","Libia. Il gioco delle tre carte dell'Italia",1490719959,[126,64,127,128,129,130,66,131,132,133,68],"http://radioblackout.org/tag/al-sarraj/","http://radioblackout.org/tag/eni/","http://radioblackout.org/tag/gwuill/","http://radioblackout.org/tag/haftar/","http://radioblackout.org/tag/italia/","http://radioblackout.org/tag/milizie/","http://radioblackout.org/tag/petrolio/","http://radioblackout.org/tag/russia/",[135,71,136,137,138,139,73,140,141,23,75],"Al Sarraj","ENI","gwuill","haftar","italia","milizie","petrolio",{"post_content":143},{"matched_tokens":144,"snippet":145,"value":146},[79,80],"Tripoli, la capitale di uno \u003Cmark>Stato\u003C/mark> \u003Cmark>fallito\u003C/mark>, dove l'unico potere è nelle","Il 22 marzo un tribunale di Tripoli ha sospeso il memorandum d’intesa firmato dal premier del governo di unità nazionale libico (Gna) Fayez al Sarraj con il presidente del consiglio italiano Paolo Gentiloni il 2 febbraio. Il ricorso era \u003Cmark>stato\u003C/mark> presentato il 14 febbraio da un gruppo di sei persone, tra cui l’avvocata Azza Maghur e l’ex ministro della giustizia libico Salah al Marghani.\r\n“Il memorandum sarà subito sospeso, fino al pieno svolgimento del processo”, ha scritto in una sentenza la corte d’appello di Tripoli. Il ricorso presentato dai sei libici contesta l’accordo tra l’Italia e la Libia sia nel merito sia nella forma. Da una parte, secondo i promotori, il governo di Al Sarraj non ha il mandato per firmare l’accordo sui migranti con l’Italia, perché non ha ancora ricevuto la fiducia dei parlamentari libici che si sono ritirati a Tobruk nel 2014. Il parlamento di Tobruk aveva definito l’accordo tra Libia e Italia “nullo” perché il governo di unità nazionale “non ha uno status legittimo”.\r\nSecondo i ricorrenti, inoltre, l’intesa comporta impegni onerosi da parte di Tripoli, che non sono contenuti nel trattato di amicizia tra Italia e Libia stipulato nel 2008, a cui il memorandum fa riferimento. I libici hanno sollevato dei dubbi, inoltre, sui finanziamenti previsti da parte dell’Italia, che non sono stati quantificati, in cambio di un impegno altrettanto vago sul controllo dei flussi migratori da parte di Tripoli.\r\n\r\nIntanto il 20 marzo Fayez al Sarraj ha partecipato a Roma al vertice dei ministri dell’interno di Italia, Libia, Austria, Francia, Germania, Malta, Slovenia, Svizzera e Tunisia sul traffico di esseri umani nel Mediterraneo centrale. I ministri europei hanno dato la loro disponibilità a inviare aiuti economici ed equipaggiamenti a Tripoli. Al Sarraj ha chiesto aiuti per 800 milioni di euro, oltre a quattro elicotteri e a venti imbarcazioni. Il commissario europeo per le migrazioni Dimitris Avramopoulos ha precisato che 90 dei 200 milioni di euro che l’Unione europea ha stanziato per combattere il traffico di esseri umani nel Mediterraneo centrale sono destinati alla Libia. Tuttavia le organizzazioni internazionali e le Nazioni Unite hanno ripetutamente denunciato i rischi di questo accordo che affida alla guardia costiera libica il pattugliamento delle coste.\r\n\r\nLa guardia costiera libica è infatti stata ripetutamente accusata di aver attaccato le imbarcazioni che soccorrono i migranti, di sparare contro i rifugiati e di aver provocato il naufragio di alcune imbarcazioni. Sotto accusa anche i centri di detenzione per migranti nel paese, sia quelli gestiti dal governo sia quelli gestiti dalle milizie, nei quali i migranti hanno spesso denunciato di essere stati vittime di torture, abusi e violenze di ogni tipo. Nei primi tre mesi del 2017 sono arrivati in Italia via mare 25mila migranti, le persone morte o scomparse nelle stesso periodo di tempo lungo la rotta del Mediterraneo centrale sono state 559.\r\n\r\nIl governo Al Sarraj conferma la propria debolezza. Il primo ministro dell'unico governo internazionalmente riconosciuto, nei fatti è a malapena il sindaco di Tripoli, la capitale di uno \u003Cmark>Stato\u003C/mark> \u003Cmark>fallito\u003C/mark>, dove l'unico potere è nelle mani delle milizie che si contendono il territorio. I governi sono almeno tre, oltre a quello di Tripoli, c'è quello di Gwuill e delle sue milizie islamiche, mentre il padrone a Est è il generale Haftar, già fedelissimo di Gheddafi, poi in esilio ed ora a capo della Cirenaica, con il potente appoggio dell'Egitto e, più recentemente, della Russia, che sta allargando la propria sfera di influenza nel Mediterraneo meridionale.\r\n\r\nL'Italia, pur essendo l'unico paese europeo ad aver aperto un'ambasciata a Tripoli gioca su più tavoli. Gli impianti ENI nella zona di Mellita, controllata da potenti e pericolose milizie, non hanno mai smesso di pompare petrolio da quando, nel 2014, è scoppiata la guerra civile nella ex colonia italiana.\r\nLa scorsa settimana il governo italiano, per la prima volta, ha inviato aiuti in Cirenaica. É sin troppo chiaro che non è una banale operazione umanitaria, ma un segnale chiaro al generale Haftar.\r\n\r\nIl governo italiano gioca su tutti i tavoli una partita che, dietro le quinte, ha un solo vero protagonista, l'Ente Nazionale Idrocarburi, il cane a quattro zampe, che si aggira senza problemi in mezzo alla guerra civile, persino in zone dove anche per gli operatori dell'informazione è molto difficile entrare.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con una di loro, Francesca Mannocchi, giornalista free lance, che ha più volte attraversato la Libia in guerra.\r\n\r\nAscolta la sua diretta:\r\n\r\n2017 03 28 libia france mannocchi",[148],{"field":105,"matched_tokens":149,"snippet":145,"value":146},[79,80],1157451471441100800,{"best_field_score":152,"best_field_weight":153,"fields_matched":154,"num_tokens_dropped":51,"score":155,"tokens_matched":37,"typo_prefix_score":51},"2211897868288",14,1,"1157451471441100913",{"document":157,"highlight":179,"highlights":184,"text_match":150,"text_match_info":187},{"cat_link":158,"category":159,"comment_count":51,"id":160,"is_sticky":51,"permalink":161,"post_author":54,"post_content":162,"post_date":163,"post_excerpt":57,"post_id":160,"post_modified":164,"post_thumbnail":57,"post_thumbnail_html":57,"post_title":165,"post_type":60,"sort_by_date":166,"tag_links":167,"tags":173},[48],[50],"24070","http://radioblackout.org/2014/07/corpi-in-eccesso/","45 morti. Erano in fondo ad una stiva: chi li ha visti li pensava addormentati, ma il loro sonno non avrà fine. Così si è concluso il viaggio di uomini, donne, bambini in fuga dall'Eritrea della fame, delle torture, del servizio militare senza fine.\r\nNelle stesse ore viene diffusa la notizia di un'operazione di polizia contro gli scafisti, che organizzarono un altro viaggio della morte.\r\nEra il 3 ottobre dello scorso anno. Quasi ogni giorno si muore nel Mediterraneo, lo ricordava uno degli scafisti finiti nel mirino degli investigatori, lamentando la \"sfortuna\" del clamore suscitato dalla strage di Lampedusa. L'uomo ignora le leggi della comunicazione: un morto al giorno in un mare divenuto sudario non sono una notizia. 366 morti in un giorno solo non poterono essere ignorati.\r\nLe bare vennero allineate in un hangar per dare una parvenza di dignità alle ultime vittime della frontiera sud della Fortezza Europa. I sacchi neri, che a Lampedusa sono sempre pronti, non potevano reggere la prova della telecamera, il ginocchio piegato di Letta, il cordoglio di Barroso e Alfano, il lutto nazionale, l’indignazione degli assassini che hanno deciso di accendere i riflettori su uno dei tanti episodi della guerra ai poveri.\r\nLa guerra ai poveri è scritta nelle leggi che rendono impossibile entrare legalmente nel nostro paese per cercare un lavoro o un rifugio, perché la clandestinità non è una scelta ma un’imposizione dello Stato italiano.\r\nDopo Lampedusa il governo decise l'operazione \"Mare Nostrum\": unità navali della marina militare italiana da allora sorvegliano le rotte dei clandestini, li intercettano, li scortano a terra. Lì qualche coperta, una spruzzata di disinfettante, il foglio di via e un nuovo viaggio verso altre frontiere.\r\nPrima Letta, poi Renzi hanno provato a batter cassa in Europa per ottenere fondi a sostegno di Mare Nostrum senza ottenere nulla.\r\nGli accordi con il governo libico per una \"pulita\" esternalizzazione della repressione, sono rimasti lettera morta. La Libia è oggi uno Stato fallito ed il traffico di esseri umani è un buon affare. Nessuno oggi riesce più a fare il lavoro sporco per conto del governo di Roma.\r\nPer i migranti è cambiato poco, perché violenze, torture, stupri, ricatti ed estorsioni fanno parte del dazio salatissimo che paga chi non può o non vuole tornare indietro.\r\nSono decine di migliaia quelli che qualcuno ha visto partire e non tornare mai più. La terribile normalità in quest'Europa di militari e poliziotti.\r\nNelle stesse ore l'Inno alla Gioia veniva eseguito nella seduta inaugurale del parlamento europeo. Un inno di fratellanza le cui note si frangono contro le frontiere della fortezza Europa, tra muri, filo spinato, uomini in armi ed un mare che mangia le vite di chi bussa alla porta, senza avere in tasca le carte giuste.\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo, blogger ed attivista antirazzista siciliano.\r\nAscolta la diretta:\r\nmazzeo_migranti","2 Luglio 2014","2014-07-21 14:08:49","Corpi in eccesso",1404313392,[168,169,170,171,172],"http://radioblackout.org/tag/morti-in-mare/","http://radioblackout.org/tag/pozzallo/","http://radioblackout.org/tag/profughi/","http://radioblackout.org/tag/scafisti/","http://radioblackout.org/tag/strage-di-lampedusa/",[174,175,176,177,178],"morti in mare","Pozzallo","profughi","scafisti","strage di lampedusa",{"post_content":180},{"matched_tokens":181,"snippet":182,"value":183},[79,80],"La Libia è oggi uno \u003Cmark>Stato\u003C/mark> \u003Cmark>fallito\u003C/mark> ed il traffico di esseri","45 morti. 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Sono riusciti a prendere il controllo della località di Tal Afar, enclave sciita nella provincia a maggioranza sunnita di Ninive, 380 km a nord-ovest della capitale. Dopo ore di combattimenti, gli insorti sono entrati nella città di 20.000 abitanti e nell’aeroporto mentre soldati e poliziotti sarebbero fuggiti lasciando sul posto le proprie armi.\r\n\r\nA Baquba, a soli 60 km da Baghdad divampa la battaglia. Da Baquba, porta di accesso alla capitale che dista solo un’ora, sarebbero fuggite centinaia di persone mentre ci sarebbero almeno 44 vittime.\r\n\r\nIl governo di Nouri al Maliki accusa l’Arabia Saudita di finanziare sostenere moralmente gli insorti. Il primo ministro risponde alle critiche mosse dalle autorità saudite, che ritengono al Maliki responsabile di “aver portato l’Iraq sull’orlo del baratro con la sua politica di esclusione dei sunniti”, chiedendo la formazione di un governo di unità nazionale.\r\n\r\nSul versante diplomatico non sono sfociati in nessuna risposta concreta i colloqui tra Stati Uniti e Iran. Pur avendo un “interesse condiviso” contro gli insorti dell’Isil, sembra esclusa una cooperazione militare bilaterale. Per ora Washington ha fatto dispiegare 300 soldati statunitensi per proteggere la sua ambasciata a Baghdad e ha proceduto all’evacuazione dei funzionari diplomatici. Obama ha annunciato l'intenzione di usare droni in sostegno al governo di Baghdad.\r\n\r\nNegli ultimi anni, il potere a base tribale che caratterizza i gruppi sunniti, si è in parte disgregato, lasciando spazio all'iniziativa delle milizie quadiste, per loro natura internazionaliste e ben finanziate dalla dinastia Saud, che, forte dell'alleanza con gli Stati Uniti, ha finanziato le cellule quaediste in ogni dove. Oggi gli Stati Uniti sono in palese difficoltà di fronte all'ennesimo Stato fallito dopo il loro intervento militare. La lista si sta allungando dalla Somalia all'Afganistan sino all'Iraq.\r\n\r\nLo scacchiere iracheno è molto complesso. Iraq è una tipica formazione post coloniale, dove sono tenute insieme aree e popolazioni molto diverse. I principali sono tre curdi, arabi sciiti, arabi sunniti. Non mancano tuttavia importanti minoranze linguistiche, religiose, culturali, comei turcomanni e i cristiani.\r\nIl regno hashemita, sorto dopo la dine del mandato britannico sulla Mesopotamia, comprendeva le tre ex provincie ottomane di Mossul (alto corso del fiume Tigri), Baghdad (medio corso);Bassora (nei pressi della confluenza tra Tigri ed Eufrate).\r\nSin quando un colpo di Stato non pose fine alla monarchia, l'Iraq rimase, non senza tensioni e con una breve guerra tra Iraq e Regno Unito, sotto l'influenza della ex potenza coloniale, che vi mantenne basi militari e consiglieri politici.\r\nNel 1958 un golpe militare pose fine alla monarchia e all'influenza inglese sul paese. Dopo dieci anni di instabilità politica prenderà il potere il Baath, partito laico di ispirazione nazional-socialista, che porterà il paese nell'orbita sovietica.\r\n\r\nIl lungo potere di Saddam Hussein è caratterizzato, oltre che da un violento dispotismo, da una grande capacità di mantenere un difficile equilibrio tra i vari gruppi tribali.\r\nSignificativo che il paese sia riuscito a reggere anche durante la guerra santa scatenata dall'Iran degli Hayatollah per la conquista dei luoghi santi degli sciiti, che si trovano tutti in territorio iracheno. Non avviene una saldatura tra le popolazioni sciite, ma arabe o curde dell'Iraq e la Repubblica sciita dell'Iran.\r\nL'intervento statunitense del 2003 porta ad una divisione su base religiosa della popolazione, contribuendo alla disgregazione dei legami clanici e favorendo una deriva identitaria su base religiosa.\r\nE' in questo contesto che l'ISIS sta giocando la propria partita, mirando alla costituzione del califfato, mettendo insieme le zone della Siria sotto il proprio controllo e quelle dell'Iraq sunnita.\r\nIn questo contesto la battaglia per Baghdad, capitale multietnica del paese assume una valenza simbolica e materiale eneorme.\r\nLa prospettiva è un bagno di sangue.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Stefano Capello.\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\nstefano_iraq","18 Giugno 2014","2014-06-23 13:43:52","Iraq. 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L’accordo dettaglia un elenco di 57 risorse minerarie, tra cui materiali strategici come uranio, litio, elementi delle terre rare, oro, platino, petrolio e gas naturale. Qualsiasi futura espansione della lista richiederà il consenso reciproco. Tutte le risorse naturali presenti nel sottosuolo ucraino formalmente restano sotto il controllo di Kiev, che continuerà a detenere la facoltà di decidere dove, cosa e quanto estrarre. In base all’intesa siglata, gli Stati Uniti finanzieranno progetti di estrazione di minerali, petrolio e gas .Questo fondo sarà finalizzato al finanzaimento della ricostruzione post bellica ,ma anche allo sfruttamento dei minerali che saranno in futuro oggetto di estrazione . I proventi minerari finanzieranno l’acquisto di armamenti statunitensi da parte ucraina ribaltando completamente la prospettiva delle relazioni bilaterali: da fruitore degli aiuti militari USA, UE e NATO, l’Ucraina diventa così acquirente di prodotti militari statunitensi finanziati attraverso le garanzie offerte dalle risorse minerarie. L’obiettivo della Casa Bianca è recuperare i crediti ed eventualmente acquisire un nuovo cliente per la sua industria della difesa in un’Europa a cui Washington suggerisce con sempre maggiore fermezza di spendere il 5 per cento del PIL per la Difesa. Un fondo d'investimento che maschera una compravendita di armi che sarà pagata probabilmente dagli europei considerando che l'Ucraina è uno stato tecnicamente fallito dal punto di vista finanziario , garantendo così anche lo sganciamento nordamericano dal conflitto.\r\n\r\nNe parliamo con Francesco Dall'Aglio esperto di Europa orientale e questioni strategiche.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/INFO-05052025-DALLAGLIO.mp3\"][/audio]","5 Maggio 2025","Accordo USA Ucraina sullo sfruttamento dei minerali strategici.","2025-05-05 15:56:26","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/UCRAINA-MINERALI-INFO-05052025-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/UCRAINA-MINERALI-INFO-05052025-300x300.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/UCRAINA-MINERALI-INFO-05052025-300x300.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/UCRAINA-MINERALI-INFO-05052025.jpeg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/UCRAINA-MINERALI-INFO-05052025-150x150.jpeg 150w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/UCRAINA-MINERALI-INFO-05052025-768x768.