","A volte tornano: lo sgombero a rate in via Germagnano","post",1589549210,[67,68],"http://radioblackout.org/tag/sgombero-campo-rom/","http://radioblackout.org/tag/via-germagnano/",[34,23],{"post_content":71,"post_title":75,"tags":78},{"matched_tokens":72,"snippet":73,"value":74},[37],"Lo \u003Cmark>sgombero\u003C/mark> dei contenitori di latta di","Lo \u003Cmark>sgombero\u003C/mark> dei contenitori di latta di piazza d'Armi si inserisce a pieno titolo nel delirio che connota i movimenti e l'eloquio robotizzato di una sindaca che sa di essere espressione di una destra legalista, ma con il volto umanoide da madamina borghese (entrambi i riferimenti legati dal comune denominatore razzista). E infatti l'ideale e pratico proseguimento di quella azione improvvida in tempi di tregenda è stato lo spostamento di mezzi e divise direttamente da uno \u003Cmark>sgombero\u003C/mark> all'altro: la seconda tappa, dopo aver deportato 51 persone in una struttura fatiscente e con infiltrazioni, arredata con dubbio gusto con poche brandine sfondate, è stata la devastazione di baracche nel \u003Cmark>campo\u003C/mark> di via Germagnano a replicare altre recenti visite della forza pubblica, invasioni mosse da pretestuose assenze temporanee degli abitanti.\r\n\r\nQuesto è avvenuto nel piovoso martedì 12 maggio... poi gli sbirri hanno replicato il giorno successivo, andando a spianare con ruspe e caricando altre masserizie da gettare in discarica; non invitati, senza mascherine né distanze di sicurezza, senza remore di contagiare corpi che non contano, ancora meno in epoca pandemica. Una presenza sempre più pressante della polizia al servizio degli sgomberi \"dolci\" di madamìn Appendino.\r\n\r\nCome si legga in una nota di alcunx solidalx:\r\n\r\nQuesta mattina il Comune ha dimostrato ancora una volta il profondo disprezzo e l'assoluta indifferenza che nutre verso le persone povere di questa città. Persone in difficoltà, senza casa, spesso senza documenti, senza alcuna possibilità di muoversi e di lavorare nel bel mezzo di una pandemia.\r\nAncora una volta le miserabili decisioni comunali sono delegate in tutto e per tutto alla Questura, alle forze dell'ordine, ai blindati e alle ruspe.\r\nNessunx del Comune mostra la faccia ma continua una feroce gestione di corpi e di vite che evidentemente non contano, che vanno cacciati, spostati, confinati e soprattutto disciplinati.\r\nQuesto è il loro decoro.\r\nDi sicuro qualche triste figura del consiglio comunale spera in una sparizione collettiva. Ma le persone povere che vivono nei campi, nelle baraccopoli o per strada non scompaiono affatto e trovano per le strade, nelle persone solidali e nei pochi mezzi di controinformazione di questa città uno spazio per raccontare con tenacia ciò che accade, per continuare a lottare e mostrare quello che viene fatto alle loro vite e agli spazi che abitano, o che vengono distrutti, ogni singolo giorno.\r\nQuesta mattina, mentre venivano sgomberate in Piazza Palzzo di Città decine e decine di persone che resistevano davanti al Comune da 8 giorni buttate per strada dopo la chiusura del \"Punto Emergenza Freddo\" di Piazza d’Armi, sono arrivate le ruspe a distruggere le famose baracche - per niente \"vuote\" - del \u003Cmark>campo\u003C/mark> di via Germagnano, sequestrate qualche giorno fa, quando le misure di confinamento erano ancora più rigide. Da quel giorno varie persone del \u003Cmark>campo\u003C/mark> sono rimaste senza casa.\r\nQuesto è il loro decoro.\r\nInfinita è la nostra rabbia.\r\n\r\nAbbiamo sentito Jean per un racconto preciso e puntuale direttamente dalla baraccopoli, dove si combatte la fame oltreché il virus:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/2020_05_14_Jean-1.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":76,"snippet":77,"value":77},[37],"A volte tornano: lo \u003Cmark>sgombero\u003C/mark> a rate in via Germagnano",[79,83],{"matched_tokens":80,"snippet":82},[37,81,15],"campo","\u003Cmark>sgombero\u003C/mark> \u003Cmark>campo\u003C/mark> \u003Cmark>rom\u003C/mark>",{"matched_tokens":84,"snippet":23},[],[86,91,94],{"field":41,"indices":87,"matched_tokens":88,"snippets":90},[53],[89],[37,81,15],[82],{"field":92,"matched_tokens":93,"snippet":73,"value":74},"post_content",[37],{"field":95,"matched_tokens":96,"snippet":77,"value":77},"post_title",[37],1736172819517538300,{"best_field_score":99,"best_field_weight":100,"fields_matched":39,"num_tokens_dropped":53,"score":101,"tokens_matched":39,"typo_prefix_score":53},"3315704398080",13,"1736172819517538411",{"document":103,"highlight":122,"highlights":141,"text_match":97,"text_match_info":151},{"cat_link":104,"category":105,"comment_count":53,"id":106,"is_sticky":53,"permalink":107,"post_author":56,"post_content":108,"post_date":109,"post_excerpt":59,"post_id":106,"post_modified":110,"post_thumbnail":111,"post_thumbnail_html":112,"post_title":113,"post_type":64,"sort_by_date":114,"tag_links":115,"tags":119},[50],[52],"38940","http://radioblackout.org/2016/11/retate-dogli-di-via-e-minacce-di-sgombero-al-campo-rom-di-via-germagnano/","Sgomberi, retate, fogli di via e deporrtazioni hanno scandito la vita nella baraccopoli di i via Germagnano nell'ultimo mese e mezzo. Controlli a tappeto, fotografie delle targhe, fogli di via, baracche abbattute hanno concretizzato le minacce del sindaco Appendino, che ha dichiarato ai giornali l'intenzione di sgomberare il campo.\r\n\r\nDurante gli i \"controlli\" diversi rom di ogni età hanno subito aggressioni, prima di essere accompagnati in commissariato per ricevere più di 30 fogli di via. Pare siano state inoltre portate a termine alcune deportazioni in Romania, è stato messo sotto sequestro un furgone e abbattuta una baracca.\r\nL'ultima invasione del campo è di lunedì 14 novembre. In quell'occasione ai bambini è stato impedito di andare a scuola.\r\nL'amministrazione comunale, che ha contratto un chiaro debito con chi le ha garantito la vittoria al ballottaggio con Fassino, intende pagare sino in fondo la cambiale.\r\nLa giunta a 5 stelle non ha i fondi, con cui l'amministrazione PD ha gestito lo sgombero della baraccopoli di lungo Stura Lazio, dove la promessa di una casa, ha impedito sino allo scorso autunno il raggrumarsi di una resistenza concreta allo sgombero.\r\nLa sindaca Appendino ha ben poco da promettere alla gente del campo, ed è quindi probabile che si affidi esclusivamente alla forza bruta.\r\nLa situazione, inoltre, si è aggravata, dopo l'ordinanza di sequestro e sgombero del campo emessa dalla magistratura in seguito ai rilievi effettuati dall'Arpa, che avrebbe trovato elevati livelli di inquinamento del terreno da zinco, stagno e piombo, proclamando il disastro ambientale.\r\nCon tutta probabilità la giunta comunale sfrutterà questa rilevazione a proprio favore accusando gli abitanti (150 famiglie in tutto) di essere gli unici artefici dell'avvelenamento (nonostante il campo si trovi praticamente accanto ad una discarica e la situazione sia stabile da più di 20 anni).\r\nAppendino può giocare la carta di uno sgombero per il \"bene\" dei baraccati, dal momento che sarebbe in gioco il loro stesso stato di salute.\r\nVa da se che la salute di chi rischia di essere gettato in strada in pieno inverno, pare interessare poco l'amministrazione pentastellata, che si allinea, anche in questo, con l'opposizione dem.\r\nL'ultima trovata di Appendino e battere cassa a Roma, per ottenere cinque milioni di euro per lo sgombero di via Germagnano. Cambiano le giunte la musica resta la stessa.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Jean, uno dei partecipanti alla lotta di Lungostura Lazio, culminata nelle occupazioni dell'ex caserma di via Asti prima, e dell'ex ASL di via Borgo Ticino, poi.\r\nCi ha raccontato anche qualche storia individuale, come quella di Ionut, preso e portato in questura, mentre tornava dall'ospedadale dove era nato suo figlio. Per non dire di Gheorghe, che nonostante i suoi evidenti handicap, è stato portato in questura, pestato, poi in ospedale, perché sarebbe \"caduto dal letto\".\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2016-11-22-jean-retatecamporom","22 Novembre 2016","2016-11-29 17:37:07","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/corteorom-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/corteorom-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/corteorom-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/corteorom-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/corteorom-1024x683.jpg 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Retate, fogli di via e minacce di sgombero al campo rom di via Germagnano",1479834542,[116,117,118,67,68],"http://radioblackout.org/tag/appendino/","http://radioblackout.org/tag/arpa-piemonte/","http://radioblackout.org/tag/retate-polizia/",[40,120,121,34,23],"arpa piemonte","retate polizia",{"post_content":123,"post_title":127,"tags":130},{"matched_tokens":124,"snippet":125,"value":126},[37,81],"dopo l'ordinanza di sequestro e \u003Cmark>sgombero\u003C/mark> del \u003Cmark>campo\u003C/mark> emessa dalla magistratura in seguito","Sgomberi, retate, fogli di via e deporrtazioni hanno scandito la vita nella baraccopoli di i via Germagnano nell'ultimo mese e mezzo. 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Lo spazio, molto ampio, di Via Asti 22 era già stato occupato in aprile da alcune associazioni, tra cui Terra del Fuoco, che avevano subito dichiarato di \"volersi occupare\" di una proprietà lasciata all'incuria da molti anni e ora sotto il controllo della Cassa Depositi e Prestiti.\r\n\r\nTerra del Fuoco fa parte insieme a Liberi tutti, Stranidea, Valdocco e AIZO della cordata a cui Comune di Torino e Prefettura hanno affidato l'ingente appalto da oltre 5 milioni di euro per lo sgombero a tappe forzate della baraccopoli di Lungo Stura. Un luogo in cui centinaia di famiglie hanno vissuto in modo più che stanziale (senza acqua e luce) per più di 15 anni. Il progetto la \"Città Possibile\" doveva mascherare lo sgombero ad \"ogni costo\" offrendo ad una parte delle famiglie case in affitto ad affitti bassi, qualche borsa lavoro, un sussidio mensile di pochi mesi per chi \"accettava\" di tornare in Romania.\r\n\r\nTutte queste \"alternative\" nel giro di un anno e qualche mese hanno fatto emergere con chiarezza quali fossero i reali obiettivi di tutta l'operazione: solamente l'allontamento delle tantissime persone che vivevano in Lungo Stura senza reali possibilità di vivere degnamente e con la sicurezza di non essere sempre mandati via, cacciati o sfrattati. Ma ecco che, com'era ampiamente prevedibile, i fondi per associazioni e cooperative sono finiti e così gli affitti sono cresciuti diventando insostenibili, la distruzione delle baracche nel campo è stata portata avanti comunque e senza alternative per molte famiglie che ancora vivevano lì, i nuclei che erano tornati in Romania in molti casi non hanno ricevuto il sostegno promesso qui e sono rimaste senza niente.