantissimi casi di assoluta impunità delle “mele marce” – ogni tanto ha dato prova di ottenere qualche risultato. 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E forse anche questo può fungere da deterrente rispetto all'atteggiamento sprezzante e spregiudicato di chiunque indossi una divisa che, soprattutto in un paese dove non esiste il reato di tortura e gli operatori non sono identificabili, si sente intoccabile e giudice di qualsiasi suddito che si trova di 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Gestire le questioni sociali come problemi di ordine pubblico è una scelta che attraversa il pianeta. \r\nMa droni, telecamere intelligenti, riconoscimenti facciali sono solo un dei tasselli del mosaico dell’ordine pubblico. \r\nLa funzione poliziesca si estende e torna ad investire ambiti, che sino a poco tempo fa erano sottratti alla dimensione immediatamente repressiva, per essere delegati all’ambiguo settore dei servizi sociali, dove controllo e sostegno appaiono indistinguibili.\r\nLa polizia, oltre ai reati formalmente definiti, diviene agente del controllo dei comportamenti, della correttezza morale, per dare attuazione ad un corpus di norme che collocano la povertà sul versante scivoloso della colpa. La pandemia ha offerto la possibilità di sperimentare sull’intera popolazione forme di controllo altrimenti riservate a gruppi ristretti: oppositori politici, persone razzializzate, senzatetto.\r\nLa polizia sociale è polizia in senso ampio, dove alla persecuzione delle attività definite reati dalle leggi vigenti, si affianca il controllo sempre più stringente sulla popolazione, in base a criteri di moralità pubblica, oggi definiti dalla pandemia, sino a ieri inscritti nel reticolo della città decorosa. Uno degli strumenti cardine della polizia sociale è il censimento, il mezzo con il quale censire ed incasellare chi, per propria condizione sociale, sfugge alla rete virtuale in cui la gran parte di noi è più o meno volontariamente inserito.\r\nCe ne ha parlato Enrico Gargiulo dell’università di Bologna\r\nLa guerra ai giornalisti di Macron\r\n\r\nNo Tav. Viaggio in una notte senza stelle. A 15 anni dalla rivolta di Venaus l’apertura dei cantieri per realizzazione della nuova linea ad alta velocità ferroviaria, che consegnerà la Val Susa al destino di corridoio logistico per le merci, è ormai molto vicina.\r\nSiamo prossimi al punto di non ritorno. I nuovi lavori ci offriranno occasioni nuove per mettere in difficoltà i nostri avversari, dipende solo da noi coglierle.\r\nIl futuro non si delega: oggi come allora solo l’azione diretta, senza deleghe, può creare le condizioni per fermare ancora una volta la corsa folle, di chi antepone il profitto alla vita e alla libertà di tutti.\r\n\r\nProssimi appuntamenti:\r\n\r\nMercoledì 23 dicembre\r\nAborto libero! La giunta Cirio nega l’aborto farmacologico domiciliare e piazza le associazioni catto-fasciste negli ospedali: fermiamoli!\r\nPunto info al mercato di piazza Madama Cristina\r\nore 10,30 – 12,30\r\n\r\nIn strada contro il Tav e il suo mondo. 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Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\ncorso Palermo 46 – @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nScrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","16 Dicembre 2020","2020-12-16 11:27:03","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/jeremynixon-brazil-200x110.jpg","Anarres del 4 dicembre. Polizia politica e sociale. No Tav: viaggio in una notte senza stelle. La guerra di Macron ai giornalisti...","podcast",1608117664,[],[],{"post_content":329},{"matched_tokens":330,"snippet":331,"value":332},[23],"controllo altrimenti riservate a gruppi \u003Cmark>ristretti\u003C/mark>: oppositori politici, persone razzializzate, senzatetto.\r","Il nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. 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Infine ci spostiamo negli USA per raccontarvi della gestione del lavoro dei detenuti nelle carceri private.\r\n\r\nbello come 23 aprile\r\n\r\nLETTERA DEI DETENUTI DI LIVORNO\r\n\r\nI detenuti ristretti presso la C/C. di Livorno,rep. Alta-Sicurezza, firmatari del presente documento,con il quale invocano l’intervento urgente, con gli organi sopra citati, al fine della tutela della propria dignità umana, portano alla vostra attenzione le seguenti problematiche.\r\n\r\nPreliminarmente va ricordato che in questo istituto, dai primi del mese di Novembre 2017, fino al 15 dello stesso mese, cè stata una protesta pacifica e democratica che ha interessato tutte e tre le sezioni di Alta-Sicurezza, sempre per condizioni di invisibilità.\r\n\r\nAll’epoca dei fatti sono intervenuti il magistrato di sorveglianza (LI) e il provveditore della Toscana per riuscire a far rientrare la protesta anche perché si avvicinava il mese di Dicembre con la prospettiva delle vacanze natalizie.\r\n\r\nNaturalmente tramite promesse da marinaio, la protesta e rientrata con la pace di tutti, direzione tutta in particolare. Le promesse di marinaio consistevano in miglioramenti della vita detentiva in generale, dal vitto che è ancora uguale a prima e, comunque, non intendiamo entrare in questo argomento,perché ci è stato promesso che entro il mese di giugno 2018 avrebbero sistemato la cucina e migliorato la qualità del vitto, aspettiamo Giugno! Riguardo le altre cose ci hanno dato qualche telefonata per mezza giornata e per due domeniche nei mesi Gennaio e Febbraio. A parte questo ‘’contentino’’ delle due telefonate domenicali al mese, tutto il resto è peggiorato naturalmente a scapito dei detenuti in particolare il sovraffollamento, sembra questo fenomeno che è una cosa fuorilegge in quanto le sezioni di Alta Sicurezza sono state costruite per due persone per cella e a norma europea, così ci era stato assicurato quando siamo arrivati in questo istituto. Oggi invece ci viene quasi imposto di mettere altre persone in cella, senza preoccuparsi se uno fuma, se uno ha problemi di salute o atri problemi, seri e gravi di salute. Ebbene, questo modo di agire presenta l’abuso di potere e viola palesemente l’Art.3 della convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo.