","Repubblica Democratica del Congo: l'esportazione di Coltan alla base del conflitto in Kivu","post",1738336491,[58,59,60],"http://radioblackout.org/tag/coltan/","http://radioblackout.org/tag/congo/","http://radioblackout.org/tag/rwanda/",[62,63,64],"coltan","congo","Rwanda",{"post_content":66},{"matched_tokens":67,"snippet":71,"value":72},[68,69,70],"sono","un","ribelle","forze governative congolesi, che si \u003Cmark>sono\u003C/mark> ritirate disordinatamente davanti all'avanzata di \u003Cmark>un\u003C/mark> gruppo \u003Cmark>ribelle\u003C/mark> che, sebbene combatta da 30","Nei giorni scorsi il movimento armato M23 ha conquistato la provincia del Kivu e la sua capitale Goma dalle forze governative congolesi, che si \u003Cmark>sono\u003C/mark> ritirate disordinatamente davanti all'avanzata di \u003Cmark>un\u003C/mark> gruppo \u003Cmark>ribelle\u003C/mark> che, sebbene combatta da 30 anni, si è presentato questa volta con armamenti moderni e massicciamente equipaggiato di tecnologia di ultima generazione. Ad armare e dirigere l'M23 è risaputamente il Rwanda, il cui governo (o forse sarebbe meglio dire regime, dato che riassume tutti i tratti tipici di un'autocrazia) guidato sin dalla fine del genocidio del 1994 dal presidente Paul Kagame è da sempre intenzionato ad accaparrarsi i territori vicini del Congo. La stampa italiana ne parla, in larga maggioranza, con le lenti tipicamente essenzialiste riservati ai conflitti in Africa centrale: guerre interminabili tra tribù ed etnie che poggiano su \u003Cmark>un\u003C/mark> antico, incomprensibile e primitivo odio irriducibile e che hanno a che fare con la predazione di risorse naturali.\r\n\r\nAd un'analisi più attenta, il conflitto tra Congo, M23 e Rwanda si presenta invece con i caratteri molto ben leggibili di un'operazione di rapina e di estrazione di una risorsa minerale in particolare, il coltan, essenziale nella produzione di batterie per telefoni, radio e apparecchi elettronici. Il Rwanda è \u003Cmark>un\u003C/mark> paese a capitalismo ed industrializzazione avanzati, anche grazie ai massicci investimenti per la ricostruzione che hanno permesso al paese di risorgere dopo il genocidio del 1994 - genocidio nella cui costruzione diversi paesi europei, Belgio e Francia in testa, hanno una larga fetta di responsabilità mai indagata e analizzata a sufficienza. \u003Cmark>Un\u003C/mark> paese in grado di raffinare ed esportare il coltan sui circuiti commerciali globali (principalmente europei e cinesi), ma privo di giacimenti naturali sufficienti: proprio in questo senso va letta la scelta di Kagame di armare ed equipaggiare il movimento M23 per potersi garantire l'accesso all'estrazione del coltan dalle miniere del Kivu congolese. Se finalmente si rinuncia alle narrazioni stereotipate sulla violenza tribale, la realtà è che a premere i grilletti in Africa centrale \u003Cmark>sono\u003C/mark> - come ovunque - le catene del valore globali.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Andrea Spinelli, fondatore di Slow News\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/ANDREASPINELLIinfo.mp3\"][/audio]",[74],{"field":75,"matched_tokens":76,"snippet":71,"value":72},"post_content",[68,69,70],1736172818711707600,{"best_field_score":79,"best_field_weight":80,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":44,"score":81,"tokens_matched":82,"typo_prefix_score":44},"3315704004608",14,"1736172818711707761",3,{"document":84,"highlight":99,"highlights":104,"text_match":107,"text_match_info":108},{"cat_link":85,"category":87,"comment_count":44,"id":89,"is_sticky":44,"permalink":90,"post_author":91,"post_content":92,"post_date":93,"post_excerpt":50,"post_id":89,"post_modified":94,"post_thumbnail":50,"post_thumbnail_html":50,"post_title":95,"post_type":55,"sort_by_date":96,"tag_links":97,"tags":98},[86],"http://radioblackout.org/category/notizie/",[88],"Blackout Inside","28453","http://radioblackout.org/2015/03/blackout-fest-2015-dal-4-al-7-giugno/","outsidermusic","Come ogni anno, torna il festival estivo autogestito e autofinanziato di Radioblackout.\r\n Tra le zanzare e i nuovi quartieri di Torino Nord, la consueta occasione per sostenere le libere frequenze e godere di un programma multi-sensoriale,\r\n Tutte le sere panini, drinks e birrette per tenere bassa l'umidità relativa.\r\nDA GIOVEDÌ 4 A DOMENICA 7 GIUGNO\r\nvia Cigna 211\r\n Live outdoor sul furgone giallone e sul palco esterno, live sul main stage,\r\n distro, presentazioni di fumetti, libri, cabaret, disegno, spettacoli per bambini\r\n e ancora cucina vegetariana e vegana, forno itinerante benefit lotta No-Tav,\r\n bar selvaggio fin dall'aperitivo\r\ne per non farci mancare niente, ritorna \"il salotto di blackout - ra-dio festa\", con le dirette tutti i giorni dalle 15.00!