","Niscemi: sfrigolano antenne di guerra. Manifestazione il 2 ottobre","post",1475238263,[56,57,58,59],"http://radioblackout.org/tag/2-ottobre-2016/","http://radioblackout.org/tag/hotspot-cara/","http://radioblackout.org/tag/no-muos/","http://radioblackout.org/tag/satellite-usa/",[27,21,15,23],{"post_content":62,"tags":67},{"matched_tokens":63,"snippet":65,"value":66},[64],"satellite","l'esercito statunitense può avvalersi del \u003Cmark>satellite\u003C/mark> che farebbe da ponte tra","Ancora una volta gli abitanti di Niscemi, gli antimilitaristi siciliani e tutte le persone impegnate a evitare che le apparecchiature per controllare e aggredire il pianeta possano entrare in funzione sono chiamate a manifestare il loro dissenso alla installazione delle antenne nella Sughereta di Niscemi. A questo scopo sono indette due manifestazioni contemporanee ai due poli opposti dello stivale: a nord la manifestazione si terrà a Cameri dalle 14 del 2 ottobre a ridosso della fabbrica di F35 per chi non riesce a essere a Niscemi, dove è prevista la partenza del corteo alle 15 da C.da Ulmo per tornare di nuovo a protestare presso le antenne del sistema Muos.\r\n\r\nIl dissequestro del cantiere ha portato a un'accelerazione della messa in funzione e sembra che lo stato italiano sia ancora più proiettato verso un suo celere collaudo, bombardando magari le coste libiche o anche dovunque nel mondo; a maggior ragione ora che l'esercito statunitense può avvalersi del \u003Cmark>satellite\u003C/mark> che farebbe da ponte tra le antenne e gli aerei o i droni spediti a massacrare.\r\n\r\nTutto questo poi si inquadra in una situzione quais provocatoria in previsione del G7 programamto a maggio a Taormina: una zona ross anaturale inavvicinabile, ma anche tutto il corredo di represisone dei flussi migratori che costelal la Sicilia di cara, hotspot, cie...\r\n\r\nDi questa aggressoine dell'apaprato militare al territorio siciliano abbiamo parlato con Fabio, impegnato nei Comitati No Muos\r\n\r\nNiscemi_02_10_16\r\n\r\n ",[68,70,72,74],{"matched_tokens":69,"snippet":27},[],{"matched_tokens":71,"snippet":21},[],{"matched_tokens":73,"snippet":15},[],{"matched_tokens":75,"snippet":77},[64,76],"Usa","\u003Cmark>satellite\u003C/mark> \u003Cmark>Usa\u003C/mark>",[79,84],{"field":30,"indices":80,"matched_tokens":81,"snippets":83},[34],[82],[64,76],[77],{"field":85,"matched_tokens":86,"snippet":65,"value":66},"post_content",[64],1157451471441625000,{"best_field_score":89,"best_field_weight":90,"fields_matched":91,"num_tokens_dropped":42,"score":92,"tokens_matched":91,"typo_prefix_score":42},"2211897868544",13,2,"1157451471441625194",{"document":94,"highlight":112,"highlights":127,"text_match":135,"text_match_info":136},{"cat_link":95,"category":96,"comment_count":42,"id":97,"is_sticky":42,"permalink":98,"post_author":45,"post_content":99,"post_date":100,"post_excerpt":48,"post_id":97,"post_modified":101,"post_thumbnail":102,"post_thumbnail_html":103,"post_title":104,"post_type":53,"sort_by_date":105,"tag_links":106,"tags":111},[39],[41],"46856","http://radioblackout.org/2018/04/pianificazione-della-reazione-allaggressione-dei-dazi/","All'inizio della guerra dei dazi le dichiarazioni di Trump lasciavano intendere che le merci soggette a dazi sarebbero state scelte oculatamente per colpire presunti furti di proprietà intellettuale da parte di Pechino ma in realtà mirava grossolanamente a colpire le filiere individuate da Xi come cuore del programma \"Made in China 2025\", un piano decennale di trasformazione epocale volto a innovare l'intera industria cinese: robotica, aerospaziale (di questi giorni il rientro rocambolesco di un satellite geostazionario cinese), tecnologie di comunicazione, che gradualmente stanno evolvendo, da settori di supporto alla produzione che erano (e forse in quel caso ancora basate sulla copia di prodotti stranieri), in settori di traino globale, esportati e di supporto allo studio della Intelligenza artificiale e dei BigData: insomma l'industrializzazione 4.0, come ci raccona Simone Pieranni in un articolo comparso su \"eastwest.eu\".