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/UCRAINA-MINERALI-INFO-05052025-690x690.jpeg 690w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/UCRAINA-MINERALI-INFO-05052025-170x170.jpeg 170w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","L'ACCORDO TRA USA E UCRAINA SUI MINERALI STRATEGICI OPZIONA A FAVORE DEGLI STATI UNITI LA RICOSTRUZIONE POSTBELLICA.",1746460586,[239,240,241,208],"http://radioblackout.org/tag/accordo/","http://radioblackout.org/tag/guerra-russo-ucraina/","http://radioblackout.org/tag/minerali-strategici/",[243,244,245,18],"accordo","GUERRA RUSSO UCRAINA","minerali strategici",{"post_content":247},{"matched_tokens":248,"snippet":249,"value":250},[94,80],"considerando che l'Ucraina è uno \u003Cmark>stato\u003C/mark> tecnicamente \u003Cmark>fallito\u003C/mark> dal punto di vista finanziario","Usa e Ucraina hanno firmato a Washington un accordo che consente agli americani di accedere alle riserve minerarie ucraine e che istituisce un fondo di investimento per la ricostruzione del Paese devastato da ormai oltre tre anni di guerra. L’accordo dettaglia un elenco di 57 risorse minerarie, tra cui materiali strategici come uranio, litio, elementi delle terre rare, oro, platino, petrolio e gas naturale. Qualsiasi futura espansione della lista richiederà il consenso reciproco. Tutte le risorse naturali presenti nel sottosuolo ucraino formalmente restano sotto il controllo di Kiev, che continuerà a detenere la facoltà di decidere dove, cosa e quanto estrarre. In base all’intesa siglata, gli Stati Uniti finanzieranno progetti di estrazione di minerali, petrolio e gas .Questo fondo sarà finalizzato al finanzaimento della ricostruzione post bellica ,ma anche allo sfruttamento dei minerali che saranno in futuro oggetto di estrazione . I proventi minerari finanzieranno l’acquisto di armamenti statunitensi da parte ucraina ribaltando completamente la prospettiva delle relazioni bilaterali: da fruitore degli aiuti militari USA, UE e NATO, l’Ucraina diventa così acquirente di prodotti militari statunitensi finanziati attraverso le garanzie offerte dalle risorse minerarie. L’obiettivo della Casa Bianca è recuperare i crediti ed eventualmente acquisire un nuovo cliente per la sua industria della difesa in un’Europa a cui Washington suggerisce con sempre maggiore fermezza di spendere il 5 per cento del PIL per la Difesa. 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Una tregua fragile e sporca, che riporta la situazione ad un impossibile status quo ex ante, come se di mezzo non ci fossero stati 4000 morti (restringendo la guerra al solo Libano) e 1.200.000 sfollati su un paese di circa 6 milioni di abitanti.\r\n\r\nUna tregua che ha visto Israele sganciare il massimo numero di bombe nelle ultime 24 ore prima del fatidico inizio dell’accordo, con l’obiettivo dichiarato di massimizzare i danni fino all’ultimo momento. Un Nethanyau che ha bisogno di chiudere un capitolo della grande guerra, quella contro i nemici esterni più vicini per meglio “terminare” lo sporco lavoro nella Striscia di Gaza; dall’altra il partito-milizia Hezbollah che ha bisogno di prendere fiato per rinserrare i ranghi dopo i duri colpi subiti, con una decapitazione dei vertici che è però ben lungi dal rappresentare l’agognato obiettivo politico-militare israeliano di sradicarlo come minaccia a nord.\r\n\r\nSul terreno rimane la società annientata di uno stato già fallito, una società che raccoglie i suoi cocci cercando di non farsi fagocitare nell’ennesimo capitolo di una guerra civile lungo linee politico-confessionali agita da attori esterni. Ma intanto, le prime significative immagini sono quelle di un'enorme massa di popolazione che rientra nei propri villaggi ancora distrutti, sfidando la presenza ancora operante delle forze militari israeliane sul territorio.\r\n\r\nAbbiamo raggiunto al telefono Camilla, una compagna che vive e lavora a Beirut, per farci raccontare le ultime ore della città prime della tregua\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/camilla_beirut_27_11_24.mp3\"][/audio]","27 Novembre 2024","2024-11-27 22:55:09","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/Schermata-del-2024-11-27-22-41-03-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"168\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/Schermata-del-2024-11-27-22-41-03-300x168.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/Schermata-del-2024-11-27-22-41-03-300x168.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/Schermata-del-2024-11-27-22-41-03-768x431.png 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/Schermata-del-2024-11-27-22-41-03.png 846w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Una fragile (sanguinosa) tregua",1732748109,[272,273,274,275],"http://radioblackout.org/tag/beirut/","http://radioblackout.org/tag/guerra-tregua/","http://radioblackout.org/tag/israele/","http://radioblackout.org/tag/libano/",[277,278,279,280],"Beirut","guerra. tregua","Israele","libano",{"post_content":282},{"matched_tokens":283,"snippet":284,"value":285},[94,80],"la società annientata di uno \u003Cmark>stato\u003C/mark> già \u003Cmark>fallito\u003C/mark>, una società che raccoglie i","Alle 10 di questa mattina è partita la tregua di 60 giorni (rinnovabile) tra Israele e Hezbollah, orchestrata dagli Stati Uniti e in parte dalla Francia. Una tregua fragile e sporca, che riporta la situazione ad un impossibile status quo ex ante, come se di mezzo non ci fossero stati 4000 morti (restringendo la guerra al solo Libano) e 1.200.000 sfollati su un paese di circa 6 milioni di abitanti.\r\n\r\nUna tregua che ha visto Israele sganciare il massimo numero di bombe nelle ultime 24 ore prima del fatidico inizio dell’accordo, con l’obiettivo dichiarato di massimizzare i danni fino all’ultimo momento. 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fallito.\r\n\r\nParliamo della decisione delle Nazioni Unite di autorizzare l'invio di un contingente di circa 1000 soldati kenioti per una missione definita statica al fine di contrastare lo strapotere delle gang che ormai controllano i quartieri della capitale e anche gli approviggionamenti di benzina e gasolio.\r\n\r\nLa popolazione fugge dalle violenze mentre l'amministrazione dello stato è al collasso ,le prospettive di successo della missione keniota sono incerte considerando il pregresso fallimento della missione MINUSTAH che contribui' alla diffusione del colera e fu accusata di vessazioni nei confronti della popolazione civile .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/BASTIONI-DI-ORIONE-051023-HAITI.mp3\"][/audio]","8 Ottobre 2023","2023-10-08 18:47:40","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 05/10/2023- SUDAN LA GUERRA DIMENTICATA -HAITI L'ISOLA ALLA DERIVA 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E’ massima allerta sul Mediterraneo; le navi della NATO seguono a distanza il convoglio russo, sorvegliato anche dai pattugliatori di Sigonella.\r\n\r\nQuesta vicenda ci ricorda la centralità delle strategie di guerra nelle politiche delle grandi potenze e dei paesi della NATO come l’Italia, che continua ad aumentare le spese militari, alimenta un fiorente mercato bellico con commerci di morte che riguardano tutti i teatri di guerra, e incrementa le sue missioni militari neocoloniali, a guida ENI, per fornire supporto ai suoi progetti di estrazione di petrolio e gas.\r\nCe ne ha parlato Pippo Gurrieri del movimento No Muos\r\n\r\nIl 3 febbraio del 1998 caccia militare statunitense tranciò i cavi della funivia del Cermis uccidendo 20 persone. I piloti stavano giocando e facendo video del paesaggio. I militari statunitensi di stanza in Italia godono da sempre di una sostanziale impunità. 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Nelle more del completamento della Città dello Spazio, saranno comunque disponibili per l’immediato degli uffici presso le Officine Grandi Riparazioni di Torino.\r\n\r\nSan Remo. La pop e noi: hey transfrocia! L’Ariston brucia\r\n\r\nLe nuove frontiere del controllo\r\nSmart working e sorveglianza digitale: un approccio al panopticon accelerato dalla gestione della pandemia\r\nIl diffondersi del telelavoro ha il suo corollario nel moltiplicarsi degli strumenti di controllo da remoto, che consentono di tenere sotto sorveglianza continua i lavoratori e le lavoratrici che svolgono i loro incarichi da casa. Si tratta di strumentazioni tanto raffinate, quanto costose, ma si stanno diffondendo soprattutto nei grandi poli industriali e di servizio.\r\nNe abbiamo parlato con Lorcon\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nMartedì 22 febbraio ore 16,30\r\nVia i militari da Barriera!\r\ngiornata di informazione e lotta ai giardinetti di corso Palermo angolo via Sesia\r\n\r\nSabato 5 marzo\r\nGender Strike\r\nGiornata transfemminista queer\r\nai giardini (ir)reali corso San Maurizio angolo via Rossini\r\nAppuntamento alle ore 15\r\nPromuove la rete Free(k) Pride\r\n\r\nContatti:\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 20,30\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\ncorso Palermo 46 – @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","16 Febbraio 2022","2022-02-16 09:29:26","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/controllo-lavoratore-200x110.jpg","Anarres del 4 febbraio. Le guerre dell’Italia dal Sahel alla Sicilia. Strage del Cermis. La NATO a Torino? San Remo e queerness. Smart working e controllo…",1645003132,[],[],{"post_content":375},{"matched_tokens":376,"snippet":377,"value":378},[80,79],"paese. Sempre in Guinea pare \u003Cmark>fallito\u003C/mark> un ennesimo colpo di \u003Cmark>Stato\u003C/mark> il primo febbraio.\r\nNe abbiamo","Il nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming\r\n\r\nAscolta e diffondi il podcast:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/2022-02-04-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti: \r\n\r\nColpi di \u003Cmark>stato\u003C/mark> in Mali, Burkina Faso, Guinea e missioni militari italiane nel Sahel\r\nIl 24 gennaio c’è \u003Cmark>stato\u003C/mark> un colpo di \u003Cmark>stato\u003C/mark> militare in Burkina Faso. Si tratta del terzo colpo di \u003Cmark>stato\u003C/mark> militare in meno di sette mesi nell’Africa occidentale. In Mali il 24 maggio 2021 una fazione dell’esercito ha deposto il governo militare instaurato il 20 agosto 2020 con un altro colpo di \u003Cmark>stato\u003C/mark>. In Guinea il 5 settembre 2021 una sollevazione militare ha posto fine al potere del presidente Condé che stava avviando il suo terzo mandato consecutivo alla guida del paese. Sempre in Guinea pare \u003Cmark>fallito\u003C/mark> un ennesimo colpo di \u003Cmark>Stato\u003C/mark> il primo febbraio.\r\nNe abbiamo parlato con Dario Antonelli del coordinamento contro le missioni militari in Africa\r\n\r\nManovre di guerra nel canale di Sicilia\r\nIl 31 gennaio 6 navi da guerra russe hanno attraversato il Canale di Sicilia, dirette verso il Mar Nero e la Crimea. All’altezza del Canale di Suez erano attese da altre navi militari e mezzi da guerra russi. E’ massima allerta sul Mediterraneo; le navi della NATO seguono a distanza il convoglio russo, sorvegliato anche dai pattugliatori di Sigonella.\r\n\r\nQuesta vicenda ci ricorda la centralità delle strategie di guerra nelle politiche delle grandi potenze e dei paesi della NATO come l’Italia, che continua ad aumentare le spese militari, alimenta un fiorente mercato bellico con commerci di morte che riguardano tutti i teatri di guerra, e incrementa le sue missioni militari neocoloniali, a guida ENI, per fornire supporto ai suoi progetti di estrazione di petrolio e gas.\r\nCe ne ha parlato Pippo Gurrieri del movimento No Muos\r\n\r\nIl 3 febbraio del 1998 caccia militare statunitense tranciò i cavi della funivia del Cermis uccidendo 20 persone. I piloti stavano giocando e facendo video del paesaggio. I militari statunitensi di stanza in Italia godono da sempre di una sostanziale impunità. Il processo venne avocato negli USA e i piloti vennero assolti. \r\n\r\nLa NATO a Torino?\r\nIl Generale di Corpo d’Armata Luciano Portolano, Segretario Generale della Difesa e Direttore Nazionale degli Armamenti, il 20 gennaio ha ricevuto a Torino David van Weel, Assistant Secretary General for Emerging Security Challenges della NATO. La visita dell’alta autorità si inquadra nell’ambito del processo di valutazione dell’offerta italiana di ospitare la sede di un acceleratore d’innovazione nel campo della Difesa e dell’ufficio regionale in Europa della futura struttura del Defence Innovation Accelerator for the North Atlantic (DIANA) della NATO.\r\nL’incontro si è tenuto presso la sede della Regione Piemonte, a Torino.\r\n\r\nL’offerta nazionale per la partecipazione all’iniziativa, lanciata dai capi di \u003Cmark>Stato\u003C/mark> e di Governo al summit di Bruxelles del giugno 2021 nell’ambito dell’agenda NATO 2030, consiste nella realizzazione di una rete federata di centri di sperimentazione e acceleratori d’innovazione con il compito di supportare la NATO e i paesi alleati nel proprio processo di innovazione, sostenendo le start-up a sviluppare le tecnologie necessarie a preservare la superiorità tecnologica e facilitando la cooperazione tra settore privato e realtà militari.\r\nL’Italia propone di ospitare il Regional Office presso le strutture nella costituenda Città dello Spazio, dove si insedierà, a fianco dei laboratori e degli spazi per le start-up, il Business Incubation Centre dell’Agenzia Spaziale Europea. 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Oltre alla documentazione delle mattanze di civili, sono arrivate notizie anche di una imponente carovana composta da membri del Fronte al-Nusra, di al-Qaeda, dell'ISIS e dell'SNA dirette nelle aree dove sono maggiormente concentrare le comunità di fede nusayri-alawita.\r\n\r\nI massacri continuano anche ora mentre stiamo registrando, nella sera del nove marzo, e l'Osservatorio Siriano per i diritti umani conta ormai centinaia di civili alawiti uccisi nella regione costiera dalle cosìddette forze di sicurezza e dai gruppi alleati tramite esecuzioni seguite da saccheggi e distruzione delle proprietà. L'accusa che pare muovere queste operazioni è quella di presunta fedeltà al regime caduto di Assad, le cui tecniche di guerra vengono ora replicate dalle milizie di HTS che lanciano indiscriminatamente esplosivi dagli elicotteri, come le forze di Bashar Assad facevano a inizio della guerra.\r\n\r\nGià dalla prima mattina si sono tenute proteste di parte della popolazione delle principali aree costiere, in particolare in prossimità delle basi russe ancora presenti sul territorio, per chiedere l'intervento dell'esercito contro le bande assassine di al Jolani e dello stato fascista turco che hanno ripreso questi massacri. non si tratta tuttavia di una risposta limitata alla situazione di queste notti, perchè già nei giorni precedenti in diverse aree della Siria si erano formate proteste simili contro il governo di transizione e l'attuale processo costituente.\r\n\r\nE' inoltre delle ultime ore di questa giornata la notizia che le forze fedeli all'amministrazione di Damasco hanno attaccato il checkpoint nel quartiere Shex Meqsoud di Aleppo, che è fin ora autoamministrato e protetto dalle forza di difesa democratiche, le SDF. L'azione ha lasciato feriti diversi membri dell'ordine pubblico e alcuni cittadini, senza tuttavia avere altre conseguenze.\r\n\r\nAnche nella regione di Zap, nel Basur, il Kurdistan iracheno, i bombardamenti sulle montagne della guerrilla che riportavamo la scorsa settimana ancora continuano ed è importante sottolineare come questo accada anche nonostante la dichiarazione di cessate il fuoco del PKK, che chiaramente deve mantenere la possibilità di autodifesa in caso di attacchi.\r\n\r\n“Salutiamo tutte le donne che hanno resistito a ogni tipo di molestia, tortura e violenza fin dall'inizio della storia, che con la loro resistenza si sono guadagnate un posto nella memoria sociale e che sono motivo di orgoglio.