\r\nRadio Blackout trasmetterà dalla lussuosa postazione autocostruita.\r\nOspiti sfigati, concertini dal vivo, inezie e ciarle mescolate ad un diluvio di musica in compagnia dei vostri djs preferiti!\r\nGIOVEDÌ 4 GIUGNO\r\nad aprire le danze dalle 18.00\r\nall'aperitivo, musica jazz, fusion, funk e soul con un quintetto tutto locale che promette scintille:\r\nla batteria di Maurizio \"gatto\" Plancher, il basso Andrea di Marco, Sandro Lanzafame al piano, Gianluigi Corvaglia al tenore e Tolga Bilgin alla tromba.\r\nPrima e dopo il concerto, musiche a tema da Charles Mingus a Hilary's Pagani.\r\nTHE YELLOW TRAFFIC LIGHT (Torino, shoegaze molto psichedelico)\r\nUna scoperta blackoutiana questi giovanissimissimi sembrano sbucati dalle nebbie romantiche di Mad-chester. Fanno canzoni pop suonate alla moda elettrica degli Spacemen 3. Dovete vederli dal vivo!\r\nMANIAXXX (Torino, surf punk/garage/dub)\r\nDi difficile catalogazione, i Maniaci spaccano. Più la musica cambia e più ci sei dentro. Psichedelia, garage e puntatine nell'eletrronica e nel dub.\r\n\r\nACID BABY JESUS (Atene garage rock- psychedelic rembetika)\r\n[embed]https://www.youtube.com/watch?v=EijuIYzk1VM[/embed]\r\nVengono da Atene ma non sono grandi amici di Tsipras. Gli Acidi hanno il suono derelitto dell'eurocrisi, fuso insieme ad un eveidente stonatura da hashish. Presenteranno dal vivo il nuovo lavoro \"Selected Recordings\" uscito per Slovenly nel 2014. Registrato nella clausura di un'isola dell'Egeo è un disco di ballate stanche tipo Zorba dopo qualche vaporizzata, con cover soprendenti che vanno a pescare fino in Zambia. Spettacolo imperdibile, battezziamo la festa con Ouzo e foglie di vite, ballando come satiri. Con la benedizione di Diogene.\r\nJ C SATAN (Bordeaux, dark garage, freak-punk)\r\n[embed]https://www.youtube.com/watch?v=hWz9CmU-uhs[/embed]\r\nSudatissima combo italo-francese che suona velocissima, impastatata, bramosa e incontrollabile. Fanno musica avvolta in un lurido quanto desiderabile impasto di fuzz e melodia. Sono lascivi e molto irrequieti, specialmente dal vivo. Vanno gustati al massimo del volume, perchè sono così desiderabili anche quando ti prendono a cazzotti.\r\n\r\nVENERDÌ 5 GIUGNO:\r\ndal pomeriggio, sul palco del furgone giallone:\r\nMARIA VIOLENZA (Roma goth-punk)\r\nMATTEO CASTELLANO (chansonnier surreale)\r\nSKULLA (cantautore)\r\nALP KING (one man band/ rap alpino)\r\nIN SERATA SUL MAIN STAGE:\r\nDELACAVE (Francia, Triple Alleance/divers)\r\nSuoni dopati, barcollanti e in costante equilibrio tra il gelo e la danza. Delacave arriva dalla caverna di Strasburgo guidata dalla mente fosforica di Seb Normal. Garantito Triple Alleance!\r\nHOLIDAY INN (Roma Est/Francia, minimal-synth, punk elettrico de'borgata)\r\nDalla borgata della noia sotto la tangenziale Est di Roma, un altro mostriciattolo nato nel cemento. Sono i Suicide alla amatriciana. Con spolverate di aggressività punk. daje!\r\nROY AND THE DEVIL'S MOTORCYCLE (Svizzera, psychedelic twang, space garage, soundtrack)\r\nProva a prenderli. i tre fratelli Stahli in sella alle loro motociclette attraversano una Svizzera più fuzz che fabbrica di cioccolata, suonando giustamente indemoniati e inebetiti. Voodoo Rhythm e il reverendo Beat Man pongono il sigillo, in un anno, questo 2015, pieno di sorprese. Dal vivo sono una gran botta e noi ce li abbiamo. Preparare la sella e scaldare i motori.\r\n[embed]https://www.youtube.com/watch?v=KQWgj_hHCEk[/embed]\r\n THE ROCK'N'ROLL KAMIKAZES (Italia/Scozia rockabilly incendiario)\r\nPer concludere la serata danze selvagge. Con le chitarre e i ciuffoni questi loschi ceffi incendierAnno l'aria. Si prepara una chiusura detonante con un live-show al quale è letteralmente impossibile sfuggire: bombe soniche dal cielo, pura detonazione rock'n'roll. Hey Barista...\r\n[embed]https://www.youtube.com/watch?v=FLtV3sZjjMM[/embed]\r\nSABATO 6 GIUGNO\r\nDAL POMERIGGIO:\r\nORKESTRA CALABRONI (Jazz e altre contaminazioni)\r\nNO CHAPPY? BOURGEOIS! (no hip rap/scum music/pop amatoriale)\r\nNANAI (punk molto pop con strumenti minuscoli!)\r\nA Seguire:\r\nBobby Sands e la regina Elisabetta, una fiaba per adulti e bambini, che parla di libertà, amore e coraggio, sul presente e sul passato di un ribelle e di un popolo che non ha mai smesso di chinare la testa.\r\nA cura del Laboratorio Politico Il Cubo di Chieri.