\r\n\r\nTrump si è mosso con il solito misto di insolente prosopopea e presunzione arrogante, però è illusorio pensare che la Cina non abbia pianificato da tempo le sue chirurgiche risposte, quindi ci è sembrato più composita l'analisi del conflitto in corso dal lato cinese a cominciare da un articolo di Simone Pieranni che qualche giorno fa valutava la prima risposta del colosso asiatico alla provocazione statunitense: apparentemente una blanda reazione che colpiva i maiali dell'Iowa, oltretutto un comparto ben conosciuto da Xi in persona. Si trattava di un segnale molto simbolico, valutato in soli 3 miliardi di sanzioni daziarie verso gli Usa, un buffetto rispetto all'intervento di Trump, ma che conteneva un messaggio chiaro su come la risposta sarebbe stata nell'ottica di ritorsione dell'intento iniziale di Trump: colpire il cuore della produzione americana, in particolare quella che ha sostenuto Trump nella sua corsa alla Casa Bianca. Appunto: gli allevatori di maiali dell'Iowa gettati sul piatto della trattativa.\r\n\r\nSimone,concludendo il suo articolo del 3 aprile alludeva alla possibilità di colpire la soia, un prodotto centrale nell'economia cinese, producendo un ammanco alla casse statunitensi di 14 miliardi di dollari: «Tutta un'altra storia». Ecco, la trattativa non ha portato alla soluzione e sono arrivati i dazi su 106 prodotti americani, tra cui la soia, volti dunque a indebolire un altro mercato caro ai sostenitori di Trump. In questo caso si evidenziano in un articolo di Gabriele Battaglia su l'Internazionale le conseguenze esterne alla lotta commerciale, quelle sull'ambiente, altrettanto disastrose, perché la decisione di fare a meno della soia americana significa che la Cina sa di poter contare in una maggiore produzione da parte di Brasile e Argentina ch eaccentueranno in seguito a questa richiesta le coltivazioni di ogm, dunque allargando il coinvolgimento globale della guerra dei dazi, perché la Cina consuma il 60 per cento della soia mondiale e quindi determina il suo costo, influendo quindi anche sul comparto della carne.\r\n\r\nNonostante questi sconvolgimenti costosi evidentemente la dirigenza cinese ha valutato che il fine politico di far male a Trump vale la pena di avvitare una spirale di ritorsioni che possono sconvolgere gli equilibri economici e commerciali mondiali, quando il concorrente ameriano rilancia raddoppiando il valore dei dazi imposti sui prodotti cinesi arrivando oggi alla cifra di 100 miliardi di aggravi.\r\n\r\nPer capire meglio questi passaggi, abbiamo invitato a un'analisi della complessa strategia che sta dietro alla Guerra dei Dazi sino-statunitense rivolgendoci a Simone Pieranni per avere qualche lume per orientarci:\r\n\r\nDazi pianificati e strategie di indebolimento","7 Aprile 2018","2018-04-09 11:23:12","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/04/dazi_02-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/04/dazi_02-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/04/dazi_02-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/04/dazi_02-768x576.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/04/dazi_02.jpg 1000w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Pianificazione della reazione all’aggressione dei dazi",1523096466,[107,108,109,110],"http://radioblackout.org/tag/guerra-dei-dazzi/","http://radioblackout.org/tag/industria-4-0/","http://radioblackout.org/tag/suini-e-soia/","http://radioblackout.org/tag/usa-cina/",[29,25,19,17],{"post_content":113,"tags":117},{"matched_tokens":114,"snippet":115,"value":116},[64],"il rientro rocambolesco di un \u003Cmark>satellite\u003C/mark> geostazionario cinese), tecnologie di comunicazione,","All'inizio della guerra dei dazi le dichiarazioni di Trump lasciavano intendere che le merci soggette a dazi sarebbero state scelte oculatamente per colpire presunti furti di proprietà intellettuale da parte di Pechino ma in realtà mirava grossolanamente a colpire le filiere individuate da Xi come cuore del programma \"Made in China 2025\", un piano decennale di trasformazione epocale volto a innovare l'intera industria cinese: robotica, aerospaziale (di questi giorni il rientro rocambolesco di un \u003Cmark>satellite\u003C/mark> geostazionario cinese), tecnologie di comunicazione, che gradualmente stanno evolvendo, da settori di supporto alla produzione che erano (e forse in quel caso ancora basate sulla copia di prodotti stranieri), in settori di traino globale, esportati e di supporto allo studio della Intelligenza artificiale e dei BigData: insomma l'industrializzazione 4.0, come ci raccona Simone Pieranni in un articolo comparso su \"eastwest.eu\".