","Pansa e il procurato allarme sicurezza",1385491395,[217,218,219,220],"http://radioblackout.org/tag/austherity/","http://radioblackout.org/tag/polizia/","http://radioblackout.org/tag/repressione/","http://radioblackout.org/tag/sicurezza/",[222,223,224,225],"Austherity","polizia","repressione","sicurezza",{"post_content":227},{"matched_tokens":228,"snippet":229,"value":230},[69,70],"tutti i tagli che la \u003Cmark>spending\u003C/mark> \u003Cmark>review\u003C/mark>, sotto le pressioni di Bruxelles,","Di tutti i tagli che la \u003Cmark>spending\u003C/mark> \u003Cmark>review\u003C/mark>, sotto le pressioni di Bruxelles, sta portando nel sistema Italia, questa è certo una di quelle su cui non piangeremo. Vista dall'Europa questo nostro Paese deve sembrare un'accozzaglia disordinata e abnorme di apparati repressivi che si sovrappongono in competenze e ruoli. Insomma un'altra anomalia italiana ma senza ambivalenze di sorta. La situazione delle forze di sicurezza italiana, quanto a numero, varietà, trattamento retributivo e privilegi vari, non ha paralleli nel mondo o ne ha molto pochi. Così i preoccupati allarmi di Pansa, il capo della polizia italiana, sui rischi per l'incolumità dei cittadini ci paiono quanto mai fuori luogo. Pansa ovviamente si rivolge ai cittadini paventando pericoli per la sicurezza e la vivibilità delle città soprattutto, dove ogni genere di reato sarebbe in indiscutibile e irresistibile aumento. Di più, questo aumento sarebbe direttamente collegato con la diminuzione degli uomini in forza ai vari organi di sicurezza. Per vedere che non è così e per dare qualche numero sull'ipertrofia dell'apparato repressivo italiano, abbiamo raggiunto un compagno di Pisa, Roberto, che si occupa di questioni come repressione e sicurezza.\r\n\r\nRoberto",[232],{"field":100,"matched_tokens":233,"snippet":229,"value":230},[69,70],{"best_field_score":142,"best_field_weight":143,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":144,"tokens_matched":108,"typo_prefix_score":46},{"document":236,"highlight":256,"highlights":261,"text_match":140,"text_match_info":264},{"cat_link":237,"category":238,"comment_count":46,"id":239,"is_sticky":46,"permalink":240,"post_author":49,"post_content":241,"post_date":242,"post_excerpt":52,"post_id":239,"post_modified":243,"post_thumbnail":52,"post_thumbnail_html":52,"post_title":244,"post_type":55,"sort_by_date":245,"tag_links":246,"tags":252},[43],[45],"18989","http://radioblackout.org/2013/10/droni-assassini-il-rapporto-di-amnesty-sul-waziristan/","Anche quest'anno gli antifascisti ed antimilitaristi livornesi daranno vita ad una manifestazione di piazza contro le celebrazioni della battaglia fascista e coloniale di El Alamein.\r\nQuest'anno le celebrazioni della battaglia promosse dai parà della Folgore, complice la spending review, saranno in tono minore, senza sfarzo e senza la provocazione di una parata fascista per le vie della città.\r\nIl variegato arcipelago dell'opposizione sociale livornese, riunito nel \"Comitato 26 ottobre\" ha invece promosso una due giorni di lotta.\r\nVenerdì 25 ottobre ci sarà un presidio in Piazza Mazzini alle 16,30\r\nSabato 26 ottobre corteo da p.zza Garibaldi alle 15,30.\r\n\r\nDi seguito uno stralcio del comunicato di indizione.\r\n\r\nScendiamo in piazza contro la commemorazione di El Alamein. La celebrazione di una guerra passata, che giustifica le guerre del presente e prepara quelle di domani. La celebrazione della rapina quotidiana compiuta ai danni dei lavoratori e delle lavoratrici per foraggiare l’apparato militare e per sostenere i profitti delle industrie di guerra. Anche quest’anno la Brigata Paracadutisti Folgore commemorerà la battaglia fascista di El Alamein.\r\nVenerdì 25 ottobre si terrà in mattinata la celebrazione ufficiale all’interno della Caserma Vannucci, nel pomeriggio la Terrazza Mascagni sarà occupata da stand e mezzi militari per il solito sfoggio di armi e strumenti di morte. (...)