\r\nIN SERATA SUL MAIN STAGE:\r\nAL DOUM & THE FARIDS (Milano, world music psichedelica a go go)\r\nUn ritorno di fiamma tutto italiano quello di Al Doum. Italiano sciolto nella musica psichedelica e dolcemente folk che sa dei gusti di tutto il mondo, è una miscela che fa ricordare gli anni 70, quando Walter Maioli fondava gli Aktuala, la più incredibile esperienza \"world\" dello stivale. Ecco la musica di Al Doum è quella. Araba, mediterranea, orientale. Percussiva e ipnotica. Da godersi a piedi scalzi, fumando la pipa della pace con gli amici guardando le zucchine che crescono\r\n[embed]https://www.youtube.com/watch?v=P9ANTky7u8E[/embed]\r\nMamud Band (Milano, High-life, Afrobeat, afro-funk)\r\nLa più torrida orchestra italiana sintonizzata sull'onda lunga lasciata da mr. Fela Anikulapo Kuti. 12 elementi, esecuzioni fiume, sudore e precisione tecnica al millimetro. Probabilmente questo video non rende l'idea, perchè, come spesso accade, bisogna gustare con occhi e orecchie in prima persona. Attivi dagli inizi dei novanta, nascono dalla passione sfrenata per l'afro-kosmo: non importa se a Lagos o da qualche parte tra la tangenziale Est e l'autostrada, questo è puro verbo della musica in cammino.\r\n[embed]https://www.youtube.com/watch?v=MlxZLyJcpcQ[/embed]\r\nDOMENICA 7 GIUGNO\r\nla giornata di domenica è dedicata ai libri, ai bambini ed al cabaret. Dal pomeriggio in ordine sparso e in attesa di ulteriori arrangiamenti:\r\n\r\nPresentazione de \r\n\"Sebbene che siamo donne, storie di rivoluzionarie\" di Paola Staccioli, in compagnia dell'autrice: Le storie di dieci militanti che dagli anni Settanta all’inizio del nuovo millennio, in Italia, hanno impugnato le armi o effettuato azioni illegali all’interno di differenti organizzazioni e aree della sinistra rivoluzionaria, sacrificando la vita per il loro impegno.\r\n\r\na seguire:\r\npresentiamo \"Il potere sovversivo della carta\" di Sara Pavan, saggio fumettistico sulle parole e le immagini che diventano pietre. Uscito per Agenzia X\r\nE ANCORA...\r\nIl grandissimo Eduardo “Mono” Carrasco, nome clandestino e provvisorio,da Santiago del Cile, è un grafico, muralista, promotore culturale, fondatore della Brigada Ramona Parra (gruppo muralista cileno), vive e lavora in Italia dal 1974, anno in cui è arrivato dal suo paese come rifugiato politico, dopo l’avvento della dittatura di Augusto Pinochet.\r\nHa collaborato e disegnato sui muri rivoluzionari del sud America ed ha legato il suo nome alla storia di Inti Illimani. Sarà da noi a disegnare insieme ai bambini una grande tela...\r\n[embed]https://www.youtube.com/watch?v=SPdyf3ftHMc[/embed]\r\ne poi... \r\nspettacolo di marionette \"Happy Birthday mr. Django\", un viaggio animato nella vita di Django Reinhardt con Pinocchia Underground.\r\ndall'aperitivo:\r\ndj set di chiusura, tutto sul CHILL OUT. Dal Cafè del Mar, fino agli Orb un viaggio nella musica per il rilassamento delle sinapsi con la blackout house.\r\ndalle 22.00\r\nspettacolo di cabaret e improvvisazione teatrale con Senso Doppio, Guido Catalano, Woz e tanti altri ospiti, direttamente dal piccolo e grande schermo. Personaggi senza bisogno di presentazioni creeranno una escalation di comicità surreale, battute servite e gestualità pierrottesche. Prendete posto!\r\nCome sempre tutte le sere cucina vegetariana e vegana, birrette, cocktails e distribuzioni di libri open air...\r\n \r\n \r\n ","11 Marzo 2015","2015-05-12 10:20:34","Blackout Fest 2015 - dal 4 al 7 Giugno",1426073294,[],[],{"post_content":100},{"matched_tokens":101,"snippet":102,"value":103},[69,70,69],"presente e sul passato di \u003Cmark>un\u003C/mark> \u003Cmark>ribelle\u003C/mark> e di \u003Cmark>un\u003C/mark> popolo che","Come ogni anno, torna il festival estivo autogestito e autofinanziato di Radioblackout.\r\n Tra le zanzare e i nuovi quartieri di Torino Nord, la consueta occasione per sostenere le libere frequenze e godere di \u003Cmark>un\u003C/mark> programma multi-sensoriale,\r\n Tutte le sere panini, drinks e birrette per tenere bassa l'umidità relativa.\r\nDA GIOVEDÌ 4 A DOMENICA 7 GIUGNO\r\nvia Cigna 211\r\n Live outdoor sul furgone giallone e sul palco esterno, live sul main stage,\r\n distro, presentazioni di fumetti, libri, cabaret, disegno, spettacoli per bambini\r\n e ancora cucina vegetariana e vegana, forno itinerante benefit lotta No-Tav,\r\n bar selvaggio fin dall'aperitivo\r\ne per non farci mancare niente, ritorna \"il salotto di blackout - ra-dio festa\", con le dirette tutti i giorni dalle 15.00!\r\nRadio Blackout trasmetterà dalla lussuosa postazione autocostruita.