","MIA. Arriva il reddito di esclusione sociale","post",1678218501,[62,63,64,65,66,67],"http://radioblackout.org/tag/disoccupazione/","http://radioblackout.org/tag/mia/","http://radioblackout.org/tag/misura-di-inclusione-attiva/","http://radioblackout.org/tag/poverta/","http://radioblackout.org/tag/reddito-di-cittadinanza/","http://radioblackout.org/tag/sussidio/",[69,70,71,72,17,73],"disoccupazione","MIA","misura di inclusione attiva","povertà","sussidio",{"post_content":75,"tags":79},{"matched_tokens":76,"snippet":77,"value":78},[73],"Misura di Inclusione Attiva – il \u003Cmark>sussidio\u003C/mark> governativo che sostituirà il reddito","Si chiamerà MIA – Misura di Inclusione Attiva – il \u003Cmark>sussidio\u003C/mark> governativo che sostituirà il reddito di cittadinanza, che l’esecutivo ha deciso di rottamare.\r\nLa nuova misura tutela le famiglie e penalizza i singoli, secondo lo schema – dio patria famiglia – tanto caro a Meloni. Ma… A ben guardare i figli a carico alzano poco la cifra corrisposta, perché il governo vuole colpire gli immigrati e le immigrate che, statisticamente, hanno più figli. Così tutto torna.\r\nSi tratta, anche in questo caso, di una possibilità cui si accede solo con la disponibilità ad accettare qualunque lavoro venga proposto. Anche i minorenni con più di 16 anni sono tenuti a dimostrare di stare attivamente cercando un lavoro. Va da se che stage, corsi di formazione non pagati, vanno accettati in silenzio e a testa bassa.\r\nSinora le strutture preposte a proporre lavori ai non occupati erano solo pubbliche e funzionavano poco: con il MIA potranno entrare in campo le agenzie interinali, che, contando sulla paura della perdita del \u003Cmark>sussidio\u003C/mark>, potranno ricattare le vite di molte persone. Inevitabilmente, di fronte a lavori lontani, pericolosi e poco pagati qualcuno finirà con il rinunciare e tornare a campare di economie informali e lavoretti in nero.\r\n\r\nIl MIA, le cui richieste vanno presentate entro il 31 agosto, sarà comunque corrisposto solo sino alla fine dell’anno.\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Fricche\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/2023-03-07-reddito-fricche.mp3\"][/audio]",[80,82,84,86,88,90],{"matched_tokens":81,"snippet":69},[],{"matched_tokens":83,"snippet":70},[],{"matched_tokens":85,"snippet":71},[],{"matched_tokens":87,"snippet":72},[],{"matched_tokens":89,"snippet":17},[],{"matched_tokens":91,"snippet":92},[73],"\u003Cmark>sussidio\u003C/mark>",[94,100],{"field":36,"indices":95,"matched_tokens":97,"snippets":99},[96],5,[98],[73],[92],{"field":101,"matched_tokens":102,"snippet":77,"value":78},"post_content",[73],578730123365712000,{"best_field_score":105,"best_field_weight":106,"fields_matched":19,"num_tokens_dropped":48,"score":107,"tokens_matched":24,"typo_prefix_score":48},"1108091339008",13,"578730123365711978",{"document":109,"highlight":132,"highlights":137,"text_match":140,"text_match_info":141},{"cat_link":110,"category":111,"comment_count":48,"id":112,"is_sticky":48,"permalink":113,"post_author":51,"post_content":114,"post_date":115,"post_excerpt":116,"post_id":112,"post_modified":117,"post_thumbnail":118,"post_thumbnail_html":119,"post_title":120,"post_type":59,"sort_by_date":121,"tag_links":122,"tags":127},[45],[47],"96333","http://radioblackout.org/2025/03/europa-succube-del-complesso-militare-industriale-celebra-il-suo-riarmo/","Il piano di riarmo europeo in nome della sicurezza introduce una tassa militare mascherata, la cui riscossione avverrà a scapito della protezione sociale. Il modellodi welfare europeo viene sacrificato in nome della subordinazione delle inette classi dirigenti europee agli interessi del complesso militare industriale israelo americano. A giustificazione di quello che si configura come un trasferimento diretto di risorse dal pubblico al privato a beneficio del capitale finanziario che alberga comodamente nei consigli di amministrazione delle piu' importanti industrie militari , la grancassa mediatica della propaganda delira su inverosimili aggressioni russe paventando l'arrivo dei cosacchi a San Pietro . Se i russi sono in ginocchio come dall'inizio della guerra in Ucraina ci raccontano , allora non c’è nessun rischio che arrivino a Lisbona (visto che non sono arrivati neanche a Kiev) e non c’è alcun bisogno di spendere a debito altri 800 miliardi di euro, oltre ai più di 400 che quest’anno verranno stanziati da tutte le nazioni europee per la difesa. Una quota schiacciante della spesa militare impegnata in Europa per sconfiggere l'idra russa si trasforma in un sussidio diretto ai produttori di armi americani che monopolizzano i primi cinque posti nella classifica mondiale dei commercianti di equipaggiamenti e servizi militari, e tutto ciò avverrà con l'utilizzo dell'articolo 122 dei trattati europei che permette una procedura accelerata senza un voto al Parlamento europeo , a dimostrazione della natura oligarchica delle istituzioni europee.\r\n\r\nNe parliamo con Alberto Negri giornalista e reporter di guerra .\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/INFO-10032025-ALBERTO-NEGRI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","10 Marzo 2025","Rearm Europe e i sonnambuli di Bruxelles ","2025-03-10 17:03:39","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/INFO-10032025-NEGRI-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"214\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/INFO-10032025-NEGRI-214x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/INFO-10032025-NEGRI-214x300.jpg 214w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/INFO-10032025-NEGRI.jpg 591w\" sizes=\"auto, (max-width: 214px) 100vw, 214px\" />","EUROPA SUCCUBE DEL COMPLESSO MILITARE INDUSTRIALE CELEBRA IL SUO RIARMO.",1741626219,[123,124,125,126],"http://radioblackout.org/tag/complesso-milkitare-industriale/","http://radioblackout.org/tag/contro-la-guerra-e-leconomia-di-guerra/","http://radioblackout.org/tag/rearme-europe/","http://radioblackout.org/tag/riarmo/",[128,129,130,131],"complesso milkitare industriale","contro la guerra e l'economia di guerra","rearme europe","riarmo",{"post_content":133},{"matched_tokens":134,"snippet":135,"value":136},[73],"russa si trasforma in un \u003Cmark>sussidio\u003C/mark> diretto ai produttori di armi","Il piano di riarmo europeo in nome della sicurezza introduce una tassa militare mascherata, la cui riscossione avverrà a scapito della protezione sociale. 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Per il momento il sussidio resiste ma i giornali e il governo vanno a caccia dei “furbetti” senza dare alcuna spiegazione approfondita seppur si tratti di un argomento centrale e che va di pari passo con il vertiginoso aumento dell’occupazione precaria a tempo determinato con dei dati pari al periodo precedente la pandemia.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/eugenio-su-rdc.11.04-10.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","4 Novembre 2021","2021-11-04 16:27:15","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/a-draghi-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"188\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/a-draghi-300x188.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/a-draghi-300x188.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/a-draghi.jpg 335w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Legge di bilancio: cosa cambia per il reddito di cittadinanza?",1636043235,[159,160,66],"http://radioblackout.org/tag/economia/","http://radioblackout.org/tag/legge-di-bilancio/",[162,163,17],"economia","legge di bilancio",{"post_content":165},{"matched_tokens":166,"snippet":167,"value":168},[73],"disponibilità al lavoro, sospensione dal \u003Cmark>sussidio\u003C/mark> in caso di misure cautelari","Revisione dei requisiti di accesso, immediata disponibilità al lavoro, sospensione dal \u003Cmark>sussidio\u003C/mark> in caso di misure cautelari o di rifiuto di proposte di lavoro – effettuate dalle agenzie interinali – queste sono solo alcune delle questioni trattate con Eugenio che ci commenta la parte relativa al Reddito di Cittadinanza incluso nella manovra del governo Draghi. 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Le ragioni dell'intervento dell'esercito non sono ancora così evidenti, ma entrano nella tradizione che li ha visti protagonisti (1962, 1978, 1990). La dimensione della protesta sta allargandosi con il passare dei giorni e questo è l'aspetto anodino, dovuto probabilmente dalla democratizzazione avviata da una decina di anni, che può aver instillato il bisogno di liberarsi del totalitarismo e le relazioni con il resto del mondo son diventate così diffuse che è più difficile congelarle completamente, almeno a Yangon e Mandalay, mentre Naypidaw è stata immaginata appositamente per creare consenso: un'ingegneria sociale che si avvale anche della pianificazione urbanistica volta a impedire scontri e manifestazioni di piazza.