\" - Inizia così il messaggio del Comando Generale delle YPJ per la Giornata Internazionale della donna lavoratrice. \" \r\n\r\nSi ricordano le martiri cadute resistendo, si riportano vivi i nomi delle antenate che con le loro vite hanno contribuito a tessere la storia della libertà, con un discorso che ancora una volta tiene insieme il presente di guerra, la tensione al futuro libero e il passato come elemento che, come cosa viva, può infondere la propria linfa nutriente alle donne che lottano in questi nostri giorni. \r\n\r\nSi legge: \"La cultura della resistenza dell'8 marzo continua ancora oggi nella Siria settentrionale e orientale sotto la guida delle YPJ. Le donne difendono se stesse e le loro società con sacrificio, eroismo e resilienza senza precedenti in tutti gli ambiti della vita. Migliaia di belle anime combatterono eroicamente in queste terre e furono martirizzate nella lotta per la libertà. Donne provenienti da tutto il mondo e dal Kurdistan si sono riversate nella rivoluzione e hanno scritto poemi epici con il loro coraggio. (...) Ancora una volta, persone di tutte le fedi, gruppi etnici e colori si abbracciarono e furono testimoni di questa lotta storica. Questa lotta sarà coronata dalla vittoria con la fede, la conoscenza, la volontà e il potere delle donne.\"\r\n\r\n Riguardo all'appello del leader Apo di cui abbiamo parlato la scorsa settimana le compagne riportano il grande entusiasmo che ha suscitato nel popolo e in particolare nelle donne, che ne hanno tratto forza rinnovata anche per affrontare un otto marzo di celebrazioni e lotta. \"Riteniamo - scrivono - che la chiamata di Leader APO sia significativa e preziosa. Seguiamo da vicino le discussioni odierne sulla soluzione del problema curdo. Oggi lo Stato turco mostra il suo atteggiamento nei confronti del processo con i suoi intensi attacchi alla diga di Tishrin e al ponte Qereqozax. \r\n\r\nLa Siria ha vissuto grandi dolori e sofferenze negli ultimi 14 anni. Questi dolori sociali non possono essere risolti da HTS e dal suo leader al Jolani. Il governo stabilito a Damasco non può risolvere i problemi con la mentalità jihadista e salafita, Non può eliminare 14 anni di distruzione e dolore. Gli oppositori di questa amministrazione sono oggi sottoposti ad attacchi sistematici, violenze e genocidi in tutta la Siria. I drusi sono soggetti a oppressione e attacchi, gli aleviti sono soggetti a genocidio, il popolo curdo viene negato. Anche il popolo arabo rimane senza volontà e opzioni. Una mentalità che costringa tutti a tacere e a sottomettersi all'oppressione non può risolvere i problemi o salvarsi dalla sorte toccata al regime di Baath. Pertanto, coloro che adottano lo stesso percorso e metodo, finiranno come la fine del regime di Baath.\"\r\n\r\n \r\n\r\n La rivoluzione del Rojava è prima di tutto la rivoluzione delle donne, una rivoluzione della società. L'8 marzo, Giornata Internazionale della Donna è una data che per sua stessa storia è una data socialista: nel 1917, l'8 marzo apriva le porte alla rivoluzione russa, con le donne scese in strada per protestare per le istanze più semplici eppure più radicali: il pane e la pace. Anche a Torino nell'agosto del 1917 saranno le donne a scendere in piazza per prime contro la guerra e non è un caso che siano proprio le donne a sentire con più forza l'urgenza del momento, in quanto storicamente incarnano il lavoro riproduttivo e sono coloro che permettono a tutta la vita della società di scorrere e di intrecciarsi. Questo anche la rivoluzione del Rojava lo sa ed è infatti in occasione delle celebrazioni dell'otto marzo del 1998 che il leader Ocalan ha invitato le compagne a teorizzare e rendere strategia rivoluzionaria l'ideologia di liberazione della donna. Dove tutti i socialismi precedenti hanno fallito, lì le donne del Rojava hanno posto le basi profonde per una vita libera in primis dal patriarcato, unendo alla lotta di classe quella di genere. \r\n\r\nL'auto-organizzazione delle donne era iniziata nella guerriglia nel 1993, ma è dal congresso del 1995 che anche per il PKK, il Partito dei lavoratori del Kurdistan, il cui presidente è tutt'ora Abdullah Ocalan, diventa una necessità ineludibile dell'organizzazione rivoluzionaria. Successivamente, il primo Congresso di liberazione delle donne curde, avvenuto qualche mese dopo, e spesso definito come la “prima conferenza nazionale delle donne”, ha permesso alle donne di diverse aree di discutere i loro problemi, di criticare e autocriticarsi, di definire principi, stili organizzativi e meccanismi decisionali, creando anche la prima organizzazione femminile autonoma e separata. \r\n\r\nAnche per quanto riguarda l'esercito di difesa delle donne si sono fatte profonde analisi, decretando che dovesse essere qualcosa di radicalmente nuovo, di qualitativamente diverso dagli eserciti militaristi e colonialisti, così le donne guerrigliere hanno prodotto profonde ricerche sulla partecipazione femminile alle lotte socialiste e di liberazione nazionale in America Centrale e Latina, in Cina, in Vietnam, Algeria, Palestina, Germania, Irlanda e Paesi Baschi. Constatata, anche nelle più rosse lotte di liberazione nazionale, la mancanza di profonde analisi delle dinamiche del patriarcato e delle sue intersezioni - diremmo oggi - con le altre forme di oppressione, hanno compreso che per abolire sistemi di oppressione così complessi da ingabbiare tutte le sfere della vita, bisognava partire dalla forma più antica di violenza: il patriarcato.\r\n\r\n \r\n\r\nUccidere e trasformare la mascolinità dominante è il principio primario del socialismo nella prospettiva di Abdullah Ocalan e del movimento per la libertà, per cui conoscere le radici storiche che hanno reso la donna la prima colonia è essenziale per comprendere la radicalità del lavoro, anche in forma di autocritica, che è necessario fare per la rivoluzione. ed è anche di questo infatti che parla il messaggio arrivato questo sabato dal carcere di Imrali, un messaggio di speranza e di affetto rivolto alle compagne e alle donne in lotta firmato da Abdullah Ocalan.\r\n\r\nRipercorrendo la storia del patriarcato fino alle sue radici più lontane, risalenti a circa 5000 anni fa, Ocalan mette in luce in particolare da un lato il suo carattere sistemico, dall'altro il fatto che si tratti di una mentalità cresciuta insieme alla mentalità delle religioni monoteiste e alle prime forme di città-stato. Per opporsi a ciò, è dunque fondamentale che le donne abbiano consapevolezza d'essere il soggetto sociale che più ha possibilità di far vivere una vera e propria cultura della libertà e che il resto della società, e in particolare gli uomini socialisti, si questionino in maniera radicale su se e come sono in grado di rapportarsi democraticamente con le donne. Scrive infatti: \"Il socialismo può essere raggiunto solo attraverso la libertà delle donne. Senza la libertà delle donne non si può essere socialisti. Il socialismo non si può realizzare. Senza democrazia, non ci può essere socialismo. La mia prima prova di socialismo si è resa evidente nel modo in cui parlavo alle donne. Una persona che non sa come parlare a una donna non può essere un socialista. Per un uomo, diventare socialista dipende dal modo in cui si relaziona con le donne.\"\r\n\r\nOcalan continua \"La rinascita che avverrà è molto importante. Le donne non devono essere considerate solo biologicamente, ma anche socialmente, culturalmente e storicamente. Come dice Simone De Beauvoir, non si nasce donna, si diventa donna.\"\r\n\r\n e conclude con \"Il problema delle donne è ancora più profondo del problema curdo. Il problema delle donne è ancora più centrale del problema curdo. Abbiamo ottenuto solo piccoli miglioramenti in questo senso. La cultura della guerra e del conflitto è diretta principalmente contro le donne. La distruzione di questa cultura è la forza trainante della nostra lotta.\r\nLo spirito di questo periodo è la politica democratica e il linguaggio è quello della pace. L'Appello per la pace e la società democratica è allo stesso tempo un Rinascimento per le donne. Saluto le donne che credono nella vita comune e ascoltano il mio appello con l'amore di Mem e Zîn e Dervish Evde, e festeggio l'8 marzo, Giornata internazionale delle donne lavoratrici.\"\r\n\r\nLa nostra vendetta sarà la rivoluzione delle donne - è uno degli slogan che da questa rivoluzione ci giungono come invito e che sabato spiccava su alcuni cartelli anche nelle nostre piazze.\r\n\r\n \r\n\r\nQui la canzone utilizzata nel podcast!","11 Marzo 2025","2025-03-11 14:25:38","Otto marzo: giornata internazionale della donna lavoratrice. Aggiornamento dalla campagna Defend Rojava",1741703010,[],[],{"post_content":400},{"matched_tokens":401,"snippet":402,"value":403},[94],"di al Jolani e dello \u003Cmark>stato\u003C/mark> fascista turco che hanno ripreso","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/podcast-dr-9-.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[Dawnload]\r\n\r\n È della notte tra il 6 e il 7 marzo la notizia del trasferimento di un imponente convoglio di mezzi militari turchi che dalla Turchia sono arrivati a Idlib, poi Manbij e infine verso Tishrin, dove sulla diga è ancora attiva la resistenza popolare, anche se i bombardamenti non cessano.\r\n\r\nSono state ore di pesanti massacri lungo le coste siriane ad opera di HTS i cui miliziani non mancano di documentare con foto e video l'uso di patch dell'ISIS sulle divise, intanto che operano violenza con la partecipazione di bande fondamentaliste di gruppi diversi. 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Le donne difendono se stesse e le loro società con sacrificio, eroismo e resilienza senza precedenti in tutti gli ambiti della vita. Migliaia di belle anime combatterono eroicamente in queste terre e furono martirizzate nella lotta per la libertà. Donne provenienti da tutto il mondo e dal Kurdistan si sono riversate nella rivoluzione e hanno scritto poemi epici con il loro coraggio. (...) Ancora una volta, persone di tutte le fedi, gruppi etnici e colori si abbracciarono e furono testimoni di questa lotta storica. Questa lotta sarà coronata dalla vittoria con la fede, la conoscenza, la volontà e il potere delle donne.\"\r\n\r\n Riguardo all'appello del leader Apo di cui abbiamo parlato la scorsa settimana le compagne riportano il grande entusiasmo che ha suscitato nel popolo e in particolare nelle donne, che ne hanno tratto forza rinnovata anche per affrontare un otto marzo di celebrazioni e lotta. \"Riteniamo - scrivono - che la chiamata di Leader APO sia significativa e preziosa. 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Questo anche la rivoluzione del Rojava lo sa ed è infatti in occasione delle celebrazioni dell'otto marzo del 1998 che il leader Ocalan ha invitato le compagne a teorizzare e rendere strategia rivoluzionaria l'ideologia di liberazione della donna. Dove tutti i socialismi precedenti hanno \u003Cmark>fallito\u003C/mark>, lì le donne del Rojava hanno posto le basi profonde per una vita libera in primis dal patriarcato, unendo alla lotta di classe quella di genere. \r\n\r\nL'auto-organizzazione delle donne era iniziata nella guerriglia nel 1993, ma è dal congresso del 1995 che anche per il PKK, il Partito dei lavoratori del Kurdistan, il cui presidente è tutt'ora Abdullah Ocalan, diventa una necessità ineludibile dell'organizzazione rivoluzionaria. Successivamente, il primo Congresso di liberazione delle donne curde, avvenuto qualche mese dopo, e spesso definito come la “prima conferenza nazionale delle donne”, ha permesso alle donne di diverse aree di discutere i loro problemi, di criticare e autocriticarsi, di definire principi, stili organizzativi e meccanismi decisionali, creando anche la prima organizzazione femminile autonoma e separata. \r\n\r\nAnche per quanto riguarda l'esercito di difesa delle donne si sono fatte profonde analisi, decretando che dovesse essere qualcosa di radicalmente nuovo, di qualitativamente diverso dagli eserciti militaristi e colonialisti, così le donne guerrigliere hanno prodotto profonde ricerche sulla partecipazione femminile alle lotte socialiste e di liberazione nazionale in America Centrale e Latina, in Cina, in Vietnam, Algeria, Palestina, Germania, Irlanda e Paesi Baschi. Constatata, anche nelle più rosse lotte di liberazione nazionale, la mancanza di profonde analisi delle dinamiche del patriarcato e delle sue intersezioni - diremmo oggi - con le altre forme di oppressione, hanno compreso che per abolire sistemi di oppressione così complessi da ingabbiare tutte le sfere della vita, bisognava partire dalla forma più antica di violenza: il patriarcato.\r\n\r\n \r\n\r\nUccidere e trasformare la mascolinità dominante è il principio primario del socialismo nella prospettiva di Abdullah Ocalan e del movimento per la libertà, per cui conoscere le radici storiche che hanno reso la donna la prima colonia è essenziale per comprendere la radicalità del lavoro, anche in forma di autocritica, che è necessario fare per la rivoluzione. ed è anche di questo infatti che parla il messaggio arrivato questo sabato dal carcere di Imrali, un messaggio di speranza e di affetto rivolto alle compagne e alle donne in lotta firmato da Abdullah Ocalan.\r\n\r\nRipercorrendo la storia del patriarcato fino alle sue radici più lontane, risalenti a circa 5000 anni fa, Ocalan mette in luce in particolare da un lato il suo carattere sistemico, dall'altro il fatto che si tratti di una mentalità cresciuta insieme alla mentalità delle religioni monoteiste e alle prime forme di città-stato. Per opporsi a ciò, è dunque fondamentale che le donne abbiano consapevolezza d'essere il soggetto sociale che più ha possibilità di far vivere una vera e propria cultura della libertà e che il resto della società, e in particolare gli uomini socialisti, si questionino in maniera radicale su se e come sono in grado di rapportarsi democraticamente con le donne. Scrive infatti: \"Il socialismo può essere raggiunto solo attraverso la libertà delle donne. Senza la libertà delle donne non si può essere socialisti. Il socialismo non si può realizzare. Senza democrazia, non ci può essere socialismo. La mia prima prova di socialismo si è resa evidente nel modo in cui parlavo alle donne. Una persona che non sa come parlare a una donna non può essere un socialista. Per un uomo, diventare socialista dipende dal modo in cui si relaziona con le donne.\"\r\n\r\nOcalan continua \"La rinascita che avverrà è molto importante. Le donne non devono essere considerate solo biologicamente, ma anche socialmente, culturalmente e storicamente. Come dice Simone De Beauvoir, non si nasce donna, si diventa donna.\"\r\n\r\n e conclude con \"Il problema delle donne è ancora più profondo del problema curdo. Il problema delle donne è ancora più centrale del problema curdo. Abbiamo ottenuto solo piccoli miglioramenti in questo senso. La cultura della guerra e del conflitto è diretta principalmente contro le donne. La distruzione di questa cultura è la forza trainante della nostra lotta.\r\nLo spirito di questo periodo è la politica democratica e il linguaggio è quello della pace. L'Appello per la pace e la società democratica è allo stesso tempo un Rinascimento per le donne. Saluto le donne che credono nella vita comune e ascoltano il mio appello con l'amore di Mem e Zîn e Dervish Evde, e festeggio l'8 marzo, Giornata internazionale delle donne lavoratrici.\"\r\n\r\nLa nostra vendetta sarà la rivoluzione delle donne - è uno degli slogan che da questa rivoluzione ci giungono come invito e che sabato spiccava su alcuni cartelli anche nelle nostre piazze.\r\n\r\n \r\n\r\nQui la canzone utilizzata nel podcast!",[405],{"field":105,"matched_tokens":406,"snippet":402,"value":403},[94],1155199671761633300,{"best_field_score":409,"best_field_weight":153,"fields_matched":154,"num_tokens_dropped":51,"score":410,"tokens_matched":37,"typo_prefix_score":51},"1112386306048","1155199671761633393",{"document":412,"highlight":588,"highlights":593,"text_match":407,"text_match_info":596},{"comment_count":51,"id":413,"is_sticky":51,"permalink":414,"podcastfilter":415,"post_author":416,"post_content":417,"post_date":418,"post_excerpt":57,"post_id":413,"post_modified":419,"post_thumbnail":420,"post_title":421,"post_type":346,"sort_by_date":422,"tag_links":423,"tags":508},"89814","http://radioblackout.org/podcast/black-holes-dal-13-al-19-maggio-2024/",[303],"fritturamista","Martedì 14 ore 8,30 - Autonomia proletaria nella Calabria degli anni '70 37 minuti [Radio Cane]:\r\n\r\nAbbiamo incontrato Francesco Cirillo di passaggio a Milano per la presentazione del suo libro Sud e ribellione. Dall’autonomia proletaria calabrese alla rete meridionale del Sud ribelle. Da lì, questa narrazione sulle origini storiche e la dinamica di una vicenda poco nota ai più: il movimento dell’autonomia proletaria emerge come una rottura del quadro socio-politico della Calabria a cavallo tra anni Sessanta e Settanta e, col suo combinato di “plasticità” e “nomadismo”, di “comunicazione fisica” e “passionalità”, aggiungendovi quel tanto di “volume di fuoco spontaneo”, si pone in continuità con tutti i precedenti storici di insubordinazione e ribellione spontaneamente verificatisi nella regione, non ultimo il “brigantaggio”.