\r\nOspiti sfigati, concertini dal vivo, inezie e ciarle mescolate ad \u003Cmark>un\u003C/mark> diluvio di musica in compagnia dei vostri djs preferiti!\r\nGIOVEDÌ 4 GIUGNO\r\nad aprire le danze dalle 18.00\r\nall'aperitivo, musica jazz, fusion, funk e soul con \u003Cmark>un\u003C/mark> quintetto tutto locale che promette scintille:\r\nla batteria di Maurizio \"gatto\" Plancher, il basso Andrea di Marco, Sandro Lanzafame al piano, Gianluigi Corvaglia al tenore e Tolga Bilgin alla tromba.\r\nPrima e dopo il concerto, musiche a tema da Charles Mingus a Hilary's Pagani.\r\nTHE YELLOW TRAFFIC LIGHT (Torino, shoegaze molto psichedelico)\r\nUna scoperta blackoutiana questi giovanissimissimi sembrano sbucati dalle nebbie romantiche di Mad-chester. 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Da tempo l’Osservatorio sulla repressione ha iniziato a effettuare un censimento sulle denunce penali contro militanti politici e attivisti di lotte sociali. Ora abbiamo la necessità, per costruire la campagna, di un quadro quanto più possibile completo, che porterà alla creazione di un database consultabile on-line. Ad oggi sono state censite 17 mila denunce.\r\nIl nuovo clima di effervescenza sociale degli ultimi anni, che non ha coinvolto solo i tradizionali settori dell’attivismo politico più radicale ma anche ampie realtà popolari, ha portato a una pesante rappresaglia repressiva, come già era accaduto nei precedenti cicli di lotte. Migliaia di persone che si trovavano a combattere con la mancanza di case, la disoccupazione, l’assenza di adeguate strutture sanitarie, la decadenza della scuola, il peggioramento delle condizioni di lavoro, il saccheggio e la devastazione di interi territori in nome del profitto, sono state sottoposte a procedimenti penali o colpite da misure di polizia. Così come sono stati condannati e denunciati militanti politici che hanno partecipato alle mobilitazioni di Napoli e Genova 2001 e alle manifestazioni del 14 dicembre 2010 e del 15 ottobre 2011 a Roma.\r\nIl conflitto sociale viene ridotto a mera questione di ordine pubblico. Cittadini e militanti che lottano contro le discariche, le basi militari, le grandi opere di ferro e di cemento, come terremotati, pastori, disoccupati, studenti, lavoratori, sindacalisti, occupanti di case, si trovano a fare i conti con pestaggi, denunce e schedature di massa. Un “dispositivo” di governo che è stato portato all’estremo con l’occupazione militare della Val di Susa. Una delle conseguenze di questa gestione dell’ordine pubblico, applicato non solo alle lotte sociali ma anche ai comportamenti devianti, è il sovraffollamento delle carceri, additate anche dalla comunità internazionale come luoghi di afflizione dove i detenuti vivono privi delle più elementari garanzie civili e umane. Ad esse si affiancano i CIE, dove sono recluse persone private della libertà e di ogni diritto solo perché senza lavoro o permesso di permanenza in quanto migranti, e gli OPG, gli ospedali di reclusione psichiatrica più volte destinati alla chiusura, che rimangono a baluardo della volontà istituzionale di esclusione totale e emarginazione dei soggetti sociali più deboli.\r\nSempre più spesso dunque i magistrati dalle aule dei tribunali italiani motivano le loro accuse sulla base della pericolosità sociale dell’individuo che protesta: un diverso, un disadattato, un ribelle, a cui di volta in volta si applicano misure giuridiche straordinarie. Accentuando la funzione repressivo-preventiva (fogli di via, domicilio coatto, DASPO), oppure sospendendo alcuni principi di garanzia (leggi di emergenza), fino a prevederne l’annichilimento attraverso la negazione di diritti inderogabili. È ciò che alcuni giuristi denunciano come spostamento, sul piano del diritto penale, da un sistema giuridico basato sui diritti della persona a un sistema fondato prevalentemente sulla ragion di Stato. Una situazione che nella attuale crisi di legittimazione del sistema politico e di logoramento degli istituti di democrazia rappresentativa rischia di aggravarsi drasticamente.\r\nNon è quindi un caso che dal 2001 a oggi, con l’avanzare della crisi economica e l’aumento delle lotte, si contano 11 sentenze definitive per i reati di devastazione e saccheggio, compresa quella per i fatti di Genova 2001, a cui vanno aggiunte 7 persone condannate in primo grado a 6 anni di reclusione per i fatti accaduti il 15 ottobre 2011 a Roma, mentre per la stessa manifestazione altre 18 sono ora imputate ed è in corso il processo.