\r\n\r\nNelle ultime settimane Comune e forze dell'ordine avevano già dichiarato che per fine ottobre lo sgombero sarebbe stato completato in modo definitivo. Si può quindi sostenere con un certo margine di certezza che il vero risultato atteso del progetto la \"Città Possibile\" fosse solamente l'allontamento delle tantissime persone che vivevano in Lungo Stura. Riportiamo di seguito il comunicato che ieri ha accompagnato la nuova occupazione:\r\n\r\nTORINO, CONTRO SGOMBERI E SFRATTI, OCCUPATA LA CASERMA LA MARMORA IN VIA ASTI!\r\n\r\nIn questa città è Possibile che le istituzioni buttino in strada uomini, donne e bambini.\r\nQui è Possibile che un bambino di quattro mesi sia strappato dalle bracia della madre in una fredda mattina di ottobre e buttato in mezzo a ruspe e poliziotti che hanno l'ordine di non guardare in faccia nessuno e radere al suolo tutto.\r\nA Torino è Possibile che vengano spesi più di cinque milioni di euro per un progetto fatto di violenza, discriminazione, razzismo. Associazioni e cooperative come AIZO, Terra del Fuoco, Valdocco, Liberi tutti, Stranaidea, Croce Rossa, vincitori del bando di questo progetto, hanno dimostrato come sia Possibile, a Torino, demolire baracche e cacciare in strada centinaia di persone senza dare loro nessuna alternativa abitativa. Queste associazioni, per conto del comune, ci hanno fatto vedere come sia Possibile lavorare per distruggere le speranze per un futuro migliore di centinaia di bambini.\r\n La violenza e gli abusi di potere che subbiamo quotidianamente sono Possibili in nome di un progetto che questi signori hanno chiamato ... \"La Città Possibile\". Un progetto, dicono, con «carattere di innovazione e sperimentazione». Noi ci e vi chiediamo: una città Possibile per chi?\r\n\r\n\r\nIl campo di lungo stura Lazio non è mai stato un «campo nomadi» ma è stato un luogo periferico in cui da anni migliaia di persone hanno vissuto per necessità e non per scelta. Perché nessuno di noi sceglie la povertà, la discriminazione, lo sfruttamento ma li subbiamo - e non solo noi rom - come strumenti di controllo e di oppressione nelle mani di chi ha il potere di dare nomi o di creare uffici come l'«Ufficio Nomadi» in via Bologna. I campi «nomadi» non li abbiamo creati noi, li hanno creati le istituzioni italiane decine di anni fa. Dopo tanti mesi vissuti con la paura di non avere più un posto dove dormire, dopo anni in cui ci hanno promesso falsamente di farci «emergere» da questo campo, vediamo che in realtà la soluzione del comune di Torino è ancora più precaria delle baracche: tante delle persone portate in una casa, come quella in corso Vigevano - gestita da AIZO - sono già finite in strada; ad altre sono stati promessi 300 euro per tornare «volontariamente» in Romania dove una casa non ce l'hanno più. E chi non poteva o voleva accettare queste «alternative» è stato considerato non «compatibile», cioè da buttare in strada, da sfrattare liberamente senza alcun preavviso!\r\n\r\nNon crediamo più alle promesse di chi lucra sulla pelle dei poveri! \r\n Il 12 ottobre abbiamo organizzato un corteo di lotta per la casa occupando le strade del centro per ribadire la verità sul progetto “La città possibile” portato avanti da Comune, Prefettura, associazioni e cooperative complici. Donne, uomini e bambini hanno gridato forte «Contro sgomberi e sfratti! Casa per tutte/i».\r\n\r\nOggi abbiamo deciso di riprenderci quello che è giusto che tutti abbiano: una casa! Abbiamo occupato un pezzo della ex caserma di via Asti, che l'associazione \"Terra del Fuoco\", una delle tante che hanno partecipato al progetto \"La città Possibile\" ha occupato in aprile, promettendone un uso sociale. Da allora tanti di noi sono finiti in strada mentre la caserma restava in buona parte vuota.\r\n Da oggi si riempie di uomini, donne e bambini che non hanno soldi per gli affitti del comune, che non vogliono più una baracca, che non vogliono tornare in Romania.\r\n Abbiamo scelto questa casa perché ci sembra giusto avere un posto adeguato nella casa di chi questi anni ha guadagnato milioni di euro promettendocene una!\r\n\r\nGli ex abitanti di Lungo Stura Lazio\r\n\r\n\r\nDi seguito l'intervento di questa mattina durante lo spazio informativo di un occupante:\r\n\r\nviaasti\r\n\r\n ","2 Novembre 2015","2015-11-04 17:41:19","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/11/12185271_849107091870835_8165853782839512042_o-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/11/12185271_849107091870835_8165853782839512042_o-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/11/12185271_849107091870835_8165853782839512042_o-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/11/12185271_849107091870835_8165853782839512042_o-768x576.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/11/12185271_849107091870835_8165853782839512042_o-1024x768.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/11/12185271_849107091870835_8165853782839512042_o.jpg 2048w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Torino: tante famiglie rom (e non solo) alla conquista dello spazio e di uno spazio dove vivere",1446481848,[166,167,168,169,67],"http://radioblackout.org/tag/baraccopoli/","http://radioblackout.org/tag/distruzione-baracche/","http://radioblackout.org/tag/lungo-stura-lazio/","http://radioblackout.org/tag/progetto-la-citta-possibile/",[26,171,18,172,34],"distruzione baracche","progetto la città possibile",{"post_content":174,"post_title":178,"tags":181},{"matched_tokens":175,"snippet":176,"value":177},[37],"persone, uomini e donne sotto \u003Cmark>sgombero\u003C/mark> dalla baraccopoli di Lungo Stura","Ieri più di cinquanta persone, uomini e donne sotto \u003Cmark>sgombero\u003C/mark> dalla baraccopoli di Lungo Stura Lazio o in attesa di essere sfrattate dall'housing sociale di Corso Vigevano, hanno deciso di entrare nella ex-caserma Lamarmora di Via Asti e di occupare una parte della struttura per viverci. 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Riportiamo di seguito il comunicato che ieri ha accompagnato la nuova occupazione:\r\n\r\nTORINO, CONTRO SGOMBERI E SFRATTI, OCCUPATA LA CASERMA LA MARMORA IN VIA ASTI!\r\n\r\nIn questa città è Possibile che le istituzioni buttino in strada uomini, donne e bambini.\r\nQui è Possibile che un bambino di quattro mesi sia strappato dalle bracia della madre in una fredda mattina di ottobre e buttato in mezzo a ruspe e poliziotti che hanno l'ordine di non guardare in faccia nessuno e radere al suolo tutto.\r\nA Torino è Possibile che vengano spesi più di cinque milioni di euro per un progetto fatto di violenza, discriminazione, razzismo. Associazioni e cooperative come AIZO, Terra del Fuoco, Valdocco, Liberi tutti, Stranaidea, Croce Rossa, vincitori del bando di questo progetto, hanno dimostrato come sia Possibile, a Torino, demolire baracche e cacciare in strada centinaia di persone senza dare loro nessuna alternativa abitativa. Queste associazioni, per conto del comune, ci hanno fatto vedere come sia Possibile lavorare per distruggere le speranze per un futuro migliore di centinaia di bambini.\r\n La violenza e gli abusi di potere che subbiamo quotidianamente sono Possibili in nome di un progetto che questi signori hanno chiamato ... \"La Città Possibile\". Un progetto, dicono, con «carattere di innovazione e sperimentazione». Noi ci e vi chiediamo: una città Possibile per chi?\r\n\r\n\r\nIl \u003Cmark>campo\u003C/mark> di lungo stura Lazio non è mai stato un «\u003Cmark>campo\u003C/mark> nomadi» ma è stato un luogo periferico in cui da anni migliaia di persone hanno vissuto per necessità e non per scelta. Perché nessuno di noi sceglie la povertà, la discriminazione, lo sfruttamento ma li subbiamo - e non solo noi \u003Cmark>rom\u003C/mark> - come strumenti di controllo e di oppressione nelle mani di chi ha il potere di dare nomi o di creare uffici come l'«Ufficio Nomadi» in via Bologna. I campi «nomadi» non li abbiamo creati noi, li hanno creati le istituzioni italiane decine di anni fa. Dopo tanti mesi vissuti con la paura di non avere più un posto dove dormire, dopo anni in cui ci hanno promesso falsamente di farci «emergere» da questo \u003Cmark>campo\u003C/mark>, vediamo che in realtà la soluzione del comune di Torino è ancora più precaria delle baracche: tante delle persone portate in una casa, come quella in corso Vigevano - gestita da AIZO - sono già finite in strada; ad altre sono stati promessi 300 euro per tornare «volontariamente» in \u003Cmark>Rom\u003C/mark>ania dove una casa non ce l'hanno più. E chi non poteva o voleva accettare queste «alternative» è stato considerato non «compatibile», cioè da buttare in strada, da sfrattare liberamente senza alcun preavviso!\r\n\r\nNon crediamo più alle promesse di chi lucra sulla pelle dei poveri! \r\n Il 12 ottobre abbiamo organizzato un corteo di lotta per la casa occupando le strade del centro per ribadire la verità sul progetto “La città possibile” portato avanti da Comune, Prefettura, associazioni e cooperative complici. Donne, uomini e bambini hanno gridato forte «Contro sgomberi e sfratti! Casa per tutte/i».\r\n\r\nOggi abbiamo deciso di riprenderci quello che è giusto che tutti abbiano: una casa! Abbiamo occupato un pezzo della ex caserma di via Asti, che l'associazione \"Terra del Fuoco\", una delle tante che hanno partecipato al progetto \"La città Possibile\" ha occupato in aprile, promettendone un uso sociale. Da allora tanti di noi sono finiti in strada mentre la caserma restava in buona parte vuota.\r\n Da oggi si riempie di uomini, donne e bambini che non hanno soldi per gli affitti del comune, che non vogliono più una baracca, che non vogliono tornare in \u003Cmark>Rom\u003C/mark>ania.\r\n Abbiamo scelto questa casa perché ci sembra giusto avere un posto adeguato nella casa di chi questi anni ha guadagnato milioni di euro promettendocene una!\r\n\r\nGli ex abitanti di Lungo Stura Lazio\r\n\r\n\r\nDi seguito l'intervento di questa mattina durante lo spazio informativo di un occupante:\r\n\r\nviaasti\r\n\r\n ",{"matched_tokens":179,"snippet":180,"value":180},[15],"Torino: tante famiglie \u003Cmark>rom\u003C/mark> (e non solo) alla conquista dello spazio e di uno spazio dove vivere",[182,184,186,188,190],{"matched_tokens":183,"snippet":26},[],{"matched_tokens":185,"snippet":171},[],{"matched_tokens":187,"snippet":18},[],{"matched_tokens":189,"snippet":172},[],{"matched_tokens":191,"snippet":82},[37,81,15],[193,195,200],{"field":92,"matched_tokens":194,"snippet":176,"value":177},[37],{"field":41,"indices":196,"matched_tokens":197,"snippets":199},[36],[198],[37,81,15],[82],{"field":95,"matched_tokens":201,"snippet":180,"value":180},[15],{"best_field_score":99,"best_field_weight":100,"fields_matched":39,"num_tokens_dropped":53,"score":101,"tokens_matched":39,"typo_prefix_score":53},{"document":204,"highlight":225,"highlights":248,"text_match":97,"text_match_info":258},{"cat_link":205,"category":206,"comment_count":53,"id":207,"is_sticky":53,"permalink":208,"post_author":56,"post_content":209,"post_date":210,"post_excerpt":59,"post_id":207,"post_modified":211,"post_thumbnail":212,"post_thumbnail_html":213,"post_title":214,"post_type":64,"sort_by_date":215,"tag_links":216,"tags":221},[50],[52],"31969","http://radioblackout.org/2015/10/torino-ancora-uno-sgombero-nella-baraccopoli-di-lungo-stura/","Senza alcun preavviso questa mattina all'alba, intorno alle sei, le \"forze dell'ordine\" sono entrate per l'ennesima volta nel campo rom non autorizzato più grande d’Europa, quello di Lungo Stura Lazio, dove nel 2013 vivevano oltre 1.000 persone. Le famiglie rimaste senza alternative sono ormai poche nel campo, dopo che si è concluso il mega progetto da più di 5 milioni di euro \"La città possibile\". Questa mattina però non c'erano rappresentanti di associazioni, cooperative, Comune e Prefettura che si sono spartiti il ricco finanziamento, ma solo 11 blindati e decine di carabieniri, poliziotti e vigili che hanno buttato giù le porte delle baracche a calci e tirato fuori le persone a forza, mentre ancora dorminvano. Uomini, donne, bambine, bambini, anziani e persone malate si sono ritrovate senza casa in pochi minuti, osservando le ruspe che demolivano quelle che fino a poco prima erano le loro case.