\r\n\r\nTrump si è mosso con il solito misto di insolente prosopopea e presunzione arrogante, però è illusorio pensare che la Cina non abbia pianificato da tempo le sue chirurgiche risposte, quindi ci è sembrato più composita l'analisi del conflitto in corso dal lato cinese a cominciare da un articolo di Simone Pieranni che qualche giorno fa valutava la prima risposta del colosso asiatico alla provocazione statunitense: apparentemente una blanda reazione che colpiva i maiali dell'Iowa, oltretutto un comparto ben conosciuto da Xi in persona. Si trattava di un segnale molto simbolico, valutato in soli 3 miliardi di sanzioni daziarie verso gli \u003Cmark>Usa\u003C/mark>, un buffetto rispetto all'intervento di Trump, ma che conteneva un messaggio chiaro su come la risposta sarebbe stata nell'ottica di ritorsione dell'intento iniziale di Trump: colpire il cuore della produzione americana, in particolare quella che ha sostenuto Trump nella sua corsa alla Casa Bianca. Appunto: gli allevatori di maiali dell'Iowa gettati sul piatto della trattativa.\r\n\r\nSimone,concludendo il suo articolo del 3 aprile alludeva alla possibilità di colpire la soia, un prodotto centrale nell'economia cinese, producendo un ammanco alla casse statunitensi di 14 miliardi di dollari: «Tutta un'altra storia». Ecco, la trattativa non ha portato alla soluzione e sono arrivati i dazi su 106 prodotti americani, tra cui la soia, volti dunque a indebolire un altro mercato caro ai sostenitori di Trump. In questo caso si evidenziano in un articolo di Gabriele Battaglia su l'Internazionale le conseguenze esterne alla lotta commerciale, quelle sull'ambiente, altrettanto disastrose, perché la decisione di fare a meno della soia americana significa che la Cina sa di poter contare in una maggiore produzione da parte di Brasile e Argentina ch eaccentueranno in seguito a questa richiesta le coltivazioni di ogm, dunque allargando il coinvolgimento globale della guerra dei dazi, perché la Cina consuma il 60 per cento della soia mondiale e quindi determina il suo costo, influendo quindi anche sul comparto della carne.\r\n\r\nNonostante questi sconvolgimenti costosi evidentemente la dirigenza cinese ha valutato che il fine politico di far male a Trump vale la pena di avvitare una spirale di ritorsioni che possono sconvolgere gli equilibri economici e commerciali mondiali, quando il concorrente ameriano rilancia raddoppiando il valore dei dazi imposti sui prodotti cinesi arrivando oggi alla cifra di 100 miliardi di aggravi.\r\n\r\nPer capire meglio questi passaggi, abbiamo invitato a un'analisi della complessa strategia che sta dietro alla Guerra dei Dazi sino-statunitense rivolgendoci a Simone Pieranni per avere qualche lume per orientarci:\r\n\r\nDazi pianificati e strategie di indebolimento",[118,120,122,124],{"matched_tokens":119,"snippet":29},[],{"matched_tokens":121,"snippet":25},[],{"matched_tokens":123,"snippet":19},[],{"matched_tokens":125,"snippet":126},[76],"\u003Cmark>Usa\u003C/mark>-Cina",[128,130],{"field":85,"matched_tokens":129,"snippet":115,"value":116},[64],{"field":30,"indices":131,"matched_tokens":132,"snippets":134},[34],[133],[76],[126],1155199671761633300,{"best_field_score":137,"best_field_weight":138,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":42,"score":139,"tokens_matched":91,"typo_prefix_score":42},"1112386306048",14,"1155199671761633393",{"document":141,"highlight":155,"highlights":161,"text_match":135,"text_match_info":164},{"cat_link":142,"category":143,"comment_count":42,"id":144,"is_sticky":42,"permalink":145,"post_author":45,"post_content":146,"post_date":147,"post_excerpt":48,"post_id":144,"post_modified":148,"post_thumbnail":149,"post_thumbnail_html":150,"post_title":151,"post_type":53,"sort_by_date":152,"tag_links":153,"tags":154},[39],[41],"34152","http://radioblackout.org/2016/02/sigonella-litalia-da-il-via-ai-droni-killer/","Il governo italiano ha autorizzato gli Stati Uniti a usare Sigonella come base di partenza per le missioni di bombardamento dei droni. Ufficialmente sino a pochi mesi fa i velivoli potevano condurre esclusivamente missioni di intelligence.\r\nL’accordo sarebbe stato fatto in gennaio,ma solo ora è stato reso noto dal Wall Street Journal. Il Ministero della Difesa avrebbe però posto tre condizioni: i velivoli possono agire solo in appoggio a unità d’élite nel caso siano in pericolo, ogni incursione sarà autorizzata volta per volta, la disposizione si applica a qualsiasi area dove sia presente l’Isis. Differenze sottili, visto che le Special Forces hanno compiti quasi sempre d’attacco.\r\nQuesta mattina il ministro della Difesa Gentiloni ha precisato ai media che l’accordo con gli Stati Uniti per Sigonella non implica un’accelerazione dell’impegno bellico dell’Italia in Libia.