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/Autonomia-proletaria-nella-Calabria-degli-anni-70_37.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 14 ore 11,30 - Meditazione anticlassista 50 minuti [Penny-kella, Radio Blackout]:\r\n\r\nQuesta è una meditazione guidata incentrata principalmente sulla pace, la presenza e la rivoluzione politica.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/Meditazione-anticlassista_50.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 15 ore 8,30 - Occupare a Milano nel 2022 25 minuti [Radio Cane]:\r\n\r\nDa qualche tempo a Milano il ritmo di sfratti e sgomberi ha ripreso a correre e le forze di polizia sono tornate a martellare i quadranti più poveri della città. Ciò nonostante le occupazioni “abusive” non si fermano e sono migliaia le persone che ancora possono vivere a Milano solo grazie a forme “illegali” di sopravvivenza abitativa. Siamo partiti da qui per farci raccontare che aria tira in Corvetto – quartiere a sud est del centro – e cosa bolle in pentola in via Gola – ultima sacca del fu quartiere Ticinese già sventrato dalla movida.\r\nUn racconto a quattro voci dalla città di sotto, contesa tra i progetti di grossi studi immobiliari e le istanze di resistenza degli abitanti, lasciate covare sotto la cenere di un fuoco certamente spento ma per nulla estinto.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Occupare-a-Milano-nel-2022_25.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 16 ore 8,30 - Storia del Balon 27 minuti [Radio Cane]:\r\n\r\nL’implacabile coerenza di chi sta ridisegnando il tessuto urbano e sociale di Torino, con un’applicazione da manuale degli imperativi della gentrificazione, non poteva certo tollerare la presenza di alcuni venditori di stracci nel Balon, lo storico mercato delle pulci della città. Giacché nelle categorie merceologiche appetibili per i nuovi abitanti di Porta Palazzo può certo rientrare l’usato, purché di antiquariato o adeguatamente vintage. Così assistiamo a una storia di ridefinizione, nominale e fattiva, degli spazi del quartiere e alla cacciata degli straccivendoli in periferia, tra una discarica e un cimitero. Una storia altamente istruttiva di cui ci narra una compagna di Torino.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Storia-Balon_27.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 17 ore 8,30 - Fred Buscaglione 28 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nBiografia del cantautore.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Fred-Buscaglione_28.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 17 ore 13,30 - The Angry brigade 39 minuti [Radio Cane]:\r\n\r\n“L’Angry Brigade è l’uomo o la donna seduto accanto a voi. Hanno delle pistole in tasca e la collera nella mente”. A cavallo tra la fine degli anni ’60 e gli inizi degli anni ’70, in Inghilterra, si registrano centinaia di ordigni e di attacchi esplosivi ai danni di diversi obiettivi delle classi dominanti e dello Stato. Molti hanno a che fare con gli interessi spagnoli. Alcuni sono firmati The Angry Brigade. In questa conversazione con John Barker, ritroviamo il quadro di un’epoca e delle sue tensioni, attraverso un racconto in prima persona che si snoda dalle lotte antimilitariste al dissacrante disprezzo per i rituali di Cambridge e alle lotte nel quartiere londinese di Notting Hill. 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Oltre ai militi e ai fascisti organizzati, si lanciarono entusiasti nella caccia al nero anche operai, burocrati e impiegati coloniali. Prigionieri e semplici passanti – colpevoli soltanto di essere africani – vennero uccisi a bastonate, a badilate, oppure pugnalati, fucilati, impiccati, investiti con automezzi, bruciati vivi nelle loro case.Il 22 febbraio 1937, Graziani spedì a Mussolini un telegramma eloquente: “In questi tre giorni ho fatto compiere nella città perquisizioni con l’ordine di far passare per le armi chiunque fosse trovato in possesso di strumenti bellici, che le case relative fossero incendiate. Sono state di conseguenza passate per le armi un migliaio di persone e bruciati quasi altrettanti tucul”.In breve, la strage debordò dal cerchio di fuoco che gli aerei italiani avevano stretto intorno ad Addis Abeba. Raggiunse i villaggi, le case sparse, i luoghi di culto. Centinaia di persone furono arrestate e morirono nei campi di detenzione di Danane, in Somalia, e Nocra, in Eritrea, dove Graziani ordinò che avessero minime quantità d’acqua e di cibo. Il clero copto fu identificato come un pericoloso sobillatore di ribelli e dopo la classica indagine dove il colpevole è stabilito in anticipo, a maggio Graziani spedì il generale Maletti ad annientare il villaggio conventuale di Debre Libanos, la comunità monastica più importante del paese. Le esecuzioni ufficiali ammontarono a 449. Lo storico Ian Campbell considera invece plausibile l’uccisione di circa duemila persone, compresi centinaia di minorenni, sia laici sia religiosi. Almeno il doppio ne sarebbero morte,secondo Angelo del Boca per le strade di Addis Abeba, mentre per Campbell sarebbero state 19mila e per le autorità etiopi – come denunciarono nel dopoguerra – 30000.Questo è l’inizio dell’articolo apparso sul blog di Wu Ming che ricorda quelle giornate e propone una mappa ,un inventario della memoria dei crimini del colonialismo italiano ,una giornata quella significativa del 19 febbraio ,per ricordare dal basso con iniziative diffuse le responsabilità rimaste impunite del colonialismo italiano.Creare una mappa delle lapidi ,dei nomi ,della toponomastica che ancora intossica i luoghi pubblici celebrando le atrocità del colonialismo e contribuendo alla smemoratezza collettiva e alla rimozione di quegli avvenimenti .Attraverso la rimozione del colonialismo si sdogana il lessico razzista che diviene senso comune ,dietro l’alibi degli “italiani brava gente ” si nasconde il meccanismo securitario che aizza l’odio contro il diverso.Diamo il nostro piccolo contributo al ricordo del massacro di Addis Abeba ripubblicando una puntata di “No trips for cats ” andata in onda il 16 febbraio di un anno fa ,dedicata al racconto di quei terribili giorni del 1937.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/19-Febbraio-1937-la-strage-di-Addis-Abeba_70.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 18 ore 20 - Ghigliottina - Achille Lauro 50 minuti [Radio Neanderthal]:\r\n\r\nAchì? Perchè Achille Lauro si chiama Achille Lauro? Da un piroscafo degli anni ’20 all’Intelligenza Artificiale passando per le radici della prima Intifada. Correva l’anno 1985.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/Ghigliottina-Achille-Lauro_70.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 19 ore 9:30 - La coscienza di Isabella 4 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nPensieri di un entità artificiale\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/La-coscienza-di-Isabella_4.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 19 ore 10,30 - Sciopero minatori 4 minuti [Cronache Ribelli e Radio Blackout]:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/sciopero-minatori_5.mp3\"][/audio]\r\n\r\nRacconto dello sciopero dei minatori inglesi nel 1972, tratto da Cronache Ribelli vol.3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 19 ore 13,30 - Rebetiko 27 minuti [Radio Cane]:\r\n\r\nCarcere e fumerie di hashish, bande di strada e scontri con l’ordine costituito, profughi e sofferenza. Le origini e la storia del Rebetiko, più un modo di vita che un mero stile musicale, si intrecciano con la storia della plebe urbana greca, con la vita del Pireo e con le principali fasi politiche della penisola ellenica nella prima metà del XX secolo. Ci siamo fatti raccontare questa vicenda da Epaminondas Thomos, un compagno greco che ha curato l’edizione italiana del testo di Elias Petropulos, Rebetiko. Vita, musica, danza tra carcere e fumi dell’hashish.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Rebetiko_27.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","19 Maggio 2024","2024-05-19 19:17:04","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Immagine-social-BH-200x110.jpg","Black Holes dal 13 al 19 maggio 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Da lì, questa narrazione sulle origini storiche e la dinamica di una vicenda poco nota ai più: il movimento dell’autonomia proletaria emerge come una rottura del quadro socio-politico della Calabria a cavallo tra anni Sessanta e Settanta e, col suo combinato di “plasticità” e “nomadismo”, di “comunicazione fisica” e “passionalità”, aggiungendovi quel tanto di “volume di fuoco spontaneo”, si pone in continuità con tutti i precedenti storici di insubordinazione e ribellione spontaneamente verificatisi nella regione, non ultimo il “brigantaggio”.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/Autonomia-proletaria-nella-Calabria-degli-anni-70_37.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 14 ore 11,30 - Meditazione anticlassista 50 minuti [Penny-kella, Radio Blackout]:\r\n\r\nQuesta è una meditazione guidata incentrata principalmente sulla pace, la presenza e la rivoluzione politica.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/Meditazione-anticlassista_50.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 15 ore 8,30 - Occupare a Milano nel 2022 25 minuti [Radio Cane]:\r\n\r\nDa qualche tempo a Milano il ritmo di sfratti e sgomberi ha ripreso a correre e le forze di polizia sono tornate a martellare i quadranti più poveri della città. 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Siamo partiti da qui per farci raccontare che aria tira in Corvetto – quartiere a sud est del centro – e cosa bolle in pentola in via Gola – ultima sacca del fu quartiere Ticinese già sventrato dalla movida.\r\nUn racconto a quattro voci dalla città di sotto, contesa tra i progetti di grossi studi immobiliari e le istanze di resistenza degli abitanti, lasciate covare sotto la cenere di un fuoco certamente spento ma per nulla estinto.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Occupare-a-Milano-nel-2022_25.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 16 ore 8,30 - Storia del Balon 27 minuti [Radio Cane]:\r\n\r\nL’implacabile coerenza di chi sta ridisegnando il tessuto urbano e sociale di Torino, con un’applicazione da manuale degli imperativi della gentrificazione, non poteva certo tollerare la presenza di alcuni venditori di stracci nel Balon, lo storico mercato delle pulci della città. Giacché nelle categorie merceologiche appetibili per i nuovi abitanti di Porta Palazzo può certo rientrare l’usato, purché di antiquariato o adeguatamente vintage. Così assistiamo a una storia di ridefinizione, nominale e fattiva, degli spazi del quartiere e alla cacciata degli straccivendoli in periferia, tra una discarica e un cimitero. Una storia altamente istruttiva di cui ci narra una compagna di Torino.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Storia-Balon_27.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 17 ore 8,30 - Fred Buscaglione 28 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nBiografia del cantautore.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Fred-Buscaglione_28.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 17 ore 13,30 - The Angry brigade 39 minuti [Radio Cane]:\r\n\r\n“L’Angry Brigade è l’uomo o la donna seduto accanto a voi. Hanno delle pistole in tasca e la collera nella mente”. A cavallo tra la fine degli anni ’60 e gli inizi degli anni ’70, in Inghilterra, si registrano centinaia di ordigni e di attacchi esplosivi ai danni di diversi obiettivi delle classi dominanti e dello \u003Cmark>Stato\u003C/mark>. Molti hanno a che fare con gli interessi spagnoli. Alcuni sono firmati The Angry Brigade. In questa conversazione con John Barker, ritroviamo il quadro di un’epoca e delle sue tensioni, attraverso un racconto in prima persona che si snoda dalle lotte antimilitariste al dissacrante disprezzo per i rituali di Cambridge e alle lotte nel quartiere londinese di Notting Hill. In questo contesto nasce l’Angry Brigade: edonisti, sì, ma persone serie.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/The-Angry-Brigade_39.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 18 ore 9 - 19 Febbraio 1937, la strage di Addis Abeba [No Trip For Cats, Radio Blackout]:\r\n\r\nIl 19 febbraio saranno passati 84 anni dal massacro di Addis Abeba, tra i tanti crimini del colonialismo italiano, uno dei più disgustosi e spietati, perché commesso lontano dai campi di battaglia, senza nemmeno l’alibi di una guerra in corso.Si trattò di un’immane rappresaglia, scattata in seguito all’attentato \u003Cmark>fallito\u003C/mark> contro il viceré d’Etiopia Rodolfo Graziani. Esercito e camicie nere si riversarono in strada, non tanto per stanare e arrestare i due responsabili, quanto per terrorizzare e colpire in maniera indiscriminata i nuovi sudditi dell’Italia imperiale, colpevoli di essersi ribellati agli invasori. Oltre ai militi e ai fascisti organizzati, si lanciarono entusiasti nella caccia al nero anche operai, burocrati e impiegati coloniali. Prigionieri e semplici passanti – colpevoli soltanto di essere africani – vennero uccisi a bastonate, a badilate, oppure pugnalati, fucilati, impiccati, investiti con automezzi, bruciati vivi nelle loro case.Il 22 febbraio 1937, Graziani spedì a Mussolini un telegramma eloquente: “In questi tre giorni ho fatto compiere nella città perquisizioni con l’ordine di far passare per le armi chiunque fosse trovato in possesso di strumenti bellici, che le case relative fossero incendiate. Sono state di conseguenza passate per le armi un migliaio di persone e bruciati quasi altrettanti tucul”.In breve, la strage debordò dal cerchio di fuoco che gli aerei italiani avevano stretto intorno ad Addis Abeba. Raggiunse i villaggi, le case sparse, i luoghi di culto. Centinaia di persone furono arrestate e morirono nei campi di detenzione di Danane, in Somalia, e Nocra, in Eritrea, dove Graziani ordinò che avessero minime quantità d’acqua e di cibo. Il clero copto fu identificato come un pericoloso sobillatore di ribelli e dopo la classica indagine dove il colpevole è stabilito in anticipo, a maggio Graziani spedì il generale Maletti ad annientare il villaggio conventuale di Debre Libanos, la comunità monastica più importante del paese. Le esecuzioni ufficiali ammontarono a 449. Lo storico Ian Campbell considera invece plausibile l’uccisione di circa duemila persone, compresi centinaia di minorenni, sia laici sia religiosi. Almeno il doppio ne sarebbero morte,secondo Angelo del Boca per le strade di Addis Abeba, mentre per Campbell sarebbero state 19mila e per le autorità etiopi – come denunciarono nel dopoguerra – 30000.Questo è l’inizio dell’articolo apparso sul blog di Wu Ming che ricorda quelle giornate e propone una mappa ,un inventario della memoria dei crimini del colonialismo italiano ,una giornata quella significativa del 19 febbraio ,per ricordare dal basso con iniziative diffuse le responsabilità rimaste impunite del colonialismo italiano.Creare una mappa delle lapidi ,dei nomi ,della toponomastica che ancora intossica i luoghi pubblici celebrando le atrocità del colonialismo e contribuendo alla smemoratezza collettiva e alla rimozione di quegli avvenimenti .Attraverso la rimozione del colonialismo si sdogana il lessico razzista che diviene senso comune ,dietro l’alibi degli “italiani brava gente ” si nasconde il meccanismo securitario che aizza l’odio contro il diverso.Diamo il nostro piccolo contributo al ricordo del massacro di Addis Abeba ripubblicando una puntata di “No trips for cats ” andata in onda il 16 febbraio di un anno fa ,dedicata al racconto di quei terribili giorni del 1937.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/19-Febbraio-1937-la-strage-di-Addis-Abeba_70.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 18 ore 20 - Ghigliottina - Achille Lauro 50 minuti [Radio Neanderthal]:\r\n\r\nAchì? Perchè Achille Lauro si chiama Achille Lauro? Da un piroscafo degli anni ’20 all’Intelligenza Artificiale passando per le radici della prima Intifada. Correva l’anno 1985.