\r\n\r\nL’aumento dell’IVA, che ammonta ad un miliardo di euro e peserà sulle tasche di lavoratori e disoccupati, servirà a pagare i 975 milioni di euro spesi dal governo per acquistare elicotteri, aerei, apparati elettronici per l’Esercito prodotti da aziende della holding Finmeccanica. Ci dicono che mancano quasi 330 milioni di euro per la cassa integrazione in deroga in Toscana, ma il primo ottobre il Governo ha rifinanziato fino a dicembre tutte le missioni di guerra in cui i soldati italiani sono già impegnati. (...)\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Tiziano, un compagno del Comitato 26 ottobre:\r\n\r\nlivorno","23 Ottobre 2013","2013-10-25 12:02:57","Livorno. In piazza contro la commemorazione della guerra fascista",1382535219,[247,248,249,250,251],"http://radioblackout.org/tag/antifascismo/","http://radioblackout.org/tag/antimilitarismo/","http://radioblackout.org/tag/el-alamein/","http://radioblackout.org/tag/folgore/","http://radioblackout.org/tag/livorno/",[253,254,25,17,255],"antifascismo","antimilitarismo","livorno",{"post_content":257},{"matched_tokens":258,"snippet":259,"value":260},[69,70],"parà della Folgore, complice la \u003Cmark>spending\u003C/mark> \u003Cmark>review\u003C/mark>, saranno in tono minore, senza","Anche quest'anno gli antifascisti ed antimilitaristi livornesi daranno vita ad una manifestazione di piazza contro le celebrazioni della battaglia fascista e coloniale di El Alamein.\r\nQuest'anno le celebrazioni della battaglia promosse dai parà della Folgore, complice la \u003Cmark>spending\u003C/mark> \u003Cmark>review\u003C/mark>, saranno in tono minore, senza sfarzo e senza la provocazione di una parata fascista per le vie della città.\r\nIl variegato arcipelago dell'opposizione sociale livornese, riunito nel \"Comitato 26 ottobre\" ha invece promosso una due giorni di lotta.\r\nVenerdì 25 ottobre ci sarà un presidio in Piazza Mazzini alle 16,30\r\nSabato 26 ottobre corteo da p.zza Garibaldi alle 15,30.\r\n\r\nDi seguito uno stralcio del comunicato di indizione.\r\n\r\nScendiamo in piazza contro la commemorazione di El Alamein. 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Anche in streaming.\r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/2024-10-25-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nClandestini per legge\r\nNel nostro paese si è clandestini per legge. Entrare “legalmente” è impossibile: per avere il permesso di soggiorno serve un contratto di lavoro firmato nel paese d’origine. Quanti padroni conoscete che assumono a scatola chiusa un lavoratore mai visto, in un paese a migliaia di chilometri dall’Italia?\r\nNessuno di quelli che arrivano ha le carte in regola. Chi incappa in un controllo prende il foglio di via, se viene ripescato finisce al CPR.\r\nI CPR sono un importante ingranaggio della macchina delle espulsioni, necessaria a mantenere intatta la fama di intransigenza verso i “clandestini” di cui si fregia ogni governo.\r\nLe vite intrappolate nei CPR, sospese negli hotspot, in bilico tra carte da bollo e quotidiani abusi di polizia partono da lontano, in terre dove il neocolonialismo, lo sfruttamento delle risorse, le guerre fanno il deserto.\r\nLa storia dei CPR – un tempo CIE e prima ancora CPT – è storia di rivolte, fughe, pestaggi, scioperi della fame, gente che si taglia, altri che si cuciono la bocca. I CPR italiani sono stati distrutti e ricostruiti più e più volte.\r\nI CPR sono, con le carceri, discariche sociali nelle quali vengono rinchiusi quelli che non si sono adattati, quelli inghiottiti dalla strada, i ribelli, gli scarti da eliminare alla fine di un processo che comincia nei paesi d’origine.\r\nNe abbiamo parlato con Raffaele\r\n\r\nHamas a fianco della Turchia contro il confederalismo democratico\r\nIl 23 ottobre la Tusas, fabbrica d’armi del settore aerospaziale di proprietà pubblica, metà dell’esercito, metà del ministero della Difesa, è stata attaccata con esplosivi e mitra da due persone, che sono state uccise durante l’attacco in cui sono morte cinque persone.