\r\nEquilibrismi politici sulla cui stabilità è lecito dubitare.\r\nGià nel 2011 Sigonella era stata base per aerei e droni impegnati nella guerra per la Libia.\r\nDi fatto, come rivela Antonio Mazzeo nel suo blog, il ruolo di Sigonella è nevralgico su scala mondiale.\r\n\r\nAscolta la diretta con Antonio Mazzeo:\r\n\r\n2016-02-23-mazzeo-sigonella\r\n\r\nLeggi il suo articolo dell’11 febbraio:\r\n\r\nA Sigonella il centro satellitare per teleguidare i droni killer USA\r\nLa base siciliana di Sigonella si prepara ad ospitare uno dei principali centri al mondo per il comando, il controllo satellitare e la manutenzione di tutti i droni delle forze armate statunitensi. Il 14 novembre 2015 il Naval Facilities Engineering Command Office per l’Europa e l’Asia sud-occidentale della Marina militare Usa con sede a Napoli ha pubblicato il bando di gara per la realizzazione nella stazione aeronavale n. 2 di Sigonella (NAS 2) dell’UAS SATCOM Relay Pads and Facility, un sito fornito di tutte le attrezzature necessarie a supportare le telecomunicazioni via satellite del Sistema degli aerei senza pilota (Unmanned Aircraft System - UAS) e assicurare “lo spazio per la gestione delle operazioni e delle attività di manutenzione” dei droni in dotazione all’US Air Force e all’US Navy. Il bando, classificato con il codice n. 3319116r1007, prevede la demolizione e la rimozione delle vecchie infrastrutture ospitate nell’area e la realizzazione del nuovo centro per il controllo satellitare dei velivoli senza pilota con relative strade d’accesso per un importo compreso tra i 10 e i 25 milioni di dollari. La società contractor dovrà consegnare i lavori entro 550 giorni dalla stipula dell’accordo con il Dipartimento della marina statunitense.\r\n\r\n \r\n\r\nIl progetto per realizzare in Sicilia l’UAS SATCOM Relay Pads and Facility era stato presentato la prima volta al Congresso nell’aprile del 2011, ma l’approvazione è giunta solo in occasione della predisposizione del bilancio per le costruzioni militari per l’anno fiscale 2016. “Nel nuovo centro saranno installati dodici ripetitori UAS SATCCOM con antenne, macchinari e generatori di potenza con la possibilità di aggiungere altri otto ripetitori della stessa tipologia”, è riportato nella scheda progettuale fornita dal Dipartimento della difesa. “Il progetto prevede inoltre tutti i sistemi infrastrutturali, meccanici, elettrici, stradali, di prevenzione incendi ed allarme per supportare il sito per le comunicazioni satellitari”.\r\n\r\n \r\n\r\n“Il Sistema degli aerei senza pilota richiede un’ampia facility che assicuri la massime efficienza operativa durante le missioni di attacco armato e di riconoscimento a supporto deiwar-fighters”, aggiunge il Pentagono. “La costruzione di unaSATCOM Antenna Relay facility è necessaria per supportare i link di comando dei velivoli controllati a distanza, in modo da collegare le stazioni terrestre presenti negli Stati Uniti con gli aerei senza pilota operativi nella regione dell’Oceano atlantico. Con il completamento di questo progetto saranno soddisfatte le richieste a lungo termine di ripetitori SATCOM per i “Predator” (MQ-1), i “Reaper” (MQ-9) e i “Global Hawk” (RQ-4). Il nuovo sito supporterà inoltre il sistema si sorveglianza aeronavale con velivoli senza pilota UAV Broad Area Maritime Surveillance (BAMS) di US Navy e le missioni speciali del Big Safari di US Air Force”. Il programma BAMSvede l’acquisizione di una quarantina di droni di ultima generazione “Global Hawk” da schierare nelle stazioni aeronavali di Jacksonville (Florida), Kadena (Giappone), Diego Garcia, Hawaii e Sigonella; il Big Safari è invece un articolato programma di acquisizione, gestione, potenziamento di speciali sistemi d’arma avanzati (velivoli senza pilota, grandi aerei da trasporto e per le operazioni d’intelligence e riconoscimento, ecc.) coordinato dal 645th Aeronautical Systems Group dell’US Air Force con sede nella base di Wright-Patterson (Ohio).\r\n\r\n \r\n\r\nI droni-spia e i droni-killer che opereranno sotto il controllo del nuovo centro di Sigonella saranno utilizzati per le missioni pianificate dai comandi strategici di Eucom, Africom e Centcom, in modo da fornire in tempo reale le “informazioni più aggiornate ai reparti combattenti”. “Il sito di Sigonella garantirà la metà delle trasmissioni del Sistema dei velivoli senza pilota UAS e opererà in appoggio al sito di Ramstein (Germania)”, aggiunge il Pentagono. “Senza l’UAS SATCOM Relay Site gli aerei senza pilota non saranno in grado di effettuare le loro missioni essenziali, non potranno essere sostenuti gli attacchi armati e si verificherà una riduzione significativa delle capacità operative odierne e un impatto negativo grave per le future missioni d’oltremare”.