\r\nLe lotte sociali hanno sempre marciato su un crinale sottile che anticipa legalità future urtando quelle presenti. Le organizzazioni della classe operaia, i movimenti sociali e i gruppi rivoluzionari hanno storicamente fatto ricorso alle campagne per l’amnistia per tutelare le proprie battaglie, salvaguardare i propri militanti, le proprie componenti sociali. Oggi sollevare il problema politico della legittimità delle lotte, anche nelle loro forme di resistenza, condurre una battaglia per la difesa e l’allargamento degli spazi di agibilità politica, può contribuire a sviluppare la solidarietà fra le varie lotte, a costruire la garanzia che possano riprodursi in futuro. Le amnistie sono un corollario del diritto di resistenza. Lanciare una campagna per l’amnistia sociale vuole dire salvaguardare l’azione collettiva e rilanciare una teoria della trasformazione, dove il conflitto, l’azione dal basso, anche nelle sue forme di rottura, di opposizione più dura, riveste una valenza positiva quale forza motrice del cambiamento.\r\nNel pensiero giuridico le amnistie hanno rappresentato un mezzo per affrontare gli attriti e sanare le fratture tra costituzione legale e costituzione materiale, tra la fissità e il ritardo della prima e l’instabilità e il movimento della seconda. Sono servite a ridurre la discordanza di tempi tra conservazione istituzionale e inevitabile trasformazione della società incidendo sulle politiche penali e rappresentando momenti decisivi nel processo d’aggiornamento del diritto. È stato così per oltre un secolo, ma in Italia le ultime amnistie politiche risalgono al 1968 e al 1970.\r\nAprire un percorso di lotta e una vertenza per l’amnistia sociale – che copra reati, denunce e condanne utilizzati per reprimere lotte sociali, manifestazioni, battaglie sui territori, scontri di piazza – e per un indulto che incida anche su altre tipologie di reato, associativi per esempio, può contribuire a mettere in discussione la legittimità dell’arsenale emergenziale e fungere da vettore per un percorso verso una amnistia generaleslegata da quegli atteggiamenti compassionevoli e paternalisti che muovono le campagne delegate agli specialisti dell’assistenzialismo carcerario, all’associazionismo di settore, agli imprenditori della politica. Riportando l’attenzione dei movimenti verso l’esercizio di una critica radicale della società penale che preveda anche l’abolizione dell’ergastolo e della tortura dell’art. 41 bis.\r\nChiediamo a tutti e tutte i singoli, le realtà sociali e politiche l’adesione a questo manifesto, per iniziare un percorso comune per l’avvio della campagna per l’amnistia sociale.\r\n\r\nAscolta la diretta con l'avvocato Francesco Romeo, tra i promotori dell'iniziativa\r\n\r\nRomeo","10 Settembre 2013","2013-09-16 12:06:23","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/09/amnistia-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"125\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/09/amnistia-300x125.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/09/amnistia-300x125.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/09/amnistia.jpg 348w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Un'amnistia per i reati sociali",1378839435,[125,126,127],"http://radioblackout.org/tag/amnistia/","http://radioblackout.org/tag/carcere/","http://radioblackout.org/tag/repressione/",[129,130,131],"amnistia","carcere","repressione",{"post_content":133},{"matched_tokens":134,"snippet":135,"value":136},[69,69,69,70],"protesta: \u003Cmark>un\u003C/mark> diverso, \u003Cmark>un\u003C/mark> disadattato, \u003Cmark>un\u003C/mark> \u003Cmark>ribelle\u003C/mark>, a cui di volta in","Pubblichiamo il manifesto divulgato dai promotori dell'amnistia per i reati sociali:\r\n\r\nNegli ultimi mesi, fra alcune realtà sociali, politiche e di movimento, ma anche singoli attivisti e avvocati, è nato \u003Cmark>un\u003C/mark> dibattito sulla necessità di lanciare una campagna politica sull’amnistia sociale e per l’abrogazione di quell’insieme di norme che connotano l’intero ordinamento giuridico italiano e costituiscono \u003Cmark>un\u003C/mark> vero e proprio arsenale repressivo e autoritario dispiegato contro i movimenti più avanzati della società. Da tempo l’Osservatorio sulla repressione ha iniziato a effettuare \u003Cmark>un\u003C/mark> censimento sulle denunce penali contro militanti politici e attivisti di lotte sociali. Ora abbiamo la necessità, per costruire la campagna, di \u003Cmark>un\u003C/mark> quadro quanto più possibile completo, che porterà alla creazione di \u003Cmark>un\u003C/mark> database consultabile on-line. Ad oggi \u003Cmark>sono\u003C/mark> state censite 17 mila denunce.