\r\n\r\nL’ambigua figura di Aung San Suu Kyi non è assimilabile ai militari, ma non è più un’icona occidentale a causa della questione rohingya (cinismo, apartheid, colonialismo britannico e persecuzioni etnico-religiose per fornire un pretesto al land-grabbing), quindi è opportuno svincolare la sua immagine dai luoghi comuni e inserirla nel suo coté culturale, che racconta un’aristocrazia birmana all'interno di una maggioranza etnica all'interno della quale si consuma la sua contrapposizione “dinastica” al potere militare. Una contrapposizione che non prelude al cambio di regime, ma solo del suo gestore: infatti i 5 anni di potere non hanno apportato cambiamenti sostanziali.\r\n\r\nE anche i militari si appellano a istituzioni democratiche, quelle che loro hanno sancito come tali. Da un autoritarismo senza scampo si è avuta un'evoluzione, persino nel momento del golpe: il potere è stato avocato a sé dai militari, ma a norma di legge. Un regime ibrido tipico dell’area; forse anche facendo il gioco della Cina, che di lì fa passare la sua Via della Seta e delocalizza produzioni... e qui si innesta il discorso relativo alle border-lands, dove gli interessi si intrecciano, e comunque ci sono periferie e periferie, ciascuna con pesi politici ed economici diversi, con risorse e lotte armate ancora in corso in svariate regioni, dove le milizie – governative o meno – sono attivamente impegnate a curare il business delle frontiere e a sostenere governi indipendenti locali, controllati da minoranze etniche come shan, kachine, karen... con lotte tra le generazioni diverse di guerriglieri, ciascuna impegnata a perseguire i propri differenti interessi.\r\n\r\n\r\n\r\nDopo aver congedato Stefano Ruzza abbiamo proseguito con il Vietnam, dove si è concluso il XIII congresso del partito comunista che è stato sviscerato da Sabrina in un articolo recente: confermato l'immarcescibile Nguyen Phu Trong 77enne ben al di là dei limiti costituzionali per l'alta carica e paese del Sudest asiatico che spicca tra gli altri per il probabile lancio dovuto alla raccolta di tutta la produzione a basso costo dell'area e non solo, e poi per la sua posizione al centro di ogni accordo economico: sia in funzione anticinese, che in quella filocinese, nonostante si contrapponga militarmente e abbia un contenzioso sulle Spratly con la Cina.\r\n\r\nCina che per una volta si trova nei panni non dell'accusato, ma del buggerato, perché nei oprogetti avviati in Papua non ha potuto avviare la attività, in quanto il governo della Nuova Guinea per ottenere sconti ha affidato una tranche delle reti del 4G a Huawei e un'altra parte all'Australia che non ha completato la sua parte, avendo dovuto stornare parte dei fondi a sussidio dei debiti della Exim Bank (ce ha contratto debiti con la Cina stessa) e quindi non scatta la \"trappola del debito\" e diventa difficile rientrare della spesa per un servizio che non ha potuto andare a regime e quindi non può venire sequestrato a fronte delle inadempienze del cliente.\r\n\r\n\"07 La complessità del Myanmar e la continuità vietnamita\".\r\n\r\n \r\n\r\nhttps://youtu.be/BD0Xz6UL3ak","7 Febbraio 2021","2021-02-07 02:00:11","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/SBB28H0417-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"199\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/SBB28H0417-300x199.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/SBB28H0417-300x199.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/SBB28H0417-1024x681.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/SBB28H0417-768x511.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/SBB28H0417.jpg 1029w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Onde indopacifiche 07",1612663211,[187,188,189,190,191,192,193,194],"http://radioblackout.org/tag/aung-san-su-kiy/","http://radioblackout.org/tag/mandalay/","http://radioblackout.org/tag/myanmar/","http://radioblackout.org/tag/naypidaw/","http://radioblackout.org/tag/nguyen-phu-trong/","http://radioblackout.org/tag/papua/","http://radioblackout.org/tag/vietnam/","http://radioblackout.org/tag/ysngon/",[196,197,198,199,200,201,202,203],"Aung San Su Kiy","Mandalay","myanmar","Naypidaw","Nguyen Phu Trong","Papua","Vietnam","Ysngon",{"post_content":205},{"matched_tokens":206,"snippet":207,"value":208},[73],"stornare parte dei fondi a \u003Cmark>sussidio\u003C/mark> dei debiti della Exim Bank","https://youtu.be/BwxUgFbouUI\r\n\r\n \r\n\r\nIniziamo la settima puntata con un ospite d'eccezione: Stefano Ruzza, dal quale otteniamo una lucidissima analisi dei vari protagonisti e della condizione dei birmani dopo il golpe del 2 febbraio 2021\r\n\r\nLa risposta del paese si sta manifestando in una sorta di rigetto dell'iniziativa golpista: cacerolazo, resistenza passiva, rifiuto del potere dei generali, che comunque hanno un potere forse inattaccabile, per ora. 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Da una parte quello dell'Ocse «Preventing Ageing Unequality» che propone alcune soluzioni al prossimo governo per diminuire le diseguaglianze di reddito tra lavoratori giovani e anziani e quelle di genere tra uomini e donne cresciute a dismisura in Italia. Questo attraverso alcune mosse chiave: allungare ancora l’età pensionabile, tagliare in modo sostanziale la spesa pubblica, potenziare il sistema dell’alternanza scuola-lavoro e quello delle «politiche attive del lavoro»: se il disoccupato non accetta un lavoro qualsiasi, perde il magro sussidio. Un cortocircuito perfetto. Alcune delle cause che hanno prodotto le diseguaglianze sono proposte come i rimedi alle stesse. Un paradosso dell'economia capitalistica che continua a promuovere precarietà e ad evidenziare le falle del sistema.\r\n\r\nDall'altra parte, c'è un altro rapporto che ci parla dell'eredità che ci sta lasciando il famigerato Jobs Act: il rapporto 2017 \"Italiani nel mondo\", presentato dalla Fondazione Migrantes dove preponderanti sembrano essere le condizioni socio-economiche insostenibili nel paese del Jobs Act, una repubblica costruita sul lavoro informale e in nero dove l’85% delle nuove assunzioni è a breve e brevissimo termine (i dati sono dell’Inps). Le quarantanove mila persone che hanno lasciato l’Italia nell’ultimo anno (il 39% su 124.076 da gennaio a dicembre 2016) hanno un’età compresa tra i 18 e i 34 anni, un quarto ha tra i 35 e i 49 anni. In un solo anno gli «expat» in queste fasce d’età sono aumentati, rispettivamente, di oltre 9 mila e 3.500 unità.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Roberto Ciccarelli, giornalista de Il Manifesto\r\n\r\nCiccarelli_precarietà\r\n\r\n ","19 Ottobre 2017","2017-10-21 23:22:26","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/lavoro-precari-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/lavoro-precari-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/lavoro-precari-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/lavoro-precari-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/lavoro-precari-1024x683.jpg 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Il paradosso del rapporto Ocse sulla precarietà",1508457509,[227,228,229,230,231],"http://radioblackout.org/tag/crisi/","http://radioblackout.org/tag/jobs-act/","http://radioblackout.org/tag/lavoro/","http://radioblackout.org/tag/ocse/","http://radioblackout.org/tag/precarieta/",[233,234,15,235,22],"crisi","Jobs act","ocse",{"post_content":237},{"matched_tokens":238,"snippet":239,"value":240},[73],"lavoro qualsiasi, perde il magro \u003Cmark>sussidio\u003C/mark>. Un cortocircuito perfetto. Alcune delle","Negli ultimi giorni sono stati formulati due rapporti che ci parlano di precarietà. Da una parte quello dell'Ocse «Preventing Ageing Unequality» che propone alcune soluzioni al prossimo governo per diminuire le diseguaglianze di reddito tra lavoratori giovani e anziani e quelle di genere tra uomini e donne cresciute a dismisura in Italia. Questo attraverso alcune mosse chiave: allungare ancora l’età pensionabile, tagliare in modo sostanziale la spesa pubblica, potenziare il sistema dell’alternanza scuola-lavoro e quello delle «politiche attive del lavoro»: se il disoccupato non accetta un lavoro qualsiasi, perde il magro \u003Cmark>sussidio\u003C/mark>. Un cortocircuito perfetto. Alcune delle cause che hanno prodotto le diseguaglianze sono proposte come i rimedi alle stesse. 