\r\n\r\n \r\n\r\nLa stazione per il controllo satellitare dei droni di Ramstein è stata completata nel secondo semestre del 2013 all’interno della foresta che sorge nei pressi del grande impianto di baseball utilizzato dal personale militare Usa di stanza nella grande installazione tedesca. Secondo quanto riportato in una lunga inchiesta pubblicata nell’aprile 2015 da The Intercept, il giornale fondato da Glenn Greenwald, l’UAS Satcom Relay di Ramstein è il vero “cuore hi-teach della guerra Usa dei droni”. “Ramstein fa viaggiare sia il segnale satellitare che dice al drone cosa fare sia quello che trasporta le immagini che il drone vede”, aggiunge The Intercept. “Questi dati viaggiano attraverso i cavi sottomarini a fibra ottica, ma è grazie al sistema UAS Satcom che il segnale riesce a viaggiare senza ritardi in modo da permettere ai piloti di manovrare un velivolo a migliaia di chilometri con la necessaria tempestività”. Dalla stazione di Ramstein i segnali sono trasmessi ai satelliti militari operanti nello spazio in banda Ku e alla grande base aerea di Creech (Nevada), la principale centrale di US Air Force per le operazioni planetarie dei droni. Il nuovo UAS Satcom Relay di Sigonella opererà come stazione “gemella” dell’infrastruttura ospitata in Germania, assicurando l’“indispensabile” backup alle operazioni d’intelligence e di telecomunicazione satellitare di Ramstein.\r\n\r\n \r\n\r\nA Sigonella sarà realizzata pure un’ampia area per la sosta dei velivoli senza pilota USA. “Il costo delle infrastrutture di supporto è superiore del 25% di quanto calcolato preventivamente perché la facility deve essere realizzata in un’area sottosviluppata e delicata dal punto di vista ecologico”, spiega il Pentagono. “La SATCOM Communications Support Facility avrà un’estensione di 1.200 metri quadri e non potrà contare sull’apporto finanziario della NATO”. Quando la nuova stazione entrerà in funzione, verranno trasferiti a Sigonella 55 militari e 58 dipendenti civili dell’US Air Force.\r\n\r\nLa base aereonavale siciliana ospita stabilmente dal 2009 alcuni droni-spia “Global Hawk” della Marina Usa e dal 2013 pure uno stormo di droni-killer MQ-1 “Predator” dell’US Air Force, utilizzati per le incursioni in Libia, Somalia, Regione dei Grandi Laghi, Mali e Niger. A partire dal prossimo anno, Sigonella farà pure da centro di comando e controllo dell’AGS - Alliance Ground Surveillance, il nuovo programma disorveglianza terrestre della NATO che verterà su una componente aerea basata su cinque velivoli a controllo remoto “Global Hawk” versione Block 40, che saranno installati anch’essi in Sicilia.\r\n\r\n ","23 Febbraio 2016","2016-02-26 12:56:32","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/sigonella_tempesta_N-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"198\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/sigonella_tempesta_N-300x198.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/sigonella_tempesta_N-300x198.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/sigonella_tempesta_N.jpg 483w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Sigonella. L’Italia da il via ai droni-killer",1456248593,[],[],{"post_content":156},{"matched_tokens":157,"snippet":159,"value":160},[158],"usa","autorizzato gli Stati Uniti a \u003Cmark>usa\u003C/mark>re Sigonella come base di partenza","Il governo italiano ha autorizzato gli Stati Uniti a \u003Cmark>usa\u003C/mark>re Sigonella come base di partenza per le missioni di bombardamento dei droni. Ufficialmente sino a pochi mesi fa i velivoli potevano condurre esclusivamente missioni di intelligence.\r\nL’accordo sarebbe stato fatto in gennaio,ma solo ora è stato reso noto dal Wall Street Journal. Il Ministero della Difesa avrebbe però posto tre condizioni: i velivoli possono agire solo in appoggio a unità d’élite nel caso siano in pericolo, ogni incursione sarà autorizzata volta per volta, la disposizione si applica a qualsiasi area dove sia presente l’Isis. Differenze sottili, visto che le Special Forces hanno compiti quasi sempre d’attacco.\r\nQuesta mattina il ministro della Difesa Gentiloni ha precisato ai media che l’accordo con gli Stati Uniti per Sigonella non implica un’accelerazione dell’impegno bellico dell’Italia in Libia.