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/Ghigliottina-Achille-Lauro_70.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 19 ore 9:30 - La coscienza di Isabella 4 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nPensieri di un entità artificiale\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/La-coscienza-di-Isabella_4.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 19 ore 10,30 - Sciopero minatori 4 minuti [Cronache Ribelli e Radio Blackout]:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/sciopero-minatori_5.mp3\"][/audio]\r\n\r\nRacconto dello sciopero dei minatori inglesi nel 1972, tratto da Cronache Ribelli vol.3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 19 ore 13,30 - Rebetiko 27 minuti [Radio Cane]:\r\n\r\nCarcere e fumerie di hashish, bande di strada e scontri con l’ordine costituito, profughi e sofferenza. Le origini e la storia del Rebetiko, più un modo di vita che un mero stile musicale, si intrecciano con la storia della plebe urbana greca, con la vita del Pireo e con le principali fasi politiche della penisola ellenica nella prima metà del XX secolo. Ci siamo fatti raccontare questa vicenda da Epaminondas Thomos, un compagno greco che ha curato l’edizione italiana del testo di Elias Petropulos, Rebetiko. Vita, musica, danza tra carcere e fumi dell’hashish.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Rebetiko_27.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]",[594],{"field":105,"matched_tokens":595,"snippet":591,"value":592},[79],{"best_field_score":409,"best_field_weight":153,"fields_matched":154,"num_tokens_dropped":51,"score":410,"tokens_matched":37,"typo_prefix_score":51},{"document":598,"highlight":611,"highlights":616,"text_match":407,"text_match_info":619},{"comment_count":51,"id":599,"is_sticky":51,"permalink":600,"podcastfilter":601,"post_author":602,"post_content":603,"post_date":604,"post_excerpt":57,"post_id":599,"post_modified":605,"post_thumbnail":606,"post_title":607,"post_type":346,"sort_by_date":608,"tag_links":609,"tags":610},"59161","http://radioblackout.org/podcast/stakka-stakka-63-inps-8-aprile-2020/",[299],"underscore","Posta del ♥ dell’Internet\r\nAbbiamo fatto due chiacchere su coronavirus e soluzioni tech leggendo dei pezzi di un articolo curato da Carola Frediani su Valigia Blu.\r\nINPS\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/stakkastakka-63-inps.mp3\r\nIniziamo con una breve spiegazione di quanto successo:\r\ncome molte e molti di voi sapranno, una delle misure incluse nel decreto cura italia e’ un bonus di 600 euro per partite iva, autonomi, artigiani, commercianti, etc. l’ente che in questi casi si deve occupare di queste questioni operativamente e’ l’inps, che ha comunicato l’apertura di queste richieste di indennita’ per l’1 aprile. solo che ha capito male la storia degli assembramenti e ha lanciato l’operazione #noassembramentidigitali visto che per tutta la notte il sito e’ andato a singhizzi, fino a chiudere del tutto i battenti in tarda mattinata. questo perche’ ad un certo punto iniziano ad arrivare delle segnalazioni sul fatto che il sito mostra dati di altre persone. cioe’ entranto per la richiesta di indennita’ sul sito dell’inps, mettendo il pin e facendo due preghiere, venivano mostrati dati personali di altre persone. se questo gia’ sarebbe grave in generale, e’ particolarmente grave perche’ ha interessato il sito di un ente che gestisce e maneggia un’enorme mole di informazioni personali e che mannaggia dovrebbe garantire rigorose misure di sicurezza e non affidare al cuggino dello stagista tutte cose. L’ipotesi di gran lunga più probabile sull’accaduto è che ci sia stato un banale errore di configurazione sul sito, ma di questo ne parliamo dopo questo pezzo per darvi il buongiorno e mettervi nel giusto mood. buon ascolto.\r\ndichiarazioni pubbliche e reazioni istituzionali\r\n\r\n \tsul sito dell’inps, ad un certo punto si spegne tutto e viene mostrato un messaggio: Al fine di consentire una migliore e piu’ efficace canalizzazione delle richieste di servizio, il sito e’ temporaneamente non disponibile. Si assicura che tutti gli aventi diritto potranno utilmente presentare la domanda per l’ottenimento delle prestazioni. il tutto con un html raffazzonato, accrocchiatissimo con dei tag tipo il center che non si vedevano dal ’94. con gli apostrofi sbagliati. https://blog.mestierediscrivere.com/2020/04/01/in-tempi-difficili-parole-che-graffiano\r\n\r\ncomunque il succo dei messaggi e’ come sempre, e’ colpa vostra che siete arrivati tutti insieme, mica nostra. in generale non c’e’ mai un’assunzione di responsabilita’, un dire che ne so, raga scusate abbiamo fatto una cagata, c’era poco tempo, abbiamo dovuto arrangiarci e non abbiamo potuto fare delle prove. e’ sempre il solito approccio per cui i cittadini sono visti come sospetti e potenziali criminali o alla meglio come bambini, più che come soggetti responsabili, capaci di collaborazione, dotati di neuroni, quando gli unici atteggiamenti infantili sono proprio quelli per cui si cerca sempre qualcuno a cui addossare la colpa, un capro espiatorio, il runner, quello che porta a pisciare il cane, in questo caso gli hacker.\r\n\r\nebbene si’, hanno stato gli hacker!@@!@!1 “Abbiamo avuto nei giorni scorsi e anche stamattina violenti attacchi hacker”, ha detto Pasquale Tridico \" questa la dichiarazione ufficiale di quanto accaduto dal presidente dell’INPS ripresa anche da conte. cosi’ senza un minimo di pudore o vergogna, sparare cazzate per cercare di coprire la propria inettitudine. anche i bambini vi hanno sgamato. e’ talmente grande e palese come cazzata che non ci hanno creduto neanche i giornali e infatti abbiamo fatto fatica a trovare l’audio perche’ pochissimi giornali l’hanno ripresa come notizia. Un credulone che invece ci ha creduto e’ il vicesegretario del Partito democratico, Andrea Orlando, in merito alla falla del sito dell’Inps denuncia che “alcune infrastrutture strategiche sono state sotto attacco di hacker” e su Twitter sollecita: “Bisogna subito convocare il Copasir per chiedere al Dis quale reazione è in atto. Questi sciacalli vanno fermati immediatamente”. A questo punto piovono messaggi di scherno, anonymous italia scrive “vorremmo prenderci il merito, ma la verita’ e’ che siete incapaci e avete fatto tutto da soli togliendoci il divertimento”, addirittura pornhub (per la sua immagine ovviamente) offre aiuto all’inps per potenziare il sito grazie ai suoi server.\r\ndopo il breach l’altro comunicato e’ stato il seguente\r\n“L’INPS informa gli utenti di avere prontamente notificato il data breach al Garante per la protezione dei dati personali ed assicura che, fin dal momento in cui si è avuta conoscenza della possibilità che vi sia stata violazione di dati personali, sta assumendo tutte le misure atte a porre rimedio alla situazione di rischio, attenuare i possibili effetti negativi e tutelare i diritti e le libertà delle persone fisiche. In tale ambito è istituita la seguente casella di posta elettronica violazionedatiGDPR@inps.it utilizzabile, esclusivamente dai soggetti i cui dati siano stati interessati dalla violazione, per le segnalazioni all’INPS, allegando eventuali evidenze documentali. L’Istituto si impegna a verificare tutte le segnalazioni ricevute e ad adottare ogni ulteriore misura tecnica e organizzativa adeguata di protezione dei dati personali che dovesse rendersi necessaria.”\r\n\r\na parte che il sito dell’inps ha una normativa della privacy ferma al 2013, ancora non c’era la gdpr, forse non lo sanno che in questi casi sono loro a dover informare chi ha subito un leak e non viceversa. infatti le normative, in particolare la gdpr prevede sicuramente il nominativo di un responsabile dei dati personali e raga, l’inps non ce l’ha. l’inps non ha un responsabile dei dati personali di cosa stiamo parlando. anche il tabacchino sotto casa vostra deve averlo per le registrazioni di videosorveglianza. e invece no, il Data Protection Officer e’ andato in pensione. Una delle altre questioni e’ relativa alle risposte dopo un merdone cosi’ che ad oggi si sono limitate alla creazione di una casella di posta dove poter inviare le segnalazioni. Come scrive il giornalista Raffaele Angius su Wired citando un avvocato specializzato in tutela della privacy: “Sembra quasi che la creazione della casella di posta elettronica sia essa stessa la misura adottata per risolvere il problema Di fatto mancano tutti i contenuti previsti dal Gdpr, che prescrive chiaramente l’identificazione di un responsabile e le soluzioni proposte per la risoluzione dell’incidente” Ma ancora di più qua si inverte l’onere dell’identificazione degli interessati coinvolti nella violazione: sarebbero infatti questi ultimi a dover ricevere un avviso nel quale si informa che i loro dati personali sono stati visibili a una quantità imprecisata di persone”.\r\ncosa e’ successo in realta’\r\nc’e’ nel merito un succosissimo thread su reddit da cui rubero’ una spiegazione introduttiva per spiegare il problema:\r\n\r\nEsistono principalmente due tipi di pagine web: quelle statiche e quelle dinamiche La classica pagina statica potrebbe essere https://www.corriere.it/. Anche se può cambiare più volte nel corso della giornata, tutte le volte che la carichi tra una modifica e l’altra sia tu sia chiunque altro vedranno la stessa cosa Una pagina dinamica invece è per esempio quella di gestione del tuo conto in banca. L’impaginazione e l’URL son gli stessi per tutti, ma il contenuto varia per ogni utente. Per ottimizzare le performance di un sito il materiale statico può essere messo in cache, ovvero una memoria esterna più performante del server normale perchè non deve fare nessun controllo, semplicemente ti restituisce i dati che ha già visto. Una rete di cache viene generalmente definita CDN, o Content Delivery Network\r\n\r\nEcco il ragionamento che fa: Tu: “Salve vorrei una mascherina per favore” CDN: “Aspetti che controllo nel retro” CDN: “Server di backend, abbiamo mascherine?” Server Backend: “No” CDN: “Mi dispiace abbiamo finito le mascherine” D’ora in poi CDN sa che non ci sono mascherine e risponderà “no” subito a chiunque venga a chiederne Quale è il problema? Che Server Backend non ha mai informato CDN che tra 10 minuti arriva il camion delle consegne che potrebbe consegnare altre mascherine, quindi CDN andrà beatamente avanti fino a sera a dire che “non abbiamo mascherine” anche se potrebbero essercene Questo è quello che è successo con le pagine dell’INPS. Gli URL erano uguali per tutti, Server Backend non ha mai informato CDN “prossima volta che te lo chiedono torna comunque da me” e CDN semplicemente ha fornito la pagina di dettaglio a Mario Rossi, il primo in coda la mattina… e anche a tutti gli altri, che fossero Mario Rossi o no.\r\n\r\nLa mattina del 1 aprile, per qualche ora (e non “5 minuti” come ha dichiarato l’INPS), è stata impostata la CDN Microsoft Azure Edge davanti al server del sito dell’INPS. www.inps.it era diventato un CNAME a inps-cdn-a.azureedge.net. Poi hanno ripristinato l’IP diretto senza CDN, “risolvendo l’attacco hacker” e il “data breach” (autoinflitti?!?!) Ecco svelato il mistero, una volta per tutte. Niente “hacker”, e nessun database fallito in modi improbabili e assurdi, come sosterrebbero alcuni sedicenti “esperti” (non esiste che si possano “confondere” le richieste al database…) Ci sta solo un’incredibile (e ingiustificabile) incompetenza da parte sia di chi ha realizzato il portale dell’INPS senza nemmeno saper impostare gli HTTP Cache Headers, che anche da parte di chi l’altro giorno vi ha impostato una CDN davanti senza accorgersene prima. Non è possibile che i dati personali di tutti gli italiani vengano affidati a gente come questa. Soprattutto sapendo che gli appalti (anche per il “nuovoportaleinps”) sono costati addirittura 360 milioni di euro di soldi dell’INPS.\r\n\r\nLista dettagliata delle società che hanno vinto appalti da INPS\r\nIl sistema degli appalti nella storia dell’INPS\r\nE torniamo sulle libere frequenze di radio blackout 105.25, siamo su stakkastakka e ricordiamo i contatti. Come abbiamo detto in precedenza quindi le cause del collasso del sito INPS sono puramente tecniche, ma la politica istituzionale ha deciso comunque di inventarsi un nemico, un gruppo di cattivi, i fantomatici hacker su cui far partire l’ennesima caccia alle streghe. Questo ovviamente ricalca il copione vecchio e stantio di una politica che deve scaricare le proprie responabilità su un nemico invisibile.\r\n\r\nMa ancora più divertente della politica c’è Pornhub, che in un tweet ha chiesto all’INPS se avesse bisogno di un paio di server in prestito, o magari di una mano a configurarli. Sicuramente a livello di marketing avrà funzionato, anche grazie al fatto che poggia su un assunto comune alla società capitalista, ovvero che in ogni caso il privato è molto più efficiente ed innovativo del pubblico. In quest’ultimo pezzo vorremmo cercare di portare i dati degli appalti dell’INPS per sfatare un attimo il mito dell’eccellenza, perché se scaviamo un attimo in fondo scopriamo a fare i milioni sull’INPS non è stato il cugino con partita IVA del consigliere comunale. Proprio nell’ottica di arginare il clientelismo nella spesa pubblica si stanno obligando gli enti ad emettere bandi di gara per affidare a terzi la propria infrastruttura, visto che assumere del personale competente sarebbe troppo inefficiente. E allora via a lanciare gare pubbliche, l’INPS negli ultimi 20 anni ha pubblicato bandi nel settore informatico per quasi mezzo miliardo di euro. Sembra una cifra non da poco, ma se il sito e tutta l’infrastruttura che c’è dietro fa tanto schifo, a chi sono andati tutti questi soldi?\r\n\r\nBeh, possiamo iniziare a vedere uno dei bandi più ricchi, un maxiappalto da 170 milioni del 2013, diviso in sette lotti:\r\n\r\nFinmeccanica. Il lotto 4, per complessivi 29,7 milioni di euro, è andato per esempio a un drappello di imprese in cui spicca Selex Elsag, del gruppo Finmeccanica. Al suo fianco troviamo la Hp Enterprise Services, che fa capo al colosso americano dell’informatica Hewlett Packard, e la multinazionale della consulenza Deloitte.\r\n\r\nIl lotto 5, il cui valore finale si è attestato sui 24 milioni di euro, è stato conquistato da un raggruppamento in cui è presente Telecom Italia, il gruppo al tempo guidato da Franco Bernabè che raramente manca all’appuntamento delle grosse commesse di stato.\r\n\r\nIl lotto 2, che l’Inps remunererà con 33,8 milioni, ha visto tra i vincitori un gruppo particolarmente folto all’interno del quale si segnala la presenza degli spagnoli di Indra Sistemas (attraverso la Indra Italia). Accanto a loro compaiono la multinazionale Accenture, che ha sede a Dublino, e la Avanade Italy, ossia la sussidiaria italiana della joint venture che vede insieme la stessa Accenture e gli americani di Microsoft. Accenture che si vanta anche sul suo sito di aver aiutato l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS) a modernizzare le applicazioni per promuovere le prestazioni e ridurre i costi, nella pagina (CASI DI SUCCESSO DEI CLIENTI), consentendo all’ente di registrare una netta riduzione dei costi operativi e di sviluppo e di migliorare sia l’efficienza che la produttività.\r\n\r\nNomi di assoluto rilievo internazionale li troviamo anche all’interno del raggruppamento che ha incamerato il lotto 3, per un totale di 21,7 milioni di euro. In questo caso troviamo gli americani di Ibm, in compagnia dei francesi di Sopra Group e della multinazionale della consulenza Ernst & Young.\r\n\r\nE visto che sono riusciti a spuntare un bella fetta di torta tutti i principali gruppi della consulenza e dei servizi Ict, nel novero non poteva mancare Kpmg, presente nel raggruppamento con Exprivia e Sintel Italia.\r\n\r\nAlla cuccagna del superbando Inps del 2013, tra l’altro, hanno partecipato anche società di estrazione editoriale. Può sembrare un po’ strano, me è proprio così. Basta guardare alla storia del lotto 1, assegnato alla fine per 35,6 milioni di euro. Al suo interno spunta Innovare 24 spa, che da qualche mese ha cambiato ragione sociale in 24 Ore Software e che altro non è se non la società informatica del Sole 24 ore, e quindi in ultima analisi del sistema Confindustria. Chiudono la composizione del lotto 1 Engineering spa e Inmatica spa. Insomma, solo per partecipare a questo bando la controllata del Sole24 ore ha preferito tuffarsi nel’informatica, e creare una divisione apposita, vedi come si scoprono le proprie passioni.