","Epidemia. Sanità al collasso e spesa di guerra","post",1582636310,[60,61,62,63],"http://radioblackout.org/tag/militarizzazione-del-territorio/","http://radioblackout.org/tag/reti-solidali-e-mutuo-appoggio/","http://radioblackout.org/tag/sanita-lombarda/","http://radioblackout.org/tag/tagli-alla-sanita-e-epidemia/",[33,31,25,29],{"post_content":66,"post_title":73,"tags":78},{"matched_tokens":67,"snippet":71,"value":72},[68,69,70],"tagli","alla","sanità","Decenni di \u003Cmark>tagli\u003C/mark> \u003Cmark>alla\u003C/mark> \u003Cmark>sanità\u003C/mark> da tempo non garantiscono un","Decenni di \u003Cmark>tagli\u003C/mark> \u003Cmark>alla\u003C/mark> \u003Cmark>sanità\u003C/mark> da tempo non garantiscono un minimo di tutela della salute di chi non può permettersi di pagare i privati. La prima risposta del governo all’epidemia di Covid 19 \u003Cmark>è\u003C/mark> stata a tutela dell’ordine pubblico \u003Cmark>e\u003C/mark> delle imprese, in linea con quanto deciso dai governi che si sono succeduti in questi anni. Mentre il segretario della Lega vorrebbe chiudere i porti a chi arriva da sud, il resto dell’Europa riduce i contatti con il nord Italia governato dalla Lega.\r\nNei primi giorni dell’epidemia appare chiaro che la \u003Cmark>sanità\u003C/mark> lombarda, piemontese \u003Cmark>e\u003C/mark> veneta non hanno i mezzi per affrontare \u003Cmark>e\u003C/mark> risolvere l’emergenza. Nei reparti di pneumologia non ci sono abbastanza posti letto per le normali polmoniti che colpiscono i soggetti a rischio, evidente che non sarà possibile curare bene tutti.\r\nUn’inversione di tendenza \u003Cmark>è\u003C/mark> urgente. In questi anni i governi hanno destinato sempre meno risorse \u003Cmark>alla\u003C/mark> nostra salute, scegliendo di aumentare la spesa militare \u003Cmark>e\u003C/mark> le missioni di guerra. Sia all’esterno che all’interno.\r\nAnche di fronte ad un’epidemia seria come quella da Covid 19 la risposta \u003Cmark>è\u003C/mark> quella di alimentare la paura \u003Cmark>e\u003C/mark> impedire \u003Cmark>alla\u003C/mark> radice ogni forma di protesta. Vietare cortei, riunioni \u003Cmark>e\u003C/mark> assemblee, mentre viene permesso alle aziende di mantenere aperte produzioni inutili \u003Cmark>e\u003C/mark> dannose, di concentrare centinaia di operai nelle mense, \u003Cmark>è\u003C/mark> il segno che di fronte all’epidemia si pensa più \u003Cmark>alla\u003C/mark> repressione che \u003Cmark>alla\u003C/mark> prevenzione.\r\nOggi più che mai la parola passa ai movimenti di opposizione sociale, \u003Cmark>alla\u003C/mark> loro capacità di sviluppare reti solidali, che spezzino la solitudine di chi \u003Cmark>è\u003C/mark> chiuso in casa, che sappiano porre freno al “si salvi chi può” di chi saccheggia i supermercati, in una guerra per l’ultimo pacchetto di pasta.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Massimo Varengo, un compagno di Milano\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/02/2020-02-25-sanità-virus-mi-varengo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nscarica il podcast",{"matched_tokens":74,"snippet":77,"value":77},[75,19,76],"Epidemia","e","\u003Cmark>Epidemia\u003C/mark>. \u003Cmark>Sanità\u003C/mark> al collasso \u003Cmark>e\u003C/mark> spesa di guerra",[79,81,84,87],{"matched_tokens":80,"snippet":33},[],{"matched_tokens":82,"snippet":83},[76],"reti solidali \u003Cmark>e\u003C/mark> mutuo