\r\nEquilibrismi politici sulla cui stabilità è lecito dubitare.\r\nGià nel 2011 Sigonella era stata base per aerei e droni impegnati nella guerra per la Libia.\r\nDi fatto, come rivela Antonio Mazzeo nel suo blog, il ruolo di Sigonella è nevralgico su scala mondiale.\r\n\r\nAscolta la diretta con Antonio Mazzeo:\r\n\r\n2016-02-23-mazzeo-sigonella\r\n\r\nLeggi il suo articolo dell’11 febbraio:\r\n\r\nA Sigonella il centro satellitare per teleguidare i droni killer \u003Cmark>USA\u003C/mark>\r\nLa base siciliana di Sigonella si prepara ad ospitare uno dei principali centri al mondo per il comando, il controllo satellitare e la manutenzione di tutti i droni delle forze armate statunitensi. Il 14 novembre 2015 il Naval Facilities Engineering Command Office per l’Europa e l’Asia sud-occidentale della Marina militare \u003Cmark>Usa\u003C/mark> con sede a Napoli ha pubblicato il bando di gara per la realizzazione nella stazione aeronavale n. 2 di Sigonella (NAS 2) dell’UAS SATCOM Relay Pads and Facility, un sito fornito di tutte le attrezzature necessarie a supportare le telecomunicazioni via \u003Cmark>satellite\u003C/mark> del Sistema degli aerei senza pilota (Unmanned Aircraft System - UAS) e assicurare “lo spazio per la gestione delle operazioni e delle attività di manutenzione” dei droni in dotazione all’US Air Force e all’US Navy. Il bando, classificato con il codice n. 3319116r1007, prevede la demolizione e la rimozione delle vecchie infrastrutture ospitate nell’area e la realizzazione del nuovo centro per il controllo satellitare dei velivoli senza pilota con relative strade d’accesso per un importo compreso tra i 10 e i 25 milioni di dollari. La società contractor dovrà consegnare i lavori entro 550 giorni dalla stipula dell’accordo con il Dipartimento della marina statunitense.\r\n\r\n \r\n\r\nIl progetto per realizzare in Sicilia l’UAS SATCOM Relay Pads and Facility era stato presentato la prima volta al Congresso nell’aprile del 2011, ma l’approvazione è giunta solo in occasione della predisposizione del bilancio per le costruzioni militari per l’anno fiscale 2016. “Nel nuovo centro saranno installati dodici ripetitori UAS SATCCOM con antenne, macchinari e generatori di potenza con la possibilità di aggiungere altri otto ripetitori della stessa tipologia”, è riportato nella scheda progettuale fornita dal Dipartimento della difesa. “Il progetto prevede inoltre tutti i sistemi infrastrutturali, meccanici, elettrici, stradali, di prevenzione incendi ed allarme per supportare il sito per le comunicazioni satellitari”.\r\n\r\n \r\n\r\n“Il Sistema degli aerei senza pilota richiede un’ampia facility che assicuri la massime efficienza operativa durante le missioni di attacco armato e di riconoscimento a supporto deiwar-fighters”, aggiunge il Pentagono. “La costruzione di unaSATCOM Antenna Relay facility è necessaria per supportare i link di comando dei velivoli controllati a distanza, in modo da collegare le stazioni terrestre presenti negli Stati Uniti con gli aerei senza pilota operativi nella regione dell’Oceano atlantico. Con il completamento di questo progetto saranno soddisfatte le richieste a lungo termine di ripetitori SATCOM per i “Predator” (MQ-1), i “Reaper” (MQ-9) e i “Global Hawk” (RQ-4). Il nuovo sito supporterà inoltre il sistema si sorveglianza aeronavale con velivoli senza pilota UAV Broad Area Maritime Surveillance (BAMS) di US Navy e le missioni speciali del Big Safari di US Air Force”. Il programma BAMSvede l’acquisizione di una quarantina di droni di ultima generazione “Global Hawk” da schierare nelle stazioni aeronavali di Jacksonville (Florida), Kadena (Giappone), Diego Garcia, Hawaii e Sigonella; il Big Safari è invece un articolato programma di acquisizione, gestione, potenziamento di speciali sistemi d’arma avanzati (velivoli senza pilota, grandi aerei da trasporto e per le operazioni d’intelligence e riconoscimento, ecc.) coordinato dal 645th Aeronautical Systems Group dell’US Air Force con sede nella base di Wright-Patterson (Ohio).\r\n\r\n \r\n\r\nI droni-spia e i droni-killer che opereranno sotto il controllo del nuovo centro di Sigonella saranno utilizzati per le missioni pianificate dai comandi strategici di Eucom, Africom e Centcom, in modo da fornire in tempo reale le “informazioni più aggiornate ai reparti combattenti”. “Il sito di Sigonella garantirà la metà delle trasmissioni del Sistema dei velivoli senza pilota UAS e opererà in appoggio al sito di Ramstein (Germania)”, aggiunge il Pentagono. “Senza l’UAS SATCOM Relay Site gli aerei senza pilota non saranno in grado di effettuare le loro missioni essenziali, non potranno essere sostenuti gli attacchi armati e si verificherà una riduzione significativa delle capacità operative odierne e un impatto negativo grave per le future missioni d’oltremare”.