\r\n\r\nAl momento almeno 30 persone sono rimaste in mezzo alla strada, tra loro molti minori ancora terrorizzati dalla brutalità dell'operazione condotta questa mattina, come sempre in modo molto violento e con i soliti metodi arroganti e sprezzanti della vita e della dignità delle persone. Nel corso della mattinata una parte delle famiglie rimaste senza nulla insieme ad attiviste e solidali sono partiti dal campo alla volta dell' \"Ufficio Nomadi\" del Comune di Torino, in Via Bologna 55: per due ore sono stati occupati gli uffici \"preposti\" a dare risposte (o a non darle affatto) alle persone definite \"nomadi\" e che risiedono in questa città. Famiglie e singoli che invece hanno vissuto in modo decisamente stanziale nella baraccopoli di Lungo Stura Lazio per dieci o quindici anni.\r\n\r\nQui il comunicato della giornata\r\n\r\nhttps://www.facebook.com/Gattonero-Gattorosso-718198011628411/\r\n\r\nAscolta la diretta di questa mattina:\r\n\r\ncelia\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","19 Ottobre 2015","2015-10-22 12:38:05","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/10/DSC04241-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"199\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/10/DSC04241-300x199.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/10/DSC04241-300x199.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/10/DSC04241-768x510.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/10/DSC04241-1024x680.jpg 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Ancora uno sgombero nella baraccopoli di Lungo Stura a Torino",1445278123,[217,167,218,219,168,67,220],"http://radioblackout.org/tag/casa-per-tutti/","http://radioblackout.org/tag/la-citta-possibile/","http://radioblackout.org/tag/lotta-per-la-casa/","http://radioblackout.org/tag/social-housing-di-corso-vigevano/",[222,171,29,223,18,34,224],"casa per tutti","lotta per la casa","social housing di corso vigevano",{"post_content":226,"post_title":230,"tags":233},{"matched_tokens":227,"snippet":228,"value":229},[81,15],"entrate per l'ennesima volta nel \u003Cmark>campo\u003C/mark> \u003Cmark>rom\u003C/mark> non autorizzato più grande d’Europa,","Senza alcun preavviso questa mattina all'alba, intorno alle sei, le \"forze dell'ordine\" sono entrate per l'ennesima volta nel \u003Cmark>campo\u003C/mark> \u003Cmark>rom\u003C/mark> non autorizzato più grande d’Europa, quello di Lungo Stura Lazio, dove nel 2013 vivevano oltre 1.000 persone. 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Una minoranza di persone in social housing temporaneo, prima di tornare nuovamente in strada, una maggioranza sgomberata e cacciata in mezzo alla strada.\r\nIl 30 maggio gli abitanti di via Germagnano sono scesi in strada. Abitanti di Barriera e solidali, uniti contro chi usa l’arma del razzismo, per impedire che i poveri lottino insieme contro i padroni che li sfruttano, hanno sbarrato il passo all'ennesimo corteo razzista diretto al campo.\r\nSegnali dell'aria che sta cambiando.\r\n\r\nGiovedì 18 giugno gli attivisti di Gattonero Gattorosso hanno promosso un'assemblea, una serata informativa per far conoscere la realtà dei campi e allargare la rete solidale nel quartiere. \r\nNe abbiamo parlato con Cecilia di Gattonero Gattorosso.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\ncecilia_gatto rosso gatto nero_campi rom_assamblea antirazzista\r\nQui il programma della serata:\r\nCampi rom tra sgomberi e buoni affari\r\nvivere in Barriera tra baracche, militari e speculazioni\r\nore 20,30\r\nsala di via Baltea 3 angolo corso Vercelli\r\nserata informativa\r\nvideo sullo sgombero di febbraio e interviste ad abitanti di lungo Stura Lazio\r\ninterventi su:\r\nil progetto “la città possibile”\r\nla sentenza della corte europea dei diritti umani\r\ni comitati razzisti e la militarizzazione del territorio\r\nreti solidali contro razzismo e sfruttamento\r\nassemblea gattonero gattorosso\r\nper info: gattonerogattorosso@inventati.org","16 Giugno 2015","2015-06-17 16:34:28","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/06/18giugno-color-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"212\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/06/18giugno-color-212x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/06/18giugno-color-212x300.jpg 212w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/06/18giugno-color-768x1086.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/06/18giugno-color-724x1024.jpg 724w\" sizes=\"auto, (max-width: 212px) 100vw, 212px\" />","Campi rom tra sgomberi e buoni affari. 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Si difesero ma vennero comunque cacciati dalla polizia\r\nAll’inizio di questo secolo alla Favorita c’erano tra le due e le tremila persone.\r\nPoi il campo venne progressivamente svuotato sino a ridursi a poche famiglie.\r\nA molti vennero promesse case o social housing, da cui vennero cacciati dopo pochi mesi, ad altri vennero dati dei soldi. Per tutti ruspe e nessuna possibilità di continuare a vivere decentemente a Palermo.\r\nGli interessi speculativi sulla Favorita hanno accelerato lo sgombero del campo. 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L’operazione “la città possibile” era un ingranaggio ben oliato che funzionava senza intoppi. Duecento rom meritevoli di “emergere” dal campo di Lungo Stura Lazio, il più grande insediamento spontaneo d’Europa, piazzati temporaneamente in strutture di social housing, erano il fiore all’occhiello con il quale Torino si vendeva come prima città italiana ad aver cancellato la vergogna dei campi. Peccato che l’operazione, costata cinque milioni di euro del ministero dell’Interno, abbia riempito le casse di una bella cordata di cooperative ed associazioni amiche, mentre ai rom “meritevoli” ha offerto due anni sotto ad un tetto, purché si rispettino regole di comportamento che lederebbero la dignità di un bambino di tre anni.\r\n\r\nAgli altri seicento il Comune di Torino ha offerto la strada o la deportazione.\r\n\r\nDuecento tra adulti e bambini sono stati sgomberati il 26 febbraio. 150 persone sono state rastrellate mercoledì 18 marzo, portate in questura, denudate e perquisite. 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Non invitati c’erano anche gli antirazzisti di Gattorosso Gattonero che hanno aperto uno striscione, si sono presi il microfono per leggere un documento degli abitanti di Lungo Stura Lazio, gli unici a non essere mai stati interpellati su quanto veniva deciso ed attuato sui loro corpi, sulle loro vite, sul futuro dei loro figli.\r\nIl vicesindaco Elide Tisi ha dato forfait all’ultimo momento, limitandosi a inviare una lettera. L’eco delle voci dei senza voce è comunque risuonata nell’aula nuova e linda del Campus.\r\nPochi chilometri di strada da Lungo Stura Lazio, anni luce di repressione e disprezzo dalle baracche dove i rom vivono da anni tra topi e fango. La prima volta che le vedi quelle baracche fanno orrore. Poi ti accorgi che sono state dipinte, che ci sono le tendine alle finestre, dietro cui brillano candele e luci scarne. E ti accorgi che l’orrore vero è quello di tanti giorni all’alba, tra lampeggianti, antisommossa e vigili urbani con il manganello e i guanti.\r\n\r\nNei giorni successivi i quotidiani hanno dato ampio risalto alla notizia dello stop momentaneo imposto dalla corte dei diritti dell’uomo, concedendo ampia facoltà di replica sia a Tisi, sia a Borgna, il pubblico ministero che lo scorso maggio aveva posto sotto sequestro l’area.\r\nNeanche una riga è stata concessa al documento dell’assemblea degli abitanti del campo. Anarres ne ha parlato con Cecilia di Gattorosso Gattonero.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\nUnknown\r\n\r\nDi seguito il comunicato di Gatto Rosso Gatto Nero:\r\n«È sempre possibile dire il vero nello spazio di una esteriorità selvaggia; ma non si è nel vero se non ottemperando alle regole di una ‘polizia’ discorsiva che si deve riattivare in ciascuno dei suoi discorsi. » (M. F.)\r\nTorino, 19 marzo 2015\r\nQuesta mattina all'alba doveva scattare un'ulteriore operazione di sgombero nel campo rom di Lungo Stura. L'ennesima dall'estate 2014, a poche settimane di distanza da quella del 26 febbraio, in cui oltre 100 persone sono finite in mezzo alla strada senza preavviso né alternativa abitativa, mentre le loro baracche venivano distrutte dalle ruspe della Città di Torino. A rovinare i piani istituzionali è intervenuto il ricorso presentato da cinque famiglie residenti nel campo, rappresentate dall'avvocato Gianluca Vitale, il cui successo coincide con la decisione della Corte europea dei diritti dell'uomo di imporre al governo italiano la sospensione immediata dello sgombero fino al 26 marzo, con la richiesta che vengano fornite informazioni in merito alla ricollocazione abitativa dei nuclei. E' la prima volta che la Corte sospende lo sgombero di un campo rom in Italia. Ad esser maliziosi vien da pensare che la Città di Torino la stia facendo davvero grossa.\r\nLe operazioni di sgombero fanno tutte parte del mega-progetto “La città possibile”, con il quale la Città di Torino fa vanto di “superare” i campi nomadi e la cui gestione è monopolio della cordata Valdocco - AIZO - Stranaidea - Liberitutti - Terra del Fuoco - Croce Rossa, cui è stato affidato un appalto dal valore di 5.193.167,26 euro stanziati dal Ministero dell'Interno, nell'assenza di alcun monitoraggio indipendente. L'implementazione di questa “buona pratica” nel campo rom “informale” più grande d'Europa, quello di Lungo Stura, dove da 15 anni vivevano oltre 1.000 persone provenienti dalla Romania, bacino di manodopera sottocosto per le economie formali ed informali della città, ha previsto l'arbitraria separazione degli abitanti del campo in “meritevoli” ed “immeritevoli”, “civilizzati” e “barbari”, “adatti” ed “inadatti” ad una condizione abitativa autonoma e dignitosa. Ai primi – appena 250 persone a fine gennaio 2015 - l'offerta di una casa temporanea o la collocazione in sistemazioni di housing sociale a metà tra la caserma e l'asilo, o ancora il rimpatrio “volontario” in Romania; ai secondi – ben oltre 600 persone - lo sgombero forzato senza alternativa abitativa da portare a termine entro il 31 marzo, appena sospeso dalla CEDU dopo che oltre 100 persone ne sono già state oggetto.