appoggio",{"matched_tokens":85,"snippet":86},[70],"\u003Cmark>sanità\u003C/mark> lombarda",{"matched_tokens":88,"snippet":90},[68,69,70,76,89],"epidemia","\u003Cmark>tagli\u003C/mark> \u003Cmark>alla\u003C/mark> \u003Cmark>sanità\u003C/mark> \u003Cmark>e\u003C/mark> \u003Cmark>epidemia\u003C/mark>",[92,100,103],{"field":34,"indices":93,"matched_tokens":95,"snippets":99},[94,14,38],3,[96,97,98],[68,69,70,76,89],[76],[70],[90,83,86],{"field":101,"matched_tokens":102,"snippet":71,"value":72},"post_content",[68,69,70],{"field":104,"matched_tokens":105,"snippet":77,"value":77},"post_title",[75,19,76],2893615515669364700,{"best_field_score":108,"best_field_weight":109,"fields_matched":94,"num_tokens_dropped":46,"score":110,"tokens_matched":111,"typo_prefix_score":46},"5523317457152",13,"2893615515669364843",5,{"document":113,"highlight":137,"highlights":165,"text_match":177,"text_match_info":178},{"cat_link":114,"category":115,"comment_count":46,"id":116,"is_sticky":46,"permalink":117,"post_author":49,"post_content":118,"post_date":119,"post_excerpt":52,"post_id":116,"post_modified":120,"post_thumbnail":121,"post_thumbnail_html":122,"post_title":123,"post_type":57,"sort_by_date":124,"tag_links":125,"tags":134},[43],[45],"60590","http://radioblackout.org/2020/05/pandemia-in-francia-tra-il-bastone-e-la-carota/","La gestione della pandemia in Francia è stata segnata dall’onda lunga dei tagli alla sanità, all’origine della difficoltà sia nella prevenzione del contagio che nella cura dei malati. Macron ha provato a mettere il bavaglio alle voci critiche, e ha attuato una politica sociale basata su un ampio sistema di ammortizzazione sociale non disgiunta dalla durissima repressione di ogni minima protesta o mera evasione dai confini imposti dal lockdown.\r\nL’attenzione dei media e del governo verso l’Italia, l’ampia diffusione delle notizie che arrivavano dalle regioni del nord investite dalla pandemia, gli scioperi dei lavoratori, le rivolte delle carceri hanno avuto una forte influenza sulle scelte operate da un Macron, già in forte calo di popolarità.\r\nIn gennaio il ministero della sanità minimizzava i rischi.\r\nLa sanità francese non aveva gli strumenti per far fronte alla pandemia: mancavano i DPI, i respiratori, il personale specializzato, i tamponi. Le centinaia di migliaia di mascherine raccolte per far fronte alla precedente epidemia sono state distrutte per acquistarne di nuove. Le nuove non sono mai arrivate e solo da poco le mascherine sottratte alla distruzione sono arrivare negli ospedali.\r\nLa sanità francese ha un modello molto diverso da quella italiana. In Francia l’assistenza è indiretta: si pagano le cure e poi la Securité sociale rimborsa la spesa. Anche oltralpe i tagli hanno investito pesantemente la salute dei più poveri. In Francia il sistema è rimasto fortemente decentralizzato, rispetto alla gestione regionale del Belpaese.\r\nIl governo ha rimandato le misure di interruzione delle attività produttive, finché il virus non è dilagato.\r\nNon avevano le idee chiare sulla malattia e la sua cura e hanno scelto il metodo del confinamento, lasciando sia i malati che i sani a casa.\r\nI comitati tecnici sono stati usati dal potere politico, come un rubinetto che si poteva aprire o chiudere a piacere, in base alla convenienza del momento.\r\n\r\nIn piena pandemia Macron ha deciso di effettuare ugualmente il primo turno delle elezioni: il contagio, dopo quella data, si è esteso fortemente al punto che il secondo turno è stato annullato, ma dovrebbe essere effettuato entro tre mesi. La decisione sarà politica e non sanitaria. In ballo restano Parigi, Lione e tutti i grossi centri dove non ci sono stati eletti al primo turno. Il governo teme una legnata peggiore di quella che ha già ricevuto.\r\nIl ministero della sanità sosteneva a gennaio che la pandemia non ci sarebbe stata: la ministra della sanità che ha lasciato il governo per candidarsi a sindaco della capitale non ha certo vinto il premio di popolarità.\r\nIl governo ha provato a contenere i danni lanciando una campagna contro le fake news, che oltre ai soliti complottisti, ha investito ogni voce fuori dal coro. Macron è arrivato al punto di redigere una lista dei media buoni, da contrapporre ai cattivi. Per fortuna questa operazione da “ministero della verità” ha suscitato ampia indignazione e anche tra i media nella lista dei “buoni” c’è stato un ampio rigetto di arruolamento forzato tra le file dei sostenitori delle verità governative.