","Torine-Si Tav. Una piazza di classe","post",1542117496,[68,69,70,71,72,73,74,75],"http://radioblackout.org/tag/10-novembre/","http://radioblackout.org/tag/5stelle/","http://radioblackout.org/tag/giovanni-semi/","http://radioblackout.org/tag/lega/","http://radioblackout.org/tag/no-tav-2/","http://radioblackout.org/tag/pd/","http://radioblackout.org/tag/piazza-castello/","http://radioblackout.org/tag/si-tav/",[77,78,79,80,15,81,82,83],"10 novembre","5stelle","giovanni semi","Lega","pd","piazza castello","si tav",{"post_content":85,"post_title":91,"tags":94},{"matched_tokens":86,"snippet":89,"value":90},[87,88],"Si","Tav","La piazza \u003Cmark>Si\u003C/mark> \u003Cmark>Tav\u003C/mark> del 10 novembre a Torino,","La piazza \u003Cmark>Si\u003C/mark> \u003Cmark>Tav\u003C/mark> del 10 novembre a Torino, a saperla osservare, ci racconta della persistenza di un mito, quello del progresso e della velocità. Il motore dello sviluppo, del benessere, e del saldo ancoraggio al treno del primo mondo. Il paragone con la marcia dei 40.000 colletti bianchi della Fiat al termine dell'ultimo braccio di ferro tra la classe operaia torinese e i padroni della città appare tuttavia del tutto incongruo. In questi ultimi 40 anni tanta acqua è passata sotto i ponti della città dei tre fiumi.\r\nNe parliamo con Giovanni Semi, professore associato dell'Università di Torino, che ha attraversato con curiosità piazza Castello ed ha provato a narrarla e a capirla.\r\nUna piazza la cui principale novità è il suo stesso esserci, la scelta discendere in campo e di rendere visibile un aggregato sociale, che usualmente è restio a farlo.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/11/2018-11-13-semi-torineSI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDi seguito la nota pubblicata a caldo da Giovanni Semi:\r\n\r\n\"Quelli che benpensano a Torino.\r\n‘Ciao Alberto! Anche tu rivoluzionario?’ e tra qualche risata e pacca sulla spalla, la folla che ha riempito Piazza Castello ha innervato le vie del centro e \u003Cmark>si\u003C/mark> è dileguata con garbo.\r\n\r\nIl garbo, la gentilezza, le maniere civili, sono state le parole d’ordine di questa riemersione della borghesia torinese dalla propria proverbiale riservatezza e aristocratico distacco. Oggi in piazza erano visibili diversi gruppi sociali che la compongono e, per contrasto, \u003Cmark>si\u003C/mark> vedeva ancora meglio chi non c’era.\r\n\r\nIniziamo dai presenti. Signori e signore perbene, dall’età media attorno ai Cinquanta, ogni tanto con i figli grandi e più spesso con amici e colleghi. \u003Cmark>Si\u003C/mark> sono rivisti in massa i Barbour, e le signore avevano dei cappotti da boutique, talvolta arancioni come da richiesta delle organizzatrici della matinée. \u003Cmark>Si\u003C/mark> tratta di una stima ‘ad occhio’, ma se erano molti anche gli anziani ben vestiti, mancavano quasi completamente i 20-30enni. Le classi sociali visibili non erano molte, c’era sicuramente diversa borghesia professionale, e un po’ di ceto medio tradizionale, commercianti e artigiani. Ad occhio non erano tantissime le partite IVA ai minimi, non c’erano operai (ma \u003Cmark>si\u003C/mark> è letto in rete che ormai non esistono più perché sarebbero diventati tutti classe media), sicuramente il livello di istruzione medio in piazza era molto elevato e per nulla rappresentativo della città. \u003Cmark>Si\u003C/mark> è detto delle fasce mediane assenti e dei giovani in generale, ma quello che saltava all’occhio fin da subito era la totale assenza di popolazione straniera, sia povera che ricca (anche se \u003Cmark>si\u003C/mark> favoleggiava dell’esistenza di un contingente francese giunto in città per sostenere la lotta). La folla oggi riunita era molto torinese, anche se i richiami al Piemonte, all’Italia e all’Europa sono stati tanti. Una massa bianca, matura se non anziana, benestante, istruita e gioiosa ha occupato per circa due ore la principale piazza della città. Ha cantato con commozione l’inno di Mameli (ma senza fare il cafone poropò poropò poropopopopopò), ha ascoltato con trasporto i numerosi riferimenti a Cavour, al canale di Suez, ai miti fondativi sabaudi, a quel misto di elitismo bonario e superbo che è la torinesità. Sono state ringraziate le forze dell’ordine, ci \u003Cmark>si\u003C/mark> è definiti a più riprese la società civile e \u003Cmark>si\u003C/mark> è richiesto sviluppo economico magicamente legato alla \u003Cmark>TAV\u003C/mark>.\r\n\r\nL’assenza di bandiere partitiche, semmai solo di bandiere europee, e la grande diffusione di cartelli pro \u003Cmark>TAV\u003C/mark>, spille del \u003Cmark>SI\u003C/mark> e qualche cartello più artigianale, fa pensare a un magma in cerca di rappresentanza ma molto instabile. Certamente il PD cattura molti di questi voti, ma non tutti. Altri vanno in direzione ancora più moderata e chissà quanti, magari inconfessabilmente, sono ormai saldi nelle mani della Lega. Certamente questo non è il popolo dei M5S, dove invece il piccolo ceto medio, partite iva, terziario vario e anche frammenti di classi popolari sono più forti.\r\n\r\nOggi abbiamo rivisto la borghesia in piazza, contenta di vedersi, contarsi, abbracciarsi quasi. Non era la prima al teatro Regio, non un evento culturale al Circolo dei Lettori, ma il pubblico era quello. Grandi numeri per un evento singolo, non enormi sul piano elettorale ma significativi in termini di messaggio: la città che conta, quella proprietaria, ha sfiduciato la giunta e la Sindaca.\r\n\r\nAl momento sono tutti uniti da questo afflato sabaudo verso lo sviluppo economico e la lotta al declino. Non \u003Cmark>si\u003C/mark> vedono segni di riflessione profonda e men che meno di autocritica in quanto classe dominante. Non è infatti chiaro che idea di sviluppo abbiano, ammesso ne abbiano una. \u003Cmark>TAV\u003C/mark>, eventi, turismo e creatività sono il mantra. Forse funzionano nell’odiata Milano, incomparabile per taglia, mercati e settori economici, centralità e storia, ma è lecito dubitare possano trainare uno sviluppo torinese. Cosa farà questa borghesia tra qualche mese, alle prese con regionali ed europee? Cosa farà quando tra un paio d’anni, salvo svolte giudiziarie o politiche, dovrà scegliere il successore di Appendino? Ma soprattutto, cosa farà quando non potrà più affidarsi al mantra del declino che verrebbe imposto dagli altri? Riporteranno i soldi in città, dopo quarant’anni di esportazione di capitali, delocalizzazioni e richieste di protezionismo? Ricominceranno a fare impresa, come nell’Ottocento cui tanto \u003Cmark>si\u003C/mark> ispirano? Oppure \u003Cmark>si\u003C/mark> affideranno a uomini forti, come fecero negli anni Trenta? Diceva qualche anno fa un noto sociologo torinese che il ceto medio è una costruzione politica ed è alla ricerca costante di un contratto che lo protegga. Oggi abbiamo visto parte dei contraenti, nei prossimi mesi capiremo chi saprà assecondarli.