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Attivazione al lavoro, colpevolizzazione dell'inattività e soprattutto creazione di segmento del mercato del lavoro strutturalmente \"a basso salario\" sono le caratteristiche proprie delle riforme che negli ultimi dodici anni hanno prodotto ciò che è stato descritto come la \"cesura più importante nella storia dello Stato sociale tedesco da Bismark\" in poi. Dall'operazione politica \"Agenda 2010\" targata SPD-Verdi prende forma il \"Piano Hartz\", dal nome dell'ex direttore delle risorse umane di Volkswagen. Uno che sul mondo del lavoro ha le idee chiare: nel 2007 è stato condannato per aver comprato la pace sociale dell'azienda con tangenti e altri favori nei confronti del CdA. Attraverso il \"Piano Hartz\" si è così delineato un regime coercitivo di abbattimento del costo del lavoro.\r\n\r\n \r\n\r\nLa legge Hartz I, ad esempio, ha ulteriormente deregolamentato l'utilizzo di contratti a tempo determinato, sbarazzandosi della necessità di dichiarare un \"fondato motivo\" per espellere dal ciclo produttivo i lavoratori con più di 52 anni. Sono poi stati introdotti i cd. \"minijob\", di cui tanto di parla in Italia. Trattasi di lavori pagati 450 euro al mese e per cui vengono corrisposti metà contributi rispetto al normale. Lavori in cui sfruttamento e povertà trovano il loro massimo connubio: non è raro infatti che un medesimo lavoratore svolga diversi minijobs, rimanendo comunque al di sotto della soglia di povertà. La legge Hartz IV ha poi introdotto un sussidio contro la disoccupazione e la povertà. Appena 409 euro al mese nel 2017. Per riceverlo bisogna dimostrare di non possedere nulla, né in termini di proprietà, né di conto in banca. A quel punto si mette in moto l'infernale dispositivo per cui gli hartzer sono costretti a presentarsi ad appuntamenti e colloqui presso il Jobcenter e ad accettare qualunque lavoro venga loro offerto, a prescindere dal tipo di mansione, retribuzione (talvolta anche 1 euro l'ora), durata del contratto. In caso di rifiuto del lavoro o mancato appuntamento presso il Jobcenter, il sussidio viene decurtato, fino ad essere sostituito da buoni pasto. Non a caso è stato definito \"uno dei regimi più coercitivi d'Europa\". Hartz nel frattempo è riparato in Francia e, già vicino ad Hollande, è oggi uno dei principali ispiratori della nuova legge del lavoro fortemente voluta da Macron.\r\n\r\n \r\n\r\nQuesta mattina abbiamo tracciato un'analisi parallela della precarizzazione del lavoro, ormai dilagante su scala continentale.\r\n\r\nEmiliano dei Clash City Workers ha proposto uno sguardo situato su genealogia e caratteristiche dell'infernale \"modello tedesco\".\r\n\r\nCarmine Tomeo, autore di un puntuale articolo su questi temi, ha invece offerto una lettura critica dei dati Istat e Inps, che disegnano una società sempre più povera, precaria e divisa. Dove chi è ricco diventa sempre più ricco e chi è povero sempre più povero, come in Germania.\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta le dirette:\r\n\r\nUnknown\r\n\r\n ","23 Settembre 2017","2017-09-27 21:16:13","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/09/sdgfjg-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"198\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/09/sdgfjg-300x198.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/09/sdgfjg-300x198.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/09/sdgfjg-768x506.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/09/sdgfjg-1024x674.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/09/sdgfjg.jpg 1025w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","\"Incoraggiare ed esigere\": inferno tedesco e precarietà del lavoro in Italia",1506165989,[259,260,261,262,229,231,263],"http://radioblackout.org/tag/disuguaglianza/","http://radioblackout.org/tag/germania/","http://radioblackout.org/tag/harz/","http://radioblackout.org/tag/italia/","http://radioblackout.org/tag/sfruttamento/",[265,266,267,268,15,22,269],"disuguaglianza","germania","harz","italia","sfruttamento",{"post_content":271},{"matched_tokens":272,"snippet":273,"value":274},[73],"IV ha poi introdotto un \u003Cmark>sussidio\u003C/mark> contro la disoccupazione e la","\"Fördern und fordern\", \"incoraggiare ed esigere\", era la parola d'ordine contro i poveri utilizzata dal cancelliere tedesco Gerhard Schröder (1998-2005). 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Attraverso il \"Piano Hartz\" si è così delineato un regime coercitivo di abbattimento del costo del lavoro.\r\n\r\n \r\n\r\nLa legge Hartz I, ad esempio, ha ulteriormente deregolamentato l'utilizzo di contratti a tempo determinato, sbarazzandosi della necessità di dichiarare un \"fondato motivo\" per espellere dal ciclo produttivo i lavoratori con più di 52 anni. Sono poi stati introdotti i cd. \"minijob\", di cui tanto di parla in Italia. Trattasi di lavori pagati 450 euro al mese e per cui vengono corrisposti metà contributi rispetto al normale. Lavori in cui sfruttamento e povertà trovano il loro massimo connubio: non è raro infatti che un medesimo lavoratore svolga diversi minijobs, rimanendo comunque al di sotto della soglia di povertà. La legge Hartz IV ha poi introdotto un \u003Cmark>sussidio\u003C/mark> contro la disoccupazione e la povertà. Appena 409 euro al mese nel 2017. 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Di questa situazione ingarbugliata abbiamo parlato prima con Antonella De Biasi a partire dalla condizione del popolo curdo e armeno; e successivamente ci è sembrato utile approfondire con Murat Cinar la situazione interna, di crisi economica e repressione di ogni opposizione, e il peso della strategia geopolitica di Ankara. Da ultimo uno sguardo alla Cina con Sabrina Moles dopo l’evento estivo dello Sco e la successiva esibizione muscolare a Pechino, ma anche il multilateralismo teorizzato da Xi e le dichiarazioni ambientaliste contrapposte a quelle del rivale americano nella stessa sede newyorkese del Palazzo di Vetro. \n\n\n\nNecropolitica e narcostato ecuadoriano\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/ecuador-en-paro-contra-noboa-y-fmi--67915787\n\n\n\n\nAbbiamo parlato della situazione in Ecuador con Eduardo Meneses ricercatore politico, attivista, reporter alternativo .\n\n\n\nNegli ultimi giorni l’Ecuador è scosso da un’ondata di proteste esplose dopo la decisione del presidente Daniel Noboa di abolire il sussidio sul diesel, in vigore dal 1974. La misura, che ha fatto impennare il prezzo del carburante da 1,80 a 2,80 dollari al gallone, ha innescato il conflitto sociale con manifestazioni che attraversano il Paese, dalle grandi città alle province rurali. Contadini, trasportatori, pescatori, studenti e comunità indigene denunciano un provvedimento che incide pesantemente sul costo della vita e lo considerano l’ennesima espressione di un modello neoliberista responsabile di profonde disuguaglianze. A guidare la risposta è la CONAIE, la storica Confederazione delle Nazionalità Indigene, che ha proclamato uno sciopero nazionale a oltranza.Il tema dei sussidi per il diesel è una problema storico ogni volta che si è tentato di cancellare i sussidi sul diesel c’è stata una risposta popolare .Non è una protesta isolata ma storica ci sono state proteste popolari ne 2019 e nel 2022 ,l’economia del paese è dollarizzata e non sostenibile ,al governo è costato trovare le risorse per pagare gli stipendi pubblici ,per questo sta ricorrendo al FMI che impone tagli ai sussidi e allo stato sociale. Di fronte a questa situazione economica la soluzione di Noboa è un regime autoritario per controllare il malcontento , una narco economia in cui il neoliberalismo si trasforma in una gestione della morte e questo nuovo modello si sta sviluppando ,e la gente si sta organizzando per dire no a questo processo che costituirebbe un arretramento dal punto vista sociale ed economico .