\r\nTra le trovate mediatiche non troppo brillanti di Macron la proposta, dall’agre sapore maoista, di inviare gli insegnanti “disoccupati” a lavorare nei campi. In realtà chi lavora nella scuola ha dovuto fare i conti con la didattica a distanza, con i figli a casa, con la difficoltà del vivere reclusi che ha colpito tutti.\r\nIn numerosi quartieri popolari, dove si abita in sei o sette in due stanzette, gli adolescenti che scendevano nei cortili sono stati sottoposti a controlli ossessivi, che in qualche caso sono sfociati in vere e proprie aggressioni. É finita con diverse serate di animati scontri tra giovani poveri e polizia.\r\nMacron, messo di fronte alle rivolte nelle carceri italiane, ha deciso un significativo alleggerimento del numero dei reclusi, che per la prima volta è sceso sotto quello dei posti disponibili. Non solo. Gli scioperi dei lavoratori italiani per imporre le chiusure, e la crisi sociale che ne è scaturita lo hanno indotto a correre ai ripari. Consapevole di aver sottovalutato e poi duramente represso l’insorgenza sociale dei Gilet Jaunes, ha deciso ampie forme di ammortizzazione sociale stabilendo la cassa integrazione – chomage partial - per 12 milioni di lavoratori.\r\nNonostante l’inconsueto utilizzo della carota, non ha certo messo in quarantena il bastone. Anzi. Le dotazioni poliziesche di dispositivi di attacco in piazza sono state rinforzate. Ogni leggero tentativo di critica politica è stato duramente represso: chi ha attaccato ai balconi striscioni di protesta si è ritrovato la polizia in casa e denunce penali.\r\nIl primo maggio i pochi tentativi di manifestazione, pur con distanziamenti e mascherine, sono stati duramente repressi. A Montreuil la polizia ha attaccato persino chi faceva distribuzione di viveri.\r\nNelle fabbriche, grazie alla complicità dei sindacati, gli scioperi sono stati pochi e scarsamente incisivi.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Gianni Carrozza, redattore di radio Paris Plurielle, dove conduce “vive la sociale!”\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/2020-05-19-carrozza-covid-francia.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","19 Maggio 2020","2020-05-19 15:07:08","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/francia-coronavirus-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/francia-coronavirus-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/francia-coronavirus-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/francia-coronavirus-1024x576.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/francia-coronavirus-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/francia-coronavirus.jpg 1200w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Pandemia in Francia tra il bastone e la carota",1589900784,[126,127,128,129,130,131,132,133],"http://radioblackout.org/tag/carcere/","http://radioblackout.org/tag/cassa-integrazione/","http://radioblackout.org/tag/francia-e-covid/","http://radioblackout.org/tag/macron/","http://radioblackout.org/tag/mascherine/","http://radioblackout.org/tag/media/","http://radioblackout.org/tag/repressione/","http://radioblackout.org/tag/sanita/",[135,27,23,17,21,15,136,19],"carcere","repressione",{"post_content":138,"post_title":143,"tags":146},{"matched_tokens":139,"snippet":141,"value":142},[140,68,69,70],"è","gestione della pandemia in Francia \u003Cmark>è\u003C/mark> stata segnata dall’onda lunga dei \u003Cmark>tagli\u003C/mark> \u003Cmark>alla\u003C/mark> \u003Cmark>sanità\u003C/mark>, all’origine della difficoltà sia nella","La gestione della pandemia in Francia \u003Cmark>è\u003C/mark> stata segnata dall’onda lunga dei \u003Cmark>tagli\u003C/mark> \u003Cmark>alla\u003C/mark> \u003Cmark>sanità\u003C/mark>, all’origine della difficoltà sia nella prevenzione del contagio che nella cura dei malati. 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L'inchiesta della Polizia era affidata a Crescenzio Mezzina, a sua volta coinvolto nel fallito golpe.