\"",{"matched_tokens":92,"snippet":93,"value":93},[88],"Torine-Si \u003Cmark>Tav\u003C/mark>. 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Alcuni di loro hanno già pubblicamente annunciato la decisione di non accettare le misure cautelari imposte, affrontandone consapevolmente le conseguenze. Questa mattina si è svolta a Bussoleno una conferenza stampa cui hanno partecipato alcuni dei No Tav che stanno sottraendosi alle firme e ai domiciliari.\r\nAbbiamo fatto il punto della situazione con Gianluca, uno dei “disobbedienti” alla privazione della libertà, nonché redattore di radio Blackout\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2016-06-28-gianlu-28giugno\r\n\r\nDurante la conferenza stampa Nicoletta ha letto la dichiarazione consegnata dal suo avvocato ai giudici.\r\nNe riportiamo qualche stralcio:\r\n\r\n“(...) Il movimento NO TAV lotta ormai da quasi trent’anni non solo contro un’opera inutile, costosissima, devastante per la salute di chi la fa e di chi la subisce, ma contro un modello di vita e di sviluppo fondato sulla guerra all’uomo e alla natura, un potere che “usa la legge e si serve del bastone e sugli altri ha potere di padrone”.\r\nSul filo di questa lotta la mia vita è passata e non invano, perché ho potuto condividere il prodigio di una collettività che si ricostruiva, partendo da storie ed esperienze diverse ed unendosi in una pratica concreta , generosa e limpida , responsabilmente attenta all’esistenza di ognuno ed al futuro di tutti, anche di chi verrà dopo di noi.\r\nE’ questo il legame profondo che ci ha uniti negli anni ed ha consolidato legami intorno a noi, antidoto potente alla società dell’usa e getta, al potere che fa della guerra tra poveri il piedistallo del proprio dominio.“spirito di fraternità” che ci ha sostenuti sempre, nei giorni e nelle notti passati a presidiare il territorio contro l’impianto dei cantieri TAV, a contrastare con i nostri corpi l’esercito di ruspe e uomini in armi che venivano ad imporre con la violenza ciò che il popolo rifiutava.\r\nE’ ancora il senso di fraternità che ha dato vita alla Libera Repubblica della Maddalena e che ci ha permesso di affrontare a testa alta la repressione, sui luoghi della lotta, nelle aule dei tribunali, nelle carceri dove sono stati rinchiusi i nostri figli.\r\nFraternità non solo con gli esseri umani, ma con tutti gli esseri viventi, i grandi castagni secolari sradicati per fa posto al cemento, gli animali del bosco privati di accesso all’acqua, cacciati lontano dall’eterno giorno elettrico dei cantieri.\r\nFraternità che ci fa provare rabbia e pena di fronte agli operai che ogni giorno entrano a testa bassa nel “tunnel geognostico della Clarea, a respirare l’uranio e l’amianto quotidiano.\r\nSete di giustizia sociale che ci fa schierare contro lo spreco di denaro pubblico connaturato alle cosiddette Grandi Opere ci impegna al fianco delle lotte per la casa, contro le privatizzazioni, per una sanità ed una scuola pubblica e gratuita, per le Piccole Opere utili, rispettose delle qualità del lavoro e della vita.\r\nIndignazione verso un sistema che garantisce libera circolazione alle merci e ai capitali, ma alza barriere invalicabili contro chi fugge dalle guerre e dalla fame.\r\nQuesti trent’anni li ho condivisi attivamente giorno dopo giorno e ne rivendico ogni minuto, ogni passo, come un tesoro inestimabile di esperienze, di cultura, di affetti, di solidarietà che mi ha permesso di “vivere a questo mondo non come un inquilino o un viaggiatore stagionale, ma come nella casa di mio padre e di mia madre”.\r\n\r\nEro presente anche alla camminata del 28 giugno di un anno fa da Exilles a Chiomonte, per ricordare la libera repubblica della Maddalena e ribadire l’inesausta volontà di liberazione.\r\nUna grande giornata popolare, un serpentone colorato e gioioso di tutte le età, interrotto ad un certo punto da barriere inaccessibili ed inaccettabili , avvelenato dal fumo dei lacrimogeni.\r\nDi quel giorno rivendico ogni passo ed ogni azione, come mio diritto e dovere di resistenza.\r\nPer questo motivo rifiuto le misure restrittive che mi sono state o mi saranno comminate: non accetto di far atto di sudditanza con la firma quotidiana, non accetterò di trasformare i luoghi della mia vita in obbligo di residenza né la mia casa in prigione; non sarò la carceriera di me stessa.\r\nSento con me le ragioni e la forza collettiva degli oppressi, coloro che non hanno altro da perdere se non le proprie catene, ma hanno un mondo intero da conquistare.”","28 Giugno 2016","2016-07-01 19:55:02","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/06/28-giugno-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/06/28-giugno-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/06/28-giugno-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/06/28-giugno-768x511.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/06/28-giugno-1024x681.jpg 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","28 giugno. 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La cricca di Chiamparino è sostenuta da un blocco sociale sparuto ed elitario, che si regge solo sul potere del proprio denaro e dei media ad esso asserviti:\r\n\r\nmadamine","8 Aprile 2019","2019-04-08 13:12:50","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/04/56275976_2459813324053316_2473036332176244736_n-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/04/56275976_2459813324053316_2473036332176244736_n-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/04/56275976_2459813324053316_2473036332176244736_n-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/04/56275976_2459813324053316_2473036332176244736_n-768x576.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/04/56275976_2459813324053316_2473036332176244736_n.jpg 960w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Sabato flop dei Si Tav, \"l'onda\" rifluisce",1554729170,[],[],{"post_content":205,"post_title":209},{"matched_tokens":206,"snippet":207,"value":208},[87,88],"alla mano, analizza la manifestazione \u003Cmark>Si\u003C/mark> \u003Cmark>Tav\u003C/mark> di sabato, la quale ha","Intervista con Fabrizio Salmoni che, dati alla mano, analizza la manifestazione \u003Cmark>Si\u003C/mark> \u003Cmark>Tav\u003C/mark> di sabato, la quale ha visto un netto calo di partecipanti rispetto a novembre. 