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L'Ansa oggi riporta il grido dell'attentatore \"Via dall'Europa\", ed anche il fatto che la scuola presa di mira fosse un istituto serale che impartiva corsi di svedese per stranieri e frequentato da una percentuale molto alta di studenti migranti o di seconda generazione fa pensare ad un attentato pensato per colpire le comunità migranti stabilitesi in Svezia. Nonostante questo, le informazioni fornite dalla polizia e dal governo svedesi sono frammentate e molto confuse, come confuso e tardivo è stato lo stesso intervento delle forze dell'ordine, fatto che ha probabilmente contribuito al numero di vittime molto elevato.\r\n\r\nIl profilo dell'attentatore è quello di una persona senza relazioni sociali, senza più contatti con la famiglia, in evidente necessità di cure eppure non solo non presa in cura dai servizi sociali, ma addirittura autorizzata al possesso di armi. Già da queste poche informazioni sul suo profilo si possono immaginare alcuni ragionamenti sullo stato di salute in cui versa la Svezia: dotata in passato di uno dei sistemi welfaristici che avevano contribuito a costruire il mito delle socialdemocrazie scandinave come paradisi fondati sulla pace sociale in cambio della redistribuzione del reddito, il welfare svedese si è progressivamente disgregato lasciando una società piagata dall'isolamento, dalla xenofobia e dalla paura ma con il maggior numero di armi pro-capite d'Europa. Il governo svedese ha scelto di affrontare le ultime ondate migratorie ricorrendo al tipico arsenale delle destre europee: una retorica fondata sulla paura e sulla stigmatizzazione delle comunità migranti, rappresentate come responsabili dell'aumento di atti violenti, e una politica interna imperniata sulla militarizzazione della sfera pubblica e sul conferimento alla polizia del potere di fermare e perquisire a propria discrezione chiunque all'interno di \"zone speciali\" che, guardacaso, coincidono con i quartieri popolari a maggioranza migrante. Una politica della \"guerra interna\" che si abbina alla retorica di \"guerra esterna\" che riguarda invece la minaccia rappresentata dalla Russia: una martellante campagna a favore del diritto ucraino a difendersi ha spostato l'opinione pubblica svedese su posizioni oltranziste per quanto riguarda la guerra in Ucraina e l'ostilità alla Russia e all'Iran.\r\n\r\nDa un articolo di Internationalen: \"Come molti hanno sottolineato, gli autori solitari non agiscono nel vuoto della società, indipendentemente dal loro stato mentale. In un contesto in cui le sparatorie e le esplosioni quasi quotidiane normalizzano la violenza delle armi, in cui il governo di destra e i Democratici di Svezia indicano l'immigrazione e gli immigrati come i principali problemi del Paese, in cui la cittadinanza può essere revocata, i rifugiati sono trattati come criminali, il Consiglio per l'immigrazione deporta su basi arbitrarie e un numero sempre maggiore di persone deve essere “rimpatriato”, si crea un intero clima sociale che può incanalare l'odio e la rabbia individuale. È in questo contesto che possono nascere autori di reati come quelli di Örebro. Forse non sapremo mai le motivazioni personali, razziste o di altro tipo, dell'assassino di massa solitario. E forse non ne abbiamo nemmeno bisogno per fare ciò che tante persone a Örebro stanno facendo ora, ovvero unirsi nel dolore, nella comunione e nel rispetto, come una sorta di controforza di solidarietà. Non solo contro singoli atti di follia, ma contro il clima sociale politicamente infiammato che può alimentare la violenza, sia essa deliberatamente ideologica o solo una manifestazione di odiosa follia\"\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Monica Quirico, studiosa di Svezia:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/QuiricoSpasratoriaSvezia.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","8 Febbraio 2025","2025-02-08 13:31:09","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/4947-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/4947-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/4947-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/4947-1024x768.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/4947-768x576.