\r\nNe parliamo con Francesco\r\n\r\nUna giornata di lotta e solidarietà transfemminista al consolato polacco di Torino\r\n\r\nStoria della violenza. Genealogia del servizio d’ordine che controlla il Balon\r\n\r\nBrasile: terra bruciata. La deforestazione, gli incendi, di cui Bolsonaro accusa le popolazioni indigene che ne sono vittime, stanno distruggendo la foresta amazzonica e sterminando chi ci vive. Nel paese la pandemia miete vittime tra indios e abitanti delle baraccopoli. \r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nLe domenica 1 – 8 – 15 novembre “Birrette, chiacchiere e libreria”. Dalle 18 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nGiornate antimilitariste\r\n\r\nSabato 31 ottobre. Spese militari, missioni all’estero, guerra ai poveri.\r\nPunto info al Balon - dalle 10,30 alle 13,30\r\nLa metafora della guerra al virus, tanto cara al governo, ha un sapore agre di fronte alla strage di questi mesi. Decine di migliaia di morti. Quanti sarebbero ancora vivi se ci fossero state le strutture adatte ad affrontare l’epidemia? Quanti non si sarebbero infettati su autobus sovraffollati? Quanti non rischierebbero rinchiusi in aule pollaio?\r\nLe spese militari in Italia crescono da anni, così come i tagli alla sanità.\r\n\r\nLunedì 2 novembre. Armi, petrolio e buoni affari: la diplomazia in armi dell’ENI dalla Libia al Golfo di Guinea\r\nPunto info in via Po 16 dalle ore 16\r\n\r\nMercoledì 4 novembre\r\nore 17 in piazza Castello\r\nNessuna pace per chi fa guerra\r\nPresidio antimilitarista in contemporanea alla cerimonia militare per la “giornata delle forze armate”, nell’anniversario di quell’immane massacro nazionalista, che fu la prima guerra mondiale\r\n\r\nMercoledì 11 novembre\r\nLibere di scegliere. Fuori obiettori e integralisti cattolici dagli ospedali!\r\nLa giunta Cirio all’attacco della libertà delle donne. \r\nPunto informativo in via Po 16 dalle ore 15,30 \r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 – riunioni ogni martedì alle 21 \r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\ncorso Palermo 46 – @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nwww.anarresinfo.org – scrivi a: anarres@inventati.org","28 Ottobre 2020","2020-10-28 09:54:10","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/striscione-aborto-santanna-200x110.jpg","Anarres del 16 ottobre. Aborto. 5 anarchici del sud. Balon: guardie private fasciste. Solidali contro l’omofobia in Polonia. 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A 58 chilometri da Roma, tra Ferentino \u003Cmark>e\u003C/mark> Frosinone, un’utilitaria con a bordo cinque anarchici provenienti da Reggio Calabria, venne travolta da un camion guidato da un dipendente di Valerio Junio Borghese, ex comandante della decima Mas, \u003Cmark>e\u003C/mark> promotore pochi mesi dopo di un fallito golpe. La borsa con i documenti sul deragliamento del “treno del sole” che i cinque compagni stavano portando a Roma non venne mai trovata.\r\nL’episodio, nonostante le numerose incongruenze, venne archiviato come incidente stradale. L'inchiesta della Polizia era affidata a Crescenzio Mezzina, a sua volta coinvolto nel fallito golpe.\r\nNe parliamo con Francesco\r\n\r\nUna giornata di lotta \u003Cmark>e\u003C/mark> solidarietà transfemminista al consolato polacco di Torino\r\n\r\nStoria della violenza. Genealogia del servizio d’ordine che controlla il Balon\r\n\r\nBrasile: terra bruciata. 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È sicuramente il segnale che, il lavoro che svolgiamo, sia arrivato ad un punto di non sopportazione collettiva: precarietà, flessibilità, salari bassi, tagli alla spesa pubblica, privatizzazioni, lunghe catene di appalti, pessime condizioni di lavoro e salute. Non è però un caso che la nascita di questi comitati coincida con il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale delle cooperative sociali, uno dei più importanti del settore, che vedrà una ipotetica chiusura a giugno del 2023. Già da novembre sono iniziati i tavoli di contrattazione tra Sindacati Confederali, Legacoop e Confcooperative.