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In particolare facciamo alcune considerazioni sullo strumento del referendum, mentre i No Tav insieme agli altri movimenti preparano la mobilitazione nazionale del 23 marzo contro le grandi opere inutili e imposte.\r\n\r\nmadamine","14 Gennaio 2019","2019-01-14 11:54:51","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/01/assemblea-roma-no-tav-web-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"212\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/01/assemblea-roma-no-tav-web-212x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/01/assemblea-roma-no-tav-web-212x300.jpg 212w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/01/assemblea-roma-no-tav-web.jpg 457w\" sizes=\"auto, (max-width: 212px) 100vw, 212px\" />","Lobby Si Tav, referendum e lotta popolare",1547466891,[],[],{"post_content":235,"post_title":239},{"matched_tokens":236,"snippet":237,"value":238},[87,88],"discesa in campo della lobby \u003Cmark>Si\u003C/mark> \u003Cmark>Tav\u003C/mark>, impersonata dalle facoltose madamine. 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La risposta entro 5 giorni.\r\n\r\nAscolta il resoconto del coordinamento di ieri sera da parte di Maria nostra redattrice:\r\n\r\nnotav9gen\r\n\r\nIntanto verso le 11,30 un gruppo di No Tav ha occupato la sede di Italferr di corso Principe Eugenio a Torino, sempre in solidarietà ai 4 arrestati.\r\n\r\nIn rete si trova un elenco di varie iniziative di solidarietà tenutesi nell'arco del mese appena trascorso: http://www.autistici.org/macerie/?p=29840","9 Gennaio 2014","2014-01-13 13:29:55","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/01/images2-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"259\" height=\"194\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/01/images2.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","I comitati no tav si mobilitano contro la repressione",1389264811,[],[],{"post_content":294,"post_title":298},{"matched_tokens":295,"snippet":296,"value":297},[38,112],"partecipato coordinamento dei comitati no \u003Cmark>tav\u003C/mark>, nel quale \u003Cmark>si\u003C/mark> è parlato soprattutto della repressione","Ieri 8 gennaio \u003Cmark>si\u003C/mark> è tenuto a Villarfocchiardo un partecipato coordinamento dei comitati no \u003Cmark>tav\u003C/mark>, nel quale \u003Cmark>si\u003C/mark> è parlato soprattutto della repressione contro il movimento (centinaia di imputati/e in tutta Italia) e della campagna per la liberazione di Chiara Claudio Mattia e Nicolò, in carcere da un mese con l'accusa di attentato con finalità di terrorismo per un attacco al cantiere nel maggio scorso.\r\n\r\nE' necessario smontare le assurde accuse firmate Padalino-Rinaudo-Bompieri, sia per alleviare la situazione dei 4 sia perchè in gioco è il diritto di una popolazione alla Resistenza contro la devastazione del territorio e della salute .\r\n\r\nCi saranno quindi una serie di assemblee, in Valle e non solo, per arrivare a una giornata di mobilitazione nazionale prevista per sabato 22 febbraio.\r\n\r\nIntanto oggi alle 12,30 al Palagiustizia di Torino Chiara Claudio Mattia e Nicolò compariranno davanti al tribunale del riesame e gli avvocati difensori chiederanno una revisione delle misure cautelari. 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Si giustificano dicendo che c’è bisogno di lavoro. Ma se, come abbiamo sempre detto, c’è lavoro e lavoro, e non tutto è giustificabile, noi aggiungiamo: ma a cosa serve un lavoro se poi, comunque non basta per vivere, come in Francia stanno dicendo i gilè gialli?\r\n\r\nE a chi lavora, non suona strano che di colpo tutti i padroni, seduti nei loro begli uffici, si preoccupino di noi?\r\nApprovazione del decreto Salvini\r\nNiente paura, cari no tav, adesso il blocco stradale sarà duramente represso, ma, ve lo assicuriamo, la prossima volta staremo noi 5 stelle davanti le barricate. Grazie per averci votato, noi sì che facciamo i vostri interessi, ricordatevene la prossima volta!\r\nIntellettuali\r\nSiamo in Italia, dove lo status di intellettuale mette al riparo da ogni cosa. Ce ne stiamo qui, nel nostro limbo, senza prendere parte a queste quisquilie che agitano il popolino. Noi abbiamo editori, tv e giornali a cui rendere conto… il tav non è affar nostro… Al massimo verremo a qualche festival!\r\nDonne no tav\r\nOggi conferenza stampa delle donne no tav, per lanciare il corteo dell’8 ma anche per rispondere a chi, pattinando nella sinistra istituzionale in cerca di voti, ha incontrato le sinistre padrone “sì tav”. Non basta essere donne se ce la si fa con padroni e i loro interessi. In tempi di quote rosa ricordiamo che non basta essere donna per distinguersi dal sistema patriarcale…\r\n\r\nredazione@radionotav.info\r\n\r\nhttp://www.radionotav.info/8-dicembre-pacchetto-sicurezza/","4 Dicembre 2018","2018-12-04 10:18:59","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/12/8dicnotav-200x110.jpg","lavoro, pacchetto sicurezza, 5 stelle... no tav oltre il Movimento",1543918739,[378],[350],{"post_content":419,"post_title":423,"tags":426},{"matched_tokens":420,"snippet":421,"value":422},[38,87],"perdere il grande affare del \u003Cmark>tav\u003C/mark>. \u003Cmark>Si\u003C/mark> giustificano dicendo che c’è bisogno","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/12/2018-11-29-radionotav.mp3\"][/audio]\r\nContinua, in vista della \"giornata internazionale contro le grandi opere inutili e imposte e per la difesa del pianeta\" dell'8 dicembre, la nostra discussione e analisi sui contenuti della mobilitazione.\r\nMentre in Francia la “gente” è stufa di lavorare per rimanere povera, qui \u003Cmark>si\u003C/mark> chiede ancora “lavoro”… \u003Cmark>Sì\u003C/mark> ma lavoro per che cosa?\r\n\r\nSempre in vista dell’8 dicembre siamo andati a toccare e ritoccare alcuni punti.\r\n\r\nCorporazioni, industriali e padronato vario non vogliono perdere il grande affare del \u003Cmark>tav\u003C/mark>. \u003Cmark>Si\u003C/mark> giustificano dicendo che c’è bisogno di lavoro. Ma se, come abbiamo sempre detto, c’è lavoro e lavoro, e non tutto è giustificabile, noi aggiungiamo: ma a cosa serve un lavoro se poi, comunque non basta per vivere, come in Francia stanno dicendo i gilè gialli?