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/4947.jpg 1200w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Svezia: l'attentato di Örebro sintomo di una società in guerra",1739021423,[113,114,115],"http://radioblackout.org/tag/attentato/","http://radioblackout.org/tag/migrazione/","http://radioblackout.org/tag/svezia/",[25,27,21],{"post_content":118},{"matched_tokens":119,"snippet":120,"value":121},[31],"a costruire il mito delle \u003Cmark>socialdemocrazie\u003C/mark> scandinave come paradisi fondati sulla","Martedì 4 febbraio, una sparatoria in una scuola a Örebro, in Svezia, ha lasciato sul terreno 10 morti e l'attentatore suicida. 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Un dato comune a livello europeo, dove, nonostante le differenze di grado, si intuisce un comune utilizzo di queste forze come unico e ultimo presidio istituzionale dopo il progressiva e sempre più insistente ritiro del welfare di keynesiana memoria. Un processo che non rtisparmia le social-democrazie del centro e del nord Europa, indicati da tanta sinistra nostrana come fulgidi esempi di \"buon governo\" e polizia \"democratica\".\r\n\r\nSu questi temi abbiamo fatto una chiacchierata con Alessandro Dal Lago, docente di sociologia all'università di Genova\r\n\r\ndallago_sbirri","28 Maggio 2013","2013-06-03 12:24:40","UIn minimo comune denominatore europeo",1369747350,[],[],{"post_content":145},{"matched_tokens":146,"snippet":148,"value":149},[147],"social-democrazie","processo che non rtisparmia le \u003Cmark>social-democrazie\u003C/mark> del centro e del nord","Le recenti sollevazioni nella periferia di Stoccoma, in Svezia, seguite all'uccisione di un uomo di 60 anni da parte della polizia svedese, la diffusione di un video in cui le guardie carcerarie ammazzano di botte un detenuto in Belgio, il pestaggio brutale di alcuni ragazzini a Roma per avere affisso un manifesto astensionista che inneggiava a Bresci...\r\n\r\nSono solo alcuni dei tanti episodi accaduti negli ultimi giorni ma che che scandiscono una più generale attività violenta e continua degli apparati di Polizia. 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La scuola di stato non è un destino obbligato. Si può scegliere un percorso di libertà, autonomia. Le scuole autogestite sono ormai una realtà piccola ma vivace. Sono il frutto dell’impegno di chi conosce l’importanza di un’educazione per la libertà.\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Codello della Rete per educazione libertaria.\r\n\r\nIl Muro di Lima. I sommersi e i salvati\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nVenerdì 4 ottobre\r\nore 16,30 in via Po 16 punto info\r\nTrasporti pubblici gratuiti per tutti!\r\nOgni giorno in giro per la città…\r\nSalta il Tornello!\r\nAppendino fa la guerra ai poveri. Il biglietto di tram, bus e metro aumenta, diminuiscono le corse, aumentano i controlli.\r\nI nuovi tornelli che stanno montando sui mezzi lasciano a piedi tanta gente che non ce la fa a campare la vita tra disoccupazione, pensioni da fame, precarietà e lavoro nero.\r\nÈ la città a 5Stelle, che attua riqualificazioni escludenti, caccia i senza casa, i senza reddito, i senza documenti ai margini della metropoli.\r\nBus e tram devono essere gratuiti per tutti. I soldi ci sono: li hanno i ricchi che vivono sulle spalle dei poveri, i padroni che sfruttano il nostro lavoro.\r\nRiprendiamoci la città, costruiamo esperienze di autogestione, cacciamo padroni e governanti, creiamo assemblee in ogni quartiere.\r\nCon la lotta, il mutuo appoggio e la solidarietà rendiamo gratuiti sin da ora i trasporti pubblici.\r\n\r\nMercoledì 9 ottobre \r\nore 10/12\r\nPunto info a Palazzo Nuovo,via S. Ottavio 18\r\nNuovo governo? 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I suoi romanzi, i suoi racconti, sono stati per molti di noi una sorta di Bildung Roman, snodi in un percorso dove l’utopia si fa ogni giorno più concreta. Mai facile, sempre all’orizzonte.\r\nQuesta settimana le abbiamo dedicato un breve saluto, nelle prossime puntate vi proporremo un giro più ampio tra “Quelli di Anarres”, i compagni di Ursula, anarchica, femminista, antropologa dell’immaginario…\r\nSui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Dalle 10,45 alle 12,45. Anche in streaming\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n2018 01 26 anarres1\r\n2018 01 26 anarres2\r\nIn questa puntata:\r\n\r\nI fascisti del \"secondo millennio\". Genealogia della destra radicale\r\nNe parliamo con Pietro Stara. Pietro questa sera introdurrà la serata alla FAT su questi temi.