\r\n\r\nTuttavia, tale percorso di rinnovo non ha visto una buona partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori del settore: a che punto è la contrattazione? I punti di rivendicazione rispecchiano le reali condizioni di lavoro? Quali rapporti di forza sono messi in campo per decidere il destino del nostro contratto?\r\n\r\nSono domande semplici a cui però nessuno dà una risposta chiara e collettiva, nondimeno noi non solo pretendiamo una risposta, ma vogliamo e dobbiamo essere partecipi in prima istanza: è il nostro lavoro! Perché è chiaro ed evidente che se vogliamo cambiare le attuali condizioni di lavoro, parte del cambiamento deve passare per una seria riscrittura delle norme che regolano la nostra prestazione. Alle quali segua una mobilitazione che imponga tali regole in modo intransigente alle aziende e cooperative che hanno in gestione gli appalti e, non per ultimo, pretendere dagli enti locali appalti seri che non impoveriscano e umiliano, non solo la nostra professione, ma l’intero sistema di welfare pubblico.\r\n\r\nQui a Torino, durante le assemblee condivise della Rete del Lavoro Sociale, il Comitato Diritti Educatori Professionali Piemonte, il Coordinamento del Terzo Settore, l’Associazione “M.I.L.L.E. Professioni Educative”, oltre che nei diversi momenti di incontro e formazione con le lavoratrici e i lavoratori del sociale, sono emersi molti temi rivendicativi che abbiamo deciso di sintetizzare in un questionario. Il questionario è stato promosso dalla Rete del Lavoro Sociale, ma è andato immediatamente oltre il comitato, essendo stato compilato da più di 3.000 lavoratori e lavoratrici del sociale in meno di tre settimane. Il questionario rappresenta quindi un primo momento di valutazione delle rivendicazioni collettive che attraversano il settore, uno spunto importante per cominciare discutere collettivamente delle nostre istanze. Al suo interno si parla di aumenti salariali, delle ore indirette non riconosciute, delle notti passive e della banca ore, del precariato, della sicurezza dei luoghi di lavoro, della formazione continua, di rimborsi e permessi, di internalizzazione dei servizi nel pubblico.\r\n\r\nAdesso è il momento di un passaggio di convergenza dei diversi percorsi, che veda prima di tutto una voce comune delle diverse professioni del settore – fuori da schemi corporativi e piccoli interessi da orticello – perché le regole contrattuali valgono per tutte e tutti, ed è sempre bene ricordarlo. Un passaggio di convergenza che veda finalmente la sintesi delle migliori istanze raccolte dalle diverse piattaforme rivendicative dei comitati e dei sindacati (di base e confederali). Un percorso di mobilitazione comune è l’unico che può dare la forza per indirizzare il tavolo di contrattazione del CCNL. È il momento quindi di organizzare assemblee sindacali in tutti i luoghi di lavoro, scioperi e mobilitazioni di diverso livello, locale e nazionale, in accordo con gli altri comitati in tutta Italia.\r\n\r\nIl 13 maggio 2023 abbiamo deciso di organizzare un’assemblea pubblica, una giornata di convergenza, promossa dai diversi comitati e allargata a tutte le sigle sindacali che hanno un intervento nel nostro settore. Il dibattito sarà ospitato presso la sala conferenze del Polo del 900, in C.so Valdocco 4/a, alle ore 14.30.\r\n\r\nInvitiamo alla massima partecipazione tutte le lavoratrici e i lavoratori del settore, è il tempo di organizzarsi e di mobilitarsi per cominciare a cambiare le nostre condizioni di lavoro. 