\r\n\r\nRiguardo a questo drammatico problema del sovraffollamento ci preme ricordare un passaggio, tramite un colloquio verificatosi il 26 Settembre 2017, quando un gruppo di detenuti si sono incontrati con il garante dei diritti dei detenuti della Toscana, Dottor. Franco Corleone, in quella circostanza quel gruppo di detenuti, ha rappresentato al Dottor Corleone i problemi più grossi che erano costretti a subire. Il lavoro, le sale dei colloqui dove diventa un calvario stare seduti per più di un’ora in quei sgabelli piantati per terra, dove diventa difficile fare un colloquio con le proprie famiglie. L’ufficio educatori che è carente sia di personale e sia come quantità e qualità lavorativa, non si comprende come una educatrice si arroga il diritto del tutto arbitrario e gratuito, di rivestire il ruolo di magistrato di sorveglianza,di direttrice e di tanto altro ancora, fino al punto da decidere lei se una istanza di qualsiasi natura, possa essere inviata oppure no al magistrato di sorveglianza. Noi riteniamo che questo modo sia contrario alle norme vigenti e quindi illegale.\r\n\r\nQuesto modo di portare avanti l’area trattamentale è un modo come un altro per far stare quanto più possibile la gente in carcere, e ci riferiamo a tutti quelli che, essendo nei termini di poter usufruire dei benefici penitenziari, potrebbero accedere ai detti benefici e quindi alleggerire il famoso fenomeno di sovraffollamento dal quale molti traggono dei benefici in termini di speculazione, e questi non sono di certo i detenuti ristretti.\r\n\r\nOltre a questi sopra esposti di problemi, in quella occasione al Dottor. Corleone abbiamo rappresentato anche e soprattutto questo fenomeno delle tre persone a cella, malgrado questo reparto alla sicurezza è predisposto per due a cella. A quel punto il Dottor. Corleone ci riferiva quanto segue: ’’ Il direttore del D.R.P. davanti a me ha firmato una notifica nella quale si affermava che il carcere di Livorno non poteva ospitare oltre due persone per cella, io personalmente sono stato un testimone oculare di questa firma, perché si è svolto davanti ai miei occhi, quindi, appena esco da qui sarà la prima cosa che farò e ciò è di telefonare personalmente al direttore del D.R.P. per farmi spiegare come è possibile una cosa del genere e tra qualche giorno vi farò sapere ‘’ .\r\n\r\nUn altro argomento è stato quello dei computer personali, due detenuti hanno violato le regole, sono stati puniti e trasferiti, a noi tutti ci sono stati ritirati e sequestrati. Due detenuti hanno proposto reclamo fino al tribunale di sorveglianza di Firenze e malgrado i loro computer erano in regola hanno avuto rigettato il reclamo, nel rigetto c’era scritto che la direzione aveva promesso che si impegnava a trovare un locale per adibirlo all’uso dei personal computer per quei detenuti che studiano e frequentano i corsi scolastici e universitari. Ad oggi, fine Febbraio 2018, ancora attendiamo che venga trovato questo locale.\r\n\r\nUn altro argomento è il lavoro, ci erano state fatte delle promesse, nel mese di Dicembre 2017, tese ad aumentare sia le merce di e sia qualche posto di lavoro in più. Risultato? Sono diminuiti i posti di lavoro e sono diminuite le mercedi, cioè gli stipendi che prima si potevano chiamare più o meno soddisfacenti, nel senso che per ogni giornata lavorativa si veniva retribuiti con due e tre ore, nonostante se ne faceva qualcuna in più.\r\n\r\nOggi alla luce delle false promesse e caduta la maschera dell’ipocrisia, la realtà è che un detenuto è costretto a lavorare per 3-h-5 ore e viene retribuito con solo un’ora(1) al giorno. Questo vuol dire guadagnare 50 ,60 euro al mese.\r\n\r\nIn base alle norme europee, questo si chiama; ‘’ riduzione in schiavitù ‘’, e pur portata avanti con molta filosofia è sempre una violazione dell’Art.3 della convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo, C.E.D.U.\r\n\r\nPer ultimo ricordiamo che malgrado tutti questi disagi nei quali siamo costretti a vivere, hanno pensato bene ad aumentare i prezzi dei prodotti che acquistiamo al sopravvitto interno, alimentari, carni surgelati, frutta e verdura e altri prodotti. Complimenti da veri irresponsabili!\r\n\r\nRibadiamo che ‘’ la pena consiste nella privazione della libertà personale, non nella revoca di altri diritti ‘’.\r\n\r\nIl 20 Febbraio si è assistiti a qualcosa di assurdo: in una cella della terza sezione, hanno provato con minacce a mettere un fumatore con due che non fumano, mezz’ora prima avevano messo un cinese, poi tolto e cercato di mettere il fumatore. I due detenuti hanno fatto i bagagli e chiesto di essere portati alle celle di isolamento. Le ritorsioni e le ripicche sono all’ordine del giorno, qui vige una falsa democrazia, celata da razzismo e abusi di potere.\r\n\r\nQuesta lamentela che vogliamo far conoscere a tutta l’Italia, è priva di firme, perché la maggior parte dei detenuti ha paura delle ritorsioni e ripicche.\r\n\r\nPer favore bisogna far presto prima che degeneri del tutto la situazione all’interno di questo istituto. I garanti, che si immagina fossero sopra le parti, vengono circuiti, incredibile!\r\n\r\nLe connivenze che esistono tra, direzione, magistrato di sorveglianza e tribunale di sorveglianza, sono quasi invisibili per non creare precedenti, però sappiate che esistono e il tutto a scapito dei detenuti. Ci sono tutte le circostanze per fare apparire un inchiesta e per favore avvisate di tutti questi abusi l’onorevole Eleonora Forenza.\r\n\r\nRiguardo i due detenuti che si sono rifiutati di farsi calpestare la propria dignità, facendosi mettere in cella un fumatore, e per questo volevano essere portati in isolamento, e cambiate la condizione, cioè, gli è stato fatto un rapporto disciplinare che consiste nella chiusura del lavoro, per uno dei due che faceva lo spazzino, e il divieto di socialità, possono solo andare a scuola e per 4 ore al giorno i passeggi.\r\n\r\nL’ultimo punto che facciamo notare è questo: a settembre 2017, a causa di una bomba d’acqua verificatasi nella città di Livorno, si sono allagati gli scantinati anche per la cattiva manutenzione, dov’erano stati posizionati tutte le strumentazioni elettroniche che facevano funzionare computer, ascensori, aperture delle celle automatiche ecc., ecc., ad oggi dei tre ascensori non ne funzione nemmeno uno, e nessuno se ne preoccupa.\r\n\r\nSapete cosa significa se uno, qui siamo al terzo piano, si sente male di notte e avesse bisogno dell’ascensore per essere salvato?