\r\n\r\nNel frattempo, dopo la retata della polizia di mercoledì mattina, una ventina di persone del campo si ritrovano oggi con in mano un foglio di via che intima loro di lasciare l'Italia entro 30 giorni, come è successo a decine di altri nel corso dell'ultimo anno. Due persone sono invece rinchiuse nel CIE di Torino in attesa di convalida o annullamento dell'espulsione coatta.\r\n\r\nNella totale assenza di coinvolgimento delle famiglie del campo nelle fasi di elaborazione ed implementazione del progetto ed in mancanza di alcun criterio trasparente o possibilità di ricorso, la Città di Torino si è così arrogata il “diritto” al monopolio della violenza persino oltre i limiti imposti da uno stato di diritto già strutturalmente fondato sull'occultamento del conflitto di classe e sulla romofobia.\r\nAttraverso lo sgombero forzato di chi non può accedere al “libero” mercato degli affitti né alle case popolari - e si trova così costretto, dopo secoli di stanzialità, ad un nomadismo forzato attraverso cui si costruisce lo stigma “culturale” utile ad etnicizzare lo spazio politico e sociale - si sta portando avanti una violenta politica repressiva e speculativa che garantisce i profitti economici e simbolici di pochi noti, devastando la vita di molti. Nulla di nuovo rispetto alle strategie di governo del sociale che da tempo caratterizzano lo spazio metropolitano torinese, dove le politiche di “riqualificazione” urbana nelle diverse periferie vengono portate avanti tramite sfratti, sgomberi, retate e speculazioni che rispondono a precisi interessi economici. Non importa che nel campo vivano donne in stato di gravidanza, persone anziane e malate e minori frequentanti la scuola. Non importa neppure che la loro presenza invisibile dati di oltre un decennio e sia situata su un terreno decisamente poco appetibile per grandi investimenti. Dietro all'ideologia “democratica” sui cui si fonda la retorica di questo progetto di speculazione e sgombero, di cui il nome stesso - “La città possibile” - è emblema, si cela, come sempre, la materialità delle risorse e degli interessi economici che determinano forze e rapporti di forza in campo.\r\n\r\nQual è la genealogia di questo progetto milionario?\r\nChi ha partecipato alla definizione dei termini del suo “discorso”?\r\nIn quali spazi ed attraverso quali processi?\r\nQuali effetti sono stati prodotti rispetto alla creazione di “soggetti” ed “oggetti”?\r\nCon quali conseguenze nello spazio politico locale e sovra-locale?\r\nIn base a quali criteri sono state scelte le famiglie?\r\nDi che natura è lo strumento governativo definito “patto di emersione”?\r\nQuali rappresentazioni e vincoli impone all'azione ed alla vita quotidiana delle persone? Qual è la sostenibilità economica delle sistemazioni abitative per le famiglie?\r\nPerché vengono costrette alla dipendenza da associazioni e cooperative?\r\nCosa succederà alle famiglie quando finiranno i contributi agli affitti non calmierati?\r\nLo sgombero senza alternativa abitativa \"supera\" un campo per crearne altri?\r\nQuale percentuale dei 5.193.167,26 euro è stata spesa per “costi di gestione”?\r\nChi sono i proprietari degli immobili nei quali alcune famiglie sono state collocate? Quanto è costato lo sgombero manu militari del campo di Lungo Stura?\r\n\r\nQueste sono solo alcune delle domande a cui una delle principali responsabili politiche del progetto, la vicesindaco Tisi - invitata ad inaugurare un'imbarazzante conferenza sull'inclusione abitativa dei Rom, patrocinata niente meno che dalla Città di Torino proprio mentre la stessa porta avanti un'operazione di speculazione e sgombero sulla pelle dei Rom - non ha evidentemente molta voglia di rispondere. Informata della presenza di un gruppo di antirazzisti/e all'evento, ha preferito scappare, lasciando alla platea una missiva greve di retorica e compassione per i “poveri senza tetto” che ben si addice ad un'esponente di punta del PD torinese, da anni al governo della capitale italiana degli sfratti. Una conferenza tenutasi a pochi chilometri dal campo rom di Lungo Stura - dove centinaia di persone vivono nell'incertezza radicale rispetto al loro presente e sotto la costante minaccia della violenza poliziesca - in cui non si è percepita in alcun modo la materialità dei processi di speculazione, repressione e ricatto in atto, né la sofferenza dei soggetti che subiscono quotidianamente gli effetti di queste politiche “virtuose” con cui la Città di Torino pensa di farsi pubblicità; una conferenza in cui gli unici assenti erano proprio questi soggetti, ai quali i “ricercatori critici” hanno pensato bene di concedere statuto di esistenza unicamente in qualità di “oggetti” dei discorsi e dello sguardo altrui; una conferenza dove non è stato minimamente problematizzato il nesso tra potere e sapere, ma è stata anzi offerta legittimazione alle istituzioni ed al loro operato, accogliendole come interlocutori credibili – uno sguardo al programma, ai termini del discorso ed agli sponsor in esso contenuti è sufficiente a capire quali siano le differenti “agende” che nell'iniziativa hanno trovato felice saldatura. Non vanno sprecate ulteriori parole.\r\n\r\nLa presenza degli antirazzisti/e ha portato uno squarcio di realtà e materialità in una Aula Magna dove ad un'analisi del potere politico e dei rapporti di classe nello spazio metropolitano, di cui la questione abitativa è parte, si è ancora una volta preferito il comodo sguardo culturalista sui Rom come luoghi dell'eccezione. All'ipocrita retorica della “cittadinanza” e del “diritto di parola” (comunque negato), abbiamo risposto con la presa diretta della parola. Nè “partecipanti” ad un confronto che non è mai esistito, né “portavoce” di un popolo o di qualsivoglia bandiera. Lontani dalla melmosa palude della “rappresentanza” - di cui altri sembrano invece tanto ossessionati - abbiamo usato i nostri corpi come amplificatori delle voci dell'assemblea degli abitanti del campo rom di Lungo Stura, dove si sta combattendo una guerra sociale.\r\n\r\nAssemblea Gatto Nero Gatto Rosso\r\ngattonerogattorosso@inventati.org\r\n\r\nDi seguito il testo letto in università.\r\nBasta sgomberi e speculazioni nel campo rom di lungo Stura!\r\nGiovedì 26 febbraio la polizia ha sgomberato dal campo rom di Lungo Stura 200 persone. Le loro baracche e roulottes sono state distrutte dalle ruspe del Comune di Torino senza dare alle persone neanche il tempo di mettere in salvo le proprie cose, né ai malati di recuperare i medicinali. Chi è stato sgomberato non aveva altro posto dove andare: qualcuno è fuggito in altre parti della città, altri hanno chiesto ospitalità a chi ancora vive nel campo.\r\nQuesto sgombero non è giusto.\r\nNel campo di Lungo Stura fino all'anno scorso vivevano oltre 1.000 persone. Siamo arrivati in Italia 15 anni fa e abbiamo sempre vissuto in baracche, non per scelta, ma perché non possiamo permetterci di pagare un affitto. In Romania abbiamo sempre vissuto in case, che lo Stato garantiva a tutti durante il regime di Ceaușescu, nonostante il razzismo contro i Rom esistesse anche allora. Siamo venuti in Italia perché dopo il 1989 la situazione economica è diventata molto difficile: hanno chiuso miniere, fabbriche e collettivizzazioni dove molti di noi lavoravano, mentre le attività che alcuni gruppi rom svolgevano da secoli non hanno trovato spazio nell'economia capitalista. Siamo diventati disoccupati e senza reddito.\r\nSiamo venuti in Italia per cercare lavoro e qui abbiamo visto che i Rom vivevano in campi, mentre l'accesso alle case popolari era praticamente impossibile. Il mercato degli affitti di Torino, poi, è inaccessibile per chi come noi svolge lavori sottopagati che non ci permettono nemmeno di sfamarci. Così ci siamo adattati alla situazione, che è sempre stata molto dura, perché non eravamo abituati a vivere in baracche, senza luce né acqua. Il campo di Lungo Stura si è velocemente ingrandito perché molte persone scappavano qui dopo che polizia e vigili le sgomberavano da altre zone. Prima che la Romania entrasse nell'Unione Europea i poliziotti venivano spesso nei campi, all'alba, per fare retate e spaccare tutto: ci prendevano, ci portavano in questura e spesso ci chiudevano nei CIE o ci mettevano direttamente sugli aerei per espellerci. Anche dopo che siamo diventati cittadini europei la violenza della polizia è continuata, così come il razzismo e lo sfruttamento.\r\nAbbiamo letto sui giornali che più di un anno fa il Comune di Torino ha avviato un progetto abitativo per i Rom, chiamato “La città possibile” e costato oltre 5 milioni di euro, finanziati dallo Stato italiano. Abbiamo letto che con questo progetto le istituzioni hanno detto di voler “superare” i campi nomadi. Il Comune, però, non ha organizzato nemmeno un'assemblea per parlare con noi, né alcuna rappresentanza delle famiglie è mai stata invitata alle riunioni dove sono state prese le decisioni.\r\n\r\nNessuno ci ha mai informati di come sono stati spesi i soldi, né delle caratteristiche di questo progetto.\r\n\r\nLe cooperative e le associazioni hanno chiamato alcune famiglie del campo, a cui hanno fatto firmare dei fogli con cui accettavano di distruggere le proprie baracche in cambio di una sistemazione abitativa. In questo modo, il Comune ha inserito 250 persone nel progetto: alcune in alloggio, altre in housing sociale, altre ancora sono state rimpatriate in Romania. Là però non si riesce a sopravvivere, quindi queste persone sono già tornate in Italia. Nessuno ci ha spiegato i criteri con cui queste famiglie sono state scelte. Alcune persone arrivate da poco in Italia hanno avuto la casa, altri che sono qui da 10 anni non hanno avuto niente, quindi pensiamo che ci siano stati casi di corruzione. L'unica cosa che abbiamo davvero capito è che le case sono state offerte solo per pochi mesi, al massimo due anni. Poi le famiglie dovranno pagare affitti insostenibili e se non riusciranno a farlo si ritroveranno in mezzo alla strada, a meno che le cooperative non ricevano altri soldi per continuare il progetto. Ma cosa è successo a tutte le persone rimaste fuori da “La città possibile”?\r\n\r\nLa maggior parte degli abitanti del campo di lungo Stura è stata arbitrariamente tagliata fuori dal progetto.\r\n\r\nStiamo parlando di oltre 600 persone: abbiamo ricevuto continue promesse, ma nessuna risposta concreta. Abbiamo chiesto spiegazioni sui criteri, ma nessuno ci ha voluto parlare. L'unico rapporto con Questura, Comune, associazioni e cooperative era che venivano a censirci e a farci domande in continuazione. Poi arrivava la polizia a darci il foglio di via. Ogni due settimane mandavano i poliziotti nel campo con cani, scudi e manganelli, per fare le retate, prendere le persone e mandarle via dall'Italia, con qualunque pretesto. Ad una signora hanno dato il foglio di via perchè aveva acceso la stufa per scaldare la baracca. La Croce Rossa invece veniva a prendere nota delle baracche vuote, per farle spaccare, quando la gente non era in casa, dopo le 9 del mattino.\r\nIl 26 febbraio la polizia ha sgomberato 200 di noi, senza offrire nessuna alternativa abitativa. Ora nel campo siamo ancora oltre 400 persone ed ogni giorno viviamo con la paura di essere buttati in mezzo alla strada. A nessuno interessa che nel campo vivano donne incinte, persone anziane e molte persone malate. A nessuno interessa che, a causa dello sgombero, i nostri bambini e bambine non abbiano più la possibilità di andare a scuola e così perdano l'anno scolastico. L'unica cosa che interessa è spaccare le nostre baracche.