\r\n\r\nInsomma vediamo tante grandi società, multinazionali e aziende di consulenza quotate in borsa, non esattamente la municipalizzata in mano al cognato del consigliere comunale. E queste mega aziende le ritroviamo nuovamente al banchetto dell’INPS, infattoi nel 2016 poi ci sarà un altro bando dell’INPS, stavolta con un valore stimato molto più succoso, di ben 359,9 milioni di euro:\r\n\r\n \tLeonardo, ex Finmeccanica, sarà nuovamente protagonista del bando del 2016, con i lotti 3 e 4, che comprendono la gestione di tutte le altre prestazioni dell’Inps (come sussidi, assegni di maternità, indennità), insieme ad Ibm, la società di revisione contabile e consulenza Ernst & Young e Sistemi informatici srl.\r\n \tIl gruppo di consulenza e revisione Kpmg, ritorna anche nel bando del 2016, con le società informatiche Exprivia, Wemake e Inmatica, e vince per 26 milioni di euro il lotto 5 (valore sulla carta: 41 milioni). A loro spetta tenere in piedi le reti dell’istituto: quindi integrazione dei dati, gestione del personale e fiscale, potenziamento dei servizi antifrode nonché, si legge nel capitolato, “l’evoluzione dell’infrastruttura di sicurezza e protezione dei dati”.\r\n\r\nIn questa voce dovrebbe rientrare il rispetto per l’INPS delle direttive europee sulla GDPR, che si preoccupano del rispetto della riservatezza e della privacy utente, la stessa GDPR per cui adesso l’INPS adesso rischia una multa di 20 milioni di euro. E adesso chi la pagherà la maxi-multa, l’INPS o l’eccellenza della consulenza Kpmg, che ha già dichiarato di non aver lavorato direttamente sul sito in sé?\r\n\r\nEh già perché solitamente, come chiunque lavori nel campo vi portà confermare, le maxi-società che vincono appalti non lavorano mai sulle commesse, al massimo si preoccupano di “Business Intelligence”, ovvero licenziare personale per evitare che un ente abbia delle maestranze competenti e sia ancora più dipendente dalla consulenza esterna, ma andranno semplicemente a subappaltarle a compagnie più piccole, le quali a loro volta andranno a subappaltare a terzi a prezzi ancora inferiori, fino a rivendere lo stesso lavoro ad una frazione del prezzo.\r\n\r\nIl meccanismo per le grandi multinazionali è ben oliato: nell’emettere un bando si mettono una serie di prerequisiti che sono irragiungibili e ovviamente superlfui, come ad esempio avere qualsiasi certificazioni possibile (es il bando richiede certificazione CEH, anche solo un dipendente ha la CEH, quindi automaticamente l’azienda è certificata, anche se poi tizio non lavorerà al bando), o avere un centinaio di dipendenti laureati in ingegneria informatica o lavorare da 50 anni nel campo.\r\n\r\nOvviamente questi requisiti sono realistici solo per le mega-corporazioni, e dato che sono palesemente superflui, vengono poi sbolognati a compagnie più piccole che quei requisiti semplicemente non li hanno. Solitamente i bandi includono delle clausole per impedire il secondo o terzo subappalto, ma questo è facilmente aggirabile quando le corporazioni decidono di chiedere a loro volta consulenze esterne, o assumono personale da agenzie di ricollocamento, che solitamente a livello legale risultano come cooperative, con contratti occasionali o a prestazione, che fanno però il lavoro di un consulente esterno.\r\n\r\nQuindi, alla fine della catena alimentare, dopo il terzo o quarto subappalto, ci si ritrova con del personale che non ha mai lavorato a quel progetto in particolare, che dovrà reimparare come funziona tutta la bestia senza mai averla toccata, e che probabilmente sarà assunto a tempo determinato da una cooperativa o magari come libero professionista, che se dell’ammontare dell’appalto originale se ne ritrova un millesimo è già fortunato, e non essendo assunto sa già che a breve un’altra persona dovrà lavorare sul suo hackrocchio (RIP :’( insegna agli angeli a smarmellare )\r\n\r\nQuesto meccanismo malato non è una peculiarità italiana, ma anzi è una regola perfettamente razionale nella logica capitalista, che se da un lato vede nell’ottimizzazione dei costi e dei tempi il pretesto per impoverire e precarizzare il lavoro, dall’altro accumula le risorse in degli oligopoli inamovibili, che non potranno mai subire una vera concorrenza dato che definiscono le regole del gioco. A questo scopo potremmo citare altri data breach nel pubblico che sono stati ben più gravi del caso INPS in Italia, come per Equifax, l’agenzia delle entrate statunitense, o nel 2018 del NHS, il sistema sanitario inglese, ma anche no perché…\r\n\r\nCome si diceva prima infatti, è palese che il codice oltre ad essere scritto con i piedi è anche frutto del lavoro di una dozzina di persone che si sono susseguite nel tempo e non si sono mai parlate. Capite che è ben diverso farsi curare dallo stesso medico o ritrovarsene uno diverso ogni giorno. Il meccanismo è ben oliato anche per funzionare per mantenere la cricca dell’intermediazione, dove ovviamente se nessuno ha colpe queste al massimo verranno riversato sull’ultimno povero cristo.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","8 Aprile 2020","2020-04-08 16:20:21","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/inps-200x110.png","Stakka Stakka #63 – INPS [8 Aprile 2020]",1586358143,[],[],{"post_content":612},{"matched_tokens":613,"snippet":614,"value":615},[94],"sull’accaduto è che ci sia \u003Cmark>stato\u003C/mark> un banale errore di configurazione","Posta del ♥ dell’Internet\r\nAbbiamo fatto due chiacchere su coronavirus e soluzioni tech leggendo dei pezzi di un articolo curato da Carola Frediani su Valigia Blu.\r\nINPS\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/stakkastakka-63-inps.mp3\r\nIniziamo con una breve spiegazione di quanto successo:\r\ncome molte e molti di voi sapranno, una delle misure incluse nel decreto cura italia e’ un bonus di 600 euro per partite iva, autonomi, artigiani, commercianti, etc. l’ente che in questi casi si deve occupare di queste questioni operativamente e’ l’inps, che ha comunicato l’apertura di queste richieste di indennita’ per l’1 aprile. solo che ha capito male la storia degli assembramenti e ha lanciato l’operazione #noassembramentidigitali visto che per tutta la notte il sito e’ andato a singhizzi, fino a chiudere del tutto i battenti in tarda mattinata. questo perche’ ad un certo punto iniziano ad arrivare delle segnalazioni sul fatto che il sito mostra dati di altre persone. cioe’ entranto per la richiesta di indennita’ sul sito dell’inps, mettendo il pin e facendo due preghiere, venivano mostrati dati personali di altre persone. se questo gia’ sarebbe grave in generale, e’ particolarmente grave perche’ ha interessato il sito di un ente che gestisce e maneggia un’enorme mole di informazioni personali e che mannaggia dovrebbe garantire rigorose misure di sicurezza e non affidare al cuggino dello stagista tutte cose. L’ipotesi di gran lunga più probabile sull’accaduto è che ci sia \u003Cmark>stato\u003C/mark> un banale errore di configurazione sul sito, ma di questo ne parliamo dopo questo pezzo per darvi il buongiorno e mettervi nel giusto mood. buon ascolto.\r\ndichiarazioni pubbliche e reazioni istituzionali\r\n\r\n \tsul sito dell’inps, ad un certo punto si spegne tutto e viene mostrato un messaggio: Al fine di consentire una migliore e piu’ efficace canalizzazione delle richieste di servizio, il sito e’ temporaneamente non disponibile. Si assicura che tutti gli aventi diritto potranno utilmente presentare la domanda per l’ottenimento delle prestazioni. il tutto con un html raffazzonato, accrocchiatissimo con dei tag tipo il center che non si vedevano dal ’94. con gli apostrofi sbagliati. https://blog.mestierediscrivere.com/2020/04/01/in-tempi-difficili-parole-che-graffiano\r\n\r\ncomunque il succo dei messaggi e’ come sempre, e’ colpa vostra che siete arrivati tutti insieme, mica nostra. in generale non c’e’ mai un’assunzione di responsabilita’, un dire che ne so, raga scusate abbiamo fatto una cagata, c’era poco tempo, abbiamo dovuto arrangiarci e non abbiamo potuto fare delle prove. e’ sempre il solito approccio per cui i cittadini sono visti come sospetti e potenziali criminali o alla meglio come bambini, più che come soggetti responsabili, capaci di collaborazione, dotati di neuroni, quando gli unici atteggiamenti infantili sono proprio quelli per cui si cerca sempre qualcuno a cui addossare la colpa, un capro espiatorio, il runner, quello che porta a pisciare il cane, in questo caso gli hacker.\r\n\r\nebbene si’, hanno \u003Cmark>stato\u003C/mark> gli hacker!@@!@!1 “Abbiamo avuto nei giorni scorsi e anche stamattina violenti attacchi hacker”, ha detto Pasquale Tridico \" questa la dichiarazione ufficiale di quanto accaduto dal presidente dell’INPS ripresa anche da conte. cosi’ senza un minimo di pudore o vergogna, sparare cazzate per cercare di coprire la propria inettitudine. anche i bambini vi hanno sgamato. e’ talmente grande e palese come cazzata che non ci hanno creduto neanche i giornali e infatti abbiamo fatto fatica a trovare l’audio perche’ pochissimi giornali l’hanno ripresa come notizia. Un credulone che invece ci ha creduto e’ il vicesegretario del Partito democratico, Andrea Orlando, in merito alla falla del sito dell’Inps denuncia che “alcune infrastrutture strategiche sono state sotto attacco di hacker” e su Twitter sollecita: “Bisogna subito convocare il Copasir per chiedere al Dis quale reazione è in atto. Questi sciacalli vanno fermati immediatamente”. A questo punto piovono messaggi di scherno, anonymous italia scrive “vorremmo prenderci il merito, ma la verita’ e’ che siete incapaci e avete fatto tutto da soli togliendoci il divertimento”, addirittura pornhub (per la sua immagine ovviamente) offre aiuto all’inps per potenziare il sito grazie ai suoi server.\r\ndopo il breach l’altro comunicato e’ \u003Cmark>stato\u003C/mark> il seguente\r\n“L’INPS informa gli utenti di avere prontamente notificato il data breach al Garante per la protezione dei dati personali ed assicura che, fin dal momento in cui si è avuta conoscenza della possibilità che vi sia stata violazione di dati personali, sta assumendo tutte le misure atte a porre rimedio alla situazione di rischio, attenuare i possibili effetti negativi e tutelare i diritti e le libertà delle persone fisiche. In tale ambito è istituita la seguente casella di posta elettronica violazionedatiGDPR@inps.it utilizzabile, esclusivamente dai soggetti i cui dati siano stati interessati dalla violazione, per le segnalazioni all’INPS, allegando eventuali evidenze documentali. L’Istituto si impegna a verificare tutte le segnalazioni ricevute e ad adottare ogni ulteriore misura tecnica e organizzativa adeguata di protezione dei dati personali che dovesse rendersi necessaria.”\r\n\r\na parte che il sito dell’inps ha una normativa della privacy ferma al 2013, ancora non c’era la gdpr, forse non lo sanno che in questi casi sono loro a dover informare chi ha subito un leak e non viceversa. infatti le normative, in particolare la gdpr prevede sicuramente il nominativo di un responsabile dei dati personali e raga, l’inps non ce l’ha. l’inps non ha un responsabile dei dati personali di cosa stiamo parlando. anche il tabacchino sotto casa vostra deve averlo per le registrazioni di videosorveglianza. e invece no, il Data Protection Officer e’ andato in pensione. Una delle altre questioni e’ relativa alle risposte dopo un merdone cosi’ che ad oggi si sono limitate alla creazione di una casella di posta dove poter inviare le segnalazioni. Come scrive il giornalista Raffaele Angius su Wired citando un avvocato specializzato in tutela della privacy: “Sembra quasi che la creazione della casella di posta elettronica sia essa stessa la misura adottata per risolvere il problema Di fatto mancano tutti i contenuti previsti dal Gdpr, che prescrive chiaramente l’identificazione di un responsabile e le soluzioni proposte per la risoluzione dell’incidente” Ma ancora di più qua si inverte l’onere dell’identificazione degli interessati coinvolti nella violazione: sarebbero infatti questi ultimi a dover ricevere un avviso nel quale si informa che i loro dati personali sono stati visibili a una quantità imprecisata di persone”.\r\ncosa e’ successo in realta’\r\nc’e’ nel merito un succosissimo thread su reddit da cui rubero’ una spiegazione introduttiva per spiegare il problema:\r\n\r\nEsistono principalmente due tipi di pagine web: quelle statiche e quelle dinamiche La classica pagina statica potrebbe essere https://www.corriere.it/. Anche se può cambiare più volte nel corso della giornata, tutte le volte che la carichi tra una modifica e l’altra sia tu sia chiunque altro vedranno la stessa cosa Una pagina dinamica invece è per esempio quella di gestione del tuo conto in banca. L’impaginazione e l’URL son gli stessi per tutti, ma il contenuto varia per ogni utente. Per ottimizzare le performance di un sito il materiale statico può essere messo in cache, ovvero una memoria esterna più performante del server normale perchè non deve fare nessun controllo, semplicemente ti restituisce i dati che ha già visto. Una rete di cache viene generalmente definita CDN, o Content Delivery Network\r\n\r\nEcco il ragionamento che fa: Tu: “Salve vorrei una mascherina per favore” CDN: “Aspetti che controllo nel retro” CDN: “Server di backend, abbiamo mascherine?” Server Backend: “No” CDN: “Mi dispiace abbiamo finito le mascherine” D’ora in poi CDN sa che non ci sono mascherine e risponderà “no” subito a chiunque venga a chiederne Quale è il problema? Che Server Backend non ha mai informato CDN che tra 10 minuti arriva il camion delle consegne che potrebbe consegnare altre mascherine, quindi CDN andrà beatamente avanti fino a sera a dire che “non abbiamo mascherine” anche se potrebbero essercene Questo è quello che è successo con le pagine dell’INPS. Gli URL erano uguali per tutti, Server Backend non ha mai informato CDN “prossima volta che te lo chiedono torna comunque da me” e CDN semplicemente ha fornito la pagina di dettaglio a Mario Rossi, il primo in coda la mattina… e anche a tutti gli altri, che fossero Mario Rossi o no.\r\n\r\nLa mattina del 1 aprile, per qualche ora (e non “5 minuti” come ha dichiarato l’INPS), è stata impostata la CDN Microsoft Azure Edge davanti al server del sito dell’INPS. www.inps.it era diventato un CNAME a inps-cdn-a.azureedge.net. Poi hanno ripristinato l’IP diretto senza CDN, “risolvendo l’attacco hacker” e il “data breach” (autoinflitti?!?!) Ecco svelato il mistero, una volta per tutte. Niente “hacker”, e nessun database \u003Cmark>fallito\u003C/mark> in modi improbabili e assurdi, come sosterrebbero alcuni sedicenti “esperti” (non esiste che si possano “confondere” le richieste al database…) Ci sta solo un’incredibile (e ingiustificabile) incompetenza da parte sia di chi ha realizzato il portale dell’INPS senza nemmeno saper impostare gli HTTP Cache Headers, che anche da parte di chi l’altro giorno vi ha impostato una CDN davanti senza accorgersene prima. Non è possibile che i dati personali di tutti gli italiani vengano affidati a gente come questa. Soprattutto sapendo che gli appalti (anche per il “nuovoportaleinps”) sono costati addirittura 360 milioni di euro di soldi dell’INPS.\r\n\r\nLista dettagliata delle società che hanno vinto appalti da INPS\r\nIl sistema degli appalti nella storia dell’INPS\r\nE torniamo sulle libere frequenze di radio blackout 105.25, siamo su stakkastakka e ricordiamo i contatti. Come abbiamo detto in precedenza quindi le cause del collasso del sito INPS sono puramente tecniche, ma la politica istituzionale ha deciso comunque di inventarsi un nemico, un gruppo di cattivi, i fantomatici hacker su cui far partire l’ennesima caccia alle streghe. Questo ovviamente ricalca il copione vecchio e stantio di una politica che deve scaricare le proprie responabilità su un nemico invisibile.