\r\n\r\nLa spesa che facciamo bisogna salirla a piedi, 60-80 casse d’acqua, e tutto il resto di generi alimentari, carni, surgelati, frutta e verdura, tutto a mano e solo uno può farlo, e questo viene retribuito solo con 1 ora di retribuzione.\r\n\r\nNon abbiamo parole, se uno rinuncia gli viene commiata la sanzione disciplinare e automaticamente la perdita di un semestre di liberazione anticipata per giorni 45.\r\n\r\nQui vige una dittatura velata da una falsa democrazia. Ogni commento e soprattutto l’aiuto per poter sopravvivere dignitosamente. Grazie!\r\n\r\nRiguardo lo spazio per ogni detenuto in cella, qui stanno agendo con cattiveria, con forza e ripicca vogliono metterci a tre e questo magistrato di sorv. Di Livorno, per non creare dei precedenti rigetta tutti i reclami che gli arrivano, ci ha detto in faccia molto chiaramente che lei non tiene conto delle sentenze della corte europea, ma si attiene solo alla cassazione e qui, per il carcere di Livorno, non c’è una sentenza alla cassazione di invio per il numero di un ordinanza del tribunale di sorveglianza di Bologna che è molto chiara in materia e cioè, ordinanza n. 2018/234 (oppure 2018/734) perché non si capisce bene, del 04/01/2018 depositata in cancelleria il 17/01/2018, ma questo non vale niente?\r\n\r\nA nostro avviso il clima qui dentro si sta facendo molto molto pesante. A proposito a chi si è rifiutato di mettersi a tre gli hanno fatto il rapporto e privato del campo sportivo, palestra e socialità. Adesso è successo che un detenuto trascorsa l’ora con la quale viene retribuito, si è fermato e ha detto che non intendeva proseguire il lavoro perché non sarebbe stato pagato, risultato? Gli hanno fatto il rapporto, è assurdo!!!\r\n\r\nLa pena consiste nella privazione della libertà personale, non nella revoca di tutti i diritti.\r\n\r\nUn caro saluto a tutti dalla minoranza di detenuti di questo lager di Livorno.\r\n\r\nBuon lavoro e speriamo bene che passi questa riforma.\r\n\r\nGrazie per tutto.\r\n\r\nI detenuti di Alta Sicurezza del carcere di Livorno","24 Aprile 2018","2018-10-24 17:42:39","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/04/fucogalere-200x110.jpeg","Bello come una prigione che brucia: il podcast del 24 aprile 2018",1524598996,[],[],{"post_content":351},{"matched_tokens":352,"snippet":353,"value":354},[23],"DETENUTI DI LIVORNO\r\n\r\nI detenuti \u003Cmark>ristretti\u003C/mark> presso la C/C. di Livorno,rep.","Alcune notizie dal mondo del carcere e della sorveglianza: iniziamo con la lettura di stralci della lettera collettiva della sezione Alta sicurezza del carcere di Livorno che alleghiamo in calce, ed altre notizie brevi; proseguiamo poi sul tema della sorveglianza, utilizzando il nuovo rapporto di Privacy International nel Regno Unito sulle perquisizioni digitali e l'estrazione di dati dagli smartphone. Infine ci spostiamo negli USA per raccontarvi della gestione del lavoro dei detenuti nelle carceri private.\r\n\r\nbello come 23 aprile\r\n\r\nLETTERA DEI DETENUTI DI LIVORNO\r\n\r\nI detenuti \u003Cmark>ristretti\u003C/mark> presso la C/C. di Livorno,rep. Alta-Sicurezza, firmatari del presente documento,con il quale invocano l’intervento urgente, con gli organi sopra citati, al fine della tutela della propria dignità umana, portano alla vostra attenzione le seguenti problematiche.\r\n\r\nPreliminarmente va ricordato che in questo istituto, dai primi del mese di Novembre 2017, fino al 15 dello stesso mese, cè stata una protesta pacifica e democratica che ha interessato tutte e tre le sezioni di Alta-Sicurezza, sempre per condizioni di invisibilità.\r\n\r\nAll’epoca dei fatti sono intervenuti il magistrato di sorveglianza (LI) e il provveditore della Toscana per riuscire a far rientrare la protesta anche perché si avvicinava il mese di Dicembre con la prospettiva delle vacanze natalizie.\r\n\r\nNaturalmente tramite promesse da marinaio, la protesta e rientrata con la pace di tutti, direzione tutta in particolare. Le promesse di marinaio consistevano in miglioramenti della vita detentiva in generale, dal vitto che è ancora uguale a prima e, comunque, non intendiamo entrare in questo argomento,perché ci è stato promesso che entro il mese di giugno 2018 avrebbero sistemato la cucina e migliorato la qualità del vitto, aspettiamo Giugno! Riguardo le altre cose ci hanno dato qualche telefonata per mezza giornata e per due domeniche nei mesi Gennaio e Febbraio. A parte questo ‘’contentino’’ delle due telefonate domenicali al mese, tutto il resto è peggiorato naturalmente a scapito dei detenuti in particolare il sovraffollamento, sembra questo fenomeno che è una cosa fuorilegge in quanto le sezioni di Alta Sicurezza sono state costruite per due persone per cella e a norma europea, così ci era stato assicurato quando siamo arrivati in questo istituto. Oggi invece ci viene quasi imposto di mettere altre persone in cella, senza preoccuparsi se uno fuma, se uno ha problemi di salute o atri problemi, seri e gravi di salute. Ebbene, questo modo di agire presenta l’abuso di potere e viola palesemente l’Art.3 della convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo.\r\n\r\nRiguardo a questo drammatico problema del sovraffollamento ci preme ricordare un passaggio, tramite un colloquio verificatosi il 26 Settembre 2017, quando un gruppo di detenuti si sono incontrati con il garante dei diritti dei detenuti della Toscana, Dottor. Franco Corleone, in quella circostanza quel gruppo di detenuti, ha rappresentato al Dottor Corleone i problemi più grossi che erano costretti a subire. Il lavoro, le sale dei colloqui dove diventa un calvario stare seduti per più di un’ora in quei sgabelli piantati per terra, dove diventa difficile fare un colloquio con le proprie famiglie. L’ufficio educatori che è carente sia di personale e sia come quantità e qualità lavorativa, non si comprende come una educatrice si arroga il diritto del tutto arbitrario e gratuito, di rivestire il ruolo di magistrato di sorveglianza,di direttrice e di tanto altro ancora, fino al punto da decidere lei se una istanza di qualsiasi natura, possa essere inviata oppure no al magistrato di sorveglianza. Noi riteniamo che questo modo sia contrario alle norme vigenti e quindi illegale.