\r\n\r\nE a chi lavora, non suona strano che di colpo tutti i padroni, seduti nei loro begli uffici, \u003Cmark>si\u003C/mark> preoccupino di noi?\r\nApprovazione del decreto Salvini\r\nNiente paura, cari no \u003Cmark>tav\u003C/mark>, adesso il blocco stradale sarà duramente represso, ma, ve lo assicuriamo, la prossima volta staremo noi 5 stelle davanti le barricate. Grazie per averci votato, noi \u003Cmark>sì\u003C/mark> che facciamo i vostri interessi, ricordatevene la prossima volta!\r\nIntellettuali\r\nSiamo in Italia, dove lo status di intellettuale mette al riparo da ogni cosa. Ce ne stiamo qui, nel nostro limbo, senza prendere parte a queste quisquilie che agitano il popolino. 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Il loro è un modo semplice per assicurarsi decenni di cantieri fruttuosi,foraggiati da più di 30 miliardi di denaro pubblico.\r\n\r\nUn programma di distruzione totale delle Alpi\r\n\r\nGli scavi, che per ora sono soltanto in fase iniziale sia in Francia che in Italia, sono destinati a toccare diverse catene montuose tra Lione e Torino : Chartreuse, Belledonne e la Vanoise. I lavori di preparazione del tunnel di base sono iniziati in Maurienne (Francia) e in Val di Susa (Italia). Il sistema idrogeologico complesso e fragile di queste zone è già stato messo a repentaglio : le trivellazioni hanno bucato numerose falde acquifere e prosciugato o diminuito la portata di decine di sorgenti. È il principio di una distruzione programmata di decine di ettari di zone umide e di foreste, l’inizio dell’artificializzazione di 1500 ettari di terre agricole; tutto ciò per realizzare cantieri, per depositare milioni di metri cubi di materiale di scavo strappato alla montagna, per costruire centrali di produzione di calcestruzzo, per creare nuove cave necessarie all’estrazione delle materie prime.\r\nLe estati canicolari si moltiplicano, i mesi di siccità si susseguono, l’acqua manca.\r\nLa realizzazione di grandi infrastrutture capitaliste di trasporto merci ferroviario non sarà mai una risposta ecologica e sociale. Questo progetto non farà altro che aumentare l’artificializzazione dei suoli, il furto dell’acqua da parte dell’industria del cemento, la distruzione delle risorse comuni, tutto allo scopo di alimentare i loro piani di crescita infinita… ecco come radere al suolo le montagne per far guadagnare qualche minuto al trasporto merci.\r\n\r\n \r\n\r\nContro TELT, una mobilitazione Franco-Italiana!\r\n\r\nDa una decina di anni, in Francia, diversi collettivi e associazioni si mobilitano per dimostrare l’assurdità di questo progetto. Ma questa lotta oltrepassa i confini! In Italia, il movimento NO TAV si batte da più di 30 anni per salvare la propria Valle, nell’intento di preservare le montagne e la loro biodiversità. Malgrado una violenta\r\nrepressione e una militarizzazione drastica del territorio, si organizzano mobilitazioni che raggiungono le 70000 persone, cantieri bloccati, creazione di luoghi di vita comune nelle vicinanze delle zone di cantiere; il movimento NO TAV è riuscito a rallentare la corsa sfrenata di questo progetto inutile e basato su un’idea arcaica di sviluppo!\r\nBlocchiamo questo progetto prima che l’inizio degli scavi del tunnel di base e i danni conseguenti diventino irreparabili!\r\n\r\nRitroviamoci in massa, NO TAV, collettivi locali e Soulèvements de la Terre, il week end del 17-18 giugno nella valle della Maurienne per una manifestazione internazionale determinata!","3 Giugno 2023","2023-06-03 12:01:03","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/lamontagnasisolleva-200x110.jpg","La montagna si solleva",1685793604,[],[],{"post_content":456,"post_title":460},{"matched_tokens":457,"snippet":458,"value":459},[266,112],"In Italia, il movimento NO \u003Cmark>TAV\u003C/mark> \u003Cmark>si\u003C/mark> batte da più di 30","17/18 giugno – Val Maurienne: manifestazione internazionale e popolare “Stop al \u003Cmark>Tav\u003C/mark> Torino-Lione”\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nFacciamo in modo che il loro progetto non veda mai la luce in fondo al tunnel!\r\n\r\nDa più di 30 anni questo gigantesco progetto di cantiere ferroviario, costituito da più di 260 chilometri di scavi attraverso le Alpi, rappresenta la megalomania e la dismisura del consorzio TELT (Tunnel Euralpin Lyon Turin), alleato di influenti politici “visionari” e di gruppi come Vinci, Bouygues o Eiffage.\r\nSebbene il trasporto merci stagni dal 1994 e la linea ferroviaria esistente sia utilizzata soltanto al 20% della sua capacità, TELT prevede di scavare 11 gallerie tra le quali la più grande d’Europa, il tunnel di base di ben 57 km.\r\nTutto ciò farebbe guadagnare soltanto un’ora e 25 minuti di viaggio tra Parigi e Milano. 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Anche in streaming\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/11/2018-11-09-anarres-0.mp3\"][/audio]\r\n\r\nIn questa puntata:\r\n\r\nL'utopia concreta della scuola libertaria. Idee, pratiche, sperimentazioni\r\nIn Italia e nel mondo esistono scuole che pongono al centro l'autonomia dei bambini e delle bambine.\r\nAbbiamo continuato la chiacchierata cominciata la settimana scorsa con Maurizio Giannangeli della Rete per l’educazione libertaria, che in serata sarà a Torino per un incontro sulle scuole autogestite.\r\n\r\nLa scorsa settimana un corteo antimilitarista ha attraversato il centro di Gorizia, eludendo i divieti della questura e costruendo una importante occasione di comunicazione e lotta. Ne parliamo con Federico del coordinamento libertario del Friuli e Venezia Giulia.\r\n\r\nDecreto sicurezza, allargamento del daspo urbano, riforma della prescrizione, galera per chi occupa una casa, una fabbrica o fa un blocco stradale, abolizione della protezione umanitaria e del diritto all’alfabetizzazione per i migranti, attacco al divorzio e all’aborto... \r\nQuesti alcuni dei tasselli che compongono un mosaico di guerra ai poveri e ad ogni forma di opposizione sociale.\r\nNe abbiamo parlato con Massimo Varengo di ZIC\r\n\r\nSenza famiglia. Il ddl Pillon, che mira a modificare la legge sul divorzio rappresenta un pesante attacco alla libertà delle donne e dei bambini e mira a rendere sempre più difficile mettere la parola fine ad una relazione. In questi giorni sta crescendo la marea indignata contro quest’ennesimo tentativo di affondo del patriarcato e della chiesa cattolica. Può essere un’occasione per proporre un approccio diverso a queste questioni. Il matrimonio non è un obbligo ma una scelta. I sentimenti e le relazioni non possono essere ingabbiati da leggi e prescrizioni. La famiglia è una gabbia dalla quale è possibile e necessario liberarsi. \r\n\r\nNo Tav. I Si Tav scendono in piazza domani, sostenuti da una poderosa campagna mediatica: la sindaca “No Tav” non esita a fare dichiarazioni di apertura alle associazioni imprenditoriali e alle aree politiche che hanno promosso la manifestazione.