\r\nNelle ore successive un massiccio bombardamento turco ha colpito le città del nord della Siria e le basi del PKK in Iraq.\r\nHamas si è ovviamente posta a fianco di Erdogan con un comunicato di solidarietà per l’attacco alla Tusas.\r\nNoi non ci stupiamo. Fascisti islamici si schierano con altri fascisti islamici. \r\nQuello che non smette di indignarci è il silenzio dei movimenti che ancora una volta sono ambigui o conniventi con Hamas. \r\n\r\nEl Alamein: il ministero della guerra esalta la guerra e il colonialismo\r\nAnche quest’anno i parà della Folgore hanno festeggiato la “gloriosa sconfitta” nella battaglia di El Alamein nella seconda guerra mondiale. Alla cerimonia ha partecipato la vice ministro Rauti.\r\nIn un post su X il ministero della Difesa ha scritto: “El Alamein 23 ottobre 1942, un luogo e una data che raccontano di valore e sacrificio, un capitolo tanto eroico quanto tragico della nostra storia. Rendiamo onore ai coraggiosi militari italiani che combatterono tra le sabbie del Nord Africa. Con loro ricordiamo con deferenza tutti i Caduti che hanno sacrificato la loro vita per la nostra libertà.”\r\nNe abbiamo parlato con Dario\r\n\r\nIndustria bellica, esercitazioni militari: le ultime novità \r\n\r\nDal 14 al 29 ottobre si è tenuta Steadfast Noon, l’esercitazione annuale della NATO in cui viene simulato il dispiegamento e l'impiego di armi nucleari “tattiche” in territorio europeo (le nuove B61-12 già installate anche in territorio italiano nelle basi di Ghedi, Brescia, e Aviano, Pordenone).\r\n\r\nNell’ambito di un’ampia serie di accordi bilaterali tra Italia e Qatar definiti nel bilaterale tenutosi a Villa Pamphili a Roma tra il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e l’Emiro del Qatar, Sheikh Tamim bin Hamad Al Thani, spicca un memorandum di intesa tra Fincantieri e il gruppo qatarino del settore difesa Barzan Holdings in vista della firma di un contratto per 40 radar Omega 360.\r\n\r\nIl programma aeronautico Gcap, il futuro cacciabombardiere che la Gran Bretagna sta studiando insieme a Italia e Giappone, va avanti. Si sono rivelate infondate le voci di un ridimensionamento del progetto, che si erano diffuse in luglio per l’intenzione del nuovo governo britannico di fare una spending review della difesa. Le delegazioni dei tre paesi partecipanti, firmatari di un trattato internazionale nel dicembre del 2023, hanno avuto incontri intensi anche nelle ultime settimane, per mettere a punto l’accordo industriale che dovrebbe portare alla costituzione di una joint venture paritetica.\r\n\r\nAppuntamenti: \r\n\r\nVenerdì 1 novembre\r\ncorteo contro la riapertura del CPR di Torino\r\nore 16 piazza Robilant\r\n\r\nGiornate dei disertori\r\nSabato 2 e lunedì 4 novembre\r\n\r\nContro la guerra, il militarismo, la produzione bellica, l’occupazione militare delle periferie, il nazionalismo!\r\nContro tutte le patrie per un mondo senza frontiere!\r\nCon disertori e obiettori di tutte le guerre!\r\n\r\nSabato 2 novembre dalle 15\r\nNo alla città dell’aerospazio! No alla città delle armi \r\nManifestazione antimilitarista\r\nIn via Roma 100 di fronte all’ingresso di Galleria San Federico, dove ha sede il DAP – Distretto Aerospaziale Piemontese\r\n\r\n\r\nLunedì 4 novembre\r\nIniziative antimilitariste in giro per Torino\r\nSmilitarizziamo la città! \r\n\r\nOgni martedì\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20 (per info scrivete a fai_torino@autistici.org)\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFB\r\n@senzafrontiere.to/\r\n\r\nTelegram\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","1 Novembre 2024","2024-11-01 09:33:16","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/11-200x110.jpeg","Anarres del 25 ottobre. 