\r\n\r\nQuesto modo di portare avanti l’area trattamentale è un modo come un altro per far stare quanto più possibile la gente in carcere, e ci riferiamo a tutti quelli che, essendo nei termini di poter usufruire dei benefici penitenziari, potrebbero accedere ai detti benefici e quindi alleggerire il famoso fenomeno di sovraffollamento dal quale molti traggono dei benefici in termini di speculazione, e questi non sono di certo i detenuti \u003Cmark>ristretti\u003C/mark>.\r\n\r\nOltre a questi sopra esposti di problemi, in quella occasione al Dottor. Corleone abbiamo rappresentato anche e soprattutto questo fenomeno delle tre persone a cella, malgrado questo reparto alla sicurezza è predisposto per due a cella. A quel punto il Dottor. Corleone ci riferiva quanto segue: ’’ Il direttore del D.R.P. davanti a me ha firmato una notifica nella quale si affermava che il carcere di Livorno non poteva ospitare oltre due persone per cella, io personalmente sono stato un testimone oculare di questa firma, perché si è svolto davanti ai miei occhi, quindi, appena esco da qui sarà la prima cosa che farò e ciò è di telefonare personalmente al direttore del D.R.P. per farmi spiegare come è possibile una cosa del genere e tra qualche giorno vi farò sapere ‘’ .\r\n\r\nUn altro argomento è stato quello dei computer personali, due detenuti hanno violato le regole, sono stati puniti e trasferiti, a noi tutti ci sono stati ritirati e sequestrati. Due detenuti hanno proposto reclamo fino al tribunale di sorveglianza di Firenze e malgrado i loro computer erano in regola hanno avuto rigettato il reclamo, nel rigetto c’era scritto che la direzione aveva promesso che si impegnava a trovare un locale per adibirlo all’uso dei personal computer per quei detenuti che studiano e frequentano i corsi scolastici e universitari. Ad oggi, fine Febbraio 2018, ancora attendiamo che venga trovato questo locale.\r\n\r\nUn altro argomento è il lavoro, ci erano state fatte delle promesse, nel mese di Dicembre 2017, tese ad aumentare sia le merce di e sia qualche posto di lavoro in più. Risultato? Sono diminuiti i posti di lavoro e sono diminuite le mercedi, cioè gli stipendi che prima si potevano chiamare più o meno soddisfacenti, nel senso che per ogni giornata lavorativa si veniva retribuiti con due e tre ore, nonostante se ne faceva qualcuna in più.\r\n\r\nOggi alla luce delle false promesse e caduta la maschera dell’ipocrisia, la realtà è che un detenuto è costretto a lavorare per 3-h-5 ore e viene retribuito con solo un’ora(1) al giorno. Questo vuol dire guadagnare 50 ,60 euro al mese.\r\n\r\nIn base alle norme europee, questo si chiama; ‘’ riduzione in schiavitù ‘’, e pur portata avanti con molta filosofia è sempre una violazione dell’Art.3 della convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo, C.E.D.U.\r\n\r\nPer ultimo ricordiamo che malgrado tutti questi disagi nei quali siamo costretti a vivere, hanno pensato bene ad aumentare i prezzi dei prodotti che acquistiamo al sopravvitto interno, alimentari, carni surgelati, frutta e verdura e altri prodotti. Complimenti da veri irresponsabili!\r\n\r\nRibadiamo che ‘’ la pena consiste nella privazione della libertà personale, non nella revoca di altri diritti ‘’.\r\n\r\nIl 20 Febbraio si è assistiti a qualcosa di assurdo: in una cella della terza sezione, hanno provato con minacce a mettere un fumatore con due che non fumano, mezz’ora prima avevano messo un cinese, poi tolto e cercato di mettere il fumatore. I due detenuti hanno fatto i bagagli e chiesto di essere portati alle celle di isolamento. Le ritorsioni e le ripicche sono all’ordine del giorno, qui vige una falsa democrazia, celata da razzismo e abusi di potere.\r\n\r\nQuesta lamentela che vogliamo far conoscere a tutta l’Italia, è priva di firme, perché la maggior parte dei detenuti ha paura delle ritorsioni e ripicche.\r\n\r\nPer favore bisogna far presto prima che degeneri del tutto la situazione all’interno di questo istituto. I garanti, che si immagina fossero sopra le parti, vengono circuiti, incredibile!\r\n\r\nLe connivenze che esistono tra, direzione, magistrato di sorveglianza e tribunale di sorveglianza, sono quasi invisibili per non creare precedenti, però sappiate che esistono e il tutto a scapito dei detenuti. Ci sono tutte le circostanze per fare apparire un inchiesta e per favore avvisate di tutti questi abusi l’onorevole Eleonora Forenza.\r\n\r\nRiguardo i due detenuti che si sono rifiutati di farsi calpestare la propria dignità, facendosi mettere in cella un fumatore, e per questo volevano essere portati in isolamento, e cambiate la condizione, cioè, gli è stato fatto un rapporto disciplinare che consiste nella chiusura del lavoro, per uno dei due che faceva lo spazzino, e il divieto di socialità, possono solo andare a scuola e per 4 ore al giorno i passeggi.\r\n\r\nL’ultimo punto che facciamo notare è questo: a settembre 2017, a causa di una bomba d’acqua verificatasi nella città di Livorno, si sono allagati gli scantinati anche per la cattiva manutenzione, dov’erano stati posizionati tutte le strumentazioni elettroniche che facevano funzionare computer, ascensori, aperture delle celle automatiche ecc., ecc., ad oggi dei tre ascensori non ne funzione nemmeno uno, e nessuno se ne preoccupa.\r\n\r\nSapete cosa significa se uno, qui siamo al terzo piano, si sente male di notte e avesse bisogno dell’ascensore per essere salvato?\r\n\r\nLa spesa che facciamo bisogna salirla a piedi, 60-80 casse d’acqua, e tutto il resto di generi alimentari, carni, surgelati, frutta e verdura, tutto a mano e solo uno può farlo, e questo viene retribuito solo con 1 ora di retribuzione.\r\n\r\nNon abbiamo parole, se uno rinuncia gli viene commiata la sanzione disciplinare e automaticamente la perdita di un semestre di liberazione anticipata per giorni 45.\r\n\r\nQui vige una dittatura velata da una falsa democrazia. Ogni commento e soprattutto l’aiuto per poter sopravvivere dignitosamente. Grazie!\r\n\r\nRiguardo lo spazio per ogni detenuto in cella, qui stanno agendo con cattiveria, con forza e ripicca vogliono metterci a tre e questo magistrato di sorv. Di Livorno, per non creare dei precedenti rigetta tutti i reclami che gli arrivano, ci ha detto in faccia molto chiaramente che lei non tiene conto delle sentenze della corte europea, ma si attiene solo alla cassazione e qui, per il carcere di Livorno, non c’è una sentenza alla cassazione di invio per il numero di un ordinanza del tribunale di sorveglianza di Bologna che è molto chiara in materia e cioè, ordinanza n. 2018/234 (oppure 2018/734) perché non si capisce bene, del 04/01/2018 depositata in cancelleria il 17/01/2018, ma questo non vale niente?