\r\n\r\nMa ancora più divertente della politica c’è Pornhub, che in un tweet ha chiesto all’INPS se avesse bisogno di un paio di server in prestito, o magari di una mano a configurarli. Sicuramente a livello di marketing avrà funzionato, anche grazie al fatto che poggia su un assunto comune alla società capitalista, ovvero che in ogni caso il privato è molto più efficiente ed innovativo del pubblico. In quest’ultimo pezzo vorremmo cercare di portare i dati degli appalti dell’INPS per sfatare un attimo il mito dell’eccellenza, perché se scaviamo un attimo in fondo scopriamo a fare i milioni sull’INPS non è \u003Cmark>stato\u003C/mark> il cugino con partita IVA del consigliere comunale. Proprio nell’ottica di arginare il clientelismo nella spesa pubblica si stanno obligando gli enti ad emettere bandi di gara per affidare a terzi la propria infrastruttura, visto che assumere del personale competente sarebbe troppo inefficiente. E allora via a lanciare gare pubbliche, l’INPS negli ultimi 20 anni ha pubblicato bandi nel settore informatico per quasi mezzo miliardo di euro. Sembra una cifra non da poco, ma se il sito e tutta l’infrastruttura che c’è dietro fa tanto schifo, a chi sono andati tutti questi soldi?\r\n\r\nBeh, possiamo iniziare a vedere uno dei bandi più ricchi, un maxiappalto da 170 milioni del 2013, diviso in sette lotti:\r\n\r\nFinmeccanica. Il lotto 4, per complessivi 29,7 milioni di euro, è andato per esempio a un drappello di imprese in cui spicca Selex Elsag, del gruppo Finmeccanica. Al suo fianco troviamo la Hp Enterprise Services, che fa capo al colosso americano dell’informatica Hewlett Packard, e la multinazionale della consulenza Deloitte.\r\n\r\nIl lotto 5, il cui valore finale si è attestato sui 24 milioni di euro, è \u003Cmark>stato\u003C/mark> conquistato da un raggruppamento in cui è presente Telecom Italia, il gruppo al tempo guidato da Franco Bernabè che raramente manca all’appuntamento delle grosse commesse di \u003Cmark>stato\u003C/mark>.\r\n\r\nIl lotto 2, che l’Inps remunererà con 33,8 milioni, ha visto tra i vincitori un gruppo particolarmente folto all’interno del quale si segnala la presenza degli spagnoli di Indra Sistemas (attraverso la Indra Italia). Accanto a loro compaiono la multinazionale Accenture, che ha sede a Dublino, e la Avanade Italy, ossia la sussidiaria italiana della joint venture che vede insieme la stessa Accenture e gli americani di Microsoft. Accenture che si vanta anche sul suo sito di aver aiutato l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS) a modernizzare le applicazioni per promuovere le prestazioni e ridurre i costi, nella pagina (CASI DI SUCCESSO DEI CLIENTI), consentendo all’ente di registrare una netta riduzione dei costi operativi e di sviluppo e di migliorare sia l’efficienza che la produttività.\r\n\r\nNomi di assoluto rilievo internazionale li troviamo anche all’interno del raggruppamento che ha incamerato il lotto 3, per un totale di 21,7 milioni di euro. In questo caso troviamo gli americani di Ibm, in compagnia dei francesi di Sopra Group e della multinazionale della consulenza Ernst & Young.\r\n\r\nE visto che sono riusciti a spuntare un bella fetta di torta tutti i principali gruppi della consulenza e dei servizi Ict, nel novero non poteva mancare Kpmg, presente nel raggruppamento con Exprivia e Sintel Italia.\r\n\r\nAlla cuccagna del superbando Inps del 2013, tra l’altro, hanno partecipato anche società di estrazione editoriale. Può sembrare un po’ strano, me è proprio così. Basta guardare alla storia del lotto 1, assegnato alla fine per 35,6 milioni di euro. Al suo interno spunta Innovare 24 spa, che da qualche mese ha cambiato ragione sociale in 24 Ore Software e che altro non è se non la società informatica del Sole 24 ore, e quindi in ultima analisi del sistema Confindustria. Chiudono la composizione del lotto 1 Engineering spa e Inmatica spa. Insomma, solo per partecipare a questo bando la controllata del Sole24 ore ha preferito tuffarsi nel’informatica, e creare una divisione apposita, vedi come si scoprono le proprie passioni.\r\n\r\nInsomma vediamo tante grandi società, multinazionali e aziende di consulenza quotate in borsa, non esattamente la municipalizzata in mano al cognato del consigliere comunale. E queste mega aziende le ritroviamo nuovamente al banchetto dell’INPS, infattoi nel 2016 poi ci sarà un altro bando dell’INPS, stavolta con un valore stimato molto più succoso, di ben 359,9 milioni di euro:\r\n\r\n \tLeonardo, ex Finmeccanica, sarà nuovamente protagonista del bando del 2016, con i lotti 3 e 4, che comprendono la gestione di tutte le altre prestazioni dell’Inps (come sussidi, assegni di maternità, indennità), insieme ad Ibm, la società di revisione contabile e consulenza Ernst & Young e Sistemi informatici srl.\r\n \tIl gruppo di consulenza e revisione Kpmg, ritorna anche nel bando del 2016, con le società informatiche Exprivia, Wemake e Inmatica, e vince per 26 milioni di euro il lotto 5 (valore sulla carta: 41 milioni). A loro spetta tenere in piedi le reti dell’istituto: quindi integrazione dei dati, gestione del personale e fiscale, potenziamento dei servizi antifrode nonché, si legge nel capitolato, “l’evoluzione dell’infrastruttura di sicurezza e protezione dei dati”.\r\n\r\nIn questa voce dovrebbe rientrare il rispetto per l’INPS delle direttive europee sulla GDPR, che si preoccupano del rispetto della riservatezza e della privacy utente, la stessa GDPR per cui adesso l’INPS adesso rischia una multa di 20 milioni di euro. E adesso chi la pagherà la maxi-multa, l’INPS o l’eccellenza della consulenza Kpmg, che ha già dichiarato di non aver lavorato direttamente sul sito in sé?\r\n\r\nEh già perché solitamente, come chiunque lavori nel campo vi portà confermare, le maxi-società che vincono appalti non lavorano mai sulle commesse, al massimo si preoccupano di “Business Intelligence”, ovvero licenziare personale per evitare che un ente abbia delle maestranze competenti e sia ancora più dipendente dalla consulenza esterna, ma andranno semplicemente a subappaltarle a compagnie più piccole, le quali a loro volta andranno a subappaltare a terzi a prezzi ancora inferiori, fino a rivendere lo stesso lavoro ad una frazione del prezzo.\r\n\r\nIl meccanismo per le grandi multinazionali è ben oliato: nell’emettere un bando si mettono una serie di prerequisiti che sono irragiungibili e ovviamente superlfui, come ad esempio avere qualsiasi certificazioni possibile (es il bando richiede certificazione CEH, anche solo un dipendente ha la CEH, quindi automaticamente l’azienda è certificata, anche se poi tizio non lavorerà al bando), o avere un centinaio di dipendenti laureati in ingegneria informatica o lavorare da 50 anni nel campo.\r\n\r\nOvviamente questi requisiti sono realistici solo per le mega-corporazioni, e dato che sono palesemente superflui, vengono poi sbolognati a compagnie più piccole che quei requisiti semplicemente non li hanno. Solitamente i bandi includono delle clausole per impedire il secondo o terzo subappalto, ma questo è facilmente aggirabile quando le corporazioni decidono di chiedere a loro volta consulenze esterne, o assumono personale da agenzie di ricollocamento, che solitamente a livello legale risultano come cooperative, con contratti occasionali o a prestazione, che fanno però il lavoro di un consulente esterno.\r\n\r\nQuindi, alla fine della catena alimentare, dopo il terzo o quarto subappalto, ci si ritrova con del personale che non ha mai lavorato a quel progetto in particolare, che dovrà reimparare come funziona tutta la bestia senza mai averla toccata, e che probabilmente sarà assunto a tempo determinato da una cooperativa o magari come libero professionista, che se dell’ammontare dell’appalto originale se ne ritrova un millesimo è già fortunato, e non essendo assunto sa già che a breve un’altra persona dovrà lavorare sul suo hackrocchio (RIP :’( insegna agli angeli a smarmellare )\r\n\r\nQuesto meccanismo malato non è una peculiarità italiana, ma anzi è una regola perfettamente razionale nella logica capitalista, che se da un lato vede nell’ottimizzazione dei costi e dei tempi il pretesto per impoverire e precarizzare il lavoro, dall’altro accumula le risorse in degli oligopoli inamovibili, che non potranno mai subire una vera concorrenza dato che definiscono le regole del gioco. A questo scopo potremmo citare altri data breach nel pubblico che sono stati ben più gravi del caso INPS in Italia, come per Equifax, l’agenzia delle entrate statunitense, o nel 2018 del NHS, il sistema sanitario inglese, ma anche no perché…\r\n\r\nCome si diceva prima infatti, è palese che il codice oltre ad essere scritto con i piedi è anche frutto del lavoro di una dozzina di persone che si sono susseguite nel tempo e non si sono mai parlate. Capite che è ben diverso farsi curare dallo stesso medico o ritrovarsene uno diverso ogni giorno. Il meccanismo è ben oliato anche per funzionare per mantenere la cricca dell’intermediazione, dove ovviamente se nessuno ha colpe queste al massimo verranno riversato sull’ultimno povero cristo.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ",[617],{"field":105,"matched_tokens":618,"snippet":614,"value":615},[94],{"best_field_score":409,"best_field_weight":153,"fields_matched":154,"num_tokens_dropped":51,"score":410,"tokens_matched":37,"typo_prefix_score":51},{"document":621,"highlight":633,"highlights":638,"text_match":407,"text_match_info":641},{"comment_count":51,"id":622,"is_sticky":51,"permalink":623,"podcastfilter":624,"post_author":602,"post_content":625,"post_date":626,"post_excerpt":57,"post_id":622,"post_modified":627,"post_thumbnail":628,"post_title":629,"post_type":346,"sort_by_date":630,"tag_links":631,"tags":632},"58202","http://radioblackout.org/podcast/stakka-stakka-uber-11-marzo-2020/",[299]," \r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/stakkastakka-59.mp3\r\nPosta del ♥ dell'Internet\r\n\r\n \tCome un ciclista è stato ingiustamente incriminato di un furto attraverso la geolocalizzazione di Google\r\n \tLa polizia europea vuole un database condiviso per il riconoscimento facciale\r\n \tSeti@Home sarà dismesso a fine Marzo, e si porta via un'intera generazione di cacciatori di UFO (cosi ci nascondono?)\r\n \tAddio alle lampadine smart: Philips taglia la connessione alle vecchie Hue Bridge (Addio e grazie per tutte le botnet!)\r\n \tFawkies, l'app che rende irriconoscibili i tuoi immancabili selfie alle AI\r\n\r\nApprofondimento su Uber\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/stakkastakka-59.mp3\r\nParliamo di Uber. Un applicazine che nasce nel 2010 che permette di richiedere ad un altro utente di venirti a prendere dietro pagamento. Parleremo di come Uber sia riuscita a creare un buco finanziario di miliardi di dollari sostenuta da una prodigiosa propaganda basata su finzione, confusione e produzione di articoli accademici che nessuno si è premurato di rileggere.\r\n\r\nPerchè uber, una compagnia che ha perso oltre venti miliardi di dollari da quando ha incominciato ad operare nel 2010 e che non mostra alcun segno di poter generare profitto viene ancora vista come una compagnia di successo ed in crescita?\r\nPerchè c'è la percezione che uber abbia portato notevoli miglioramenti al sistema di trasporto urbano ed un generale miglioramento della qualità del servizio per i passeggeri quando ha fallito ad avviare un modello di azienda funzionante e cercando di prevaricare in pezzi del mercato attraverso una politica semi-monopolistica?\r\n\r\nUber paradossalmente non è in grando di mantenere dei veicoli in modo più efficiente o meno costose dei servizi di taxi che ha portato al fallimento. Tutto il siccesso e la popolarità di uber può essere spiegata da miliardi in investimenti predatori in strumenti di ottimizzazione del servizio.\r\n\r\nNon c'è alcuna prova inidimendente che l'innovazione tecnolgia sventolata da uber (ammesso e non concesso che sia vera) abbiamo mai avuto un vero impatto materiale nell'organizzazione del mercato. Uber un azienda che ha prodotto un livello di innovazione comparabile con quello del mio gatto.\r\n\r\nIl vantaggio economico di uber nel mercato non deriva da qualche sofisticato algoritmo di ottimizzazione, ma dalla constante capacità dell'azienda di tagliare la \"quota\" riservata agli autisti. Dal 2016 parliamo di una contrazinoe del 40%. I tagli hanno portato gli stipendi sotto il livello minimo in molti territori dove l'applicazione ha operato. Questo ha permesso di trasferire circa tre miliardi dai lavorari al capitale.\r\n\r\nMa come ha fatto uber a convincere (ehm fragare) i finanziatori? Scimiottando quello che le GAFAM fanno da sempre. È andata in giro a vantarsi del suo monopolio.\r\n\r\nAmazon, Google e Facebook hanno lasciato agli startuppari di domani un copione da seguire per chi vuole raggiungere la valutazione a nove cifre del capitale. Queste aziende prima hanno basato le loro fondamenta su prodotti che potremmo definire legittimi e portatori di una certa quantità di innovazione che potremmo definire \"genuina\". Google effettivamente ha fatto un motore di ricerca, Facebook un social network, Amazon i suoi server. A quello punto hanno dimostrato che questi prodotti erano in grado di reggere sul mercato, insomma fare soldi. Da questa posizione poi si sono divertiti a costruire monopoli aquisendo tutti i possibili competitor.\r\n\r\nUber non è semplicemnete un altra bolla tech che beneficia di capitale a buon mercato e la percezione diffusa che la \"tecnologia disruptive\" è in grado di risolvere i problemi del mondo. La sua strategia si è basata su tre tasselli che nessuno aveva mai messo in gioco in questo modo.\r\n\r\nIl primo vantaggio strategico è stato quello di saltare a piè pari la difficolta di dover costruire un prodotto che funzionasse. Colonna portante del paradigma dell'unicorno. Sono partiti direttamente dai 13 migliardi messi sul tavolo dai mitici investitori. 2300 volte la prima IPO richiesta da Amazon.\r\n\r\nIl secondo tassello è stato quello della \"crescita a tutti i costi\". Giornalisti, avvocati, politici si sono fatti dettare l'agenda dai PR di uber.\r\n\r\nIl terzo è stato quello di guidare lo sviluppo dell'azienda come un processo politico, usando tecniche importate dal mondo dei partiti. Gli investitori di uber sapevano che gli sarebbe servito il potere politico per accellerare la crescita e mantenere le loro promesse.\r\n\r\nAmazon, Google e Facebook prima di avere il bisogno e la capacità di fare lobby hanno atteso anni. Uber è stata la prima startup in cui questa attività è stata in testa alla lista delle priorità dal giorno uno. Tanto da assumere un ex considegliere del presidente (David Plouffe) o un confidente del Primo Ministro Britannico (Rachel Whetstone) come dirigenti delle relazioni pubbliche dell'azienda.\r\n\r\nQuesta strategia in tre parti ha sostenuto Uber in dieci anni di perdite da capogiro che avrebbero facilmente distrutto qualisiasi altra startup. La curiosità finale è che uber non è mai arrivata ad avere quella posizione di monopolio nel mercato da poter attuare veramente le politiche delle sue sorelle maggiori.\r\n\r\nLa narrative di uber è stata clamorosamente sbagliata dall'inizio, ma per fortuna c'è qualcuno che è sempre stato al suo fianco. Senza il ruolo dei media che hanno sistematicamente ignorato ogni prova di buon senso che gli cascava sui piedi per il nostro unicorno sarebbe stato difficile spiccare il volo.\r\n\r\nInfatti sta nella costruzione di un impareggiabile e caleidoscopica narrativa il metro con cui misuriamo il valore delle startup. Vediamo qualche esempio sperando che possa stimolare l'appetito prima di pranzo.\r\n\r\n\r\n\r\n \tUber è cresciuta percchè gli utenti hanno liberamente scelto i suoi servizi in mercati aperti e competitivi. Ignorate i grossi sussi che hanno completemente distorto i prezzi.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n \tLa potenza tecnologica di Uber può gestire ogni incombenza in qualsiasi mercato ovunque. Peccato che in cina abbia fatto un buco nell'acqua al primo tentativo.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n \tI problemi dei servizi di taxi esistenti sono stati creati dai politici cattivi, gli stessi che hanno provato ad impedire alla uber buona di creare posto di lavoro. Ma porcoddio.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n \tLa legge non può essere applicata ad Uber perchè Uber è nuovo. nuova ride-super-sharing-industry. Ignoriamo il fatto che i taxi e Uber condividano la stessa identica struttura, scopi, etc.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n \tUber è tech, super-tech. Ogni perdita diventerà un vantaggio finchè non riuscirà a distruggere i proprietari di auto ed il trasporto pubblico. Ignoriamo i costi, le perdite e i fallimenti. Per il resto tutto regolare.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n \tLe leggi sul lavoro no possono proteggere i lavoratori di Uber perchè perchè è una compagnia di sviluppo software, non una di trasporti.