\r\nNella puntata della scorsa settimana potete ascoltare un primo approfondimento.\r\n\r\nAbbiamo fatto una lunga chiacchierata con Salvo Vaccaro, docente di filosofia politica all’università di Palermo. Siamo partiti dal rapporto dell’Oxfam, nulla di nuovo rispetto all’inizio di questo secolo. Abbiamo ragionato della sostanziale inutilità delle risposte in chiave riformista, neowelfarista che i nostalgici delle socialdemocrazie propongono in un mondo radicalmente diverso da quello in cui si affermò il compromesso tra capitale e lavoro. Abbiamo discusso di guerra e caos sistemico con un occhio alla partita in Siria del nord, dopo l’attacco della Turchia al cantone di Efrin. Infine si è parlato di democrature, sottrazione dall’istituito e tanto altro...\r\n\r\nIl muro invisibile. Il confine è una linea sottile sulle mappe. Tra boschi e valichi, tra le acque del Mare di Mezzo, non ci sono frontiere: solo uomini in armi che le rendono vere. Aggiornamenti dalla lotta contro le frontiere.\r\n\r\nLa scomparsa di Ursula Le Guin, quella di Anarres\r\n\r\nProssime iniziative:\r\n\r\nVenerdì 26 gennaio\r\nore 21\r\nalla Fat in corso Palermo 46\r\nI fascisti del \"secondo millennio\". Genealogia della destra radicale\r\nCon Pietro Stara, autore de \"L’identità escludente, La Nuova Destra tra piccole patrie e Europa nazione\"\r\n\r\nLunedì 29 gennaio\r\nore 17\r\nUna solidarietà senza confini\r\nal negozio Benetton di via Po 8 \r\npresidio\r\nLe maglie Benetton sono macchiate di sangue\r\n\r\nSabato 10 febbraio\r\nore 10\r\nal Balon\r\nDistruggiamo le frontiere!\r\npunto info e raccolta abiti, scarponi, sciarpe, coperte, sacchi a pelo, abiti pesanti, per rendere più facile il viaggio a uomini, donne e bambini che provano a bucare i muri della fortezza Europa.\r\nVin brulé, cibo e altre leccornie benefit lotte contro le frontiere\r\nLa raccolta si fa anche nella sede della FAT, il giovedì dopo le 21 e in occasione delle iniziative.\r\n\r\nPer chi fosse interessato ai percorsi della Federazione Anarchica Torinese \r\nriunioni - aperte agli interessati - ogni giovedì alle 21\r\ncorso Palermo 46 – a destra nel cortile -\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org","29 Gennaio 2018","2018-10-17 22:58:41","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/01/04-corteo2giugno-200x110.jpg","Anarres del 26 gennaio. 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Obama si limita a mettere a disposizione fondi pubblici per consentire ad un maggior numero di persone di accedere alle cure. 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Gran parte del gigantesco debito estero degli Stati Uniti è nelle mani della Cina, del Giappone, degli stessi stati europei, che, se da un lato hanno in mano una gigantesca arma di pressione sugli Stati Uniti, dall'altro però rischiano a loro volta il tracollo. Un grosso debito inesigibile fa fallire il creditore non meno del debitore. La corda al collo degli Stati Uniti stringe anche chi ne detiene il credito, rischiando di soffocare entrambi.\r\nLa finanza internazionale basata sul debito sovrano da al creditore la possibilità di imporre al debitore condizioni molto dure, ma, nel caso degli Stati Uniti l'equilibrio si mantiene grazie alla fiducia che il creditore ha nel debitore, fiducia che si basa sulla valutazione che gli Stati Uniti siano una grande potenza. 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Le tante guerre perse degli ultimi anni hanno contribuito ad erodere l'immagine dei padroni del mondo.\r\nIn Europa ha avuto scarsissima eco la decisione degli Stati Uniti di adottare misure protezioniste. L'IVA sui prodotti americani è al 15%, anche se a produrre sono aziende straniere con stabilimenti negli Stati Uniti, mentre sale al 25% per i prodotti esteri.\r\nNon siamo più ai tempi dei Baldi e dei Peruzzi, i banchieri fiorentini che avevano il mano un enorme credito del regno di Inghilterra, che li ridusse sull'orlo del fallimento.\r\nOggi il default degli Stati Uniti farebbe saltare il mondo. Sempre che, ovviamente, non si riesca ad allestire un diverso spettacolo.\r\nNon c'è molto tempo. 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