\r\n\r\nViviamo come topi, se non abbiamo diritto nemmeno ad una baracca, allora tanto vale che veniate a spararci.\r\n\r\nI campi rom non li abbiamo creati noi, li hanno creati le istituzioni italiane decine di anni fa. Quanti soldi hanno guadagnato in tutti questi anni, sulla pelle dei Rom, associazioni e cooperative cui il Comune di Torino ha dato appalti di ogni genere per “gestire” i campi e chi è costretto a viverci? Quanti soldi hanno guadagnato nell'ultimo anno Valdocco, Terra del Fuoco, AIZO, Stranaidea, Liberitutti e Croce Rossa, con il progetto “La città possibile” che è costato più di 5 milioni di euro? Questi soldi non vengono spesi a favore dei Rom ed infatti la nostra situazione non è affatto migliorata in tutti questi anni. Dobbiamo chiederci chi realmente ci guadagna da tutti questi progetti “eccezionali”, che oltretutto rinforzano l'idea che noi Rom non facciamo parte di una comune umanità e fomentano il razzismo.\r\n\r\nNel campo oggi vivono oltre 400 persone, di cui metà sono minori.\r\nNegli ultimi giorni a qualcuno è stato promesso di entrare nel progetto: questa logica di divisione e ricatto deve finire!\r\nTutti/e devono poter di vivere in case o luoghi dignitosi e sicuri.\r\nNessuno deve essere buttato in mezzo alla strada.\r\nI minori devono poter frequentare la scuola e terminare l'anno.\r\nBasta sgomberi e speculazioni sulla nostra pelle!\r\nTorino, 15 marzo 2015\r\nAssemblea abitanti del campo di Lungo Stura Lazio\r\n\r\n ","21 Marzo 2015","2018-10-17 22:59:25","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/03/cle1-200x110.jpg","Convegno sui Rom senza i Rom: antirazzisti/e rovinano la vetrina della Città di Torino","podcast",1426934211,[420,421,168,422,275,423],"http://radioblackout.org/tag/corte-europea-diritti-umani/","http://radioblackout.org/tag/elide-tisi/","http://radioblackout.org/tag/retata/","http://radioblackout.org/tag/sgombero-campo/",[425,426,18,427,15,398],"corte europea diritti umani","elide tisi","retata",{"post_content":429,"post_title":433,"tags":437},{"matched_tokens":430,"snippet":431,"value":432},[37,81,15],"doveva scattare un'ulteriore operazione di \u003Cmark>sgombero\u003C/mark> nel \u003Cmark>campo\u003C/mark> \u003Cmark>rom\u003C/mark> di Lungo Stura. 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Non invitati c’erano anche gli antirazzisti di Gattorosso Gattonero che hanno aperto uno striscione, si sono presi il microfono per leggere un documento degli abitanti di Lungo Stura Lazio, gli unici a non essere mai stati interpellati su quanto veniva deciso ed attuato sui loro corpi, sulle loro vite, sul futuro dei loro figli.\r\nIl vicesindaco Elide Tisi ha dato forfait all’ultimo momento, limitandosi a inviare una lettera. L’eco delle voci dei senza voce è comunque risuonata nell’aula nuova e linda del Campus.\r\nPochi chilometri di strada da Lungo Stura Lazio, anni luce di repressione e disprezzo dalle baracche dove i \u003Cmark>rom\u003C/mark> vivono da anni tra topi e fango. La prima volta che le vedi quelle baracche fanno orrore. Poi ti accorgi che sono state dipinte, che ci sono le tendine alle finestre, dietro cui brillano candele e luci scarne. E ti accorgi che l’orrore vero è quello di tanti giorni all’alba, tra lampeggianti, antisommossa e vigili urbani con il manganello e i guanti.\r\n\r\nNei giorni successivi i quotidiani hanno dato ampio risalto alla notizia dello stop momentaneo imposto dalla corte dei diritti dell’uomo, concedendo ampia facoltà di replica sia a Tisi, sia a Borgna, il pubblico ministero che lo scorso maggio aveva posto sotto sequestro l’area.\r\nNeanche una riga è stata concessa al documento dell’assemblea degli abitanti del \u003Cmark>campo\u003C/mark>. Anarres ne ha parlato con Cecilia di Gattorosso Gattonero.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\nUnknown\r\n\r\nDi seguito il comunicato di Gatto Rosso Gatto Nero:\r\n«È sempre possibile dire il vero nello spazio di una esteriorità selvaggia; ma non si è nel vero se non ottemperando alle regole di una ‘polizia’ discorsiva che si deve riattivare in ciascuno dei suoi discorsi. » (M. F.)\r\nTorino, 19 marzo 2015\r\nQuesta mattina all'alba doveva scattare un'ulteriore operazione di \u003Cmark>sgombero\u003C/mark> nel \u003Cmark>campo\u003C/mark> \u003Cmark>rom\u003C/mark> di Lungo Stura. L'ennesima dall'estate 2014, a poche settimane di distanza da quella del 26 febbraio, in cui oltre 100 persone sono finite in mezzo alla strada senza preavviso né alternativa abitativa, mentre le loro baracche venivano distrutte dalle ruspe della Città di Torino. A rovinare i piani istituzionali è intervenuto il ricorso presentato da cinque famiglie residenti nel \u003Cmark>campo\u003C/mark>, rappresentate dall'avvocato Gianluca Vitale, il cui successo coincide con la decisione della Corte europea dei diritti dell'uomo di imporre al governo italiano la sospensione immediata dello \u003Cmark>sgombero\u003C/mark> fino al 26 marzo, con la richiesta che vengano fornite informazioni in merito alla ricollocazione abitativa dei nuclei. E' la prima volta che la Corte sospende lo \u003Cmark>sgombero\u003C/mark> di un \u003Cmark>campo\u003C/mark> \u003Cmark>rom\u003C/mark> in Italia. Ad esser maliziosi vien da pensare che la Città di Torino la stia facendo davvero grossa.\r\nLe operazioni di \u003Cmark>sgombero\u003C/mark> fanno tutte parte del mega-progetto “La città possibile”, con il quale la Città di Torino fa vanto di “superare” i campi nomadi e la cui gestione è monopolio della cordata Valdocco - AIZO - Stranaidea - Liberitutti - Terra del Fuoco - Croce Rossa, cui è stato affidato un appalto dal valore di 5.193.167,26 euro stanziati dal Ministero dell'Interno, nell'assenza di alcun monitoraggio indipendente. L'implementazione di questa “buona pratica” nel \u003Cmark>campo\u003C/mark> \u003Cmark>rom\u003C/mark> “informale” più grande d'Europa, quello di Lungo Stura, dove da 15 anni vivevano oltre 1.000 persone provenienti dalla \u003Cmark>Rom\u003C/mark>ania, bacino di manodopera sottocosto per le economie formali ed informali della città, ha previsto l'arbitraria separazione degli abitanti del \u003Cmark>campo\u003C/mark> in “meritevoli” ed “immeritevoli”, “civilizzati” e “barbari”, “adatti” ed “inadatti” ad una condizione abitativa autonoma e dignitosa. Ai primi – appena 250 persone a fine gennaio 2015 - l'offerta di una casa temporanea o la collocazione in sistemazioni di housing sociale a metà tra la caserma e l'asilo, o ancora il rimpatrio “volontario” in \u003Cmark>Rom\u003C/mark>ania; ai secondi – ben oltre 600 persone - lo \u003Cmark>sgombero\u003C/mark> forzato senza alternativa abitativa da portare a termine entro il 31 marzo, appena sospeso dalla CEDU dopo che oltre 100 persone ne sono già state oggetto.\r\n\r\nNel frattempo, dopo la retata della polizia di mercoledì mattina, una ventina di persone del \u003Cmark>campo\u003C/mark> si ritrovano oggi con in mano un foglio di via che intima loro di lasciare l'Italia entro 30 giorni, come è successo a decine di altri nel corso dell'ultimo anno. Due persone sono invece rinchiuse nel CIE di Torino in attesa di convalida o annullamento dell'espulsione coatta.\r\n\r\nNella totale assenza di coinvolgimento delle famiglie del \u003Cmark>campo\u003C/mark> nelle fasi di elaborazione ed implementazione del progetto ed in mancanza di alcun criterio trasparente o possibilità di ricorso, la Città di Torino si è così arrogata il “diritto” al monopolio della violenza persino oltre i limiti imposti da uno stato di diritto già strutturalmente fondato sull'occultamento del conflitto di classe e sulla romofobia.\r\nAttraverso lo \u003Cmark>sgombero\u003C/mark> forzato di chi non può accedere al “libero” mercato degli affitti né alle case popolari - e si trova così costretto, dopo secoli di stanzialità, ad un nomadismo forzato attraverso cui si costruisce lo stigma “culturale” utile ad etnicizzare lo spazio politico e sociale - si sta portando avanti una violenta politica repressiva e speculativa che garantisce i profitti economici e simbolici di pochi noti, devastando la vita di molti. Nulla di nuovo rispetto alle strategie di governo del sociale che da tempo caratterizzano lo spazio metropolitano torinese, dove le politiche di “riqualificazione” urbana nelle diverse periferie vengono portate avanti tramite sfratti, sgomberi, retate e speculazioni che rispondono a precisi interessi economici. Non importa che nel \u003Cmark>campo\u003C/mark> vivano donne in stato di gravidanza, persone anziane e malate e minori frequentanti la scuola. Non importa neppure che la loro presenza invisibile dati di oltre un decennio e sia situata su un terreno decisamente poco appetibile per grandi investimenti. Dietro all'ideologia “democratica” sui cui si fonda la retorica di questo progetto di speculazione e \u003Cmark>sgombero\u003C/mark>, di cui il nome stesso - “La città possibile” - è emblema, si cela, come sempre, la materialità delle risorse e degli interessi economici che determinano forze e rapporti di forza in \u003Cmark>campo\u003C/mark>.\r\n\r\nQual è la genealogia di questo progetto milionario?\r\nChi ha partecipato alla definizione dei termini del suo “discorso”?\r\nIn quali spazi ed attraverso quali processi?\r\nQuali effetti sono stati prodotti rispetto alla creazione di “soggetti” ed “oggetti”?\r\nCon quali conseguenze nello spazio politico locale e sovra-locale?\r\nIn base a quali criteri sono state scelte le famiglie?\r\nDi che natura è lo strumento governativo definito “patto di emersione”?\r\nQuali rappresentazioni e vincoli impone all'azione ed alla vita quotidiana delle persone? Qual è la sostenibilità economica delle sistemazioni abitative per le famiglie?\r\nPerché vengono costrette alla dipendenza da associazioni e cooperative?\r\nCosa succederà alle famiglie quando finiranno i contributi agli affitti non calmierati?\r\nLo \u003Cmark>sgombero\u003C/mark> senza alternativa abitativa \"supera\" un \u003Cmark>campo\u003C/mark> per crearne altri?\r\nQuale percentuale dei 5.193.167,26 euro è stata spesa per “costi di gestione”?\r\nChi sono i proprietari degli immobili nei quali alcune famiglie sono state collocate? Quanto è costato lo \u003Cmark>sgombero\u003C/mark> manu militari del \u003Cmark>campo\u003C/mark> di Lungo Stura?