\r\n\r\nA nostro avviso il clima qui dentro si sta facendo molto molto pesante. A proposito a chi si è rifiutato di mettersi a tre gli hanno fatto il rapporto e privato del campo sportivo, palestra e socialità. Adesso è successo che un detenuto trascorsa l’ora con la quale viene retribuito, si è fermato e ha detto che non intendeva proseguire il lavoro perché non sarebbe stato pagato, risultato? 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Nata con l’ambizione sin troppo evidente di contendere a Grillo le simpatie dei movimenti, costruendo un “soggetto politico nuovo”, Rivoluzione civile non ha saputo sviluppare un’ispirazione cittadinista in fondo estranea ai propri azionisti di maggioranza, riducendosi al cartello degli sfigati che si mettono insieme per fare il quorum.\r\nIngroia non ha recuperato i crediti persi da Rifonda, PdCI e Verdi (più l’impresentabile Di Pietro) dopo l’avventura di governo.\r\nLeggere la sconfitta di Ingroia nella mera chiave del “tradimento” sarebbe però riduttivo. Ingroia perde perché lo spazio simbolico e reale che tenta di occupare è ormai vuoto da tempo.\r\nLa materialità delle relazioni sociali è profondamente mutata. La violenza della divaricazione di classe si è fatta più netta, senza tuttavia innescare una stagione di scontro sociale. 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Sebbene Grillo abbia celebrato la propria apoteosi nel luogo simbolo dei grandi raduni della sinistra romana, le piazze grilline sono nel grande magma del web, dove ti colleghi dall’ufficio, dal bar dove fai pausa, dai giardinetti dove bivacchi in attesa di domani, dal letto prima di crollare addormentato. Se non hai tempo per un post fai un tweet ed esisti. Ci sei anche tu.\r\nTi riconosci nel faccione debordante, nell’urlo del comico, nel suo ghigno moralista, forcaiolo. Sei tu, quello è il tuo volto.\r\nForse la vittoria di Grillo è tutta qui, nella capacità di intercettare il malessere di soggetti sociali che debordano dal quadro novecentesco. L’affermazione/boutade sui sindacati non gli allontana simpatie, perché questi costosi patronati sono avvertiti, non a torto, come parte dell’odiatissima casta, dei privilegiati, dei politici e sindacalisti di professione.\r\nLa memoria della lotta di classe non è il tuo presente e nemmeno il futuro dei tuoi figli, già ipotecato da una classe politica che modella se stessa ai ritmi della transazioni finanziarie. Oggi, subito, domani non importa.\r\nLo spettacolo della politica e la politica spettacolo\r\nIl vincitore morale di questa partita elettorale non è tuttavia Grillo, ma Berlusconi.\r\nQuando si dimise, poco più di un anno fa, diversi editorialisti scrissero che era finita un’epoca, che il berlusconismo era morto. Un anno dopo il Cavaliere dei mille frizzi, lazzi, gag è risorto dalle sue ceneri, si è tenuto la Lombardia dei mille scandali, ha ingoiato la Puglia, rimasticato la Sicilia. L’Italia del cavaliere è più viva che mai.\r\nA tanti anni da tangentopoli, quando gli ingenui pensarono che le inchieste del pool di “mani pulite” avrebbero creato la via giudiziaria al rinnovamento morale, sappiamo che quelle inchieste furono lo strumento per esodare in fretta e furia un blocco politico che, caduto il muro di Berlino, aveva perso ogni ragion d’essere. Il Novecento era finito, i partiti novecenteschi, fatti di grandi apparati, di amici/compagni/camerati, di strutture pesanti e idee che plasmavano di se il mondo non servivano più. La nuova Italia era stata svezzata ed era pronta a fare il salto nell’era del just in time, delle televendite, della libertà fatta di tette/culi, della vita quotidiana sparata in TV, dei sogni confezionati da specialisti dell’immagine e consumati in un minuto.\r\nVolgare, grezzo, ma vitale, Berlusconi inaugurò un nuovo stile politico.\r\nIl corpo, negato, ingessato, smaterializzato, dimenticato fa irruzione nella scena politica mutandola di segno.\r\nNella concretezza dello scontro di classe l’era Berlusconiana porta a termine si lascia alle spalle la questione della mediazione politica tra le “parti sociali”.\r\nLa socialdemocrazia ha un costo che i padroni, se possono, evitano di pagare passando all’attacco.\r\nBerlusconi non ha regnato ininterrottamente, perché una legislatura e mezza se l’è fatta anche il centro-sinistra. Peccato che i più non si siano accorti della differenza, al di là dei circoli ristretti dove si spartiscono nomine e benefici.\r\nBerlusconi viene obbligato ad abdicare perché il mantenimento del blocco sociale che lo sostiene non consente la rapida attuazione di politiche di contenimento del debito pubblico, che oltre a colpire i salariati, stringano in una morsa anche la parte bassa del ceto medio. Berlusconi non poteva permettersi di reintrodurre la tassa sulla casa o di toccare ancora le pensioni. Monti, l’uomo delle banche, invece sì. Il Partito Democratico si accoda nella speranza di poter andare al governo, facendo fare ad altri il lavoro sporco.\r\nCosì si gioca una vittoria elettorale sicura.\r\nMario Monti ha provato a scavarsi un proprio ambito di potere per fungere da ago della bilancia, ma non c’è riuscito. In compenso ha ampiamente cannibalizzato UDC e Futuro e Libertà: Casini ne é uscito malconcio, Fini ne è uscito e basta.\r\nMonti, come Bersani, Ingroia e, in parte, anche Maroni, sono comunque irretiti dalla tela di ragno di una strategia di marketing politico che ha bisogno del corpo dei leader per poter incarnare i sogni e le favole che vende.\r\nServe una faccia, un corpo, che riempia di se la scena vuota di un’agire politico che si riproduce eguale da una legislatura all’altra.\r\nBersani perde perché la sua aria da apparatnik su fondo grigio ha sapore ingessato, anonimo, freddo, duro e insapore come la polenta della sera prima\r\nÈ il trionfo del berlusconismo, dello spettacolo che si fa politica.\r\nChi poteva interpretare meglio questa parte di un attore? Grillo è capace di riempire la scena saturandola di se, facendone un tutt’uno con se stesso. Il suo faccione deborda, il suo grido esplode in faccia a chi guarda.