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Grazie all'altissima adesione allo sciopero dei lavoratori e lavoratrici, la reggia, come altri luoghi appartenenti al Consorzio delle Residenze Reali Sabaude non hanno potuto aprire al pubblico, risultato già ottimo, se pensiamo che c'è una legge in vigore voluta dall'ex Ministro Franceschini per limitare il diritto allo sciopero nel settore culturale. Settore che si vuole mantenere in piedi ad ogni costo, ma come sempre a spese di chi ci lavora, che in questo caso lamenta di essere sottopagato, mal inquadrato dal punto di vista contrattuale e in preda al meccanismo degli appalti da ben 16 anni. Nel frattempo, la Procura di Torino ha aperto un'indagine nei confronti del senatore del PD Mauro Laus, socio ed ex presidente della Rear, azienda leader nel settore, che da anni vince gare d'appalto nei musei grazie alle paghe da fame erogate a chi finisce per lavorarci. I giornali parlano di come questa vicenda stia scombinando gli equilibri interni al PD senza dare troppo risalto al fatto che Laus ricopre la figura di capogruppo del suo partito nella Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati, noi abbiamo preferito dare voce a chi subisce gli effetti delle azioni di questa classe politica criminale.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/F_m_09_05_Enzo-Miccoli-USB-su-sciopero-consorzioresidenzerealisabaude.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di tre compagni e compagne di Progetto Palestina sul corteo di domenica 14/05/2023 dalle 15.00 in piazza Castello a Torino: Corteo solidale al fianco della Palestina resistente->\r\n\r\n“Il 15 maggio ricorre l'anniversario della Nakba, la catastrofe che diede avvio all'esodo di 700.000 palestinesi, espulsi e costretti ad abbandonare le proprie case e le proprie terre in seguito alla distruzione di centinaia di villaggi a opera del nascente Stato di Israele. Sin dalla sua nascita, lo stato di Israele e il sionismo hanno dato inizio ad una storia fatta di colonialismo e pulizia etnica.Come altro chiamare l'allontanamento forzato, la cacciata violenta e stabilita a tavolino di un popolo che in quel territorio viveva da più di mille anni? Come chiamare un progetto politico di oppressione, l'ennesimo ideato nel \"moderno\" Occidente ai danni del \"deserto\" mediorientale? E come chiamare il sostegno esplicito o il consenso tacito di potenze che in quel progetto vedevano l'opportunità di lavarsi la coscienza per la tragedia della II guerra mondiale, finalmente scoperchiata e visibile a tutto il mondo? Si tratta di violenza, abusi quotidiani, estrattivismo, razzismo e classismo. In una parola, 75 anni di colonialismo. La Nakba non è una ricorrenza, una data per ricordare le violenze del passato, ma un momento per denunciare e alzare la testa per quello che quotidianamente succede in Palestina. Dobbiamo parlare di attualità, di quelle notizie che spesso neanche riescono ad arrivare nelle nostre città, di quelle urla di rabbia e dolore zittite dagli interessi guerrafondai e neoliberisti del presente in cui viviamo. Possiamo e dobbiamo resistere a questo presente: il popolo palestinese e la sua lotta ci indicano un insieme di pratiche per ripensare il mondo in cui viviamo, prendere posizione con forza allo stato attuale delle cose e costruire il futuro.\r\n\r\nNablus, Jenin, Gerico, Gaza, Gerusalemme: sono solo alcuni dei luoghi nei quali la violenza del sionismo non si è mai interrotta, da più di 75 anni ad oggi.\r\n\r\nIl nostro contributo alla resistenza palestinese è nella lotta di tutti i giorni. Nello smascherare i rapporti di potere che lo stato in cui viviamo intesse con Israele, nel denunciare gli accordi che le nostre università garantiscono alla forza politica sionista, nell'opporci alle trattive economiche tra potenze che hanno le mani sporche di sangue. Scendiamo in piazza per ricordare la Nakba, perché non ne venga cancellata la memoria. Scendiamo in piazza per denunciare le politiche oppressive, coloniali e di apartheid portate avanti dallo stato di Israele.\r\n\r\nLa NAKBA CONTINUA, LA PALESTINA RESISTE.”\r\n\r\n \r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/F_m_09_05_Progetto-Palestina-su-75-anni-di-Nakba-manifestazione-p.za-castello.