\r\n\r\nQueste sono solo alcune delle domande a cui una delle principali responsabili politiche del progetto, la vicesindaco Tisi - invitata ad inaugurare un'imbarazzante conferenza sull'inclusione abitativa dei \u003Cmark>Rom\u003C/mark>, patrocinata niente meno che dalla Città di Torino proprio mentre la stessa porta avanti un'operazione di speculazione e \u003Cmark>sgombero\u003C/mark> sulla pelle dei \u003Cmark>Rom\u003C/mark> - non ha evidentemente molta voglia di rispondere. Informata della presenza di un gruppo di antirazzisti/e all'evento, ha preferito scappare, lasciando alla platea una missiva greve di retorica e compassione per i “poveri senza tetto” che ben si addice ad un'esponente di punta del PD torinese, da anni al governo della capitale italiana degli sfratti. Una conferenza tenutasi a pochi chilometri dal \u003Cmark>campo\u003C/mark> \u003Cmark>rom\u003C/mark> di Lungo Stura - dove centinaia di persone vivono nell'incertezza radicale rispetto al loro presente e sotto la costante minaccia della violenza poliziesca - in cui non si è percepita in alcun modo la materialità dei processi di speculazione, repressione e ricatto in atto, né la sofferenza dei soggetti che subiscono quotidianamente gli effetti di queste politiche “virtuose” con cui la Città di Torino pensa di farsi pubblicità; una conferenza in cui gli unici assenti erano proprio questi soggetti, ai quali i “ricercatori critici” hanno pensato bene di concedere statuto di esistenza unicamente in qualità di “oggetti” dei discorsi e dello sguardo altrui; una conferenza dove non è stato minimamente problematizzato il nesso tra potere e sapere, ma è stata anzi offerta legittimazione alle istituzioni ed al loro operato, accogliendole come interlocutori credibili – uno sguardo al programma, ai termini del discorso ed agli sponsor in esso contenuti è sufficiente a capire quali siano le differenti “agende” che nell'iniziativa hanno trovato felice saldatura. Non vanno sprecate ulteriori parole.\r\n\r\nLa presenza degli antirazzisti/e ha portato uno squarcio di realtà e materialità in una Aula Magna dove ad un'analisi del potere politico e dei rapporti di classe nello spazio metropolitano, di cui la questione abitativa è parte, si è ancora una volta preferito il comodo sguardo culturalista sui \u003Cmark>Rom\u003C/mark> come luoghi dell'eccezione. All'ipocrita retorica della “cittadinanza” e del “diritto di parola” (comunque negato), abbiamo risposto con la presa diretta della parola. Nè “partecipanti” ad un confronto che non è mai esistito, né “portavoce” di un popolo o di qualsivoglia bandiera. Lontani dalla melmosa palude della “rappresentanza” - di cui altri sembrano invece tanto ossessionati - abbiamo usato i nostri corpi come amplificatori delle voci dell'assemblea degli abitanti del \u003Cmark>campo\u003C/mark> \u003Cmark>rom\u003C/mark> di Lungo Stura, dove si sta combattendo una guerra sociale.\r\n\r\nAssemblea Gatto Nero Gatto Rosso\r\ngattonerogattorosso@inventati.org\r\n\r\nDi seguito il testo letto in università.\r\nBasta sgomberi e speculazioni nel \u003Cmark>campo\u003C/mark> \u003Cmark>rom\u003C/mark> di lungo Stura!\r\nGiovedì 26 febbraio la polizia ha sgomberato dal \u003Cmark>campo\u003C/mark> \u003Cmark>rom\u003C/mark> di Lungo Stura 200 persone. Le loro baracche e roulottes sono state distrutte dalle ruspe del Comune di Torino senza dare alle persone neanche il tempo di mettere in salvo le proprie cose, né ai malati di recuperare i medicinali. Chi è stato sgomberato non aveva altro posto dove andare: qualcuno è fuggito in altre parti della città, altri hanno chiesto ospitalità a chi ancora vive nel \u003Cmark>campo\u003C/mark>.\r\nQuesto \u003Cmark>sgombero\u003C/mark> non è giusto.\r\nNel \u003Cmark>campo\u003C/mark> di Lungo Stura fino all'anno scorso vivevano oltre 1.000 persone. Siamo arrivati in Italia 15 anni fa e abbiamo sempre vissuto in baracche, non per scelta, ma perché non possiamo permetterci di pagare un affitto. In \u003Cmark>Rom\u003C/mark>ania abbiamo sempre vissuto in case, che lo Stato garantiva a tutti durante il regime di Ceaușescu, nonostante il razzismo contro i \u003Cmark>Rom\u003C/mark> esistesse anche allora. Siamo venuti in Italia perché dopo il 1989 la situazione economica è diventata molto difficile: hanno chiuso miniere, fabbriche e collettivizzazioni dove molti di noi lavoravano, mentre le attività che alcuni gruppi \u003Cmark>rom\u003C/mark> svolgevano da secoli non hanno trovato spazio nell'economia capitalista. Siamo diventati disoccupati e senza reddito.\r\nSiamo venuti in Italia per cercare lavoro e qui abbiamo visto che i \u003Cmark>Rom\u003C/mark> vivevano in campi, mentre l'accesso alle case popolari era praticamente impossibile. Il mercato degli affitti di Torino, poi, è inaccessibile per chi come noi svolge lavori sottopagati che non ci permettono nemmeno di sfamarci. Così ci siamo adattati alla situazione, che è sempre stata molto dura, perché non eravamo abituati a vivere in baracche, senza luce né acqua. Il \u003Cmark>campo\u003C/mark> di Lungo Stura si è velocemente ingrandito perché molte persone scappavano qui dopo che polizia e vigili le sgomberavano da altre zone. Prima che la \u003Cmark>Rom\u003C/mark>ania entrasse nell'Unione Europea i poliziotti venivano spesso nei campi, all'alba, per fare retate e spaccare tutto: ci prendevano, ci portavano in questura e spesso ci chiudevano nei CIE o ci mettevano direttamente sugli aerei per espellerci. Anche dopo che siamo diventati cittadini europei la violenza della polizia è continuata, così come il razzismo e lo sfruttamento.\r\nAbbiamo letto sui giornali che più di un anno fa il Comune di Torino ha avviato un progetto abitativo per i \u003Cmark>Rom\u003C/mark>, chiamato “La città possibile” e costato oltre 5 milioni di euro, finanziati dallo Stato italiano. Abbiamo letto che con questo progetto le istituzioni hanno detto di voler “superare” i campi nomadi. Il Comune, però, non ha organizzato nemmeno un'assemblea per parlare con noi, né alcuna rappresentanza delle famiglie è mai stata invitata alle riunioni dove sono state prese le decisioni.\r\n\r\nNessuno ci ha mai informati di come sono stati spesi i soldi, né delle caratteristiche di questo progetto.\r\n\r\nLe cooperative e le associazioni hanno chiamato alcune famiglie del \u003Cmark>campo\u003C/mark>, a cui hanno fatto firmare dei fogli con cui accettavano di distruggere le proprie baracche in cambio di una sistemazione abitativa. In questo modo, il Comune ha inserito 250 persone nel progetto: alcune in alloggio, altre in housing sociale, altre ancora sono state rimpatriate in \u003Cmark>Rom\u003C/mark>ania. Là però non si riesce a sopravvivere, quindi queste persone sono già tornate in Italia. Nessuno ci ha spiegato i criteri con cui queste famiglie sono state scelte. Alcune persone arrivate da poco in Italia hanno avuto la casa, altri che sono qui da 10 anni non hanno avuto niente, quindi pensiamo che ci siano stati casi di corruzione. L'unica cosa che abbiamo davvero capito è che le case sono state offerte solo per pochi mesi, al massimo due anni. Poi le famiglie dovranno pagare affitti insostenibili e se non riusciranno a farlo si ritroveranno in mezzo alla strada, a meno che le cooperative non ricevano altri soldi per continuare il progetto. Ma cosa è successo a tutte le persone rimaste fuori da “La città possibile”?\r\n\r\nLa maggior parte degli abitanti del \u003Cmark>campo\u003C/mark> di lungo Stura è stata arbitrariamente tagliata fuori dal progetto.\r\n\r\nStiamo parlando di oltre 600 persone: abbiamo ricevuto continue promesse, ma nessuna risposta concreta. Abbiamo chiesto spiegazioni sui criteri, ma nessuno ci ha voluto parlare. L'unico rapporto con Questura, Comune, associazioni e cooperative era che venivano a censirci e a farci domande in continuazione. Poi arrivava la polizia a darci il foglio di via. Ogni due settimane mandavano i poliziotti nel \u003Cmark>campo\u003C/mark> con cani, scudi e manganelli, per fare le retate, prendere le persone e mandarle via dall'Italia, con qualunque pretesto. Ad una signora hanno dato il foglio di via perchè aveva acceso la stufa per scaldare la baracca. La Croce Rossa invece veniva a prendere nota delle baracche vuote, per farle spaccare, quando la gente non era in casa, dopo le 9 del mattino.\r\nIl 26 febbraio la polizia ha sgomberato 200 di noi, senza offrire nessuna alternativa abitativa. Ora nel \u003Cmark>campo\u003C/mark> siamo ancora oltre 400 persone ed ogni giorno viviamo con la paura di essere buttati in mezzo alla strada. A nessuno interessa che nel \u003Cmark>campo\u003C/mark> vivano donne incinte, persone anziane e molte persone malate. A nessuno interessa che, a causa dello \u003Cmark>sgombero\u003C/mark>, i nostri bambini e bambine non abbiano più la possibilità di andare a scuola e così perdano l'anno scolastico. L'unica cosa che interessa è spaccare le nostre baracche.\r\n\r\nViviamo come topi, se non abbiamo diritto nemmeno ad una baracca, allora tanto vale che veniate a spararci.\r\n\r\nI campi \u003Cmark>rom\u003C/mark> non li abbiamo creati noi, li hanno creati le istituzioni italiane decine di anni fa. Quanti soldi hanno guadagnato in tutti questi anni, sulla pelle dei \u003Cmark>Rom\u003C/mark>, associazioni e cooperative cui il Comune di Torino ha dato appalti di ogni genere per “gestire” i campi e chi è costretto a viverci? Quanti soldi hanno guadagnato nell'ultimo anno Valdocco, Terra del Fuoco, AIZO, Stranaidea, Liberitutti e Croce Rossa, con il progetto “La città possibile” che è costato più di 5 milioni di euro? Questi soldi non vengono spesi a favore dei \u003Cmark>Rom\u003C/mark> ed infatti la nostra situazione non è affatto migliorata in tutti questi anni. Dobbiamo chiederci chi realmente ci guadagna da tutti questi progetti “eccezionali”, che oltretutto rinforzano l'idea che noi \u003Cmark>Rom\u003C/mark> non facciamo parte di una comune umanità e fomentano il razzismo.\r\n\r\nNel \u003Cmark>campo\u003C/mark> oggi vivono oltre 400 persone, di cui metà sono minori.\r\nNegli ultimi giorni a qualcuno è stato promesso di entrare nel progetto: questa logica di divisione e ricatto deve finire!\r\nTutti/e devono poter di vivere in case o luoghi dignitosi e sicuri.\r\nNessuno deve essere buttato in mezzo alla strada.\r\nI minori devono poter frequentare la scuola e terminare l'anno.\r\nBasta sgomberi e speculazioni sulla nostra pelle!\r\nTorino, 15 marzo 2015\r\nAssemblea abitanti del \u003Cmark>campo\u003C/mark> di Lungo Stura Lazio\r\n\r\n ",{"matched_tokens":434,"snippet":436,"value":436},[435,435],"Rom","Convegno sui \u003Cmark>Rom\u003C/mark> senza i \u003Cmark>Rom\u003C/mark>: antirazzisti/e rovinano la vetrina della Città di Torino",[438,440,442,444,446,448],{"matched_tokens":439,"snippet":425,"value":425},[],{"matched_tokens":441,"snippet":426,"value":426},[],{"matched_tokens":443,"snippet":18,"value":18},[],{"matched_tokens":445,"snippet":427,"value":427},[],{"matched_tokens":447,"snippet":298,"value":298},[15],{"matched_tokens":449,"snippet":450,"value":450},[37,81],"\u003Cmark>sgombero\u003C/mark> \u003Cmark>campo\u003C/mark>",[452,454,461],{"field":92,"matched_tokens":453,"snippet":431,"value":432},[37,81,15],{"field":41,"indices":455,"matched_tokens":456,"snippets":459,"values":460},[31,36],[457,458],[37,81],[15],[450,298],[450,298],{"field":95,"matched_tokens":462,"snippet":436,"value":436},[435,435],{"best_field_score":370,"best_field_weight":464,"fields_matched":39,"num_tokens_dropped":53,"score":465,"tokens_matched":39,"typo_prefix_score":53},14,"1736172819382796403",{"document":467,"highlight":488,"highlights":493,"text_match":496,"text_match_info":497},{"comment_count":53,"id":468,"is_sticky":53,"permalink":469,"podcastfilter":470,"post_author":380,"post_content":471,"post_date":472,"post_excerpt":59,"post_id":468,"post_modified":473,"post_thumbnail":474,"post_title":475,"post_type":417,"sort_by_date":476,"tag_links":477,"tags":483},"41308","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-31-marzo-i-40-anni-del-settantasette-populismo-e-demagogia-processo-per-stupro/",[380],"Come ogni venerdì, anche il 31 marzo, dalle 10,45 alle 12,45, sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout, siamo sbarcati su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n2017 03 31 anarres1\r\n\r\n\r\n2017 03 31 anarres2\r\n\r\nIn questa puntata:\r\n\r\nIl Settantasette, quarant’anni dopo. 