\r\nIl nuovo clima di effervescenza sociale degli ultimi anni, che non ha coinvolto solo i tradizionali settori dell’attivismo politico più radicale ma anche ampie realtà popolari, ha portato a una pesante rappresaglia repressiva, come già era accaduto nei precedenti cicli di lotte. Migliaia di persone che si trovavano a combattere con la mancanza di case, la disoccupazione, l’assenza di adeguate strutture sanitarie, la decadenza della scuola, il peggioramento delle condizioni di lavoro, il saccheggio e la devastazione di interi territori in nome del profitto, \u003Cmark>sono\u003C/mark> state sottoposte a procedimenti penali o colpite da misure di polizia. Così come \u003Cmark>sono\u003C/mark> stati condannati e denunciati militanti politici che hanno partecipato alle mobilitazioni di Napoli e Genova 2001 e alle manifestazioni del 14 dicembre 2010 e del 15 ottobre 2011 a Roma.\r\nIl conflitto sociale viene ridotto a mera questione di ordine pubblico. Cittadini e militanti che lottano contro le discariche, le basi militari, le grandi opere di ferro e di cemento, come terremotati, pastori, disoccupati, studenti, lavoratori, sindacalisti, occupanti di case, si trovano a fare i conti con pestaggi, denunce e schedature di massa. \u003Cmark>Un\u003C/mark> “dispositivo” di governo che è stato portato all’estremo con l’occupazione militare della Val di Susa. Una delle conseguenze di questa gestione dell’ordine pubblico, applicato non solo alle lotte sociali ma anche ai comportamenti devianti, è il sovraffollamento delle carceri, additate anche dalla comunità internazionale come luoghi di afflizione dove i detenuti vivono privi delle più elementari garanzie civili e umane. Ad esse si affiancano i CIE, dove \u003Cmark>sono\u003C/mark> recluse persone private della libertà e di ogni diritto solo perché senza lavoro o permesso di permanenza in quanto migranti, e gli OPG, gli ospedali di reclusione psichiatrica più volte destinati alla chiusura, che rimangono a baluardo della volontà istituzionale di esclusione totale e emarginazione dei soggetti sociali più deboli.\r\nSempre più spesso dunque i magistrati dalle aule dei tribunali italiani motivano le loro accuse sulla base della pericolosità sociale dell’individuo che protesta: \u003Cmark>un\u003C/mark> diverso, \u003Cmark>un\u003C/mark> disadattato, \u003Cmark>un\u003C/mark> \u003Cmark>ribelle\u003C/mark>, a cui di volta in volta si applicano misure giuridiche straordinarie. 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Si tratta di un’area chiusa e cintata, salita agli onori delle cronache per l’evasione di un orso ribelle alle gabbie. Una zona scelta perché circondata da muri e filo spinato, per impedire che si ripetano le azioni di cinque anni fa, quando un’altra trivella venne circondata ed occupata dagli attivisti.\r\nI No Tav, che monitorano il territorio, si sono subito mossi, con presidi e passeggiate a sorpresa nella zona.\r\nL’area interessata ai sondaggi è quella destinata a circonvallazione ferroviaria, una parte del lotto 3 delle tratte di accesso sud.\r\nSabato e domenica ci sono stati presidi e passeggiate nella zona dove è stata piazzata la trivella.\r\nAnche lunedì c’è stato un giro informale e un mezzo della ditta incaricata dei lavori è stato bloccato.\r\nNe abbiamo parlato con Errico del comitato No Tav di Trento\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/2020-11-24-errico-trento.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nDi seguito il testo del volantino distribuito:\r\n\r\n“Trivella di Italferr al Casteller: sono ripresi i sondaggi per l’Alta Velocità ferroviaria in Trentino?\r\n\r\nIn linea con le precedenti esperienze di sondaggio in Trentino, i lavori del TAV procedono in modo silenzioso.\r\nVenerdì sono stati fermati dalla polizia due attivisti NOTAV nei pressi della zona recintata al Casteller sopra Mattarello. Nella nota di fermo viene citata espressamente la \"vicinanza alla zona di cantiere Italferr \". La zona è presidiata dalle forze dell'ordine ed ovviamente tutto fa pensare ad un’attività legata alla realizzazione del TAV.\r\nIeri, domenica 22 novembre 2020, una sessantina di No Tav sono andati a controllare con i propri occhi ed in effetti all’interno dell’area recintata del Casteller è piazzata una trivella della ditta incaricata per i sondaggi geognostici propedeutici alla progettazione della nuova linea ad alta velocità. Anche l’area interessata dal sondaggio potrebbe essere compatibile con quella coinvolta negli impatti dello scavo per il sotto attraversamento della città di Trento.