\r\n\r\n \r\n\r\nLa stazione per il controllo satellitare dei droni di Ramstein è stata completata nel secondo semestre del 2013 all’interno della foresta che sorge nei pressi del grande impianto di baseball utilizzato dal personale militare \u003Cmark>Usa\u003C/mark> di stanza nella grande installazione tedesca. Secondo quanto riportato in una lunga inchiesta pubblicata nell’aprile 2015 da The Intercept, il giornale fondato da Glenn Greenwald, l’UAS Satcom Relay di Ramstein è il vero “cuore hi-teach della guerra \u003Cmark>Usa\u003C/mark> dei droni”. “Ramstein fa viaggiare sia il segnale satellitare che dice al drone cosa fare sia quello che trasporta le immagini che il drone vede”, aggiunge The Intercept. “Questi dati viaggiano attraverso i cavi sottomarini a fibra ottica, ma è grazie al sistema UAS Satcom che il segnale riesce a viaggiare senza ritardi in modo da permettere ai piloti di manovrare un velivolo a migliaia di chilometri con la necessaria tempestività”. Dalla stazione di Ramstein i segnali sono trasmessi ai satelliti militari operanti nello spazio in banda Ku e alla grande base aerea di Creech (Nevada), la principale centrale di US Air Force per le operazioni planetarie dei droni. Il nuovo UAS Satcom Relay di Sigonella opererà come stazione “gemella” dell’infrastruttura ospitata in Germania, assicurando l’“indispensabile” backup alle operazioni d’intelligence e di telecomunicazione satellitare di Ramstein.\r\n\r\n \r\n\r\nA Sigonella sarà realizzata pure un’ampia area per la sosta dei velivoli senza pilota \u003Cmark>USA\u003C/mark>. “Il costo delle infrastrutture di supporto è superiore del 25% di quanto calcolato preventivamente perché la facility deve essere realizzata in un’area sottosviluppata e delicata dal punto di vista ecologico”, spiega il Pentagono. “La SATCOM Communications Support Facility avrà un’estensione di 1.200 metri quadri e non potrà contare sull’apporto finanziario della NATO”. Quando la nuova stazione entrerà in funzione, verranno trasferiti a Sigonella 55 militari e 58 dipendenti civili dell’US Air Force.\r\n\r\nLa base aereonavale siciliana ospita stabilmente dal 2009 alcuni droni-spia “Global Hawk” della Marina \u003Cmark>Usa\u003C/mark> e dal 2013 pure uno stormo di droni-killer MQ-1 “Predator” dell’US Air Force, utilizzati per le incursioni in Libia, Somalia, Regione dei Grandi Laghi, Mali e Niger. A partire dal prossimo anno, Sigonella farà pure da centro di comando e controllo dell’AGS - Alliance Ground Surveillance, il nuovo programma disorveglianza terrestre della NATO che verterà su una componente aerea basata su cinque velivoli a controllo remoto “Global Hawk” versione Block 40, che saranno installati anch’essi in Sicilia.\r\n\r\n ",[162],{"field":85,"matched_tokens":163,"snippet":159,"value":160},[158],{"best_field_score":137,"best_field_weight":138,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":42,"score":139,"tokens_matched":91,"typo_prefix_score":42},6646,{"collection_name":53,"first_q":23,"per_page":167,"q":23},6,{"facet_counts":169,"found":14,"hits":181,"out_of":210,"page":14,"request_params":211,"search_cutoff":31,"search_time_ms":212},[170,176],{"counts":171,"field_name":174,"sampled":31,"stats":175},[172],{"count":14,"highlighted":173,"value":173},"liberation front","podcastfilter",{"total_values":14},{"counts":177,"field_name":30,"sampled":31,"stats":180},[178],{"count":14,"highlighted":179,"value":179},"automazione",{"total_values":14},[182],{"document":183,"highlight":198,"highlights":203,"text_match":206,"text_match_info":207},{"comment_count":42,"id":184,"is_sticky":42,"permalink":185,"podcastfilter":186,"post_author":187,"post_content":188,"post_date":189,"post_excerpt":48,"post_id":184,"post_modified":190,"post_thumbnail":191,"post_title":192,"post_type":193,"sort_by_date":194,"tag_links":195,"tags":197},"82018","http://radioblackout.org/podcast/contro-il-mito-dellautomazione/",[173],"liberationfront","L'automazione è la narrazione che usa il capitalismo per poter vendere i suoi prodotti, la loro \"rivoluzione\" è perfettamente in continuità con lo sfruttamento legato all'uso delle macchine nel mondo