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C’è anche chi, semplicemente, vuole andare in Europa, perché desidera un’altra vita.\r\nTutti si trovano di fronte frontiere chiuse, filo spinato, polizia ed esercito.\r\n\r\n\r\nDomenica 2 aprile\r\nore 16\r\npiazza Castello\r\ncacerolazo rumoroso contro la violenza dei tribunali\r\n\r\n\r\nMartedì 4 aprile\r\nore 20,30\r\nalla cavallerizza\r\nassemblea di Non Una di Meno Torino\r\n\r\n\r\nGiovedì 6 aprile \r\nore 10,30/12,30\r\nQuando la sicurezza diventa decoro. Dal Daspo urbano, ai nuovi CPR, dall’asilo negato alle deportazioni\r\nvolantinaggio al mercato di piazza Foroni\r\n\r\n\r\nMercoledì 12 aprile\r\nore 12\r\npresidio contro la violenza dei tribunali in solidarietà con Laura\r\nal tribunale di Torino e di tante altre città italiane\r\n\r\n\r\nMercoledì 19 aprile\r\nore 10,30\r\nPunto info sul \u003Cmark>campo\u003C/mark> \u003Cmark>rom\u003C/mark> di via Germagnano. Sotto \u003Cmark>sgombero\u003C/mark> dalla magistratura, sotto attacco dei fascisti\r\nAl mercato di via Porpora\r\n\r\n\r\n\r\nGiovedì 20 aprile\r\nore 17\r\nQuando la sicurezza diventa decoro. Dal Daspo urbano, ai nuovi CPR, dall’asilo negato alle deportazioni\r\npresidio ai giardinetti tra via Montanaro e corso Giulio Cesare\r\n\r\n\r\nLunedì 25 aprile\r\nore 14,30\r\nAlla lapide del partigiano anarchico “Ilio Baroni” ricordo, bicchierata lungo il filo rosso e nero che lega le lotte di ieri con quelle di oggi.\r\n\r\n\r\nAppuntamenti fissi:\r\nLe riunioni della federazione anarchica torinese, aperte a tutti gli interessati, sono in corso Palermo 46 ogni giovedì alle 21\r\n\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org",[494],{"field":92,"matched_tokens":495,"snippet":491,"value":492},[81,15,37],1736172818980143000,{"best_field_score":498,"best_field_weight":464,"fields_matched":373,"num_tokens_dropped":53,"score":499,"tokens_matched":39,"typo_prefix_score":53},"3315704135680","1736172818980143217",{"document":501,"highlight":514,"highlights":536,"text_match":549,"text_match_info":550},{"comment_count":53,"id":502,"is_sticky":53,"permalink":503,"podcastfilter":504,"post_author":380,"post_content":505,"post_date":506,"post_excerpt":59,"post_id":502,"post_modified":414,"post_thumbnail":507,"post_title":508,"post_type":417,"sort_by_date":509,"tag_links":510,"tags":513},"28267","http://radioblackout.org/podcast/rom-ruspe-e-polizia-e-business-in-lungo-stura/",[380],"I poliziotti si sono fatti il selfie: sorridevano ed ammiccavano mentre immortalavano la propria “impresa”. Sullo sfondo la devastazione del campo di Lungo Stura Lazio a Torino: le baracche schiacciate, i tubi annodati, i panni stesi buttati tra la polvere.\r\nIl giorno prima erano andati ad avvertire una decina di famiglie. In realtà l’operazione di sgombero è stata molto più ampia. La maggior parte delle persone non sapeva nulla.\r\nAlle 7 del mattino di giovedì 26 febbraio sono arrivati centinaia di poliziotti, vigili urbani del nucleo “nomadi”, quelli con in dotazione il tonfa, il manganello estensibile.\r\nSono state buttate in strada circa 200 persone del campo rom di Lungo Stura Lazio a Torino, il più grande della città. Le ruspe che hanno distrutto le baracche non si sono fermate neppure di fronte agli oltre 100 bambini, donne incinte, persone malate, anziani, un disabile. Le istituzioni hanno sgomberato senza offrire alcuna alternativa abitativa.\r\nQuesta vergognosa operazione fa parte del megaprogetto-vetrina “La città possibile”, un progetto che vale oltre 5 milioni di euro.\r\nCon questi fondi (ministeriali) si è previsto l’inserimento abitativo (a termine) in case per sole 15 famiglie, le restanti sono state piazzate in situazioni di social housing, mentre buona parte degli abitanti del campo – fonti “interne” al progetto stamattina parlano di 600 persone – viene semplicemente buttata in mezzo ad una strada (200 persone il 26 febbraio, le restanti entro il 31 marzo).\r\nI criteri con cui questa operazione di “divide et impera” è stata gestita sono estremamente opachi, arbitrari e neppure tanto velatamente razzisti: c’è chi semplicemente non è stato ritenuto “idoneo” a vivere in autonomia, nonostante lavori, abbia minori a carico o sia malato, magari perché non scolarizzato o perché non ha dichiarato di essere “rumenizzato”, come nel caso di gran parte delle famiglie sgomberate oggi. In particolare quelle della “Fossa”. La “Fossa” è la parte del campo più bassa, vicina alle rive del fiume, in un’area pericolosa per il concreto rischio di esondazioni.\r\nLì abitavano famiglie che vengono chiamate “colorate”, perché, specie le donne indossano gonne lunghe, fazzoletti, scialli, calze dai colori vivaci. Sono rom che non fingono di non esserlo, un peccato capitale, che li condanna a non essere considerati adatti “all’emersione dal campo”.\r\nChi viene sbattuto in strada non potrà fare altro che andare a riparare in un altro campo rom della città ed il ciclo degli sgomberi e della “gestione dell’emergenza” (case temporanee e social housing, il tutto a gestione delle solite cooperative) potrà continuare ad infinitum, rappresentando una vera e propria economia che fa comodo a molti interessi forti.\r\nBraccio operativo del progetto sono Valdocco, AIZO, Terra del Fuoco, Liberitutti, Stranaidea e Croce Rossa, cui è stato affidato l’appalto milionario. Alla Croce Rossa, ormai esperta, dopo tre lustri al CIE, il compito di “sorvegliare” che le aree sgomberate non vengano occupate nuovamente.\r\nEsponenti di Valdocco hanno dichiarato al quotidiano “La Stampa” che avrebbero vigilato affinché chi era stato cacciato non tornasse.\r\n\r\nLa mattina dello sgombero in Lungo Stura il freddo era pungente. La gente ha assistito attonita alla distruzione di povere baracche che per loro erano una casa. Il comune di Torino si vanta di essere in prima fila nel “superamento” dei campi: li “supera” mandando le ruspe ad abbattere le povere abitazioni costruite lungo il fiume, in un posto dove nessuno vorrebbe vivere se avesse la possibilità di scegliere.\r\nAlcuni bambini quella mattina erano a scuola: al ritorno non hanno trovato più nulla. Per molti di loro l’inserimento scolastico nelle elementari della zona, riuscito nonostante il razzismo dilagante, diventerà un ricordo. Obbligati a nascondersi come randagi inseguiti dall’accalappiacani non potranno tornare in aula.\r\nIl giorno successivo i comitati razzisti animati da Lega Nord e Fratelli d’Italia, Forza Nuova e Casa Pound hanno plaudito ma la canea razzista non si è placata, invocando altri sgomberi.\r\nNon dubitiamo che verranno presto accontentati.\r\nI rom “buoni” negli stanzoni del social housing, con regole da caserma, gli altri in strada.\r\nL’ordine regna nella bella vetrina di una città targata PD.\r\n\r\nAnarres ne ha parlato con Gianluca Vitale, avvocato da sempre in prima fila sul fronte dell'immigrazione.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2015 02 27 rom vitale","3 Marzo 2015","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/03/sgombero-lungo-stura-200x110.jpg","Rom. 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L’uomo con il mitra non c’era, nessuno ha sparato, ma il bilancio è quello di qualsiasi battaglia: morti e feriti.\r\n\r\nAria di pogrom\r\n\r\nCasa Pound prova a cavalcare il disagio della gente di Barriera Nord per i fuochi che ogni tanto si levano dal campo. Da anni, in questa zona dove ci sono numerose fabbriche che emettono fumi che olezzano di uova marce, la destra punta l’indice contro i rom della baraccopoli di via Germagnano.\r\nFermati i fascisti al campo rom. Cariche e fermi\r\nQui la cronaca della risposta di anarchici e rom al presidio fascista del 10 giugno\r\nForza Nuova il sei giugno ha promosso una marcia contro il campo di strada dell'aeroporto finita con lancio di fiaccole sulle baracche, panico, fuggi fuggi, bambini dispersi per ore.\r\nIl prossimo lunedì Forza Nuova e comitati saranno di fronte al Comune per chiedere ad Appendino di mantenere le promesse, distruggendo le baraccopoli e buttando la gente in strada.\r\nCi saranno anche anarchici ed antirazzisti. 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Nei prossimi mesi il governo ci ruberà un altro pezzo di libertà, per proteggerci dalla paura di una guerra che non si deve nominare.\r\n\r\nI semi della paura hanno attecchito nel profondo del corpo sociale. L’uomo con il mitra non c’era, nessuno ha sparato, ma il bilancio è quello di qualsiasi battaglia: morti e feriti.\r\n\r\nAria di pogrom\r\n\r\nCasa Pound prova a cavalcare il disagio della gente di Barriera Nord per i fuochi che ogni tanto si levano dal \u003Cmark>campo\u003C/mark>. Da anni, in questa zona dove ci sono numerose fabbriche che emettono fumi che olezzano di uova marce, la destra punta l’indice contro i \u003Cmark>rom\u003C/mark> della baraccopoli di via Germagnano.\r\nFermati i fascisti al \u003Cmark>campo\u003C/mark> \u003Cmark>rom\u003C/mark>. 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Qui il volantino distribuito ai mercati in questi giorni. \r\nIl Porrajmos, lo sterminio di \u003Cmark>rom\u003C/mark> e sinti nell'Italia fascista.\r\n\r\nCon Paolo Finzi di A rivista\r\nProssimi appuntamenti:\r\n \r\nSabato 17 giugno\r\nore 10,30 / 13 punto info itinerante tra il Balon e San Pietro in Vincoli contro sgomberi, razzismo e attacchi fascisti alle baraccopoli \r\ndi via Germagnano e strada dell'Aeroporto\r\nLunedì 19 giugno\r\nore 15,30 / 18,30\r\nCacerolazo antifascista antirazzista contro lo \u003Cmark>sgombero\u003C/mark> dei campi \u003Cmark>rom\u003C/mark> e i pogrom\r\nin via Garibaldi angolo piazza Palazzo di città contro il presidio dei fascisti di Forza Nuova e dei Comitati razzisti\r\nAppuntamenti fissi:\r\nLe riunioni della federazione anarchica torinese, aperte a tutti gli interessati, sono in corso Palermo 46 ogni giovedì alle 21\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org",[586,588,590,592,594,596,598,600,602,604,606],{"matched_tokens":587,"snippet":380,"value":380},[],{"matched_tokens":589,"snippet":26,"value":26},[],{"matched_tokens":591,"snippet":573,"value":573},[],{"matched_tokens":593,"snippet":574,"value":574},[],{"matched_tokens":595,"snippet":575,"value":575},[],{"matched_tokens":597,"snippet":576,"value":576},[],{"matched_tokens":599,"snippet":577,"value":577},[],{"matched_tokens":601,"snippet":578,"value":578},[],{"matched_tokens":603,"snippet":579,"value":579},[],{"matched_tokens":605,"snippet":298,"value":298},[15],{"matched_tokens":607,"snippet":23,"value":23},[],[609,611],{"field":92,"matched_tokens":610,"snippet":583,"value":584},[81,15],{"field":41,"indices":612,"matched_tokens":614,"snippets":616,"values":617},[613],9,[615],[15],[298],[298],{"best_field_score":551,"best_field_weight":464,"fields_matched":392,"num_tokens_dropped":53,"score":619,"tokens_matched":39,"typo_prefix_score":53},"1733921019837546610",{"document":621,"highlight":634,"highlights":656,"text_match":668,"text_match_info":669},{"comment_count":53,"id":622,"is_sticky":53,"permalink":623,"podcastfilter":624,"post_author":380,"post_content":625,"post_date":626,"post_excerpt":59,"post_id":622,"post_modified":414,"post_thumbnail":627,"post_title":628,"post_type":417,"sort_by_date":629,"tag_links":630,"tags":633},"27732","http://radioblackout.org/podcast/chi-specula-sui-rom-a-torino/",[380],"Il 9 febbraio in centro a Torino è in programma una manifestazione indetta da vari comitati di “cittadini” per tutelare la “nostra salute” e i “nostri diritti” dai “fumi provenienti dai campi nomadi”. A Torino, tra le città più inquinate d’Italia, il problema è reale. L’aria che respiriamo è avvelenata da traffico automobilistico, emissioni venefiche delle fabbriche, inceneritore spara diossina. La vicenda Eternit ci ricorda che industriali e governanti sono disposti a sacrificare la vita di migliaia di persone pur di fare profitti.