\r\nLa grande opera del Tav in Trentino è figlia di un concetto di sviluppo che pensa il mondo come sfruttabile all’infinito e che non fa i conti con il fatto che acqua, aria, terreno, sono risorse preziose ed esauribili. Un modo di procedere di cui la pandemia che stiamo attraversando è uno dei tanti “effetti collaterali” prevedibili di cui tutti e tutte paghiamo le conseguenze.\r\nPer questo l’opposizione al quadruplicamento della linea ferroviaria in Trentino non rappresenta solo il “no” a questa specifica Grande Opera, ma esprime, come possiamo, la contrarietà a un modo di pensare al futuro della nostra società che si sta mostrando, giorno dopo giorno, pericoloso ben oltre le nostre capacità di “valutazione di impatto” e incapace di generare i benefici attesi.\r\nNessuna voce ufficiale sembra confermare o smentire che quello del Casteller sia o meno un sondaggio per la futura linea ad alta velocità. Siamo stati ieri a Mattarello e ci incontreremo, da oggi, tutte le sere alle 18.00 nella sua piazza centrale, finché la trivella rimarrà sul territorio. Per mostrare che ne abbiamo cura e non vogliamo essere esclusi dalle scelte che lo riguardano, perché ne va del futuro di tutte e tutti noi.\r\nVi invitiamo a vegliare su queste terre e a passeggiare con noi per le sue vie.\r\nNo Tav, né qui né altrove\r\nCoordinamento Trentino No Tav, Trento 23/11/2020”","24 Novembre 2020","2020-11-24 19:38:13","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/notav_1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"125\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/notav_1-300x125.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/notav_1-300x125.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/notav_1-1024x426.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/notav_1-768x319.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/notav_1.jpg 1162w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Trento. 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Tra questi c'è la Cina, che \"deplora\", anzi, \"si rammarica\" per il conflitto russo-ucraino. Abbiamo contattato Lucrezia Goldin, studiosa di Cina che scrive per ChinaFiles e Il Manifesto, per parlarci della Cina, del suo partenariato strategico con la Russia, del suo mancato - almeno per ora - ruolo di mediatore nel conflitto. Le abbiamo anche chiesto quali possono essere le conseguenze per quella che la Cina definisce un'isola ribelle, Taiwan, e quali sono le somiglianze, e le differenze, tra Kiev e Taipei. In ultimo, abbiamo chiesto a Lucrezia qual è la linea di Xi Jinping sul fronte interno e quali sono le reazioni all'invasione russa nel web cinese. A riguardo, vi consigliamo la lettura di questo articolo, oltre all'ascolto della diretta.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/chinafiles.mp3\"][/audio]","8 Marzo 2022","2022-03-08 01:47:33","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/xijinping-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"190\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/xijinping-300x190.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/xijinping-300x190.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/xijinping-1024x647.png 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/xijinping-768x485.png 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/xijinping.png 1165w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Un'ambiguità strategica. Il ruolo della Cina nel conflitto russo-ucraino",1646701318,[190,191,192,193,194,195],"http://radioblackout.org/tag/xijinping/","http://radioblackout.org/tag/cina/","http://radioblackout.org/tag/guerra/","http://radioblackout.org/tag/russia/","http://radioblackout.org/tag/taiwan/","http://radioblackout.org/tag/ucraina/",[197,198,199,200,201,202],"#xijinping","cina","guerra","russia","Taiwan","Ucraina",{"post_content":204},{"matched_tokens":205,"snippet":206,"value":207},[70,68],"che la Cina definisce un'isola \u003Cmark>ribelle\u003C/mark>, Taiwan, e quali \u003Cmark>sono\u003C/mark> le somiglianze, e le differenze,","Il voto all’undicesima sessione d’emergenza dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (UNGA) sulla risoluzione sull’aggressione russa dell’Ucraina ha sancito \u003Cmark>un\u003C/mark> forte isolamento internazionale per Mosca: solo 4 paesi – Siria, Eritrea, Bielorussia e Corea del Nord – si \u003Cmark>sono\u003C/mark> schierati apertamente con la Russia votando contro la risoluzione: 141 