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","10 Maggio 2023","2023-05-10 19:58:53","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/344404315_1390176505158814_5960865848755411475_n-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 09/05/2023",1683748643,[],[],{"post_content":240},{"matched_tokens":241,"snippet":242,"value":243},[68,69],"collettiva: precarietà, flessibilità, salari bassi, \u003Cmark>tagli\u003C/mark> \u003Cmark>alla\u003C/mark> spesa pubblica, privatizzazioni, lunghe catene"," \r\n\r\nIl primo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Leo, lavoratore del terzo settore aderente \u003Cmark>alla\u003C/mark> rete Lavoro Sociale \u003Cmark>e\u003C/mark> Dario Fontana, ricercatore in sociologia del Lavoro presso il servizio di \u003Cmark>Epidemio\u003C/mark>logia Piemonte ASL TO3, sull’incontro di convergenza di lavorator* del settore educativo, socio-assistenziale \u003Cmark>e\u003C/mark> socio-sanitario, con comitati di base \u003Cmark>e\u003C/mark> organizzazioni sindacali che si terrà in corso Valdocco 4/A a Torino sabato 13 maggio 2023 alle ore 14.30.\r\n\r\nLa rete del Lavoro Sociale, tra gli organizzatori dell’incontro, ha deciso di organizzare un’assemblea pubblica, una giornata di convergenza, un dibattito allargato a tutte le sigle sindacali che intervengono nel settore:\r\n\r\n“In questi mesi sono nati diversi comitati in tutta Italia che raggruppano lavoratori \u003Cmark>e\u003C/mark> lavoratrici del settore. \u003Cmark>È\u003C/mark> sicuramente il segnale che, il lavoro che svolgiamo, sia arrivato ad un punto di non sopportazione collettiva: precarietà, flessibilità, salari bassi, \u003Cmark>tagli\u003C/mark> \u003Cmark>alla\u003C/mark> spesa pubblica, privatizzazioni, lunghe catene di appalti, pessime condizioni di lavoro \u003Cmark>e\u003C/mark> salute. 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Il momento \u003Cmark>è\u003C/mark> adesso!!\r\n\r\nL’attacco \u003Cmark>è\u003C/mark> diretto, tra le altre cose, ai contratti nazionali, con privatizzazioni ed ulteriori \u003Cmark>tagli\u003C/mark> ai servizi pubblici, la liquidazione di ciò che resta della \u003Cmark>sanità\u003C/mark> pubblica, la fine della scuola pubblica, etc.”\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/F_m_09_05_Dario-Fontana-e-Leo-su-incontro-rete-lavoro-sociale.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo argomento lo abbiamo affrontato con Enzo Miccoli, delegato del sindacato USB \u003Cmark>alla\u003C/mark> Reggia di Venaria, ovvero lo sciopero messo in piedi il 1 Maggio proprio davanti a questa importante attrazione turistica cittadina. Grazie all'altissima adesione allo sciopero dei lavoratori \u003Cmark>e\u003C/mark> lavoratrici, la reggia, come altri luoghi appartenenti al Consorzio delle Residenze Reali Sabaude non hanno potuto aprire al pubblico, risultato già ottimo, se pensiamo che c'è una legge in vigore voluta dall'ex Ministro Franceschini per limitare il diritto allo sciopero nel settore culturale. Settore che si vuole mantenere in piedi ad ogni costo, ma come sempre a spese di chi ci lavora, che in questo caso lamenta di essere sottopagato, mal inquadrato dal punto di vista contrattuale \u003Cmark>e\u003C/mark> in preda al meccanismo degli appalti da ben 16 anni. Nel frattempo, la Procura di Torino ha aperto un'indagine nei confronti del senatore del PD Mauro Laus, socio ed ex presidente della Rear, azienda leader nel settore, che da anni vince gare d'appalto nei musei grazie alle paghe da fame erogate a chi finisce per lavorarci. I giornali parlano di come questa vicenda stia scombinando gli equilibri interni al PD senza dare troppo risalto al fatto che Laus ricopre la figura di capogruppo del suo partito nella Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento \u003Cmark>e\u003C/mark> sulla sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici \u003Cmark>e\u003C/mark> privati, noi abbiamo preferito dare voce a chi subisce gli effetti delle azioni di questa classe politica criminale.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/F_m_09_05_Enzo-Miccoli-USB-su-sciopero-consorzioresidenzerealisabaude.