\r\n\r\n\r\n\r\nIl genio del suo programma di comunicazione è stato prorio quello di distrarre dalla sua incapacità di reggersi sulle proprie gambe e convincere le persone che tutti i problemi del mercato dei taxi è stato generato dalle leggi. La combinazione della tecnologia super pettinata di uber e la sua superiorità alle leggi invece erano gli ingredienti per superare questi limiti.\r\n\r\nMa la storia di Uber rimane un piano aziendale da anni 90 portato avanti da un gruppo di libertari corporativi guidati da Charles and David Kock. Il loro programma continua a spingere ad eliminare ogni tipo di standard pubblico di sicurezza per i trasporti.\r\n\r\nL'abilità di uber negli ultimi dieci anni di manenere la sua immagine di successo di azienda innovativa si è basata su tecniche di propaganda.\r\n\r\nIl problema è stato che Uber ha supportota ricerche accademiche che seguivano standard per essere indipendenti o finanziate dalle università, ma che in realtà spingevano la causa della startup californiana. Uber ha beneficiato enormemente non solo dagli articoli di giornale, ma anche dalle versioni semplificate di articoli accademici, blog e think tanks.\r\n\r\nEditori di prestigiosi giornali economici non sono stati in grado di valutare in modo critico le proposte di articoli sul modello azienda di Uber. Ma ogni tipo di review o risposte agli articoli originali sarebbe stata impossibile dato che i dati necessari per svilupparli erano e sono ancora di proprietà esclusiva di Uber.\r\n\r\nUn esempio potrebbe essere l'articolo di Cramer e Krueger del 2015 dal titoli \"Cambiamenti distruttivi nel business dei taxi: Il caso di Uber\". Pubblicato inizialmente dal National Bureau o Economic Research e poi dall'American Economic Review.\r\n\r\nIl paper ha dato credibilità al millantato vantaggio economico di Uber (38% nel mondo, 66% in alcune città). Il paper si è basato principalmente sullo scontro Uber vs Taxi utilizzando misure incompatibili tra loro come il totale di ore lavoro. Infatti i guidatori d taxi hanno grandi incentivi a guidare tutto il giorno per dover coprire i costi del mezzo, la benzina, assicurazione, etc. I guidatori di Uber hanno grossi incentivi a guidare poco nei picchi di richiesta e non accendere l'applicazione a meno di essere immediatamente pronti a guidare. Il paper continua senza presentare mai un dato.\r\n\r\nMa il paper che mi è piaciuto di più si chiama \"I guidatori di Uber guadagnano più dei guidatori di taxi essendo più flessibili\". Capolavoro. Per incominciare notiamo come uno dei due autori al tempo della scrittura dell'articolo era formalmente un dipendente di Uber, l'altro un consulente. All'interno troviamo dati sul guadagno annuo dei guidatori che si sono dimostrati interamente costruiti a tavolino dagli autori.\r\n\r\nOra passiamo a \"Uber aumenta il benessere dei clienti\" dove arrivano i big data. Sorvoliamo su come uno studio condotto sulle quattro città più ricche degli stati uniti possa essere rappresentativo per il mondo. Questo paper non ha misurato il benessere degli utenti, ma una piccola contrazione del prezzo in una forbice di pochi mesi.\r\n\r\n\"Il valore del lavoro flessibile: prove dai lavoratori di Uber\" è stata la risposta di Uber alle crescenti accuse di sfruttamento dei lavoratori e delle difficili condizioni di stress a cui gli autisti sono stati sottoposti. Un potente grimaldello di propaganda che ha permesso ad Uber di tacciare i suoi detrattori di fare discorsi contro gli interessi dei lavoratori.\r\n\r\nIl paper parla di come il modello operativo di Uber non impone alcun tipo di limitazione ai lavoratori. Sarebbe vero se non si ignorasse completamente le politiche che forzano gli autisti a comprare veicoli sempre più costosi per ottenere più corse dall'algoritmo, algoritmo che provvede ad eliminare gli autisti dalla piattaforma qualora si osassero di rifiutare una corsa.\r\n\r\nQuesti paper sono solo un esempio di come i giornalisti hanno felicemente digerito tutto la propaganda della startup californiana facendosi megavono per i loro investitori.\r\n \r\n\r\n ","15 Marzo 2020","2020-03-15 20:08:17","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/south-park-s18e04-handicar_4x3-200x110.jpg","Stakka Stakka – Uber [11 Marzo 2020]",1584302197,[],[],{"post_content":634},{"matched_tokens":635,"snippet":636,"value":637},[94],"dell'Internet\r\n\r\n \tCome un ciclista è \u003Cmark>stato\u003C/mark> ingiustamente incriminato di un furto"," \r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/stakkastakka-59.mp3\r\nPosta del ♥ dell'Internet\r\n\r\n \tCome un ciclista è \u003Cmark>stato\u003C/mark> ingiustamente incriminato di un furto attraverso la geolocalizzazione di Google\r\n \tLa polizia europea vuole un database condiviso per il riconoscimento facciale\r\n \tSeti@Home sarà dismesso a fine Marzo, e si porta via un'intera generazione di cacciatori di UFO (cosi ci nascondono?)\r\n \tAddio alle lampadine smart: Philips taglia la connessione alle vecchie Hue Bridge (Addio e grazie per tutte le botnet!)\r\n \tFawkies, l'app che rende irriconoscibili i tuoi immancabili selfie alle AI\r\n\r\nApprofondimento su Uber\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/stakkastakka-59.mp3\r\nParliamo di Uber. Un applicazine che nasce nel 2010 che permette di richiedere ad un altro utente di venirti a prendere dietro pagamento. Parleremo di come Uber sia riuscita a creare un buco finanziario di miliardi di dollari sostenuta da una prodigiosa propaganda basata su finzione, confusione e produzione di articoli accademici che nessuno si è premurato di rileggere.\r\n\r\nPerchè uber, una compagnia che ha perso oltre venti miliardi di dollari da quando ha incominciato ad operare nel 2010 e che non mostra alcun segno di poter generare profitto viene ancora vista come una compagnia di successo ed in crescita?\r\nPerchè c'è la percezione che uber abbia portato notevoli miglioramenti al sistema di trasporto urbano ed un generale miglioramento della qualità del servizio per i passeggeri quando ha \u003Cmark>fallito\u003C/mark> ad avviare un modello di azienda funzionante e cercando di prevaricare in pezzi del mercato attraverso una politica semi-monopolistica?\r\n\r\nUber paradossalmente non è in grando di mantenere dei veicoli in modo più efficiente o meno costose dei servizi di taxi che ha portato al fallimento. Tutto il siccesso e la popolarità di uber può essere spiegata da miliardi in investimenti predatori in strumenti di ottimizzazione del servizio.\r\n\r\nNon c'è alcuna prova inidimendente che l'innovazione tecnolgia sventolata da uber (ammesso e non concesso che sia vera) abbiamo mai avuto un vero impatto materiale nell'organizzazione del mercato. Uber un azienda che ha prodotto un livello di innovazione comparabile con quello del mio gatto.\r\n\r\nIl vantaggio economico di uber nel mercato non deriva da qualche sofisticato algoritmo di ottimizzazione, ma dalla constante capacità dell'azienda di tagliare la \"quota\" riservata agli autisti. Dal 2016 parliamo di una contrazinoe del 40%. I tagli hanno portato gli stipendi sotto il livello minimo in molti territori dove l'applicazione ha operato. Questo ha permesso di trasferire circa tre miliardi dai lavorari al capitale.\r\n\r\nMa come ha fatto uber a convincere (ehm fragare) i finanziatori? Scimiottando quello che le GAFAM fanno da sempre. È andata in giro a vantarsi del suo monopolio.\r\n\r\nAmazon, Google e Facebook hanno lasciato agli startuppari di domani un copione da seguire per chi vuole raggiungere la valutazione a nove cifre del capitale. Queste aziende prima hanno basato le loro fondamenta su prodotti che potremmo definire legittimi e portatori di una certa quantità di innovazione che potremmo definire \"genuina\". Google effettivamente ha fatto un motore di ricerca, Facebook un social network, Amazon i suoi server. A quello punto hanno dimostrato che questi prodotti erano in grado di reggere sul mercato, insomma fare soldi. Da questa posizione poi si sono divertiti a costruire monopoli aquisendo tutti i possibili competitor.\r\n\r\nUber non è semplicemnete un altra bolla tech che beneficia di capitale a buon mercato e la percezione diffusa che la \"tecnologia disruptive\" è in grado di risolvere i problemi del mondo. La sua strategia si è basata su tre tasselli che nessuno aveva mai messo in gioco in questo modo.\r\n\r\nIl primo vantaggio strategico è \u003Cmark>stato\u003C/mark> quello di saltare a piè pari la difficolta di dover costruire un prodotto che funzionasse. Colonna portante del paradigma dell'unicorno. Sono partiti direttamente dai 13 migliardi messi sul tavolo dai mitici investitori. 2300 volte la prima IPO richiesta da Amazon.\r\n\r\nIl secondo tassello è \u003Cmark>stato\u003C/mark> quello della \"crescita a tutti i costi\". Giornalisti, avvocati, politici si sono fatti dettare l'agenda dai PR di uber.\r\n\r\nIl terzo è \u003Cmark>stato\u003C/mark> quello di guidare lo sviluppo dell'azienda come un processo politico, usando tecniche importate dal mondo dei partiti. Gli investitori di uber sapevano che gli sarebbe servito il potere politico per accellerare la crescita e mantenere le loro promesse.\r\n\r\nAmazon, Google e Facebook prima di avere il bisogno e la capacità di fare lobby hanno atteso anni. Uber è stata la prima startup in cui questa attività è stata in testa alla lista delle priorità dal giorno uno. Tanto da assumere un ex considegliere del presidente (David Plouffe) o un confidente del Primo Ministro Britannico (Rachel Whetstone) come dirigenti delle relazioni pubbliche dell'azienda.\r\n\r\nQuesta strategia in tre parti ha sostenuto Uber in dieci anni di perdite da capogiro che avrebbero facilmente distrutto qualisiasi altra startup. La curiosità finale è che uber non è mai arrivata ad avere quella posizione di monopolio nel mercato da poter attuare veramente le politiche delle sue sorelle maggiori.\r\n\r\nLa narrative di uber è stata clamorosamente sbagliata dall'inizio, ma per fortuna c'è qualcuno che è sempre \u003Cmark>stato\u003C/mark> al suo fianco. Senza il ruolo dei media che hanno sistematicamente ignorato ogni prova di buon senso che gli cascava sui piedi per il nostro unicorno sarebbe \u003Cmark>stato\u003C/mark> difficile spiccare il volo.\r\n\r\nInfatti sta nella costruzione di un impareggiabile e caleidoscopica narrativa il metro con cui misuriamo il valore delle startup. Vediamo qualche esempio sperando che possa stimolare l'appetito prima di pranzo.\r\n\r\n\r\n\r\n \tUber è cresciuta percchè gli utenti hanno liberamente scelto i suoi servizi in mercati aperti e competitivi. Ignorate i grossi sussi che hanno completemente distorto i prezzi.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n \tLa potenza tecnologica di Uber può gestire ogni incombenza in qualsiasi mercato ovunque. Peccato che in cina abbia fatto un buco nell'acqua al primo tentativo.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n \tI problemi dei servizi di taxi esistenti sono stati creati dai politici cattivi, gli stessi che hanno provato ad impedire alla uber buona di creare posto di lavoro. Ma porcoddio.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n \tLa legge non può essere applicata ad Uber perchè Uber è nuovo. nuova ride-super-sharing-industry. Ignoriamo il fatto che i taxi e Uber condividano la stessa identica struttura, scopi, etc.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n \tUber è tech, super-tech. Ogni perdita diventerà un vantaggio finchè non riuscirà a distruggere i proprietari di auto ed il trasporto pubblico. Ignoriamo i costi, le perdite e i fallimenti. Per il resto tutto regolare.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n \tLe leggi sul lavoro no possono proteggere i lavoratori di Uber perchè perchè è una compagnia di sviluppo software, non una di trasporti.\r\n\r\n\r\n\r\nIl genio del suo programma di comunicazione è \u003Cmark>stato\u003C/mark> prorio quello di distrarre dalla sua incapacità di reggersi sulle proprie gambe e convincere le persone che tutti i problemi del mercato dei taxi è \u003Cmark>stato\u003C/mark> generato dalle leggi. La combinazione della tecnologia super pettinata di uber e la sua superiorità alle leggi invece erano gli ingredienti per superare questi limiti.\r\n\r\nMa la storia di Uber rimane un piano aziendale da anni 90 portato avanti da un gruppo di libertari corporativi guidati da Charles and David Kock. Il loro programma continua a spingere ad eliminare ogni tipo di standard pubblico di sicurezza per i trasporti.\r\n\r\nL'abilità di uber negli ultimi dieci anni di manenere la sua immagine di successo di azienda innovativa si è basata su tecniche di propaganda.\r\n\r\nIl problema è \u003Cmark>stato\u003C/mark> che Uber ha supportota ricerche accademiche che seguivano standard per essere indipendenti o finanziate dalle università, ma che in realtà spingevano la causa della startup californiana. Uber ha beneficiato enormemente non solo dagli articoli di giornale, ma anche dalle versioni semplificate di articoli accademici, blog e think tanks.\r\n\r\nEditori di prestigiosi giornali economici non sono stati in grado di valutare in modo critico le proposte di articoli sul modello azienda di Uber. Ma ogni tipo di review o risposte agli articoli originali sarebbe stata impossibile dato che i dati necessari per svilupparli erano e sono ancora di proprietà esclusiva di Uber.\r\n\r\nUn esempio potrebbe essere l'articolo di Cramer e Krueger del 2015 dal titoli \"Cambiamenti distruttivi nel business dei taxi: Il caso di Uber\". Pubblicato inizialmente dal National Bureau o Economic Research e poi dall'American Economic Review.\r\n\r\nIl paper ha dato credibilità al millantato vantaggio economico di Uber (38% nel mondo, 66% in alcune città). Il paper si è basato principalmente sullo scontro Uber vs Taxi utilizzando misure incompatibili tra loro come il totale di ore lavoro. Infatti i guidatori d taxi hanno grandi incentivi a guidare tutto il giorno per dover coprire i costi del mezzo, la benzina, assicurazione, etc. I guidatori di Uber hanno grossi incentivi a guidare poco nei picchi di richiesta e non accendere l'applicazione a meno di essere immediatamente pronti a guidare. Il paper continua senza presentare mai un dato.\r\n\r\nMa il paper che mi è piaciuto di più si chiama \"I guidatori di Uber guadagnano più dei guidatori di taxi essendo più flessibili\". Capolavoro. Per incominciare notiamo come uno dei due autori al tempo della scrittura dell'articolo era formalmente un dipendente di Uber, l'altro un consulente. All'interno troviamo dati sul guadagno annuo dei guidatori che si sono dimostrati interamente costruiti a tavolino dagli autori.\r\n\r\nOra passiamo a \"Uber aumenta il benessere dei clienti\" dove arrivano i big data. Sorvoliamo su come uno studio condotto sulle quattro città più ricche degli stati uniti possa essere rappresentativo per il mondo. Questo paper non ha misurato il benessere degli utenti, ma una piccola contrazione del prezzo in una forbice di pochi mesi.\r\n\r\n\"Il valore del lavoro flessibile: prove dai lavoratori di Uber\" è stata la risposta di Uber alle crescenti accuse di sfruttamento dei lavoratori e delle difficili condizioni di stress a cui gli autisti sono stati sottoposti. Un potente grimaldello di propaganda che ha permesso ad Uber di tacciare i suoi detrattori di fare discorsi contro gli interessi dei lavoratori.\r\n\r\nIl paper parla di come il modello operativo di Uber non impone alcun tipo di limitazione ai lavoratori. Sarebbe vero se non si ignorasse completamente le politiche che forzano gli autisti a comprare veicoli sempre più costosi per ottenere più corse dall'algoritmo, algoritmo che provvede ad eliminare gli autisti dalla piattaforma qualora si osassero di rifiutare una corsa.\r\n\r\nQuesti paper sono solo un esempio di come i giornalisti hanno felicemente digerito tutto la propaganda della startup californiana facendosi megavono per i loro investitori.\r\n \r\n\r\n ",[639],{"field":105,"matched_tokens":640,"snippet":636,"value":637},[94],{"best_field_score":409,"best_field_weight":153,"fields_matched":154,"num_tokens_dropped":51,"score":410,"tokens_matched":37,"typo_prefix_score":51},6637,{"collection_name":346,"first_q":74,"per_page":20,"q":74},["Reactive",645],{},["Set"],["ShallowReactive",648],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fNpeO6P9SHWZxDoAQbgeH8vgU6OoSzheSiRpSFsSkXyo":-1},true,"/search?query=stato+fallito"]