\n\n\n\n\n\n\n\nTrump spariglia e la sfiducia serpeggia anche in Medio Oriente\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/la-sfiducia-negli-imperi-technomedievali-provocata-da-personaggi-distopici--67932142\n\n\n\n\nI curdi possono sperare di essere tra i pochi che traggono qualche vantaggio dalla feroce rimappatura violenta del Sudovest asiatico che sta andando in scena sul palcoscenico del Palazzo di Vetro newyorkese? \n\n\n\n Vigilanza curda: diversa per ciascun paese della loro frammentazioneA partire da questa domanda Antonella De Biasi, giornalista ed esperta della regione mediorientale, ha restituito un disegno del Sudovest asiatico a partire dal Federalismo democratico del Rojava come unica realtà di rispetto dei diritti e di un’amministrazione aperta a tutte le comunità che abitano il territorio; all’interno di Israele ci sono stati molteplici sostegni alla lotta curda (anche in funzione antiturca). Ma attualmente al-Jolani – come si faceva chiamare il tagliagole ora chiamato al-Shara, quando Antonella nel 2022 ne aveva tracciato la figura nel suo libro Astana e i 7 mari – è il padrone di quella che era buona parte della nazione governata fino a un anno fa dalla famiglia Assad, e probabilmente in questi giorni la volubilità di Trump sembra attribuire a Erdoğan il protettorato su una Siria governata da una sua creatura, in virtù delle promesse di stabilità profuse dal presidente turco, un’investitura conferita nonostante le milizie di modello ottomano: predoni che imperversano lungo le coste del Mediterraneo orientale. \n\n\n\nSpaesamento e impotenza armena: revisionismo entitàPoi si è affrontata la diversa strategia dei curdi siriani rispetto all’apertura di Ocalan, che ha invitato il Pkk a deporre le armi, come altra situazione è ancora quella dei curdi iraniani. Ma la problematicità insita nell’egemonia turca su quell’area travolge anche e maggiormente la comunità armena alla mercé dei fratelli azeri dei turchi; e furono le prime vittime di un genocidio del Secolo breve. Ora gli armeni hanno ancor meno alleati e sostenitori del solito, visto che il gas di Baku fa gola a tutti; e gli viene sottratta pezzo per pezzo identità, terra, riferimenti culturali. Oltre alla diaspora. La speranza di accoglienza europea è a metà con l’alleanza con i russi, disattesa da Putin, ma ancora valida. E Pashinyan non ha alcuna idea o autorevolezza per rappresentare gli armeni. \n\n\n\nRelazioni tra Israele e TurchiaUn’ipotesi di Al-Jazeera vede la Turchia nel mirino israeliano per assicurare l’impunità di Netanyahu che si fonda sul costante stato di guerra, ma anche perché è l’ultima potenza regionale non ancora ridimensionata dall’aggressività sionista. Peraltro la rivalità risale a decenni fa e in questo periodo di Global Sudum Flottilla si ricorda la Mavi Marmara assaltata dai pirati del Mossad uccidendo 10 persone a bordo, mentre cercava di forzare il blocco navale di Gaza. Fino a che punto può essere credibile una guerra scatenata da Israele contro la Turchia? Secondo Antonella De Biasi è difficile che possa avvenire, non solo perché Erdoğan è più abile di Netanyahu (al rientro da Tianjin ha chiesto a Trump gli F-35, dimenticando i sistemi antiaerei comprati da Mosca), ma perché gli affari anche di ordigni militari non si sono mai interrotti, inoltre a livello regionale l’alleanza con Al-Thani dovrebbe mettere al riparo la Turchia da attacchi sconsiderati e senza pretesti validi… certo, con il terrore di Netanyahu non si può mai sapere. \n\n\n\nCosa rimane del sistema di Astana?Facile interpretare la presenza a Tianjin dei leader che erano soliti incontrarsi sotto l’ombrello di Astana come confluenza di interessi, meno semplice capire fino a che punto ciascuno di loro e gli altri protagonisti del Shangai cooperation organization siano posizionati in più o meno consolidate alleanze. Sentiamo Antonella De Biasi e sugli stessi argomenti poi anche Murat Cinar in questo spreaker che abbiamo registrato subito dopo aver sentito Antonella: Trump incontra Erdoğan.\n\n\n\n\n\n\n\nL’Internazionale nera passa anche da Ankara\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/trump-incontra-erdogan-lui-ha-bisogno-di-cose-io-di-altre-ci-mettiamo-d-accordo--67923007\n\n\n\n\nPiù la situazione risulta nebulosa, intricata e sul bordo del precipizio bellico e maggiore è il potere in mano a Erdoğan\n\n\n\nLo scollamento giovanile (da Gezi Park), la censura (Murat Cinar ci ha proposto l’ultima in ordine di tempo delle proibizioni musicali in Turchia), l’asservimento e la concentrazione dei poteri (gli interventi della magistratura a ingabbiare l’opposizione con pretesti), le centrali mediatiche ridotte a megafono del potere… tutti aspetti che caratterizzano il ventennio del Sultano al potere, ma se si guarda bene all’involuzione del paesaggio globale, si nota che la cancellazione dello Stato di diritto non è una prerogativa turca, ma riduce Ankara a una delle tappe dell’Internazionale nera che parte da Washington, passa per Roma, Tel Aviv, Budapest…L’economia in crisi, tranne la produzione bellica in mano alla famiglia che per il resto saccheggia la finanza statale da 20 anni a questa parte e ora la condiscendenza alle richieste di Trump dissangueranno ulteriormente il bilancio, già falcidiato dal 90% di inflazione, con svalutazione della Lira dal 2008 in poi e con una disoccupazione altissima. Ma anche a livello internazionale la diplomazia turca è agevolata dalla sua collocazione ambigua, dai suoi affari agevolati dagli errori europei, dal suo mantenersi all’interno della Nato ma sempre partecipe di ogni centro di potere: uditore della centralità multilaterale di Tianjin con il Sud del mondo e contemporaneamente presente alla riunione con paesi arabi sul piano di pace per Gaza alla corte di Trump, che vede in Erdoğan un potenziale risolutore a cui delegare la questione ucraina, perché «unico leader apprezzato da Zelensky e da Putin»; mentre il fantasma degli Accordi di Astana potrebbe sembrare confluire nello Sco, dove c’erano tutt’e tre i protagonisti, in realtà Murat ritiene chiuso il percorso degli Astana Files, perché la Turchia non fa effettivamente parte di Shangai Files. Piuttosto va approfondito il discorso di Astana sulla Siria e lo stallo attuale di tutte le potenze che ne controllavano il territorio prima della dirompente dissoluzione dello stato di Assad: alcune del tutto esautorate, come Iran e Russia, e altre che si contrappongono: Turchia, Qatar e Israele… e probabilmente per gli americani è più accettabile che sia controllato da Erdoğan. Ma questo non significa che la repubblica turca sia contraria a Tel Aviv: infatti Murat ci spiega come ci siano manifestazioni propal che vengono pesantemente caricate dalla polizia indette da forze conservatrici della destra islamista, perché gli interessi dell’industria bellica sono tutti a favore di Israele e gli affari vedono la famiglia del presidente tra i beneficiari degli scambi e dell’uso di armi a Gaza; anche il Chp organizza proteste","29 Settembre 2025","Abbiamo sentito Eduardo Meneses, dopo i primi giorni di paro nacional in Ecuador che ci ha indicato priorità, lotte, situazioni diverse nel paese in lotta contro le ricette neoliberiste di Daniel Noboa e prima che gli scontri producessero i primi morti; il popolo è sceso in piazza nella Cuenca per i diritti dei contadini, ma […]","2025-09-29 14:27:35","https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 25/09/2025 – ECUADOR IN PIAZZA CONTRO NOBOA E IL TRUMPISMO IN SALSA LATINA; SUDOVEST ASIATICO IN SUBBUGLIO, RIPERCUSSIONI DELLE GUERRE SIONISTE; CINA DOPO SHANGAI COOPERATION ORGANIZATION E XI ALL’ONU CON LA CASACCA AMBIENTALISTA","podcast",1759108934,[338,339,340,341,342,343,344,345,346,347,348,349,350,351,352,353,354,355,356,357],"https://radioblackout.org/tag/armenia/","https://radioblackout.org/tag/azerbaijan/","https://radioblackout.org/tag/chp/","https://radioblackout.org/tag/conaie/","https://radioblackout.org/tag/cuenca/","https://radioblackout.org/tag/curdi/","https://radioblackout.org/tag/erdogan/","https://radioblackout.org/tag/israele/","https://radioblackout.org/tag/nato/","https://radioblackout.org/tag/netanyahu/","https://radioblackout.org/tag/noboa/","https://radioblackout.org/tag/ocalan/","https://radioblackout.org/tag/pkk/","https://radioblackout.org/tag/proteste/","https://radioblackout.org/tag/qatar/","https://radioblackout.org/tag/quito/","https://radioblackout.org/tag/sco/","https://radioblackout.org/tag/siria/","https://radioblackout.org/tag/trump/","https://radioblackout.org/tag/turchia/",[359,318,302,314,312,310,360,361,362,316,308,363,364,365,366,306,304,367,368,369],"armenia","Erdogan","Israele","nato","Ocalan","pkk","proteste","qatar","Siria","Trump","Turchia",{"post_content":371},{"matched_tokens":372,"snippet":373,"value":374},[73],"126: cioè la cancellazione del \u003Cmark>sussidio\u003C/mark> sul diesel in vigore da","Abbiamo sentito Eduardo Meneses, dopo i primi giorni di paro nacional in Ecuador che ci ha indicato priorità, lotte, situazioni diverse nel paese in lotta contro le ricette neoliberiste di Daniel Noboa e prima che gli scontri producessero i primi morti; il popolo è sceso in piazza nella Cuenca per i diritti dei contadini, ma allo stesso modo a Quito gli studenti si sono mobilitati, come gli autotrasportatori per la sospensione dell’articolo 126: cioè la cancellazione del \u003Cmark>sussidio\u003C/mark> sul diesel in vigore da decenni, ma sotto le ceneri ribolliva il fuoco della ribellione… Ci siamo poi mossi verso il Sudovest asiatico, rimescolato dall’aggressione sionista intenta a sfruttare l’occasione di creare Eretz Israel, ridimensionando con la forza impunita le potenze regionali; ma Erdoğan pare sia apprezzato e investito da Trump come Vicerè del Middle East. Di questa situazione ingarbugliata abbiamo parlato prima con Antonella De Biasi a partire dalla condizione del popolo curdo e armeno; e successivamente ci è sembrato utile approfondire con Murat Cinar la situazione interna, di crisi economica e repressione di ogni opposizione, e il peso della strategia geopolitica di Ankara. Da ultimo uno sguardo alla Cina con Sabrina Moles dopo l’evento estivo dello Sco e la successiva esibizione muscolare a Pechino, ma anche il multilateralismo teorizzato da Xi e le dichiarazioni ambientaliste contrapposte a quelle del rivale americano nella stessa sede newyorkese del Palazzo di Vetro. \n\n\n\nNecropolitica e narcostato ecuadoriano\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/ecuador-en-paro-contra-noboa-y-fmi--67915787\n\n\n\n\nAbbiamo parlato della situazione in Ecuador con Eduardo Meneses ricercatore politico, attivista, reporter alternativo .