\r\nGrillo è come la minestra della nonna, sapore di autentico nel tempo dove la distanza tra il vero e il falso è nel marchio che ne decreta il prezzo.\r\nGuida spirituale, guru, caudillo, Grillo “ha sempre ragione”, come un padre amorevole che consiglia, incoraggia, sorregge, protegge i suoi figli. Finché obbediscono. Poi sono sberle, e, nei casi estremi, la cacciata dalla famiglia.\r\nGrillo è l’apoteosi della politica post ideologica: mette insieme illusione partecipativa e il dirigismo più esasperato, corteggia i movimenti localisti e fa dichiarazioni razziste, vuole moralizzare la politica, tagliando stipendi e privilegi, ma gioca il proprio ruolo di garante per decidere, senza confronto alcuno, la linea politica del “suo” movimento.\r\nIn campagna elettorale le piazze si sono riempite di spettatori, che andavano via appena prendevano la parola i candidati, meri fantocci all’ombra del conducator.\r\nOggi questi fantocci sono in parlamento, regalando a tanti l’illusione di esserci anche loro.","15 Marzo 2013","2019-01-31 12:44:10","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/03/elezioni_470x305-200x110.jpg","Il Grillo, il satiro e l’uomo in grigio",1363389931,[371,372,373,374,375],"http://radioblackout.org/tag/autonomia/","http://radioblackout.org/tag/elezioni/","http://radioblackout.org/tag/grillo/","http://radioblackout.org/tag/ingroia/","http://radioblackout.org/tag/m5s/",[306,296,300,304,298],{"post_content":378},{"matched_tokens":379,"snippet":380,"value":381},[23],"differenza, al di là dei circoli \u003Cmark>ristretti\u003C/mark> dove si spartiscono nomine e","Il risultato emerso dalle urne è stato un vero terremoto elettorale, il primo dal lontano 1994, quando la discesa in campo di Berlusconi, sotto l’insegna politico-calcistica di Forza Italia, decretò la nascita della seconda Repubblica.\r\n\r\nAnarres ne ha parlato con Pietro Stara. 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Nata con l’ambizione sin troppo evidente di contendere a Grillo le simpatie dei movimenti, costruendo un “soggetto politico nuovo”, Rivoluzione civile non ha saputo sviluppare un’ispirazione cittadinista in fondo estranea ai propri azionisti di maggioranza, riducendosi al cartello degli sfigati che si mettono insieme per fare il quorum.\r\nIngroia non ha recuperato i crediti persi da Rifonda, PdCI e Verdi (più l’impresentabile Di Pietro) dopo l’avventura di governo.\r\nLeggere la sconfitta di Ingroia nella mera chiave del “tradimento” sarebbe però riduttivo. Ingroia perde perché lo spazio simbolico e reale che tenta di occupare è ormai vuoto da tempo.\r\nLa materialità delle relazioni sociali è profondamente mutata. La violenza della divaricazione di classe si è fatta più netta, senza tuttavia innescare una stagione di scontro sociale. I partiti conservatori hanno messo in campo negli ultimi trent’anni un complesso meccanismo di scomposizione sociale i cui effetti sono stati forti sia nella concretezza della condizione lavorativa che nella sua rappresentazione simbolica.\r\nOggi il popolo delle partite IVA, dei precari, di chi lavora senza tutele né garanzie è sempre più vasto.\r\nLa solitudine è il segno distintivo dello sfruttamento nel secondo decennio del secolo.\r\nL’operaio Fiat, lo scaricatore di porto, il bracciante agricolo erano inscritti in un percorso collettivo, determinato dal comune spazio di lavoro - e lotta - e da un identico quadro normativo. Tutto questo oggi si declina in buona parte al passato.\r\nTra partite IVA e precari a vita si è modificata la costituzione materiale delle classi subalterne, demolendone al contempo i processi identitari.\r\nUn padroncino che fa trasporti per conto della Fiat, non pensa a se stesso allo stesso modo dell’addetto della logistica alle dipendenze dall’azienda. La sua condizione di vita è peggiore ma diversa.\r\nNon ha nessuna delle tutele dei dipendenti, ma nemmeno i vantaggi del piccolo imprenditore. Né carne né pesce si trova in un limbo dove la riproposizione della prospettiva welfarista classica gli appare di assoluta inattualità. Inattingibile e nel contempo estranea alla sua vita. Oberato dalle tasse, spesso senza né lavoro né reddito, vuole meno tasse e qualche copertura quando resta a terra.\r\nQuesti soggetti dispersi sono davvero al di là della destra e della sinistra, in un altrove che il populismo grillino è riuscito a catturare, mescolando istanze ultraliberiste con l’ultrastatalismo del reddito di cittadinanza.\r\nEstranei alle piazze fisiche si sono esercitati alla partecipazione nella piazza virtuale di internet. Sebbene Grillo abbia celebrato la propria apoteosi nel luogo simbolo dei grandi raduni della sinistra romana, le piazze grilline sono nel grande magma del web, dove ti colleghi dall’ufficio, dal bar dove fai pausa, dai giardinetti dove bivacchi in attesa di domani, dal letto prima di crollare addormentato. Se non hai tempo per un post fai un tweet ed esisti. Ci sei anche tu.\r\nTi riconosci nel faccione debordante, nell’urlo del comico, nel suo ghigno moralista, forcaiolo. Sei tu, quello è il tuo volto.\r\nForse la vittoria di Grillo è tutta qui, nella capacità di intercettare il malessere di soggetti sociali che debordano dal quadro novecentesco. L’affermazione/boutade sui sindacati non gli allontana simpatie, perché questi costosi patronati sono avvertiti, non a torto, come parte dell’odiatissima casta, dei privilegiati, dei politici e sindacalisti di professione.\r\nLa memoria della lotta di classe non è il tuo presente e nemmeno il futuro dei tuoi figli, già ipotecato da una classe politica che modella se stessa ai ritmi della transazioni finanziarie. Oggi, subito, domani non importa.\r\nLo spettacolo della politica e la politica spettacolo\r\nIl vincitore morale di questa partita elettorale non è tuttavia Grillo, ma Berlusconi.\r\nQuando si dimise, poco più di un anno fa, diversi editorialisti scrissero che era finita un’epoca, che il berlusconismo era morto. Un anno dopo il Cavaliere dei mille frizzi, lazzi, gag è risorto dalle sue ceneri, si è tenuto la Lombardia dei mille scandali, ha ingoiato la Puglia, rimasticato la Sicilia. L’Italia del cavaliere è più viva che mai.