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di tre compagni \u003Cmark>e\u003C/mark> compagne di Progetto Palestina sul corteo di domenica 14/05/2023 dalle 15.00 in piazza Castello a Torino: Corteo solidale al fianco della Palestina resistente->\r\n\r\n“Il 15 maggio ricorre l'anniversario della Nakba, la catastrofe che diede avvio all'esodo di 700.000 palestinesi, espulsi \u003Cmark>e\u003C/mark> costretti ad abbandonare le proprie case \u003Cmark>e\u003C/mark> le proprie terre in seguito \u003Cmark>alla\u003C/mark> distruzione di centinaia di villaggi a opera del nascente Stato di Israele. Sin dalla sua nascita, lo stato di Israele \u003Cmark>e\u003C/mark> il sionismo hanno dato inizio ad una storia fatta di colonialismo \u003Cmark>e\u003C/mark> pulizia etnica.Come altro chiamare l'allontanamento forzato, la cacciata violenta \u003Cmark>e\u003C/mark> stabilita a tavolino di un popolo che in quel territorio viveva da più di mille anni? Come chiamare un progetto politico di oppressione, l'ennesimo ideato nel \"moderno\" Occidente ai danni del \"deserto\" mediorientale? \u003Cmark>E\u003C/mark> come chiamare il sostegno esplicito o il consenso tacito di potenze che in quel progetto vedevano l'opportunità di lavarsi la coscienza per la tragedia della II guerra mondiale, finalmente scoperchiata \u003Cmark>e\u003C/mark> visibile a tutto il mondo? Si tratta di violenza, abusi quotidiani, estrattivismo, razzismo \u003Cmark>e\u003C/mark> classismo. In una parola, 75 anni di colonialismo. La Nakba non \u003Cmark>è\u003C/mark> una ricorrenza, una data per ricordare le violenze del passato, ma un momento per denunciare \u003Cmark>e\u003C/mark> alzare la testa per quello che quotidianamente succede in Palestina. Dobbiamo parlare di attualità, di quelle notizie che spesso neanche riescono ad arrivare nelle nostre città, di quelle urla di rabbia \u003Cmark>e\u003C/mark> dolore zittite dagli interessi guerrafondai \u003Cmark>e\u003C/mark> neoliberisti del presente in cui viviamo. Possiamo \u003Cmark>e\u003C/mark> dobbiamo resistere a questo presente: il popolo palestinese \u003Cmark>e\u003C/mark> la sua lotta ci indicano un insieme di pratiche per ripensare il mondo in cui viviamo, prendere posizione con forza allo stato attuale delle cose \u003Cmark>e\u003C/mark> costruire il futuro.\r\n\r\nNablus, Jenin, Gerico, Gaza, Gerusalemme: sono solo alcuni dei luoghi nei quali la violenza del sionismo non si \u003Cmark>è\u003C/mark> mai interrotta, da più di 75 anni ad oggi.\r\n\r\nIl nostro contributo \u003Cmark>alla\u003C/mark> resistenza palestinese \u003Cmark>è\u003C/mark> nella lotta di tutti i giorni. Nello smascherare i rapporti di potere che lo stato in cui viviamo intesse con Israele, nel denunciare gli accordi che le nostre università garantiscono \u003Cmark>alla\u003C/mark> forza politica sionista, nell'opporci alle trattive economiche tra potenze che hanno le mani sporche di sangue. Scendiamo in piazza per ricordare la Nakba, perché non ne venga cancellata la memoria. Scendiamo in piazza per denunciare le politiche oppressive, coloniali \u003Cmark>e\u003C/mark> di apartheid portate avanti dallo stato di Israele.\r\n\r\nLa NAKBA CONTINUA, LA PALESTINA RESISTE.”\r\n\r\n \r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/F_m_09_05_Progetto-Palestina-su-75-anni-di-Nakba-manifestazione-p.za-castello.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]",[245],{"field":101,"matched_tokens":246,"snippet":242,"value":243},[68,69],2886860013551223000,{"best_field_score":249,"best_field_weight":180,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":250,"tokens_matched":111,"typo_prefix_score":94},"2224732438528","2886860013551222897",6637,{"collection_name":209,"first_q":29,"per_page":184,"q":29},["Reactive",254],{},["Set"],["ShallowReactive",257],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$f9KEZkS8E3fPHa-tNtyWDc36p_vH7ZzAt2HJwRzLrCJs":-1},true,"/search?query=tagli+alla+sanit%C3%A0+e+epidemia"]