\r\nIl momento è delicato, più delicato che tante altre occasioni in cui il movimento ha dovuto affrontare nemici decisi a spezzarne la resistenza. Oggi il pericolo è più insidioso, perché le sirene a Cinque Stelle cantano una canzone che potrebbe condurlo sugli scogli.\r\nLa manifestazione dell’8 dicembre sarà un importante banco di prova dell’autonomia del movimento. Nell’anniversario della rivolta di Venaus la scommessa è sempre quella di rendere ingovernabile il territorio per obbligare il governo alla resa. 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Molti i solidali all'esterno del tribunale, per il quale la giudice ha più volte evocato l'udienza a porte chiuse. \r\nUn breve aggiornamento sulla situazione fuori dal tribunale\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/11/2018-11-08-prima-udienza-gap.mp3\"][/audio]\r\n\r\nAlle 15:30 è partita una manifestazione solidale\r\nAlle 17 sono partiti controlli e perquisizioni poliziesche in tutta la regione, anche verso la zona della Durance. La gendarmeria cerca palle di vernice, estintori e stupefacenti\r\n\r\nTutto il podcast della trasmissione settimanale sul sito di radionotav.info, sì tav in passerella, completo di articolo.\r\n\r\nQui il testo di uno dei volantini distribuiti oggi davanti al tribunale, che riassume la vicenda\r\n\r\nLA SOLIDARIETÀ NON SI ARRESTA\r\n\r\nIl 22 aprile c'è stata una marcia spontanea, una manifestazione contro le frontiere. Contro i fascisti di Generazione Identitaria che dalla sera \"presidiavano\" la frontiera al Colle della Scala, per impedire ai migranti di arrivare in Francia. E contro la militarizzazione che in quei giorni, come sempre, vedeva militari e gendarmi impegnati a una vera caccia al migrante sui sentieri e sulle strade che dall'Italia giungono in Francia.\r\nLa marcia del 22 aprile ha visto centinaia di persone attraversare il confine e arrivare a Briançon. Per una volta, nessunx ha dovuto nascondersi. Per una volta, nessunx ha dovuto rischiare la vita nell'attraversare questa linea immaginaria che però seleziona, divide e uccide.\r\nIn centinaia abbiamo camminato sulla strada, per 18 chilometri, da Claviere a Briançon. Nessunx ha chiesto i documenti a nessunx. Nessunx ha identificato, controllato, selezionato chi secondo la legge quel confine poteva o non poteva attraversarlo. Insieme siamo arrivati di là. Insieme, per quel giorno, abbiamo fatto sì che la frontiera non esistesse.\r\n\r\nA Briançon 3 persone sono state arrestate e portate in carcere per 11 giorni (e poi altri 25 giorni di obbligo di dimora) con l'accusa di \"favoreggiamento all'immigrazione clandestina in banda organizzata\". Qualche mese dopo altre 4 persone sono state accusate dello stesso reato per quella giornata.\r\n\r\nRischiano dieci anni di carcere e 750mila euro di multa.\r\n\r\nIn questa epoca di fascismi di ritorno, di razzismo diffuso, di strumentalizzazione della paura del diverso, chiamiamo alla solidarietà.\r\n\r\nOggi in questo tribunale ci sarà il processo. Il \"Procureur\" di Gap, Raphael Balland, da mesi si accanisce contro i solidali. Fermi, garde-à-vue, convocazioni, processi come quello di oggi. Qui a Gap, capoluogo delle Hautes Alpes, ci sono parte dei responsabili delle politiche repressive in frontiera. La prefetta, Cecile Bigot-Dekeyzer, e i suoi ordini di respingimenti. Il Centro Dipartamentale delle Hautes Alpes, che si occupa anche dei minori non accompagnati, i quali, secondo la legge europea, dovrebbero avere diritto al transito. E quindi il centro si impegna particolarmente a de-minoralizzarli, dichiarandoli maggiorenni per poterli buttare in fretta in strada, o respingerli direttamente indietro in Italia\r\nEd infine il tribunale, che come sempre è impegnato a giudicare chiunque si opponga alle sempre più repressive e discriminatorie leggi statali. Ed è per questo che ci troviamo qua davanti.\r\n\r\nLa solidarietà non si arresta!\r\n\r\nTUTTI E TUTTE LIBERE\r\nBRISONS LES FRONTIERES\r\n\r\n\r\n\r\n[caption id=\"attachment_50567\" align=\"alignnone\" width=\"225\"] corteo all'udienza di Gap [/caption]","8 Novembre 2018","2018-11-08 18:17:29","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/11/cap-8-nov-200x110.jpg","Gap/Claviere: processo ai 4+3 per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina in banda organizzata",1541700152,[378],[350],{"post_content":511,"tags":515},{"matched_tokens":512,"snippet":513,"value":514},[383,38],"settimanale sul sito di radionotav.info, \u003Cmark>sì\u003C/mark> \u003Cmark>tav\u003C/mark> in passerella, completo di articolo.\r","Oggi prima udienza a Gap ai solidali colpiti e colpite per le pratiche di solidarietà e contro il sistema delle frontiere.\r\nL'udienza \u003Cmark>si\u003C/mark> preannuncia molto lunga ma difficilmente il processo sarà concluso in giornata. Molti i solidali all'esterno del tribunale, per il quale la giudice ha più volte evocato l'udienza a porte chiuse. \r\nUn breve aggiornamento sulla situazione fuori dal tribunale\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/11/2018-11-08-prima-udienza-gap.mp3\"][/audio]\r\n\r\nAlle 15:30 è partita una manifestazione solidale\r\nAlle 17 sono partiti controlli e perquisizioni poliziesche in tutta la regione, anche verso la zona della Durance. La gendarmeria cerca palle di vernice, estintori e stupefacenti\r\n\r\nTutto il podcast della trasmissione settimanale sul sito di radionotav.info, \u003Cmark>sì\u003C/mark> \u003Cmark>tav\u003C/mark> in passerella, completo di articolo.\r\n\r\nQui il testo di uno dei volantini distribuiti oggi davanti al tribunale, che riassume la vicenda\r\n\r\nLA SOLIDARIETÀ NON \u003Cmark>SI\u003C/mark> ARRESTA\r\n\r\nIl 22 aprile c'è stata una marcia spontanea, una manifestazione contro le frontiere. 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Negli ultimi giorni sono scesi in campo anche intellettuali e storici, che rileggono gli eventi di oggi con la lente distorta di una narrazione che trascolora nel mito. Il mito degli anni di “piombo”, degli “antimoderni” moti luddisti, della perdita di consenso di avanguardie che scelgono la lotta armata.