\r\nA tanti anni da tangentopoli, quando gli ingenui pensarono che le inchieste del pool di “mani pulite” avrebbero creato la via giudiziaria al rinnovamento morale, sappiamo che quelle inchieste furono lo strumento per esodare in fretta e furia un blocco politico che, caduto il muro di Berlino, aveva perso ogni ragion d’essere. Il Novecento era finito, i partiti novecenteschi, fatti di grandi apparati, di amici/compagni/camerati, di strutture pesanti e idee che plasmavano di se il mondo non servivano più. La nuova Italia era stata svezzata ed era pronta a fare il salto nell’era del just in time, delle televendite, della libertà fatta di tette/culi, della vita quotidiana sparata in TV, dei sogni confezionati da specialisti dell’immagine e consumati in un minuto.\r\nVolgare, grezzo, ma vitale, Berlusconi inaugurò un nuovo stile politico.\r\nIl corpo, negato, ingessato, smaterializzato, dimenticato fa irruzione nella scena politica mutandola di segno.\r\nNella concretezza dello scontro di classe l’era Berlusconiana porta a termine si lascia alle spalle la questione della mediazione politica tra le “parti sociali”.\r\nLa socialdemocrazia ha un costo che i padroni, se possono, evitano di pagare passando all’attacco.\r\nBerlusconi non ha regnato ininterrottamente, perché una legislatura e mezza se l’è fatta anche il centro-sinistra. Peccato che i più non si siano accorti della differenza, al di là dei circoli \u003Cmark>ristretti\u003C/mark> dove si spartiscono nomine e benefici.\r\nBerlusconi viene obbligato ad abdicare perché il mantenimento del blocco sociale che lo sostiene non consente la rapida attuazione di politiche di contenimento del debito pubblico, che oltre a colpire i salariati, stringano in una morsa anche la parte bassa del ceto medio. Berlusconi non poteva permettersi di reintrodurre la tassa sulla casa o di toccare ancora le pensioni. Monti, l’uomo delle banche, invece sì. Il Partito Democratico si accoda nella speranza di poter andare al governo, facendo fare ad altri il lavoro sporco.\r\nCosì si gioca una vittoria elettorale sicura.\r\nMario Monti ha provato a scavarsi un proprio ambito di potere per fungere da ago della bilancia, ma non c’è riuscito. In compenso ha ampiamente cannibalizzato UDC e Futuro e Libertà: Casini ne é uscito malconcio, Fini ne è uscito e basta.\r\nMonti, come Bersani, Ingroia e, in parte, anche Maroni, sono comunque irretiti dalla tela di ragno di una strategia di marketing politico che ha bisogno del corpo dei leader per poter incarnare i sogni e le favole che vende.\r\nServe una faccia, un corpo, che riempia di se la scena vuota di un’agire politico che si riproduce eguale da una legislatura all’altra.\r\nBersani perde perché la sua aria da apparatnik su fondo grigio ha sapore ingessato, anonimo, freddo, duro e insapore come la polenta della sera prima\r\nÈ il trionfo del berlusconismo, dello spettacolo che si fa politica.\r\nChi poteva interpretare meglio questa parte di un attore? Grillo è capace di riempire la scena saturandola di se, facendone un tutt’uno con se stesso. 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Da allora lo stile del professore è cambiato: messe da parte le vesti del tecnico autorevole e pacato, ha indossato i panni del leader responsabile ma deciso, che ha un percorso proprio e nessuna alleanza precostituita.\r\nCon buona pace del PD che ha finito con il recitare la parte del fidanzato cornuto e geloso che non può fare a meno dell’amata. Un stile che non attira certo i voti. L’esperto di comunicazione di Bersani non è certo all’altezza di quelli di Monti. I manifesti elettorali in stile vecchio apparatnik su sfondo grigio topo portano sfiga solo a vederli.\r\nMeglio, decisamente meglio, Berlusconi, che tira fuori tutto il proprio repertorio di gag, frizzi e lazzi, sparandole sempre più grosse ma toccando in una frase il cuore di tanti. La restituzione dell’IMU è come la lotteria: tutti sanno che vincere è improbabile, ma la sola possibilità fa vendere milioni di biglietti.\r\nMaroni e i suoi arrancano ma non sono da meno. Hanno riaperto i cassetti e sparato tutte le vecchie cartucce. Promettono di tagliare le tasse e di aumentare le pensioni, rispolverano il federalismo fiscale hard. Fanno una campagna vecchio stile. I consiglieri comunali bolognesi fanno pulizia (etnica) all’ospedale di Bologna, Maroni fa finta di non essere stato al governo sino a ieri.\r\nUn miraggio è meglio del conto dal droghiere, delle bollette da pagare, del lavoro che non c’è, della precarietà che è meglio del nulla.\r\nPer gli ammalati di nuovismo, forse la più grave delle malattie novecentesche, l’offerta varia tra giustizialisti populisti e giustizialisti d’antan.\r\nIl Grillo urlante sogna un Berlusconi/Pinocchio trascinato via dai carabinieri, a Ingroia i panni del giudice stanno sin troppo bene: non deve certo far fatica a entrare nel personaggio.\r\nSin qui il marketing. 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Il Novecento era finito, i partiti novecenteschi, fatti di grandi apparati, di amici/compagni/camerati, di strutture pesanti e idee che plasmavano di se il mondo non servivano più. La nuova Italia era stata svezzata ed era pronta a fare il salto nell’era del just in time, delle televendite, della libertà fatta di casalinghe che si calavano le mutande in TV, dei sogni confezionati da specialisti dell’immagine e consumati in un minuto.\r\nVolgare, grezzo, ma vitale, Berlusconi inaugurò uno stile politico che si confondeva, a volte persino anticipava l’Italia gridata e scorreggiona che esplose in televisione.\r\nI politici della prima repubblica parlavano e vestivano come mummie in grigio, solo ai sindacalisti era concesso togliere la giacca, gridare, mostrare l’ascella pezzata.\r\nIl corpo, negato, ingessato, smaterializzato, dimenticato fa irruzione nella scena politica mutandola di segno. Persino il papa si adegua, inaugurando l’anno santo del 2000 con una mantellina da arlecchino con gli strass.\r\nNella concretezza dello scontro di classe l’era Berlusconiana porta a termine il regolamento di conti intrapreso da Bettino Craxi, l’unico leader della Prima Repubblica che si lascia alle spalle la questione della mediazione politica tra le “parti sociali”.