\n\n\n\nNegli ultimi giorni l’Ecuador è scosso da un’ondata di proteste esplose dopo la decisione del presidente Daniel Noboa di abolire il \u003Cmark>sussidio\u003C/mark> sul diesel, in vigore dal 1974. La misura, che ha fatto impennare il prezzo del carburante da 1,80 a 2,80 dollari al gallone, ha innescato il conflitto sociale con manifestazioni che attraversano il Paese, dalle grandi città alle province rurali. Contadini, trasportatori, pescatori, studenti e comunità indigene denunciano un provvedimento che incide pesantemente sul costo della vita e lo considerano l’ennesima espressione di un modello neoliberista responsabile di profonde disuguaglianze. A guidare la risposta è la CONAIE, la storica Confederazione delle Nazionalità Indigene, che ha proclamato uno sciopero nazionale a oltranza.Il tema dei sussidi per il diesel è una problema storico ogni volta che si è tentato di cancellare i sussidi sul diesel c’è stata una risposta popolare .Non è una protesta isolata ma storica ci sono state proteste popolari ne 2019 e nel 2022 ,l’economia del paese è dollarizzata e non sostenibile ,al governo è costato trovare le risorse per pagare gli stipendi pubblici ,per questo sta ricorrendo al FMI che impone tagli ai sussidi e allo stato sociale. Di fronte a questa situazione economica la soluzione di Noboa è un regime autoritario per controllare il malcontento , una narco economia in cui il neoliberalismo si trasforma in una gestione della morte e questo nuovo modello si sta sviluppando ,e la gente si sta organizzando per dire no a questo processo che costituirebbe un arretramento dal punto vista sociale ed economico .\n\n\n\n\n\n\n\nTrump spariglia e la sfiducia serpeggia anche in Medio Oriente\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/la-sfiducia-negli-imperi-technomedievali-provocata-da-personaggi-distopici--67932142\n\n\n\n\nI curdi possono sperare di essere tra i pochi che traggono qualche vantaggio dalla feroce rimappatura violenta del Sudovest asiatico che sta andando in scena sul palcoscenico del Palazzo di Vetro newyorkese? \n\n\n\n Vigilanza curda: diversa per ciascun paese della loro frammentazioneA partire da questa domanda Antonella De Biasi, giornalista ed esperta della regione mediorientale, ha restituito un disegno del Sudovest asiatico a partire dal Federalismo democratico del Rojava come unica realtà di rispetto dei diritti e di un’amministrazione aperta a tutte le comunità che abitano il territorio; all’interno di Israele ci sono stati molteplici sostegni alla lotta curda (anche in funzione antiturca). Ma attualmente al-Jolani – come si faceva chiamare il tagliagole ora chiamato al-Shara, quando Antonella nel 2022 ne aveva tracciato la figura nel suo libro Astana e i 7 mari – è il padrone di quella che era buona parte della nazione governata fino a un anno fa dalla famiglia Assad, e probabilmente in questi giorni la volubilità di Trump sembra attribuire a Erdoğan il protettorato su una Siria governata da una sua creatura, in virtù delle promesse di stabilità profuse dal presidente turco, un’investitura conferita nonostante le milizie di modello ottomano: predoni che imperversano lungo le coste del Mediterraneo orientale. \n\n\n\nSpaesamento e impotenza armena: revisionismo entitàPoi si è affrontata la diversa strategia dei curdi siriani rispetto all’apertura di Ocalan, che ha invitato il Pkk a deporre le armi, come altra situazione è ancora quella dei curdi iraniani. Ma la problematicità insita nell’egemonia turca su quell’area travolge anche e maggiormente la comunità armena alla mercé dei fratelli azeri dei turchi; e furono le prime vittime di un genocidio del Secolo breve. Ora gli armeni hanno ancor meno alleati e sostenitori del solito, visto che il gas di Baku fa gola a tutti; e gli viene sottratta pezzo per pezzo identità, terra, riferimenti culturali. Oltre alla diaspora. La speranza di accoglienza europea è a metà con l’alleanza con i russi, disattesa da Putin, ma ancora valida. E Pashinyan non ha alcuna idea o autorevolezza per rappresentare gli armeni. \n\n\n\nRelazioni tra Israele e TurchiaUn’ipotesi di Al-Jazeera vede la Turchia nel mirino israeliano per assicurare l’impunità di Netanyahu che si fonda sul costante stato di guerra, ma anche perché è l’ultima potenza regionale non ancora ridimensionata dall’aggressività sionista. Peraltro la rivalità risale a decenni fa e in questo periodo di Global Sudum Flottilla si ricorda la Mavi Marmara assaltata dai pirati del Mossad uccidendo 10 persone a bordo, mentre cercava di forzare il blocco navale di Gaza. Fino a che punto può essere credibile una guerra scatenata da Israele contro la Turchia? Secondo Antonella De Biasi è difficile che possa avvenire, non solo perché Erdoğan è più abile di Netanyahu (al rientro da Tianjin ha chiesto a Trump gli F-35, dimenticando i sistemi antiaerei comprati da Mosca), ma perché gli affari anche di ordigni militari non si sono mai interrotti, inoltre a livello regionale l’alleanza con Al-Thani dovrebbe mettere al riparo la Turchia da attacchi sconsiderati e senza pretesti validi… certo, con il terrore di Netanyahu non si può mai sapere. \n\n\n\nCosa rimane del sistema di Astana?Facile interpretare la presenza a Tianjin dei leader che erano soliti incontrarsi sotto l’ombrello di Astana come confluenza di interessi, meno semplice capire fino a che punto ciascuno di loro e gli altri protagonisti del Shangai cooperation organization siano posizionati in più o meno consolidate alleanze. Sentiamo Antonella De Biasi e sugli stessi argomenti poi anche Murat Cinar in questo spreaker che abbiamo registrato subito dopo aver sentito Antonella: Trump incontra Erdoğan.\n\n\n\n\n\n\n\nL’Internazionale nera passa anche da Ankara\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/trump-incontra-erdogan-lui-ha-bisogno-di-cose-io-di-altre-ci-mettiamo-d-accordo--67923007\n\n\n\n\nPiù la situazione risulta nebulosa, intricata e sul bordo del precipizio bellico e maggiore è il potere in mano a Erdoğan\n\n\n\nLo scollamento giovanile (da Gezi Park), la censura (Murat Cinar ci ha proposto l’ultima in ordine di tempo delle proibizioni musicali in Turchia), l’asservimento e la concentrazione dei poteri (gli interventi della magistratura a ingabbiare l’opposizione con pretesti), le centrali mediatiche ridotte a megafono del potere… tutti aspetti che caratterizzano il ventennio del Sultano al potere, ma se si guarda bene all’involuzione del paesaggio globale, si nota che la cancellazione dello Stato di diritto non è una prerogativa turca, ma riduce Ankara a una delle tappe dell’Internazionale nera che parte da Washington, passa per Roma, Tel Aviv, Budapest…L’economia in crisi, tranne la produzione bellica in mano alla famiglia che per il resto saccheggia la finanza statale da 20 anni a questa parte e ora la condiscendenza alle richieste di Trump dissangueranno ulteriormente il bilancio, già falcidiato dal 90% di inflazione, con svalutazione della Lira dal 2008 in poi e con una disoccupazione altissima. Ma anche a livello internazionale la diplomazia turca è agevolata dalla sua collocazione ambigua, dai suoi affari agevolati dagli errori europei, dal suo mantenersi all’interno della Nato ma sempre partecipe di ogni centro di potere: uditore della centralità multilaterale di Tianjin con il Sud del mondo e contemporaneamente presente alla riunione con paesi arabi sul piano di pace per Gaza alla corte di Trump, che vede in Erdoğan un potenziale risolutore a cui delegare la questione ucraina, perché «unico leader apprezzato da Zelensky e da Putin»; mentre il fantasma degli Accordi di Astana potrebbe sembrare confluire nello Sco, dove c’erano tutt’e tre i protagonisti, in realtà Murat ritiene chiuso il percorso degli Astana Files, perché la Turchia non fa effettivamente parte di Shangai Files. Piuttosto va approfondito il discorso di Astana sulla Siria e lo stallo attuale di tutte le potenze che ne controllavano il territorio prima della dirompente dissoluzione dello stato di