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Il budget messo sul tavolo dal governo è stato di 935 milioni, inferiore di mezzo miliardo rispetto a quello del 2012. Il testo pubblicato in Gazzetta, però, indica che la copertura finanziaria alle operazioni militari è relativa soltanto ai primi nove mesi dell'anno, cioè fino al 30 settembre 2013. Un taglio col trucco. \r\nUna farsa simile a quella relativa a supposti tagli alla spesa strutturata del comparto difesa.\r\nQuelli di Tremonti prima e la spending review poi sono stati “congelati” temporaneamente in vista della riforma dell’intero comparto voluta dal generale Di Paola e votata dalla camera il 12 dicembre. Gli eventuali risparmi che si otterranno da questa operazione non verranno utilizzati per scuole o ospedali ma resteranno a disposizione della Difesa e saranno impiegati per finanziare l’acquisto di nuovi sistemi d’arma, compresi i caccia/bidone F35 che costeranno 15 miliardi di euro. La loro riduzione si è fermata a 41 esemplari. Di novanta, a quanto pare, non si poteva proprio fare a meno.\r\nLa riduzione di 43mila unità, il 25% del personale civile e militare della Difesa e la vendita del 30% delle caserme servirà a comperare nuovi strumenti di morte. Si profila un’escalation di investimenti nell’industria bellica nei prossimi 10-15 anni. Un altro colpo di coda, stavolta assestato dalla casta con le stellette è l’aumento del 21%, dell’ausiliaria per generali e ammiragli in congedo, una sorta di indennità di chiamata, con un costo aggiuntivo per i contribuenti di 74 milioni di euro nel 2013.\r\nDulcis in fundo ci sono i due sommergibili di “ultima generazione” della classe U 212, detta anche classe Todaro. I due battelli costano quasi 1 miliardo di euro, che sommato all’altro miliardo già speso per altre 2 unità già entrate in esercizio e con base a Taranto, fanno 2 miliardi. Una somma pari a circa la metà dell’Imu sulla prima casa di proprietà. \r\nDecodificare in modo chiaro la spesa di guerra italiana non è facile, perché, come rileva il SIPRI, l’Istituto Internazione di Ricerca sulla Pace di Stoccolma, spese riconducibili alla Difesa sono collocate in altri capitoli di bilancio dello Stato, come le spese per i sistemi d’arma finanziate dal ministero dello Sviluppo economico e le missioni internazionali a carico del ministero dell’Economia.\r\nCon la legge di Stabilità del 2012 il bilancio della Difesa è passato dai 20,5 miliardi del 2011 ai 19,9 miliardi. La cifra totale delle spese militari tuttavia raggiunge i 23 miliardi se si considerano anche gli 1,7 miliardi destinati ai sistemi d’arma e gli 1,4 miliardi per le missioni all’estero. Le spese militari sono spese scomode, per questo si tende a nasconderle, in tutti i Paesi. Secondo il ministero i fondi al “Funzione difesa” sono pari allo 0,84 per cento del Pil (contro una percentuale che, nel 2004, era dello 1,01 e che attualmente negli altri Paesi europei è, in media, dell’1,61 per cento). Dato da cui sono però escluse le spese i carabinieri che sono la quarta forza armata e per i militari che impiegati nel pattugliamento delle strade, impiegati nei CIE o nella repressione dell’immigrazione. In altre parole, le spese per la guerra interna.\r\n\r\nAnarres ne ha parlato con Pietro Stara. Ne è scaturita una chiacchierata che è tracimata oltre il tema della spesa per investire una riflessione sugli spazi, le possibilità e l’urgenza di una resistenza al militarismo e alla guerra che non sia solo testimoniale.\r\n\r\nAscolta l’intervista: 2013 02 01 stara spesa di guerra","4 Febbraio 2013","2018-10-17 23:00:13","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/02/caccia-f-35-200x110.jpg","La spesa di guerra dell’Italia",1359941478,[248,321,322],"http://radioblackout.org/tag/italia/","http://radioblackout.org/tag/spese-militari/",[254,280,282],{"post_content":325},{"matched_tokens":326,"snippet":327,"value":328},[69,70],"di Tremonti prima e la \u003Cmark>spending\u003C/mark> \u003Cmark>review\u003C/mark> poi sono stati “congelati” temporaneamente","La spesa di guerra dell’Italia non conosce crisi.