\r\nScomodare un termine ingombrante come “terrorismo” è normale per tanti giornalisti e commentatori politici. Il paragone tra la lotta armata di trent’anni fa e la resistenza No Tav ne è la pietra miliare.\r\nDa quando i PM Padalino e Rinaudo il 29 luglio hanno accusato una dozzina di ragazzi di associazione a scopo terroristico, affibbiandogli l’articolo 180 del codice, gli scritti su questo tema si sono moltiplicati. Le iniziative di lotta estive li hanno scatenati. Nella loro lente deformante sono finite le passeggiate di lotta in Clarea, i sabotaggi, i blocchi, persino la marcia simbolica degli over 50, simbolo del legame tra le generazioni, del filo robusto che lega tutti gli attivisti in una lotta in cui ogni tassello si incastra nel mosaico deciso collettivamente. I sabotaggi delle ultime settimane verso ditte collaborazioniste – spesso aziende stracotte, plurifallite, in odore di mafia – li hanno scatenati definitivamente.\r\nIn piena sintonia con i media la Procura torinese ha ordinato perquisizioni e limitazioni della libertà con scadenza sempre più ravvicinata. Ultimi i tre No Tav arrestati con l’accusa di violenza privata – ma la Procura voleva infilarci anche la tentata rapina – perché, secondo Erica De Blasi, giornalista del quotidiano “la Repubblica”, avrebbero fatto parte del folto gruppo di No Tav che avevano smascherato l’inganno con cui si era infiltrata nella manifestazione degli over 50. De Blasi si era finta una manifestante ed aveva scattato foto che, per sua stessa ammissione, erano destinate alla Digos. Per quest’episodio insignificante è stata scomodata la libertà di stampa, dimenticando che questa “giornalista” era venuta meno alla sua stessa deontologia professionale, ponendosi al servizio della polizia.\r\nNella guerra mediatica scatenata contro il movimento No Tav si inserisce il dossier uscito proprio sul quotidiano “la Repubblica” il 12 settembre.\r\nLo storico Salvadori tenta una genealogia della pratica del sabotaggio, ricostruendo la vicenda del movimento che, tra il 1811 e il 1816, scosse l’Inghilterra. La pratica della distruzione delle macchine viene descritta da Salvadori come una sorta di disperata resistenza alla miseria frutto delle nuove tecnologie produttive, che riducevano il bisogno di manodopera. Salvadori liquida la rivolta, che pure durò a lungo nonostante i manifestanti uccisi dalla polizia, le deportazioni e le condanne a morte, come ultimo inutile grido di un’epoca preindustriale condannata a sparire.\r\n\r\nAnarres ne ha discusso con Cosimo Scarinzi, un sindacalista che si è occupato a fondo della pratica del sabotaggio all’interno del movimento dei lavoratori. Secondo Scarinzi la radicalità del movimento “luddista” non era una critica alle macchine, quanto la risposta alla ferocissima repressione che colpiva ogni forma di protesta. Lotte meno dure venivano sanzionate con la deportazione e la condanna a morte, non lasciando alcun margine di trattativa ai lavoratori che si ribellavano ad una miseria estrema. In questa situazione l’attacco alla macchine diviene il mezzo per tentare di piegare un padronato indisponibile a qualsiasi concessione.\r\nScarinzi esamina la pratica del sabotaggio, attraverso la storia del movimento operaio, che ne è attraversato costantemente, sia che si tratti di pratiche spontanee, che non si rivendicano come tali, sia che vengano assunte e valorizzate come uno dei tasselli della lotta contro lo sfruttamento capitalista. Nell’opuscolo “Sabotage” Emile Pouget, esponente del sindacalismo rivoluzionario di segno libertario teorizza esplicitamente l’utilizzo del sabotaggio come segno incontrovertibile dell’indisponibilità ad un compromesso con una società divisa in classi. In questo caso, al di là della materialità dell’agire, emerge la volontà di scoraggiare ogni tentativo di compromesso tra capitale e lavoro, demolendo nei fatti la propaganda che vorrebbe sfruttati e sfruttatori sulla stessa barca, con gli stessi interessi di fondo.\r\nAscolta qui la chiacchierata con Cosimo, che è proseguita con l'analisi del sabotaggio nella pratica dei lavoratori del secolo appena trascorso:\r\n2013 09 13 sabotaggio cosimo\r\n\r\nTorniamo al dossier di “la Repubblica”.\r\nNell’analisi di Salvadori, che pure prudentemente si limita alle rivolte inglesi all’epoca della cosiddetta “rivoluzione industriale”, si possono cogliere due elementi che spiegano le ragioni dell’inserimento in un paginone che si apre con un articolo di Guido Crainz dedicato ai sabotaggi contro l’alta velocità in Val Susa.\r\nIl primo elemento è il carattere antimoderno delle rivolte luddiste, il secondo è l’ineluttabilità della sconfitta di chi si batte contro un progresso inarrestabile. In altri termini l’articolo di Salvadori, anche al di là dell’esplicita volontà dell’autore, svolge il compito che la rivista di intelligence Gnosis affida all’”agente di influenza“, ossia orientare l’opinione pubblica, demolire la fiducia dei No Tav, insinuando il dubbio sulle prospettive della lotta.\r\nQuesti elementi ci consentono vedere la trama del mosaico che la lobby Si Tav sta componendo. Il governo alza il tiro, appesantisce la repressione, picchia, arresta, criminalizza. La speranza è dividere, spaventare il movimento per far emergere la componente più istituzionale e spezzare la resistenza dei No Tav, riducendoli a meri testimoni indignati dello scempio.\r\nLa spettacolarità insita negli attacchi con il fuoco alle ditte, che pure si collocano a pieno nell’alveo della lotta non violenta, da la stura alla retorica sulla violenza. Il pezzo di Crainz si apre con l’occhiello “le polemiche recenti sulle azioni contro (la) Tav in Val di Susa riprono la questione del confine tra diritto al dissenso e forme illegali di opposizione” nel sottotitolo diventa più esplicito con un secco “quando le proteste diventano violenza”. Il pezzo si caratterizza per una continua equiparazione tra illegalità e violenza, il che dimostra, al di là dell’insistito discettare sulla lotta non violenta, la fondamentale incomprensione del senso e dei modi di questa pratica. Non tutto quel che è illegale è necessariamente anche violento, che non tutto quel che è legale è non violento. Che spaccare una ruspa e spaccare la testa di qualcuno non siano gesti equivalenti mi pare non meriti dimostrazioni di sorta. Se in questo gioco si inserisce la distinzione tra legale ed illegale il quadro invece si intorbida.