Assad: alcune del tutto esautorate, come Iran e Russia, e altre che si contrappongono: Turchia, Qatar e Israele… e probabilmente per gli americani è più accettabile che sia controllato da Erdoğan. Ma questo non significa che la repubblica turca sia contraria a Tel Aviv: infatti Murat ci spiega come ci siano manifestazioni propal che vengono pesantemente caricate dalla polizia indette da forze conservatrici della destra islamista, perché gli interessi dell’industria bellica sono tutti a favore di Israele e gli affari vedono la famiglia del presidente tra i beneficiari degli scambi e dell’uso di armi a Gaza; anche il Chp organizza proteste",[376],{"field":101,"matched_tokens":377,"snippet":373,"value":374},[73],{"best_field_score":142,"best_field_weight":143,"fields_matched":24,"num_tokens_dropped":48,"score":144,"tokens_matched":24,"typo_prefix_score":48},{"document":380,"highlight":393,"highlights":398,"text_match":140,"text_match_info":401},{"comment_count":48,"id":381,"is_sticky":48,"permalink":382,"podcastfilter":383,"post_author":384,"post_content":385,"post_date":386,"post_excerpt":54,"post_id":381,"post_modified":387,"post_thumbnail":388,"post_title":389,"post_type":335,"sort_by_date":390,"tag_links":391,"tags":392},"75410","http://radioblackout.org/podcast/predpol-stupro-a-regina-coeli-carceri-siciliane/",[290],"bellocome","Estratti dalla puntata del 25 aprile 2022 di Bello Come Una Prigione Che Brucia\r\n\r\n \r\n\r\nSTUPRO A REGINA COELI\r\n\r\nUn uomo di 65 anni è stato violentato per due giorni in una cella di “isolamento sanitario” nel carcere romano di Regina Coeli. I sindacati dei secondini attribuiscono la colpa di quanto avvenuto alla “sorveglianza dinamica” (regime di celle aperte durante alcune ore del giorno e ridotta vigilanza da parte delle guardie)… peccato che la sezione di isolamento sanitario non sia sottoposta a suddetto regime, anzi, quasi certamente la possibilità di uscire dalla cella avrebbe potuto tutelare maggiormente quest’uomo.\r\n\r\nSegue un tentativo di andare un po’ al di là della versione ufficiale.\r\n\r\nERRATA CORRIGE: i 120 nuovi posti gabbia citati non sono stati realizzati nel carcere di Rimini, ma in quello di Rovigo.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/BCUPCB_stuproRCoeli.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nBARCELLONA POZZO DI GOTTO\r\n\r\nGrazie a un contributo di Maria Pia del Comitato Territoriale Cipressi / Yairaiha, torniamo ad approfondire quanto emerso dal carcere di Barcellona Pozzo di Gotto: una struttura precedentemente impiegata come Ospedale Psichiatrico Giudiziario (OPG), dove il dispositivo manicomiale e la deumanizzazione burocratica consentono di sottrarre alle persone detenute anche il sussidio di invalidità.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/BCUPCB_pozzodigotto.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nPREDPOL – IL GHETTO ALGORITMICO\r\n\r\nLa smart guerra contro poveri e persone razzializzate.\r\n\r\nPredPol (che ha da qualche tempo cambiato il proprio nome in Geolitica) è un’azienda privata che vende alle forze dell’ordine i propri servizi di “analisi del rischio” riguardanti la potenzialità che una tipologia di evento criminoso si verifichi in una specifica area del territorio urbano all’interno di una determinata fascia oraria.\r\n\r\nUn’interessante ricerca [1] realizzata da The Mark Up e Gizmodo incrocia i dati riguardanti le “predizioni” di eventi criminosi prodotte dal software di PredPol con quelli demografici dei quartieri e degli isolati coinvolti in queste segnalazioni; quella che emerge è una fortissima correlazione tra l’invio algoritmico di pattuglie e la percentuale di residenti non-bianchi e/o beneficiari di sussidi.\r\n\r\nUna distorsione che attraversa l’apparato repressivo, ma che si riscontra anche nella fase successiva, quella interna all’apparato sanzionatorio, dove altri software (come PATTERN) stabiliscono chi possa o meno accedere a percorsi di scarcerazione più rapidi.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/BCUPCB_predpol-pattern.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMessaggi da ascoltatori e ascoltatrici e chiacchere libere attorno a questi temi:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/BCUPCB_messaggiundvarie.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nLINKS:\r\n\r\n[1] https://themarkup.org/prediction-bias/2021/12/02/crime-prediction-software-promised-to-be-free-of-biases-new-data-shows-it-perpetuates-them\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nPAROLE CHIAVE: Yairaiha, Comitato Territoriale Cipressi, Carcere, Stupro, PredPol, Polizia Predittiva, Geolitica","10 Maggio 2022","2022-05-11 09:36:52","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/bcupcb-predpol-e1652185542589-200x110.jpeg","PREDPOL - STUPRO A REGINA COELI - CARCERI SICILIANE",1652192825,[],[],{"post_content":394},{"matched_tokens":395,"snippet":396,"value":397},[73],"alle persone detenute anche il \u003Cmark>sussidio\u003C/mark> di invalidità.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/BCUPCB_pozzodigotto.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r","Estratti dalla puntata del 25 aprile 2022 di Bello Come Una Prigione Che Brucia\r\n\r\n \r\n\r\nSTUPRO A REGINA COELI\r\n\r\nUn uomo di 65 anni è stato violentato per due giorni in una cella di “isolamento sanitario” nel carcere romano di Regina Coeli. 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Essenziale è il nostro sciopero, essenziale è la nostra lotta!\r\n\r\n\r\nIl primo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Carlotta Guaragna USB Torino sull'adesione allo sciopero femminista dell'8 marzo, facendo: un analisi delle ragioni dell'adesione di tutte le categorie lavorative partendo dalla piattaforma rivendicativa USB; sottolineando l'importanza di aderire all'appello di non una di meno e rivendicando che la copertura c'è per tutt*.\r\nBuon Ascolto\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/F_m_02_03_Usb-su-8-marzo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nil secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Luisa di Non Una Di Meno Torino sullo sciopero femminista e transfemminista dell'8 marzo:\r\nNegli ultimi anni abbiamo vissuto lo sciopero femminista e transfemminista globale come una manifestazione di forza, il grido di chi non accetta di essere vittima della violenza maschile e di genere. Abbiamo riempito le piazze e le strade di tutto il mondo con i nostri corpi e il nostro desiderio di essere vive e libere, abbiamo sfidato la difficoltà di scioperare causata dalla precarietà, dall’isolamento, dal razzismo istituzionale, abbiamo dimostrato che non esiste produzione di ricchezza senza il nostro lavoro quotidiano di cura e riproduzione della vita, abbiamo affermato che non siamo più disposte a subirlo in condizioni di sfruttamento e oppressione.\r\nA un anno dall’esplosione dell’emergenza sanitaria, la pandemia ha travolto tutto, anche il nostro movimento e la nostra lotta, rendendoli ancora più necessari e urgenti. Lo scorso 8 marzo ci siamo ritrovatə allo scoccare del primo lockdown e abbiamo scelto di non scendere in piazza a migliaia e migliaia come gli anni precedenti, per la salute e la sicurezza di tutte. È a partire dalla consapevolezza e dalla fantasia che abbiamo maturato in questi mesi di pandemia, in cui abbiamo iniziato a ripensare le pratiche di lotta di fronte alla necessità della cura collettiva, che sentiamo il bisogno di costruire per il prossimo 8 marzo un nuovo sciopero femminista e transfemminista, della produzione, della riproduzione, del e dal consumo, dei generi e dai generi. Non possiamo permetterci altrimenti. il prossimo 8 marzo sarà sciopero femminista e transfemminista, della produzione, della riproduzione, del e dal consumo, dei generi e dai generi.\r\nDobbiamo creare l’occasione per dare voce a chi sta vivendo sulla propria pelle i violentissimi effetti sociali della pandemia, e per affermare il nostro programma di lotta contro piani di ricostruzione che confermano l’organizzazione patriarcale della società contro la quale da anni stiamo combattendo insieme in tutto il mondo. Non abbiamo bisogno di spiegare l’urgenza di questa lotta. Le tantissime donne che sono state costrette a licenziarsi perché non potevano lavorare e contemporaneamente prendersi cura della propria famiglia sanno che non c’è più tempo da perdere. Lo sanno le migliaia di lavoratrici che hanno dovuto lavorare il doppio per ‘sanificare’ ospedali e fabbriche in cambio di salari bassissimi e nell’indifferenza delle loro condizioni di salute e sicurezza. Lo sanno tutte le donne e persone Lgbt*QIAP+ che sono state segregate dentro alle case in cui si consuma la violenza di mariti, padri, fratelli. Lo sanno coloro che hanno combattuto affinché i centri antiviolenza e i consultori, i reparti IVG, i punti nascita, le sale parto, continuassero a funzionare nonostante la strutturale mancanza di personale e di finanziamenti pubblici aggravata nell’emergenza. continuassero a funzionare nonostante la strutturale mancanza di fondi.