\r\nGli ammortizzatori servono quando il conflitto sociale è tanto forte da mettere in gioco l’esistenza stessa di un sistema politico e sociale basato sul diritto alla proprietà privata. In un mondo diviso in blocchi, con un partito comunista forte come il PCI, la socialdemocrazia era la miglior garanzia di mantenimento del capitalismo. Ma. La socialdemocrazia costa e ai padroni non piace spendere per\r\ntenere buoni i lavoratori: appena possibile passano all’attacco.\r\n\r\nCome tutti sanno Berlusconi non ha regnato ininterrottamente, perché una legislatura e mezza se l’è fatta anche il centro-sinistra. 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Mario Monti si butta e prova a scavarsi un proprio ambito di potere, muovendosi con accortezza, per fungere da ago della bilancia.\r\nMonti, come Bersani, Ingroia e, in parte, anche Maroni, sono comunque irretiti dalla tela di ragno di una strategia di marketing politico che ha bisogno del corpo dei leader per poter incarnare i sogni e le favole che vende. Oggi sarebbe impossibile immaginare un manifesto con il simbolo del partito e uno slogan, come ai tempi della prima repubblica.\r\nOggi serve una faccia, un corpo, che riempia di se la scena vuota di un’agire politico che si riproduce eguale da una legislatura all’altra.\r\nÈ il trionfo del berlusconismo, dello spettacolo che si fa politica.\r\nChi poteva interpretare meglio questa parte di un attore? Negli Stati Uniti negli anni ottanta ne scelsero uno serioso e di second’ordine come Ronald Reagan.\r\nIn Italia il ruolo tocca ad un comico. L’unico capace di riempire la scena saturandola di se, facendone un tutt’uno con se stesso. Nei manifesti dell’M5S il suo faccione deborda, il suo grido esplode in faccia a chi guarda.\r\nGrillo è come il vinile, ricercato come i mobili di legno della nonna dopo l’overdose dei ripiani di formica e delle sedie di plastica. Guida spirituale, guru, caudillo, Grillo “ha sempre ragione”, come un padre amoroso che consiglia, incoraggia, sorregge, protegge i suoi figli. Finché obbediscono. Poi sono schiaffoni, e, nei casi estremi, la cacciata dalla famiglia.\r\nGrillo, una sorta di Juan Peron post moderno, rappresenta l’apoteosi della politica post ideologica, mettendo insieme illusione partecipativa e il dirigismo più esasperato, corteggia i movimenti localisti e fa dichiarazioni razziste, vuole moralizzare la politica, tagliando stipendi e privilegi, ma gioca il proprio ruolo di garante per decidere, senza confronto alcuno, la linea politica del “suo” movimento.\r\nQuando parla le piazze si riempiono di spettatori, che vanno via appena prendono la parola i candidati, meri fantocci all’ombra del conducator.\r\nLa sinistra che ama la democrazia partecipativa, il commercio equo, che guevara sulle magliette, la fiom e la mamma ha provato a giocare la carta della costruzione dal basso di un “soggetto politico nuovo” sin dalla scorsa primavera, quando nacque il cartello di A.L.B.A. Lo scopo era contrastare il M5S sul terreno della giustizia e della democrazia dal basso. L’operazione ha mostrato la sua povertà quando dalle chiacchiere si è passati alle liste. L’accozzaglia dei vari Ferrero, Diliberto, Di Pietro ha riproposto sotto altra veste gli stessi partiti che avevano sostenuto le scelte più antipopolari del governo Prodi. Le anime più sensibili di Alba si sono sfilate dall’operazione “Rivoluzione civile”, il gioco delle poltrone è andato avanti.\r\n\r\nPresto la campagna elettorale finirà. Non ci vuole una sfera di cristallo per indovinare che il nuovo governo, chiunque vinca e persino se non vincesse nessuno, metterà in campo altri tagli ai servizi ed un ulteriore affondo sul fronte del lavoro, riaprendo l’agenda nel medesimo punto dove l’ha chiusa Monti.\r\nOggi più che mai la partita vera o si gioca altrove o non si gioca. La scommessa della partecipazione diretta, dell’apertura di spazi politici non statali, si pratica nella materialità delle lotte. Quando il dominio si palesa in tutta la propria crudezza o si fugge o si resiste. Nella resistenza si apre la possibilità di costruire spazi per una ri-appropriazione dal basso della politica. Lì nascono assemblee permanenti, libere repubbliche, zone temporaneamente autonome dove si sperimenta la una sottrazione dall’istituito che non è esodo, né marginalità ma concreta, seppur parziale, secessione simbolica e materiale dal controllo dello Stato e dalla logica feroce del profitto.","20 Febbraio 2013","2018-10-17 23:00:12","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/02/Yo-no-voto-590x400-color-200x110.jpg","Grillo, Pinocchio e gli altri",1361386260,[398,399,372,400],"http://radioblackout.org/tag/autogestione/","http://radioblackout.org/tag/autogoverno/","http://radioblackout.org/tag/no-voto/",[310,308,296,302],{"post_content":403},{"matched_tokens":404,"snippet":405,"value":406},[23],"al di là dei circoli \u003Cmark>ristretti\u003C/mark> dove si spartiscono nomine e","Tra lo spettacolo della politica e la politica spettacolo si sta consumando l'ultima campagna elettorale.\r\nAnarres l'ha seguita con tre lunghe chiacchierate realizzate in altrettante puntate della trasmissione.\r\nVe le proponiamo assieme ad un articolo di prossima uscita sul settimanale Umanità Nova.\r\nAscolta l'intervento di Pietro: 2013 01 13 stara elezioni\r\n\r\nQuello di Stefano: 2013 02 08 capello grillo \r\n\r\ne di Francesco: 2013 02 15 elezioni\r\n\r\nMonti ha chiamato l’esperto di immagine di Barack Obama per una consulenza sulla propria campagna elettorale. 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Il Novecento era finito, i partiti novecenteschi, fatti di grandi apparati, di amici/compagni/camerati, di strutture pesanti e idee che plasmavano di se il mondo non servivano più. La nuova Italia era stata svezzata ed era pronta a fare il salto nell’era del just in time, delle televendite, della libertà fatta di casalinghe che si calavano le mutande in TV, dei sogni confezionati da specialisti dell’immagine e consumati in un minuto.\r\nVolgare, grezzo, ma vitale, Berlusconi inaugurò uno stile politico che si confondeva, a volte persino anticipava l’Italia gridata e scorreggiona che esplose in televisione.\r\nI politici della prima repubblica parlavano e vestivano come mummie in grigio, solo ai sindacalisti era concesso togliere la giacca, gridare, mostrare l’ascella pezzata.\r\nIl corpo, negato, ingessato, smaterializzato, dimenticato fa irruzione nella scena politica mutandola di segno. 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