\r\nI poliziotti che spaccano le teste dei No Tav, che sparano in faccia lacrimogeni, che mandano in coma un attivista e cavano un occhio ad un altro non fanno che compiere il loro dovere.\r\nI governi di turno ne solo tanto convinti che hanno garantito una buona carriera a tutti i massacratori di Bolzaneto, nonostante, in questo caso, vi sia stata una sentenza di condanna della magistratura. Per la mezza dozzina di capri espiatori di quelle giornate di lotta sono scattate condanne sino a sedici anni di reclusione, nonostante avessero soltanto rotto delle cose.\r\nSe è di Stato vale anche la tortura, se è espressione di lotta sociale viene perseguito anche un semplice danneggiamento. Anzi. Si parla addirittura di terrorismo, l’espressione che venne usata negli anni Settanta per definire la lotta armata. Crainz considera le vicende della Diaz e Bolzaneto errori di percorso da evitare di offrire argomenti a chi vorrebbe una diversa organizzazione politica e sociale. Scivoloni pericolosi perché si fanno delle gran brutte figure.\r\nL’autore, echeggiando Salvadori, sostiene che il sabotaggio è sintomo di debolezza, di sconfitta, di separazione dal movimento popolare. Crainz richiama i fantasmi del “rozzo pedagogismo giacobino ‘del gesto esemplare’ e dell’avanguardia leninista” che, per disprezzo, si sostituiscono all’azione autonoma dei cittadini.\r\nSu questa base Crainz ricostruisce le lotte degli anni Settanta, rievocando le figure dei cattivi maestri e riducendo la dinamica sociale di quegli anni ad una sorta di gigantesca cupio dissolvi culminata nella lotta armata.\r\nParte dall’assunto che le forme di lotta più radicali sono legittime contro le dittature, non certo in un regime democratico.\r\nPeccato che la democrazia reale, non quella dei libri delle scuole elementari, sia quella della Diaz e di Bolzaneto, perché la “sospensione del diritto” non è l’eccezione ma la regola. Peggio. In questi anni la sospensione del diritto si è fatta regola. L’intera legislazione sull’immigrazione, i respingimenti collettivi, gli accordi con la Libia per l’outsourcing della detenzione, le guerre umanitarie, le bombe intelligenti, le carceri che scoppiano, i morti nelle caserme, i militari nelle strade, le proteste popolari sedate con gas e manganelli…\r\nLa sospensione del diritto si fa sempre regola, quando qualcuno si ribella a regole del gioco che garantiscono il ricambio delle elite, negando un reale spazio di partecipazione ai cittadini, sancendo come insuperabile una società divisa in classi, dove il profitto di pochi conta più della vita e della dignità dei più.\r\nCrainz conclude il pezzo ironizzando sugli intellettuali che giocano con i fiammiferi. Quelli come lui usano le penne come i poliziotti i manganelli. Un gioco stupido ma trasparente.\r\nGrande assente nell’analisi di Crainz è il movimento No Tav. Un movimento che non può essere ingabbiato in nessuno degli schemi in cui tanti analisti hanno provato ad incasellarlo negli anni. Un movimento che cresce e si alimenta della sue tante anime, che elabora le proprie strategie attraverso un lento e, a volte difficile, confronto. Un movimento radicale e radicato nel territorio. Un movimento che ha optato per l’azione diretta, che non delega a nessuno e ha deciso di resistere attivamente all’imposizione violenta di un’opera la cui unica utilità è il drenaggio di soldi pubblici a fini privati.\r\nIl movimento No Tav ha scelto alcuni mesi fa di appoggiare la pratica del sabotaggio. Di questa decisione restano poche tracce sui media, sia tra i cronisti che tra gli analisti, perché di fronte alla volontà di un’assemblea popolare tanti teoremi si sgretolano come neve al sole.\r\nIl movimento in questi mesi dovrà affrontare una sfida complessa: mantenere radicalità e radicamento sociale. Non sarà facile, perché la magistratura sta preparando una operazione repressiva in grande stile, come dimostrano le gite dei PM torinesi a Milano e in altre città. Non sarà facile, perché le prossime amministrative rischiano ancora una volta di assorbire troppe energie a discapito dell’azione quotidiana per gettare sabbia negli ingranaggi dell’occupazione militare.\r\nLa scommessa dei prossimi mesi sarà quella di riaprire gli spazi per l’azione diretta popolare, che la repressione e la violenza del governo stanno cercando di chiudere.\r\nIl governo e la lobby del Tav non hanno troppa paura dei sabotaggi o di un manipolo di amministratori No Tav, hanno invece gran timore di una nuova rivolta popolare che renda ingovernabile il territorio.\r\nA noi tutti il compito di rendere reali le loro paure.","15 Settembre 2013","2018-10-17 22:59:41","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/09/haywood-sabotagewww-color-200x110.jpg","Sabotaggi, intellettuali e fiammiferi",1379283095,[540,72,541,542],"http://radioblackout.org/tag/crainz/","http://radioblackout.org/tag/sabotaggio/","http://radioblackout.org/tag/salvadori/",[544,15,545,546],"crainz","sabotaggio","salvadori",{"post_content":548,"tags":552},{"matched_tokens":549,"snippet":550,"value":551},[88,112],"scatenata contro il movimento No \u003Cmark>Tav\u003C/mark> \u003Cmark>si\u003C/mark> inserisce il dossier uscito proprio","Politici, imprenditori falliti, media hanno scatenato un attacco senza precedenti al movimento No \u003Cmark>Tav\u003C/mark>. 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In altri termini l’articolo di Salvadori, anche al di là dell’esplicita volontà dell’autore, svolge il compito che la rivista di intelligence Gnosis affida all’”agente di influenza“, ossia orientare l’opinione pubblica, demolire la fiducia dei No \u003Cmark>Tav\u003C/mark>, insinuando il dubbio sulle prospettive della lotta.\r\nQuesti elementi ci consentono vedere la trama del mosaico che la lobby \u003Cmark>Si\u003C/mark> \u003Cmark>Tav\u003C/mark> sta componendo. Il governo alza il tiro, appesantisce la repressione, picchia, arresta, criminalizza. La speranza è dividere, spaventare il movimento per far emergere la componente più istituzionale e spezzare la resistenza dei No \u003Cmark>Tav\u003C/mark>, riducendoli a meri testimoni indignati dello scempio.