\r\nLo sanno le migranti, quelle che lavorano nelle case e all’inizio della pandemia si sono viste negare ogni tipo di sussidio, o quelle che sono costrette ad accettare i nuovi turni impossibili del lavoro pandemico per non perdere il permesso di soggiorno. Lo sanno le insegnanti ridotte a ‘lavoratrici a chiamata’, costrette a fare i salti mortali per garantire la continuità dell’insegnamento mentre magari seguono i propri figli e figlie nella didattica a distanza. Lo sanno lə studenti che si sono vistə abbandonare completamente dalle istituzioni scolastiche, già carenti in materia di educazione sessuale, al piacere, alle diversità e al consenso, sullo sfondo di un vertiginoso aumento delle violenze tra giovanissimə. Lo sanno le persone trans* che hanno perso il lavoro e fanno ancora più fatica a trovarlo perché la loro dissidenza viene punita sul mercato. Lo sanno lə sex workers, invisibilizzatə, criminalizzatə e stigmatizzatə, senza alcun tipo di tutela nè sindacalizzazione, che hanno dovuto affrontare la pandemia e il lockdown da solə.\r\nA tuttə loro, a chi nonostante le difficoltà in questi mesi ha lottato e scioperato, noi rivolgiamo questo appello: l’8 marzo scioperiamo! Abbiamo bisogno di tenere alta la sfida transnazionale dello sciopero femminista e transfemminista perché i piani di ricostruzione postpandemica sono piani patriarcali.\r\nA fronte di uno stanziamento di risorse economiche per la ripresa, il Recovery Plan non rompe la disciplina dell’austerità sulle vite e sui corpi delle donne e delle persone LGBT*QIAP+. Da una parte si parla di politiche attive per l’inclusione delle donne al lavoro e di «politiche di conciliazione», dando per scontato che chi deve conciliare due lavori, quello dentro e quello fuori casa, sono le donne. Dall’altra non sono le donne, ma è la famiglia – la stessa dove si consuma la maggior parte della violenza maschile, la stessa che impedisce la libera espressione delle soggettività dissidenti ‒ il soggetto destinatario dei fondi sociali previsti dal Family Act. E da questi fondi sono del tutto escluse le migranti, confermando e mantenendo salde le gerarchie razziste che permettono di sfruttarle duramente in ogni tipo di servizi. Così anche gli investimenti su salute e sanità finiranno per essere basati su forme inaccettabili di sfruttamento razzista e patriarcale. Miliardi di euro sono poi destinati a una riconversione verde dell’economia, che mira soltanto ai profitti e pianifica modalità aggiornate di sfruttamento e distruzione dei corpi tutti, dell’ecosistema e della terra.\r\nPoco o nulla si dice delle misure contro la violenza maschile e di genere, nonostante questa sia aumentata esponenzialmente durante la pandemia, mentre il «reddito di libertà» è una risposta del tutto insufficiente alla nostra rivendicazione dell’autodeterminazione contro la violenza, anche se dimostra che la nostra forza non può essere ignorata. Questo 8 Marzo non sarà facile, ma è necessario. Lo sciopero femminista e transfemminista non è soltanto una tradizionale forma di interruzione del lavoro ma è un processo di lotta che attraversa i confini tra posti di lavoro e società, entra nelle case, invade ogni spazio in cui vogliamo esprimere il nostro rifiuto di subire violenza e di essere oppressə e sfruttatə. Questa è da sempre la nostra forza e oggi lo pensiamo più che mai, perché ogni donna che resiste, che sopravvive, ogni soggettività dissidente che si ribella, ogni migrante afferma la propria libertà fa parte del nostro sciopero.\r\nIl 30 e 31 una prima tappa verso l’8 marzo, nel corso della quale ci siamo incontrat* in gruppi divisi per tematiche per costruire le prime tappe dello sciopero femminista ed il 6 febbraio l’Assemblea per discutere collettivamente e indicare quali sono per noi terreni di lotta nella ricostruzione pandemica.\r\nProprio oggi che il nostro lavoro, dentro e fuori casa, è stato definito «essenziale», e questo ci ha costrette a livelli di sfruttamento, isolamento e costrizione senza precedenti, noi diciamo che “essenziale è il nostro sciopero, essenziale è la nostra lotta!”.\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/F_m_02_03_Non-una-di-meno-su-8-marzo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nil terzo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Elisabetta Petragallo Cub Torino sull'adesione allo sciopero dell' 8 marzo facendo: un analisi delle ragioni dell'adesione di tutte le categorie lavorative partendo dalla piattaforma rivendicativa Cub; l'importanza di aderire all'appello di non una di meno; la questione commissione di garanzia che proibisce lo sciopero della scuola l'8 marzo e tracciando un bilancio ad un'anno di pandemia della condizione lavorativa di genere.\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/F_m_02_03_Cub-su-8-marzo.mp3\"][/audio]","4 Marzo 2021","2021-03-04 19:56:32","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/nudm_-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 02/03/2021",1614887792,[],[],{"post_content":439},{"matched_tokens":440,"snippet":441,"value":442},[73],"viste negare ogni tipo di \u003Cmark>sussidio\u003C/mark>, o quelle che sono costrette","8 marzo 2021: Sciopero globale femminista e transfemminista. 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Ennesimo passo verso lo smantellamento delle garanzie tipiche del compromesso fordista, questa legge prova a colmare un ritardo del paese nei confronti dei partner/concorrenti europei, di fronte ad una realtà lavorativa già ampiamente segnata da impieghi flessibili, precari e mal retribuiti, e in cui l'istituzione sindacale versa da tempo in crisi di rappresentanza.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/09/Francia-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nNella seconda parte, grazie all'aiuto di alcuni contributi, analizziamo il famigerato \"modello tedesco\", quell'Agenda 2010, concretizzatasi poi nel piano Hartz a metà anni 2000, che funge da nefasto ispiratore delle riforme del lavoro negli altri paesi europei, Italia e Francia in testa, fra deregolamentazioni del lavoro a tempo determinato, creazione di mini-job, ed un coercitivo sistema di sussidio alla disoccupazione.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/09/francia2.mp3\"][/audio]","12 Settembre 2017","2018-10-17 22:07:36","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/09/francia-2-200x110.jpg","Francia - Di nuovo in piazza contro la riforma del lavoro",1505227977,[460,227,62,159,461,260,229,462,463],"http://radioblackout.org/tag/capitalismo/","http://radioblackout.org/tag/francia/","http://radioblackout.org/tag/loi-travail/","http://radioblackout.org/tag/mini-jobs/",[465,233,69,162,466,266,15,467,468],"capitalismo","francia","Loi Travail","mini jobs",{"post_content":470},{"matched_tokens":471,"snippet":472,"value":473},[73],"ed un coercitivo sistema di \u003Cmark>sussidio\u003C/mark> alla disoccupazione.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/09/francia2.mp3\"][/audio]","Tornano in strada lavoratori e studenti francesi contro la riforma del codice del lavoro, oggi 12 settembre, con uno sciopero generale indetto dal sindacato CGT che tocca diverse città francesi e la cui manifestazione principale è attesa nel pomeriggio a Parigi.\r\n\r\n \r\n\r\nAnalizziamo i contenuti di questa nuova riforma del lavoro voluta fortemente dal presidente Macron, in piena continuità con la Loi El Khomri del precedente governo socialista che nella primavera del 2016 portò alla formazione di un agguerrito quanto contraddittorio movimento di protesta. 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Un lavoratore tra i tanti in fila, un marocchino con cinque figli e nessun lavoro, afferra l'estintore e spegne le fiamme.\r\n \r\n\r\nE' tempo che la rabbia diventi forza collettiva, mutuo appoggio, capacità di fare male ai padroni che lucrano sulle nostre vite.\r\n\r\n \r\n\r\nAbbiamo proseguito con:\r\n\r\n \r\n\r\nL’eterno ritorno dell’eguale. Antisemitismo, populismo: le seduzioni pericolose \r\n\r\nNe parliamo con Lorenzo autore su Umanità Nova di Rigurgiti antisemiti\r\n\r\n \r\n\r\nLa grande truffa. A proposito di proibizionismo.