lavoro. L'automazione tende a invisibilizzare tutto il marcio del sistema produttivo, dal classismo all'inquinamento fino allo sfruttamento lavorativo. Invece il passaggio ad un economia digitale, con tutti i suoi orpelli tecnologici di raccolta dati, mappatura, sensori, satelliti sono altamente inquinanti, senza andare a sostituire niente, solo aggiungendo prodotti automatizzati ai prodotti classici. Anche il mantra che la tecnologia ci avrebbe liberato dal lavoro è una menzogna, semplicemente si il lavoro si è trasformato, cancellando la classe media a fare di un lavoro sempre più precario e invadente, legato ancor di più ai ritmi della macchina, ritmi che vanno a colpi di click.\r\n\r\nL'effetto hype che usano per lanciare i nuovi prodotti si rivelano sempre erronei, servono solo a creare immaginari e nuovi bisogni per i consumatori, mentre nel complesso i miglioramenti legati alle nuove tecnologie rimangono quasi nulli, sia a livello individuale che sociale. Anche la stessa ragione sociale dei vari ingegneri e programmatori è occulta, il loro lavoro è teso ad aprire il mercato, senza apportare alcun vantaggio collettivo. Occorre un nuovo protagonismo conflittuale per per riscrivere il concetto di sviluppo e trovare processi di liberazione che siano tali e non prodotti di mercato.\r\n\r\nNe parliamo con Roberto Ciccarelli filosofo e autore di diversi saggi che ha curato anche la prefazione del libro \"Cambiate lavoro, per favore\" di Celia Izoard da cui abbiamo preso alcuni spunti per la trasmissione\r\n\r\nAscolta la puntata o scarica l'audio\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/automazione.mp3\"][/audio]","10 Maggio 2023","2023-05-11 11:57:49","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/malamente-189x110.png","contro il mito dell'automazione","podcast",1683747897,[196],"http://radioblackout.org/tag/automazione/",[179],{"post_content":199},{"matched_tokens":200,"snippet":201,"value":202},[158],"L'automazione è la narrazione che \u003Cmark>usa\u003C/mark> il capitalismo per poter vendere","L'automazione è la narrazione che \u003Cmark>usa\u003C/mark> il capitalismo per poter vendere i suoi prodotti, la loro \"rivoluzione\" è perfettamente in continuità con lo sfruttamento legato all'uso delle macchine nel mondo lavoro. L'automazione tende a invisibilizzare tutto il marcio del sistema produttivo, dal classismo all'inquinamento fino allo sfruttamento lavorativo. Invece il passaggio ad un economia digitale, con tutti i suoi orpelli tecnologici di raccolta dati, mappatura, sensori, \u003Cmark>satelliti\u003C/mark> sono altamente inquinanti, senza andare a sostituire niente, solo aggiungendo prodotti automatizzati ai prodotti classici. Anche il mantra che la tecnologia ci avrebbe liberato dal lavoro è una menzogna, semplicemente si il lavoro si è trasformato, cancellando la classe media a fare di un lavoro sempre più precario e invadente, legato ancor di più ai ritmi della macchina, ritmi che vanno a colpi di click.\r\n\r\nL'effetto hype che usano per lanciare i nuovi prodotti si rivelano sempre erronei, servono solo a creare immaginari e nuovi bisogni per i consumatori, mentre nel complesso i miglioramenti legati alle nuove tecnologie rimangono quasi nulli, sia a livello individuale che sociale. Anche la stessa ragione sociale dei vari ingegneri e programmatori è occulta, il loro lavoro è teso ad aprire il mercato, senza apportare alcun vantaggio collettivo. Occorre un nuovo protagonismo conflittuale per per riscrivere il concetto di sviluppo e trovare processi di liberazione che siano tali e non prodotti di mercato.\r\n\r\nNe parliamo con Roberto Ciccarelli filosofo e autore di diversi saggi che ha curato anche la prefazione del libro \"Cambiate lavoro, per favore\" di Celia Izoard da cui abbiamo preso alcuni spunti per la trasmissione\r\n\r\nAscolta la puntata o scarica l'audio\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/automazione.mp3\"][/audio]",[204],{"field":85,"matched_tokens":205,"snippet":201,"value":202},[158],1155199603042156500,{"best_field_score":208,"best_field_weight":138,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":42,"score":209,"tokens_matched":91,"typo_prefix_score":91},"1112352751616","1155199603042156657",6637,{"collection_name":193,"first_q":23,"per_page":167,"q":23},4,["Reactive",214],{},["Set"],["ShallowReactive",217],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fyUvemL8uebXMg7YUmIdtmf7Db1JdiVWdItrstD7P56o":-1},true,"/search?query=satellite+Usa"]