\r\n\r\nIn questa città altrettanto reale è la condizione di povertà e precarietà di chi vive segregato nei cosiddetti “campi nomadi” e per sopravvivere è costretto a svolgere attività lavorative sotto-costo, tra cui la rottamazione del rame rivenduto per pochi euro ai grossisti, i soli a trarne ampi guadagni.\r\n\r\nAnarres ne ha parlato con Cecilia, attivista antirazzista, che ben conosce la realtà del campo di Lungo Stura Lazio.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2015.02 06 cecilia rom\r\n\r\nLa questione ha radici lontane. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale lo Stato italiano ha imposto a Rom e Sinti sfuggiti alle persecuzioni nazifasciste la collocazione in “campi di transito”. Nel tempo questi campi sono diventati l’unico orizzonte, sia pur precario, per queste persone. Luoghi dove si è realizzato un vero apartheid, ghetti dove la precarizzazione abitativa, lavorativa, esistenziale si è istituzionalizzata.\r\nSu Rom e Sinti la destra xenofoba e razzista ha speculato e continua a speculare, indicandoli come responsabili dei problemi degli “italiani” delle periferie, fomentando odio e guerra tra poveri. L’altra faccia della medaglia sono i lauti profitti incamerati da chi, tra appalti e mazzette, gestisce i campi nomadi. La cosiddetta sinistra ha fatto le stesse politiche. A Roma l’inchiesta Mafia Capitale ha rivelato l’accordo tra il fascista Carminati e certe cooperative sociali targate PD per dividersi la torta della gestione dei campi.\r\nA Torino negli ultimi anni vi sono stati gravissimi episodi di intolleranza verso individui e gruppi rom: dal rogo doloso del campo di via Vistrorio del 2007, al pogrom della Continassa del 9 dicembre 2011, svoltosi al termine di una manifestazione alla quale parteciparono anche esponenti del PD. L’anno successivo, l’area della Continassa fu svenduta dal comune di Torino alla Juventus per costruirvi sede direzionale, campi di allenamento, palazzi etc…\r\nLo scorso autunno Forza Nuova ha promosso a Mirafiori, in via Artom, manifestazioni contro famiglie rom, profughe di guerra in Bosnia, stanziate al parco Colonnetti.\r\nDi recente le istituzioni cittadine hanno iniziato a parlare di “superamento” dei campi nomadi. In realtà non è in programma alcuna soluzione duratura affinché chi è costretto a vivere in un ghetto possa trovare una casa e vivere senza controlli né tutele. Da un anno il comune ha avviato lo “svuotamento condiviso” (cioè sgombero) del campo di Lungo Stura Lazio, attraverso rimpatri assistiti o ricollocazione delle famiglie in situazioni di “housing sociale temporaneo”. Chi vive in questi luoghi è sottoposto a regole da collegio infantile, indice del razzismo di chi identifica “l’emersione dai campi” con una “missione civilizzatrice”. Tra due anni chi non potrà pagare affitti esosi sarà rigettato in strada, mentre chi non rientra nel progetto finirà in strada già a metà marzo, quando lo sgombero sarà terminato.\r\nQuesta situazione assicura profitti alla cordata di enti che hanno vinto l’appalto milionario per Lungo Stura: Valdocco, Liberitutti, Terra del Fuoco, Stranaidea, AIZO, oltre alla Croce Rossa che prende quasi 400.000 euro solo per presidiare le aree sgomberate!\r\nIl ciclo campi-sgomberi-social housing è un business che garantisce profitti sicuri ai soliti noti. Nel 2008 un gruppo di famiglie del campo di via Germagnano si era trovato da solo una risposta al bisogno abitativo, occupando uno stabile in via Pisa, ma dopo pochi giorni fu sgomberato dalla polizia e riportato al campo. All’epoca l’assessore “all’integrazione” era la stesso di oggi, Ilda Curti.\r\nNon crediamo che le manfrine del Comune possano risolvere i problemi di individui e famiglie rom, poiché sono troppi gli interessi a mantenere persone in condizioni di indigenza e segregazione, per dare appalti a questa o quella cooperativa incaricata di “gestire l’emergenza permanente” e per garantire manodopera sottocosto alle economie formali ed informali di cui queste persone formano l'ultimo anello della catena.\r\nI bisogni di Rom e Sinti sono gli stessi di tutti coloro che vivono ai margini di questo sistema di sfruttamento: casa, reddito, libertà di vivere la propria vita. Per questo rilanciamo la necessità di lottare insieme, in maniera autorganizzata, contro razzismo e speculazioni che destra e sinistra esercitano sulla pelle di chi è più precario.\r\n\r\nLottiamo insieme! 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suoni le parole","Trasmissione del 2 Novembre\r\nPrima parte:\r\nAppello dal carcere di Ivrea\r\nFrancia: Fuoco al centro di accoglienza di Loubeyrat\r\nCalais: Ennesima rivolta nella Jungle\r\nSul rammarico di Toti rispetto la direzione \"opposta a Calais\" presa dall'Italia\r\nUK: Rastrellamenti e deportazioni contro migranti senzatetto\r\nSeconda parte:\r\nSpagna: Rivolta nel CIE di Barcellona e nuova fuga dal CIE di Sangonera\r\nMessico, Celaya: Cittadini contro la presenza dell'esercito nelle scuole\r\nTerza parte:\r\nMessico, La Merced: Dia de los Muertos\r\nBulgaria: Stanziati soldi per un muro al confine\r\nAggiornamenti dalle carceri\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/2016.11.02-acab-rbo-105.250-part1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/2016.11.02-acab-rbo-105.250-part2.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[audio 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EIFAGE\r\nFrancia, Limonge: Incendiata l'automobile del capo della gendarmeria\r\nGermania, Monaco: Incendiato un veicolo della società VDH\r\nSerbia, Belgrado: Rastrellamenti della polizia ai danni di immigrati e conseguenti proteste\r\nNapoli, Ercolano: Contributo (da Radio Onda Rossa) con un compagno del posto sulle aggressione nel posto\r\nTerza parte:\r\nMarocco: Arresti di massa a Tangeri\r\nCeuta: 230 persone attraversano la frontiera in massa\r\nRoma: comunicato sul corte di sabato 12\r\nAggiornamenti dalle carceri\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/2016.11.16-acab-rbo-105.250-part1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/2016.11.16-acab-rbo-105.250-part2.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/2016.11.16-acab-rbo-105.250-part3.mp3\"][/audio]\r\n\r\nTrasmissione del 23 Novembre\r\n\r\nPrima parte:\r\nErcolano: Aggiornamenti sulla 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processo delle 11 persone che sono accusati di aver partecipato alla rivolta di massa al confine tra Serbia e Ungheria\r\nGermania: Aggiornamenti sulla situazione della compagna accusata di Rapina ad Aquisgrana\r\nMontreal: Sabotato concerto di un gruppo neonazista\r\nAggiornamenti dalle carceri\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/2016.11.30-acab-rbo-105.250-part1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/2016.11.30-acab-rbo-105.250-part2.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/2016.11.30-acab-rbo-105.250-part3.mp3\"][/audio]","7 Gennaio 2017","2018-10-17 23:59:27","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/12/novembre-acab-200x110.jpg","[ACAB] Podcast di Novembre 2016",1483806292,[685],"http://radioblackout.org/tag/a-c-a-b/",[687],"a.c.a.b",{"post_content":689},{"matched_tokens":690,"snippet":692,"value":693},[691,81],"Sgombero","di Istanbul\r\nSeconda parte:\r\nMarocco: \u003Cmark>Sgombero\u003C/mark> del \u003Cmark>campo\u003C/mark> dei migranti \"La Foresta\"\r\nBelgio:","Trasmissione del 2 Novembre\r\nPrima parte:\r\nAppello dal carcere di Ivrea\r\nFrancia: Fuoco al centro di accoglienza di Loubeyrat\r\nCalais: Ennesima rivolta nella Jungle\r\nSul rammarico di Toti rispetto la direzione \"opposta a Calais\" presa dall'Italia\r\nUK: Rastrellamenti e deportazioni contro migranti senzatetto\r\nSeconda parte:\r\nSpagna: Rivolta nel CIE di Barcellona e nuova fuga dal CIE di Sangonera\r\nMessico, Celaya: Cittadini contro la presenza dell'esercito nelle scuole\r\nTerza parte:\r\nMessico, La Merced: Dia de los Muertos\r\nBulgaria: Stanziati soldi per un muro al confine\r\nAggiornamenti dalle carceri\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/2016.11.02-acab-rbo-105.250-part1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[audio 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prigioni americane\r\nTerza parte:\r\nAssoluzione per il compagno greco accusato di incendio\r\nLettura di un volantino di critica sull'accoglienza e chiacchiere sugli ultimi avvenimenti al riguardo\r\nQuarta parte:\r\nAggiornamenti dalle carceri\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/2016.11.09-acab-rbo-105.250-part1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/2016.11.09-acab-rbo-105.250-part2.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/2016.11.09-acab-rbo-105.250-part3.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/2016.11.09-acab-rbo-105.250-part4.mp3\"][/audio]\r\n\r\nTrasmissione del 16 Novembre\r\nPrima parte:\r\nCronologia delle proteste nei Centri di identificazione ed espulsione\r\n(Francia, Grecia, Australia, Italia)\r\n\u003Cmark>Rom\u003C/mark>a: poliziotto accecca una persona ad un posto di blocco\r\nSeconda parte:\r\nCaserta: Arrestati gli assalitori degli immigranti in un centro di accoglienza\r\nLugano: Sulla 3 giorni contro le frontiere\r\nFrancia, Tolosa: Incendiati veicoli di EIFAGE\r\nFrancia, Limonge: Incendiata l'automobile del capo della gendarmeria\r\nGermania, Monaco: Incendiato un veicolo della società VDH\r\nSerbia, Belgrado: Rastrellamenti della polizia ai danni di immigrati e conseguenti proteste\r\nNapoli, Ercolano: Contributo (da Radio Onda Rossa) con un compagno del posto sulle aggressione nel posto\r\nTerza parte:\r\nMarocco: Arresti di massa a Tangeri\r\nCeuta: 230 persone attraversano la frontiera in massa\r\n\u003Cmark>Rom\u003C/mark>a: comunicato sul corte di sabato 12\r\nAggiornamenti dalle carceri\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/2016.11.16-acab-rbo-105.250-part1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/2016.11.16-acab-rbo-105.250-part2.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[audio 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