\r\n\r\nNe discutiamo con Robertino, autore su Umanità Nova di E' finita la sceneggiata\r\n\r\n \r\n\r\nPopulismo: gli abiti nuovi del vecchio che avanza\r\n\r\nNe parliamo con Francesco Codello autore di alcuni articoli su A rivista 415 e su A rivista 417\r\n\r\n \r\n\r\nNo Tav. Una marcia per la libertà di movimento\r\n\r\n \r\n\r\nProssimi appuntamenti:\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 1 luglio\r\n\r\nfesta di Arivista a Massenzatico (RE)\r\n\r\nalle Cucine del Popolo di via Beethoven 79 - \r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 4 luglio\r\n\r\nore 17 in via Po 16\r\n\r\npunto info \r\n\r\nLa città sotto assedio. Leggi sulla sicurezza, zone rosse, proibizionismo, guerra ai poveri… \r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 4 luglio\r\n\r\nore 21\r\n\r\nassemblea antimilitarista\r\n\r\nalla Fat in corso Palermo 46\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 8 luglio\r\n\r\nore 10 Venaus \r\n\r\n \r\n\r\nI No Tav in marcia per la libertà di movimento\r\n\r\nSabato 8 luglio il movimento No Tav ha lanciato l’appello per una giornata di lotta contro i blocchi e i divieti tra Chiomonte e Giaglione. \r\n\r\nOrmai da mesi, oltre alle zone rosse stabili e straordinarie intorno all’area di cantiere, la polizia in occasione di marce notturne ha chiuso tutti gli ingressi di Giaglione, disponendosi sin sulla statale del Moncenisio, una zona lontana chilometri dalla Clarea. \r\nUn’ulteriore passo verso la totale militarizzazione dell’area. \r\n\r\nRiprenderci le strade con una manifestazione diurna, aperta, partecipata è l’obiettivo della giornata di lotta dell’8 luglio. \r\n\r\nNon solo.\r\n\r\nDa troppo tempo si sta allargando la distanza tra la minoranza che agisce e i più che plaudono, limitandosi a partecipare alle grandi marce popolari, quando il movimento si raccoglie per dimostrare che l’opposizione all’opera è forte e radicata, nonostante la repressione, i giochi della politica, il tempo che passa, la tentazione della rassegnazione.\r\n\r\n \r\n\r\nÈ tempo che la lotta, l’azione diretta siano nuovamente patrimonio di tutti. \r\n\r\n \r\n\r\nOggi ancora nei paesi vicini al cantiere, domani per bloccare e rendere ingovernabile l’intera valle. \r\n\r\n \r\n\r\nNoi saremo presenti con uno spezzone rosso e nero. \r\n\r\n \r\n\r\nDistribuiremo un nostro documento sul movimento e le prospettive della lotta, in vista dell’apertura dei nuovi cantieri, che segneranno l’avvio definitivo dei lavori per la realizzazione della linea ad alta velocità tra Torino e Lyon.\r\n\r\n \r\n\r\nAppuntamenti fissi:\r\n\r\n \r\n\r\nLe riunioni della federazione anarchica torinese, aperte a tutti gli interessati, sono in corso Palermo 46 ogni giovedì alle 21","30 Giugno 2017","2018-10-17 22:58:48","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/06/DSCN0022-200x110.jpg","Anarres del 30 giugno. Storia di Concetta, antisemitismo, cannabis clandestina, populismi, 8 luglio No Tav...",1498839450,[490,491,492,493,494,495,496,497],"http://radioblackout.org/tag/anarres/","http://radioblackout.org/tag/antisemitismo/","http://radioblackout.org/tag/fai/","http://radioblackout.org/tag/immmigrazione/","http://radioblackout.org/tag/populismo/","http://radioblackout.org/tag/proibizionismo/","http://radioblackout.org/tag/storia-di-concetta/","http://radioblackout.org/tag/torino/",[288,499,500,501,502,503,504,505],"antisemitismo","FAI","immmigrazione","populismo","proibizionismo","storia di concetta","torino",{"post_content":507},{"matched_tokens":508,"snippet":509,"value":510},[73],"arriva la prima mensilità del \u003Cmark>sussidio\u003C/mark> di disoccupazione. \r\nPer gli arretrati","Come ogni venerdì, anche il 30 giugno, dalle 10,45 alle 12,45, sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout, si sbarca su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n \r\n\r\n2017 06 30 anarres1\r\n2017 06 30 anarres2\r\n \r\n\r\nAbbiamo aperto questa puntata di Anarres con la storia di Concetta, che lotta tra la vita e la morte al CTO di Torino. \r\nConcetta, licenziata e senza reddito da sei mesi, si è data fuoco nei locali dell'INPS, dove la burocrazia chiudeva le porte di fronte alla sua vita. \r\nConcetta lavorava al Befed brew pub di Settimo torinese, un locale in franchising a metà tra un fastfood e una birreria dove faceva le pulizie da dieci anni. A gennaio l'azienda ha esternalizzato il servizio, appaltandolo ad un'agenzia.\r\nConcetta viene licenziata. La titolare non le da il tfr\r\n\r\nNel cuore dell'inverno comincia la sua avventura tra carte da bollo, certificati, code infinite, mentre le bollette scadono, il fitto è da pagare.\r\n\r\nSei mesi dopo, quando l'inverno ha ceduto il passo ad un'estate bollente, le arriva la prima mensilità del \u003Cmark>sussidio\u003C/mark> di disoccupazione. \r\nPer gli arretrati deve aspettare ancora.\r\n\r\nIl TFR è nelle tasche della padrona del pub.\r\n\r\nMartedì scorso Concetta è di nuovo negli uffici dell'ente previdenziale: nella borsetta c'è l'alcool e l'accendino e l'idea di spezzare la palude che le assorbe la vita già grama. L'impiegato le dice che deve aspettare, deve ancora aspettare.\r\n\r\nLei non aspetta. Tira fuori la bottiglietta di liquido rosa, se la versa addosso e si trasforma in una torcia umana. La gente intorno\r\nscappa da quell'eccesso di vita che ha il sapore sulfureo della morte. Un lavoratore tra i tanti in fila, un marocchino con cinque figli e nessun lavoro, afferra l'estintore e spegne le fiamme.\r\n \r\n\r\nE' tempo che la rabbia diventi forza collettiva, mutuo appoggio, capacità di fare male ai padroni che lucrano sulle nostre vite.\r\n\r\n \r\n\r\nAbbiamo proseguito con:\r\n\r\n \r\n\r\nL’eterno ritorno dell’eguale. Antisemitismo, populismo: le seduzioni pericolose \r\n\r\nNe parliamo con Lorenzo autore su Umanità Nova di Rigurgiti antisemiti\r\n\r\n \r\n\r\nLa grande truffa. A proposito di proibizionismo.\r\n\r\nNe discutiamo con Robertino, autore su Umanità Nova di E' finita la sceneggiata\r\n\r\n \r\n\r\nPopulismo: gli abiti nuovi del vecchio che avanza\r\n\r\nNe parliamo con Francesco Codello autore di alcuni articoli su A rivista 415 e su A rivista 417\r\n\r\n \r\n\r\nNo Tav. Una marcia per la libertà di movimento\r\n\r\n \r\n\r\nProssimi appuntamenti:\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 1 luglio\r\n\r\nfesta di Arivista a Massenzatico (RE)\r\n\r\nalle Cucine del Popolo di via Beethoven 79 - \r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 4 luglio\r\n\r\nore 17 in via Po 16\r\n\r\npunto info \r\n\r\nLa città sotto assedio. Leggi sulla sicurezza, zone rosse, proibizionismo, guerra ai poveri… \r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 4 luglio\r\n\r\nore 21\r\n\r\nassemblea antimilitarista\r\n\r\nalla Fat in corso Palermo 46\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 8 luglio\r\n\r\nore 10 Venaus \r\n\r\n \r\n\r\nI No Tav in marcia per la libertà di movimento\r\n\r\nSabato 8 luglio il movimento No Tav ha lanciato l’appello per una giornata di lotta contro i blocchi e i divieti tra Chiomonte e Giaglione. \r\n\r\nOrmai da mesi, oltre alle zone rosse stabili e straordinarie intorno all’area di cantiere, la polizia in occasione di marce notturne ha chiuso tutti gli ingressi di Giaglione, disponendosi sin sulla statale del Moncenisio, una zona lontana chilometri dalla Clarea. \r\nUn’ulteriore passo verso la totale militarizzazione dell’area. \r\n\r\nRiprenderci le strade con una manifestazione diurna, aperta, partecipata è l’obiettivo della giornata di lotta dell’8 luglio. \r\n\r\nNon solo.\r\n\r\nDa troppo tempo si sta allargando la distanza tra la minoranza che agisce e i più che plaudono, limitandosi a partecipare alle grandi marce popolari, quando il movimento si raccoglie per dimostrare che l’opposizione all’opera è forte e radicata, nonostante la repressione, i giochi della politica, il tempo che passa, la tentazione della rassegnazione.\r\n\r\n \r\n\r\nÈ tempo che la lotta, l’azione diretta siano nuovamente patrimonio di tutti. \r\n\r\n \r\n\r\nOggi ancora nei paesi vicini al cantiere, domani per bloccare e rendere ingovernabile l’intera valle. \r\n\r\n \r\n\r\nNoi saremo presenti con uno spezzone rosso e nero. \r\n\r\n \r\n\r\nDistribuiremo un nostro documento sul movimento e le prospettive della lotta, in vista dell’apertura dei nuovi cantieri, che segneranno l’avvio definitivo dei lavori per la realizzazione della linea ad alta velocità tra Torino e Lyon.\r\n\r\n \r\n\r\nAppuntamenti fissi:\r\n\r\n \r\n\r\nLe riunioni della federazione anarchica torinese, aperte a tutti gli interessati, sono in corso Palermo 46 ogni giovedì alle 21",[512],{"field":101,"matched_tokens":513,"snippet":509,"value":510},[73],{"best_field_score":142,"best_field_weight":143,"fields_matched":24,"num_tokens_dropped":48,"score":144,"tokens_matched":24,"typo_prefix_score":48},6637,{"collection_name":335,"first_q":73,"per_page":281,"q":73},["Reactive",518],{},["Set"],["ShallowReactive",521],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fpxL4Wg_JUgcElKD_incuXWf5xLsBOeF_bTNVfD_6I14":-1},true,"/search?query=sussidio"]