invece i paesi che hanno approvato la risoluzione, e 35 gli astenuti (qui le mappe). Tra questi c'è la Cina, che \"deplora\", anzi, \"si rammarica\" per il conflitto russo-ucraino. Abbiamo contattato Lucrezia Goldin, studiosa di Cina che scrive per ChinaFiles e Il Manifesto, per parlarci della Cina, del suo partenariato strategico con la Russia, del suo mancato - almeno per ora - ruolo di mediatore nel conflitto. Le abbiamo anche chiesto quali possono essere le conseguenze per quella che la Cina definisce un'isola \u003Cmark>ribelle\u003C/mark>, Taiwan, e quali \u003Cmark>sono\u003C/mark> le somiglianze, e le differenze, tra Kiev e Taipei. In ultimo, abbiamo chiesto a Lucrezia qual è la linea di Xi Jinping sul fronte interno e quali \u003Cmark>sono\u003C/mark> le reazioni all'invasione russa nel web cinese. 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La settimana successiva, dopo la decisione di bandire l’ingresso ai cittadini di alcuni stati a prevalente religione musulmana e quella di sospendere l’accoglienza ai profughi, manifestazioni di protesta si sono svolte nei principali aeroporti statunitensi.\r\nIl “muslim ban” prevede il blocco per almeno 90 giorni degli ingressi da paesi giudicati tout court a “rischio terrorismo islamico”: Siria, Sudan, Libia, Somalia, Yemen, Iran e Iraq. Iran e Iraq hanno replicato attuando un provvedimento analogo nei confronti dei cittadini statunitensi. L’Arabia Saudita, il paese da cui provenivano quasi tutti gli attentatori dell’11 settembre, è invece stata esclusa dalla bad list del presidente.\r\nStretta pesante anche sul programma di accoglienza per i rifugiati: un blocco di 120 giorni dei visti, definiti dalla Casa Bianca “necessario per riesaminare” (in senso restrittivo) i meccanismi di accoglienza.\r\nLe proteste hanno attraversato il paese da New York a Los Angeles fin sotto alla Casa Bianca con lo slogan “no al bando no al muro”. Il “muro” è la nuova barriera che Trump vuole realizzare al tra Usa e Messico. La protesta ha invaso soprattutto gli aeroporti di 57 città Usa dove decine di migliaia di persone hanno espresso solidarietà alle centinaia di viaggiatori che sono stati bloccati dal mandato esecutivo di Trump, che, avendo decorso immediato, ha incastrato negli aeroporti moltissime persone prese alla sprovvista.\r\nDonald Trump è riuscito a catalizzare un vasto fronte di opposizione sociale che aveva disertato le urne, ma non intende disertare le piazze. Anzi.\r\nIl licenziamento del ministro della giustizia, ribelle alle imposizioni di Trump in materia di immigrazione, e la nomina di Steve Bannon, un suprematista bianco al consiglio di sicurezza del presidente, sono le ultime mosse di un uomo deciso a realizzare a testa bassa il proprio programma protezionista, di chiusura delle frontiere, di guerra aperta alle libertà femminili, di discriminazione nei confronti delle forti minoranze non bianche del paese.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Robertino, un compagno che conosce bene la situazione e imovimentinegli States, che ha tracciato un quadro delle forze politiche e sociali scese in campo in questi primi dieci giorni di presidenza di “The Donald”.\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\n2017 01 31 trump robertino","31 Gennaio 2017","2017-02-03 21:28:11","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/proteste-trump-281-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"150\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/proteste-trump-281-300x150.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/proteste-trump-281-300x150.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/proteste-trump-281-768x384.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/proteste-trump-281.jpg 800w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","I primi dieci giorni di Trump",1485895162,[229,230,231,232,233],"http://radioblackout.org/tag/muro/","http://radioblackout.org/tag/muslin-ban/","http://radioblackout.org/tag/proteste-anti-trump/","http://radioblackout.org/tag/stati-uniti/","http://radioblackout.org/tag/trump/",[235,236,237,238,239],"muro","muslin ban","proteste anti trump","Stati Uniti","Trump",{"post_content":241},{"matched_tokens":242,"snippet":243,"value":244},[68,69],"consiglio di sicurezza del presidente, \u003Cmark>sono\u003C/mark> le ultime mosse di \u003Cmark>un\u003C/mark> uomo deciso a realizzare a","La cerimonia di insediamento di Donald Trump è stata accompagnata da imponenti marce femministe e antisessiste. 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