\r\nLa spettacolarità insita negli attacchi con il fuoco alle ditte, che pure \u003Cmark>si\u003C/mark> collocano a pieno nell’alveo della lotta non violenta, da la stura alla retorica sulla violenza. Il pezzo di Crainz \u003Cmark>si\u003C/mark> apre con l’occhiello “le polemiche recenti sulle azioni contro (la) \u003Cmark>Tav\u003C/mark> in Val di Susa riprono la questione del confine tra diritto al dissenso e forme illegali di opposizione” nel sottotitolo diventa più esplicito con un secco “quando le proteste diventano violenza”. Il pezzo \u003Cmark>si\u003C/mark> caratterizza per una continua equiparazione tra illegalità e violenza, il che dimostra, al di là dell’insistito discettare sulla lotta non violenta, la fondamentale incomprensione del senso e dei modi di questa pratica. Non tutto quel che è illegale è necessariamente anche violento, che non tutto quel che è legale è non violento. Che spaccare una ruspa e spaccare la testa di qualcuno non siano gesti equivalenti mi pare non meriti dimostrazioni di sorta. Se in questo gioco \u003Cmark>si\u003C/mark> inserisce la distinzione tra legale ed illegale il quadro invece \u003Cmark>si\u003C/mark> intorbida.\r\nI poliziotti che spaccano le teste dei No \u003Cmark>Tav\u003C/mark>, che sparano in faccia lacrimogeni, che mandano in coma un attivista e cavano un occhio ad un altro non fanno che compiere il loro dovere.\r\nI governi di turno ne solo tanto convinti che hanno garantito una buona carriera a tutti i massacratori di Bolzaneto, nonostante, in questo caso, vi sia stata una sentenza di condanna della magistratura. Per la mezza dozzina di capri espiatori di quelle giornate di lotta sono scattate condanne sino a sedici anni di reclusione, nonostante avessero soltanto rotto delle cose.\r\nSe è di Stato vale anche la tortura, se è espressione di lotta sociale viene perseguito anche un semplice danneggiamento. Anzi. \u003Cmark>Si\u003C/mark> parla addirittura di terrorismo, l’espressione che venne usata negli anni Settanta per definire la lotta armata. Crainz considera le vicende della Diaz e Bolzaneto errori di percorso da evitare di offrire argomenti a chi vorrebbe una diversa organizzazione politica e sociale. Scivoloni pericolosi perché si fanno delle gran brutte figure.\r\nL’autore, echeggiando Salvadori, sostiene che il sabotaggio è sintomo di debolezza, di sconfitta, di separazione dal movimento popolare. Crainz richiama i fantasmi del “rozzo pedagogismo giacobino ‘del gesto esemplare’ e dell’avanguardia leninista” che, per disprezzo, \u003Cmark>si\u003C/mark> sostituiscono all’azione autonoma dei cittadini.\r\nSu questa base Crainz ricostruisce le lotte degli anni Settanta, rievocando le figure dei cattivi maestri e riducendo la dinamica sociale di quegli anni ad una sorta di gigantesca cupio dissolvi culminata nella lotta armata.\r\nParte dall’assunto che le forme di lotta più radicali sono legittime contro le dittature, non certo in un regime democratico.\r\nPeccato che la democrazia reale, non quella dei libri delle scuole elementari, sia quella della Diaz e di Bolzaneto, perché la “sospensione del diritto” non è l’eccezione ma la regola. Peggio. In questi anni la sospensione del diritto \u003Cmark>si\u003C/mark> è fatta regola. L’intera legislazione sull’immigrazione, i respingimenti collettivi, gli accordi con la Libia per l’outsourcing della detenzione, le guerre umanitarie, le bombe intelligenti, le carceri che scoppiano, i morti nelle caserme, i militari nelle strade, le proteste popolari sedate con gas e manganelli…\r\nLa sospensione del diritto \u003Cmark>si\u003C/mark> fa sempre regola, quando qualcuno \u003Cmark>si\u003C/mark> ribella a regole del gioco che garantiscono il ricambio delle elite, negando un reale spazio di partecipazione ai cittadini, sancendo come insuperabile una società divisa in classi, dove il profitto di pochi conta più della vita e della dignità dei più.\r\nCrainz conclude il pezzo ironizzando sugli intellettuali che giocano con i fiammiferi. Quelli come lui usano le penne come i poliziotti i manganelli. Un gioco stupido ma trasparente.\r\nGrande assente nell’analisi di Crainz è il movimento No \u003Cmark>Tav\u003C/mark>. Un movimento che non può essere ingabbiato in nessuno degli schemi in cui tanti analisti hanno provato ad incasellarlo negli anni. Un movimento che cresce e \u003Cmark>si\u003C/mark> alimenta della sue tante anime, che elabora le proprie strategie attraverso un lento e, a volte difficile, confronto. Un movimento radicale e radicato nel territorio. Un movimento che ha optato per l’azione diretta, che non delega a nessuno e ha deciso di resistere attivamente all’imposizione violenta di un’opera la cui unica utilità è il drenaggio di soldi pubblici a fini privati.\r\nIl movimento No \u003Cmark>Tav\u003C/mark> ha scelto alcuni mesi fa di appoggiare la pratica del sabotaggio. Di questa decisione restano poche tracce sui media, sia tra i cronisti che tra gli analisti, perché di fronte alla volontà di un’assemblea popolare tanti teoremi \u003Cmark>si\u003C/mark> sgretolano come neve al sole.\r\nIl movimento in questi mesi dovrà affrontare una sfida complessa: mantenere radicalità e radicamento sociale. Non sarà facile, perché la magistratura sta preparando una operazione repressiva in grande stile, come dimostrano le gite dei PM torinesi a Milano e in altre città. Non sarà facile, perché le prossime amministrative rischiano ancora una volta di assorbire troppe energie a discapito dell’azione quotidiana per gettare sabbia negli ingranaggi dell’occupazione militare.\r\nLa scommessa dei prossimi mesi sarà quella di riaprire gli spazi per l’azione diretta popolare, che la repressione e la violenza del governo stanno cercando di chiudere.\r\nIl governo e la lobby del \u003Cmark>Tav\u003C/mark> non hanno troppa paura dei sabotaggi o di un manipolo di amministratori No \u003Cmark>Tav\u003C/mark>, hanno invece gran timore di una nuova rivolta popolare che renda ingovernabile il territorio.\r\nA noi tutti il compito di rendere reali le loro paure.",[553,555,557,559],{"matched_tokens":554,"snippet":544,"value":544},[],{"matched_tokens":556,"snippet":105,"value":105},[38],{"matched_tokens":558,"snippet":545,"value":545},[],{"matched_tokens":560,"snippet":546,"value":546},[],[562,564],{"field":124,"matched_tokens":563,"snippet":550,"value":551},[88,112],{"field":42,"indices":565,"matched_tokens":566,"snippets":568,"values":569},[180],[567],[38],[105],[105],{"best_field_score":186,"best_field_weight":40,"fields_matched":135,"num_tokens_dropped":54,"score":469,"tokens_matched":135,"typo_prefix_score":54},6637,{"collection_name":375,"first_q":83,"per_page":309,"q":83},["Reactive",574],{},["Set"],["ShallowReactive",577],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fLud8xPyjXTkW9nxmEKYgle26KwPUEazoD_5MgoZGXkk":-1},true,"/search?query=si+tav"]