\r\nIl 28 dicembre scorso c’è stata, in sordina, la proroga delle missioni internazionali. Il budget messo sul tavolo dal governo è stato di 935 milioni, inferiore di mezzo miliardo rispetto a quello del 2012. Il testo pubblicato in Gazzetta, però, indica che la copertura finanziaria alle operazioni militari è relativa soltanto ai primi nove mesi dell'anno, cioè fino al 30 settembre 2013. Un taglio col trucco. \r\nUna farsa simile a quella relativa a supposti tagli alla spesa strutturata del comparto difesa.\r\nQuelli di Tremonti prima e la \u003Cmark>spending\u003C/mark> \u003Cmark>review\u003C/mark> poi sono stati “congelati” temporaneamente in vista della riforma dell’intero comparto voluta dal generale Di Paola e votata dalla camera il 12 dicembre. Gli eventuali risparmi che si otterranno da questa operazione non verranno utilizzati per scuole o ospedali ma resteranno a disposizione della Difesa e saranno impiegati per finanziare l’acquisto di nuovi sistemi d’arma, compresi i caccia/bidone F35 che costeranno 15 miliardi di euro. La loro riduzione si è fermata a 41 esemplari. Di novanta, a quanto pare, non si poteva proprio fare a meno.\r\nLa riduzione di 43mila unità, il 25% del personale civile e militare della Difesa e la vendita del 30% delle caserme servirà a comperare nuovi strumenti di morte. Si profila un’escalation di investimenti nell’industria bellica nei prossimi 10-15 anni. Un altro colpo di coda, stavolta assestato dalla casta con le stellette è l’aumento del 21%, dell’ausiliaria per generali e ammiragli in congedo, una sorta di indennità di chiamata, con un costo aggiuntivo per i contribuenti di 74 milioni di euro nel 2013.\r\nDulcis in fundo ci sono i due sommergibili di “ultima generazione” della classe U 212, detta anche classe Todaro. I due battelli costano quasi 1 miliardo di euro, che sommato all’altro miliardo già speso per altre 2 unità già entrate in esercizio e con base a Taranto, fanno 2 miliardi. Una somma pari a circa la metà dell’Imu sulla prima casa di proprietà. \r\nDecodificare in modo chiaro la spesa di guerra italiana non è facile, perché, come rileva il SIPRI, l’Istituto Internazione di Ricerca sulla Pace di Stoccolma, spese riconducibili alla Difesa sono collocate in altri capitoli di bilancio dello Stato, come le spese per i sistemi d’arma finanziate dal ministero dello Sviluppo economico e le missioni internazionali a carico del ministero dell’Economia.\r\nCon la legge di Stabilità del 2012 il bilancio della Difesa è passato dai 20,5 miliardi del 2011 ai 19,9 miliardi. La cifra totale delle spese militari tuttavia raggiunge i 23 miliardi se si considerano anche gli 1,7 miliardi destinati ai sistemi d’arma e gli 1,4 miliardi per le missioni all’estero. Le spese militari sono spese scomode, per questo si tende a nasconderle, in tutti i Paesi. Secondo il ministero i fondi al “Funzione difesa” sono pari allo 0,84 per cento del Pil (contro una percentuale che, nel 2004, era dello 1,01 e che attualmente negli altri Paesi europei è, in media, dell’1,61 per cento). Dato da cui sono però escluse le spese i carabinieri che sono la quarta forza armata e per i militari che impiegati nel pattugliamento delle strade, impiegati nei CIE o nella repressione dell’immigrazione. In altre parole, le spese per la guerra interna.\r\n\r\nAnarres ne ha parlato con Pietro Stara. Ne è scaturita una chiacchierata che è tracimata oltre il tema della spesa per investire una riflessione sugli spazi, le possibilità e l’urgenza di una resistenza al militarismo e alla guerra che non sia solo testimoniale.\r\n\r\nAscolta l’intervista: 2013 02 01 stara spesa di guerra",[330],{"field":100,"matched_tokens":331,"snippet":327,"value":328},[69,70],{"best_field_score":142,"best_field_weight":143,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":144,"tokens_matched":108,"typo_prefix_score":46},6637,{"collection_name":296,"first_q":31,"per_page":267,"q":31},["Reactive",336],{},["Set"],["ShallowReactive",339],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fIzn8xEVBNqoVxviu-7C0InlXrHHGy9xmARw58-qR400":-1},true,"/search?query=spending+review"]